.|. Legami Immortali .|.

3. Un Nuovo Giorno

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I raggi del sole illuminarono la stanza, portando lontano le ombre della notte. Aragorn aprì lentamente gli occhi e rimase per un momento fermo ad osservare la figura al suo fianco, i lunghi capelli che ricadevano sul cuscino, se li aspettava biondi e invece erano scuri…il suo cuore ebbe un sussulto ma poi la sua mente lo riportò alla realtà.
“Arwen…” disse e vide la dama alzarsi dal letto e avvicinarsi alla grande finestra “…va tutto bene?”
“Ho pensato a lui…a loro…tutta la notte…” iniziò Arwen voltandosi verso l’uomo “…credi che potranno mai perdonarci…che potranno mai dimenticare?”
“Era un nostro dovere, sapevamo che prima o poi…”
“Sì ma…li abbiamo traditi” lo interruppe la regina facendo un passo verso di lui “…e non è giusto…”
“Arwen non c’era nessun altro modo!” disse Aragorn alzando leggermente la voce “Cosa potevamo fare? Certo potevi avere un figlio da Eomer, ma la mia stirpe è molto diversa dalla sua e ben presto qualcuno se ne sarebbe accorto…ti capisco, capisco cosa stai provando, continuo a chiedermi cosa dire quando rivedrò Legolas più tardi…”
“Non ci crederai ma poco fa ho pensato ad una cosa assurda…” sussurrò Arwen accennando un sorriso “…ho pensato che forse mi sentirei diversamente se anche Eomer…insomma…”
“Arwen ti prego!” la interruppe il ramingo ridendo “Non pensare a queste cose, è già difficile affrontare questa situazione, se poi anche Eomer e Legolas giacessero con qualcun altro per pareggiare i conti…beh, non so cosa potrebbe succedere…ma di certo non faciliterebbero le cose…”
 
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Legolas girò la testa ma senza aprire gli occhi, capiva che il giorno era ormai arrivato ma non voleva alzarsi dal letto, aveva dormito profondamente, un lungo sonno senza sogni, forse il primo in tutta la sua lunga vita, si sentiva strano ma non capiva perché…sentì un movimento sul petto e sorrise, alzò una mano e accarezzò la testa dell’uomo, fece scivolare le dita tra i suoi capelli ma ad un tratto si fermò, immobile…c’era qualcosa di diverso…Aprì lentamente gli occhi e quando vide le lunghe ciocche biondo scuro trattenne il respiro…
Eomer mosse la testa debolmente e sentì una mano accarezzargli dolcemente i capelli, sorrise e iniziò a muovere le labbra sul petto sotto di sé, lo baciò salendo sempre di più e lentamente si accorse che quella pelle era diversa da quella che si aspettava, incredibilmente morbida, vellutata…aprì gli occhi e vide che era anche molto chiara…alzò lo sguardo e si ritrovò davanti un volto diverso…
“Oh Valar!” sussurrò spalancando gli occhi e mettendosi a sedere di scatto.
“Cosa…cosa ci facciamo nello stesso letto?” disse Legolas sedendosi a sua volta, si guardò attorno cercando di capire in che luogo si trovava ma poi si portò le mani sulle tempie “…perché sento un dolore fortissimo alla testa? Dove siamo? E soprattutto…perché abbiamo dormito entrambi nello stesso letto…” si fermò un attimo rialzando lentamente la testa per guardare l’uomo accanto a sé “…senza abiti addosso…”
“Va bene…dobbiamo restare calmi…” disse Eomer fissando per un momento le coperte rosse “…lasciami pensare…ieri sera sono venuto in questa locanda per stare lontano da palazzo, dopo diverso tempo ti ho visto seduto ad un tavolo, abbiamo parlato a lungo e abbiamo bevuto e…bevuto…eravamo entrambi ubriachi e siamo saliti in questa stanza per riposare ma poi io non…non ricordo cosa…”
“Non ricordi?” lo interruppe l’elfo alzando la voce “Come puoi non ricordare?”
“Perché tu sì invece?” ribatté l’uomo e quando vide Legolas scuotere la testa e abbassare lo sguardo continuò “Non so cos’altro è successo, o almeno adesso non riesco a ricordare…”
Rimasero in silenzio per un lungo momento, come se entrambi avessero paura di fare quella domanda che continuava ad insinuarsi nelle loro menti. Si alzarono, rivestendosi velocemente, con la testa bassa, uscirono dalla locanda e salirono a cavallo, ancora senza pronunciare una parola anche se i loro sguardi si incrociavano in continuazione, cavalcarono fianco a fianco per molto tempo e ad un tratto fu Legolas a parlare…
“Tu credi che tra noi sia successo qualcosa?” bisbigliò l’elfo, continuando a guardare dritto davanti a sé.
“No, non è successo niente…” rispose Eomer cercando di usare un tono sicuro, ma poi abbassò la voce “…non deve essere successo niente…” girò la testa verso Legolas e vide che ora i suoi occhi blu lo stavano fissando.
“Stai cercando di convincere anche te stesso oltre a me…” sussurrò l’elfo sorridendo “…non è facile…soprattutto quando non si ha una sicurezza su cui contare…”
“Legolas…io non lo so…” disse l’uomo respirando profondamente “…per la verità non posso negare che forse qualcosa è avvenuto…avevamo bevuto e le nostre menti ci avevano lasciato completamente…e con questo non voglio giustificare le nostre azioni ma…se abbiamo fatto…” si fermò cercando di trovare delle parole adatte “…se ci siamo dati conforto l’un l’altro durante la notte forse è stato perché ne sentivamo il bisogno…perché tutti e due eravamo…e siamo tutt’ora…nella stessa situazione e in quel modo abbiamo alleggerito le nostre pene e ci siamo sentiti meglio…anche se ora non ce ne ricordiamo…” a quell’ultima frase entrambi scoppiarono a ridere ma dopo poco l’elfo tornò serio.
“Perché non puoi affermarlo con sicurezza?” gli chiese Legolas continuando a guardare il volto di Eomer e quando vide il suo sguardo interrogativo continuò “Lo leggo nei tuoi occhi…è come se una parte di te fosse convinta che qualcosa sia accaduto ma l’altra parte cerca disperatamente di prendere il sopravvento ma non ci riesce…”
Eomer sorrise scuotendo la testa
“Non posso nasconderti niente vero? Per un attimo ho abbassato le mie difese e tu ne hai approfittato…”
“No, io non volevo…” bisbigliò l’elfo dolcemente “…è una cosa naturale per me…”
“Non scusarti, hai ragione…il fatto è che…c’è qualcosa in te che mi attrae, sei diverso da ogni altro uomo o donna che abbia mai incontrato, beh…” si fermò per un attimo guardandosi attorno “…sei un Elfo, ma anche Arwen lo è, eppure siete così diversi…io non avevo mai conosciuto qualcuno come te, così perfetto…a volte ti  guardo e mi chiedo se sei reale…” si voltò verso Legolas e vide che stava sorridendo “…insomma, tutto questo era per dire che non mi stupirei se, perdendo la ragione a causa della birra, mi fossi lasciato andare un po’ troppo nei tuoi confronti…d’altronde è già successo una volta e…”
“…e allora non eri ubriaco…” lo interruppe l’elfo fissandolo, poi però abbassò lo sguardo “…come non lo ero io…”
“Già, ma quello è il passato, dovevamo farlo per il regno, basta pensarci…” disse Eomer, poi abbassò la voce “…anche se, a dir la verità, era stato molto piacevole…” lanciò un’occhiata a Legolas e vide che aveva accennato un sorriso, non riuscì allora a trattenere una risata “…se solo mi sentisse Aragorn in questo momento…mi taglierebbe la testa con la sua spada…ne sono certo…”
“No, io non credo…” sussurrò Legolas accarezzando la criniera del cavallo, poi sorridendo alzò lo sguardo su di lui “…una mano forse, ma non la testa, non priverebbe Arwen del suo tesoro…”
Eomer lo guardò stupito per un attimo ma poi entrambi si misero a ridere, smisero solo quando arrivarono in prossimità del palazzo…rallentarono i cavalli fino a fermarsi.
“Devo dirlo ad Aragorn…” sussurrò Legolas guardando davanti a sé la bianca Torre “…deve saperlo…devo dirgli la verità anche se le conseguenze saranno…”
“Tu cosa?” lo interruppe Eomer alzando la voce e mettendosi col cavallo davanti a lui “Tu non puoi dirlo ad Aragorn! E’…è inutile…non sappiamo nemmeno cosa e se è successo qualcosa, molto probabilmente ci siamo solo tolti gli abiti e ci siamo addormentati subito…perché allarmarlo inutilmente…”
“Eomer, non ti farà niente…” disse l’elfo fissandolo “…non preoccuparti, è una cosa che riguarda solo me e lui, tu non…”
“No Legolas!” ribatté l’uomo con un’espressione seria sul volto “Non riguarda solo voi due…riguarda anche me ed Arwen…ed anche se la…vendetta di Aragorn nei miei confronti mi incute un certo timore, non è quello che mi preoccupa…se lo dirai ad Aragorn, presto anche Arwen ne verrà a conoscenza, ed io non voglio, ne soffrirebbe troppo, so cosa dico Legolas, credimi…non è il momento adatto…ti prego concedimi un po’ di tempo e poi anch’io parlerò con lei di tutto questo…ma non adesso…”
Legolas abbassò lo sguardo e rimase in silenzio a lungo, poi lo rialzò sul re di Rohan annuendo.
“E sia…capisco ciò che mi stai chiedendo…il futuro del regno ha la precedenza sulle nostre vite…” fece un profondo respiro “…non gli dirò niente…ma…devo riuscire ad arrivare nella mia stanza, cambiarmi d’abito e lavare i suoi vestiti senza che lui mi veda, altrimenti quando mi abbraccerà sentirà il tuo profumo su di me…”
“Bene, lo distrarrò io…” disse Eomer sorridendo e spronò il cavallo, seguito subito da Legolas.
 
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Aragorn stava passeggiando sotto i portici, aveva già fatto colazione insieme ad Arwen ed ora era impaziente di rivedere Legolas, ma di lui nessuna traccia, aveva controllato nella sua stanza ma niente, il letto era intatto, e quello lo preoccupava, dov’era andato? Non era da lui allontanarsi da palazzo senza dire niente…ad un tratto vide in lontananza Eomer, rimase un momento ad osservarlo e notò che si stava comportando in modo strano, sembrava cercasse disperatamente qualcuno…si avvicinò lentamente a lui e lo chiamò, cercando di attirare la sua attenzione.
“Eomer!” gridò, quando vide l’uomo girarsi verso di lui, sorrise.
“Aragorn!” disse il re di Rohan fermandosi a pochi passi dal ramingo “Sei…sei già sveglio?”
“Sì…beh, è quasi ora di pranzo…” rispose l’uomo aggrottando le sopracciglia “…tu piuttosto, stai cercando qualcuno?”
“Io? No, certo che no…mi stavo solo guardando attorno, sono…sono veramente splendidi questi giardini…a Rohan non crescono questi tipi di alberi e…” abbassò lo sguardo cercando di trovare qualche altro spunto per il dialogo, doveva dare a Legolas il tempo necessario “…questi fiori poi, così colorati e…”
“Eomer lo so…” disse Aragorn alzando la voce ma non riuscì a continuare perché subito il re di Rohan lo interruppe, spalancando gli occhi stupito.
“Lo sai? Come…cosa…”
“So quello che stai provando…e ti capisco, non devi fingere con me, so quanto può essere difficile vedere la donna che ami con qualcun altro soprattutto quando tu sei stato l’unico per lei fino a questo momento ma, credimi, tra noi non è cambiato assolutamente nulla…Arwen continua ad amarti immensamente come ha sempre fatto…”
Eomer annuiva di tanto in tanto, gli sembrava così strano che Aragorn gli parlasse in quel modo, ma da un lato ne era felice…
“Sì, non preoccuparti, riusciremo ad affrontare anche questo…” disse sorridendo “…e per quanto riguarda il bambino…se potrò fare qualcosa per aiutarlo…sarò ben lieto di farlo…”
Aragorn sorrise e si avvicinò di più al re di Rohan, mettendogli una mano sulla spalla.
“Grazie Eomer” sussurrò prima di abbracciarlo.
Eomer spalancò gli occhi, cercò di allontanarsi ma ormai era troppo tardi, restò immobile, trattenendo il respiro…ma poi avvenne quello che aveva temuto…
“Dov’è Legolas?” gli chiese Aragorn facendo un passo indietro ma continuando a sorridere “E’ tutta mattina che lo cerco…”
“Legolas?” disse Eomer cercando di sembrare stupito “Io…non lo so…perché dovrei saperlo?”
“Hai il suo profumo addosso…quindi ti è stato vicino…” rispose il ramingo fissandolo “…avanti Eomer non scherzare…devo parlargli…”
“Ehm…lasciami pensare…sì, forse l’ho visto…”
“Eomer!” disse Aragorn alzando la voce.
“Sì, ora ricordo, lo visto prima fuori dalle stalle e ci siamo salutati ma non so dove sia ora…”
Aragorn lo guardò socchiudendo gli occhi
“Mi stai forse mentendo re di Rohan?” sussurrò accennando un sorriso.
“No, non lo farei mai, re di Gondor…” rispose Eomer scuotendo la testa lentamente.
Il ramingo rimase in silenzio per un momento, continuando ad osservarlo, poi alzò le spalle e si incamminò di nuovo
“Lo troverò comunque!” disse alzando la mano in segno di saluto “A più tardi!”
Eomer tirò un sospiro di sollievo quando il ramingo si allontanò, poi velocemente si avviò verso la sua stanza, doveva assolutamente cambiarsi d’abito prima che anche Arwen potesse riconoscere su di lui il profumo dell’elfo di Bosco Atro.

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Legolas era immerso nell’acqua fino alle spalle, aveva appoggiato indietro la testa sul bordo della vasca per rilassarsi completamente…sentiva ancora uno strano ronzio nella testa, ma lentamente stava diminuendo…continuava a pensare alla notte passata, cercando di ricordare…ma la sua memoria arrivava fino a quando era entrato in quella stanza con Eomer…poi il vuoto…o forse no…ogni tanto gli sembrava di ricordare qualcosa, qualche particolare…una candela…l’immagine di una candela gli si era fissata nella mente…e poi una mano che si avvicinava a quella per spegnere la fiamma o forse…per afferrarla…
Chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi, prese tra le mani un po’ d’acqua e se la gettò sul viso, seguendo poi il suo percorso lungo il proprio corpo…si passò le dita sul collo, sul petto e poi scese ancora di più…poi ad un tratto si fermò…come in un lampo un’altra immagine gli riaffiorò alla mente…Eomer, sdraiato sopra di lui, gli accarezzava il viso, il collo, il petto, il ventre…poi allungava un braccio…
Legolas spalancò gli occhi respirando velocemente, si guardò attorno come per capire se quello che aveva nella mente era reale o era solo uno strano sogno…i suoi occhi si posarono sul fuoco che ardeva nel camino sul lato opposto della stanza…e di nuovo l’immagine di quella candela si fece nitida nella sua memoria…questa volta però era vicina, la vedeva davanti a sé e insieme a quella c’era il volto di Eomer…l’uomo lo guardava e poi lentamente abbassò lo sguardo…
“Finalmente ti ho trovato!”
L’elfo si girò di scatto verso la porta con la bocca aperta, trattenne il respiro ma quando vide a chi apparteneva quella voce cercò in tutti i modi di sembrare il più normale possibile…
“A…Aragorn…” sussurrò accennando un sorriso “…sei…sei già sveglio?”
“Sì, è quasi ora di pranzo…ma cos’avete tutti questa mattina?” disse il ramingo avvicinandosi alla vasca “Eomer mi ha chiesto la stessa cosa…”
Quando sentì quel nome, Legolas si mise seduto tenendo lo sguardo basso, fisso sulle piccole onde che il suo movimento aveva creato
“Eomer?...No, forse…entrambi abbiamo pensato che siccome questa notte…insomma…”
“Legolas…” sussurrò l’uomo sedendosi sul bordo della vasca “…dobbiamo parlare di quello che è successo…vedi, ho pensato a lungo, ho provato a mettermi nei tuoi panni, a vedere la situazione dal tuo punto di vista…e non è stato facile…io non riuscirei ad accettare tutto questo, il solo pensiero di saperti tra le braccia di qualcun altro mi fa perdere la ragione…”
L’elfo rimase in silenzio ma quando sentì quelle parole si girò verso di lui scuotendo la testa…
“Non…non è il caso…non serve parlare di questo…” disse guardando Aragorn negli occhi “…è vero, sapere che hai passato la notte con Arwen mi fa male, molto male ma doveva essere così…sto cercando di accettarlo e continuare a parlarne non mi facilita le cose…è successo…ora basta…andiamo avanti…”
“Come desideri” bisbigliò il ramingo accarezzandogli il viso, sorridendo “Ma sappi che in ogni momento io sarò qui per te...potrai dirmi qualsiasi cosa…quando vorrai…”
Legolas chiuse gli occhi per un attimo…perché gli diceva quelle cose?...era già abbastanza difficile…si sentiva terribilmente in colpa e la voce di Aragorn gli toglieva ogni volontà…sentì le mani dell’uomo sulle spalle e si lasciò sfuggire un gemito…
“Rilassati…” gli sussurrò il ramingo all’orecchio, continuando a massaggiarlo “…lasciati andare…mi hai fatto preoccupare tesoro mio…ti ho cercato quando è sorto il sole ma non eri nella tua stanza…avevo paura che…”
“A cavallo…” lo interruppe l’elfo cercando di mantenere un tono di voce tranquillo “…ero fuori a cavallo…ho cavalcato quasi tutta notte…non riuscivo a riposare…e in quel modo ho tenuto la mente occupata...non era mia intenzione farti stare in pensiero…”
“Va tutto bene…” disse Aragorn sorridendo “…e questo spiega perché Eomer ti ha visto alle stalle poco fa…”
“Sì…sì…” bisbigliò Legolas aprendo gli occhi all’improvviso “…ci siamo incontrati…l’ho salutato ma non so da dove venisse lui…non me l’ha detto e poi io sono venuto qui per ripulirmi e non so dov’era diretto lui…”
“Legolas non voglio saperlo…Eomer è libero di fare ciò che più gli aggrada quando è qui a Minas Tirith, non deve renderne conto a me…” disse il ramingo mentre con una mano spostava lateralmente i lunghi capelli biondi che ricadevano sulla schiena dell’elfo “…sei tu in vetta ai miei pensieri…sai, Arwen ha detto una cosa questa mattina…” si abbassò e iniziò a baciare dolcemente le spalle del compagno “…ha detto che forse si sentirebbe meglio se anche Eomer cercasse…come dire…conforto tra le braccia di qualcun altro…per mettere le cose alla pari…ma io non credo…non lo so, mi sembra assurdo pensare che…”
“E’ tardi!” lo interruppe Legolas, sentiva il cuore battere fortissimo ed era difficile non far notare ad Aragorn la sua agitazione “Il pranzo sarà già pronto ed io devo ancora vestirmi…”
Il ramingo lo guardò in silenzio per un momento, gli sembrava che l’elfo stesse cercando di evitare in tutti i modi di parlare di quell’argomento, ma forse era solo una suo impressione…Legolas era sempre stato disposto ad affrontare qualsiasi dialogo con lui…
“Hai ragione…è meglio andare…” disse l’uomo alzandosi, prese tra le mani la vestaglia blu dell’elfo e l’aprì per consentire al compagno di indossarla. Legolas uscì lentamente dalla vasca e si voltò, con la schiena rivolta al ramingo…sentì la stoffa sottile sfiorargli la pelle mentre infilava le braccia nelle maniche e poco dopo le mani di Aragorn gli accarezzarono i fianchi…
“Mmm…se solo avessimo un po’ più di tempo…” sussurrò l’uomo stringendo il corpo dell’elfo contro il suo “…il tuo profumo mi fa impazzire…” si spostò davanti a lui e lo fissò intensamente con un sorriso malizioso sulle labbra.
“Estel…non guardarmi così…” bisbigliò Legolas ma anche lui non riuscì a trattenere un sorriso.
“E perché? Cosa c’è nel mio sguardo che ti reca disturbo?” continuò Aragorn avvicinandosi a lui tanto da sfiorarlo col proprio corpo, mosse la testa lateralmente in modo che le sue labbra quasi toccassero quelle del compagno.
“Estel…i tuoi occhi…” disse l’elfo respirando velocemente “…mi mostrano tutto quanto…riesco a vedere quello che senti…quello che pensi…Aragorn!” si fermò ridendo e guardò l’uomo a bocca aperta “Non pensarci! Non possiamo adesso! Il cibo si raffredderà…” ma non riuscì a terminare la frase, il ramingo lo spinse con forza contro il muro, vicino al camino…
“Che si raffreddi…” gli sussurrò sulle labbra Aragorn “…non voglio il suo calore…è del tuo che ho bisogno…” e lo baciò ardentemente, stringendosi contro di lui…per qualche momento Legolas cercò di resistere ma appena sentì la lingua dell’uomo nella sua bocca si lasciò andare completamente…
“Mi ami ancora?” bisbigliò il ramingo interrompendo il bacio solo per pochissimi attimi, sentì un gemito come risposta e continuò, dopo aver catturato di nuovo le labbra del compagno “Anche se ti sto facendo soffrire?”
“Sì…” rispose Legolas recuperando un po’ di fiato “…sì Estel…ti amo…e ti amerò per l’eternità, qualsiasi cosa succeda…non dubitarne mai…”
“Ti amo Legolas…non mi stancherò mai di ripetertelo e mi dispiace per tutto questo…”
“Già una volta…” lo interruppe l’elfo ma Aragorn lo baciò con forza prima di lasciarlo continuare “…già una volta il bene del regno, il futuro di Gondor si è messo tra noi…di nuovo affronteremo il destino e rimarremo uniti…”
“Sei ancora il mio Elfo?” gli chiese sorridendo il ramingo, baciandolo dolcemente.
“Sempre…” sussurrò Legolas accarezzandogli il viso “…e tu sei ancora il mio Uomo?”
“Hai forse qualche dubbio…” rispose Aragorn muovendo il bacino contro il suo.
“Aragorn!” disse l’elfo alzando la voce con gli occhi spalancati.
Il ramingo si mise a ridere e iniziò a baciare dolcemente il petto del compagno…
“Fino a quando il cielo cadrà sulla terra, fino a quando rimarrà qualcuno in grado di ricordare il significato della parola amore…io sarò tuo…”
Legolas sorrise chiudendo gli occhi, passò le dita tra i capelli dell’uomo e rimase fermo ad assaporare i brividi che le labbra di Aragorn gli provocavano…
“Dobbiamo…”
“…andare…” continuò il ramingo rialzando la testa “…lo so…” guardò per un momento il corpo di Legolas e sorrise “…ti sei ripulito con troppa forza…” indicò il suo petto e l’elfo abbassò lo sguardo su di sé “…la prossima volta chiamami e lo farò io…senza lasciare segni…posso essere molto delicato se voglio…” diede al compagno un bacio veloce e uscì dalla stanza.
Legolas cercò di mantenere la calma ma il suo cuore batteva all’impazzata…cos’era successo?...non era stato lui…si passò le dita sul petto cercando di ricordare…ma non ci riusciva…eppure quei segni…sembravano cicatrici  ma molto leggere…la pelle in alcuni punti era arrossata…perché non li aveva notati prima?...come se li era fatti?...poi una strana risposta gli venne alla mente…qualcosa era successo, la notte precedente…scosse la testa lentamente, sussurrando
“Cos’ho fatto?”

(Ecco il nuovo gioco a premi, senza premi!!! Cos’avranno fatto Legolas ed Eomer quella notte?? E la candela? Il re di Rohan avrà preso spunto dalle idee perverse di Star e Leia e avrà usato la famosa cera calda? Oppure stava semplicemente spostando la candela e, dato che era ubriaco perso, ha fatto cadere per sbaglio la cera sul povero corpicino di Legolas? E se la stava spostando…perché?? Era per metterla dalla sua parte e poterla finalmente spegnere e dormire o per allontanare un po’ la luce per rendere l’atmosfera più….atmosfera e assecondare la richiesta del bel principe? A voi la scelta…Forse più avanti ve lo dirò…o forse no…o forse anche ad Eomer verranno in mente alcune cose…o forse mi strangolerete prima che arrivi alla fine di questa riga?...HI HI HI)