.|. Ton Étoile .|.

2. Il Primo Sguardo

~  

Il castello di Gondor era una costruzione imponente, dalle mura alte e massicce. Ci si sentiva quasi insignificanti di fronte a quella reggia, ed essa incuteva un forte timore a chiunque si avvicinasse, sebbene in pochi lo ammettessero.

 

Gli stessi soldati talvolta la temevano, ogni volta che guardavano quella bandiera pendere dagli alti loggioni (parole da cambiare)il loro cuore si appesantiva.

 

Tuttavia il prigioniero non sembrava essere turbato.

Si limitava a guardarsi intorno,sentendosi lievemente a disagio sotto gli sguardi indagatori dei due soldati.

 

Il superiore invece pareva quasi non badargli, cavalcava tranquillo e ogni tanto lo sentiva spronare il cavallo con un delicato tocco del piede sul fianco della cavalcatura.

Legolas era rimasto colpito dal modo in cui trattava quella creatura e si chiese se anche gli Uomini potessero provare lo stesso amore per gli animali proprio degli Elfi…e si rese conto di quanto conoscesse poco riguardo a quella razza. Poco. O forse anche niente. D’altronde,come avrebbe potuto? Lui non aveva mai incontrato un Uomo; o meglio solo di sfuggita.

 

Ricordava quando suo padre si riuniva in importanti consigli con quegli Uomini venuti da lontano,si chiudeva in quella stessa Sala del Trono di cui Legolas aveva varcato la soglia in una sola circostanza.

 

Quante volte aveva desiderato entrarci, nascondersi in un angolo senza farsi vedere o sentire, e  studiare quegli Uomini. Aveva anche chiesto a suo padre come fossero, ma il Re gli aveva risposto sempre in maniera evasiva,quasi con riluttanza.

Così qualche volta cercava sui libri e vedeva immagini di grandi Uomini,forti e robusti e una lunga serie d’imprese e di nomi. Poi aveva trovato intere pagine sulle loro abitudini e ne era stato entusiasta, vi erano anche alcuni tratti che  riportavano tutti i loro difetti e debolezze. E questo era tutto ciò che conosceva a loro riguardo. Aveva divorato avidamente quei fogli...

 

Legolas così aveva scoperto sia i pregi che le debolezze umane, e aveva deciso,se mai un giorno avesse incontrato un uomo, che non si sarebbe lasciato contaminare dalle loro emozioni negative e che ne avrebbe amato quelle positive.

 

La specie umana comunque rimaneva una cosa ignota e di conseguenza affascinante.

 

Poi ad un tratto sorrise.

-Mi perdo troppo facilmente nei pensieri! (Ma quanto penso!) -si disse. Alzò nuovamente lo sguardo per ammirare quel territorio e notò che ormai avevano raggiunto le mura di cinta e che di fronte vi era un grande cancello.

Il superiore scese da cavallo e vi si diresse contro, quando si udì una voce provenire dall’alto:

-Avete fatto caccia grossa oggi, eh?- disse la sentinella sulla torre di vedetta, accennando ad un sorriso e mostrando una fila di denti giallastri e sgangherati, ma poi ammutolì quando guardò bene il frutto di quella “caccia”.

Non aveva mai visto persone dai capelli così dorati e lunghi. Non riusciva a scorgerne il volto,era nascosto da quei fili lucenti,mossi dalla leggera brezza che aveva soffiato per tutto il giorno.

 Esitò ancora per un lungo momento, poi si sentì richiamare dal superiore:

-Sai, avrei intenzione di trascorrere la notte al castello, non certo qui fuori!-

-Oh si si certo- disse di rimando la sentinella e si affrettò ad aprire il cancello.

 

Legolas si era divertito nel guardare la faccia sconvolta dell’Uomo, sebbene non lo vedesse bene perché aveva gli occhi coperti dai lunghi capelli. Teneva accuratamente il volto nascosto dalla sua capigliatura,come se fosse una morbida coperta. Era particolarmente attento a tenere nascoste le orecchie fini e a punta,se le avessero scorte avrebbero capito immediatamente che non era un Uomo. Non credeva sarebbe stato opportuno suscitare dubbi in quel momento.

 

Poi attraversarono l’enorme cortile, mentre Legolas ancora si guardava intorno deliziato da tutte quelle novità,e dalle costruzioni tipiche Umane, molto diverse da quelle del suo popolo…meno eleganti.

 

Infine giunsero alla stalla, dove molti servi rimasero stupiti e al contempo affascinati dalla vista di quei capelli color del grano.

Dal canto suo Legolas era impegnato a fissare i cavalli e non si curava minimamente delle reazioni che aveva suscitato, credendo che fossero dovute semplicemente al fatto che lo ritenessero un bandito spietato o chissà che.

-Che cosa assurda...-pensò.

 

Nel frattempo il superiore aveva preso da parte un ragazzino che si occupava dei cavalli.

-Ascolta,vai a far chiamare il Re,digli che ho urgenza di parlargli. Adesso-

-Si,signore- rispose il ragazzetto, fiero dell’incarico che gli era stato assegnato, e scomparì velocemente dalla stalla.

Il superiore si avviò velocemente verso il suo alloggio,con l’intenzione di rendersi presentabile per l’incontro con il sovrano…la sua tunica infatti era sporca di terra, a causa dello “scontro di opinioni” con il prigioniero avuto quel pomeriggio…ma in fondo era davvero questo? Un prigioniero?

In quel momento lo si poteva considerare tale, almeno fino a che non avessero scoperto cosa ci facesse a quelle parti ben armato. E il pensiero volò nuovamente alle frecce e alla faretra. Non se ne intendeva moltissimo, ma quelle armi non gli erano parse di fattura umana.

Come del resto quei capelli… certo, aveva visto altre persone bionde prima di allora,ma mai aveva ammirato una capigliatura così dorata e splendente.

 No,c’era qualcosa di misterioso attorno a quella creatura,e lui avrebbe scoperto di cosa si trattava…

 

Legolas era rimasto solo con i due soldati,che parlottavano a bassa voce tra loro e gli lanciavano strane occhiate. Riusciva a sentirli grazie al suo udito elfico,parlavano di lui…

-Cosa credi che farà sire Aragorn…?

L’Elfo a questo punto ricordò il nome del sovrano, l’erede di Isildur, e gli venne in mente tutto quello che aveva visto su quei libri…poi udì la risposta dell’altro:

-Penso che prima di tutto lo farà curare…ha quella ferita al braccio.. certo,non è grave,però necessita ugualmente di alcune medicazioni…poi di sicuro lo interrogherà. Forse potrebbe addirittura riuscire a fargli scoprire il volto.E' incredibile,non sono ancora riuscito a guardarlo in faccia una volta!-

-Già..- annuì l’altro pensoso.

Dopo,ancora un’altra domanda,quasi sussurrata, incerta:

-Ma tu credi che sia un bandito?-

L’altro non rispose, si limitò ad alzare le spalle e ad occhieggiare nella direzione dell’interessato..

 

Legolas ascoltò le loro parole, le ultime con particolare apprensione; poi la sua attenzione fu attratta da un cavallo,un magnifico stallone che si trovava a qualche piede da lui.

Bellissimo…regale. Non riusciva a definirlo..

Aveva il manto lucido e ben spazzolato, del colore della terra,

stupende zampe, erano magre ma allo stesso tempo infondevano una sensazione di robustezza;e terminavano con gli zoccoli scuri,ben piantati nel terreno. Teneva la testa alta,la lunga criniera corvina gli adombrava il muso,e ogni tanto veniva allontanata da nitriti d’impazienza.

Legolas poi alzò lo sguardo su ciò che lo aveva sempre interessato in prevalenza in chiunque:gli occhi. In quello splendido animale essi erano d’un intenso color nocciola,sembravano voler parlare…L’Elfo vide quelle due splendide pupille roteare e indugiare nella sua direzione…lo stava guardando! Quegli occhi,quasi umani erano fissi su di lui e sembravano invitarlo…

 

Legolas mosse qualche passo verso di lui,come trascinato da una forza sovrannaturale,ma si sentì subito gettare a terra. Tentò di voltarsi appena, giusto il necessario per vedere i due soldati su di lui che gli bloccavano con forza le braccia dietro la schiena .

-Ci hai provato,eh?-

-Lasciatemi!-disse Legolas. Era un comando,un freddo e quasi imperioso comando.

I due soldati rimasero a dir poco sbalorditi,era la prima volta che lo sentivano parlare. Prima di allora non aveva aperto bocca. E adesso,quella voce armoniosa e nel contempo gelida nell’esprimere il suo ordine,gli aveva stregati. Eseguirono senza rendersene conto e quando furono in piedi rimasero a guardarlo a lungo…Poi anche Legolas assunse una posizione eretta e  continuò a parlare,ammaliandoli ancora:

-Non intendevo scappare.. so che non avrei via di fuga:a piedi, con un braccio ferito e con decine di soldati alla mia ricerca non andrei lontano..-

Legolas pronunciò quella frase con apparente convinzione,ma sapeva che in parte non era vero…forse,se lo avesse voluto e con un po’ di fortuna sarebbe potuto riuscire a fuggire…

I soldati rimasero inebetiti,sembrava che avesse pronunciato una profezia con quelle semplici parole.

Quindi Legolas chiese:

-Posso avvicinarmi a quel cavallo?-

Le guardie avevano la bocca tanto spalancata che non si sarebbero meravigliati se avesse toccato terra.

Poi uno dei due,il più giovane, annuì lievemente col capo,studiando i movimenti dell’Elfo…

Non sarebbe riuscito a fuggire, quel cavallo non si lasciava toccare da nessuno, solo dal Re di Gondor in persona. Era infatti di appartenenza del sovrano quel destriero magnifico.

 

Legolas si avvicinò lentamente e il cavallo dette nitriti di disapprovazione.

L’Elfo procedeva con movimenti cauti e studiati,cercando di non innervosirlo.

Poi gli si accostò piano e gli sussurrò parole in una lingua dolce, vecchia come il tempo .

Ad un tratto l’animale abbassò la testa,segno di riverenza e di resa.

Lentamente, l’Elfo iniziò ad accarezzare il muso dell’animale con infinita dolcezza.

Il cavallo si protese verso Legolas,che continuava a rivolgergli gesti di tenerezza,spostando le sue mani sulla criniera.

A quel punto gli stallieri si voltarono tutti a guardare la scena,e rimasero sbigottiti…

Quel dannato cavallo si infuriava anche semplicemente avvicinandoglisi, e ora invece sembrava contento delle attenzioni di quel forestiero,come se lo conoscesse da una vita..

Un uomo,al colmo dello stupore esclamò:

-Diamine, è’ uno stregone! Ha fatto un sortilegio al cavallo,mi gioco le braghe se questa non è magia…-

Gli altri presenti iniziarono a parlare tra di loro,asserendo concitatamente.

L’uomo strabuzzò gli occhi e puntò il dito contro Legolas,continuando a parlare:

-Si si, non avete udito le parole che diceva a quella povera bestia?Chissà che diavoleria era,non si capiva niente. Quel tipo non parla la nostra lingua!-

-Tanto non avresti capito ugualmente…-tutti si voltarono verso la voce e videro il superiore avanzare in direzione del prigioniero. Ormai tutti avevano accerchiato Legolas, mentre gli lanciavano le accuse più ignobili.

L’Elfo era rimasto immobile,con il capo chino…Non riusciva a credere che davvero quegli uomini pensassero tali cose sul suo conto…uno stregone!Gli era bastata una mezz’ora per diventare un orribile mago oscuro, incantatore di cavalli…

Il superiore afferrò Legolas per un braccio e lo trascinò via dalle stalle,subito seguito dagli altri due soldati.

-Allora?- disse uno di questi.

-Allora cosa?- rispose nervosamente il superiore,mentre continuava a camminare imperterrito con il braccio dell’Elfo stretto tra le mani.

-Il Re ci riceverà?-

-Si- fu la sola risposta dell’uomo.

 

-------------

 

Il Re di Gondor attraversava nervosamente la Sala del Trono,con grandi falcate…

Gli era stato mandato un messaggio da parte del comandante di uno dei suoi drappelli, un certo Enedan, che

chiedeva di parlargli con urgenza.

Quante volte poteva aver visto quel uomo? Una? Due?

Cosa poteva volere da lui? Era di certo una cosa importante…

Si fermò e si lasciò ricadere stancamente sul Trono,portandosi una mano alla fronte e sfregandola contro di essa.

L’unico modo di saperlo era riceverlo e aspettarlo. Aveva già dato l’ordine di concedergli udienza,sarebbe arrivato lì tra  breve…

 

-------------

 

Legolas era ancora trascinato dal superiore, non gli avevano nemmeno spiegato dove lo stavano portando…da quanto aveva udito dalla discussione dei due uomini, probabilmente dal Re.

Alla fine non resistette più e parlò:

-Insomma, dove mi state conducendo?-

Il superiore si voltò verso di lui e lo osservò. Lui non lo aveva ancora udito parlare.

-Non ti è dato saperlo- esclamò infine,distogliendo lo sguardo da lui e posandolo su un punto indefinito.

-Invece io credo di averne il diritto!-disse Legolas in un alto tono di voce,quasi irritato.

Il superiore gli lanciò un occhiata di fuoco.

-Ah,davvero? In realtà non mi pari nella situazione di dare degli ordini e di pretendere i tuoi diritti…fino a prova contraria tu sei un prigioniero!-

Legolas decise che era meglio non ribattere,e si lasciò guidare dall’uomo.

 

-------------

 

Ad un tratto il portone si aprì,e vi entrò una giovane guardia…

-Sire,sire…-si fermò con il fiatone e con le mani sulle ginocchia. Era evidente che aveva corso.

-Calmo, riprenditi…-

Quando si fu ripreso abbastanza, coininuò il suo discorso:

-Sire,il comandante è arrivato..è qui vicino che attende e con lui vi sono due soldati e un’altra persona..-

-E chi sarebbe quest’altra persona?-

-Ecco..sire…io veramente non ne ho idea…no..non ho mai visto qualcuno così,insomma…-

-Falli entrare,mi spiegherà tutto il comandante.

-Certo Sire!Sicuro mio Signore- si inchinò e lasciò la stanza di corsa.

Aragorn scosse la testa divertito, mentre un brivido d’impazienza gli percorreva la schiena…

 

-Il Re vi attende- disse il giovane soldato al superiore, non appena fu fuori dalla Sala del Trono,e poi si allontanò a passo svelto.

Legolas rimase per un lungo istante a guardare il giovane che se ne andava..non voleva voltare lo sguardo...

La porta era aperta, lo avrebbe visto subito. Avrebbe visto il Re di Gondor, colui che lo avrebbe presto giudicato. Vagò ancora con lo sguardo per i bui corridoi, sperando di poter rimanere voltato.

Mosse la testa, in modo che i capelli gli ricadessero maggiormente davanti,nascondendo le sue fattezze. Poi, a testa bassa, si voltò in direzione del grande portone.

Infine la curiosità ebbe la meglio…alzò timidamente il capo e gli occhi;e si convinse a osservare…

E lo vide.Vide il Re di Gondor, Re Elessar,seduto su quel Trono,in tutta la sua imponenza,con le mani serrate intorno ai braccioli del suo seggio. Indugiò sui particolari del volto e si soffermò su quei profondi squarci di cielo blu.

 

I loro occhi si scontrarono,si confrontarono, si specchiarono gli uni negli altri e ne trassero energia,lì, fuori da quella porta Legolas Verdefoglia e il sovrano di Gondor si erano scambiati il loro primo sguardo…

 

--------

 

Anche questo capitolo,come il primo e il terzo, è stato realizzato circa quattro mesi fa, e devo ammettere che non mi piace molto.... credo che li riscriverò tutti e tre. Comunque, la storia spero stia iniziando a delinearsi, quindi vorrei sapere cosa ne pensiate, almeno della trama! E vorrei anche sapere se ritenete che sia il caso di fare di nuovo i primi tre capitoli, insomma, vorrei sapere se vi piaccia lo stile di queste prime parti!

Fatemi sapere, mi raccomando!!! ;)