.|. Legami Immortali .|.

10. Una Casa tra gli Alberi

~

Gli anni passarono velocemente e il piccolo Eldarion crebbe, diventando un bambino forte e sano. Arwen ed Eomer mandarono finalmente una lettera dove preannunciavano il loro arrivo entro pochi mesi mentre Aragorn continuava ad occuparsi delle solite questioni prestando però particolare attenzione alla crescita del proprio figlio, ora infatti iniziava a fare domande e ad interessarsi alla vita di ogni persona che incontrava o conosceva…

 

Era notte, la luna risplendeva nel cielo e Legolas stava raggiungendo la propria stanza. Ad un tratto sentì dei passi leggeri e veloci dietro di sé…rallentò il passo, si voltò e vide Eldarion correre lungo il corridoio con addosso la tunica che usava per riposare. Si fermò aspettando che il bambino lo raggiungesse…

“Cosa fai alzato a quest’ora della notte? Dov’è tuo padre?”

“Lui è a dormire…ma io non sono stanco…” iniziò Eldarion alzando la testa per guardare l’elfo “…mi ha portato nella mia stanza ma io non voglio andare a letto…”

“Invece ci devi andare, è molto tardi…” sussurrò Legolas accarezzandogli i riccioli castani, allungò una mano e prese quella del bambino, incamminandosi verso la stanza del piccolo.

“Sì ma io non voglio restare da solo…è buio e quando è buio ci sono gli orchi…” continuò Eldarion seguendo l’elfo.

“Chi ti ha detto questa cosa?” gli chiese Legolas sorridendo.

“L’ho visto su un libro, c’erano i disegni e poi l’ho anche letto…”

“Tu non sai ancora leggere…o meglio stai imparando ma…”

“Sì invece, io l’ho letto…” si lamentò il bambino guardando l’elfo “…e c’era scritto anche che mangiano le persone e soprattutto i bambini…e io non voglio essere mangiato…”

“Puoi sempre difenderti con la tua spada…” disse Legolas ma vide il piccolo scuotere la testa.

“Ma Legolas è di legno! Non posso fare del male a un orco con quella!”

“Dovresti conoscere Sam…lui utilizzava le sue pentole e se la cavava benissimo…” bisbigliò l’elfo sorridendo ma poi sentì che Eldarion stava iniziando a rallentare il passo.

“No!! Ti prego…ti prego…ti prego…”

“Eldarion non ci sono orchi nella tua stanza! Li abbiamo uccisi tutti quanti tuo padre ed io molti anni fa…non preoccuparti!”

“E se qualche orco è scappato?” gli chiese il bambino incrociando le braccia sul petto “E se adesso sta cercando di vendicare i suoi amici uccisi e se la prende con me perché siete stati voi a farlo rimanere solo? E se…”

“Va bene!” disse Legolas inginocchiandosi davanti a lui e guardandolo negli occhi “Sono tutti buoni motivi ma ti assicuro che non ci sono orchi nella tua stanza!” vide l’espressione risoluta sul volto di Eldarion e sospirò “Ho capito…cosa devo fare? Entrare per primo e ucciderli tutti?”

“No…perché se entri tu, loro si nascondono e poi quando te ne vai escono di nuovo allo scoperto…”

L’elfo lo fissò per un momento e poi sorrise

“Eldarion non posso restare a dormire con te…sei grande ormai…”

“Solo questa volta! Solo questa volta! Ti prego!” disse il bambino iniziando a saltellare “Così gli orchi ti vedono e credono che resterai sempre con me e non torneranno più…loro non sono molto intelligenti…”

“C’è scritto anche questo sul libro?” gli chiese Legolas sorridendo, guardò l’espressione del bambino e non riuscì più a dirgli di no…Aragorn stava già dormendo quindi non si sarebbe preoccupato inutilmente…

“Solo questa notte!”

“Sì sì! Promesso!” disse Eldarion sorridendogli.

Entrarono nella stanza, si sdraiarono nel letto e subito Eldarion si avvicinò a Legolas, stringendosi a lui.

“Se vedi qualche orco svegliami così ti aiuto ad ucciderlo!” sussurrò il bambino chiudendo gli occhi.

“Non preoccuparti…non lascerò che nessun orco si avvicini per farti del male…” disse l’elfo sorridendo e baciandogli la fronte “…dormi adesso…”

Dopo un momento di silenzio però Eldarion parlò di nuovo

“Legolas…quando tornerà mia madre?”

“Presto Eldarion, aveva delle cose da fare ma tornerà molto presto…lei ti ama con tutto il cuore…”

“Legolas…tu mi ami?”

“Sì Eldarion, tantissimo…” sussurrò l’elfo stringendolo a sé.

“Anche io…E ami anche mio padre?”

“Sì, certamente…”

“Anche io…mia madre mi manca però sto bene anche con voi…è come se avessi un padre e un fratello più grande…perché tu con me sei più buono…non ti arrabbi mai…e poi tu mi capisci senza che dica niente…”

“Shh…dormi Eldarion…” bisbigliò Legolas sorridendo, iniziò ad accarezzargli i capelli e dopo pochi momenti il bambino si addormentò profondamente.

 

Arrivò il mattino e Aragorn entrò lentamente nella stanza del figlio per svegliarlo…quando però vide che non era solo si fermò e sorrise, incrociando le braccia sul petto…

“Non soltanto mi lasci tutta la notte solo ma ti trovo anche abbracciato ad un altro uomo…” sussurrò quando vide Legolas aprire gli occhi.

“E’ stato lui a insistere…” bisbigliò sorridendo l’elfo “…e alla fine ho dovuto accettare…ha imparato i metodi di seduzione del padre…”

Il ramingo si avvicinò al letto e diede un veloce bacio sulle labbra al compagno

“Che storia ha inventato?”

“Orchi…deve aver visto un libro ieri pomeriggio…” rispose Legolas, avvicinò le labbra all’orecchio del bambino e sussurrò “Eldarion è mattina, svegliati…”

“No…ho sonno…” bisbigliò il piccolo, ma dopo pochi momenti si mise seduto, strofinandosi gli occhi con le mani.

“Eldarion la prossima volta che vuoi guardare un libro chiedi a me o a Legolas il permesso, d’accordo?” disse Aragorn guardando il figlio.

“Ma io l’ho chiesto a te…” rispose il bambino stiracchiandosi “…nella biblioteca…tu stavi scrivendo e io ho preso un libro e ti chiesto di cosa parlava e se c’erano dei disegni e se potevo guardarlo e tu mi hai detto di sì ma dovevo stare in silenzio e io…”

“Eldarion va a lavarti, la colazione è già pronta…” lo interruppe il ramingo abbassando lo sguardo non appena incrociò quello perplesso di Legolas. Il bambino scese dal letto e stancamente uscì dalla stanza.

“Non una parola…ti prego…” sussurrò Aragorn sedendosi sul letto.

“Se non vuoi restare solo a letto per altre notti è meglio che controlli cosa legge tuo figlio prima di dargli la tua approvazione” disse l’elfo accarezzandogli i capelli.

“Io lo amo tantissimo ma lo preferivo quando stava tranquillo nella sua culla…” continuò l’uomo girando la testa verso il compagno “…qualche giorno fa l’hanno trovato nelle stalle a parlare con i cavalli…gli ho spiegato più volte che è pericoloso ma…” fece un respiro profondo “…io non so se sono in grado di essere sia re che padre…ho sempre paura di sbagliare con lui…”

“Shh…non dirlo…” bisbigliò Legolas baciandogli la fronte “…sei un padre splendido e tuo figlio ti ama…devi solo dargli il tempo per crescere e imparare…”

“Già…e spero che quel momento arrivi presto…” rispose Aragorn rialzandosi “…ora andiamo o tornerà a chiederci perché non siamo ancora scesi a mangiare…”

 ~

Era pomeriggio e Legolas stava raggiungendo Aragorn nel Salone dei Re, aprì la porta ed entrò lentamente ma appena mise piede nella stanza vide che il ramingo aveva le mani strette sulle braccia di Eldarion e lo stava scuotendo, gridandogli qualcosa…ma le parole non arrivarono alle orecchie dell’elfo, appena vide quella scena la sua mente ritornò a centinaia di anni prima e rivide se stesso bambino quando suo padre se la prendeva con lui per motivi a lui sconosciuti e lo schiaffeggiava per poi rinchiuderlo nella sua stanza al buio…spalancò gli occhi e, come se avesse perso il controllo del proprio corpo, corse verso di loro…quando li raggiunse si inginocchiò, prendendo tra le braccia Eldarion e stringendolo a sé…sentì sulla guancia le lacrime del bambino e chiuse gli occhi…

“No…no…no…ti prego…ti prego…” sussurrò.

“Legolas…?” disse Aragorn, stupito da quel gesto.

“Ti prego…non colpirlo…non colpirlo…”

“Legolas non volevo colpirlo cosa stai dicendo?”

“Non è sua la colpa…ti prego…lascialo stare…”

“Legolas cosa ti prende?” chiese il ramingo alzando la voce, non l’aveva mai visto comportarsi in quel modo e si stava spaventando…

“Punisci me ma non lui…ti prego…”

“Legolas!” gridò e finalmente vide gli occhi dell’elfo riaprirsi ma due lacrime scivolarono sul suo viso.

“Eldarion esci nel giardino” sussurrò guardando il figlio “Parleremo più tardi”

Il bambino si allontanò lentamente da Legolas fissandolo poi guardò spaventato il padre e corse via.

“Legolas…” ripeté dolcemente l’uomo inginocchiandosi davanti a lui e mettendogli una mano sul viso “…cosa ti sta succedendo? Amore mi fai paura…cos’hai?”

L’elfo lo fissò, respirando velocemente poi allungò le braccia verso di lui…subito Aragorn lo strinse a sé, accarezzandogli la schiena per farlo calmare…

“Pedo na nin meleth…(Dimmelo amore)” sussurrò e sentì il corpo del compagno rilassarsi tra le braccia e il suo respiro tornare regolare.

“Mi dispiace…” bisbigliò Legolas senza allontanarsi da lui “…non volevo…è stato più forte della mia volontà…io non…”

“E’ passato…non importa…ma perché hai agito in quel modo?”

“Mio…padre…quando ero piccolo mio padre mi colpiva e poi mi richiudeva nella mia stanza…” iniziò l’elfo stringendosi di più al ramingo “…mi legava al letto e mi lasciava al buio per ore…ha sempre incolpato me per la morte di mia madre…diceva che in quel modo non sarei più fuggito e…ogni volta mi puniva, anche se non avevo fatto niente…”

“Oh Valar…” bisbigliò Aragorn chiudendo gli occhi “…perché non me ne hai mai parlato?...”

“Perché era il passato…è solo che negli ultimi tempi, da quando sono ritornato a casa e dalla nascita di Eldarion…tutti quei ricordi sono riaffiorati nella mia mente e quando ti ho visto poco fa con tuo figlio…ho rivisto me stesso…” fece un profondo respiro e si allontanò leggermente da lui per guardarlo negli occhi “…mi dispiace…”

“No Legolas…non è colpa tua…non è mai stata colpa tua” disse l’uomo fissandolo e accarezzandogli dolcemente il viso “…una volta Gandalf mi parlò del tragico destino di tua madre ma tu eri solo un bambino…”

“Lo so…adesso so che non è stata colpa mia…” sussurrò Legolas “…ma allora…allora era diverso…” abbassò lo sguardo un istante poi lo rialzò accennando un sorriso “Cos’ha fatto Eldarion?”

“E’ tornato nelle stalle…” iniziò Aragorn rialzandosi e portando il compagno con sé “…e ha liberato alcuni cavalli…ha detto che volevano correre per qualche ora…e per poco non rimaneva ferito, ringrazio i Valar per averlo protetto…” si passò le mani tra i capelli e guardò il compagno “…non volevo fargli del male…ho avuto paura per lui e ho perso il controllo ma non l’avrei mai colpito…mai…”

“Ti credo…” sussurrò Legolas sorridendo “…ora è meglio tornare da lui, sicuramente l’ho spaventato col mio comportamento…”

“Non più degli orchi…” ribatté Aragorn baciandogli la guancia e l’elfo iniziò a ridere “…sei sicuro di stare bene?”

“Ora sì, andiamo da tuo figlio adesso…” disse Legolas incamminandosi.

 

Raggiunsero i giardini reali ma Eldarion non c’era, cercarono dietro ad ogni cespuglio chiamandolo a gran voce ma niente…rientrarono a palazzo ma anche nella sua stanza non c’era nessuna traccia. Corsero da Gweridith ma anche lei non l’aveva visto…andarono da Elenband, il capitano delle guardie, che radunò un gruppo dei suoi uomini e cercarono in lungo e in largo in ogni angolo del palazzo ma ancora niente.

Legolas corse nelle stalle ma era tutto in ordine, ad un tratto si voltò e una paura iniziò a crescere nella sua mente…i cancelli…i cancelli erano aperti, quel giorno molti mercanti andavano e venivano per la consegna delle merci e quasi tutti si spostavano su dei carri…

Tornò velocemente nel Salone dei Re, entrò e vide Aragorn seduto sul suo trono con la testa tra le mani e intorno a lui tutte le guardie che avevano partecipato alla ricerca…il ramingo alzò lo sguardo su di lui…

“Allora?” chiese con un filo di voce ma quando l’elfo scosse la testa i suoi occhi si riempirono di terrore…

“Vostra Maestà…abbiamo cercato ovunque…se fosse ancora a palazzo l’avremmo trovato…” disse Elenband guardando il sovrano.

“E’ un bambino…può essersi nascosto in qualche posto…” sussurrò Aragorn scuotendo la testa “…dobbiamo riprovare…”

“Aragorn…” lo interruppe Legolas avvicinandosi al trono “…i cancelli sono aperti…forse è salito su un carro ed è uscito da palazzo…” vide l’espressione spaventata sul volto del compagno e si mise davanti a lui abbassando la voce “…lo troveremo…ma dobbiamo uscire di qui…”

Il re annuì e diede ordine a tutte le guardie disponibili di mobilitarsi e uscire nei boschi a cercare il principe…passarono ore ma nessuno degli uomini tornò con una risposta…

Ormai era sceso il buio ed era inutile continuare le ricerche senza i favori del sole, così Aragorn congedò i suoi uomini che però dovevano essere pronti all’alba per ricominciare…

“Estel devi riposare” disse Legolas avvicinandosi all’uomo che era fermo sul balcone con lo sguardo fisso tra gli alberi.

“Non troverò riposo questa notte” rispose l’uomo senza voltarsi “lui è la fuori Legolas…è solo e al buio…sarà spaventato ed è tutta colpa mia…”

“No Estel no…”

“Sì invece!” ribatté il ramingo alzando la voce, si girò verso il compagno e lo fissò “Non dovevo trattarlo in quel modo…è scappato perché…”

“E’ un bambino!” lo interruppe l’elfo “Perché è un bambino e avrà pensato…non so cosa può aver pensato ma è normale che un bambino si comporti in modo incosciente…”

“Ma è da solo adesso! E io non posso andare a cercarlo perché sono il re…” disse Aragorn e le lacrime scivolarono sul suo viso, troppo forti da trattenere ancora “…non posso lasciare il palazzo perché ho dei doveri ma…lui è mio figlio e non so dove si trova…”

Legolas lo guardò per un istante e poi lo strinse tra le braccia dolcemente aspettando in silenzio che i singhiozzi cessassero…

“Ho paura…” bisbigliò il ramingo tra le lacrime “…Oh Valar Legolas non sai quanto sono terrorizzato…se gli fosse successo qualcosa non me lo perdonerei mai…”

“Shh…non dire queste cose…” sussurrò l’elfo, non parlò per un lungo momento ma poi aggiunse “Lascia che vada io a cercarlo…sai benissimo che ho una vista e un udito migliore di qualsiasi tua guardia…”

Aragorn si allontanò da lui per guardarlo negli occhi

“Io non voglio perdere anche te” bisbigliò con un filo di voce.

“Non mi perderai Estel, io ritornerò e ti riporterò tuo figlio”

 ~

La mattina seguente Legolas partì da solo alla ricerca del piccolo Eldarion. Vagò per molto tempo nei boschi nella speranza di ritrovare qualche traccia ma niente…continuava a pensare che se non fosse entrato in quella stanza e non avesse perso la testa, forse Eldarion non sarebbe fuggito via spaventato…

Cercava con lo sguardo ovunque prestando attenzione ad ogni singolo fruscio ma si imbatté solo in animali selvatici…ad un tratto, con la coda dell’occhio vide molto in lontananza quella che a prima vista sembrava una casa…si fermò di colpo con lo sguardo fisso in quella direzione come incapace di andare oltre…non sapeva che qualcuno abitasse in quei boschi, isolato, lontano da tutto e da tutti…ma sentiva che c’era qualcosa di strano…qualcosa lo attirava verso quella casa…si incamminò velocemente in quella direzione e quando arrivò in prossimità dell’abitazione si fermò di nuovo, guardando fisso davanti a sé…sentì un brivido lungo il corpo...una sensazione sconosciuta si era impadronita di lui.

Vide la porta aprirsi e spalancò gli occhi quando si accorse che il bambino che era uscito era proprio Eldarion…si incamminò di nuovo ma arrivato a pochi passi dalla casa non riuscì più a continuare, come se una forza misteriosa gli impedisse di avvicinarsi…

“Eldarion!” disse e il bambino si voltò verso di lui.

“Legolas! Sei venuto a trovarmi!” rispose il piccolo sorridendo mentre giocava con alcune statuine di legno.

“Cosa fai qui? Tuo padre ed io eravamo molto preoccupati…”

“Io non voglio ritornare a casa…” continuò Eldarion abbassando lo sguardo e tornando serio “…mio padre è arrabbiato con me e io sono arrabbiato con lui perché ha gridato contro di te e ti ha fatto piangere…”

“No, non è così, tuo padre non è arrabbiato con te e…io non piangevo a causa sua…” mosse un gamba per avvicinarsi a lui ma non riuscì ad avanzare…c’era qualcosa di strano nell’aria…qualcosa di…magico…era come se una magia gli impedisse di raggiungere il bambino…

“Eldarion…vieni da me…torniamo a casa…” sussurrò ma ad un tratto una figura incappucciata uscì dalla porta.

“No!” bisbigliò una voce di donna “Eldarion non può venire da te…ma tu puoi venire da noi se lo desideri…”

Legolas la fissò, non riusciva a scorgerne il volto, vedeva solamente dei lunghi capelli biondi che gli scendevano sul petto creando un fortissimo contrasto con il lungo mantello nero…

“Io non…non posso muovermi…” sussurrò l’elfo senza distogliere lo sguardo da lei, vide la sua mano muoversi e poi sentì di nuovo la sua voce…una voce bassa ma anche molto dolce…

“Ora puoi”

Legolas mosse di nuovo la gamba e questa volta riuscì a raggiungere il bambino, si inginocchiò accanto a lui, accarezzandogli la testa

“Stai bene?” ma il bambino non rispose.

“Cosa vuoi da noi straniero?” sussurrò la donna.

“Signora, ero alla ricerca di questo bambino ed ora…”

“No…il bambino resterà qui…” lo interruppe lei “…ora dimmi, Elfo, qual è il tuo nome?”

“Legolas” disse l’elfo cercando di vedere il suo viso.

“Bene, il mio è Aearlinn…entriamo ora”

Legolas la seguì, senza parlare, indeciso su come comportarsi…quando entrò nella casa la porta si richiuse da sola dietro di lui…spalancò gli occhi ma la donna parlò di nuovo…

“Eldarion è venuto da me…e con me resterà…”

“Mia signora…sono in missione da parte del Re di queste terre e il bambino che gioca la fuori è…”

“Sì, lo so…ma questo non cambia le cose…” ribatté la dama, scosse la testa e il cappuccio le scivolò sulle spalle rivelando un viso splendido e perfetto, lunghe sopracciglia e due grandi occhi verdi, la pelle chiara incorniciata dai lunghi capelli lisci che le ricadevano sul viso “…lui resterà con me…”

Legolas rimase un momento a bocca aperta quando vide il suo volto e sentì un colpo al cuore…non era solo estremamente bella, aveva qualcosa di diverso…più che una donna mortale sembrava più simile ad un elfo, ma la cosa che lo fece rimanere senza fiato erano gli occhi…quegli occhi verdi…profondi e limpidi come…come quelli di sua madre…ma subito si risvegliò da quel sogno in cui era caduto…era li per Eldarion e quella donna non l’avrebbe lasciato andare…

“Non puoi tenere con te questo bambino…” sussurrò guardandola, ma ogni volta che incrociava il suo sguardo sentiva il cuore battere più forte “…non ti appartiene…il suo destino è…”

“Il destino…straniero…” lo fermò Aearlinn alzando la voce “…l’ha portato da me…dopo anni di solitudine mi ha donato qualcuno…qualcuno da amare, a cui insegnare tutto ciò che so…”

“Ma non è tuo figlio, lui ha già dei genitori che lo amano…ed io non posso permettere che resti lontano da loro…per nessuna ragione…” ribatté Legolas alzando a sua volta la voce “…Eldarion tornerà a casa…non puoi impedirlo…”

“Sei sicuro?” sussurrò la donna sorridendo, alzò una mano ed in pochi istanti Legolas si ritrovò contro la parete ma non era a terra…era sospeso in aria…come se una forza invisibile lo tenesse sollevato…tentò di muoversi ma gli era impossibile allora guardò sconvolto la donna davanti a sé.

“Tu sei…sei…” bisbigliò quasi spaventato a pronunciare quella parola…

“Strega?” aggiunse Aearlinn ridendo “Ah…sì…dovrei essere questo…mio padre, o almeno quello che io chiamavo tale, era uno stregone e mi ha insegnato tutto sulle arti magiche…lui però ha ceduto ai poteri del male…io, beh, mia madre mi ha sempre spinto verso il bene ma credo di avere anch’io, come tutti del resto, il mio lato malvagio…” guardò divertita l’elfo “…non avere paura…la magia può essere anche molto piacevole…o almeno così dicevano gli uomini che mi hanno conosciuta…”

Legolas trattenne il respiro quando sentì quella forza sconosciuta, che lo teneva sollevato da terra, muoversi sul suo petto e slacciare lentamente i lacci della tunica che portava…pochi istanti dopo delle mani invisibili iniziarono ad accarezzare la sua pelle nuda…

“Oh Valar…” gemette chiudendo gli occhi quando le carezze raggiunsero il suo ventre “…ti prego…”

“Ti prego fermati o ti prego continua?” sussurrò sensualmente la donna fissandolo “Comunque ora torniamo a noi…anche se non mi dispiacerebbe continuare…”

L’elfo sentì quelle mani fermarsi e riaprì gli occhi incrociando di nuovo quelle verdi della dama.

“Dov’ero arrivata? Ah sì certo…vuoi portarmi via Eldarion…beh, fossi in te non ci proverei…primo perché senza il mio permesso non riuscirai a fare un passo fuori dal mio giardino…e secondo perché saresti morto ancora prima di avvicinarti a lui…”

“Perché?” gli chiese Legolas cercando di respirare lentamente.

“Perché non voglio essere più sola!” gridò Aearlinn “Tu non sai cosa vuol dire passare anni in solitudine, senza nessuno che ti ami, senza nessuno da amare! Quando mia madre è stata uccisa, mio…padre mi ha mandato qui per proteggermi dal male che si stava risvegliando anche in lui ma non ha pensato che sarei rimasta sola per sempre…sola se non per quelle rare volte in cui qualche cavaliere cercava ospitalità nella mia casa e…nel mio letto…sola senza amici e senza una famiglia! Poi ho scoperto che anche quello che chiamavo padre era morto…ucciso dalle forze del bene che lottavano per liberare la Terra di Mezzo…e da allora ho deciso di non voler più essere sola…anch’io merito una vita…”

“Ti prego lascia tornare Eldarion a casa…” sussurrò Legolas guardandola intensamente “…io ti aiuterò, potrai venire con me, ti porterò…”

“Io non voglio andarmene…” lo interruppe Aearlinn “…io voglio qualcuno da amare, qualcuno che resti con me…”

“Cosa vuoi che faccia allora?” le chiese Legolas “Cosa devo fare affinché lasci libero Eldarion? Non posso ridarti gli anni che hai perso, lo vorrei ma non posso…”

La donna rimase in silenzio per un lungo momento fissando intensamente l’elfo…Legolas riusciva a sentire il suo sguardo su di sé, come se stesse cercando di leggergli nella mente…poi udì le sue parole e il cuore iniziò a battergli fortissimo…

“Io ho qualcosa che tu desideri…” sussurrò Aearlinn “…e tu puoi darmi qualcosa che io desidero…”

~

Si era già fatto buio quando Legolas ritornò a palazzo, entrò nel Salone dei Re e appena fece qualche passo nella stanza vide Aragorn corrergli incontro ma poi sentì un’altra voce…

“Legolas hai trovato Eldarion?”

L’elfo guardò oltre le spalle dell’uomo e vide Arwen ed Eomer avvicinarsi a loro.

“Siete…siete tornati” sussurrò.

“Sì poche ore fa ma non parliamo di noi…” disse la regina fissandolo “…dicci ti prego…l’hai trovato…”

Legolas annuì e vide il volto del compagno davanti a sé illuminarsi

“E dov’è ora? Sta bene?” gli chiese Aragorn ma poi dall’espressione dell’elfo capì che non era tutto finito…

“Eldarion sta bene…” iniziò Legolas guardandolo negli occhi “…ma non ho potuto riportarlo qui…”

“Cosa vuoi dire con…non ho potuto?” disse Eomer quando sentì la mano di Arwen stringere la sua.

“Nei boschi, non molto lontano da palazzo, c’è una casa e li vive una donna…Eldarion è con lei ora…” continuò l’elfo “…questa donna, si chiama Aearlinn, ed è una strega, non credo sia malvagia ma…è rimasta sola per moltissimi anni ed ora…”

“Ora che ha qualcuno non vuole separarsene…” lo interruppe Arwen bisbigliando “…oh Valar!”

Legolas annuì e fissò il viso di Aragorn

“Non vuole più essere sola…” continuò “…ho cercato di convincerla in ogni modo ma…”

“Allora domani radunerò le guardie e andremo a riprenderlo” disse il ramingo seriamente “è una donna sola e non può combattere, una volta che Eldarion sarà di nuovo a casa, lei potrà continuare a vivere come ha sempre fatto…mi dispiace che abbia vissuto in solitudine ma non può tenere con sé mio figlio…”

“Aragorn…non è una donna sola…” sussurrò Legolas scuotendo la testa “…è una strega, ha dei poteri magici e per quello che ho visto è anche molto potente…intorno alla sua casa c’è una specie di cerchio magico che impedisce a chiunque di entrare od uscire senza il suo permesso e…”

“Mi stai dicendo che anche con diecimila uomini non potrei avvicinarmi abbastanza per riprendermi mio figlio?” bisbigliò il ramingo fissandolo.

“Sì Estel…credo sia proprio così…”

“Non è possibile!” sussurrò Arwen mettendosi una mano sulle labbra “Non dovevamo partire…me lo sentivo…se restavamo tutto questo non sarebbe successo…”

“No, questo è assurdo!” ribatté Eomer fissandola “Se restavamo qui…se Aragorn non l’avesse sgridato…se Legolas non fosse entrato nella stanza…se Eldarion non fosse un bambino…se, se e se…oramai è successo ed è inutile restare qui a discutere su chi sia il colpevole…dobbiamo riportare qui Eldarion!”

“Non hai sentito ciò che ha detto Legolas?” ribatté Aragorn voltandosi verso di lui “Quella donna ha dei poteri magici che nessuna della nostre spade potrà mai vincere! Andrei io stesso all’istante a riprendere Eldarion se solo potessi…”

“Cosa vuoi dire con questo Aragorn?” disse Eomer fissandolo “Che dobbiamo rassegnarci? Che non esiste alcun modo per riportare indietro vostro figlio?”

“Non sto dicendo questo!” rispose il ramingo alzando la voce “Intendevo che non è così facile come io stesso speravo e…”

“Esiste un modo…” bisbigliò Legolas.

Aragorn si voltò di nuovo verso di lui, aggrottando le sopracciglia.

“Parla Legolas ti supplico!” intervenne Arwen avvicinandosi a loro “Siamo disposti a fare qualsiasi cosa per riaverlo!”

“Io ho parlato con quella donna ed è disposta a ridarci Eldarion ma solo ad una condizione…” continuò l’elfo guardando la dama “…vuole una specie di scambio…”

“Uno scambio?” chiese Eomer scuotendo la testa perplesso “Cosa possiamo mai avere noi che una strega non può procurarsi con le arti magiche?”

“Un figlio…” sussurrò Legolas guardando l’uomo ma poi il suo sguardo ricadde su Aragorn “…vuole un figlio, qualcuno da amare e che rimanga con lei per sempre…” sentì che Eomer stava per parlare di nuovo e lo precedette “…e vuole che sia io il suo compagno…”

Aragorn sentì le gambe deboli per un istante e quasi il respiro gli venne a mancare ma nonostante quasi sentisse il cuore esplodergli, rimase immobile con gli occhi fissi in quelli di Legolas…

“Perché tu?” gli chiese con un filo di voce.

“Perché sono immortale e vuole che anche suo figlio lo sia...”

“Quindi se tu giacerai con lei, Eldarion potrà tornare a casa…” bisbigliò il ramingo abbassando lo sguardo per un istante “…lei avrà un figlio suo e tutto ritornerebbe come prima?”

“Estel…quello che nascerà non sarà soltanto suo figlio…” sussurrò l’elfo incrociando di nuovo lo sguardo del compagno “…sarà anche il mio…”

“Oh Valar!” disse Arwen chiudendo gli occhi. Legolas la guardò, sapeva benissimo che la dama gli aveva già letto nella mente quello che stava per dire…

“…ed io non lascerò mio figlio…” continuò e vide Aragorn spalancare gli occhi “…anche se non nascerà per amore io non gli farò mancare quello che mio padre invece non mi ha mai dato…non posso…”

“Stai dicendo che per riavere Eldarion devo perdere te?” gli chiese il ramingo lentamente, guardò intensamente il compagno negli occhi e ottenne la risposta che non voleva udire per nessuna ragione al mondo.

“Ma è una follia!” disse Eomer alzando gli occhi al cielo “Deve esserci un altro modo! Proviamo a parlare di nuovo con lei e se non dovesse funzionare allora useremo la forza…sarà anche una strega ma non può tenere testa a migliaia di soldati…”

“Eomer…” sussurrò Arwen guardandolo e scuotendo la testa, poi gli sguardi di entrambi tornarono sui due compagni.

“E’ la verità?” disse Aragorn continuando a fissare gli occhi blu dell’elfo davanti a sé.

“Ha letto i miei pensieri…non so come ma l’ha fatto…sa che farei qualsiasi cosa per te e per Eldarion…”

“Non può chiedermi di scegliere…non può pretendere da me questo…” sussurrò l’uomo scuotendo lentamente la testa “…tu sei la mia vita ed Eldarion è una parte di me…è una scelta che non potrei mai fare…”

“…ù…a ù cerithach sen Estel…(No…e non lo farai Estel)” lo interruppe Legolas “ Le ad gerithach ion lin (Tu riavrai indietro tuo figlio)”  

Il ramingo scosse la testa, stringendo le labbra

“Non puoi Legolas…no!”

“Non c’è nessun altro modo” disse l’elfo ma poi rimase senza fiato quando Aragorn gli mise la mani sulle braccia, stringendolo con forza…

“Vuoi lasciarmi?” disse l’uomo alzando la voce.

“Estel…saes…(Estel…ti prego)” sussurrò fissandolo.

“Rispondimi!” gridò Aragorn scuotendo il compagno “Vuoi lasciarmi?”

“Sì…” bisbigliò Legolas chiudendo gli occhi per non guardarlo “…se servirà a farti riavere tuo figlio…sì…”

Il ramingo rimase per un istante immobile a fissare il volto del compagno, respirando velocemente come se l’aria non arrivasse comunque ai suoi polmoni e vide l’elfo riaprire lentamente gli occhi…senza pensare si allontanò da lui, avvicinandosi al tavolo dove erano depositate alcune armi…prese un pugnale e ritornò velocemente di fronte a Legolas, lo guardò di nuovo negli occhi e vide che erano lucidi…

Senza dire una parola mise nella mano dell’elfo il pugnale, gli strinse il pugno e se lo puntò al cuore sotto lo sguardo stupito di Arwen ed Eomer…

“Estel!” sussurrò spaventato Legolas spalancando gli occhi e guardando prima il compagno e poi la propria mano…cercò di allontanare il pugnale da lui ma l’uomo glielo impedì…

“Allora uccidimi!” disse Aragorn fissandolo, sentì che l’elfo tentò di nuovo di ritrarre il braccio e allora strinse più forte il pugno sulla sua mano “Fallo Legolas!”

“Estel smetti…è assurdo…perché lo stai facendo?”

“Preferisco morire tra le tue braccia piuttosto che vivere gli anni che mi restano senza averti tra le mie!” sussurrò Aragorn cercando di trattenere le lacrime.

Legolas strinse le labbra…era tutto sbagliato, tutto quanto…non doveva finire in quel modo, i Valar non potevano permetterlo…non poteva essere quello il suo destino, aveva voltato le spalle al suo popolo per non vivere nella finzione ed ora il suo futuro sarebbe stato comunque con qualcuno che non amava…Sentì la mano del ramingo tremare e allentare la presa…senza indugiare gettò lontano il pugnale e passò un braccio dietro alla schiena del compagno stringendolo a sé…

“Non voglio lasciarti…” gli bisbigliò all’orecchio “…non voglio…ho promesso di restarti accanto per l’eternità ed è quello che ho intenzione di fare ma Eldarion è tuo figlio e io non permetterò che qualcuno lo allontani da te…anche a costo di sacrificare il mio futuro…”

“Ed io non permetterò che qualcuno allontani te da me…” disse Aragorn stringendolo a sua volta “…puoi andare da quella donna ma io troverò il modo di riportarti indietro prima che qualcosa ti leghi a lei…te lo giuro Legolas…tu resterai con me…”

L’elfo chiuse gli occhi pregando in silenzio i Valar che le parole del ramingo rispecchiassero la verità.