.|. Carnevale a Venezia .|.
7. Un Nuovo Giorno ~
Prima che tutto
passi,
Stai con me
Prima che i miei
occhi
Si chiudano,
Solo tu puoi
aprirli
E dare ancora un
po’ di vita,
Solo tu puoi
aprirli
Col tuo splendido
sorriso,
Che sollevi il buio
del mio passato,
Se l’amore avesse
Un nome sarebbe il
tuo.
Oramai non ho
Più tempo da
buttare
Devo custodire
Tutto quello che mi
rimane,
Voglio attimi che
Durino per sempre,
Che vada o che non
vada
Comunque sto
sentendo,
Mentre prima non
sentivo
E anche quando
Sentivo sbagliavo
io.
Mi sto rimettendo
in gioco,
non ci sono regole,
le mie,
le tue
tu sei disposto
(logico nella canzone è disposta :P) o no,
lasciati prendere o
lasciami andare,
ma non lasciarmi
senza risposte.
Ero solo anche in
mezzo a tanti,
Ero solo, con solo
paure davanti.
Oggi sono pronto ad
affrontarle,
Oggi ho imparato ad
andare avanti,
Ma qualunque sia la
tua risposta,
Tanto domani sarà…
Un mattino dopo.
Nomadi – Il Mattino
Dopo “
La figura slanciata
dell’elfo si stagliava contro la finestra leggermente aperta, la dolce
brezza che proveniva dal mare gli scompigliava i lunghi capelli biondi che
scendevano sulle spalle. Un corpo perfetto coperto solo da un lenzuolo
legato in vita…
L’uomo sul letto
appena aperti gli occhi rimase in silenzio ad osservare quella figura…
niente di più bello per lui esisteva in nessun mondo a lui conosciuto.
Legolas sorrise dolcemente, i suoi sensi di elfo avevano percepito il
respiro leggermente irregolare dell’uomo, ed aveva capito che si era
svegliato. Lentamente si voltò ed i suoi occhi incontrarono quelli
profondi dell’uomo che amava.
-
Buon giorno
mio Re. – disse sorridendo ad Aragorn.
-
Buon giorno
mio Principe. – rispose Aragorn ricambiando il sorriso.
Il ramingo allungò
una mano verso il biondo principe che la prese e piano si fece scivolare
fino a sopra il letto. Si sedette sul bordo e fissò intensamente Aragorn,
poi piano si abbassò ed appoggiò un lieve bacio sulle labbra del ramingo.
-
Questo si
che è un buon giorno! – disse Aragorn scoppiando a ridere.
Legolas lo guardò un attimo, ma non riuscì a stare serio perché l’allegria
dell’uomo lo contagiò.
Ad un tratto
entrambi saltarono sul letto quando sentirono bussare alla porta, non
sapevano cosa fare…
Si guardarono,
indecisi sul da farsi quando sentirono una voce familiare che li chiamava
da dietro la porta:
-
Legolas, Aragorn, siamo Viggo ed Orlando. –
I due finalmente
tornarono a respirare regolarmente, mentre Aragorn si avviò alla porta per
aprire ai due, ma sentì sul polso la stretta della mano di Legolas. Si
voltò verso l’elfo e lo guardò con stupore.
-
Forse è
meglio se ti vesti prima di aprire. –
Aragorn guardò Legolas poi abbassò lo sguardo su di se e si accorse di
essere senza vestiti… Legolas aveva ragione, forse era meglio vestirsi.
Il Re di Gondor
raccolse le sue cose ed andò in bagno mentre Legolas andò ad aprire la
porta.
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Viggo
era sdraiato di fianco sul letto, appoggiato ad un braccio osservava il
giovane accanto a lui che dormiva beatamente.
Non riusciva a
credere a ciò che era successo, lui ed Orlando finalmente insieme… Orlando
che gli diceva di amarlo… l’amore che li aveva uniti quella notte… la loro
prima indimenticabile notte insieme… perché di una cosa Viggo era certo,
per tutto il tempo che avrebbe camminato sulla terra non avrebbe mai e poi
mai dimenticato quella notte.
Orlando gli aveva
donato tutto se stesso quella notte… ed il suo cuore sembrava stesse
scoppiando dalla gioia.
Il giovane si mosse
un poco e lentamente aprì gli occhi… gli ci volle un attimo per rendersi
conto del luogo nel quale si trovava… finalmente però il suo sguardo
incontrò quello dell’uomo che amava e sorrise dolcemente a Viggo.
Dal canto suo Viggo
si abbassò e poggiò delicatamente le labbra su quelle del giovane
sussurrandogli:
-
Buon giorno
amore mio. –
-
Buon giorno…
- disse a sua volta Orlando.
Il ragazzo si mise
a sedere sul letto e si stiracchio poi guardò ancora Viggo e gli regalò
uno dei suoi splendidi sorrisi. Piano accarezzò una guancia dell’uomo che
gli baciò il palmo della mano, poi lentamente Viggo si spostò e si
appoggiò al petto di Orlando il quale iniziò ad accarezzargli dolcemente i
capelli.
Restarono così per
un tempo che ai due parve infinito, si sentivano in pace con loro stessi,
con il mondo e con tutto ciò che li circondava.
Il primo a parlare
fu Viggo:
-
Orlando, non
pensi sia ora di andare a svegliare i nostri due amici? –
-
Già… anche
perché io inizio ad avere un po’ fame, potremmo farci portare la colazione
nella mia stanza, mentre dopo, bhe dopo non lo so. – rispose Orlando
fissando il muro di fronte a se.
-
Dopo
chiameremo Peter, Orlando. – continuò Viggo deciso.
-
Peter? E che gli diciamo? Ecco Legolas ed
Aragorn? –
-
Non esiste
altra soluzione. Ieri ha visto me e Legolas poco dopo aver incontrato te
ed Aragorn. Immagino che si un po’ confuso, inoltre immaginati cosa
vorrebbe dire per lui conoscere coloro che pensava solo frutto della
fantasia di Tolkien. –
Orlando sorrise
dolcemente al pensiero del regista poi disse:
-
Hai ragione
Viggo. Ora allora alziamoci ed andiamo. –
I due uscirono
dalla stanza un’ora dopo avviandosi a quella di Orlando. Bussarono alla
porta e quando non sentirono nessun rumore dall’altra parte capirono che i
due ospiti non avrebbero aperto. Così Viggo si presentò, pregando tra se
perché non passasse qualcuno in quel momento, certamente avrebbe scambiato
lui ed Orlando per due pazzi.
Finalmente la porta
si aprì.
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Viggo
ed Orlando restarono senza fiato, certo non erano pronti alla visione che
gli si parò davanti agli occhi.
Legolas in tutta la sua bellezza con un semplice lenzuolo legato in vita
il quale sorrideva loro in un modo così dolce che avrebbe fatto sciogliere
chiunque… o al massimo avrebbe fatto venire un infarto ad una persona
debole di cuore.
L’elfo si scostò
per farli entrare, ma i due, fermi in mezzo alla stanza non riuscivano a
staccargli gli occhi di dosso.
-
Legolas hai detto a me di vestirmi, ma non è
che tu lo sia più di tanto… -
Nel sentire la voce
di Aragorn i due sobbalzarono e si girarono nella sua direzione.
Viggo
fu il primo a riprendersi e sorridendo ad Aragorn disse:
-
Grazie al
cielo almeno tu sei vestito. Pensavo voleste farci prendere un colpo tutti
e due. – detto questo scoppiò a ridere, seguito da Aragorn ed Orlando…
l’unico che non rideva era Legolas che osservava i tre stupito.
-
Cosa ho
fatto di male? – chiese.
-
Niente
Legolas. Ma sei così bello che togli il fiato, però ora è meglio se ti
vesti anche tu… - disse il ramingo fissandolo.
L’elfo raccolse i
suoi vestiti sparsi nella stanza, passò accanto ad Aragorn ancora fermo
fuori dal bagno, gli diede un bacio veloce sulle labbra ed entrò.
Orlando sorrise ad
Aragorn e disse:
-
Allora tutto
bene a quanto vedo… -
-
Sì, tutto
bene Orlando… - disse il ramingo sorridendo al giovane. – E voi? Tutto
bene? –
-
Tutto
benissimo oserei dire. – rispose Orlando sorridendo al ramingo e prendendo
nella sua la mano di Viggo, che lo guardò ricambiando il sorriso.
Aragorn indicò ai due il letto per sedersi. Orlando si sedette mentre
Viggo restò in piedi appoggiandosi con la schiena alla parete.
-
Aragorn, penso di doverti delle scuse per
ieri sera. –
-
No, - disse
il ramingo – niente scuse Viggo… io stesso ho sbagliato… diciamo che ieri
sera eravamo tutti e quattro un po’ sfasati. Stamattina a mente lucida va
tutto molto meglio… anzi, stamattina osservandoti bene oserei dire che non
mi assomigli nemmeno così tanto. –
Viggo
guardò un attimo l’uomo sgranando gli occhi, ma poi si mise a ridere.
-
Bhe, ho solo i capelli più corti… per il
resto sono te, ricordalo ramingo. –
-
Lo ricorderò
Viggo. – rispose Aragorn scoppiando a ridere.
Parlarono ancora un
po’ aspettando il ritorno di Legolas che non si fece attendere.
Quando furono tutti
e quattro insieme Viggo disse loro che aveva intenzione di chiedere
l’aiuto di Peter, non prima però, di aver fatto un’abbondante colazione:
furono tutti d’accordo, soprattutto i due abitanti della Terra di Mezzo
che dal loro arrivo a Venezia ancora non avevano toccato cibo.
Dopo la colazione
Viggo chiamò Peter e lo invitò a raggiungere lui ed Orlando nella stanza
di quest’ultimo, dicendo di dovergli parlare.
Quando sentirono
bussare alla porta Viggo fece segno ad Aragorn e Legolas di nascondersi in
bagno, precedentemente si erano accordati su un segnale che Viggo od
Orlando avrebbero fatto al momento opportuno.
Orlando andò ad
aprire alla porta ed il regista entrò nella stanza sorridendo ai due
attori.
Si guardò intorno e
quando vide il letto ancora disfatto e gli sguardi dei due scoppiò a
ridere ed andò ad abbracciare Viggo, che non aspettandosi il gesto
dell’amico rischiò di finire a terra. Orlando rideva osservando la scena,
ma si sentiva sollevato. Viggo gli aveva detto che Peter sapeva da tempo
quello che provava per lui, ma ora era certo che il regista sarebbe stato
sempre dalla loro parte…
Una volta
staccatosi da Viggo Peter si avvicinò ad Orlando ed abbracciò anche lui
che ricambiò l’abbraccio del regista.
-
Ragazzi sono
molto contento per voi! – disse fermo in mezzo alla stanza osservando i
due che nel frattempo si erano avvicinati ed ora erano uno di fianco
all’altro – Soprattutto sono contento che tu ti sia deciso Orlando. –
Orlando per tutta
risposta regalò un sorriso raggiante al regista.
-
Però, perché
ho come l’impressione che voi due mi nascondiate qualcosa? Tipo quello che
avete combinato ieri? La prova costume e tutto il resto… -
Viggo
ed Orlando erano riusciti a fare in modo che Peter desse le spalle alla
porta del bagno. L’interprete di Aragorn tossì e lentamente ed in silenzio
il re di Gondor ed il principe di Bosco Atro uscirono dal bagno al segnale
pattuito.
Nessuno dei due
sapeva spiegarsi il perché, ma sia Viggo che Orlando erano emozionati
all’idea di quell’incontro.
Lentamente Viggo
alzò un braccio ed indicò a Peter un punto dietro la sua testa. Il regista
lo guardò stupito, ma poi lentamente si voltò e ciò che si trovò di fronte
lo lasciò senza fiato e senza parole.
L’unica cosa che
riuscì a pronunciare fu un semplice:
-
Chi… -
Viggo
gli passò accanto e si mise al fianco di Aragorn. Orlando fece lo stesso
mettendosi al fianco di Legolas.
-
Peter ho il piacere di presentarti Aragorn,
figlio di Arathorn, erede di Isildur ed oggi Re di Gondor.
-
Mentre io ti
presento Legolas, principe di Bosco Atro. – aggiunse Orlando.
Il regista
continuava a fissare prima Viggo, poi Aragorn, poi Orlando e poi Legolas.
Piano domandò,
conoscendo già la risposta alla sua domanda:
-
Sono dei
sosia? –
-
No… -
rispose Viggo - … non sono sosia. Anzi, sono gli originali. Lo so che può
sembrare assurdo, lo è sembrato anche a noi… -
-
Io… io… io…
oddio, non so cosa dire. –
Pronunciò queste
parole quasi in un soffio. Lentamente si tolse gli occhiali e si mise una
mano sugli occhi… mai prima si era sentito sopraffare da tante emozioni
tutte insieme.
Viggo
si avvicinò a lui, lo fece sedere sul letto e gli diede un bicchiere di
acqua, mentre lacrime di gioia rigavano le guance del regista
neozelandese.
Quando si fu
ripreso Peter diede la mano a Legolas ed Aragorn assicurandosi così che
fossero reali…
Parlarono a lungo…
Legolas ed Aragorn raccontarono loro della Terra di Mezzo, della Guerra
dell’Anello… degli Hobbit, di Gandalf e di tutte le persone che li avevano
aiutati a sconfiggere l’Oscuro Signore.
Dal canto loro
Viggo, Orlando e Peter raccontarono loro del film, dei loro compagni di
avventura che impersonavano gli amici del Re e del Principe.
Il tempo passò
senza che nessuno di loro se ne rese conto. Ad un certo punto un grande
bagliore riempì la stanza. Aragorn e Legolas si guardarono sorridendo…
stavano tornando a casa e se ne rendevano conto.
Lo dissero ai tre
con loro che si guardarono stupiti, l’ultima cosa che sentirono fu:
-
Namarie… - pronunciato dai due.
Quando il bagliore
sparì, Aragorn e Legolas erano scomparsi lasciando i tre perplessi ad
osservare il punto dove fino a poco prima i due si trovavano.
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