Okay, direi che è d'obbligo spendere due parole in favore della somma opera di Tolkien, soprattutto per quanto riguarda i significati che il nostro Sir voleva comunicare con TLOTR! Magari è un po' esagerato in un sito come questo, lo so, ma credo che quelle di Elémire Zolla siano parole stupende per ricordare un uomo grandioso, che nonostante le accuse rivoltegli ha continuato a credere nelle fiabe e nei sogni, fino alla fine. Per quanto riguarda il riassunto della storia, ho pensato che un breve accenno alla trama fosse più che sufficiente, soprattutto perché esistono moltissimi siti in cui sicuramente potrete trovare informazioni più dettagliate e spiegazioni approfondite (e poi perché io non riuscirei mai ad imbarcarmi in un riassunto di un libro di 1300 pagine ^^;). Ovviamente, poi, non dimentichiamo i film!! Buona lettura ^_^ spero troviate tutto interessante!

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*Stai ascoltando Book Of Days di Enya*

.|. The Lord Of The Rings .|.

Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,
Sette ai Principi dei Nani nelle lor rocche di pietra,
Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,
Uno per l'Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra
Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra nera scende.
Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli,
Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli,
Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra cupa scende.

Gli Argonath

E' con queste parole in versi che si apre il romanzo di J. R. R. Tolkien, cupo ritornello che verrà citato più volte in vari punti del racconto: è la maledizione di Sauron, l'Oscuro Signore che, in tempi remoti, forgiò un anello magico capace di sovrastare il potere di tutti gli altri, creati anch'essi millenni prima con lo scopo di mantenere la pace nella Terra di Mezzo ed affidati a rappresentanti di tutte le razze.

E sarà proprio l'Unico, così è chiamato il malefico anello, a far incontrare, secoli e secoli dopo quei giorni di sventura, nove personaggi che uniranno le loro forze per affrontare un lLegolas & Gimliungo viaggio ed una rischiosa missione verso la lontana regione di Mordor, unico luogo dove il male assoluto potrà essere distrutto per sempre fra le fiamme del vulcano Monte Fato.

Due esseri umani, uno stregone, un elfo, un nano e quattro hobbit, fra cui Frodo Baggins, scelto come Portatore dell'Anello. Molti nemici li attendono sul loro cammino, insieme a perdite e sofferenze, ma anche amici preziosi, aiuti provvidenziali e, sempre, la speranza. Che tutto torni, un giorno, come un tempo.

Il destino di un mondo è nelle loro mani, ed in particolare nelle mani di un giovane, piccolo ma coraggioso hobbit. Ma citando una frase di Galadriel dal primo film della saga, "Anche la persona più piccola può cambiare il corso del futuro". Ed è questo uno dei tanti, tantissimi significati esistenti all'interno di The Lord Of The Rings.

 

 .|. L'opera .|.

«Tra il 1954 e il 1955 usciva la trilogia di J. R. R. Tolkien, The Lord Of The Rings : il maggior studioso di letteratura anglosassone e medievale aveva scritto a sua volta un'epopea secondo le regole del genere cavalleresco, diventando ilJ. R. R. Tolkien servitore appassionato delle forze stesse che aveva sentito pulsare nei versi di uomini morti da più di un millennio. [...] Tolkien commise una lunga infrazione alle regole, specie in quelle che presiedono all'ancora vigente studio accademico delle letterature antiche. Esse vogliono che il filologo o lo storico del gusto partecipi per la parte riservata al suo ufficio all'opera di schedatura universale [...] Guai a far rivivere l'antico (uccidendo il moderno).

In The Lord Of The Rings Tolkien viceversa parla in una lingua che ha la semplicità dell'anglosassone o del medioinglese, di paesaggi che pare d'aver già amato leggendo Beowulf o Sir Gawain o La Mort Arthur, di creature campate tra il mondo sublunare ed il terzo cielo, di essenze incarnate in forze fantastiche, di archetipi divenuti figure. Naturalmente le infrazioni di Tolkien non potevano che suscitare le reazioni coatte, sonnamboliche e feroci che sanno di prammatica. "Non è la sua un'opera staccata dalla realtà? Non è forse un'evasione?" [...]. Avvenne a Tolkien in un saggio sulla fiaba di replicare che, certo, una fiaba è un'evasione dal carcere e aggiunse: chi getta come un'accusa questa che che dovrebbe essere una lode commette un errore forse insincero, accomunando la santa fuga del prigioniero con la diserzione del guerriero [...].

Le fiabe parlano di cose permanenti: non di lampadine elettriche, ma di fulmini. Autore o amatore di fiabe è colui che non si fa servo delle cose presenti. Esiste una fiaba suprema, che Rivendellnon è una sottocreazione, come altre, ma il compimento della Creazione, il cui rifiuto conduce alla furia o alla tristezza: la vicenda evangelica, in cui storia e leggenda si fondono. La fiaba e la religione sono state sciaguratamente scisse e sempre vanno tentando di riabbracciarsi e rifondersi in uno [...]. Le fiabe, Tolkien insegna, hanno tre volti, quello mistico che guarda al soprannaturale, quello magico indirizzato alla natura, ed infine lo specchio di scorno e pietà che offrono all'uomo. La triade della terra, del cielo e dell'essere in cui s'incontrano, definisce la sottocreazione o microcreazione che è la fiaba.

Qualcuno, a sentir parlare della creazione di una nuova epopea cavalleresca, ha scosso la mano dicendo che preferiva leggersi epopee antiche vere. Obiezione encomiabile, se Tolkien non avesse scritto appunto qualcosa di uguale alle epopee anticheIl dono di Galadriel, di altrettanto vero. Infatti ci vuol poco a sentire che egli sta parlando di ciò che tutti affrontiamo quotidianamente negli spazi immutevoli che dividono la decisione dal gesto, il dubbio dalla risoluzione, la tentazione dalla caduta o dalla salvezza. Spazi, paesaggi uguali nei millenni, ma da lui riscoperti in occasioni prossime a quelle che noi stessi abbiamo conosciuto. Sull'elsa delle spade immemoriali dura ancora il calore di un pugno, sull'erba immutevole è passata un'orma da poco, e quella presenza così prossima potrebbe essere la sua o la nostra.

Non a caso The Lord Of The Rings è diventato così popolare, i bambini vi si ambientano subito e i dotti godono tanto a decifrarlo quanto a restare giocati da certi suoi enigmi puramente esornativi. Si rimane stretti in una maglia ben tessuta, fatta dei nostri stessi tremiti, inconfessati sospetti, sospiri più intimi a noi di noi stessi. Perché opera di così impalpabili forze, The Lord Of The Rings si divulgò smisuratamente, senza bisogno di persuasioni o di avalli, perché parlava per simboli e figure di un mondo perenne oltre che arcaico, dunque più presente a noi del presente».

[Elémire Zolla, Introduzione a The Lord Of The Rings, Bompiani, 2000]

.|. La versione cinematografica .|.

Il primo dei tre film già tutti girati da Peter Jackson (conosciuto per Creature del Cielo, 1994 e Sospesi nel Tempo, 1996), La Compagnia dell'Anello, è stato accolto molto bene dal pubblico e dai fans dell'opera, nonostante le molte "libertà" presLa locandina ufficialee dal regista nei riguardi della storia, dei suoi personaggi e di altri particolari. Ovviamente sarebbe stato impossibile conservare ogni elemento di un libro complesso e ricchissimo come Il Signore degli Anelli, e altrettanto impossibile riuscire a ricreare la stessa identica atmosfera creata da Tolkien, ma il risultato raggiunto da Jackson è stato, almeno per quanto riguarda la prima parte e dal nostro punto di vista, piuttosto ammirevole.

Jackson e la moglie iniziarono a lavorare ai film di TLOTR già nel lontano 1996, e da allora impiegarono ben tre anni per arrivare alle 138 pagine della sceneggiatura definitiva. Dice Jackson: «La difficoltà non è stata legata solo alla complessità di questo meraviglioso libro o alla scelta di cosa conservare e cosa eliminare, ma soprattutto all'approccio generale con l'universo tolkeniano. E' durante la scrittura che ho trovato la mia visione generale: rifiutare il tradizionale approccio fantasy e trattare Il Signore degli Anelli come una vicenda storica, o meglio pre - storica visto che è ambientata 7000 anni fa. Ma sulla nostra Terra e con personaggi umani, anche se si tratta di hobbit o elfi».

Il regista, e non solo lui ma anche molti degli attori che hanno partecipato ai film (ad esempio il Sir Ian McKellen, Gandalf, e soprattutto Cristopher Lee, Saruman), ha sempre amato la trilogia di Tolkien e dal 1996 fino al 2003, anno in cui uscirà Il Ritorno del Re, Peter Jackson avrà speso sette anni dOrlando/Legolas e Peter Jackson sul set... (sullo sfondo, dietro Peter, Viggo/Aragorn!!)ella sua vita alla realizzazione cinematografica dell'opera dello scrittore inglese. E' onorato di aver diretto i tre film, e proprio per venir incontro ai fedelissimi di Tolkien ha ritenuto giusto condividere il proprio amore per la Terra di Mezzo con tutti i fan che popolavano la rete, ascoltando le loro osservazioni.

Girati in Nuova Zelanda senza interruzioni (in circa 15 mesi, dall'ottobre del 1999 al dicembre del 2000), La Compagnia dell'Anello, Le Due Torri e Il Ritorno del Re vantano di un cast d'eccezione pur senza la presenza di vere star, che avrebbero impedito con inevitabili impegni personali il lungo periodo di lavorazione necessario. In più, in questo modo, Jackson ha potuto scegliere gli attori più indicati ai ruoli e privilegiando, per rispetto a Tolkien, attori britannici. L'isolamento quasi monastico nella natura incontaminata della Nuova Zelanda, l'idea di lontananza dagli studios e dai set tradizionali ha poi permesso alla troupe e al cast di immergersi totalmente nell'universo di Tolkien.Dominic/Merry, Sean/Sam, Billy/Pipino, Liv/Arwen, Elijah/Frodo & (omioddio^^;) Legolas/Orlando abbracciati appassionatamente!!

Il lavoro maggiore è stato fatto prima di arrivare sul set, che da un certo punto di vista è risultato il momento più semplice della lavorazione. Dice ancora Jackson: «Visto che sul set mi sono ritrovato anche a far lavorare cinque troupe in contemporanea sparse per la Nuova Zelanda, controllando via satellite le riprese sul monitor, dovevo necessariamente arrivare a girare con le idee ben chiare. Per questo, oltre ai tradizionali storyboard ho animato l'intero film, animazioni semplici fatte col computer, con tanto di effetti sonori e letture fuori campo degli attori. E' stato come avere l'intero film davanti agli occhi prima di girarlo. Sul set non dovevo fare altro che migliorare e perfezionare quello che era già stato fatto».

Per oltre quarant'anni è stato impossibile portare al cinema Il Signore degli AFrodo...nelli: la tecnologia non lo permetteva. Anche se, afferma sempre il regista, si parla sempre di tecnologia mentre la vera anima di un film sono i personaggi. Sono stati proprio loro a riportarlo sul set dopo la fine delle riprese, per aggiungere alcuni momenti di dialogo che non c'erano nella sceneggiatura originale. In particolare sono state girate nuove scene di spiegazione ed approfondimento, in modo che anche per quel pubblico composto dalla nuova generazione di teenager, che al novanta per cento non ha mai letto il libro, potesse essere tutto comprensibile. «Tutti devono capire l'uni...The One Ring!cità di questo capolavoro letterario. Vorrei trasmettere il senso di stordimento che si ha di fronte all'infinito», continua Jackson. «Perché questa è una storia infinita».

Qualche cifra: la produzione dell'intera trilogia è costata circa 300 milioni di dollari, oltre 600 miliardi di lire (intorno ai 310 milioni di euro). Hanno lavorato sul set in 220 persone, in 200 per la colonna sonora (ricordiamo che La Compagnia dell'Anello ha vinto l'Oscar come Miglior Colonna Sonora quest'anno) e son stati utilizzati più di 1.200.000 metri di pellicola in formato Super35mm. Per la produzione delle varie uscite in DVD dei tre capitoli della saga si prevede un costo mai raggiunto prima per realizzare edizioni in digitale di un film.

[Informazioni prese dall'intervista a Peter Jackson "La magnifica ossessione", di Stefano Lusardi, Ciak, Gennaio 2002, Mondadori]