.|. Legami d'Amore e Scie di Stelle .|.

 

1. Traccia d'Amore

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Estel…Aragorn…Elassar…

Un sussurro appena percettibile, messaggero di ricordi affiorati sulle labbra, impressi nella mente come scultura viva nella roccia…Affidato al vento che, come un amico di vecchia data, rinfranca coloro che perduto han le speranze…In tempi confusi e sfuocati, un animo irrequieto vaga per gli amati luoghi, assaporando la pace dei sensi nel sentire ogni voce ed eco silvana…Quel mormorio però, era parte di lui quanto i sentimenti del suo profondo essere, che a quelle parole prorompevano impetuosi dentro di lui, travolgendone l’apparente equilibrio…

Il principe di Bosco Atro aveva dipinto sul volto un lieve sorriso così come erano soliti fare gli Elfi, decisi a non lasciar trasparire i propri pensieri e turbamenti… Ma quasi a smentire la sua natura, aveva gli occhi velati d’una malinconia restia ad andarsene, e sapeva che non sarebbe mai riuscito a liberarsene, poiché avrebbe significato dimenticare colui che…

Un fruscio improvviso destò l’Elfo che si voltò rapidamente, ma non vedendo né percependo nessuno, si rilassò un poco... Ora mirava il suo arco e ne carezzava la corda…Era così assorto che si accorse solo dopo alcuni minuti di una voce ignota che cantava… La melodia gli era sconosciuta, ma si accorse di amarla già dopo poche strofe, e di esserne rimasto incantato… Riconobbe alcune parole elfiche e altre della lingua Corrente, ma a tratti le strofe si fondevano insieme come a formare un unico suono…Indovinò che la voce poteva essere femminile, pur ammettendo che in alcuni momenti pareva un po’ troppo profonda per esserlo…Rimase sconcertato nel rendersi conto di non capirne la provenienza, ma non si disperò molto che il canto cessò, e prima che potesse chiedersi se era stato solo un sogno, si levò la voce : “Non v’è altra saggezza da apprendere vegetando a lungo tra i boschi a rievocare il passato…”…  Legolas alzò lo sguardo e allora vide una donna (se tale era) seduta sulle fronde di un antico albero…l’alta figura dalle agili gambe che dondolavano lentamente, pose lo sguardo sull’Elfo slanciato e fiero nella postura… Pur essendone incuriosito, il principe distolse lo sguardo…sapeva bene che errare per foreste rinchiusi in se stessi non rendeva più saggi…Ma lei chi era, e perché lo aveva distratto? Stette per ribatterle, ma si arrestò quando vide l’albero abbassarsi per posare dolcemente la figura sul terreno… Aggrottò le sopracciglia, e lei accennò un sorriso in segno di approvazione, e fissandolo intensamente con gli occhi di un viola che Legolas non aveva mai visto, gli si rivolse : “Ho un messaggio per te da una persona a te molto cara…Legolas Verdefoglia”…Mi conosce…pensò lui stupito…Forse che…il suo pensiero volò al Ramingo erede di Isildur, e l’ansia e l’eccitazione lo assaltarono improvvisamente, senza pietà…Ancora una volta, lei lo precedette : “Abbandona angosce e travagli, principe, giacché non reco lutti né dolori…”… “Presentati o dama, e parla senza enigmi e misteri…” tagliò corto Legolas… Un soffio di vento attraversò la chioma folta e scura della misteriosa comparsa, e lui notò che il motivo del suo vestito si mosse e formò un nuovo disegno…

Non ho nome né origine certa, ma son figlia della Terra, poiché vidi la luce alla prima alba della Terra di Mezzo…”…S’interruppe ricordandosi che non era ancora giunto il momento per rivelare ogni cosa…”Ad ogni modo, puoi chiamarmi Meyra…”…Meyra…Ma non si chiamava così anche la sua bisnonna paterna?…Il principe meditava, rammentando ciò che Re Thranduil gli aveva raccontato a proposito di quella parente dal nome insolito per un Elfo…Cosa avranno in comune le due Meyra?…Legolas percorse con lo sguardo il corpo che aveva dinanzi…Il vestito color ambra evidenziava i rilievi sinuosi e scivolava fino alle ginocchia, rivelando la pelle perfetta… “Sei prevedibile quanto un Uomo…” fece lei un po’ stizzita, accorgendosi dello sguardo indiscreto dell’Elfo…Lui abbassò lo sguardo avvampando di vergogna… Meyra si addolcì alla vista dell’immediato pentimento, e appena lui alzò il capo, intonò un’altra canzone…A Legolas  sembrò di tornare bambino…a quel tempo la malvagità di Mordor era conosciuta soltanto attraverso i codici e le memorie dei Primi Elfi, e il Re, suo padre, non aveva tutti gli affanni che aveva ora…e poi…poi c’era sua Madre…La Regina Elfo ammaliava ogni creature che le stesse di fronte con il suo radioso sorriso e la voce suadente…Gli occhi di Legolas si riempirono di lacrime al ricordo dell’età più felice…Si ritrovò a fissare Meyra, e allorché lei tese le braccia, la vide sotto un’altra luce…Madre…Legolas singhiozzava come un fanciullo smarrito, sfogando tutto il dolore che lo accompagnava da tanto tempo in quel dolce abbraccio…Meyra lo cullava, continuando a cantare…

Gradualmente l’Elfo si acquietò, adattando il suo respiro a quello della Figlia della Terra… Chiuse gli occhi, e si mise a canticchiare imitandola…

Un giardino fiorito…illuminato dalla pallida luce della luna…Legolas era seduto ai piedi di un albero, e stava giocando con un topolino campagnolo quando sopraggiunse la voce della Regina : “Su, lascia che quel povero topo vada a casa, avrà sonno!”…un bambino rise…”No mamma…Me lo ha detto: lui non dorme mai, come me!” ribatté lui sorridendo…nel dirlo però, aveva allentato la vigilanza ed il topo se l’era svignata…La sposa di Thranduil sorrise teneramente, e sedendosi accanto al figlio lo circondò con un braccio e gli disse : “E’ ora anche per lo sveglio Legolas di andare a riposare…”…Egli alzò gli occhi grandi e blu tanto stanchi quanto decisi a resisterle, ma lei aveva già iniziato a cantare…Una ninnananna potente quanto l’ipnosi, che narrava del giorno in cui gli Elfi giunsero sulla Terra di Mezzo, e proseguiva raccontando delle creature che allora vi dimoravano, come i bellissimi Unicorni, animali scomparsi da tempi remoti e preferite del principino…Quando terminò il canto, Legolas, accoccolato nel grembo materno, era profondamente addormentato, intento a sognare di cavalcare un Unicorno, senza più curarsi del buio e delle altre cose che spaventano i piccoli di tutti gli esseri viventi… Allora la Dama elfica pensò : “ Anche stanotte il piccolo Legolas riposa tranquillo tra le mie braccia…”…Un leggero stato d’ansia s’impadronì del nobile volto altrimenti sì leggiadro e lieto, poiché molte preoccupazioni e molti interrogativi assillavano Gennearen da qualche giorno…Si chiedeva come avrebbe vissuto l’imminente separazione da su figlio, il cui fascino non risparmiava neppure lei…

Accarezzando i soffici capelli del biondo angelo, si chiese con un sospiro se tutte le madri provassero un amore sì forte e incondizionato per il primo figlio…Un alito di vento asciugava le giovani lacrime sorte sul suo viso…