.|. Legami d'Amore e Scie di Stelle .|.

 

3. Un Salto nell'Incubo

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Poche gocce trasportate dal vento… Il vento dell’Ovest…pensò allarmato Legolas…Ricordava che l’arrivo di quel vento significava qualcosa di importante, ma al momento si sentiva stanco, sfiancato, come se invece di aver dormito, avesse sostenuto una guerra contro l’Oscuro Signore…

Un brivido lo scosse mentre cercava di concentrarsi su ciò che aveva messo a fuoco al suo risveglio…”Il tempo sta cambiando…” mormorò Meyra rivolgendo lo sguardo a Gondor…Per un Uomo questa frase non avrebbe avuto nessun significato importante, ma non era così per un Elfo, e specialmente non lo era per Legolas, che aveva combattuto durante gli Anni Oscuri, e sapeva bene che in battaglia anche un debole venticello di montagna poteva segnare la differenza tra la vittoria e la sconfitta…”Legolas!” chiamò lei… e appena ebbe la sua attenzione : “Seguimi in un luogo riparato, e apprenderai ciò che hai diritto di conoscere…”…Gli aveva parlato senza enigmi né giri di parole, e questa sua fretta lo convinse che si trattava di una cosa importante…comunque non amava molto quella strana atmosfera che si stava creando nel bosco, con tutti quegli spifferi che insinuavano ansiosi pensieri nella mente…perciò si affrettò di buon grado a seguirla…

 

Meyra lo condusse lungo un sentiero inesistente, tra i tozzi tronchi degli alberi secolari, coperto da muschi e licheni che formavano un morbido tappeto quando lei passava…Si ritiravano anomalamente quando invece era l’Elfo a passare, cosa che inquietò il Principe…Fece per togliersi un calzare, ma Meyra lo rassicurò, dicendo che avevano questo strano atteggiamento solo con lei, e che quindi non doveva stupirsi se al suo avanzare si ritiravano…Legolas non l’ascoltava già più, poiché aveva visto che poco distante da lui si ergeva una caverna dall’ampia imboccatura…

Gli fece venire in mente l’amico Nano Gimli e i suoi occhietti sfavillanti alla vista degli antri rocciosi… Avrebbe chiesto a Meyra se potevano sostare lì per qualche tempo…Si guardò attorno…

Ma lei dov’era finita adesso??…Come ho fatto a perderla di vista?!?…si chiedeva attonito l’Elfo…

Avanzò di qualche metro e dopo fu buio pesto…Era caduto per una dozzina di metri, ed era atterrato (non proprio come si confà ad un Elfo) su di una stretta sporgenza rocciosa....Sentì subito la forte umidità pervadergli i sensi…”E’ una scala, Principe…” sbottò una ben nota voce “…preferisce rimanere lì dov’è o proseguire per accomodarsi un po’ più comodamente?”

Meyra si trovava ai piedi dell’insidiosa scala, e non faceva nulla per celare la propria impazienza…

Legolas si mise in piedi e osservò la conformità delle rocce che lo attorniavano…”Dove mi hai portato?” chiese infine irritato…Lui non amava le rocce…”Il tuo amico Nano non ti ha mai detto che non tutti gli accessi ad una caverna sono in superficie?” lo schernì lei…

“Questa scala risale a più di un’Era e mezzo fa” continuò “e anticamente conduceva al tempio che si trova alle tue spalle…”…Lui si voltò, e percepì il baratro che si estendeva cupo e profondo al di là degli scalini più alti…”Ma non è per questo che ti ho portato qui…” si affrettò ad aggiungere lei, avendo capito di aver inavvertitamente suscitato un’antica paura nell’Elfo…”Seguimi per favore, e non distrarti, che un corrimano non c’è!” lo ammonì infine…

Il Principe di Bosco Atro sospirò, un tantino indignato del comportamento a suo parere un po’ altezzoso di Meyra…Doveva ammettere però che Lei era davvero strana, e per giunta aveva il potere di leggere non solo i pensieri nella mente, ma anche i ricordi più remoti…si trovò così costretto a scendere ancora nelle viscere profonde della Terra, quando si era ripromesso che non l’avrebbe mai più fatto, dopo quella volta, a Moria…Si impose di non riportare alle mente vecchi ricordi, se non altro per impedire a Meyra di leggervi qualcosa che le servisse a prenderlo in giro…

La sua attenzione si focalizzò su di Lei, che aveva già ripreso il cammino mentre lui scendeva con cautela gli ultimi gradini…Si udì un tonfo…qualcosa era piombato a terra…Legolas si ritrovò faccia al suolo, ancora incredulo per l’accaduto…Il penultimo gradino gli aveva giocato un brutto tiro, e lui era inciampato come…”Come un bambino, Legolas?” concluse colei che lo stava aiutando a rialzarsi…

Abbozzando un sorriso, gli disse : “La strada da percorrere è ancora lunga, principe, non possiamo fermarci ad ogni gradino, vi pare? Orsù, statemi accanto e non andate altrove con la testa…”…Detto questo, si avviò con passo deciso, e Lui dovette muoversi in fretta per non rimanere indietro…Allora avevo indovinato…Ha davvero capacità telepatiche…Ah, se solo fossimo all’esterno!…Non sono a mio agio in queste gallerie sotterranee…Un brivido attraversò l’atletico corpo ora teso come un arco di violino…Perché mi sta mettendo in difficoltà?…Lei Sa…Cosa vuole infine da me?!…cominciava a disperare, perché era ormai un’ora che camminavano senza sosta, addentrandosi nelle profondità oscure…Meyra era rimasta in silenzio per tutto il tempo, ma arrivati ad un punto in cui il passaggio finora stretto si allargava in un piccolo spiazzo, si fermò e si rivolse al compagno :  “Ci fermeremo qui per riposare un momento…” poi, guardando la faccia più perplessa che stanca dell’altro, aggiunse : “E’ anche ora ch’io ti dia le prime risposte…Ma prima devo accertarmi di una cosa…”…Tornò a fissare gli occhi blu di Legolas…Ti fidi di me, figlio di Thranduil?…Lui rimase a bocca aperta, completamente frastornato… Meyra era rimasta completamente immobile…Mi ha parlato…nella testa…La sua espressione severa gli ricordava Galadriel, ma in lei c’era qualcosa di addirittura più famigliare che però non riusciva ad afferrare…

Sì…mi fido di te, Meyra…le rispose allo stesso modo, stranamente convinto dell’affidabilità di quell’essere…Non ho altra scelta…pensò stringendo i denti…Meyra dal canto suo soppesò attentamente lo sguardo dell’Elfo per accertarsi della validità della risposta…

Il Principe era sincero, ma era comprensibilmente scettico nei suoi riguardi…Ad un tratto infilò una mano in una fessura della roccia dietro di sé… quando la ritrasse, Legolas vide chiaramente quel che teneva stretto fra le dita, e urlò sconvolto : “No…no… ti prego non farmi questo…No!”

…si lasciò scivolare a terra, si prese la testa fra le mani, implorandole continuamente come un lamento, di nascondere quell’oggetto alla sua vista, mentre caldi rivoli di lacrime sgorgavano copiosi dagli occhi forzatamente chiusi…Gli parve di rivivere uno dei suoi incubi popolati dai fantasmi del passato…Quel medaglione era infatti appartenuto a sua Madre…