.|. Un Amore Impossibile .|.

by Lady Luthien

La notizia della morte di Re Aragorn giunge a Legolas.

Drammatico/Sentimentale | Slash | Rating G | One Piece

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Ringraziamenti: grazie Enedhil e Aranel

 

Aveva ricevuto la notizia mentre era nell’Ithilien assieme a Gimli. Era moltissimo tempo che non lo vedeva. Si era sempre ripromesso di andare da lui e di parlargli dei suoi sentimenti, ma non aveva ma trovato il coraggio. Aveva chiuso il suo cuore ed i suoi sentimenti per la felicità e serenità per l’uomo che aveva sempre amato… o forse era per la sua…. O era per la sua sanità mentale? Non lo sapeva e ormai era troppo tardi non l’avrebbe mai scoperto. Ormai l’aveva perso, per sempre.

Si voltò. Le montagne di Mordor incutevano ancora timore.

Sarebbe sempre rimasto col dubbio. E se in realtà avesse frainteso i segnali dell’amico? Ci aveva pensato spesso. Aveva ripercorso ogni momento, ogni sguardo, ogni atteggiamento, ma gli pareva che portassero solo ad una conclusione: i suoi sentimenti non erano ricambiati.

Quella volta che al Fosso di Helm gli aveva restituito l’Evenstar…. Il suo sguardo felice, ma non pronunciò il suo nome per ringraziarlo, ma pronunciò il nome di colei che gli aveva rapito il cuore.

L’aveva odiata. L’aveva invidiata. Era sempre stato molto geloso di lei, cosa innaturale per un Elfo. Avrebbe voluto che lei non fosse mai esistita . Che suo padre avesse avuto più forza di contrastare questo amore. No, non doveva dare la colpa agli altri, ma solo a sé stesso. Era lui che aveva avuto paura.

Non poteva più tornare indietro. Non poteva più cambiare le cose, anche se avrebbe voluto. Non poteva più fare nulla, solo vivere il resto delle Ere senza di lui.

Avesse avuto il coraggio, ora avrebbe potuto avere dei ricordi. Oh certo ne aveva…. Ne aveva moltissimi. Ogni ricordo era come un prezioso girello che lui aveva incastonato nel suo cuore per mai rimuoverlo.

Si accorse che Gimli lo stava aspettando con i suoi uomini che lo avevano aiutato a restaurare l’Ithilen che era tornato al suo antico splendore. Salì a cavallo e lo spronò.

L’avrebbe rivisto. Se non avesse atteso così a lungo avrebbe anche saputo cosa dirgli, se non gli fosse nuovamente mancato il coraggio. L’avrebbe rivisto, ma a che scopo? Per portare il conforto ad un Elfo-Femmina che non aveva mai sopportato? O almeno che non aveva mai sopportato da quando aveva capito che lei non l’avrebbe mai lasciato andare? A colei che gli aveva portato via per sempre la felicità e il sorriso?

Doveva andare, doveva. Non poteva assolutamente non rendere omaggio a colui che aveva amato silenziosamente. Non poteva più evitare di vederlo. No non poteva.

Il cuore era più pesante di un macigno. La sua anima gridava per il dolore. I suoi occhi erano spenti… le stelle che normalmente vi brillavano non erano più e mai più non lo sarebbero state. Se n’era andata la sua unica ragione di vita. Ma lui avrebbe continuato a vivere, glielo aveva promesso il giorno in cui si erano separati per mai più rivedersi. Gli aveva promesso che avrebbe riportato all’antico splendore l’Ithilen e l’aveva fatto…. Ma quella promessa di vivere al di là del Mare… l’avrebbe mantenuta, ma a che prezzo.

Il richiamo del Mare ormai era difficile da sopportare. Aveva resistito sapendo che c’era qualcuno che avrebbe potuto aver bisogno di lui, ma non era mai accaduto. Non l’aveva mai chiamato. Non aveva mai avuto bisogno dei suoi servigi.

Gondor era addobbata a lutto. Lei li attendeva all’entrata. La salutò con freddezza anche se poteva capire il suo dolore. Fu lui a camminarle accanto. Avrebbe fatto come tutti si aspettavano, non avrebbe deluso le loro aspettative come mai aveva fatto.

I corridoi del castello erano bui. Le poche torce accese davano un che di spettrale al castello.

I figli del Re li aspettavano sulla porta della camera dove giaceva loro padre. Erano belli, alti, con lineamenti elfici. Il maggiore era la fotocopia del padre.

“Mae govannen Legolas Thraundilian”.

“Mae govannen”.

La voce di Legolas era appena udibile. Strinse la mano ai due giovani che lo accompagnarono nella stanza.

La luce del sole filtrava dalle tende e illuminava il volto del Re.

Legolas prese una mano di Aragorn fra le sue. Era così fredda….

Era la prima volta che perdeva qualcuno a lui così caro. Non avrebbe mai immaginato che il dolore che un Elfo poteva provare potesse essere così acuto. Si ricordava le lacrime di Aragorn il giorno della morte di Boromir. Lacrime che non aveva mai compreso fino in fondo, forse era troppo giovane o forse in quel momento non comprendeva a fondo la sofferenza come la capiva in quel momento.

Gli venne in mente il suo volto sorridente i suoi occhi Elfici…. Lo erano…. Erano occhi Elfici che colpivano in fondo all’anima. Li aveva sempre amati. Ma cosa non aveva amato del Ramingo? Nulla. Aveva amato tutto di lui: l’animo, il cuore, il coraggio, la fedeltà e tutto il resto.

Era stato fortunato. Aveva potuto rimanergli vicino nei momenti più difficili; nei momenti che avrebbero deciso per sempre il destino degli Uomini. Aveva vinto. Lui ne aveva gioito, ma poi….

In fondo al cuore lo aveva sempre saputo che non avrebbe mai scelto lui. Ma lui avrebbe rinunciato volentieri alla sua Immortalità…. La prima volta che lo aveva confessato a sé stesso ne era rimasto sconvolto. Ora si pentiva di avergli fatto quella promessa, quella maledetta promessa.

“Legolas…. E’ ora”.

L’Elfo si voltò. Sapeva che Lord Celeborn era rimasto nella Terra di Mezzo, ma non avrebbe mai immaginato di poterlo trovare lì in quella situazione. Anche lui avrebbe dovuto dire addio alla persona più cara che aveva.

“Lord Celeborn…”.

“Non sono più il Lord di Lórien. Ormai i tempi sono cambiati per sempre. Le ultime righe della nostra storia stanno per essere scritte. Le scelte fatte molti anni fa ormai chiedono di essere mantenute…. So quanto stai soffrendo, Legolas”.

Legolas osservò Celeborn, ma non riuscì a leggere i sentimenti e le emozioni che l’Elfo provava.

“Non tenere il dolore dentro di te, Legolas. Devi trovare il coraggio…”.

“Io… io non posso”.

“E perché? Hai paura di deludere Aragorn?”

Legolas non rispose. Celeborn aveva colpito nel segno.

“Forse…. Forse hai ragione…”.

L’Elfo più giovane cercò di mantenere il tono della voce normale, ma non vi riuscì. Le prime lacrime iniziarono a rigargli il volto. Il dolore che aveva tenuto dentro per tanto tempo stava esplodendo.

“Lasciati andare, Legolas. Piangere non significa essere deboli, anzi, molto spesso è il contrario”.

Legolas si abbandonò fra le braccia di Celeborn senza più trattenere le lacrime. Gli anni di dolore e sofferenza stavano scivolando fuori, molto lentamente, ma finalmente riusciva a liberarsi, almeno in parte, il cuore.

Celeborn accolse l’Elfo tremante fra le sue braccia. Lo strinse forte a sé e lo lasciò sfogare. Gli accarezzò i capelli con delicatezza.

“Lo amavo, Celeborn…”, disse fra un singhiozzo e l’altro. “Lo amavo dal mio profondo del cuore, ma per la felicità di qualcun altro ho sacrificato la mia. Forse se avessi avuto il coraggio sarebbe andato tutto diversamente, ma se mi avesse respinto…. Non credo avrei retto la delusione e quindi ho preferito starmene in disparte…”.

Legolas alzò il volto e guardò Celeborn dritto negli occhi.

“Sai è la prima volta che… che ho il coraggio di confessare i miei sentimenti, ma ho trovato il coraggio con la persona sbagliata”.

Celeborn gli sorrise, ma non disse nulla. Sapeva che Legolas aveva bisogno di sfogarsi e non l’avrebbe mai forzato.

Legolas non riuscì a sostenere a lungo lo sguardo dell’Elfo più anziano. Il suo sguardo gli ricordava molto quello di Lady Galadriel. Appoggiò nuovamente la testa sulla spalla di Celeborn.

“Aragorn…. Meleth-nín…”.

Legolas non riuscì più a parlare. Rimase a lungo in silenzio a farsi consolare da Celeborn.

Le ore passavano lentamente. Ormai il sole era completamente tramontato. Legolas riuscì finalmente da allontanarsi da Celeborn, anche se controvoglia.

“Mi spiace, Celeborn…. Non avrei mai dovuto…. Tu non c’entri nulla”.

“No, forse no, ma con potevi confidarti? Sono arrivato poco dopo di te. Arwen mi ha detto che eri qui e ti ho subito raggiunto. Ho sempre saputo ciò che provavi per lui era così evidente…”.

“Lui lo sapeva?”

“Non lo so, Legolas, ma ora che differenza farebbe ormai?”

“Nessuna, forse è meglio così. Se venissi a sapere che mi amava…. No non meglio non saperlo. Grazie…”.

“E’ un piacere, Legolas, non ti preoccupare”.

“Penso di essere pronto a partire. Verrai con Gimli e me?”

Celeborn non rispose. Volse le spalle al giovane Elfo e rimase a fissare a lungo il volto immobile di Aragorn.

“Non sarò mai realmente pronto a lasciare questo mondo, ma è ora che parta anche io, come gli ultimi Elfi che sono rimasti a Rivendell. Elladan e Elrohir ci aspettano già ai Porti Grigi”.

“Sono pronto”.

“Non vuoi…”.

“No…. Preferisco di no…. E’ già doloroso così”.

 

Le ultime barche Elfiche furono viste da alcuni pescatori lungo la costa. Sapevano che la Terra di Mezzo aveva perso la parte migliore e che gli Elfi partivano per non fare mai ritorno. Sapevano che tutta la storia degli Elfi e dell’Anello sarebbe caduta nell’oblio. Forse un giorno tutto ciò sarebbe tornato alla luce, ma per ora un’altra Era era cominciata e nessuno sapeva come sarebbe andata a finire.

 

Fine