.|. Legami Immortali .|.
2. Una
Notte, Quattro Cuori
~
I
giorni passarono velocemente ed arrivò infine il momento tanto atteso e
temuto…quella sera Aragorn e Arwen si sarebbero uniti per dare vita al
futuro del loro regno. Era stata la dama a scegliere quella data, sentiva
chiaramente dentro di sé che quella era la notte in cui il bambino doveva
essere concepito e Aragorn non poté fare altro che assecondare il suo
volere.
La luna splendeva già alta nel cielo ed i suoi raggi illuminavano debolmente
la stanza del re, qualcuno era seduto sul letto, indossava degli abiti scuri
e un mantello gli ricopriva le spalle…rimase immobile a guardare le stelle
per molto tempo, come indeciso se lasciare quel posto o meno…poi però si
alzò, con le mani si sistemò il cappuccio in modo che i lunghi capelli
biondi fossero completamente nascosti e velocemente uscì dalla stanza.
~
Aragorn era in piedi, davanti alla finestra, osservava i movimenti di alcune
persone e ad un tratto gli sembrò di vedere uscire a grande velocità un
cavallo dalle stalle…da quella distanza riuscì solo a distinguere che il
cavaliere indossava un lungo mantello scuro, molto simile a quello che un
tempo usava lui stesso per viaggiare e cercò di pensare a chi poteva
essere…ma poi sentì la porta aprirsi e richiudersi.
“Che scusa inventerai questa volta?” disse Arwen avvicinandosi a lui
“Nessuno ti ha ferito al ventre, se non sbaglio…”
Il ramingo si voltò verso di lei sorridendo “Non me lo perdonerai mai,
vero?”
“Vedremo, comunque potevi dirmi la verità, l’avrei accettata…” rispose la
dama fermandosi davanti a lui, lo guardò per qualche istante, indossava solo
una lunga vestaglia di seta argentata con ricamate delle foglie
verdi…nonostante per lui provasse solo un forte amore fraterno, sentì il
cuore iniziare a battere con forza…non erano le stesse emozioni che sentiva
quando stava con Eomer ma Aragorn era sempre stato incredibilmente bello e
con gli anni non era cambiato…
“E’ veramente stupenda…” sussurrò indicando l’abito dell’uomo.
“E’ un dono di Legolas…” disse il ramingo sorridendo, abbassò lo sguardo su
di sé e con le mani mosse la lunga cintura “…l’ha portata per me da Bosco
Atro…mi disse che mi avrebbe scaldato, la notte, quando non poteva farlo lui
stesso…”
“Aragorn…” sussurrò dolcemente la regina guardandolo “…so che è difficile,
lo è anche per me…siamo nella stessa situazione…”
“Al solo pensiero di toccarti…io…mi sento così male…” disse il ramingo
fissandola “…non fraintendermi…tu sei molto bella e chiunque darebbe
qualsiasi cosa per essere al mio posto, per poter solo sfiorare la tua
pelle…” alzò una mano e le accarezzò il viso “…ed un tempo era lo stesso
anche per me…ma adesso…il mio cuore batte solo per lui, batte solo insieme
al suo…”
“Ti capisco…e lo stesso vale per me nei tuoi confronti…ma…questo non ci
aiuta…per questa notte dobbiamo…”
“E se non succederà?” la interruppe l’uomo abbassando lo sguardo “Dovremo
affrontare di nuovo…”
“Succederà Aragorn, è scritto nelle stelle, è il momento…”
Arwen si avvicinò lentamente al letto, lasciò scivolare a terra il lungo
abito bianco e si sdraiò ricoprendosi con le coperte leggere. Rimase in
silenzio mentre Aragorn raggiungeva la parte opposta e non poté fare a meno
di guardarlo mentre si toglieva la vestaglia e l’appoggiava delicatamente su
una sedia…era la prima volta che lo vedeva completamente nudo e sentì uno
strano calore sul viso…il materasso si mosse e il ramingo la raggiunse.
Restarono immobili, uno di fianco all’altra, fissando il soffitto, per molto
tempo, come se nessuno dei due sapesse cosa fare esattamente.
“Aragorn…” bisbigliò la dama girando la testa verso di lui “…capisco la
situazione e sono consapevole che, arrivati a questo punto…se vuoi che
io…insomma…ti dia un aiuto per…”
“No…va tutto bene…”
Passarono ancora lunghi momenti ma nemmeno un movimento.
“Aragorn…” lo chiamò di nuovo Arwen “…non vorrei metterti fretta ma..”
“Sì, lo so…concedimi qualche momento…te ne prego…”
~
Legolas si era seduto ad un tavolo, teneva la testa bassa ma con lo sguardo
scrutava ogni uomo o donna che gli passava accanto, ancora si chiedeva
perché aveva lasciato il castello per andare in quella locanda…ma la
risposta arrivava subito…forse in quel posto avrebbe dimenticato per qualche
ora cosa stava succedendo…chiuse gli occhi cercando di percepire qualche
frase ma le voci e le risate si sovrapponevano l’una con l’altra…ad un
tratto però delle parole e un rumore gli fecero riaprire gli occhi…
“Sei l’ultima persona che mi aspettavo di trovare qui!” disse l’uomo
appoggiando sul tavolo di legno due calici pieni di birra.
“Potrei dire la stessa cosa…” sussurrò l’elfo alzando lo sguardo “…re di
Rohan…”
“Shh…nessuno sa chi sono, non mi riconoscono per fortuna…” bisbigliò Eomer
sedendosi davanti a lui “…sai una cosa…all’inizio credevo fossi un’altra
persona…quegli abiti e il mantello…ma non era possibile, lui ha ben altre
cose da fare questa notte…” prese il boccale e bevve un lungo sorso “…poi
però ho visto questi…” allungo una mano e tirò dolcemente una ciocca di
capelli biondi “…e ho capito...cosa ci fa uno come te in un posto come
questo?”
“La stessa cosa che fai tu…” disse Legolas sistemandosi velocemente il
cappuccio per nascondere di nuovo i capelli “…non potevo restare a palazzo…”
Eomer lo guardò un istante e vide che gli occhi dell’elfo erano fissi sul
boccale davanti a sé.
“Avanti bevi…”
“Cos’è?” chiese Legolas sfiorando con le dita il bicchiere.
“E’ solo birra…”
L’elfo guardò negli occhi l’uomo per un momento e accennò un sorriso
“Non ti credo…ma non m’importa” e velocemente alzò il boccale finendo in un
solo sorso il suo contenuto.
“Però…” disse ridendo Eomer finendo a sua volta la birra “…ti piace?...”
“No, ma se non c’è nient’altro…”
“Oste!” gridò il re di Rohan per attirare l’attenzione dell’uomo “Altra
birra per me e per il mio amico…” poi abbassando di nuovo la voce “…non
preoccuparti…offro io…”
Legolas non riuscì a trattenere una risata
“Sono un principe ricordi…”
“Ed io sono un re quindi zitto e bevi!”
Per molto tempo restarono in silenzio, continuando a bere un boccale dopo
l’altro, fino a quando Eomer appoggiò violentemente il suo sul tavolo…
“Sai cosa mi da più fastidio di tutto questo…” iniziò tenendo lo sguardo
basso “…non è tanto per quello che stanno facendo in questo momento, no,
quello riuscirò a dimenticarlo un giorno…almeno spero…quello che veramente
non riesco a sopportare è che ogni volta che guarderò il bambino vedrò il
frutto della loro unione…dell’unione tra la mia Arwen e Aragorn…e non…”
chiuse gli occhi un istante per poi guardare il volto dell’elfo “…non con
me…io non potrò mai provare la gioia di essere padre…lei non potrà mai darmi
un figlio…e ogni singola volta che vedrò il viso del loro bambino me ne
ricorderò…come potrò provare affetto per lui? Come?”
“Eomer ti supplico, non farlo…” sussurrò Legolas fissando gli occhi lucidi
dell’uomo “…ti capisco e so quanto è difficile per te affrontare questo ma
non odiare qualcuno che non ha colpe…il piccolo che nascerà non merita il
nostro disprezzo…noi dobbiamo amarlo come faranno i suoi genitori, non
possiamo permettere che cresca con l’idea di non essere desiderato…non
voglio che soffra…” abbassò ancora di più la voce “…come ho sofferto io…”
“Cosa vuoi dire Legolas?” gli chiese Eomer spalancando gli occhi.
“I miei genitori si amavano, mia madre voleva avere un figlio ma mio padre
non ne voleva sapere, diceva che era ancora troppo presto, che poi le cose
sarebbero cambiate per sempre…e in un certo senso aveva ragione…” prese il
boccale e bevve un sorso di birra “…quando nacqui però sembrava che tutto si
fosse risolto per il meglio, tutti mi volevano bene ed anche con mio padre
avevo un buon rapporto…un giorno però, quando era ancora un bambino, ebbi
con lui una pesante discussione e scappai lontano, nascondendomi su un
albero…da quel punto, anche se molto distante, potevo sentire le sue grida e
la voce dolce di mia madre che cercava di calmarlo…passò diverso tempo ed io
rimasi su quell’albero a guardare le foglie e il cielo, ad un tratto vidi
una farfalla volarmi accanto, io alzai la testa per seguirla con lo sguardo
e non mi accorsi che i miei occhi si stavano dirigendo proprio verso il
sole…per un momento rimasi disorientato tanto che quasi caddi dal tronco…per
fortuna riuscii ad aggrapparmi ad un ramo e rimasi fermo, con gli occhi
chiusi, quando li riaprii sentii di nuovo la voce di mia madre che mi
chiamava ma era lontana, molto lontana, io cercai di scendere ma tutto
quello che vedevo era sfumato, chiarissimo e non riuscivo a distinguere i
rami per tornare a terra…” fece un profondo respiro e bevette di nuovo
“…quando riuscii a tornare a casa, trovai mio padre circondato da tutti i
suoi consiglieri, all’inizio non capii e andai nella mia stanza a riposare
ma mia madre non venne a baciarmi come faceva ogni notte…”
“Legolas…cosa…” bisbigliò l’uomo aggrottando le sopracciglia.
“Mia madre era stata rapita…un gruppo di orchetti l’aveva catturata e
portata chissà dove…per lungo tempo la cercammo ma ne perdemmo ogni
traccia…fino a quando la diedero per morta…mio padre allora perdette ogni
speranza e cambiò, cambiò completamente, non parlava più con me e raramente
desiderava la mia compagnia, incolpava me per la morte di mia madre, a volte
lo sentivo piangere e pregare i Valar, chiedeva loro perché avevano permesso
che nascessi, perché mi avevano dato la vita per poi prendere in cambio
quella di mia madre…”
“E’ terribile…”
“Col tempo però alcune cose cambiarono, mio padre si accorse che ero io il
suo unico erede e…” chiuse gli occhi cercando di trattenere le lacrime, da
molto non ripensava più a quei fatti…e adesso che lo faceva, sentiva che la
ferita che aveva nel cuore non si era ancora rimarginata del tutto “…ora mi
tratta come suo figlio ma non mi ha mai amato come un figlio merita…anche se
io ho fatto di tutto per dimostrare l’affetto che provo per lui…in fondo lui
è mio padre, l’unica famiglia che mi è rimasta ma per lui…io servo solo per
ereditare il suo regno…ogni singola volta che torno a Bosco Atro me lo
ricorda…Legolas un giorno dovrai prendere il mio posto, dovrai avere dei
figli…dovrai…”
“Legolas mi dispiace, io…non so cosa dire, non volevo…” sussurrò Eomer
guardando il volto dell’elfo.
“No, scusa tu…” lo interruppe Legolas accennando un sorriso “…non avrei
dovuto rovinarti la serata con la mia storia è solo che, le tue parole mi
hanno fatto tornare alla mente il mio passato…”
“Bene, ora basta ricordi tristi…” disse l’uomo sorridendo “…voglio vedere di
nuovo quel bel sorriso sul tuo volto…Oste! Altra birra!”
~
“Aragorn…so che è ancora presto ma…”
“Scusa, hai ragione…” disse il ramingo girandosi verso di lei “…è solo
che…sembrerà strano ma…non so come…” ma si fermò quando vide che Arwen si
mise a ridere.
“Scusa…scusa…” disse lei cercando di trattenere le risate “…mi sembra la
prima volta che sono stata con un uomo…”
“Già…anche a me ricorda la prima volta che sono stato con una donna…”
“Ah sì?” disse Arwen fissandolo con un sorriso sulle labbra “E così sei
stato con altre donne? Io pensavo sempre e solo a te mentre tu…”
“Arwen, non parliamo di questo adesso, ti prego…” la interruppe l’uomo
“…sono già abbastanza agitato per…ma allora tu…”
“No, mi riferivo a Eomer…” sussurrò dolcemente lei “…è stato lui il mio
primo ed unico uomo…fino a questa notte…”
“Arwen…” bisbigliò Aragorn accarezzandole una guancia “…dimmi cosa vuoi che
faccia…”
“Forse e meglio che te lo mostri…” rispose la dama avvicinando il viso a
quello dell’uomo e posando le labbra sulle sue.
~
“E’ tardi…” sussurrò Legolas finendo l’ultimo sorso di birra “…e meglio che
torni al castello…” e lentamente si mise in piedi, ma dopo qualche attimo
appoggiò le mani sul tavolo, abbassando la testa “…ma perché si muove tutto
quanto…”
Eomer si mise a ridere e barcollando si alzò a sua volta mettendosi al suo
fianco.
“Sei ubriaco! Credevo che a voi elfi non succedesse…”
“Beh, a quanto pare ti sei sbagliato…il vino che produce il mio popolo non
ha effetto su di me ma quella…” indicò con una mano il boccale vuoto e senza
accorgersene lo colpì rovesciandolo “…ma cosa mi hai fatto bere…”
“Mmm…lascia perdere…” disse l’uomo mettendo un braccio attorno alla vita
dell’elfo “…adesso ti porto nella mia camera…non puoi cavalcare in queste
condizioni…”
“Hai una camera qui?”
“Sì, avevo progettato di passare la notte in questo posto…come hai detto tu,
non potevo restare a palazzo…andiamo, devi riposare…”
“Io sto bene…” bisbigliò Legolas ma dopo un passo sentì le gambe
incredibilmente deboli, tanto che se Eomer non l’avesse sostenuto, sarebbe
caduto a terra “…è solo che non riesco a stare in piedi e mi gira la testa…”
“E quindi sei ubriaco…” continuò l’uomo trascinandolo a fatica lungo la
stanza, dato che anche lui faticava a camminare, sentiva che gli altri
uomini li stavano osservando ridacchiando ma non gli importava.
“Anche tu lo sei…” ribatté l’elfo salendo le scale lentamente “…e vuoi dirmi
cosa mi hai fatto bere?...”
“Ma che t’importa!” disse Eomer fermandosi un attimo per rafforzare la
stretta attorno al corpo di Legolas “Io non vengo a chiederti cosa metti nei
tuoi infusi quando li dai da bere a noi”
“Sì ma poi non ti riduci così…Oh…” disse l’elfo passandosi una mano sugli
occhi “…quanto manca…”
“Siamo arrivati…” rispose l’uomo e aiutò Legolas ad appoggiarsi al muro
“…devo solo ritrovare la chiave…tu resta li…”
“E dove vuoi che vada…”
Eomer cercò nella tasca e ne estrasse la chiave, ma gli scivolò dalla mano
finendo sul pavimento, si chinò per raccoglierla ma lo stesso fece
istintivamente Legolas e finirono per sbattere la testa l’uno contro
l’altro, per poi ricadere seduti contro il muro. Entrambi si misero a ridere
guardandosi…
“Ti avevo detto di restare li!” disse l’uomo trattenendo a stento le risate.
“Io sono rimasto qui, tu non avevi specificato che dovevo anche rimanere
fermo”
“Va bene…allora…io prendo la chiave e tu resti fermo dove sei, poi apro la
porta e tu resti sempre fermo dove sei fino a quando ti dico di fare
diversamente…chiaro? Legolas?” vedeva gli occhi dell’elfo fissi su di lui ma
non otteneva risposta.
“Mmm…no…” sussurrò Legolas scuotendo la testa “…ripetimelo più lentamente…e
per i Valar resta fermo!”
“Io sono fermo!” rispose Eomer alzando la voce ma poi si mise a ridere di
nuovo quando vide l’elfo cercare di rimettersi in piedi con scarso successo
“Lo sai che fai ridere…non sapevo che voi elfi poteste essere così
divertenti…” sentì Legolas dire qualcosa ma non ci fece caso, era troppo
impegnato a trovare la serratura…quando finalmente la trovò, aprì la porta e
gettò la chiave sul tavolino poco distante poi tornò barcollando nel
corridoio…
“Avanti!” disse e prese le mani dell’elfo tirandolo verso di sé per farlo
alzare da terra ma perse l’equilibrio è finì contro la parete opposta e
Legolas addosso a lui.
“Non riesci a stare in piedi…” sussurrò l’elfo ridendo e istintivamente
appoggiò la testa sulla sua spalla.
“Tu non sei certo da meno…” ribatté Eomer sorridendo, poi notò i capelli
biondi dell’elfo, il cappuccio gli era scivolato dalla testa, senza
controllarsi li accarezzò e li sentì morbidi come seta tra le dita…Legolas
si mosse cercando di mettersi in piedi ma non ci riuscì e ricadde ancora
contro il corpo dell’uomo…
“Ehm…Legolas…non…non muoverti così…sono molto sensibile in queste
condizioni…e il fatto che sono passati diversi giorni dall’ultima volta che
sono stato con Arwen non mi aiuta…”
L’elfo rise di nuovo rialzando la testa per guardarlo negli occhi.
“E perché?” sussurrò.
“Non lo so…so solo che prendeva delle erbe che le permettevano di stare con
me senza rimanere…” iniziò Eomer ma poi si fermò fissando gli occhi blu
davanti a sé “…era riferita a quello la tua domanda?...”
“No…” bisbigliò Legolas soprappensiero, si fece forza nelle braccia e si
allontanò dall’uomo entrando barcollando nella stanza. Quando sentì la porta
richiudersi dietro di sé si volto verso il re di Rohan con gli occhi
spalancati.
“Cosa c’è?” gli chiese Eomer guardandolo incuriosito.
“C’è un letto!” disse Legolas indicando il grande letto in mezzo alla
stanza.
“Legolas, forse ti sembrerà strano ma questa è una camera…le persone la
usano per riposare…deve esserci un letto…” rispose l’uomo trattenendo una
risata.
“No!” ribatté l’elfo continuando a guardare fisso Eomer “Un…letto!”
“Oh…” annuì il re di Rohan facendo qualche passo nella stanza “…beh, scusa
tanto ma non avevo progettato di avere compagnia…”
Legolas rimase in silenzio per un momento guardando il letto davanti a sé,
come se stesse ancora cercando di capire il significato delle parole
dell’uomo.
“Ho caldo…” sussurrò tra sé “…fa caldo qui dentro…” si tolse il mantello e
lo posò su una sedia.
Eomer lo guardò stupito
“Tu sei un elfo…” gli disse “…non puoi avere caldo…come non puoi avere
freddo…insomma…non puoi…”
Legolas si girò verso di lui e lo fissò intensamente
“Sì invece…ti dico che ho caldo…” e con le mani cercò di slacciare i lacci
della casacca marrone che indossava…
~
Aragorn si allontanò dalle labbra di Arwen per riprendere fiato e guardò lo
splendido viso sotto di sé…era bellissima, la pelle chiara e i capelli
corvini che le ricadevano sulle spalle…ma non era lei che desiderava…
“Pensa a lui…” sussurrò la dama accarezzandogli il viso “…pensa a lui se
vuoi…certo, so che non è la stessa cosa, insomma, per me è più facile, mi
basta chiudere gli occhi…tu invece…devi usare un po’ più di immaginazione…”
Il ramingo sorrise…non gli sembrava giusto…giacere con lei, concepire suo
figlio pensando ad un'altra persona…
“Lo so…ma è la realtà…” disse Arwen fissandolo “…non possiamo ingannare noi
stessi e nemmeno nostro figlio quando sarà abbastanza grande per capire…ma
non per questo si sentirà meno amato…noi gli daremo tutto l’amore di cui ha
bisogno…avrà solo quattro genitori invece che due…”
“Già…” bisbigliò Aragorn sorridendo…guardò il volto della dama e la vide
chiudere gli occhi…fece lo stesso e nella sua mente si formarono le immagini
del suo amore…abbassò la testa e iniziò a baciare dolcemente il collo di
Arwen, poi più su fino a raggiungere il suo orecchio…sentì un sospiro uscire
dalle sue labbra mentre con la lingua ne sfiorava il profilo…e nella sua
testa risuonò la voce di Legolas, i suoi gemiti di piacere…
Arwen sentì contro di sé l’eccitazione del compagno che cresceva e con le
mani gli accarezzò la schiena, i fianchi, il petto, il ventre…sentì i
muscoli dell’uomo contrarsi quando raggiunse quel punto e iniziò a muovere
la mano su di lui, cercando di massaggiarlo in quel modo che faceva sempre
perdere la testa ad Eomer…quando i respiri del ramingo contro il suo collo
si fecero più frequenti, aprì lentamente le gambe…
~
“Cosa fai adesso?” chiese Eomer avvicinandosi lentamente a Legolas, cercando
di mantenere l’equilibrio, non era la prima volta che si ubriacava e si era
anche sentito molto peggio, quella sera però, aveva anche cenato prima di
iniziare a bere…ma forse aveva comunque esagerato…sentiva il volto in fiamme
ed anche a lui girava la testa…
“Sto…devo…per dormire…devo togliere…”
L’uomo capiva a malapena le sue parole e continuava a fissarlo mentre l’elfo
cercava di slacciare, senza riuscirci, i lacci della casacca e della tunica…
“Ma perché…non…” sussurrò Legolas sbuffando e lasciando ricadere le braccia
lungo i fianchi “…voi Uomini indossate abiti troppo scomodi da
togliere…eppure quando li mette Aragorn io riesco a…”
Eomer si mise a ridere di nuovo guardando l’espressione sconfitta dell’elfo
“Dovevi tenere i tuoi allora! Finalmente ho scoperto una cosa che gli elfi
non riescono a fare…” ma si fermò quando vide Legolas, dopo avergli lanciato
un’occhiata di sfida, iniziare a sfilarsi gli abiti dalla testa.
“Ma cosa fai? Legolas non puoi…”
“…sì…non posso…ubriacarmi…non posso…avere caldo…non posso…” la voce
dell’elfo era soffocata dagli indumenti che ormai aveva attorno al volto ed
Eomer dovette avvicinarsi ancora di più a lui per sentire “…invece
posso…Ah!...i capelli…”
L’uomo rise di gusto quando vide in che situazione si era cacciato Legolas,
non lo aveva mai visto comportarsi in un modo così infantile ed era così
strano ma divertente allo stesso tempo…
“Aspetta…resta fermo…ti do una mano…” disse alzando le braccia lungo quelle
dell’elfo per raggiungere gli abiti e toglierglieli di dosso “…fermo Legolas…”
“Non…riesco…a…respirare…”
“Lo so…concedimi un momento…vuoi stare fermo…”
Finalmente Eomer riuscì a liberare la testa di Legolas ma l’elfo finì con le
gambe contro il materasso e, perdendo l’equilibrio, ricadde sul letto,
trascinando l’uomo sopra di sé…
“Hai…il viso dello stesso colore di queste coperte…” sussurrò sorridendo
Eomer mentre con un dito gli sfiorava le guance “…rosso come il cielo al
tramonto e i tuoi capelli sono luminosi come gli ultimi raggi di sole che
bagnano la terra…”
Legolas rimase in silenzio osservando il volto dell’uomo vicinissimo al suo,
poi accennò un sorriso
“Non sapevo fosse nascosto un poeta in fondo alla tua anima, re di Rohan…è
molto bello…”
“Già…ma tu sei così…c’è qualcosa in te che mi affascina…io…” bisbigliò Eomer
ma poi abbassò la testa per qualche istante sulla spalla dell’elfo prima di
rialzarsi e mettersi seduto sul letto “…ma cosa sto facendo…ho bevuto
troppo…”
“Non sei il solo…” aggiunse Legolas alzandosi in piedi a fatica “…è meglio
riposare…” e iniziò a slacciarsi i pantaloni.
Eomer si voltò verso di lui e quando capì ciò che stava per fare, spalancò
gli occhi…
~
Arwen accarezzò i capelli scuri del ramingo
“Adesso…” sussurrò, e non riuscì a trattenere un gemito di piacere quando
sentì Aragorn spingersi lentamente dentro di lei.
L’uomo rimase immobile, assaporando quel calore così diverso da quello a cui
era abituato, poi iniziò a muoversi, continuando a baciare il collo della
sua regina…dopo pochi istanti sentì le gambe di Arwen stringersi contro i
suoi fianchi, con le braccia le cinse la vita e si spostò di lato,
invertendo le posizioni.
Arwen aprì gli occhi e vide sotto di sé il volto di Aragorn e per qualche
momento rimase ferma…non era l’uomo che amava ma l’uomo che aveva amato per
anni, a cui aveva donato la sua vita, la sua immortalità…gli accarezzò
dolcemente il viso e sorrise…nonostante tutto quello che era successo, si
stava accorgendo di amarlo ancora, in un modo diverso sì…anche se il suo
cuore apparteneva ad un altro uomo, per lui provava un forte sentimento che
non avrebbe mai cessato di esistere.
Aragorn sentì il tocco delicato della dama sulla guancia e aprì gli occhi,
quando la vide sentì uno strano tuffo al cuore, si ricordò del primo momento
che aveva posato gli occhi su di lei, tra gli alberi, in quell’atmosfera
magica…quando credeva di essersi perso in un sogno…ma poi col tempo tutto
era cambiato…per lui gli anni erano passati mentre invece lei era ancora
bella come quel giorno…quel giorno…quando le aveva promesso di amarla per la
vita…ma forse quella lontana promessa era ancora in parte valida…dentro di
sé sentiva di provare ancora qualcosa per lei, qualcosa di completamente
diverso da quello che sentiva per Legolas, ma qualcosa era rimasto nel suo
cuore…
Arwen iniziò a muoversi e sentì sui fianchi le mani dell’uomo che la
incoraggiavano…si abbassò su di lui in modo da sfiorare col proprio corpo
quello del compagno e sentì un sussurro uscire dalle sue labbra…
“…continua…”
~
“Legolas!” disse Eomer alzando la voce “Non puoi farlo!”
“Sì invece!” ribatté l’elfo guardandolo perplesso.
“No!”
“Sì!”
“No ti ho detto!”
“Non posso riposare con questi addosso…”
“Non.farlo.” ripeté l’uomo ma quando vide Legolas abbassare i pantaloni girò
di scatto la testa dalla parte opposta.
L’elfo si infilò velocemente sotto le coperte scarlatte e appoggiò la testa
sul cuscino, sospirando e sentì la voce di Eomer…
“Tu sei…possibile che non capisci…” iniziò voltandosi verso Legolas, ma poi
vide i suoi occhi profondi e quell’espressione innocente sul viso, di chi si
chiede cosa ha mai fatto di male “…forse è a causa di tutta la birra che ho
bevuto ma…se io vengo li sotto…vicino a te…non so cosa…non so se riuscirò
a…cerca di capire…” si fermò un momento, guardandosi attorno e non riuscì a
trattenere una risata “…ma che altro posso fare poi…tutte le altre stanze
sono occupate…” si alzò debolmente in piedi slacciandosi i lacci della
tunica per poi lasciarla cadere a terra…sentiva su di sé gli occhi di
Legolas e il cuore gli batteva all’impazzata…si passò una mano sul profilo
dei pantaloni, indeciso se continuare o meno, poi lanciò un’occhiata
all’elfo…
“Oh…scusa…” sussurrò Legolas chiudendo gli occhi “…continua pure…non ti
guarderò…”
Eomer respirò profondamente e si tolse gli ultimi abiti per poi stendersi
velocemente sotto le coperte…sentiva accanto a sé il corpo caldo di Legolas,
sentiva il suo respiro regolare e sentiva dentro di sé crescere una strana
eccitazione…
Rimase immobile e in silenzio per diversi istanti poi spense la candela
vicino a sé…si girò e vide gli occhi dell’elfo ancora chiusi, probabilmente
si era già addormentato, così lentamente si avvicinò ancora di più a lui,
cercando di non fare movimenti bruschi, allungò una mano sopra il petto di
Legolas per raggiungere l’altra candela ma era ancora troppo lontana…così si
mosse ancora fino a sfiorare col suo, il corpo dell’elfo…chiuse gli occhi
per un momento quando sentì un brivido lungo la schiena e quando li riaprì
si ritrovò a fissare quelli blu di Legolas e solo allora si accorse che lui
gli aveva bloccato il polso per impedirgli di raggiungere la candela.
“No…” sussurrò l’elfo “…non l’oscurità completa…non la sopporto…”
“Io non riesco a riposare con una luce nella stanza” disse Eomer guardandolo
e non si accorse che il suo sguardo era diretto alle sue labbra.
“Ed io non riesco a farlo in sua assenza…”
“Legolas avanti…è solo una candela…non fare il bambino”
“Io non faccio il bambino!” ribatté l’elfo fissandolo “Tu
piuttosto…basterebbe voltarsi dalla parte opposta!”
“No basterebbe un soffio e tutto andrebbe bene!” disse Eomer cercando di
allungare la mano ma Legolas glielo impedii stringendogli ancora di più il
polso contro di sé. Abbassò lo sguardo su di lui e si mise a ridere quando
vide la sua espressione
“Sembri un bambino!”
“No invece!” rispose l’elfo ma appena sentì il tono con cui aveva
pronunciato quelle parole si mise a ridere a sua volta.
“Sei bellissimo…” sussurrò Eomer senza pensare, non riusciva a farlo, la
birra aveva avuto su di lui un effetto maggiore di quello che credeva “…il
tuo volto…illuminato solo dalla fiamma di questa candela…”
Legolas gli sorrise, cercò di rendere più nitida l’immagine del volto
davanti a sé ma poi il suo sguardo si perse nella stanza…
“Mmm…fermala…” bisbigliò “…la stanza…continua a muoversi…”
Eomer sorrise e si guardò attorno per poi riportare l’attenzione sul volto
dell’elfo
“Hai ragione” sussurrò ma vide che lo sguardo dell’elfo era rivolto alle sue
labbra “Io sento…un forte desiderio di baciarti…”
“Ed io…di essere baciato…” rispose dolcemente Legolas senza distogliere lo
sguardo da lui.
L’uomo posò le labbra sulle sue, sfiorandole con la lingua e si stupì quando
la bocca di Legolas si socchiuse subito per accoglierla…si baciarono
intensamente per un lungo momento, fino a quando Eomer si allontanò
leggermente da lui per respirare…era sbagliato quello che stava facendo, una
piccola parte della sua mente che ancora riusciva a ragionare lo sapeva…ma
quel profumo, quella pelle che già una volta avevano avuto effetto su di lui
lo stavano chiamando…
“Lasciami il polso…” sussurrò.
~
Aragorn iniziò a muovere il bacino per spingersi dentro di lei e sentì i
sospiri di Arwen aumentare…ma non era abbastanza…voleva di più…le mise una
mano dietro la testa, tirandola contro di sé mentre con l’altra si voltava.
Quando finì di nuovo sopra di lei la guardò e vide le sue labbra muoversi ma
senza emettere nessun suono…la baciò con passione, muovendosi con forza…
Arwen alzò le gambe, incrociandole dietro alla schiena del ramingo e sentì
un brivido in tutto il corpo quando l’uomo gemette il suo nome…lo stava
facendo…stava facendo quello che per anni aveva desiderato…ed era vero, non
un sogno…Aragorn era con lei, stava amando lei e non Legolas…sapeva che era
solo per quella notte e che probabilmente l’uomo stava pensando a lui…ma
stava comunque succedendo…
Aragorn stava per perdere il controllo…lo sentiva, anche se il momento non
era ancora arrivato…tutto stava per finire…giorni e giorni di paure e
preoccupazioni…e poi tutto sarebbe cambiato…sarebbe diventato padre…sentì la
voce di Arwen che lo chiamava e iniziò ad aumentare il ritmo dei suoi
movimenti…alzò lo sguardo e la vide alzare le braccia per raggiungere la
testiera del letto e potersi spingere il più possibile contro di
lui…l’abbracciò, stringendola a sé e chiuse gli occhi quando si lasciò
andare dentro di lei…
~
Eomer fece passare la mano finalmente libera sul collo di Legolas per poi
scendere sul suo petto, lo accarezzò dolcemente fin quando raggiunse il
ventre e li si fermò, con l’altro braccio cercava di stare il più possibile
lontano da lui, per non fargli sentire quanto il desiderio avesse già preso
possesso del suo corpo…guardò il volto dell’elfo e vide che il suo sguardo
era rivolto in basso, sotto le coperte che ormai nascondevano ben poco…
“Il…il mio corpo non è immune alla tua bellezza…” sussurrò l’uomo, se già
non avesse sentito il volto in fiamme per la birra di sicuro sarebbe
arrossito.
Legolas incrociò il suo sguardo e sorrise mentre con le dita precorreva il
petto del re di Rohan, seguendo ogni muscolo…vide i suoi occhi chiudersi
mentre dalle sue labbra usciva un sospiro…continuò scendendo sul ventre ma
quando raggiunse quel punto, la mano dell’uomo gli bloccò il polso
portandoglielo dietro alla testa, sul cuscino…contemporaneamente Eomer
iniziò a baciargli la punta dell’orecchio e l’elfo sentì il proprio corpo
cedere alla passione come già era successo una volta…ma non poteva…questa
volta era diverso…ad un tratto l’anello che portava al collo rotolò sulla
sua spalla finendo sul cuscino…
“No…non possiamo…non è giusto…Aragorn…” bisbigliò Legolas cercando di
allontanarsi da lui.
“Aragorn?” disse Eomer fissandolo “Il tuo Aragorn adesso sta stringendo tra
le braccia la mia Arwen e non voglio immaginare che cos’altro stanno
facendo!” si passò una mano sul viso e poi tornò a guardare il volto sotto
di sé “…anche perché in queste condizioni non riesco a pensare…e se solo ci
provassi mi verrebbero alla mente delle cose che non potrei sopportare…”
“Mmm…sì ma…” sussurrò l’elfo respirando profondamente “…tutto questo…tra
noi…” mise una mano sulla guancia dell’uomo “…tu credi sia sbagliato cercare
conforto l’uno nell’altro?...”
“Sbagliato?...Non lo so Legolas…non so risponderti…” disse Eomer accennando
un sorriso “…quello che ho bevuto ha annebbiato ogni mio pensiero…però…”
chiuse gli occhi un istante per poi riaprirli “…restare qui…tra le tue
braccia…mi da sollievo…alleggerisce quel peso che da giorni sento sul
cuore…”
“Allora posso continuare ad abbracciarti…” disse Legolas, gli mise una mano
dietro la testa e lo strinse a sé, accarezzandogli la schiena, le braccia,
come per riscaldarlo da un gelo che non veniva dall’esterno, ma dall’interno
“…va meglio?...”
“Molto…” bisbigliò l’uomo respirando intensamente il suo profumo.
“Se vuoi…puoi…” sussurrò l’elfo dolcemente “…puoi abbracciarmi anche tu…”
~
“E’ successo…” disse Arwen stringendo Aragorn a sé “…sarai padre ed io sarò
madre…e Gondor avrà un nuovo re quando verrà il momento…”
“Spero…sia vero…” rispose il ramingo recuperando un po’ di fiato. Si
allontanò da lei, sdraiandosi al suo fianco ma continuando a guardarla “…è
stato…è stato bello…”
“Anche per me…” sussurrò Arwen sorridendo.
“Legolas mi ha detto una cosa, quando gli ho parlato di questo…” iniziò
l’uomo accennando un sorriso “…mi ha detto ’…tuo figlio deve vivere con la
consapevolezza che, nonostante tutto, la sua nascita era desiderata…deve
sapere di essere venuto al mondo per amore…’ e a quanto sembra, anche se in
piccola parte, così è stato…almeno io credo…”
“Sì Aragorn…” lo interruppe la dama “…è stato così…”
Il ramingo la strinse a sé sorridendo e le diede un bacio sulla fronte,
Arwen appoggiò la testa sul suo petto sospirando…
“Quasi temo la reazione di Eomer domani…non so come…”
“Gli parlerò io, lo rassicurerò sul fatto che niente è cambiato tra noi”
“Sì, spero capisca, Legolas è stato più comprensivo…ma potevo aspettarmelo
da lui…” continuò la dama.
“A quanto sembra…ma forse perché sono in due situazioni diverse…” iniziò
Aragorn “…tu sei sempre stata solo con lui, Eomer è stato l’unico uomo per
te, ed ora invece, sa di non esserlo più…in fondo riesco a capirlo molto
bene…per Legolas credo sia diverso…”
“Perché diverso? Credo che anche a lui dia fastidio tutto questo come ad
Eomer, anche se tu, da quello che hai detto prima, sei già stato con altre
donne…”
“Io…non ho mai parlato con lui di questo, anche se conosce praticamente
tutto di me…”
“Come?” chiese Arwen alzando la voce “Tutto questo tempo e non avete mai
discusso sul vostro passato riguardo a…Oh, questa è una sorpresa…quindi
nemmeno tu sai se lui…”
“No, non so se ha avuto altre donne o…altri uomini prima di me…” rispose
Aragorn respirando profondamente “…e ad essere sincero, non sono nemmeno
sicuro di volerlo sapere…mi farei troppe domande…”
“E saresti geloso…” lo interruppe sorridendo Arwen, fissandolo
“...sopporteresti l'idea di saperlo insieme ad un altra persona?"
"No, non credo...lui..." si fermò un istante sorridendo a sua volta "...so
che può sembrare egoista ma...lui deve stare solo con me...con me e nessun
altro..."
"E forse lui pensa lo stesso solo che non te lo dimostra apertamente..."
disse Arwen accarezzandogli il viso "...sarà anche un Elfo ma non è poi così
diverso da Eomer, forse è meno impulsivo certo, ma la loro mente e i loro
pensieri sono molto simili..."
"Forse hai ragione..." sussurrò Aragorn fissandola "...cosa credi stiano
facendo in questo momento?"
~
Eomer
si girò sul fianco portando Legolas con sé, iniziò ad accarezzargli la
schiena, il petto, il viso, dolcemente, ascoltando i sospiri che uscivano
dalle sue labbra…e l’elfo faceva lo stesso, passava le mani sul suo corpo,
lentamente…Entrambi avevano chiuso gli occhi, lasciando spazio solo alle
sensazioni che quel momento di intimità stava provocando in loro…per diverso
tempo rimasero così, girandosi nel letto, tra le coperte rosse, uno tra le
braccia dell’altro, senza pensare a niente, cercando di alleggerire il
dolore che sentivano nel cuore…ma i loro corpi che si sfioravano
continuamente iniziavano a chiedere di più…molto di più…le mani scendevano
fino al ventre e li indugiavano per lunghi istanti ma poi risalivano senza
concedere niente alla passione che stava divampando come un fuoco dentro di
loro…
Eomer si stese e passò una mano tra i capelli biondi dell’elfo che gli
sfioravano il petto…Legolas sorrise e involontariamente mosse il bacino
contro quello dell’uomo…gettò indietro la testa e non riuscì a trattenere un
gemito quando un’ondata di piacere lo scosse…e lo stesso fece Eomer…senza
riuscire a resistere fece scivolare le mani fino al fondoschiena dell’elfo e
lo strinse contro di sé e un altro sospiro uscì dalle sue labbra…si voltò
velocemente, finendo di nuovo sopra a Legolas e appoggiò la testa sulla sua
spalla quando sentì le sue dita tra i capelli e sul collo…
“Non ci riesco…” disse trattenendo i sospiri “…non posso continuare così…”
fece scivolare una mano sul fianco dell’elfo “…non resisto…”
Legolas sentiva il cuore battere forte, continuava a tenere gli occhi chiusi
ma anche così gli sembrava che tutto si muovesse, percepiva il respiro
veloce di Eomer sopra di sé e quando udì le sue parole avvicinò le labbra al
suo orecchio
“Mahto nin” sussurrò.
L’uomo mosse la testa ma senza rialzarla, aveva sentito qualcosa…
“Non ho capito…” disse a bassa voce “…cos’hai detto?”
L’elfo sorrise e si passò la lingua sulle labbra, mentre il suo respiro si
faceva più frequente e poi lo ripeté
“Toccami…”
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