.|. Ton Étoile .|.

4. You Are Strange

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Legolas stava camminando per i lunghi corridoi del castello, accanto a quelle che aveva supposto fossero le curatrici. Erano due ragazze.

Infine si fermarono di fronte ad una stanza dal grande portone in legno. Legolas l’oltrepassò e si trovò in un’ampia camera, dove vi erano molti letti e un infinità di erbe medicinali. Su alcuni ripiani erano riposti dei libri, probabilmente dei tomi sull’uso delle varie piante e sulla preparazione di tisane.

Guardò ogni cosa con grande interessamento e fu contento di dover passare qualche ora in quel luogo.

La ferita al braccio non era affatto grave, si sarebbe anche potuta rimarginare naturalmente entro il giorno seguente, ma se avesse rifiutato avrebbe destato sospetti. Soprattutto se il suo braccio fosse guarito senza l’intervento dei curatori.

E l’ultima cosa che voleva fare era suscitare dubbi.

Lo fecero accomodare su di un letto e Legolas accettò volentieri l’invito, aveva bisogno di qualcosa di comodo dopo quella giornata sfiancante, sebbene gli Elfi si stancassero raramente.

Chiuse gli occhi e abbandonò il capo tra i cuscini freschi.

 

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Aragorn continuava a camminare per la sua camera, con lo sguardo rivolto verso il basso. Lo faceva da così tanto tempo che ormai conosceva ogni minimo particolare del pavimento.

Tutta quella storia non lo convinceva. Affatto. Uno straniero dall’aspetto stupefacente arrivava a Gondor armato,in un periodo di pace assoluta dove non si temeva nessun pericolo, cavalcava impetuosamente e si fermava improvvisamente per osservare il cielo?

No, era molto strano…e poi.. il cavallo. Che fine aveva fatto il cavallo? In effetti lo straniero gli era sembrato molto tranquillo, forse il suo cavallo era addestrato ad avvertire qualcuno se lui non fosse tornato..

Sentì la testa scoppiargli per il troppo pensare. Doveva parlare al prigioniero, in quel preciso momento, prima che scordasse tutte le domande che aveva da porgli.

Si sistemò la tunica e si avviò verso la sala di Cura.

Appena arrivato vide Legolas disteso sul letto,completamente abbandonato. Vide il contrasto tra il biondo dei suoi capelli e il candore dei guanciali. Una gamba che scendeva penzoloni dal letto.

Deglutì e sentì il cerchio alla testa aumentare. Più in là scorse un paio di curatrici intenti a preparare l’impacco per la ferita di Legolas. Uno di questi lo notò e s’inchinò immediatamente. Aragorn fece segno di tacere e le fece avvicinare.

Le portò fuori dalla stanza e disse:

-Avrei bisogno di parlare adesso con il forestiero…-

-Ma, mio Signore, in verità stavamo per…-intervenne una curatrice dai capelli corvini.

-Lo so e posso continuare io. Sono in grado di curare molte ferite e in questo caso l’impacco è perfino pronto..-

-Non è necessario che interveniate voi, se volete possiamo terminare..-

-Ho detto che ci.penso.io!-disse Re Elessar spazientito, sillabando le ultime parole.

Le due ragazze obbedirono spaventate e se ne andarono con il capo chino.

Aragorn entrò lentamente nella stanza. Non c’era nessuno, a parte loro due. Si avvicinò furtivamente al letto. I capelli si erano finalmente discostati dal volto e ora riusciva a vederne parte.

-Valar..- si disse Aragorn,mentre con la mano si toccava la fronte. Il dolore alla testa s’intensificò maggiormente. Se fosse continuata così, avrebbe avuto lui bisogno delle curatrici, altro che il forestiero!

Ad ogni modo, aveva un dubbio…aveva già visto,in verità, capelli di quel colore, dall’aspetto così setoso e lucente…ma no, non poteva essere!

Si avvicinò sospettoso e tentò di guardarlo meglio. La mano che Legolas aveva sulla fronte lentamente scivolò via dal suo viso, lasciandone intravedere i tratti definiti e meravigliosi.

Aragorn si morse piano le labbra: voleva vedere di più, voleva osservare il suo viso in completezza. Deglutì e mosse ancora qualche passo verso lui, sempre più cautamente.

Il suo sguardo si soffermò su quelle ciglia ,così folte, e sulle palpebre, che nascondevano due gioielli preziosi.

Ed ad un tratto quei tesori furono scoperti alla vista di Aragorn.

Legolas si mise a sedere immediatamente sul letto. Aveva avvertito una presenza , ma sentiva che era, in qualche modo, rassicurante, così non aveva aperto prima gli occhi. Pensava che fossero le curatrici.

Subito l’elfo abbassò la testa e si ricoprì il volto.

“Stupido!Rilassarti in questo modo..”pensò “mi avrà certo visto in viso…”

Aragorn era rimasto nello stesso punto, sbalordito.

-Non era mia intenzione spaventarvi, chiedo scusa- disse poi, frettolosamente, mentre vagava con lo sguardo per la stanza, imbarazzato. Aveva persino dimenticato la ragione per cui era lì.

-Io..volevo…interrogarvi- continuò poi, sempre più a disagio, cercando di convincere più sè stesso che l’Elfo.

Legolas aprì la bocca leggermente stupito. Voleva interrogarlo lì, in quel luogo? Stinse forte le mani sul letto. Dunque il momento era arrivato. Era arrivato il tempo delle bugie.

 

L’Elfo si passò distrattamente una mano sul braccio ed avvertì una leggera fitta di dolore. Re Elessar osservò la sua reazione e rammentò di doverlo curare.

La sola idea di doverlo sfiorare lo faceva rabbrividire.

Si mosse subito verso Legolas, inginocchiandosi ai piedi del letto e prendendo l’arto ferito tra le mani.

-Perdonatemi, dimenticavo-esclamò infine.

Gli alzò lentamente la manica ed esaminò la ferita, sotto lo sguardo attonito dell’altro.

-Io..non è necessario- disse Legolas, ritraendo gentilmente il braccio.-…non è una ferita grave,non…-si bloccò mentre l’uomo glielo afferrava nuovamente -…importa..- concluse a bassa voce.

-Ogni ferita va curata. Sia essa grave o meno..- rispose Aragorn, e iniziò a medicare il braccio di Legolas.

Quest’ultimo osservò il volto del Re, che aveva uno strano sorriso dipinto sulle labbra. Come era bello osservare e non essere osservati..

Aragorn procedeva con estrema lentezza, mentre cercava qualche domanda da rivolgergli.

Non aveva pensato neanche un secondo che fosse un malintenzionato, più che altro poteva essere un messaggero.

-Cosa vi ha portato da queste parti?- chiese.

Legolas guardò la benda che veniva avvolta attorno al suo braccio, e tacque per qualche momento.

-Sono un viaggiatore…non ero mai stato qui e  volevo soddisfare la mia curiosità!-

Aragorn sorrise…si rialzò in piedi e si sistemò su di uno sgabello poco distante dal letto,mentre con un panno si ripuliva le mani dall’ unguento. Sentiva che non era la verità.

Legolas avvertì improvvisamente quel piacevole contatto venir meno e chiuse un attimo gli occhi, in un moto di frustrazione. Inspirò profondamente e tentò di riprendere il controllo.

-Davvero? Siete un viaggiatore? E da dove venite, esattamente?-

Aragorn alzò un sopracciglio, poi afferrò una boccetta sul tavolo lì vicino e finse di osservarne il contenuto.

Non riusciva a mantenersi serio in quella situazione e ciò lo metteva in soggezione, non accadeva spesso.

L’Elfo aveva notato l’evidente tono ironico del Re, ma fece finta di nulla.

-Oh, un vero viaggiatore non ha una casa o un luogo di origine.. dopo tempo, dimentica la sua provenienza..- disse, non sapendo neanche lui precisamente cosa aveva appena affermato.

Aragorn smise di osservare la boccetta e rialzò finalmente lo sguardo su di lui; cogliendo alla sprovvista Legolas, che riabbassò prontamente il capo

-Davvero non rammentate il posto dove siete cresciuto? Come potete dimenticare una simile cosa, qualcosa che vi è appartenuta per anni…- disse Aragorn , aggiungendo mentalmente “o per secoli..”

-No, certo che no- si affrettò a rispondere l’Elfo. Lui era legato con tutto il cuore alle sue foreste, ai suoi alberi, alla sua camera che profumava di menta…

-E allora..- riprese a parlare il Re, mentre si alzava lentamente in piedi e si avvicinava a Legolas -…qual è il vostro luogo natio ?- concluse, quando ormai era a pochi passi di distanza dall’ altro.

L’Elfo voltò il capo, mentre iniziava ad avvertire una sensazione inusuale percorrergli nettamente le membra e raggiungere il cervello.

Deglutì e rimase in silenzio, ignorando completamente cosa avrebbe potuto rispondere al sovrano, godendo solo dell’ emozione che lo stava attraversando.

Aragorn sospirò, e si ammutolì per qualche attimo. Poi, pose all’ Elfo un’ulteriore domanda:

-Perchè eravate armato..? Non vi sono più grossi pericoli a Gondor, o almeno, non così gravi da necessitare di un arco per abbatterli…-

Legolas iniziò a sentirsi realmente a disagio. Tacque ancora per secondi che sembrarono infiniti ad entrambi e sussurrò infine:

-Chiedo scusa, ma potrei rispondere domani a queste domande? Sono molto stanco, e gradirei riposare qualche ora..-

Aragorn annuì lentamente, poco convinto, come se non credesse che quella creatura potesse provare realmente spossatezza.

- Credo che abbiate ragione…necessitate di ristoro..riprenderemo questo discorso in un’altra occasione.-

Detto questo, il Re chinò il capo in segno di congedo, e con fare rapido lasciò la stanza, chiudendosi la porta alle spalle.

Non appena sentì i passi di Aragorn farsi sempre più lontani, Legolas aprì la bocca in un subitaneo moto, e prese grosse boccate d’aria, come se fino a quel momento non avesse potuto respirare.

Si lasciò ricadere pesantemente sul letto ed iniziò a pensare alle risposte da dare al Re...mentre vi rifletteva, la sua mente tornò a quello strano turbamento che aveva provato in presenza di Aragorn.

Non era in grado di spiegarsene la ragione, ma quegli occhi di ghiaccio, così profondi, così leggiadri, gli ricordavano le bellezze infinite della sua terra…erano come i teneri boccioli dei fiori primaverili.. puri, semplici, e delicati nella loro struggente bellezza.

Scosse la testa, tentando di allontanare quei pensieri..ma ecco che tornavano, prepotenti, imperiosi, e si insediavano nella sua mente. Allora l’ Elfo capì che non si sarebbe liberato facilmente dell’ immagine di quell’ Uomo.

 

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Eccoci quindi arrivati alla fine del quarto capitolo, che all' inizio era lunghissimo perchè comprendeva anche parti del terzo e del quinto capitolo, che poi ho preferito tagliare, quindi scusatene la brevità! Sarei davvero contenta se mi diceste cosa ne pensiate...sia nel bene sia nel male! ;)