.|. Libero di Amare .|.
1. Un
Elfo tra gli Schiavi ~
Era una
pallida mattina di fine estate... la vita scorreva trnquilla e armoniosa
in tutta la Terra di mezzo... soprattutto a Gondor che, da quando re
Aragorn era salito al trono, aveva ristabilito nel regno la pace, la
giustizia ed il benessere.
Quella mattina Aragorn si trovava casualmente a passare per il mercato
di una piccola cittadina nei dintorni di Minas Morgul...
Si aggirava incuriosito tra le bancarelle e i piccoli chioschi, in
groppa al suo fedele cavallo, compagno di innumerevoli avventure...
molti lo guardavano dall'alto in basso, pochi lo riconoscevano...
Ad un tratto il re udì una voce:
<Venite signori! Acquistate uno di questi ragazzi!... sono forti,
obbedienti e servizievoli... coraggio!...>
incuriosito il ramingo si avvicinò al mercante che con tanto fervore
lodava la sua merce... se così la si poteva chiamare, visto che vendeva
schiavi... ragazzi e ragazze esposti come oggetti, ammucchiati in una
sorta di gabbia che sembrava una vera e propria cella.
In un primo momento Aragorn rimase stupito e quasi disgustato... lui era
contrario alla schivitù, ma, pur essendo il re, non poteva fare nulla
perchè ormai questa pratica era diventata una consuetudine, tollerata
dalla gente e a volte dagli stessi schiavi.
Il ramingo non indugiò ulteriormente, scese da cavallo e si diresse
lentamente verso la gabbia...
fù allora che lo vide...
se ne stava rannicchiato in un angoletto... aveva lo sguardo cupo,
spento... appariva palesemente infreddolito ed intimorito...
Aragorn sgranò gli occhi e lo fissò con più insistenza... era diverso
dagli altri... i suoi lunghi capelli biondi, i suoi lineamenti delicati,
i suoi impenetrabili occhi blu e la sua candida pelle spiccavano tra
tutti quei corpi abbronzati e possenti... come un candido giglio si
distingue in un mazzo di rose rosse...
Il re credeva di aver visto male, di aver preso un abbaglio... ma appena
notò le orecchie della creatura che aveva davanti, si rese conto che era
proprio come pensava... tra quei ragazzi e quelle ragazze c'era un
elfo!...
Non potè trattenere un'esclamazione di maraviglia:
<Un elfo?!... questa è bella!>.
L'elfo alzò per un istante gli occhi ed incrociò quelli del ramingo che
lo stavano scrutando. A quel fugace sguardo Aragorn ebbe un sussulto...
non aveva mai visto una simile creatura... conosceva molti elfi, ma
nessuno di essi avrebbe mai potuto competere con la bellezza e il
misterioso fascino che traspiravano da colui che aveva davanti... se ne
innamorò all'istante...
Ma come poteva una creatura così libera e luminosa come un elfo essere
rinchiusa in una gabbia e venduta come una qualsiasi merce di
scambio?... Aragorn realizzò che era una grande ingiustizia... però lui
aveva la possibilità di restituirgli la libertà...
Senza pensarci troppo richiamò l'attenzione del mercante... fece per
aprire la bocca, ma l'uomo non gli diede nemmeno il tempo di pronunciare
una parola che, riconoscendolo, esclamò con fervore:
<Oh!... sire Aragorn!... quale onore!... desiderate forse comprare uno
schiavo? Ho i migliori ragazzi di tutto il regno!... forzuti, leali,
belli... sanno fare di tutto, dal pulire i pavimenti al sellare i
cavalli, dal tagliare la legna al prestarsi a favori sessuali...>
Aragorn, imbarazzato, lo interruppe:
<Si, si, ho capito... comunque sono interesseato all'elfo...>
il mercante lo sconsigliò:
<No mio re!... meritate di meglio!... qell'elfo è un'incapace, sà solo
piagniugolare... non è buono a far niente, come tutti quelli della sua
razza!...>
a quelle dure parole Aragorn lo guardò con severità e lo rimproverò:
<Non osare offendere la stirpe degli elfi!... è anche grazie a loro se
la razza umana è ancora in vita!...>
il mercante abbassò lo sguardo imbarazzato e mormorò:
<Perdonatemi...> poi, per evitare di perdere un buon cliente come
quello, riprese la sua trattativa:
<Bene... se il re desidera un elfo, un elfo avrà!>
il ramingo sorrise soddisfatto poi, tirando fuori da un sacchetto che
teneva legato alla cinta un gruzzolo di soldi, domandò:
<E... quanto viene?>
<Bè... la cifra non è molto modica...>
<Non importa... pagherei qualunque somma per liberare quella splendida
creatura dalla prigionia!... quant'è?>
<250 monete>
il ramingo commentò ironicamente:
<Però!... meno male che non valeva niente!...> e così dicendo consegnò
la somma all'uomo, il quale aprì la gabbia, vi entrò, afferrò l'elfo per
un braccio e lo costrinse bruscamente ad alzarsi.
<Dai, muoviti elfo!>
a quel punto Aragorn intervenne:
<Piano! Non lo trattare così!> ormai il mercante glielo aveva già
portato davanti e si apprestava a "consegnarlo" nelle mani del nuovo
padrone.
<Ecco sire Aragorn... grazie! E se vi dovesse occorrere qualche altro
schiavo... mi trovate sempre qui!> e così dicendo si voltò e riprese col
solito tono concitato ad intrattenere la folla.
Finalmente Aragorn aveva di fronte l'elfo, il quale era ancora più
spaventato di prima... teneva lo sguardo basso, le labbra serrate e
sentiva il cuore battergli velocemente nel petto... ma non era solo
paura...
Il corpo era rigido e intirizzito dal freddo, in quanto indossava
soltanto un lacero gonnellino che lo copriva da sotto l'ombellico fino
alla metà delle cosce.
Cominciò a tremare e a battere i denti... istintivamente si strofinò le
braccia con le mani, nel vano tentativo di riscaldarsi un pò.
Aragorn, che fino a quel momento lo aveva osservato praticamente
estasiato, notò il suo comportamento e disse:
<Ma tu stai tremando!... certo, sei praticamente nudo!...>
l'elfo lo guardò un pò titubante...
Aragorn si tolse il mantello, lo posò dolcemente sulle spalle dell'elfo
e lo avvolse al suo interno...
L'elfo rimase stupito, ma non disse nulla.
Il ramingo, dopo un primo momento di esitazione, lo prese tra le braccia
e lo strinse a sè, poi sorridendo sussurrò:
<Va meglio ora?>
l'elfo rimase in silenzio ed arrossì imbarazzato e confuso...
Ma perchè quell'uomo si era preoccupato per lui? Perchè lo aveva
comprato, perchè gli aveva ceduto il proprio mantello? E soprattutto...
perchè lo stava stringendo tra le sue braccia?
Alcuni ragazzi gli avevano raccontato dei loro precedenti padroni:
uomini crudeli e spietati... dicevano che erano tutti uguali...
eppure quell'uomo gli sembrava diverso...
Mille dubbi lo assalivano, ma non ebbe il tempo di riflettere... Aragorn
accarezzò il suo cavallo e disse:
<Vieni, ti aiuto a salire...> lo issò sulla groppa dell'animale, vi salì
a sua volta, afferrò le redini e sussurrò:
<Ti porto via da qui!...> e così dicendo, spronando il cavallo, si avviò
verso il palazzo con il suo elfo ancora un pò intimorito, ma stranamente
felice...
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