.|. Passione Eterna .|.

10. Una Nuova Promessa

~

Passò ancora qualche giorno e finalmente Re Elassar poté di nuovo tornare a camminare. La prima cosa che fece, fu riunire i membri del Consiglio per informarli delle nuove leggi che erano entrate in vigore da quel momento. Rimase sorpreso di come tutti quanti le accettarono senza discutere, forse quella storia aveva causato diversi problemi anche a loro.

Appena si liberò dai doveri di re, andò a parlare con Arwen nella sua stanza e ci rimase quasi tutto il pomeriggio, si allontanò solo per un breve periodo.

Legolas vagava senza meta per il palazzo, Aragorn quella mattina gli aveva detto che, per quasi tutto il giorno, sarebbe stato occupato in faccende riguardanti il futuro del regno e così cercava di passare il tempo passeggiando nei giardini o lungo i corridoi. Si era imbattuto in Elenband ed Elaviel che si baciavano appassionatamente vicino ad un albero ma aveva subito cambiato strada, non voleva disturbarli…ma ora aveva voglia di rivedere Aragorn, anche se negli ultimi giorni aveva passato parecchio tempo con lui non avevano mai potuto stare insieme completamente, perché in ogni momento qualcuno entrava nella stanza per chiedere dei consigli al re. Si incamminò verso la stanza di Arwen, poco prima infatti aveva incrociato Eomer e l’uomo gli aveva detto che il re e la regina stavano discutendo di alcune cose in quel posto. Quando arrivò davanti alla porta si fermò un momento per sentire se stavano ancora parlando, sì…sentiva le loro voci ma non capiva quale fosse il discorso…

“Va bene questa?”

“Non credo Arwen…mi sembra troppo pesante…non voglio che sia un peso portarlo…”

“Ma non è pesante…te l’assicuro l’ho messa certe volte…questa?”

“No è troppo sottile potrebbe spezzarsi…”

“Per i Valar…non ne troverai mai una che ti soddisfa se continui così…”

“E’ solo che…non so ancora se sia una buona idea…non ne ha mai portate…e se non dovesse accettarlo?”

“Ma non ti devi fare queste domande Aragorn…lo sai benissimo che lo accetterà…è un dono bellissimo…che ne dici di questa?”

“Sì…questa è perfetta…”

 

Legolas rimase un momento immobile pensando, poi rinunciò a capire e alzò una mano per bussare ma non fece in tempo…la porta si aprì e si trovò davanti Aragorn.

“Legolas…” disse il ramingo sorpreso “Cosa ci fai qui? Ti avevo detto che ti avrei raggiunto più tardi…perché non esci nel giardino?”

“Ecco…” sussurrò l’elfo guardandolo, notò che aveva una mano nascosta dietro alla schiena “…io l’ho fatto, ma ora che ho imparato a memoria ogni albero e ogni singolo corridoio del palazzo credevo che avremmo potuto passare un po’ di tempo insieme…”

“Ho ancora alcune cose da sbrigare…” rispose Aragorn guardandosi attorno “…perché intanto non vai nella tua stanza…io…verrò a cercarti più tardi…” e con quelle parole si incamminò velocemente per il corridoio.

“Ma…” disse Legolas, l’uomo però era già lontano, guardò Arwen che era ferma sulla porta “…è ancora arrabbiato con me per qualcosa che ho fatto ma della quale io non sono a conoscenza?”

“No Legolas…” disse la dama sorridendo “Fa come ti ha detto…” si avvicinò a lui e gli diede un bacio sulla guancia prima di allontanarsi.

L’elfo la seguì con lo sguardo poi si girò dirigendosi verso la propria stanza

“Ma cos’hanno tutti quanti?” bisbigliò fra sé.

 

Entrò nella camera e vide qualcosa sul suo letto, erano degli abiti. Si avvicinò e prese tra le mani la tunica, era molto bella, leggera e morbida, di un colore che variava dal bianco all’argento a seconda della luce che si rifletteva sul tessuto, le maniche e l’apertura erano ricamate con delle mezze lune grigie. Abbassò lo sguardo e quando vide i pantaloni sorrise, erano in pelle nera, molto simili a quelli che aveva indossato la sera della festa, quando era ritornato a Minas Tirith. Si ricordò di come fossero scomodi da portare ma anche di come lo guardava Aragorn quando li indossava, sapeva che all’uomo piacevano, gli tornò alla mente la mattina successiva alla festa quando li aveva rimessi e il ramingo lo aveva spinto di nuovo sul letto accarezzandogli le gambe e non solo…

Chiuse gli occhi continuando a sorridere poi iniziò a cambiarsi d’abito.

 

Era quasi sera e ancora Aragorn non l’aveva raggiunto, ormai stava perdendo la pazienza, aveva rifatto ancora decine di volte il giro del palazzo, l’ultimo posto che gli era rimasto da visitare erano le stalle. Entrò e vide tutti i cavalli che tranquillamente riposavano, si guardò attorno e riconobbe Asfaloth, il cavallo di Arwen, si stava avvicinando a lui quando il suo sguardo ricadde su un altro cavallo bianco…lo stesso animale che portava il consigliere quel giorno ormai lontano. Si fermò davanti allo splendido destriero e gli accarezzò dolcemente il muso

“Non ti ho ancora ringraziato per quello che hai fatto…” sussurrò l’elfo sorridendo.

 

Aragorn stava camminando velocemente lungo il cortile…ma dov’era finito Legolas? Era stato lui a dirgli di passeggiare per il palazzo ma ora non riusciva più a trovarlo…continuava ad imbattersi in persone che si inchinavano al suo passaggio fino a quando non riconobbe una voce.

“Vostra maestà…cosa fate qui?” disse Gweridith avvicinandosi a lui “Avete bisogno di qualcosa?”

“Veramente…di qualcuno, cara Gweridith” rispose il re sorridendo “Hai per caso visto il principe Legolas da queste parti?”

“Io no mio signore…” disse la donna “…ma forse è nelle stalle…ho sentito alcune giovani parlare di una creatura bellissima, luminosa quanto la luna, che si aggirava da quelle parti…”

Aragorn rimase a bocca aperta e non riuscì a trattenere una risata, Legolas sicuramente non aveva fatto caso allo scompiglio che aveva creato dirigendosi in quei posti, non tutto il popolo che viveva lì era abituato a vedere degli Elfi.

“Grazie…vado a controllare” disse l’uomo incamminandosi verso le stalle.

Entrò silenziosamente, non voleva spaventare nessuno ma vide solo gli animali, fece ancora qualche passo e si fermò vicino ad una trave…quello che vide gli tolse il fiato e capì cosa avevano provato poco prima quelle giovani.

Legolas era in piedi davanti ad un cavallo bianco e lo stava accarezzando sorridendo, da una apertura entravano i raggi della luna che si era già alzata nel cielo e si riflettevano su di lui, circondandolo di una luce naturale…Sapeva bene quanto fosse splendido ma vederlo così…non sembrava vero…era come avere davanti uno spirito luminoso uscito da un sogno…i capelli chiarissimi, la pelle candida, l’abito che indossava…tutto quanto gli donava una bellezza eterea…e poi c’erano i suoi occhi…perdersi in quel mare profondo era una delle cose più belle che poteva fare…sarebbe rimasto a guardarlo per ore…sembrava un sogno, era un sogno…ed era il suo sogno diventato realtà…

“Non…” cercò di parlare ma quasi non riusciva a trovare la voce, fece un respiro profondo e provò di nuovo “Non dovresti venire in questi posti…” vide Legolas girarsi verso di lui e sorridere ed ancora il respiro gli venne meno, aveva visto molti Elfi nella sua vita ma Legolas era sempre stato il più bello, la sua purezza, la sua innocenza lo rendevano unico…

“…non tutti sono abituati ad avere a che fare con gli Elfi, e soprattutto non con qualcuno come te…” rimase immobile e vide che l’elfo gli si avvicinò con un’espressione seria sul viso “…hai creato un bel po’ di scompiglio la fuori…”

“Ma non ho fatto niente!” disse Legolas scuotendo leggermente la testa “Non ho parlato con nessuno, sono solo venuto qui per passare il tempo, non arrivavi più…”

“Lo so…” disse sorridendo Aragorn accarezzandogli il viso “…ma dovresti conoscere l’effetto che hai sugli altri…hanno visto una creatura bellissima passare per il cortile e sono rimasti molto colpiti…”

L’elfo abbassò lo sguardo come si sentisse in colpa ma subito il ramingo gli prese una mano

“Andiamo adesso…” e si incamminò portandolo con sé.

“Aragorn lasciami…” sussurrò Legolas spalancando gli occhi quando ormai erano usciti dalle stalle e l’uomo continuava a tenergli la mano. Si guardò attorno e vide alcune persone che li fissavano sbalordite, non era una cosa di tutti i giorni vedere il re passeggiare tranquillamente in quel posto mentre teneva per mano un Elfo…

 

“Ma dove stiamo andando?” chiese Legolas, cercando sempre di liberare la mano, guardò gli abiti del compagno e vide che erano diversi da quelli che indossava di solito, erano molto eleganti, una tunica grigia finemente lavorata e dei pantaloni bianchi.

“Tra poco vedrai…” rispose il re fermandosi davanti ad una porta. L’elfo tirò un sospiro di sollievo quando sentì che Aragorn lasciò la presa, proprio mentre un uomo anziano si stava avvicinando a loro.

“Siete già stati avvertiti vero?” disse il re fissandolo.

“Sì, certo vostra maestà…” disse l’uomo inchinandosi “…la regina ci ha spiegato ogni cosa…nessuno vi disturberà…” diede ad Aragorn una chiave e si allontanò.

Il re si girò un momento verso il compagno e vide la curiosità sul suo viso, poi sorridendo aprì la porta.

“Entra…”

Legolas lo guardò indeciso poi fece come gli era stato detto, subito seguito dal ramingo che richiuse la porta a chiave. L’elfo rimase senza parole, non aveva mai visto quel posto e tutti quegli scaffali pieni di libri lo impressionarono, la stanza era immensa ma in ogni angolo c’erano carte, volumi rilegati, documenti e al centro un grande tavolo riempiva il poco spazio rimasto, anche su di esso erano appoggiati diversi libri e pergamene. Su alcuni ripiani erano posizionate delle grandi candele che illuminavano tutto quanto.

“E’ bellissimo…” sussurrò in preda allo stupore “…non ero mai venuto qui, è dove tenete raccolti i libri che raccontano la vostra storia?”

“Sì…” rispose Aragorn gettando la chiave che aveva in mano su un tavolino “…è la biblioteca di Minas Tirith, chiunque cerchi informazioni sul passato della Terra di Mezzo e dei suoi abitanti, le può trovare qui dentro…”

“Questo tavolo è immenso…” disse tra sé Legolas avvicinandosi ad esso “…non è lungo come quello nel Merethrond, ovviamente, ma è di sicuro più grande del mio letto…”

“Certamente è più resistente…” sussurrò il ramingo seguendolo “…deve sostenere tutti questi libri…”

“Perché siamo qui?” chiese Legolas girandosi verso di lui e dando le spalle al tavolo “E perché continui a tenermi per mano davanti a tutti? Lo sai che e pericoloso…”

Aragorn lo fissò per un momento in silenzio, aveva così tante cose da dirgli ed ora non sapeva da quale iniziare…

“Ecco…questa mattina ho discusso a lungo con i membri del Consiglio…” iniziò l’uomo e vide che ora l’attenzione del compagno era tutta per lui “…abbiamo modificato alcune leggi riguardo il trattamento dei prigionieri e l’uso delle prigioni ma la cosa più importante è che…hanno deciso di rinunciare spontaneamente al diritto di decidere della sorte del sovrano, o meglio, ne hanno rinunciato in parte, hanno detto che non vogliono più avere niente a che fare con la vita privata del loro re dopo quello che è successo, si faranno avanti solo se la capacità di regnare del sovrano diventasse instabile per qualche motivo e potesse seriamente causare dei danni al popolo…” si fermò e vide che l’elfo aveva aperto la bocca incredulo “…mi hanno anche detto che a loro non importa se Arwen od io abbiamo uno o più amanti, la cosa importante è che continuiamo a governare Gondor come abbiamo fatto fino ad ora…”

Aragorn non riuscì a trattenere una risata quando vide l’espressione sul viso di Legolas, aveva abbassato lo sguardo come se cercasse di mettere insieme tutto quanto per capire.

“Se è uno scherzo…” disse l’elfo guardandolo “…non è divertente…”

“Scusa…no, è la verità…” disse il ramingo tornando serio “…anche se qualcuno ci vedrà insieme non succederà niente, certo, in maniera moderata, sono sempre il re…”

Sul volto di Legolas comparve un sorriso, era bellissimo, finalmente non dovevano più nascondersi completamente, poi si accorse di una cosa…

“E perché siamo qui?” chiese di nuovo guardandolo intensamente, cercava di leggergli nella mente ma non ci riusciva, forse non si concentrava abbastanza, era felicissimo per quello che aveva appena saputo.

“Ricordi cosa ti ho detto quando mi sono risvegliato giorni fa?” disse Aragorn, vide una luce negli occhi del compagno e sorrise “…sì quello…”

“Hai detto che ti saresti legato a me…” sussurrò Legolas, il cuore iniziava a battere sempre più forte “…se fosse stato possibile…”

“E a quello mi attengo…” continuò il ramingo avvicinandosi di più a lui “…non posso separarmi da Arwen per riguardo alle leggi, ma ora niente mi impedisce di fare ciò voglio veramente…” guardò il compagno che lo fissava senza riuscire a pronunciare una parola “Vuoi ancora che mi unisca a te?”

Legolas rimase in silenzio ma i suoi occhi parlarono per lui…prese lentamente una mano di Aragorn e se la mise sul cuore, lo stesso fece con la sua posandola sul petto dell’uomo…

“Hai il mio cuore…hai il mio amore…io ti appartengo…” sussurrò dolcemente senza distogliere lo sguardo dal suo, quante volte aveva sognato quel momento…

“Legolas…è solo una cosa tra noi, però…è per sempre…i Valar sono testimoni delle nostre parole…” bisbigliò il ramingo ma ancora gli occhi dell’elfo gli diedero la risposta che attendeva.

“Io scelgo di legarmi a te, Legolas, figlio di Thranduil, principe di Bosco Atro…” disse Aragorn guardandolo intensamente, sentì il cuore dell’elfo battere ancora più forte sotto la sua mano e la voce gli tremò “…unisco il mio cuore al tuo e prometto di restarti accanto…” prese la mano del compagno e la strinse, intrecciando le dita con le sue, la baciò e se la mise sul cuore “…per la vita…” vide Legolas chiudere gli occhi, quando li riaprì notò che erano lucidi ed anche lui sentì le lacrime avanzare, l’emozione che provava in quel momento era troppa da contenere…

“Ed io scelgo di legarmi a te, Aragorn, figlio di Arathorn, re di Gondor…” disse Legolas accennando un sorriso “…unisco il mio cuore al tuo e prometto di restarti accanto…” strinse la mano del ramingo e la baciò prima di portarsela sul cuore “…per l’eternità…”

Un lungo momento di silenzio seguì le parole dell’elfo, un silenzio interrotto solo dai loro respiri…continuarono a guardarsi intensamente fino a quando Legolas, sempre tenendo la mano del compagno, mise l’altra sulla guancia dell’uomo e posò le labbra sulle sue…

Aragorn chiuse gli occhi quando sentì la dolcezza e la purezza di quel bacio, le labbra si sfioravano lentamente senza chiedere niente di più, se non di sigillare per sempre quel momento con la più semplice espressione d’amore…

Legolas riaprì gli occhi quando sentì scivolare sulla sua mano una lacrima, sorrise e baciò le palpebre del ramingo

“N’uma ner Estel…(Non più Estel)” sussurrò e vide un sorriso nascere sul volto dell’uomo.

“Nemmeno per la gioia?” disse Aragorn riaprendo gli occhi.

“Ci sono altri modi per dimostrarla…” rispose l’elfo ma si fermò osservandolo, vide che l’uomo aveva allungato una mano per prendere una pergamena.

Il re di Gondor si avvicinò al tavolo e, intingendo la penna nell’inchiostro scrisse qualcosa poi si voltò verso il compagno

“Tocca a te…”

Legolas lo fissò divertito quando vide ciò che doveva fare, si fermò a sua volta davanti al tavolo.

“Sei sicuro?” chiese ma non ottenne risposta a parole, lo sguardo dell’uomo era abbastanza “Devo scriverlo in elfico?”

“No, nella lingua corrente” rispose Aragorn mettendosi dietro di lui “così tutti potranno leggerlo in futuro”

L’elfo appoggiò la penna, osservando in silenzio il risultato, poi sentì sulla vita le mani del ramingo che lo costringevano a voltarsi di nuovo, prese in mano la pergamena e la appoggiò su uno scaffale per lasciare asciugare l’inchiostro.

“Ancora non riesco a crederci, ho quasi paura a chiudere gli occhi perché, una volta riaperti tutto potrebbe essere svanito…” sussurrò incontrando lo sguardo del compagno “…ma, ti prego, se è un sogno non svegliarmi…”

“Perché non provi a constatarlo di persona…” disse Aragorn sorridendo “…chiudi gli occhi avanti…”

Legolas gli sorrise e lo fece, udì di nuovo la sua voce

“…ti dirò io quando riaprirli…”

Annuì in silenzio ma poi sentì le mani dell’uomo dietro al collo per qualche attimo

“Aragorn…cosa?”

“Shh…” bisbigliò il ramingo rialzandogli la parte superiore della tunica.

L’elfo sentì qualcosa di freddo scivolargli sulla pelle e battergli contro il petto, istintivamente portò la mano in quel punto ma sfiorò solo la stoffa dell’abito che lo copriva.

“Ora puoi aprirli” sussurrò Aragorn incrociando le braccia sul petto, rimase a guardare sorridendo il compagno che, velocemente, si slacciava i primi lacci della tunica alzando e abbassando lo sguardo in continuazione, su di sé e sul suo volto…poi vide la sua espressione quando trovò quello che stava cercando e il cuore gli batté forte…

“Aragorn…è…” sussurrò Legolas fissandolo stupito per poi tornare a guardare ciò che aveva in mano “…è il tuo anello…”

“Sì…è solo un simbolo ma…” disse Aragorn sorridendogli “…in questo modo avrai per sempre qualcosa di mio, sarò legato a te per l’eternità…” vide le mani dell’elfo tremare “…se vuoi puoi metterlo qualche volta…ti assicuro che non scomparirai e non attirerai i Nazgul…almeno…a me non è mai successo…”

Legolas sorrise e strinse l’anello nel pugno, rialzando gli occhi sul volto del compagno

“Non so cosa dire…è un dono bellissimo…” disse respirando profondamente “…io però non ho niente da darti…”

“Oh Legolas…” sussurrò il ramingo stringendolo a sé “…tu mi hai già dato molto, mi hai donato te stesso ed è più di quanto potessi mai desiderare…te l’ho detto è solo un simbolo, qualcosa per ricordarti di me quando…” si fermò come se non volesse continuare “…quando non sarò più qui con te…”

“Non dirlo…” bisbigliò Legolas stringendolo più forte “…io non posso farlo…non voglio vivere in eterno su questa terra senza di te…ho creduto già una volta di rimanere solo e ho sentito il mio cuore fermarsi per il dolore…non posso…”

“Legolas guardami…” disse Aragorn prendendo tra le mani il volto dell’elfo “…tu lo farai invece…quando non sarò più con te, continuerai a vivere insieme al tuo popolo…non posso permettere che tu rinunci alla tua vita per me, ti amo troppo…” vide gli occhi del compagno riempirsi di lacrime “No…non più, ricordi? Adesso devi promettermelo Legolas…come poco fa hai promesso di restarmi accanto…promettimi che non ti lascerai morire…promettimi che continuerai a vivere…”

L’elfo scosse lentamente la testa ma sapeva che doveva farlo, gli occhi di Aragorn lo stavano implorando.

“Lo prometto” sussurrò “…prometto che resterò in vita ma non posso prometterti che continuerò a vivere…non ha senso farlo senza di te…”

Aragorn lo strinse di nuovo con tutta la forza che possedeva, ad un tratto sentì la voce del compagno

“Cosa?” chiese, lasciandolo leggermente.

“Puoi dirmi una cosa Aragorn?” disse di nuovo Legolas sorridendo, cercava di non pensare a quello che aveva promesso, non era il momento per farlo, ora erano soli, insieme, legati per sempre “Dimmi ancora una volta che sei qui perso nei miei occhi…”

Il ramingo sentì il cuore battergli prepotentemente a quelle parole, forse non era quella l’intenzione di Legolas ma sentì dentro di sé un calore improvviso.

“Legolas non sai quanto ti amo…” sussurrò abbracciandolo di nuovo e baciandolo con passione “…sei la mia vita ed ogni singola volta che ti guardo mi perdo in te…” un altro bacio seguì il primo “…nei tuoi occhi…” e un altro “…sul tuo viso…” e un altro “…sul tuo corpo…” e ancora. Sentì un gemito uscire dalle sue labbra e lo guardò negli occhi, vide il desiderio che c’era in lui, lo stesso desiderio che lui stesso sentiva crescere in quei giorni, ogni volta che lo vedeva entrare nella stanza da letto dove era costretto a stare per riprendere le forze, ogni volta che lo sentiva vicino ma non poteva fare nient’altro che tenerlo stretto a sé.

“Se…” sussurrò Legolas riprendendo fiato “Se sai già che in questo posto non possiamo…” pensò alla parola più adatta “…amarci…ti prego non continuare…non ce la faccio…”

Aragorn alzò lo sguardo dietro alle spalle dell’elfo e un sorriso malizioso gli comparve sul viso, lo abbracciò di nuovo baciandolo.

“Porta chiusa a chiave, Legolas…” gli bisbigliò sulle labbra “…e tutto il tempo che vogliamo a nostra disposizione…” lo baciò di nuovo facendo scivolare le mani lungo il suo corpo fino a raggiungere il suo fondoschiena, lo strinse a sé con forza, muovendosi contro di lui.

Legolas gli mise le mani tra i capelli baciandolo sempre più profondamente, per giorni aveva desiderato quelle mani, quel corpo, ma ogni volta poteva solo spingersi fino a un certo punto senza mai lasciarsi andare. Fece un passo all’indietro, appoggiandosi al tavolo, senza mai lasciare le labbra dell’uomo, ma ad un tratto il ramingo si allontanò da lui, fermandosi davanti a una delle candele, con un soffio la spense facendo poi la stessa cosa anche con le altre, fino a quando solo due fiamme brillarono nella stanza.

“Così è meglio…” disse sorridendo Aragorn mentre si avvicinava di nuovo al compagno “Non temi più il buio vero?” guardò il suo volto nella penombra e lo vide sorridere.

“Non questo tipo di buio…” sussurrò Legolas abbracciandolo, inclinò la testa, sfiorandogli il collo con la lingua “…e non quando sono con te…”

Il ramingo si lasciò sfuggire un gemito quando l’elfo iniziò a succhiargli la pelle alla base del collo, gli strinse di nuovo il fondoschiena, rialzandolo di peso e spingendolo sul tavolo.

Legolas non se lo aspettava e allungò un braccio per dargli un aiuto, ma Aragorn ce la fece da solo, così con la mano colpì una colonna di libri facendoli cadere a terra. Guardò intimorito i volumi aperti sul pavimento e i fogli sparsi, poi posò lo sguardo sul volto del compagno.

“Ops…io non…”

Aragorn si mise a ridere e fece lo stesso con altri libri, facendo più spazio, poi mise una mano dietro la schiena dell’elfo e una sul tavolo, cercando di darsi una spinta per salire a sua volta, ma non ne ebbe bisogno…appena Legolas capì le sue intenzioni lo strinse a sé, tirandoselo sopra e indietreggiando per stendersi completamente.

“Le leggi di Gondor non sono poi così interessanti…” disse il ramingo sorridendo mentre con un dito gli sfiorava il profilo del viso “…e poi le abbiamo cambiate giusto in questi giorni…” quando raggiunse le sue labbra, l’elfo aprì la bocca e iniziò a passare sensualmente la lingua sul dito del compagno.

Il ramingo chiuse gli occhi per un attimo, cercando di resistere alle sensazioni che si stavano scatenando dentro di lui, poi allontanò la mano dal viso di Legolas per scendere ancora e finire di aprire il suo abito. Passò dolcemente la mano sul suo petto e vide che nel frattempo l’elfo gli aveva già slacciato la tunica e stava cercando di togliergliela.

“Ti sono piaciuti i vestiti?” gli chiese, inginocchiandosi tra le sue gambe per far scivolare lungo le braccia l’abito. Legolas lo guardò per un momento ammirando il suo corpo poi sorrise.

“Certamente…anche se credo proprio che non me li abbia dati perché piacessero a me…” sussurrò passandosi le mani sulle gambe “…giusto?…”

Aragorn mise le mani sulle sue per poi continuare ad accarezzargli le cosce

“Giusto…” disse sorridendo, gli sfiorò il ventre facendo scivolare due dita sotto il profilo dei pantaloni “…mi basta guardarti con questi addosso per…” ma non riuscì a finire la frase, Legolas incrociò le gambe dietro la sua schiena e se lo tirò addosso di nuovo con forza

“…non guardarmi…” gli sussurrò sulle labbra l’elfo mentre con le mani gli slacciava i pantaloni “…toccami…” glieli abbassò fin dove riusciva “…sentimi…” e iniziò a muoversi contro di lui.

Il ramingo lo baciò intensamente mentre si stringeva a lui, la sensazione che provava nel sentire i pantaloni in pelle dell’elfo contro il suo corpo nudo gli faceva perdere la testa…cercò di mantenere il controllo e con fatica si sedette dando le spalle al compagno, per togliersi del tutto gli abiti e gli stivali. Quando fu completamente nudo, chiuse gli occhi, respirando profondamente per calmarsi, ma subito sentì contro la schiena il petto di Legolas e sul collo la sua lingua.

“Il mio re a bisogno di un momento di pausa?” gli bisbigliò all’orecchio l’elfo prima di alzare una gamba e mettersi seduto davanti a lui…sopra di lui…

Aragorn alzò lo sguardo per incrociare il suo mentre con le mani gli toglieva la tunica, gettandola indietro sopra una fila di libri…lo abbracciò accarezzandogli la schiena, con le labbra gli sfiorava una spalla…

“Non mi è concesso?” sussurrò, ma subito Legolas gli mise le mani sul petto, spingendolo indietro con forza e costringendolo a stendersi.

“No…” disse l’elfo sorridendo “Non adesso” sentì però un lamento uscire dalle labbra dell’uomo, l’aveva spinto così violentemente da fargli sbattere la testa sul tavolo di legno.

“Aragorn…” disse preoccupato “Aragorn non volevo…tieni prendi questa…” allungò una mano e prese la sua tunica, con l’altra rialzò la testa dell’uomo e la mise sotto come fosse un cuscino “Ti fa male?” come risposta però ottenne una risata.

“No…” sussurrò il ramingo sorridendo “…mi piace…” subito vide l’espressione stupita sul volto del compagno “…non battere la testa è ovvio…” mise le mani sui fianchi dell’elfo tirandolo più in alto, verso di sé “…mi piace vederti prendere il controllo…” lo guardò per un momento…la pelle candida in completo contrasto con i pantaloni neri e i capelli biondi che gli ricadevano sulle spalle “…continua…fallo ancora…” vide che Legolas lo guardava indeciso così iniziò ad accarezzarlo tra le gambe, lentamente…

L’elfo chiuse gli occhi muovendo il bacino contro la mano di Aragorn, ma ogni volta che cercava di ottenere maggiore contatto, l’uomo fermava le carezze allontanandosi leggermente…riaprì gli occhi e fissò il compagno che sorrideva maliziosamente…

“Vuoi qualcosa mio principe?” bisbigliò l’uomo, aveva già visto Legolas agire in quel modo ma questa volta voleva spingerlo oltre per vedere dove poteva arrivare…

“Sì…” disse l’elfo, gli occhi pieni di desiderio “…voglio le tue mani su di me…” si slacciò i pantaloni velocemente “…voglio che mi tocchi…” prese la mano di Aragorn e se l’avvicinò, stringendosela contro “…e lo voglio adesso…” ed iniziò a muoverla su di sé, insieme alla propria, chiudendo gli occhi.

Aragorn si passò la lingua sulle labbra, cercando di respirare lentamente, sentiva che stava per perdere tutto il controllo che aveva…brividi di piacere scorrevano lungo il suo corpo ad ogni movimento dell'elfo. Lo guardò teneramente e vide l’anello che gli aveva donato, passò le dita della mano libera sul suo collo fino a raggiungerlo e sorrise…sarebbe rimasto con Legolas per sempre, o almeno fino a quando lui lo avrebbe voluto…ad un tratto la mano dell’elfo coprì la sua.

“E’ mio…” sussurrò sorridendo l’elfo sempre tenendo gli occhi chiusi “E’ il mio unico tesoro…” poi li riaprì incrociando lo sguardo del ramingo “…dopo di te…”

Aragorn sentì sulla sua, la mano dell’elfo tremare e capì che stava per raggiungere il limite del piacere.

“Lego…Legolas…” bisbigliò fermando i movimenti della mano “…vieni qui…voglio sentirti…”

L’elfo sorrise, si voltò giusto il tempo di togliersi gli abiti rimasti e poi tornò a sedersi sopra di lui.

“Non così…” disse il ramingo sorridendo, mise una braccio dietro alla schiena del compagno e se lo tirò sopra, prese la mano dell’elfo e se la porto alle labbra, succhiandogli dolcemente le dita “Così…” e tenendogli il polso la fece scivolare lungo il corpo, aprendo le gambe.

“Come desideri…” sussurrò Legolas baciandolo dolcemente mentre faceva scivolare le dita dentro di lui.

“Legolas…” bisbigliò il ramingo tra i sospiri “…Legolas posso scioglierti…Ah!” non riuscì a continuare la frase…il compagno aveva raggiunto quel punto e continuava a muovere le dita lentamente facendogli perdere la ragione “…posso…”

“Puoi farmi tutto quello che vuoi…” sussurrò l’elfo guardando il suo volto “…se ci riesci…”

Aragorn gli sorrise e avvicinò le mani alla sua testa, iniziò a sciogliergli le trecce che tenevano legate alcune ciocche di capelli, con molta difficoltà visto che il suo corpo continuava a tremare per il piacere. Quando finì, gli passò le mani tra i capelli, facendoli scivolare tra le dita, assaporando la splendida sensazione…vide Legolas chiudere gli occhi e sorridere…

Lo tirò verso di sé sfiorandogli le labbra con le sue

“I nostri cuori sono uniti…” bisbigliò “…le nostre anime sono unite…non ci resta che unire anche i nostri corpi…” sentì la mano dell’elfo allontanarsi e chiuse gli occhi per un attimo “Prendimi Legolas…fammi sentire il tuo amore…”

Legolas lo baciò, mettendo le mani sotto al suo corpo e lentamente entrò in lui…sentì un lamento uscire dalle labbra dell’uomo…

“Shh…ti amo Estel…” sussurrò baciandogli il collo, sentì il corpo di Aragorn rilassarsi e iniziò a muoversi dentro di lui “…lasciati amare…lasciati…ah…” si lasciò sfuggire un gemito quando il ramingo, alzando la testa, gli succhiò la punta dell’orecchio.

“Non hai detto…che ti piace…quando prendo…” cercò di parlare ancora ma i brividi di piacere lungo il suo corpo gli impedivano di farlo “…oh Valar…Estel fermati o…” iniziò a spingersi dentro di lui con lo stesso ritmo che aveva la lingua di Aragorn sul suo orecchio, sentì i respiri dell’uomo farsi più veloci…

“Sì ma…” gli bisbigliò il ramingo mentre continuava a far passare una mano tra i suoi capelli completamente sciolti “…adoro anche vederti perdere il controllo completamente…”

Legolas strinse un pugno sul tavolo mentre con l’altra mano si teneva più che poteva contro il ramingo per sfiorarlo col suo corpo.

“Sei la mia rovina…” sussurrò Legolas sorridendo quando sentì che l’uomo aveva rinunciato alla sua tortura per lasciarsi andare al piacere “…riesci a far uscire quella parte di me che non conosco ancora pienamente e che non riesco a controllare…in oltre duemila anni nessuno mi aveva mai portato fino a questo punto…”

Aragorn lo guardò cercando di resistere al desiderio, voleva ascoltarlo, il suono della sua voce era così dolce da fargli dimenticare tutto quanto…

“Tenna’ manke, mela en’ coiamin? (Fino a dove, amore della mia vita?)” gli chiese sorridendo, mentre con la mano gli accarezzava il viso.

“Fino a toccare il cielo con le dita pur restando steso a terra, fino a vedere le stelle brillare davanti a me pur avendo gli occhi chiusi, fino a perdere il senso della realtà e vivere in un sogno…” Legolas mosse la testa di lato contro la mano del ramingo e lo guardò negli occhi, era il momento di continuare “…quando mi tocchi sento il fuoco scorrere nelle mie vene…le fiamme della passione bruciano il mio corpo…una passione eterna che arde dentro di me e ogni singola volta diventa più intensa…” mentre parlava si muoveva lentamente dentro il compagno assaporando ogni sensazione “…solo tu riesci a farmi sentire così perso e solo tu riesci a ridarmi la salvezza…” i movimenti aumentarono di intensità come anche i brividi lungo il suo corpo.

“…salvami…liberami…” sussurrò stringendosi al compagno e spingendosi dentro di lui con forza, sentì i gemiti di Aragorn farsi più forti e continui “…aiutami a spegnere questo fuoco per poi accederne un altro ancora più caldo…aiutami a raggiungere…oh…” non riuscì a continuare quando l’uomo iniziò di nuovo a leccare e succhiare il suo orecchio “…Ai…na i Belain…Estel… (Ah…per i Valar…Estel…)”

“Mi fai perdere la ragione solo con le tue parole…” gli bisbigliò il ramingo mentre con le mani lo stringeva a sé “…mi basta sentire la tua voce per sciogliermi nel desiderio e se solo mi sfiori col tuo corpo mi fai cadere tra le onde dell’estasi…” sentì Legolas tremare ed i suoi gemiti farsi più alti “…vorrei annegare nei tuoi occhi…naufragare nel tuo mare profondo e restare per sempre alla ricerca di una riva…sei tu ad aver bisogno d’aiuto, o sono forse io?”

Sentì che il suo corpo stava per raggiungere il massimo del piacere e chiuse gli occhi, respirando intensamente il profumo dell’elfo…si accorse che qualcosa sbatteva continuamente contro il suo petto ad ogni movimento…l’anello…il suo anello che sarebbe rimasto con il suo unico amore per l’eternità.

“Amin mela lle Legolas…amin mela lle…amin mela lle…amin…” cercò di pronunciare quelle parole finché poteva, fino a quando un onda di luce non lo scosse impedendogli di continuare.

Legolas aveva raggiunto il limite, perso completamente in quel momento di passione, lussuria, amore, gli sembrava di non aver mai vissuto niente del genere prima…forse perché da quel giorno erano finalmente legati, davanti ai Valar erano una cosa sola…uniti nella vita e nella morte…uniti da un amore immortale più forte di ogni altro sentimento.

“Amin mela lle Estel…Amin mela lle…Amin mel…” continuò a sussurrare fino a quando riuscì ma poi una fiamma intensa gli tolse ogni capacità di parola.

Rimasero abbracciati a lungo, stretti uno nell’altro sul tavolo di legno, senza pensare a niente e a nessuno se non a quello che avevano ricevuto…un dono che andava al di là di ogni desiderio…

Solo due fiamme si muovevano nella stanza, due luci che avrebbero brillato per l’eternità nei loro cuori come ricordo di ciò che era avvenuto quel giorno…ma non erano sole…qualcos’altro sarebbe rimasto a testimonianza della loro eterna unione…una pergamena…e alcune lettere, scritte con l’inchiostro…due nomi che nemmeno il tempo avrebbe cancellato…due nomi, due cuori, due vite legate insieme da un solo vincolo, più forte di ogni legge, più forte di ogni storia narrata da un libro, più forte del destino stesso…un vincolo per incatenarli l’un l’altro nel più potente dei sentimenti…il vincolo dell’amore.

~ FINE ~