.|. Words that We Couldn't Say .|.

by Lhun

Alle fine delle riprese della trilogia, Orlando è combattuto dalla scelta di dichiarare il suo amore a Viggo o perderlo per sempre. Viggo è nella medesima situazione. Complici della vicenda, i 4 ‘hobbit’.

Sentimentale | Slash | Rating NC-17 | One Piece

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    We couldn’t say them                                                We couldn’t find them

   now we just pray them                                               we tried to hide them

   Words that we couldn’t say                                        Words that we couldn’t say

 

We couldn’t make them                                           I sit here on my shelf                                   

 we had to break them                                             talking to myself

Words that we couldn’t say                                         Words that we couldn’t say

 

                                               Words that we couldn’t say (Cowboy Bebop-Blue)

 

“Orlando. Hey  Orlando!”

Al suono della voce di Elijah,il giovane interprete del principe di Bosco Atro si gettò velocemente l’acqua fredda della bottiglia che aveva appena preso dal frigo-bar sul viso.

 “ Dannazione, speriamo che non se ne accorga…”    pensò e in quell’istante l’altro giovane attore della compagnia irruppe nella roulotte spalancando la porta.

“Orlando, tutto bene? Perché sei andato via così all’improv..” ma si interruppe non appena vide l’aspetto orribile che aveva l’amico.Costume e capelli erano bagnati e sul viso aveva un’espressione triste e leggermente imbarazzata che faceva da contorno a due grandi occhi color del mare, arrossati dal pianto.

Poco prima l’aveva visto entrare in tutta fretta nella roulotte dopo essersi allontanato dal set in tutta fretta.Era strano che non avesse avvertito nessuno.

Ed era altrettanto strano che Viggo non avesse reagito, vedendolo allontanare.

Così lo aveva seguito preoccupato; e forse la sua preoccupazione non era poi tanto infondata.

Non aveva mai visto Orlando così sconvolto.

“Orli, cos’è success…”

“Lasciami in pace Lij” disse con voce incrinata.

“Ma…” cercò di protestare l’altro.

“Ti ho detto di toglierti dalle palle, Lij, sei sordo? Voglio restare da solo!!!” Questa volta la sua voce fu un forte grido.

Elijah non seppe far altro che guardarlo ammutolito: Orlando non gridava mai.Soprattutto con gli amici e si sentì rammaricato per questo.

Ma come? Lo aveva seguito nonostante le insistenze di Dom a lasciarlo stare, e invece lui…

“D’accordo!!Và al diavolo, allora! …fu tutto ciò che riuscì a rispondere prima di girarsi e uscire alla stessa velocità con cui era entrato, sbattendo di nuovo la porta.

Non fece in tempo a vedere che Orlando aveva alzato la testa alle sue parole e con gli occhi sgranati lo aveva guardato andar via, per poi rivolgere lo sguardo al suolo, poggiandosi una mano sul volto.

Elijah si allontanò diretto al set che aveva lasciato poco prima.Le sue parole e il tono che aveva usato per dirle,gli ronzavano ancora in testa..

..lasciami in pace… Cominciò a rallentare il passo.

Oh, non ci aveva pensato su neanche un minuto ad andarsene.

“E’ ovvio che qualcosa non va! Che mi aspettavo, che mi ridesse in faccia, come se non fosse successo nulla?” sussurrò tra sé e sé .

Si, forse è questo che si aspettava, perché Orlando nascondeva sempre la tristezza sotto un ironico sorriso.

…voglio restare da solo… Si fermò del tutto.

Perché non vi aveva prestato attenzione prima?

 Si diede mentalmente dello stupido per la sua azione affrettata. Sapeva benissimo che lui odiava stare da solo, che ‘cercava’ gli altri come se avesse bisogno ogni giorno di quel contatto che offriva alle persone a lui vicine.

Si, andarsene era stata decisamente una cazzata, perché era in quel momento che lui aveva bisogno di qualcuno che gli stesse vicino.

“Ed io l’ho anche mandato a quel paese! Bell’amico, he he…” disse ironizzando dispiaciuto.

“Già”pensò “io non sono proprio la persona adatta.Quando si tratta di Orlando, c’è una sola persona che può occuparsene…” E sorridendo riprese a camminare verso il set.

                                             

   Orlando si sentì davvero  i nervi a pezzi.Non voleva trattare Elijah così, ma tutta la tensione accumulata era scoppiata proprio nel momento in cui l’amico lo aveva visto piangere.

Si sentì la testa girare e appoggiandosi alla parete si lasciò cadere stancamente sul pavimento.

L’unica cosa che non voleva, era essere visto mentre piangeva, perché lo avrebbero saputo tutti e  ne avrebbero chiesto il motivo.

Come…come poteva sorridere tranquillamente ad Elijah e spiegargli che si era innamorato di un uomo? Che erano mesi che il suo cuore accelerava i battiti al solo vederlo e il pensiero che presto le riprese sarebbero finite gli attanagliava sempre più corpo e anima fino a farlo star male, fino a far crollare tutte le sue difese , come era accaduto quella mattina ?

Come poteva  dirgli che a volte malediceva quel suo carattere sfrontato e il giorno in cui aveva accettato la parte di Legolas?

Come poteva continuare la vita di tutti i giorni se lui non gli era vicino,se non poteva toccarlo e spingersi  su di lui, nel disperato tentativo  di rubargli quel calore di cui,sapeva, non poter fare più a meno?

“Viggo…” sussurrò piano mentre le lacrime ricominciavano a scorrere sulle sue guance.

Si coprì il volto con le mani e strinse le ginocchia al petto. Pregò intensamente che quel dolore sparisse dal suo petto.

 

   Quando avesse cominciato a considerare Viggo più di un amico e collega,non lo ricordava.

Già dopo le prime settimane di riprese,in quei giorni che ora gli sembravano così lontani, l’attore più grande si era conquistato il suo rispetto oltre che la sua amicizia.Vedeva in lui qualcosa che nessuno possedeva. L’attenzione per ciò che gli era intorno, la cura delle piccole cose,la passione che metteva in ogni cosa che faceva,la forza con cui affrontava e superava ogni ostacolo,l’infinita dolcezza della sua voce quando parlava delle cose che amava e in cui lui puntualmente si perdeva.

Così, stupito e affascinato da quell’uomo tanto diverso da lui, aveva cercato la sua compagnia correggendo i suoi difetti con le sue conoscenze e le mancanze con la presenza dell’altro.

Amava stare con Viggo. Sentiva di stare crescendo ,sia come attore che come uomo, da quando gli era vicino, ed ogni giorno gli era sempre più affezionato.

Tutti, sul set, ormai sapevano che dove era Viggo,lì potevano trovare anche Orlando, magari smarrito nelle sue divagazioni a proposito di arte,tramonti e cavalli, e non era difficile neanche trovarli con le braccia di Orlando attorno al collo di Viggo, mentre ridevano di qualche battuta.

Forse era stato quel continuo contatto a cui Viggo rispondeva con altrettanto affetto, ad aver fatto nascere quel desiderio inconscio di stargli sempre vicino, di toccarlo, di…sentirlo.

Ormai si accorgeva sempre più spesso di pensare a lui se non gli era vicino durante le riprese, ed anche in quei momenti cercava il suo volto rassicurante sotto il trucco da ramingo.

All’inizio non vi dava peso,ma quando Viggo si girava verso di lui e rispondeva al suo sguardo con un sorriso, il suo cuore batteva più forte e aveva l’impressione che,sentirsi avvampare, non capire più niente e sbagliare le scene,voltarsi a volte da un’altra parte come se fosse stato scoperto sul luogo del delitto,non fossero altro che manifestazioni d’imbarazzo.

Imbarazzato!!!Lui!!! capace di far ridere la persona più seria del set con una sola battuta!

Ora lui si sentiva a disagio vicino ad un amico, che adorava per giunta!!

Per un po’ le uscite con gli altri e il ritmo serrato delle riprese lo tennero con la mente lontano da quell’unico pensiero, ma appena rimaneva da solo,in uno dei suoi giorni liberi ,o durante la notte,quando stanco del giorno,non aveva la forza di erigere barriere contro sé stesso, la testa volgeva sempre nella stessa direzione,verso qualche porta dopo la sua,dove sapeva,l’uomo dormiva.

Un paio di volte, si disse giustificandosi, un diavoletto maligno gli aveva bisbigliato all’orecchio di andare da lui,ma ancora perso nel labirinto dei suoi sentimenti, non sapeva dare un nome a quella voglia e le stendeva dolorosamente sopra un velo di nome amicizia.

Impossibile che non cedesse alla tentazione,e infatti la sera prima aveva ceduto.

Quella sera era successo che stranamente Viggo aveva accettato di uscire con i ‘giovani’ rinunciando alle pareti della sua stanza per l’aria annebbiata dal fumo di un pub a bere birra fino a tardi. Non che avesse ballato. No,quello lo avevano fatto Orli e Dom sotto l’effetto di una buona dose alcolica,ma lui aveva guardato il ragazzo dimenarsi tutto il tempo.

Alla fine,come al solito, Orlando non si reggeva in piedi e dopo essere tornati all’albergo,Viggo gli aveva passato un braccio sotto le spalle e mentre gli altri facevano lo stesso con un non-meno-sbronzo Dom, lo aveva portato verso la sua stanza.

Solo che Orlando ,seguendo quel cattivo consiglio che si portava dietro, distrutta ogni inibizione dall’alcol,si era sciolto dal suo abbraccio ed era corso direttamente nella stanza di Viggo andandosi a gettare rumorosamente al centro del suo letto .Si stupì di sentire sul cuscino quell’odore a lui tanto familiare e,sperando che l’altro non lo volesse cacciare,chiuse gli occhi nell’intento di sembrare addormentato.

Aveva sentito la porta chiudersi e poi,dopo istanti che sembravano infiniti,il letto piegarsi sotto il peso di un’altra persona.

Quante volte aveva desiderato stendersi vicino a lui,vederlo dormire e accarezzare il suo bel volto perso in qualche sogno ed ora Viggo era lì.

Poco dopo percepì la leggera pressione del dorso della  mano dell’uomo sul viso che gli accarezzava una guancia e le dita che gli spostavano un ricciolo dietro l’orecchio…e sentì il respiro venirgli meno.La straordinaria sensazione di pace che quel gesto gli aveva regalato gli fece salire le lacrime agli occhi:era come se tutti i dubbi e le incertezze fossero spariti a quel semplice contatto.

Possibile che volesse sentire le mani di Viggo su di sé,essere toccato in quel modo da un altro uomo? Gli sembrò allora che qualcuno gli avesse gridato all’orecchio, perchè sentì,forte come un urlo e intenso come un brivido la parola ‘si!’ diffondersi in tutto il suo corpo e fermarsi là dove era passato il tocco di Viggo.

“Fallo ancora” pensò, con il poco di lucidità che gli rimaneva.

Come se l‘uomo potesse ascoltare i suoi pensieri,avvertì ancora il calore della sua mano dapprima sul petto ,poi il solletico delle sue dita salire verso la gola,sul collo,superare il mento e posarsi soffici sulle labbra.Fu un attimo e Viggo ritrasse la mano rapidamente come scottato dalla fiamma più incandescente e ad Orlando sembrò di essere rimasto nudo.

Stava allora per aprire gli occhi e afferrare la mano dell’uomo con la sua per posarla ancora su di sé e supplicarlo di continuare,quando la stessa voce che lo faceva tremare,lo trafisse come una lama ghiacciata.

“E’ ancora un bambino…”disse l’uomo con un filo di voce.Poi si alzò e andò ad appoggiarsi contro il vetro della finestra,guardando fuori.

Orlando non riuscì più a muoversi.Il calore che la vicinanza di Viggo aveva saputo trasmettergli si era tramutato in gelo.Non esisteva altro che un dolore pressante all’altezza del petto.

L’ultima cosa che ricordava prima di essersi lasciato avvolgere dall’oblio del sonno era la sensazione umida di una lacrima sulla guancia.

Il mattino dopo si era ritrovato ancora in quel letto e ancora vestito.

Viggo non c’era, ma Orlando notò che la sera si era preoccupato di sfilargli le scarpe e coprirlo con una coperta.

“Anche questa ha l’odore di Viggo” pensò con amarezza”Tutto in questa stanza ne ha…”.

Si guardò per un attimo intorno.Una coperta era arrotolata su una delle poltrone vicino al camino.Forse l’uomo aveva dormito lì.Che la sua presenza gli desse fastidio a tal punto da costringerlo a dormire così lontano da lui?Eppure quello che era accaduto non lo aveva immaginato per mezzo dell’alcol,ma era successo realmente! “Ma allora…perché?…”

Tali pensieri,uniti ai postumi della sbornia fecero piombare la sua mente nel caos più totale.

Era appena uscito dalla camera da letto,quando un giramento di testa lo costrinse ad appoggiarsi al tavolo sistemato al centro dell’anticamera.Emise un “ouch…” mentre la testa cominciò anche a pulsare formando un cerchio intorno ai suoi riccioli castani. Aprì lentamente gli occhi e solo allora si accorse che sul tavolo c’erano un biglietto e un paio di boccette di analgesici.

Il biglietto recava scritto:

    “Immagino che quando ti sveglierai avrai un gran mal di testa,visto che ieri eri così ubriaco    da non riconoscere la tua stanza.Prendi un paio di queste,dovrebbero farti stare meglio.Appena ti sei ripreso,raggiungici sul set al più presto, intanto cercherò di inventare qualcosa con Peter.

                                                                                                                    Viggo”

“Dio ho fatto proprio la figura dell’idiota!Adesso mi tratta come se fossi un…” …bambino…

Quando quel pensiero si affacciò alla sua mente strinse forte il biglietto nel pugno e serrò gli occhi per calmare l’eccesso di collera che gli era salito improvviso dallo stomaco;ma incapace di trattenersi strappò il foglio in tanti piccoli pezzi e,afferrate le boccette,le scagliò con forza contro il muro.Il vetro si ruppe lasciando che le pillole colorate si spargessero per il pavimento.Ma lui non se ne curò e infilate le scarpe uscì di corsa dalla stanza sbattendo la porta per poi infilarsi velocemente nella sua usando modi altrettanto bruschi.

Entrò di corsa in bagno e,aperto il rubinetto, si gettò dell’acqua sul viso e si passò le mani umide nei capelli.

Si sollevò lentamente chiudendo gli occhi.Quando li riaprì vide il suo viso sconvolto allo specchio.Era di uno strano pallore,ma intorno agli occhi la pelle era leggermente gonfia,come di una persona che ha pianto molto.Si chiese se Viggo se ne fosse accorto. Girò la testa,ma questo rapido movimento aiutò solamente un conato di vomito a salirgli  lungo la gola.

Si coprì la bocca mentre l’altra mano si spostava sul suo stomaco,l’espressione disgustata sul suo viso.

Rimase fermo per alcuni istanti,poi,come era venuta,quella spiacevole sensazione se ne andò.

Orlando cadde in ginocchio con la fronte appoggiata al lavandino.

Era ciò che aveva detto Viggo a farlo stare così male,lo sapeva.Voleva che lui lo considerasse più di quello,più di un ragazzo irresponsabile più…più di un amico.

La semplice amicizia non poteva fare così male.Non provava semplice affetto.

Chiuse gli occhi e lasciò scivolare la fronte sulle mani.”Io lo amo” ammise.

Nel suo cuore lo aveva sempre saputo,fin da quando lo aveva visto il primo giorno di riprese vestito da Aragorn,imponente seppure in quegli abiti logori,che quell’emozione e turbamento che aveva provato li avrebbero legati per sempre, ma ora quella consapevolezza gli sembrò più amara di qualsiasi veleno. Cercò di trattenere quelle lacrime che prepotentemente cercavano di uscire dai suoi occhi,poi si rialzò forzatamente,si tose i vestiti e si buttò sotto la doccia.

Il contatto con l’acqua riuscì a calmarlo e rilassarlo ,ma anche a mente lucida lo stato delle cose non cambiava:si era innamorato di un uomo fino a starne male.

Ma quell’amore era un sentimento sbagliato e questo voleva dire toglierselo dalla testa.

“Come?” si chiese.

Si passò una mano sul petto e ricordò la piacevole sensazione di essere toccato da  Viggo.

“Come faccio a dimenticarti quando ti ho tutti i giorni davanti?Come potrò fare finta di non provare niente quando mi sarai vicino?”la voce ridotta a un tremulo suono.

Con la lingua sfiorò le labbra nel punto toccato da Viggo e fece una leggera pressione.

Una scarica gli corse lungo tutta la schiena e si fermò in mezzo alle gambe.

A quel calore improvviso,emise un lungo gemito acuto.Poi rimase con le labbra bagnate socchiuse.Era eccitato e non se ne stupì.

Cercò di rimanere fermo pensando che sarebbe passato da solo,ma come se una forza lo possedesse,fece scorrere una mano nel punto che pulsava di più.Lo strinse nel pugno e cominciò a muoversi piano.Stentava a soffocare i propri gemiti,ma si sentiva già abbastanza frustrato e stare lì a masturbarsi da solo lo fece sentire solo più penoso.

In quel momento,mentre lui si dava piacere da solo,Viggo probabilmente si era completamente dimenticato di lui.

Gli vennero in mente mole situazioni in cui,nei panni di Aragorn e Legolas, avevano combattuto insieme e i momenti in cui, durante le pause,gli dava una pacca sulla spalla, lo abbracciava e rispondeva alle sue provocazioni iniziando una finta lotta. Ripensò al corpo dell’uomo contro il suo e al suo respiro quando parlava sottovoce al suo orecchio.

Ormai perso immaginò che fosse la mano di Viggo a muoversi su di lui,lenta e poi sempre più veloce,fino a farlo esplodere,col suo nome sulle labbra e il suo viso,come un fantasma,nel fondo dei suoi occhi. Abbassò la testa affannando.

Non c’era altro modo:gli sarebbe stato il più lontano possibile,tanto la fine delle riprese era vicina..Così forse si sarebbero separati da amici,così forse avrebbe evitato di commettere qualche sciocchezza.

Il suo amore non era puramente mentale,ma anche un bisogno fisico e quella ne era la prova.Desiderava fare l’amore con lui,ora lo sapeva,anche se al tempo stesso non aveva idea di come sarebbe stato farlo con un altro uomo.

Scosse la testa.In ogni caso non lo avrebbe saputo.Per Viggo lui sarebbe rimasto solo un amico

 

   Meno di un’ora dopo era sul set.Spesso erano là anche Elijah e Sean che giravano le ultime scene ricostruite in magazzino durante il pomeriggio.

Si sentiva teso. Sperò con tutto sé stesso di riuscire nell’intento che si era prefisso.Temeva che se lo avesse rivisto non sarebbe riuscito a resistere alla tentazione di corrergli incontro e abbracciarlo.Nonostante il dolore che provava ne aveva bisogno.

“Devo resistere,devo resistere,devo resistere,devo…”continuò a puntualizzare mentalmente.

Passò tra molte persone che conosceva, ma nessuno sembrò far caso al suo ritardo, cosa che,per la sua regolare puntualità,scatenava l’ilarità di tutta la troupe.

Si cambiò,vestendosi da Legolas nella roulotte dov’era il suo costume,poi passò al trucco.

Fece qualche altro saluto veloce,poi vide Dom e Billy da lontano e li raggiunse.

“Ah finalmente ti sei fatto vivo ,elfo!”disse Billy ridendo.

“Perché io sono qua dalle sei e tu te ne esci solo ora?”commentò Dom con il broncio e un sopracciglio molto inarcato.

“Ah, io…”balbettò non appena si ricordò dello stato di Dom,la sera prima,identico al suo.

“Si, si, beato te che hai Viggo che ti copre!Noi dobbiamo sempre sorbirci le strigliate di Peter, mentre quando riguarda te,basta una sola parola di Vig per fartela passare liscia!”riprese Dom interrompendolo.

“E abbiamo iniziato noi le riprese!”aggiunse Billy che,intanto,seduto su una grossa pietra,si sistemava un piede peloso.

Orlando rimase un attimo imbambolato:non sapeva più che pensare;certo,molte volte Viggo aveva preso le sue difese,ma pensava che l’episodio del giorno prima fosse già oggetto dell’ilarità generale, invece quella volta era stata diversa dalle altre.Oltre a non riferire dell’accaduto a nessuno una sua parola aveva messo tutti a tacere.

Si portò due dita alle tempie.Il suo inseparabile mal di testa stava tornando.

Una pacca sulla spalla di Dom lo fece trasalire.

“Forza,muoviti,ti stanno aspettando già da un po’” disse col riso sulle labbra.

“Ah, si, certo, ci vediamo più tardi”rispose senza molta convinzione e si diresse nella direzione indicatagli dall’altro.

Sentì appena Billy rivolgersi a Dominic dicendo “Secondo me non ha ancora smaltito…” e sorrise,suo malgrado.Era vero,la testa girava ancora.

“Non solo la sbornia,anche qualcos’altro”aggiunse Dom ma Orlando non lo sentì.

Si affrettò a raggiungere Peter,poi lo vide:era insieme a Viggo ,stranamente,senza costume.

Un impulso più forte di lui lo costrinse a fermarsi;sarebbe tornato dietro pur di non trovarsi faccia a faccia con lui,ma il regista lo aveva visto e chiamato a gran voce.

“Maledizione.Non adesso.Non sono ancora pronto”pregò disperatamente.

Nonostante ci avesse pensato durante il viaggio dall’albergo al set,sembrava che la mente si fosse completamente svuotata.Mai come prima d’ora,davanti all’amico,era nel caos più totale.

“Che faccio?Che gli dico?”alzò un attimo gli occhi per poi riabbassarli di nuovo mentre camminava così lentamente che i secondi  gli parvero ore.

“Insomma Orlando,che cavolo stai facendo?E’ come ogni maledetto giorno!Lo guardi,gli sorridi,spari una battutina su ieri e lo abbrac..no,non lo abbracci!!Accidenti! Una stretta sulla spalla anzi,niente,ti volti per parlare con Peter e lo ignori. Si,così va bene…”farfugliò come un pazzo.

“E’ ridicolo!Sono nervoso come se..se fossi al primo appuntamento con una ragazzina!!”pensò cercando inutilmente di calmarsi.Ma era difficile farlo,mettere da parte i suoi sentimenti e fare finta di niente…

Gli occhi avevano assunto una traccia di tristezza che li rendeva ancora più brillanti della loro naturale luminosità.

In fondo se fermava quella pazzia in tempo,avrebbe sofferto meno,perché,era sicuro,lungo la strada che portava a Viggo avrebbe incontrato più dolore che nel lasciarlo.Era la cosa giusta.

Fece un profondo respiro.Vide le loro ombre sul terreno avvicinarsi.Infine alzò la testa.

Aprì le labbra per salutarli,ma nessun suono ne uscì …

L’uomo lo guardava immobile,ma gli occhi…Orlando non li aveva mai visti di un azzurro così intenso,forti e luminosi come le prime stelle della sera. E fu come essere travolto da un’onda,come se gli stesse parlando attraverso i sensi con parole prive di suono che non riusciva a comprendere.Un soffio di vento ruppe quell’incantesimo che lo teneva prigioniero e vide i suoi capelli ondeggiare leggeri e poi,i suoi occhi mutare:la forza che possedevano sembrava scomparsa per lasciare spazio ad una profonda preoccupazione.Non vedeva nient’altro che la sua espressione ferita.Ebbe la sensazione che gli stesse chiedendo qualcosa.

Il cuore gli si strinse.

“Ma io non …” “Vi…”

E poi quel calore…quel calore che lui conosceva.La sua mano!La mano di Viggo era sulla sua guancia e non se n’era neppure accorto.Un tocco tenero e delicato,come quello del giorno prima.Era così vicino che sentiva il suo respiro sul viso.

Un calore bruciante lo avvolse.Si accorse di non riuscire a muoversi.

“Va tutto bene?” chiese con voce dolce e malinconica Viggo.

Quella frase gli attraversò la mente feroce come uno schiaffo.

Lo guardò con occhi spalancati.Era stato lui a ferirlo?Lui,col suo comportamento avventato?

Che avesse capito tutto?Allora come poteva pensare che andasse tutto bene?

Lo amava,lo amava disperatamente e non poteva dirglielo. Lui,l’unica persona che desiderava al mondo e non poteva amarlo.

Corrugando leggermente la fronte,chiuse gli occhi.Quando li riaprì una goccia salata cadde sulla mano dell’uomo.Dischiuse le labbra tremanti.

“Viggo,io ti…”

…ti amo…

…ti amo…

…ma non posso!! “…perdonami” fu tutto ciò che riuscì a sussurrargli prima di spingere via l’uomo da sé e correre lontano da lui.Non lo vide serrare in un pugno la stessa mano che lo accarezzava e,voltandosi,abbassare lo sguardo al suolo.

Sentiva il suo cuore urlare dal dolore.

Superò tutte le persone che gli erano innanzi.Gli parve di sentire la voce la voce di Elijah chiamarlo ma sembrò solo un vago ronzio nel tumulto delle sue emozioni.Vide la roulotte poco lontano e vi entrò precipitosamente.Si appoggiò alla porta avvertendo il battito del suo cuore rimbombargli nella testa e martellargli le tempie.

Ora singhiozzava debolmente. Guardò intorno e vide il piccolo frigo–bar in un angolo in fondo.

Arrancò fin lì come se le forze gli venissero meno da un momento all’altro e prese dell’acqua.

Bevve due lunghe sorsate e il liquido fresco lungo la gola gli diede sollievo.Lentamente si avvicinò allo specchio e effettivamente potè constatare di aver buttato all’aria una mattina di trucco:due profonde occhiaie rosse sotto gli occhi diventati di un azzurro brillante.

All’improvviso sentì la voce di Elijah  che lo chiamava,stava entrando proprio lì.

 

   Così avevano litigato  e lui aveva mandato Orlando al diavolo per poi pentirsene.

 Elijah aveva raccontato  a Viggo ciò che era successo e per tutto il tempo quest’ultimo era rimasto con lo sguardo fisso in un’altra direzione,immobile e muto come se non lo stesse minimamente degnando della sua attenzione.

“Allora?” chiese il ragazzo al limite della pazienza.

Seguì un altro lungo silenzio dell’uomo e Lijah cominciò a credere che fosse stata una pessima idea.Era lì lì per mandare anche Viggo a quel paese.

“Mi dispiace Elijah, non questa volta.”disse l’uomo con voce calma e misurata.

“Ma come? Pesavo che avresti potuto aiutarlo tu.Lo sai,quando si tratta di cose serie,il più bravo sei tu…”

“Te lo ripeto,non posso!”aggiunse dandogli le spalle.

“Perché?”questa volta era sull’orlo dell’esasperazione.

“Perché la colpa è mia!”aveva alzato la voce e guardava il ragazzo con occhi di ghiaccio.

Pi si voltò e si allontanò nella direzione opposta a quella presa da Orlando prima.

Elijah rimase fermo a fissarlo finchè non divenne un puntino in mezzo alle altre persone.

“Mmh, allora è proprio grave!”disse una voce alle sue spalle.

“Pare proprio di si,Dom”rispose Lij voltandosi e sorridendo all’amico.

“Secondo me la situazione sta sfuggendo loro di mano.E’ andata  così bene finora,mi piacerebbe sapere che cavolo è successo stavolta!”disse rispondendo al sorriso dell’amico e regalandogliene uno più grande.

“Anch’io vorrei saperlo…”disse sommessamente.

 

   Viggo quella mattina aveva chiesto a Peter una giornata libera.Aveva bisogno di staccare, almeno per poche ore e di stare da solo.E lontano da lui.

Non riusciva a fingere di essere il suo grande amico, l’attore con più esperienza, il suo mentore e altre cavolate del genere.

La verità era che voleva essere ben altro per lui, più di tutto e di tutti ,la cosa per lui più importante.

Sentiva il suo desiderio crescere sempre di più e la sera prima aveva avuto la prova che il bisogno di lui stava ottenendo il totale controllo sulla sua ragione.Se non si fosse fermato in tempo lo avrebbe violentato così,durante il sonno.

Ma quante volte sarebbe riuscito a fermarsi?E Orlando ,che continuava a stargli addosso , a sorridergli ,a dirgli che gli voleva bene…ma a lui il bene non bastava.

A un certo punto aveva pensato anche di dirglielo, ma non aveva trovato alcun pro in quella decisione,né per lui,né per Orlando.

Ricordava una volta che,durante le riprese Orlando,nei panni di Legolas,gli si era seduto vicino e con intenzioni provocatorie gli aveva detto che,secondo lui Legolas stava troppo attaccato ad Aragorn e che il regista faceva di tutto affinché il re gli cadesse tra le braccia! Viggo lo aveva guardato per un attimo stupito e gli aveva risposto che era necessario perché tutti potessero capire l’affiatamento e la profonda amicizia tra uomo e elfo.Poi aveva notato il sorriso divertito dell’amico e,sentendosi preso in pieno per i fondelli,aveva aggiunto che però,pensandoci bene, a lui sembrava che i due fossero più che amici. Orlando,allora, era scoppiato a ridere e lui lo aveva guardato affascinato.

Amava vedere la gioia sul suo volto e il suono della sua risata.

Quando il ragazzo si era voltato verso di lui lo aveva fissato per un momento,poi aveva alzato imperiosamente l’indice destro e socchiuso gli occhi proclamando,non riuscendo però a trattenere il riso,che il libro era sbagliato e che,in un finale a sorpresa,Aragorn baciava Legolas sotto lo sguardo scioccato di Arwen e di tutta Minas Tirith e vivevano,loro due,felici e contenti. Viggo non era riuscito a trattenere un dolce sorriso a quell’idea.

Mentre Orlando pronunciava quelle parole aveva visto la scena nella sua mente come se accadesse avanti a lui e avrebbe voluto il coraggio di farlo realmente. E anche se era solo un sogno ,gli piacque l’idea.

Così aveva passato una mano nei capelli biondi fermandola sulla nuca e lo aveva attratto a sé poggiando la fronte contro la sua.Era calda.

Quello almeno poteva farlo.

Sospirò.Sapeva bene che dopo quello che era successo,non ci sarebbe stato più niente.

Orlando aveva capito e se nelle ultime settimane aveva notato un cambiamento del ragazzo nei suoi confronti, il comportamento di quella mattina era stato abbastanza eloquente.

Era arrivato a testa bassa e gli occhi piantati al suolo e ,sicuramente imbarazzato dalle sue attenzioni della sera precedente,aveva capito le sue intenzioni.Quel giorno, gentilmente e con un po’ d’imbarazzo,lo aveva respinto.Però quello sguardo smarrito, e poi le lacrime come se non sapesse cosa fare.Ma lui lo sapeva.

Era stato un folle a credere a una credere a una cosa tanto impossibile.

Amare ed essere ricambiato.

Eppure se stare lontano da lui fosse servito a non farlo soffrire, avrebbe posto un abisso tra loro,anche se ciò lo avrebbe distrutto.

 

   Orlando ricordò di essersi addormentato,stremato da tutte quelle emozioni,stanco nell’anima e sfinito dal pianto.Strano,ma quando si era svegliato ,poco prima l’ora di pranzo,aveva sentito la testa leggera,come se sfogarsi lo avesse liberato da un peso.Adesso era più tranquillo.Si era dato una sistemata ed era uscito un po’ stordito.

Fuori c’erano Elijah e Dom e Billy e anche Sean.Stavano seduti vicino e sembravano discutere come al solito prendendo in giro il’padron Frodo’ e il suo fidato ‘giardiniere’,scompigliando loro i capelli.

Quando videro orlando,si ammutolirono un attimo fissandolo.

Il ragazzo si chiese cosa facessero tutti lì,poi vide Lijah avvicinarsi e mostrargli una casetta di birra.

“Andiamo da qualche parte tranquilla a bere?”chiese cercando di nascondere il nervosismo.

“Non è mica scemo,offriamo noi!”e così dicendo Dom si era avvicinato e prendendolo per un braccio,lo spinse avanti.Orlando si girò appena verso Elijah accennandogli un timido sorriso.Alla fine avavano deciso,Dom e Billy ,che,se un favore tira l’altro,la sera avrebbe offerto Orlando.

 

   Camicia rosa…no.Camicia a scacchi beige…no.Maglia nera col collo bianco…no.Camicia a quadretti rossi…nooo!!Maglione blu..uhm..no.

Ormai sul letto c’era tutto il suo armadio,come sempre quando doveva uscire.

Solo che non sapeva decidersi.Quella sera voleva dimenticarsi di tutto e rilassarsi con i suoi amici…peccato che ognuna di quelle maglie gli ricordassero un momento con Viggo.

“Uffa!!Adesso basta!!”urlò nella sua testa.Si poggiò le mani sugli occhi e decise che avrebbe messo la prima che avesse preso.

Aprì lentamente un occhio e …grigio!!  Poteva andare.Magari con quei jeans un po’ larghi.

Infilò un paio di scarpe di colore blu molto scuro,quasi nere, e un giubbotto blu più chiaro da sopra.

Si guardò allo specchio…piano piano la sua espressione tesa si rilassò e abbozzò un sorriso incerto.

Era molto grato ai quattro ‘hobbit’ per quello che avevano fatto.Dopotutto erano i suoi indivisibili amici e lui sentiva di non poterne fare a meno.

Avrebbe mai fatto a meno anche di Viggo?

 

  Nella hall dell’albergo e nel breve tragitto in macchina, aveva tranquillamente scherzato con gli altri come se nulla fosse successo e loro non ne avevano accennato.Tuttavia Orlando aveva percepito una strana tensione nell’aria e la faccia seria di Sean mentre guidava,anche quando Dom e Billy sparavano cazzate una dopo l’altra,lo rendeva nervoso.

Il locale in cui si apprestarono ad entrare non era il solito.

L’entrata era piccola,ma le due porte a battenti metalliche erano illuminate da una curiosa luce azzurra.Appena Orlando mise piede nel locale emise un “Oh!” di pura meraviglia.

Davanti a lui c’erano alcuni gradini di vetro dalle sfumature blu , al lato di ognuno dei quali,brillava una luce azzurra brillante come quella esterna.

La sala terminava al centro di un’accogliente saletta i cui toni predominanti erano quelli del blu e dell’azzurro. I tavoli con il ripiano di vetro e sedie color del metallo erano sistemati tutt’intorno alle pareti e lasciavano scoperto il centro in cui quattro luci blu sul pavimento creavano,mischiandosi tra loro,incredibili  effetti lunghi fino al soffitto.

Il resto della sala era in penombra e buona musica jazz li accompagnava gentilmente.

Tutto sommato,rendeva l’atmosfera molto intima.

Billy gli diede una spinta per invitarlo a scendere e si accomodarono ad un tavolo sulla sinistra, mentre Dom ordinava  da bere al bancone del bar di fronte a loro.

“Caspita,che meraviglia!”ribadì Orlando.

“Bè,per una volta che offri tu…non volevamo badare a spese” ribattè Billy.

“Ah, è così?” e si alzò dalla sedia facendo un passo come se volesse andarsene,ma prontamente Dom gli si aggrappò trascinandolo sulla sua sedia.

“Eh no!Tu non ti muovi di qui! Tra poco arrivano le nostre ordinazioni”disse buttandosi poi addosso a lui come un sacco di patate e centrando anche Sean.

“Dom!! pesi!! Spostati!!” gridarono i due in coro, attraendo l’attenzione del locale.

Sean vide  il cameriere avvicinarsi cautamente al loro tavolo con le loro ordinazioni sul vassoio oscillante e l’aria davvero molto preoccupata.Si sentì in imbarazzo.Dopo tanto tempo non si era mai veramente abituato ai grandi spettacoli che davano nei locali.

 

Ovviamente,riuscire a bere un bicchiere intero con loro era impossibile,ma Orlando si accorse che in alcuni momenti si respirava un’aria strana,come se dovesse accadere qualcosa da un momento all’altro e stranamente non accennavano ad andarsene dal locale nonostante vi fossero da più di due ore.Ma non dovette attendere molto per scoprire che la sua sensazione era esatta.

L’aria era piena delle risate generali  quando avanti ai suoi occhi si manifestò l’immagine di Viggo, forte ,elegante e perfetto,racchiuso tra le luci blu, che scendeva le scale del locale.   C’era Karl con lui.

Orlando si bloccò col bicchiere tra le dita. L’uomo socchiuse gli occhi per abituarsi alla luce dei faretti sulle scale,poi vagò con lo sguardo in giro studiando il posto ,come aveva fatto lui.

Un istante dopo incontrò i suoi occhi leggendovi lo stesso stupore che doveva esserci nei suoi.

Anche lui si era fermato.Le sue mani stringevano spasmodicamente la ringhiera metallica.

Quando distolse gli occhi da Orlando,con la stessa calma che lo contraddiceva fece un passo indietro ,guardò Karl e Orlando gli vide pronunciare parole che non sentì  e poi riprendere a salire la scale per uscire. Karl,intanto , lo teneva per un braccio,cercando di trattenerlo.

Dalla sua posizione potè vedere Viggo solo di spalle,il viso gli era nascosto,ma l’espressione preoccupata e intimorita di Karl gli suggerivano che l’uomo dovesse essere in collera.

Tuttavia non riusciva a far altro che rimanere lì fermo a guardare la scena come lo spettatore di una rappresentazione.In un lampo vide Elijah precipitarsi su per le scale e posizionarsi avanti a Viggo con le braccia aperte per impedirgli di andar via e la sua bocca si muoveva velocemente.

Si voltò e vide l’ansia e la tensione sul volto dei compagni;anche loro guardavano ammutoliti la scena.Quando tornò su Viggo,però, notò il corpo dell’uomo rilassarsi e lasciarsi condurre da Karl e scendere un gradino dopo l’altro verso la sala,per poi sedersi ad un tavolo,il più lontano da loro. Lijah tornò al loro tavolo con l’aria da cane bastonato.Si sedette al suo posto vicino ad Orlando ,ma l’amico notò che cercava di evitare di guardarlo accuratamente e ognuno degli altri fissava il proprio bicchiere con aria mesta e …e colpevole!!! Cazzo,come aveva fatto a non pensarci prima?!Era stato preso dal panico non appena lo aveva visto,però, che ci faceva anche Viggo là?Non poteva essere una fortunatissima coincidenza,con tutta la sfiga che si portava dietro!E per di più in un tranquillo locale a lui sconosciuto che sembrava fatto per i gusti dell’uomo!! Afferrò Lij per le spalle e lo costrinse a guardarlo.

“Perché lui è qui?Sei stato tu,vero?”. si accorse di aver gridato”Ah, scusa..io..”

“Perché volevo che vi chiariste.Qualunque sia stato il motivo del litigio,la vostra amicizia conta più di tutto.Ha sempre contato molto anche per noi ed è stupido che la sprechiate così!”

Orlando non seppe con sicurezza,ma nella penombra i suoi occhi sembravano lucidi.

Dominic allungò la mano e gli prese il braccio facendolo voltare.

“Stamattina  Elijah ha cercato di convincere Vig a parlarti, ma la cosa è sembrata a entrambi molto seria.Forse non sono affari nostri,ma volevamo davvero aiutarti.Non prendertela solo con lui,è stata un’idea di tutti. E poi…”guardò  un attimo Elijah prima di continuare”…Viggo ha detto che è stata colpa sua ,ma sono sicuro che sta soffrendo quanto te!”

Perderlo era la cosa di cui sentì di avere più paura in quel momento.Si accorse,quasi con stupore,che le sue mani tremavano e le nascose sotto il tavolo sperando che gli non le avessero notate.

Fino ad allora si era preoccupato  per se stesso,cercando di rinnegare i suoi sentimenti  per non soffrire;ma oltre a sé stesso c’era la persona che amava, e il suo cuore…

…sta soffrendo quanto te…  stava soffrendo.

 

“Ma allora, dov è l’uscita?” pensò. “Soffrirà sia che io gli stia vicino,sia che gli sia lontano”

Si girò verso di lui. Beveva qualcosa distrattamente ed accennava solo un leggero movimento con la testa alle parole che l’amico diceva.

Poggiò di nuovo le braccia sul tavolo e spostandosi indietro col corpo ,posò la testa sulle mani appena strette, coi riccioli che gli cadevano disordinatamente sulla fronte.Il bicchiere poco distante dal suo gomito.

“Dopotutto dobbiamo per forza separarci?”

…la vostra amicizia conta più di tutto… “Deve per forza andare distrutto tutto ciò che abbiamo creato insieme?” A quel pensiero gli tornarono in mente i tanti mesi passati insieme e un dolce e triste sorriso gli si dipinse sul volto.

“Voglio stare con lui, anche se per pochi giorni ancora”pensò forte “..Viggo…”

 

Come se rispondesse al suo richiamo ,l’uomo si voltò con incredibile lentezza,come se non volesse farsi vedere.Si accorse che accorse che Orlando lo stava guardando e gli sembrò che il suo sorriso potesse illuminare tutta la stanza.

Era la cosa più bella che aveva mai visto.

Avrebbe voluto stringerlo e baciarlo con tutto l’amore che possedeva.

Ma lui era solo un sogno.

 

Orlando vide Viggo guardarlo e gli si riscaldò il cuore.

“Butterebbe davvero tutto al vento?”

“Se glielo dicessi…mi odierebbe?”

 

Le dita dell’uomo spinsero via il bicchiere verso il tavolo,poi afferrò lo schienale della sedia.

Viggo si alzò,prese dei soldi dal portafogli e li poggiò sul tavolo.

Disse qualcosa a Karl ,ma questa volta lui non lo fermò e abbassò la testa.

Salì le scale e sparì dietro la porta del locale.

“Orli,dai,che stai aspettando?Vai!” la voce di Billy lo fece sobbalzare.Lo guardò titubante.

“Avanti,corrigli dietro! Ti piace,no?”.

Orlando si girò di scatto verso Dominic.”Cosa?”

“Ti piace,no?”. Lo sapevano anche loro. Annuì.

“Allora diglielo!Che stai aspettando?”

Scattò dalla sedia e pochi secondi dopo era già fuori. Girò la testa per vedere l’uomo che direzione avesse preso.Non sapeva cosa gli avrebbe effettivamente detto;per ora doveva solo raggiungerlo.

 

“Ecco,lo sapevo,dobbiamo offrire di nuovo noi!” si lamentò Billy.

Karl si avvicinò al loro tavolo e si unì al gruppo. Ordinò un altro drink.”Non prendertela”disse.

“Se chiariscono almeno non dovremo fare più queste messinscene.Immaginate quanto sia stato faticoso convincere Viggo a venire qui ,stasera?” Dom e Billy risero.

“Già !” commentò Sean.

 

Viggo era poco distante,alla sua destra.Gli venne quasi un colpo: stava fermando  un taxi.

“Viggo!” gridò con tutto il fiato che aveva. L’uomo si girò verso di lui,poi si voltò dall’altra parte e si  avvicinò all’auto appena fermata.

“Se non gli parlo adesso…”

Corse e gli fu vicino mentre saliva in macchina.Gli afferrò il braccio per tirarlo fuori, poi chiuse la portiera e disse al conducente che poteva andare.Si accorse che stringeva ancora il braccio di Viggo e lo lasciò. L’uomo guardava da tutt’altra parte e sembrava irritato.

“Scusa…”cercò di dire.

“Non importa. Andrò a piedi”ribattè senza battere ciglio.

 

Iniziarono a camminare,ma Orlando non sapeva proprio cosa dire.Viggo procedeva avanti a lui come se non ci fosse nessuno dietro.

Il silenzio era calato impietoso tra loro e mai come in quel momento Viggo gli parve uno sconosciuto.Se andava avanti così lo avrebbe sicuramente perso.

Stava cadendo e per quanto si sforzasse di cercare un appiglio non lo trovava.

Viggo si fermò.Non sentiva più i passi di Orlando.Si girò e vide che era poco più dietro a testa bassa. “ Orlando…”disse in tono grave.

“Sai Vig?Spesso,ci ho pensato…”le mani strette nelle tasche.I riccioli scuri mossi dal vento.La voce a malapena udibile.

“…ho pensato a come sarebbe stato se,fra di noi,le cose fossero andate in modo diverso…”strinse le labbra.

“Diverso…come?”Ansia nella voce dell’uomo.

Orlando esitò. ”Non lo so.Diverso…” Viggo si avvicinò lentamente.

“Non so nemmeno se migliore o peggiore di come stiamo adesso,però…”lo sentì davanti a sé e tremò.

“…quando mi guardo indietro, vedo così tante strade lasciate vuote.Strade delle quali non riesco a vedere la fine,ma sempre assolate.”Rialzò lo sguardo “E rassicuranti…”

L’immagine illusoria delle sue dita strette a quelle di Viggo passò fugace dinanzi ai suoi occhi.

 

L’espressione dell’uomo sembrava smarrita,confusa.

“Che cosa devo fare,Orlando?”Strinse i pugni.La voce quasi soffocata dalla pena.

 

Il ragazzo si chinò di poco ed esitante prese la mano dell’uomo. Allargò delicatamente le dita e posò la mano sulla sua guancia.

Viggo lo riconobbe subito come il suo gesto di quella mattina.

Orlando spostò piano il viso e,chiudendo gli occhi,spinse le sue labbra sul palmo.Una lacrima bagnò il polso dell’uomo.Un sussurro…

“Viggo,io ti amo.Resta con me,ti prego.”

 

Tutto ciò che Orlando riuscì a ricordare allora fu l’inatteso abbraccio caldo e forte di Viggo,il corpo stretto al suo,le sue mani nei capelli prima di sussurrargli piano “Ti amo” sul viso e unire le labbra alle sue .Un intenso calore lo avvolse.

 

Quel bacio aveva il sapore dolce della sua lingua e delle sue lacrime salate.

Si separò da Orlando per respirare,incerto di cosa gli avrebbe letto negli occhi.Ma lui gli accarezzò il viso e allontanò ogni sua paura.

”Anch’io” gli disse e nei suoi occhi scuri non c’era altro che amore.

 

Aveva temuto che lo potesse odiare e disprezzare, e aveva anche avuto paura della sua indifferenza.

Probabilmente gli stessi dubbi dell’altro.

Era stato così stupido a dubitare della persona di cui si era sempre fidato di più.

A pensarci,ognuno aveva la stessa colpa:proteggere l’altro da sé stesso.

Lo guardò e gli sembrò di vederlo per la prima volta.Avrebbe fatto l’impossibile per lui.                                             E la consapevolezza di amarlo così tanto lo fece sorridere.

 

“Solo per me,amore.Giura che sorriderai così solo per me!”

“Qualsiasi cosa tu voglia,Viggo.Te lo giuro.”

Viggo lo strinse così forte che temette di fargli male.

“Ma allora perché stamattina sei corso via in quel modo?”

“Scusami,Vig, non è stata tua la colpa. Pensavo che cercassi di allontanarmi da te, ma che avessi paura di ferirmi. E saperti trista a causa mia…”

“D’accordo.Va bene così.” Disse poggiandogli due dita sulle labbra.”Quando Elijah è venuto da me ho creduto che l’unico modo di toglierti dalla testa fosse starti lontano…mpf…ma come vedi ,è difficile staccarsi da te.”disse e frenò la sua risata con un altro bacio.

Si allontanò un po’ verso la strada.

“Viggo?”

L’uomo attese lungo il ciglio,poi con un segno della mano fermò un altro taxi.

“Torniamo in albergo,vuoi?”

Orlando lo osservò un attimo esitante. Ripensò al piacere provocatogli dal tocco dell’uomo su di sé e sentì il corpo fremere.

Viggo lo guardava in attese.Gli si avvicinò e gli strinse forte le braccia al collo avvicinando la fronte alla sua testa.

“Si,voglio fare l’amore con te,Vig.” bisbigliò al suo orecchio.

Viggo prese la sua testa con entrambi le mani.Un delicato rossore gli aveva colorato le gote.

Strinse la sua mano ed entrarono in macchina.

 

   “Ma…Vig…sei sicuro?Proprio nel ‘nostro’albergo?Se ci vedessero entrare nella stessa stanza potrebbero…”

“Orlando!Ieri non te li sei certo posti questi problemi quando ti sei fiondato nella mia camera”

“Ma..”

“…e non rifilarmi la storia che eri ubriaco perché non ci credo!”

Il ragazzo diventò rosso fin sulle orecchie.

“Si,però…” cercò di replicare

“Nessuno ci farà caso. E domattina ci sono le riprese.Sarebbe più difficile tornare prima qui e poi andare sul set.”spiegò.Orlando annuì.

Guardò l’uomo di spalle che si incamminava per il corridoio e cercò di immaginare come potesse essere svegliarsi nel suo abbraccio.

 

Arrivarono alla sua porta.Viggo l’aprì e rise quando Orlando non potè fare a meno di dare una rapida occhiata a destra e sinistra.

Entrò e osservò intorno a lui.In quel momento non era più la stanza in cui era entrato un milione di volte.

Fissò il tavolo e gli tornò il disastro lasciato in quella camera la mattina.

Altra trovata stupida.

Viggo aveva gettato il soprabito sul divanetto accanto alla porta e gli offrì da bere.

Orlando aveva già bevuto abbastanza per quella sera,però magari qualcosa di forte lo avrebbe aiutato;così non rifiutò.

Mentre beveva notò gli occhi dell’uomo su di sé e gli venne un nodo alla gola.

Sentì il suo corpo reagire inaspettatamente.

“Ecco,io…farei una doccia prima.” Non voleva altro che stare con lui ma era pur sempre un uomo e ciò lo metteva a disagio.

“Certo,prendi pure un accappatoio pulito.”

Il bagno era nella camera da letto e Orlando rimase un attimo sulla porta prima di entrare.

Una volta dentro si appoggiò al muro.Era certo che il cuore gli dovesse scoppiare da un momento all’altro.

 

Ci mise un po’ più del previsto;infatti era rimasto con la mano sulla maniglia oltre cinque minuti,indeciso se uscire o no…

Quando infine ci riuscì,notò che le luci erano spente. Viggo era alla finestra e guardava fuori,come la sera prima.

 

Viggo lo sentì avvicinarsi e fermarsi davanti a lui,appoggiato al vetro.Lo guardò.

Portava solo un lungo asciugamani allacciato alla vita ed era a piedi nudi.I capelli erano umidi e le punte bagnate.Le gocce gli scorrevano sul collo e sul petto.Ora anche lui guardava fuori.

“E’ bellissima la città di notte “disse.Una miriade di puntini luminosi si rifletteva nei suoi occhi.

“E’ vero.Amo guardarla mentre al frastuono del giorno si sostituisce il silenzio della notte.Mi sembra di poter sentire il respiro delle persone addormentate.”

Orlando sorrise. A Viggo piaceva la tranquillità.Magari alla fine del film si sarebbe rintanato in una casetta di campagna con un ranch,sperduta chissà dove.Come si sarebbero visti allora?

E poi c’erano i film di cui lui aveva firmato già il contratto e i giornalisti che diventavano sempre più pressanti. Aggrottò la fronte.

“Abbiamo scelto una strada difficile” disse rivolto più a sé stesso che all’uomo.

Poi sentì la stretta forte di Viggo intorno alla vita.

L’uomo immerse la testa nei suoi riccioli;quindi lo girò verso di lui mettendolo con le spalle al vetro. I palmi aperti sulla schiena.

“E’ così.Ma chi può dire cosa sia giusto o sbagliato?” “Però se vorrai ancora amarmi,farò tutto ciò che posso per renderti felice”

Orlando sentì le lacrime pungergli gli occhi.

“Non mi importa degli altri.Basta che ci sia tu con me.”  Gli strinse forte le spalle.

“Ti amo Vig.Voglio essere tuo soltanto.” Gli disse e unì le sue labbra a quelle dell’uomo.

Quel casto bacio si riempì ben presto di accesa passione.

 

Viggo sentì la sua eccitazione spingere contro i il tessuto dei suoi pantaloni e soffocò un gemito quando percepì quella di Orlando sotto il leggero asciugamani,premere contro il suo corpo.

Gli afferrò i polsi e gli serrò le braccia sul vetro,vicino la testa. Cominciò a succhiargli via ogni goccia d’acqua che scivolava dai capelli. Piano,scendendo dal collo alle spalle lasciando una lunga scia bollente con la lingua.La mente invasa dal suo respiro affannato.

La bocca scese sul petto seguendo il contorno dei muscoli solidi.Le mani lasciarono la presa per salire lungo la schiena,fin sopra le spalle aderendo alla pelle umida per poi scendere a stringere le natiche sode.

Orlando gettò indietro la testa poggiandola sul vetro. Sentiva la sua eccitazione pulsare.

Le sue mani cercavano il corpo dell’uomo.

Quando la lingua di Viggo gli circondò prima l’uno,poi l’altro capezzolo  e imprigionarli nel calore della sua bocca, spinse convulsamente il bacino in avanti.

A Viggo non sfuggì il ritmico movimento che gli mandava calde onde direttamente verso l’inguine.Gli slacciò l’asciugamani, lasciandolo cadere ai suoi piedi.

Orlando gli stava offrendo il suo corpo senza riserve.

Si inginocchiò dinanzi a lui e gli sfiorò la punta del suo membro duro con le labbra.

“Ah…”

Il suono produsse una violenta scarica nel corpo dell’uomo. Sentì il suo pene indurirsi ancora;

il sudore bagnargli i capelli e il collo.

Schiuse le labbra e lo accolse nella propria bocca.

Un grido gli salì alla gola e subito Orlando strinse la testa dell’uomo spingendolo verso di sé.

L’uomo bloccò con una forte presa i suoi fianchi tra il vetro e la propria testa.

Accarezzò il suo membro velocemente con la lingua e succhiò più forte.

I gemiti divennero sempre più acuti.

Viggo alzò lo sguardo sul viso sconvolto di Orlando .

Le labbra dischiuse e tremanti, il respiro ansimante, i riccioli bagnati sulla fronte, gli occhi socchiusi resi più scuri dal desiderio che lo guardavano.

Continuò a fissarlo mentre con un gesto veloce  gli leccò la punta già bagnata dalle prime gocce.La stretta nei capelli si fece più decisa.

“Vi…Vig…ah…”  “…ti…ti prego…sto per…”

Alla sua richiesta  Viggo sorrise maliziosamente e si staccò da lui,alzandosi.

Orlando emise un mugolio di protesta.Il petto si alzava e abbassava veloce.

Viggo contemplò per un momento il suo giovane e splendido amante abbandonato sensualmente contro il vetro freddo,poi si sbottonò la camicia e i jeans e li lasciò cadere a terra. Sospirò sentendosi libero da quella costrizione.

Spinse Orlando sul letto e si stese su di lui,liberandosi dei boxer.

Ricominciò a baciarlo cercando la lingua di Orlando con la sua.Le mani esplorarono ogni centimetro del suo corpo senza fermarsi però dove ne sentiva di più il bisogno.

Avvertì il respiro mancargli, e una sottile linea di saliva unì la loro bocca prima di posarsi sulle labbra bagnate e gonfie di Orlando,separandosi da lui.

Le mani del ragazzo tenevano il suo viso fisso su di sé e ansimò forte gettando indietro la testa quando Viggo percorse il mento e la gola con la punta della lingua.

Gocce di sudore come piccole perle luccicavano sul suo viso.

Il bisogno urgente lo faceva tremare.

Viggo vide calde lacrime scendergli lungo gli angoli degli occhi, e non attese oltre.

Si sollevò sulle ginocchia e prese un flaconcino  dal ripiano vicino al letto. Svitò il tappo e aprì il palmo per versare il contenuto nel mezzo,ma Orlando sostituì la mano di Viggo con la sua e le gocce caddero nel suo palmo. Allungò il braccio esitante verso di lui e cominciò a cospargere il membro eretto dell’uomo con il liquido fresco.

Il tocco gentile del ragazzo e il ritmo lento e veloce delle carezze gli stavano facendo perdere la testa.Lo voleva,e subito.

Gli bloccò il polso e lo costrinse a distendersi di nuovo.

Prese uno dei due cuscini vicini alla sua testa e lo sistemò velocemente sotto il suo bacino.

Si adagiò piano sul suo corpo e gli allargò le gambe con un ginocchio.

Orlando lo tirò a sé e gli strinse le ampie spalle.

“Adesso ,Vig…” gemette.

Viggo poggiò la testa sul suo petto.Con le mani gli alzò di più le gambe.

Trasse un respiro,quindi con una forte spinta entrò in lui.Era incredibilmente caldo e stretto.

 

Il suo corpo si tese. Gridò forte.Un dolore insopportabile sembrò dilaniare il suo corpo e le lacrime bagnarono ancora il suo viso.

Viggo si fermò.Gli baciò le lacrime e solo quando lo sentì rilassarsi,spinse ancora.

Soffocò un altro grido chiudendogli la bocca con la sua.

Chiuse il pugno su di lui e fece scorrere la mano dalla base alla punta sempre più veloce,seguendo il ritmo delle sue spinte.

Il dolore si trasformò e diventò piano un piacere accecante. Ansimava,incapace di trattenersi. Sentì l’orgasmo imminente. Poggiò le mani sui fianchi di Viggo e lo attirò dentro di sé mentre esplodeva tra le sue mani.

L’uomo diede un’ultima poderosa spinta e gli venne dentro con un mugolio di soddisfazione.

Si fermò ansimante,poi uscì da lui.

Orlando si lasciò andare,stanco,sul cuscino.

 Viggo lo strinse sé dandogli lievi baci sulle guance,sulle palpebre e sulle labbra.

Il ragazzo gli sfiorò il viso con le dita.

“Vorrei che questo momento durasse per sempre”

“Allora stai con me per sempre”

Viggo lo baciò ancora,poi lo coprì con il lenzuolo stropicciato e posò il viso nell’incavo del suo collo,addormentandosi.

 

“E..e…etciù!”

« Orlando, non avrai dormito di nuovo bagnato, vero?”chiese Elijah preoccupato dopo il quarto starnuto consecutivo dell’amico.

“Ma no,solo i capelli…sniff…”

“Mmh…almeno tu e Viggo avete fatto pace a quanto pare”sospirò tranquillo Elijah.

“Si” rispose Orlando.

Vide Viggo poco lontano che discuteva con Peter  sulle scene della giornata e sorrise pensando che poche ore prima si era svegliato tra le sue forti braccia e accolto da un caldo sorriso.

Una potente pacca sulla spalla gli fece perdere l’equilibrio.

“Eh, già,si vede!Guarda che sorriso ebete che ha il nostro Orli.”

“Al diavolo,Dom!Levati questo vizio”disse voltandosi irritato.

“Uhm…come mai sei tutto rosso?Sesso sfrenato stanotte,eh?”lo incalzò l’altro.

Alla quanto mai azzeccata uscita di Dom,il suo viso si accese di un rosso intenso.

“Ma cosa?…”

“Ecco perché cammini così strano stamattina!”

Orlando sentì un infarto molto vicino.

“Ah ha! Il nostro ramingo sta venendo proprio qui!”

“Chiediamogli la sua versione dei fatti”esclamò Lij.

“No, aspettate un attimo…”

Viggo vide i due giovani vestiti da hobbit e sorrise.

“Devo ancora scusarmi con te,Elijah,per come mi sono comportato ieri… e anche con Karl!”disse una volta avvicinatosi a loro.

“Figurati.Dicci piuttosto come è andata,Orlando fa il timido”rise dicendo ciò.

“Mmh…” Viggo si posò l pollice sul mento con aria pensierosa,poi si voltò verso un allarmato Orlando,gli girò il braccio intorno alle spalle e lo attirò a sé in un deciso bacio.

Poi si rivolse agli altri due.

Elijah aveva un’espressione sbalordita che faceva sembrare i suoi occhi ancora più grandi.

Dominic sorrideva compiaciuto.

Orlando non aveva avuto neanche il tempo di chiudere gli occhi;si leggeva il panico sul suo viso.

“Va bene così?” esordì Viggo sorridendo a sua volta.

“Ah,l’ho sempre saputo!Forza Lij,lasciamoli soli.” Dichiarò Dom con fare di chi la sa lunga e tirò via l’altro incapace di parlare.

 

Orlando era ancora lì fermo con due dita poggiate sulle labbra.

Viggo le prese e le mise sulla sua bocca.”Non fare quella faccia!Prima di baciarti ho controllato che nessuno guardasse…oltre loro due ovviamente.”

“Oh, no è che stavo pensando a quello che ha detto sia ieri che oggi Dom…lui,loro..lo sapevano…” spiegò ritirando la mano imbarazzato.

“Già, sembra che solo io non lo sapessi!” ammise l’uomo ridendo

 

Sentirono chiamare  i loro nomi.

“Uff,sono ancora stanco!” si lamentò Orlando camminando in quella direzione.

“Orlando,che ne dici di andare stasera in quel locale di ieri?Sembrava interessante…”disse l’uomo vagamente  con il viso rivolto  in un’altra direzione.

Orlando si fermò a guardarlo.

“E’ un appuntamento?”

“Può darsi…” rispose l’altro sistemandosi distrattamente il costume.

“Ah ,va bene…visto che non ho altro da fare…” disse con finta aria offesa e riprese a camminare.

L’uomo sorrise e lo raggiunse,circondandogli la vita con un braccio.

Prese la sua mano incrociando le dita con le sue.

“Ti amo” gli sussurrò all’orecchio.

Orlando sentì il cuore scoppiargli di gioia.

“Anch’io”.

 

 THE END