.|. Ti Seguirò Ovuqnue .|.

by Legobaby

E se la semplice vicinanza dovuta ad una forte amicizia, andasse molto più in là, di quella che risulta essere in apparenza?...

Sentimentale | Slash | Rating NC-17 | One Piece

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Tutto ciò che troverete scritto qui, è pura fantasia: non è mia intenzione offendere, né giudicare le preferenze sessuali di nessuno…buona lettura!!

(P.S. I punti contrassegnati tra gli asterischi, sono le scene disegnate e le frasi scritte nel disegno di Leia, per il Summer WG contest 2004!!)

 

-

 

“Forza ragazzi! È ora di rimettersi tutti a lavoro! Elijah e Sean sul set numero due, Viggo, Orlando e John sul set numero tre, e…Viggo?! Mi sembra che quella spada sia già abbastanza lucida…”

 

Appena sentite quelle parole, l’uomo finì all’istante di lucidare la sua Narsil, e rialzò di scatto la testa, puntando lo sguardo verso il regista PJ (come loro lo chiamavano amichevolmente) con un’espressione indecifrabile sul volto…sembrava quasi imbarazzo, come l’imbarazzo e contemporaneamente l’aria da innocentino, che si dipingono sul volto di un bambino che è stato colto con le mani nel sacco mentre…ruba la marmellata dalla credenza; e vedere quell’espressione sul volto maturo e a tratti austero di Viggo, era una cosa davvero inusuale: un vero spasso per Orli che notò subito l’espressione dell’uomo e non si lasciò di certo sfuggire l’occasione per poterlo schernire, come faceva sempre; in modo scherzoso, s’intende, più per attirare l’attenzione dell’uomo su di sé che per altre ragioni:

 

“Oh! Guarda guarda!! Lo sporco umano non ha per niente cura di sé stesso, non facendosi un bagno da giorni, ma ha una cura folle e quasi maniacale per la sua fedele spada…cos’è?! Vuoi accecare gli orchetti anziché infilzarli?!...”

Viggo lo guardò con aria divertita; stava per ribattere, ma…

“Se voi due avete finito di chiacchierare, potreste degnarvi di venire sul set e compiere il vostro lavoro?! O forse preferite che Fran indossi gli abiti da ramingo, e io mi metta una parrucca bionda in testa?!...”

 

Al solo pensiero di una scena simile, i tre attori e tutto il cast tecnico alle spalle del regista, scoppiarono in una sonora risata; e, ancora ridendo, rivolgendosi al regista, Viggo disse: “Bhè, non sarebbe poi tanto male…anzi!! Non sarebbe nient’affatto una cattiva idea!!..”

Anche Orli rideva, ma la sua attenzione era più di ogni altra cosa rivolta al collega che nella trilogia interpretava Aragorn: i suoi occhi limpidi, celesti come le pure acque di un lago di montagna; in quel momento emanavano dei bagliori surreali, una luce intensa quasi come la stessa Via Lattea, quella stessa Via Lattea che tante volte, durante le loro ormai famose scampagnate serali, insieme a tutto il resto del cast di “The Lord of the Rings”, avevano guardato in silenzio, quasi fino al sorgere del nuovo giorno, mentre tutti gli altri dormivano, ancora spossati dai vapori dell’alcool assunto in quantità massicce durante la sera precedente; scaldati dalle coperte che ognuno si era portato con sé, e dalle calde fiamme che ancora bruciavano nel falò…un romantico riverbero di quell’antica luce stellare pareva essere rimasto imprigionato nei suoi occhi per sempre, donandogli quella luminosità irreale, quello scintillio etereo; tipico di due diamanti incastonati in gioielli preziosi, e che sembrava accentuarsi ancor di più quando l’uomo sorrideva…Ad Orli sembrava che quello scintillio fosse nient’altro che il riflesso dell’anima profonda e nobile che albergava in quel corpo splendido; e contemporaneamente pensava che quell’anima non avrebbe potuto scegliere dimora migliore…era uno spettacolo da levare il fiato; ed Orli non poteva, non voleva, non notarlo…

Una voce lo fece destare completamente dai pensieri che la sua mente inseguiva in quel momento, facendolo capitolare nuovamente nella realtà circostante, e con aria smarrita si guardò attorno, come se non ricordasse più dove si trovasse in quel preciso istante, e soprattutto cosa ci stesse a fare:

 

“Orlando sei tra noi?! Ci sei ancora?!...”

 

Orli si accorse solo in quel momento che tutti avevano smesso di ridere, e non attendevano altro che lui si decidesse a dirigersi verso il set; e soprattutto si accorse dell’espressione incuriosita con cui Vig lo stava guardando…Dannazione!! Probabilmente l’uomo se n’era accorto, si era accorto dell’aria imbambolata e sicuramente; pensava lui, inebetita con cui lo stava osservando…abbassò lo sguardo imbarazzato, mentre le sue guance avevano assunto un colorito vagamente roseo, e mugugnò qualcosa di incomprensibile che alle orecchie dei più arrivò come un: “Si, scusate!! Mi ero solo assopito un attimo!!...”

Ma proprio in quel momento, mentre lui si dirigeva verso il set, la voce di PJ risuonò ancora nell’aria:

 

“Ah!! E, Orlando?!!...Non ti sembra arrivato il momento di toglierti quella bandana dalla testa?!!...”

 

Si fermò all’istante, ricordandosi solo in quel momento di non essersi ancora tolto la bandana che usava nei momenti di pausa per non far rovinare la parrucca che indossava; così girò la testa nella direzione del regista, stava per dare fiato alla bocca e rispondergli, quando Viggo gli si affiancò e lo precedette, sussurrandogli all’orecchio: “Ah ah!! Beccato anche tu sul fattaccio a quanto vedo, elfo vanitoso!!...” In quel momento Orlando si sentì pervaso da mille sensazioni tutte insieme, tutte in una volta sola; troppe da reggere contemporaneamente: Viggo era vicino, troppo vicino, poteva sentire il suo alito profumato sul collo lambirgli teneramente quella parte del suo corpo, il calore della sua vicinanza gli stava dando alla testa, e la sua mente non potè fare altro che ricominciare a viaggiare e perdersi, e naufragare, e affondare in quell’oceano di mille sensazioni che, benché bollenti, erano oltremodo piacevolissime…E così si ritrovò a chiedersi come sarebbe stato spingersi e perdersi in quel calore disarmante, e la sua mente cominciò ad agire di conseguenza, come se fosse stata guidata da una volontà propria, indipendente da

quella di Orlando; immaginandosi così di spingere l’uomo a terra davanti a tutti, strappargli gli abiti di dosso, inebriarsi del suo profumo, assaporare il suo calore ed ogni centimetro di quella pelle e di quel corpo liscio e muscoloso, tornito e bollente; sotto le sue mani, per risvegliare in lui l’istinto animale…e infine farsi scopare da lui, ancora e ancora, assaporando ad una ad una tutte le sue spinte, fino a raggiungere l’apice del desiderio insieme, fino ad arrivare a gridare dal piacere, fino a fargli gridare il suo nome…fino a farsi inondare dalla sua essenza, col suo nome sulle labbra… ‘Vig’…fino a spegnere con la lussuria quel fuoco che gli bruciava dentro fin dalla prima volta che aveva incrociato il suo sguardo limpido; fino a spegnere per sempre con la lussuria di una sola volta, quel desiderio che aveva di farsi possedere, di sentire quanto forte potesse urlare in preda all’istinto sessuale, alla brama passionale; quel desiderio che non faceva altro che tormentarlo tutti i giorni, tutto il giorno; e tutte le sere, ad ogni ora, e manipolava i suoi sogni talmente tanto da farli sembrare così reali, che si svegliava quasi tutte le notti ormai, di soprassalto, sudato, col corpo in preda all’eccitazione più acuta e spossato da tremiti continui…e allora non trovava altra soluzione che quella di appagarsi da solo, con le proprie mani, nel buio della sua camera, tra le fredde lenzuola del suo letto, così in contrasto col bollore del suo corpo, che chiedeva attenzioni, che chiedeva e pulsava con insistenza in quella zona così sensibile, bisognoso di essere appagato…e allora, e allora si tirava su a sedere sul proprio letto, appoggiandosi con la schiena alla testiera, e lentamente si portava due dita alle labbra ed iniziava a lambirle e a succhiarle con la lingua, mentre l’altra mano accarezzava la base del proprio collo fino a raggiungere l’orecchio, e poi iniziava a toccarsi il petto, soffermandosi sui capezzoli finché non li sentiva inturgidirsi tra le propria dita ancora umide di saliva, e poi scendeva sul ventre con entrambe le mani, e accarezzava e accarezzava, ora con forza e decisione, ora con sfioramenti lenti e moderati; fino a quando la sua eccitazione pulsava ancor di più, con rinnovata forza e maggiore ardore, e allora, solo allora si metteva in ginocchio e chiudeva il pugno su di sé, e iniziava a muoverlo, prima lentamente, poi velocemente, sempre più velocemente, e nella stanza risuonavano i suoi sospiri e i suoi gemiti lussuriosi, sempre più frequenti, sempre più accesi; mentre lui gettava la testa all’indietro…fino a quando, gridando il nome di Vig, veniva tra le proprie mani, e parte del liquido caldo si andava a confondere con il candore delle lenzuola…e allora ricadeva all’indietro sul letto, sfinito, affondando la testa nel morbido e accogliente cuscino, e col corpo ancora tremante si addormentava di un sonno profondo, sognando il più delle volte il sorriso di Viggo…

 

Quando si destò nuovamente dai propri pensieri, si accorse che l’uomo ormai non era più accanto a sé, ma si era già diretto sul set, e, davanti alla macchina da presa un po’ armeggiava con la sua spada, un po’ si fermava e provava assieme a John le battute previste dal copione per la scena che stavano per girare; Orlando non potè fare a meno di sorridere nel vederlo sempre e comunque all’opera, o che si trattasse di qualche minuto prima di girare delle scene, o che si trattasse di brevi o lunghi momenti di pausa, o che si trattasse di vita privata: non c’era mai stato un attimo in cui l’avesse visto buttato da qualche parte a non fare niente; ogni momento che la sua attenzione era rivolta a lui; e questi momenti erano parecchi, l’aveva sempre visto fare o applicarsi o anche dilettarsi in qualcosa…persino in cucina!! E quella volta, per la festa di Dom, l’interprete di Merry; vederlo alle prese coi fornelli ancora truccato e vestito da Aragorn, (non aveva avuto il tempo di cambiarsi d’abito e struccarsi, così era corso subito a preparare tutto il necessario per la festa a sorpresa che gli avevano organizzato, e ad impartire ordini agli altri su chi doveva andare a comprare quello, chi doveva rimediare quest’altro, chi doveva apparecchiare, chi doveva dare una rassettata al bungalow che avevano affittato per l’occasione…) era stata un’esperienza davvero esilarante!! Ad Orli era toccato essere “ l’ aiuto-cuoco”; Vig gli aveva detto: “Tu, Orli, mi aiuterai a cucinare!!...” nonostante le proteste degli altri che temevano non poco la presenza di Orlando in cucina; e lui non aveva esitato neanche un attimo ad accettare, ma di certo non si sarebbe mai immaginato che con “mi aiuterai a cucinare”, Vig intendeva dire “tu caperai le verdure!!”…E così mentre era seduto al tavolo della cucina, con un grembiulino piuttosto ridicolo legato in vita, davanti ad una montagna di fagiolini e piselli (Oooohhh!!!!...Nd Legobaby) da capare, si lamentava della “mansione” a cui Vig lo aveva soprannominato, sbraitando in continuazione e ripetendo frasi del tipo: “Dom me la pagherà!! Oh si che me la pagherà, eccome se me la pagherà…e me la pagherà anche molto cara!! Quando sarà il mio compleanno gli fornirò secchio, scopettone e straccio, e lo metterò a lavare i cessi!!...” E intanto, credendo di non farsi notare, Vig se la rideva di gusto sotto i baffi, quando: “E tu Vig non te la ridere sotto ai baffi!! Anche tu me la pagherai molto cara!! Tu e Dom fareste un’accoppiata vincente nel ripulire i bagni, ne sono più che sicuro!! Chissà, magari potreste darvi al commercio ed aprire un’impresa di pulizie, o magari…” Ma non riuscì a terminare la frase perché Vig lo aveva zittito girandosi verso di lui con il mestolo in mano, agitandolo in aria e dicendo: “Non lamentarti sempre Orli! Insomma, un tipo spericolato come te che si butta legato ad un elastico da un ponte, senza pensarci due volte, e che tra parentesi, tanto per la cronaca, ha costretto anche il sottoscritto a farlo; che si lamenta per così poco?! Ricorda che tutto quello che stai facendo è per la festa di un tuo caro amico, un amico e collega al quale tu e tutti noi siamo molto affezionati; e l’amicizia è una delle cose fondamentali nella vita di un uomo, perché l’amicizia…” Ma questa volta fu Orli ad interrompere Vig: “ Ehm…Aragorn!!Non mi pare sia il caso che tu faccia discorsi seri alla ‘Vig l’artista-poeta’ agitando un mestolo in mano, anziché la tua Narsil, o al limite, se preferisci, un pennello o una penna…” E solo in quel momento l’uomo si rese conto di come effettivamente era conciato, come si rese anche conto che conciato così, davanti ai fornelli, mentre cercava di affrontare discorsi seri sull’amicizia agitando un mestolo in mano; doveva risultare piuttosto ridicolo; così si fermò di colpo, ancora col mestolo in aria, girò gli occhi verso Orli e notò che con la testa piegata da un lato, ed un fagiolino già capato in mano, lo stava guardando con un’espressione divertita e al tempo stesso provocatoria stampata sulla faccia…e non riuscì più a trattenersi: scoppiò in una grossa risata, seguito subito dopo da Orlando che gli tirò il fagiolino addosso, colpendolo in piena fronte…

 

Ancora una volta Orli si riebbe dai suoi pensieri, e mentre non poteva fare ancora a meno di ridere per ciò che aveva appena ricordato, scosse la testa, e finalmente raggiunse il set dove Vig lo guardava con aria soddisfatta per avergli reso, grazie all’intervento inconsapevole di PJ, la battutaccia di poco prima: Orli

comprese al volo il motivo di quell’aria soddisfatta che aleggiava sul viso perfetto di Vig, e senza una sola parola si diresse verso di lui, avvicinò le labbra al suo orecchio, come anche lui aveva fatto poco prima, e

gli sussurrò: “Misero mortale!!...”

 

“Allora ognuno ai propri posti!! Siamo tutti pronti?!...Si?!!...Bene!!...Facciamo questa, e poi per oggi abbiamo finito!!...Motore! Eeee……..Azione!” Il grido concitato del regista PJ rimise tutti ai propri posti, ognuno ad occupare la propria parte di lavoro per la difficile realizzazione della trilogia; sul set calò il silenzio, e gli attori si concentrarono sulla scena da interpretare e sulle battute da recitare: stavano girando una parte molto importante de “Le due Torri”, quella in cui, quando tutti credevano che fosse morto dopo lo scontro coi mannari di Saruman, su per i pendii di Rohan, Aragorn compie il suo inaspettato ingresso alla fortezza del fosso di Helm…inaspettato per tutti, ma non per Legolas, il quale lo stava aspettando e sperava con tutto il cuore di vederlo ritornare da un momento all’altro, per continuare ancora insieme a combattere fianco a fianco, e portare così a compimento quella missione per cui avevano intrapreso il pericoloso viaggio verso Mordor…In quel momento Orli, Vig e John erano scomparsi, così come erano scomparsi i loro caratteri e le loro personalità, le loro emozioni e i loro sentimenti; per lasciare spazio ai tre personaggi costruiti dalla feconda e fantasiosa mente di J.R.R. Tolkien: per una volta la realtà si era fatta da parte per lasciare spazio al mondo della fantasia e dei sogni, ma…era solo apparenza, o era davvero così?! O almeno, era così per tutti e tre?!...

 

“ È vivo!!...”

Erano le esclamazioni della gente di Rohan, stupita nel rivedere il futuro re di Gondor ancora vivo…

“Dov’è, dov’è?! Fate largo!! Io lo ammazzo!!...”

Il nano si fermò davanti ad Aragorn, e con aria felice e al tempo stesso incredula, si rivolse a lui dicendogli:

“Tu sei l’uomo più fortunato, più scaltro e più avventato che io abbia mai conosciuto…che tu sia benedetto!!...”

E con quelle parole, felice di rivedere l’amico che credeva ormai perduto, Gimli si lasciò andare ad un abbraccio liberatorio; Aragorn ricambiò quel gesto di affetto, ma poi scostandolo leggermente da sé gli disse:

“Gimli, dov’è lei?!...”

“…” E con un suono sgraziato e gutturale, che stava a significare ‘si, è giusto! Và da lei…’ gli fece cenno di aver capito… (‘ Lei ’ sarebbe Eowyn, la dama di Rohan…Nd Legobaby)

Aragorn si fece strada tra la folla, ma dopo pochi momenti si ritrovò davanti all’altro compagno di avventura: l’elfo, principe di Bosco Atro. Si guardarono negli occhi per pochi momenti, sufficienti comunque a far capire sia ad uno che all’altro l’infinita gioia provata nel rivedersi; fino a quando Legolas decise di rivolgergli parola:

“Le abdollen…” (sei in ritardo)

E dopo avergli dato una rapida occhiata, aggiunse:

“Che brutto aspetto!...”

Aragorn ricambiò lo sguardo profondo dell’amico, e quando udì le ultime parole, non potè fare a meno di “stare allo scherzo”, sfoderando un bellissimo sorriso, e appoggiandogli una mano sulla spalla in segno di saluto e di reciproco rispetto e affetto…subito dopo Legolas tirò fuori dalla tasca della casacca un gioiello appartenente al suo amico, il quale lo aveva perso durante lo scontro coi mannari, strappatogli da un orchetto prima che precipitasse giù dal dirupo. Era l’Evanster che Arwen, Stella del Vespro e figlia di Sire Elrond di Granburrone, aveva donato ad Aragorn, prima della partenza della Compagnia; l’uomo al quale, per amore, aveva rinunciato alla propria immortalità, decidendo di vivere al suo fianco come creatura mortale, piuttosto che affrontare tutte le ere del mondo senza l’uomo di cui si era innamorata…

Legolas lo aveva trovato tra le mani dell’orchetto agonizzante, e prima che questi morisse, lo aveva costretto a farsi dire dove fosse andato a finire Aragorn. L’orchetto compiaciuto della fine che Aragorn aveva fatto, gli aveva rivelato che era morto insieme al mannaro con cui si stava scontrando, precipitando dal dirupo alle loro spalle…L’elfo non ci credeva, non poteva credere al fatto che l’amico di una vita, e suo compagno d’avventura fosse veramente morto; così aveva raccolto l’Evanster e lo avrebbe conservato fino a quando avrebbe rivisto l’amico tornare, sicuro che prima o poi Aragorn lo avrebbe fatto…

E così fu infatti; Legolas porse il gioiello nella mano dell’amico, e quando Aragorn ebbe realizzato ciò di cui si trattava, rialzò subito lo sguardo su di lui, e con un espressione di profonda gratitudine in volto, gli sussurrò un:

“Hannon le!...” (grazie)

Legolas ricambiò sorridendo…

 

Proprio in quel momento si udì un forte e deciso:

“Stooop!!...”

A quel grido tutti sobbalzarono per lo spavento, specialmente Viggo ed Orlando che ancora erano impegnati e totalmente presi dalla loro scena…

Il regista si alzò dalla sua sedia, e con passo veloce si diresse verso il centro del set, fermandosi ad un passo dai due attori; poi rivolgendosi ad entrambi disse:

“Non che la scena non sia buona, ma…”

Affermò il regista, poi rivolgendosi solo ad Orlando continuò:

“Orli! Quando ti rivolgi a Vig, o meglio, quando Legolas si rivolge ad Aragorn, c’è troppa gioia nei tuoi occhi e nella tua espressione…pare che da un momento all’altro tu gli debba buttare le braccia al collo e stringerlo forte!!...Intendiamoci!! Legolas ed Aragorn sono amici, e sono anche amici di vecchia data, è normale che l’elfo sia felice di rivedere il suo amico ancora vivo, ma devi capire che Legolas appunto, è un elfo!! Gli elfi sono creature…come posso dire…ecco!! Distaccate, si, distaccate in un certo senso, quindi non mostrano mai troppo facilmente i loro sentimenti e non esternano mai, come se niente fosse, le loro emozioni e le loro sensazioni…Non sono uomini, quindi non sono molto facili a scatti d’ira, a sorrisi o a lacrime, né tantomeno ad abbracci; insomma!! Non si fanno trasportare dalla tempesta emozionale o adrenalinica del momento, anche se magari, in cuor loro in quel momento c’è un autentico vulcano in eruzione o una tempesta in atto…Gli elfi riescono sempre e comunque a controllarlo quel vulcano o quella tempesta, apparendo anche in situazioni simili, come autentiche statue di marmo, perfette ed eteree…e…fredde!! Ecco!! Ecco trovato il termine adatto Orli!! Devi cercare di essere non solo un po’ più distaccato, ma un po’ più freddo, d’accordo?! So che non è facile interpretare il ruolo di un elfo, specialmente il ruolo di Legolas, un elfo guerriero che combatte fianco a fianco dei suoi amici, e rischia ogni giorno di vedere la sua immortalità buttata al vento, per morire trafitto da un’arma, o di vedere i suoi amici morire in combattimento; e per quanto riguarda la parte tecnica Orlando, il tuo è uno dei ruoli più difficili, perché non ti esprimi tanto attraverso i dialoghi, quanto attraverso il linguaggio dei movimenti e delle espressioni…Legolas è una creatura che danza in equilibrio perfetto tra due mondi opposti: la maturità e la forza fisica e mentale di un antico guerriero, e la grazia e la morbidezza e la velocità di un fanciullo…Fino ad ora hai fatto un ottimo lavoro Orlando, e ne sono più che soddisfatto; non è da tutti la bravura che hai dimostrato nell’interpretare un personaggio come Legolas; mi raccomando! Continua così, e per quanto riguarda questa scena, l’ho già detto prima: è buona, i tempi sono perfetti, te e Vig avete un affiatamento ammirevole, devi solo cercare di essere un po’ più distaccato, ma più che distaccato, freddo è meglio ancora…ok?!”

 

Orli annuì con lo sguardo basso, ed il regista, dopo avergli dato una pacca sulla spalla, si allontanò dirigendosi verso la propria sedia, gridando imperioso:

“Ok ok!! È finita la pacchia, questa non era una pausa!! Su, su, tutti a lavoro, ognuno ai propri posti, si ricomincia, a meno che non vogliate rimanere qui fino a stanotte, o che vi taglia i fondi per i viveri!!...”

 

Quando il regista aveva iniziato a parlargli, Orlando aveva tenuto lo sguardo alto, e gli occhi ben puntati in quelli di chi gli stava parlando, ma lo aveva abbassato subito appena PJ se n’era uscito con quella frase: “…pare che da un momento all’altro tu gli debba buttare le braccia al collo e stringerlo forte!!...” e contemporaneamente le sue guance si erano tinte di rosso…perché?! Perché ogni volta che si trovava vicino a Vig il suo cuore iniziava a palpitare così forte?! Perché dalla prima volta che aveva posato lo sguardo su di lui, l’uomo si era trasformato nella sua ossessione?! Perché aveva un’attrazione così forte nei suoi confronti, da non riuscire neanche a mascherarla con la recitazione?! Tanto più che quello era il suo lavoro, quindi gli dovrebbe essere risultato abbastanza facile calarsi nei panni di qualcun altro e pensare ed agire come la persona che stava interpretando in quel momento; anche se si trattava di un elfo!! Ma a quanto pare non era così, o almeno, con Vig vicino a lui non era così!! Lui lo sapeva che la freddezza e il distacco erano gli elementi che più di ogni altra cosa caratterizzavano la personalità ed il comportamento di un elfo, non l’aveva di certo appresa da PJ adesso quella cosa, ma nei confronti di Vig, anche se in quel momento indossava i panni di Aragorn, non riusciva ad essere freddo; se lo guardava negli occhi, non riusciva a dimostrarsi lontano e distaccato…e poi tutte quelle sensazioni che provava vicino al collega in continuazione, e che si presentavano anche nei momenti meno opportuni, non giovavano di certo al suo lavoro!! Quelle sensazioni che gli davano alla testa, e gli facevano perdere la concentrazione, facendolo continuamente sognare ad occhi aperti, si andavano a riflettere anche sul suo operato lavorativo, e non poteva, non doveva essere così, dannazione!! Lui era un attore, e come tale si sarebbe dovuto comportare in modo professionale sul proprio lavoro, com’è giusto che tutti, lui compreso, facessero!! E infatti tutti si comportavano in quel modo, tutti tranne lui, che invece si comportava come un ragazzino alle prese con la prima cotta amorosa; e poi per chi?! Per un uomo, Cristo Santo, un uomo!! Una persona del suo stesso sesso per cui lui provava tutte quelle sensazioni ed emozioni difficili da tenere a bada!! Non gli era mai successo con nessun altro prima d’ora, e comunque non gli era mai successo di provarle in un modo così forte ed intenso; neanche per una donna!! Maledizione!! Vig era un uomo, e per di più un uomo con una ventina d’anni in più di lui oltre ad essere anche un padre di famiglia, benché fosse separato dalla moglie…che cosa avrebbe pensato di lui se solo fosse venuto a sapere tutto questo?! Sicuramente avrebbe riso di lui, e gli avrebbe dato del pazzo, considerandolo un ragazzino immaturo e viziato; e questo Orli non lo voleva assolutamente: più di ogni altra cosa temeva di perdere non solo l’amicizia dell’uomo, ma anche il suo rispetto; e insieme al suo rispetto, avrebbe perso anche l’amor

proprio, perché lui era arrivato fino a quel punto, aveva lavorato e faticato, e sognato per arrivare al

punto in cui si trovava adesso; non si era lasciato abbattere, aveva creduto nel suo sogno fino in fondo, ed era andato avanti per la sua strada, senza dare retta a chi gli diceva di lasciar perdere per tentare qualcosa di più sicuro; e ce l’aveva fatta, aveva tagliato il traguardo finale come vincitore, ed ora si trovava lì nelle vesti d’attore, in uno dei cast più prestigiosi del mondo, e per di più come uno dei protagonisti, per realizzare una trilogia cinematografica destinata alla gloria e al successo mondiale; e ora?! Ora si permetteva di comportarsi in quel modo; in un modo così immaturo ed irresponsabile?! In questo modo, non solo avrebbe fatto perdere del tempo prezioso a tutti coloro che lavoravano alla trilogia, e che giorno dopo giorno faticavano e si impegnavano con tutti sé stessi per la realizzazione della colossale opera; e già questo non era giusto, ma rischiava di mandare in fumo tutto l’impegno che aveva messo e tutti i sacrifici che aveva compiuto fin dai sedici anni, tappa della sua “fuga” a Londra, e avrebbe rischiato di buttare all’aria anche la sua carriera, quella carriera che ancora stava agli esordi ma che già gli aveva fatto guadagnare quella fama che lui tanto aveva agognato; in quanto se avesse continuato in quel modo, PJ stesso gli avrebbe fatto le valigie e gliele avrebbe caricate sul primo aereo per Londra; e se tutto questo fosse successo, non se lo sarebbe mai potuto perdonare, ma…più si ripeteva tutte queste cose, e più la sua attenzione, la sua mente ed il suo corpo, erano attratti da Viggo…Viggo alle prese col suo personaggio, Viggo nella vita privata in veste d’artista o poeta, Viggo al telefono col figlio, Viggo mentre si allenava in palestra, Viggo che si dilettava in cucina, Viggo mentre rideva, scherzava e beveva una birra in compagnia: tutto ciò che l’uomo dicesse o facesse veniva osservato e ascoltato dagli occhi e dalle orecchie attenti di Orlando, il quale non si lasciava sfuggire un solo movimento o una sola frase dell’uomo, e memorizzava il tutto ancor meglio di quanto potesse fare un computer; e ai suoi occhi e alle sue orecchie, tutti quei gesti, e tutte le parole che Viggo facesse e dicesse, risultavano come le più aggraziate, calibrate e fascinose movenze che egli avesse mai notato, e le parole, sussurrate da quella sua voce roca e profonda, come la melodia più soave e dolce che egli avesse mai ascoltato…Oh, insomma, basta!! La doveva finire una volta per tutte di pensare sempre e solo a Viggo; Viggo di qua, Viggo di là, Viggo di su, Viggo di giù, tanto più che uno: era sbagliato, due: anche se fosse, Viggo non lo avrebbe mai ricambiato, e tre: adesso c’era una scena da girare, e tutti quei pensieri, non avrebbero di certo aiutato Legolas a mantenere un comportamento freddo e distaccato nei confronti di Aragorn…Stava giust’appunto pensando quest’ultima cosa, quando Vig gli arrivò accanto ed incominciò a parlargli, Orlando sobbalzò per la sorpresa: era talmente preso dai suoi pensieri, che stranamente, visto e considerato che teneva d’occhio ogni mossa dell’uomo, non lo aveva sentito arrivare alle sue spalle, ma l’uomo, questo, parve non notarlo:

 

“Ehy Elf-boy!! Che ti succede?!”

“Eh?!...Niente Vig, non preoccuparti, deve essere solo un po’ di stanchezza!!...”

“Sei sicuro, Orli?!...Sai, non prendermi per il solito apprensivo della situazione, né tanto meno per il ficcanaso della situazione; ma, ultimamente ti vedo un po’ strano…ti dimentichi spesso le cose, e, a volte, anche se fisicamente sei presente, ti estranei completamente dal gruppo, la tua mente pare perdersi in pensieri tutti tuoi…”

“No Vig, davvero!! Ti ringrazio, ma non c’è niente di cui preoccuparsi!! Te l’ho detto, dev’essere solo un po’ di stress; ultimamente non facciamo che svegliarci all’alba per girare le scene, e spesso e volentieri, se ci va bene, finiamo solo nel tardo pomeriggio…è un ritmo di vita un po’ massacrante, lo sai meglio di me!!”

Vig lo scrutò con aria indagatrice, poi dopo un po’ aggiunse:

“Ehy, Elf-boy!! Ma a chi vuoi darla a bere?! Sarò un po’ più grande di te, ma, queste cose la mia stanca mente, ancora le capisce!!...”

Orli lo guardò sorpreso, con un’espressione stupita sul volto, come di chi non capisce a cosa si stia riferendo la persona con la quale sta parlando:

“Non…non capisco!!...Cosa vuoi dire?!...”

“È semplice caro Orli!!...Non è che, per caso,  ti sei innamorato?!...”

A quelle parole, Orlando sobbalzò visibilmente; Viggo notò la sua reazione, e allora con aria di chi ha colpito nel segno, continuò:

“Ah ah!! Beccato un’altra volta caro il mio elfo vanitoso!!...Sai, mi stupisci ogni giorno di più, non è da te farsi sorprendere in questo modo…ma l’amore può fare anche questo!! Il nostro impavido Orlando si è fatto trafiggere al cuore dal duro dardo di Cupido!!...”

Dopo quest’ultima affermazione, Orlando abbassò lo sguardo visibilmente imbarazzato, le sue guance si tinsero di un rosso intenso, sopraffatto com’era, da un improvviso calore; e balbettando rispose:

“Ma no Vig!! Che, che dici?! Co cosa ti viene in mente?!...”

E con aria di chi la sa lunga in proposito, Viggo aggiunse:

“Ok, ok!! Sarà, ma a me dai questa impressione!! Ma dopotutto, in fondo, non sono affari che mi riguardano!! Comunque sappi che, se hai voglia di parlare con qualcuno, di qualunque cosa si tratti, la mia porta è sempre aperta!!...Ci tengo a te Elf-boy, e se tu volessi farmi partecipe dei tuoi problemi, sarei molto felice di poterti dare una mano…in qualunque modo…”

E dandogli una pacca sulla spalla, si allontanò da lui.

 

‘…In qualunque modo…’ Queste ultime parole ancora rimbombavano nella testa di Orli, che se ne era rimasto fermo nel punto in cui si trovava…Gli era sembrato che quelle ultime parole, Vig le avesse pronunciate volutamente con un tono diverso da quello utilizzato per il resto del discorso, quasi come se in realtà alludesse a ‘qualcosa’ di ben preciso…Possibile che Vig avesse capito?! Possibile che con ‘sarei molto felice di poterti dare una mano…in qualunque modo…’ intendesse dire proprio in ‘quel’ modo?!...No, non era possibile!! Che cosa andava a pensare?! Stava sicuramente impazzendo; certamente doveva essere così, non avrebbe dovuto pensarla neanche per un momento una cosa del genere: Vig era suo amico, ed era normale che, in quanto amico sincero, si sarebbe adoperato volentieri per dargli una mano…Se solo avesse saputo però!! Se solo avesse saputo di che tipo di supporto avesse bisogno lui in quel momento!! Glielo avrebbe dato comunque il suo aiuto?! Lo avrebbe aiutato ancora a superare quel momento?! In fondo lui era convinto che, benché una cosa simile gli mettesse addosso una gran paura, gli sarebbe bastata una volta sola, gli sarebbe bastata una sola notte di passione con Vig per placare una volta per tutte quel fuoco che gli bruciava dentro, e poi, una volta superata quella, avrebbe finalmente placato i suoi bollenti spiriti, e avrebbe nuovamente ritrovato la pace, quella pace che aveva perso da quando la prima volta aveva alzato gli occhi sull’uomo, incrociando così il suo sguardo celeste; accattivante, penetrante, magnetico…ma, ne era poi così sicuro?! Era davvero sicuro che una sola volta con Vig gli sarebbe bastata?! O forse dopo un solo assaggio non ne avrebbe più potuto fare a meno, non ne avrebbe mai avuto abbastanza?!...Oh, cazzo!! Di nuovo!! Non era possibile!! Ma come, aveva appena finito di darsi del pazzo e di dirsi che una cosa del genere non avrebbe nemmeno dovuto pensarla, che già ci era ricascato, e nel giro di pochi secondi poi!! Era una tortura, una vera ossessione; e lui non poteva permetterselo in quel momento: avrebbe dovuto pensare a tutto, tranne che ad una cosa simile, ma tutto era inutile, se l’era ripromesso più e più volte, aveva persino provato a stare lontano da Vig; ma il tutto era valso a un bel niente!! Più provava a stargli lontano, e più il suo corpo e la sua mente erano attratti dall’uomo, come se Vig fosse una calamita, e lui un ago di metallo…No, non poteva fare a meno della sua vicinanza, non poteva fare a meno del suo sorriso, della sua risata, dei suoi gesti, del suo calore, dei suoi occhi…Dio!! Quegli occhi!! Quegli occhi così chiari e così profondi, che ogni volta che lo guardavano, parevano entrargli dentro e leggere fin nel più profondo della sua anima; e lui, tante volte aveva dovuto abbassare lo sguardo, perché non riusciva a sostenere il suo, perché aveva paura che l’uomo, tramite un solo sguardo potesse venire a conoscenza di tutto il fuoco che gli bruciava dentro…quel fuoco che bruciava per lui!! *E anche adesso, come già tante altre volte era successo, l’immagine di quegli occhi limpidi, era tornata a dipingersi nella sua mente *, e, ancora immerso nelle sue riflessioni, non si accorse che il suo corpo, dopo tutti quei pensieri su Vig, non aveva resistito oltre, e aveva iniziato a reagire…fortunatamente c’era la lunga casacca del costume di Legolas a tenere nascosto e celato ad occhi indiscreti il rigonfiamento che si era venuto a formare tra le sue gambe…quale momento meno opportuno!! Si diede una rapida occhiata intorno, e si accorse che PJ stava per ridare l’avvio alle riprese, così lo precedette avviandosi fuori dal set, e strillandogli che aveva un impellente bisogno di andare in bagno e che sarebbe tornato entro pochi minuti: doveva allontanarsi da lì, doveva darsi una calmata, doveva riuscire assolutamente a trovare un modo per potersi distrarre da quelle fiamme che avvampavano dentro di lui, da quell’eccitazione che lo stava divorando…Se fosse rimasto lì nello stato in cui si trovava, non sarebbe riuscito a lavorare, non avrebbe potuto trovare la concentrazione necessaria, e men che meno sarebbe riuscito a fare sua la freddezza che contraddistingue gli elfi…

 

Arrivato davanti al capannone vicino al set adibito a sala relax, sala computer, sala trucco, palestra e sala costumi, fece qualche rapido passo in direzione dei wc, e ci si chiuse dentro. Una volta chiusa la porta alle sue spalle, ci si appoggiò contro con la schiena, e chiudendo gli occhi tirò un sospiro di sollievo. Dopo qualche momento, si avvicinò al lavandino, e ci si fermò davanti; con le mani ne afferrò i bordi, e strinse forti i pugni mentre guardava la sua immagine riflessa nello specchio, posto sopra il lavandino…

“Che ti succede Orli?!...Che cosa cazzo ti sta passando per la mente?!”

Chiese a sé stesso. Sbuffò e scosse la testa, abbassando lo sguardo verso il lavandino, i cui bordi erano ancora stretti nei suoi pugni…

“Cazzo, cazzo, cazzo!!! La devo piantare, per Dio!! Devo smetterla una volta per tutte!! Non posso andare avanti così…………..Porca di quella puttana!!!” E imprecando in questo modo, tirò giù un pugno al lavandino…

Aprì il rubinetto e fece scorrere l’acqua per qualche momento, fino a quando ne prese un po’ tra le mani, e chinandosi se la gettò sul viso…solo quando rialzò lo sguardo si accorse, tramite lo specchio, che era ancora truccato da Legolas…

“Cazzo!! Ci mancava anche questa adesso!!...Dio!!”

Ed esitando solo per qualche istante, uscì dal bagno imprecando, e si diresse verso la sala trucco, mentre gridava come un forsennato il nome di Michelle, la sua truccatrice.

 

Michelle arrivò di corsa; il caffè che era in procinto di bere nella sala relax insieme agli altri colleghi, per

poco non gli andava di traverso quando aveva sentito Orlando agitarsi e gridare in quel modo…

“Eccomi Orli!! Sono qui!! Che cosa ti succede?!”

 

‘che cosa ti succede ’…Era già la terza volta che gli veniva posta quella domanda nell’arco di una sola giornata: prima Vig, poi lui stesso, e adesso anche Michelle; non ne poteva più, anche perché non sapeva darsi una risposta ben precisa neanche lui…figuriamoci se poteva darla agli altri!!

 

“Questo cazzo di trucco che mi hai messo, non vale un accidenti, non resiste nemmeno a un po’ d’acqua!!” Rispose il ragazzo in maniera alquanto sgarbata…

La ragazza rimase di stucco nel sentire Orlando risponderle in quel modo: non era da lui parlare così; non lo aveva mai sentito rivolgersi a qualcuno in maniera così maleducata, sembrava fuori di sé; ed esitando per qualche attimo rispose:

“Orli, sei sicuro di sentirti bene?! Insomma, io…”

Ma venne subito interrotta dal ragazzo, che, furibondo le rispose:

“Chi sei tu per poterti prendere tutta questa confidenza con me?! Per te è Orlando, vedi di ricordartelo la prossima volta che ti rivolgi a me; e adesso fammi il cazzo di piacere di muoverti, e di mettermi addosso un trucco decente; mi stanno aspettando sul set, e non vorrai mica che io faccia tardi per colpa tua?!...”

Michelle rimase quasi paralizzata nel sentire l’ultima frase di Orlando…chi era quello?! Quello non era di certo Orli, il ragazzo simpatico e chiacchierone su cui ogni mattina riversava il suo lavoro; quello era nient’altro che un forsennato fuori di sé dalla rabbia, e per cosa poi?! Solo per un po’ di trucco?!...

Vedendo che la ragazza non accennava a muoversi, né a proferir parola, Orlando sbraitò ancor di più; i nervi gli erano saliti alle stelle, l’eccitazione di poco prima era sparita per lasciar spazio alla rabbia, ed urlando come un ossesso le gridò:

“Allora non hai capito!! Sei sorda o cosa?! Ti devi muovere!! Mi stanno aspettando sul set, porca troia!!”

A quelle parole, la ragazza trasalì, come se fosse stata risvegliata dai suoi pensieri, e accennando a muoversi, dapprima timidamente, si avviò delusa verso la sala trucco senza aggiungere “A”, seguita subito dopo da Orlando…

 

Intanto sul set, PJ non si dava pace: dove diavolo era finito Orlando?! Erano già venti minuti che si era allontanato dal set, così, impaziente di ricominciare a girare, aveva mandato qualcuno a cercarlo, e Viggo si era offerto come volontario. Arrivato davanti al capannone, entrò dentro dall’ingresso principale, ed iniziò a vagare di stanza in stanza, fino a quando arrivò davanti alla sala trucco: dentro ci trovò Michelle alle prese con Orlando, entrambi, stranamente, in religioso silenzio:

“Ecco perché non ti trovavo!! Se avessi sentito i vostri soliti battibecchi e le vostre risa, mi sarei di certo risparmiato il vagare di stanza in stanza…”

A quella voce, i due giovani sobbalzarono entrambi per la sorpresa, specialmente Orlando…

Quando il giovane si girò, trovò Vig appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate sul petto, mentre li guardava con aria interrogativa…Dio!! Com’era bello!!...No, no!! Di nuovo!! Non poteva ricascarci ogni volta che se lo vedeva comparire davanti…il giovane si schiarì la voce per parlare, ma Michelle lo precedette; e facendosi un po’ di coraggio, iniziò a parlare senza interrompere il lavoro sul viso di Orlando, e continuando in quella maniera a dare le spalle a Vig:

“Il Signor Orlando Bloom” e calcò più che potè quel nome “qui presente, a quanto pare, oggi ha un diavolo per capello, e si permette di trattarmi come se fossi una pezza da piedi, pronta ad eseguire i suoi ordini!!...”

Vig pensò subito che la ragazza stesse scherzando, e si lasciò sfuggire una debole risata che gli morì in gola, non appena Michelle si girò nella sua direzione e incrociando il suo sguardo notò che effettivamente aveva gli occhi lucidi…Stava per dire qualcosa, stava per chiedere spiegazioni al riguardo, quando Orlando lo precedette, e lo fece rimanere letteralmente di sasso:

“Come ti permetti tu, piuttosto, di giudicarmi!! E soprattutto come ti permetti di giudicarmi davanti ad un mio collega!! Ricorda con chi stai parlando; ricorda chi hai di fronte!! Non ti permettere mai più, se ci tieni al posto di lavoro!!...E un’altra cosa!! Nessuno ti ha dato il permesso di intrometterti in una conversazione privata: Vig stava parlando con me, non di certo con un’umile donniciola come te!!...”

A quelle ultime parole, la ragazza non resistette più, e senza riuscire a controllarsi, prima di scoppiare in lacrime, mollò un sonoro ceffone ad Orlando…Il ragazzo, fuori di sé dalla rabbia per il gesto inaspettato, afferrò con forza i polsi della ragazza, fece per alzarsi, ma venne bloccato seduta stante da Viggo, che, con un gesto fulmineo gli si era piantato alle spalle:

“Co cosa sta succedendo qui?!...” Chiese, e il suo sguardo andava da Orlando a Michelle, ma non appena

si accorse che il ragazzo non accennava a lasciare i polsi della ragazza, ma anzi, la stava fissando con uno sguardo carico di rabbia; continuò:

“Orlando!! Vedi di lasciarla andare subito, se non vuoi che sia io a sbatterti al muro per primo!!...”

Ma Orlando non lo ascoltava minimamente, così aumentò la presa sulle sue spalle, e gli ordinò, alzando la voce:

“Orlando!! Ho detto subito!!...”

A quell’ordine, Orlando trasalì, e lasciò di scatto i polsi della ragazza…si guardò attorno con aria smarrita, come di chi si è appena risvegliato da un incubo, e con voce spezzata, riuscì a balbettare:

“Oh Dio!!...Co cosa stavo facendo?! I-Io non…Perdonami Michelle, io n non capivo ciò che stavo dicendo, io non capivo quello che stavo per fare…”

La ragazza era rimasta ferma nella stessa posizione in cui lo stava truccando poco prima, appoggiata davanti a lui sulla mensolina carica di trucchi, pennelli e applicatori, sotto allo specchio, e lo scrutava con aria interrogativa, quando ad un certo punto sentì la richiesta di Viggo:

“Per favore Michelle, lasciaci soli un momento…”

A quella richiesta, la ragazza alzò lo sguardo verso il suo salvatore, e accennando un amaro sorriso tra le lacrime che ancora le bagnavano le guance, annuì, alzandosi ed uscendo subito dopo dalla stanza, ma prima che richiudesse la porta alle sue spalle, la voce di Viggo le arrivò nuovamente alle orecchie:

“Però aspettaci un attimo qua fuori…Ho l’impressione che il signor Orlando Bloom qui presente, ti debba non solo delle spiegazioni, ma anche delle ulteriori scuse…”  

 

Nella stanza, era piombato un silenzio totale, scandito soltanto dai respiri rapidi di Orlando; Viggo fu il primo a parlare:

“Allora?! Si può sapere cosa diavolo ti è preso?! Insomma!! Non è da te comportarti in quel modo!! E poi, Dio!!! Aggredire così una ragazza…sei per caso impazzito?! Dimmelo Orlando, ti ha dato per caso di volta il cervello?!...Cristo Santo!! Parla Orli!! Cosa credevi di fare?!...”

Solo quando sentì Vig chiamarlo in quel modo, Orli, il ragazzo si decise a parlare:

“Orlando…Era da molto che non mi chiamavi più così…”

“Io…cosa c’entra questo adesso?!...”

“Io non lo so cosa mi sia preso!! Io non lo so cosa mi sta succedendo in questo periodo…non lo so, non lo so!! Vorrei darti una risposta Vig, ma come posso dartela se non so rispondere dapprima neanche a me stesso?!” Il ragazzo si era preso la testa tra le mani, sembrava sconvolto, sull’orlo di una crisi di nervi; Vig allora si inginocchiò davanti alla sedia su cui era seduto, delicatamente gli prese le mani nelle sue, lo costrinse a rialzare la testa, e dolcemente gli sussurrò:

“Guardami in faccia Orli, guardami…”

Il ragazzo rialzò lo sguardo sull’uomo che aveva davanti, e per un attimo gli sembrò che il suo cuore saltasse un battito…il tempo pareva essersi fermato, tutto ciò che era al di fuori di quella stanza; il mondo intero, parevano essersi fermati, in trepidante attesa di lasciare spazio solo alle loro azioni, alle loro parole, ai loro sentimenti, alle loro emozioni, alle loro sensazioni…

“Vig, io non lo so…ti prego aiutami, aiutami a capire…forse, forse è solo questa fama improvvisa che mi ha travolto così, da un giorno all’altro, ed io non ho avuto il tempo di attutire bene il colpo, io ci devo ancora fare l’abitudine, anche se è quello che avevo sempre sognato e sperato…io…io…credimi Vig!! Non avrei mai fatto del male a Michelle; quello non ero io…tu lo sai, io non sono così…io non sono così…” E con queste ultime parole, pronunciate in un soffio, il ragazzo non ebbe più la forza di trattenersi, e scoppiò in un pianto liberatorio…Vig prontamente, lo strinse a sé, accogliendolo tra le sue braccia:

“Shhh!! Lo so, lo so…stà calmo Orli, è tutto finito, è tutto finito…ci sono qui io adesso…” Mentre parlava, quasi senza rendersene conto, Vig aveva iniziato ad accarezzargli piano la testa, e lo cullava delicatamente mentre si inebriava del suo profumo…stava provando delle strane sensazioni nello stringere a sé Orli; delle sensazioni bellissime e così intense da non accorgersi che la sua mente aveva iniziato a viaggiare da sola: pensava che quel ragazzo che adesso stava stringendo tra le braccia, quello stesso ragazzo che si era dimostrato forte e determinato, coraggioso e spericolato; ma nello stesso tempo, nella sua totale umanità, anche lieve e fragile; fosse uno fra i tesori più preziosi che il mondo potesse vantare di avere, e che lui non avrebbe permesso mai a nessuno di fargli del male, come non avrebbe permesso mai a nessuno di portarglielo via, di separarlo dal suo calore, ora che finalmente lo aveva tra le braccia…Ma cosa stava pensando?! ‘Oh Cristo Santo…Adesso ci manca solo che mi ci metta anch’io…devo essere impazzito…sicuramente non c’è altra spiegazione; deve essere un periodo un po’ così per tutti a quanto pare…’ Ma proprio mentre finiva di pensare queste cose, Orli rialzò la testa, ed iniziò a scostarsi leggermente da lui; Vig si rese conto che quasi a malincuore, le sue braccia dovettero lasciarlo andare, poi, puntando lo sguardo dritto in quello dell’uomo, Orli riprese a parlare:

“Adesso penserai sicuramente che sono ancora un bambino lagnoso e senza un minimo di forza di

volontà, vero?!...” Disse, asciugandosi le lacrime e tirando su col naso (…….Che carrrrinooooo!!!! Nd Legobaby )

Ma Viggo rispose prontamente:

“Scherzi?! Tutt’altro!! Dopotutto non si vede tutti i giorni un elfo che piange!!...”

A quelle parole, il ragazzo non potè fare a meno di ridere, seguito subito da Vig; si guardarono un attimo in faccia tra le risate del momento, e capendosi entrambi al volo, all’unisono affermarono:

“Alla faccia di PJ!!!...”

Ma nel nominare quel nome, entrambi sbiancarono in viso, e le risa si fermarono di colpo:

“Oh cazzo!! PJ!! Quanto tempo è passato da quando sono venuto a cercarti?!...”

“E io che ne so?!...Mica ero con te mentre vagavi di stanza in stanza!!”

“Orli! Non è questo il momento per le polemiche!! Dobbiamo sbrigarci!!...PJ ci ucciderà, ci ucciderà!!” Ma mentre parlava, aveva ricominciato a ridere, e a stento riusciva a trattenersi…

“Hai ragione!! Dobbiamo sbrigarci…Oh merda!!...E adesso qual’era il fard che mi stava mettendo Michelle?!” Chiese Orlando, alzandosi dalla sua sedia, e iniziando a rovistare freneticamente tra i trucchi ammassati sulla mensolina…

“Scegline uno a caso…adesso ci mancava solo il fard!!...”

“Ma no Vig!! Come cazzo faccio a mettermene uno a caso!! Poi non si intona con quello che ha iniziato a mettermi Michelle sull’altra guancia!!...”

“Ohhh!! Adesso ci penso io!! Lascia fare a me, diamine!!!” E così dicendo, spinse nuovamente Orlando sulla sedia, afferrò pennello e una confezione di fard a caso, ed iniziò ad adoperarsi sulla guancia ancora non truccata di Orli…

“No Vig!! Sta fermo!!...” Disse Orlando mentre cercava di divincolarsi…

“Ho detto: lascia fare a me!!...Ti fidi di me?!” Gli rispose Vig; e interruppe momentaneamente il suo lavoro per tenerlo fermo con un braccio, ed incollarlo allo schienale della sedia…

Orlando, a quelle parole, non potè fare altro che annuire, e si fermò di colpo; si fidava ciecamente di Vig, e d’altronde sperava che, visto e considerato che Vig oltre ad essere un attore ed un poeta, era anche un pittore, ci sapesse fare anche coi pennelli dei trucchi…Il risultato fu ottimale: la differenza tra i fard utilizzati non si vedeva, perché il tutto era stato sfumato sapientemente, sia da una parte che dall’altra; e neanche le righe lasciate dalle lacrime di poco prima, si vedevano…

“Uhm, però!! A quanto pare te la cavi bene anche in materia di trucchi…” Disse Orlando mentre si rimirava nello specchio davanti a sé, e girandosi verso Vig continuò: “Adesso sei tu che mi stupisci sempre di più; sei proprio un uomo dalle mille scoperte!!...”

“Ti ringrazio Orli, ma se non ci muoviamo ad uscire da qui, una nuova scoperta ce la dà PJ, facendoci rimirare, dopo che ci avrà messo le mani addosso, il nostro culo a strisce!!!...”

“Oh cazzo!! Hai ragione!! Me n’ero dimenticato un’altra volta…Forza Vig!! Muoviti!!!” E così dicendo si avviò velocemente fuori dalla sala trucco, aprendo furiosamente la porta e schizzando fuori più veloce di un lampo…

 

La porta si richiuse sbattendo alle spalle del ragazzo, e Vig, ancora dentro la sala, era rimasto interdetto e a bocca aperta, con le braccia ferme lungo i fianchi; quando si riebbe, qualche secondo dopo, scosse la testa divertito, ed i suoi pensieri vennero formulati ad alta voce:

“Ah!! E adesso sarei io che mi devo muovere!!...Roba da matti!!”

Si avviò velocemente verso la porta, ma appena l’aprì si bloccò di colpo: Orli era accovacciato davanti al sofà nel corridoio, posto sulla parete opposta a quella della sala trucco, e mentre gli dava le spalle, con lo sguardo puntato verso l’alto, stringeva tra le sue mani, le mani di un’altra persona…

‘Oh cazzo!! Michelle!! Me n’ero completamente dimenticato!!...’ Pensò l’uomo, ma nel vedere quella scena, gli salì un misto di rabbia, nei confronti della ragazza, e di gelosia, nei confronti di Orlando; e sul momento non seppe spiegarsi il perché…dopotutto Orli non stava facendo niente di male, anzi!! Probabilmente le stava facendo le sue ulteriori scuse, come lui stesso aveva suggerito; motivo per il quale aveva chiesto alla ragazza di aspettarli lì fuori; e infatti…

“Michelle, ti prego di perdonarmi se puoi…Quello di poco fa non ero io; io non sono così, veramente, non so cosa mi sia preso…probabilmente è solo il periodo di stress e nervosismo che sto attraversando in questo momento…so che tutto questo non può giustificare quello che ho fatto, e soprattutto il fatto di essermela presa con te che non c’entravi niente…non avevo il diritto di sfogare la mia rabbia su di te; non ne avevo nessun diritto, ma credimi…non ti avrei mai fatto del male sul serio…non avrei mai avuto il coraggio di arrivare ad una cosa simile, né di abbassarmi a tanto…non l’ho mai fatto, e di certo non avrei iniziato con te…comunque mi faccio schifo già da solo per quello che sono arrivato a dirti, e per come sono arrivato a trattarti…me la sono andata a prendere con la persona meno indicata di tutte; una ragazza dolce e ammirevole come te…non penso veramente quello che ho detto, erano solo parole senza valore dettate dalla rabbia, ma, anche se ne soffrirei, ti capirei ugualmente se tu non volessi perdonarmi…”

A quella richiesta di perdono, dettata come un’autentica supplica, la ragazza non seppe resistere, e, prendendogli il viso tra le mani, rispose:

“Orli…po posso chiamarti ancora così?!...” Chiese titubante…Ma quando vide che il ragazzo annuì sorridendo, continuò:

“Sai che non riuscirei a negarti mai niente, con questi occhi da cerbiatto che ti ritrovi…fanno lo stesso effetto anche con le lenti blu che hai adesso…perciò ti perdono Orli; lo sai che, nonostante tutto, continuo a volerti bene, e accetto volentieri le tue scuse…io ci tengo a te, e vorrei vederti sempre felice e di buon umore; mi addolora non sai quanto vederti triste o malinconico, perciò adesso leva quel broncio, e fammi vedere un sorriso…” Michelle si rivolgeva ad Orlando come una mamma che dolcemente parla col suo bambino, e gli spiega i perché della vita; e questo, inconsciamente, fece sentire Viggo sollevato…Quando Michelle vide sul viso di Orlando comparire uno sgargiante sorriso, non si trattenne più, e lo abbracciò con amore materno, e appoggiandogli il mento sulla spalla, gli sussurrò:

“Ecco, è questo l’Orli che vorrei sempre vedere…”

Orlando ricambiò di lena quell’abbraccio, e Michelle, concluse la frase dicendo:

“E poi come farei senza di te di prima mattina?! Non c’è nessuno a parte te in grado di darmi una svegliata come Cristo comanda; col chiacchiericcio che ti ritrovi…meglio di dieci caffè messi insieme!! Senza il tuo cicaleccio rischierei di mandare tutti sul set truccati da clown!!...”

Orli, come suo solito, non riuscì a resistere alla tentazione dello scherzo, e staccandosi dal suo abbraccio esclamò ridendo:

“Te li immagini Saruman e Gandalf sfoderare sotto la lunga parrucca di capelli bianchi, e sotto il cappellone a punta, un trucco trendy da perfetti clown da circo!!...Carini!!”

“Si!! Christopher Lee con un bel naso rosso da pagliaccio, invece che con il solito nasone di gomma finto che gli applico tutte le mattine!!”

“Già!! Conciato così, sarebbe perfetto per lavorare sul set di IT!!...”

Le loro risate vennero interrotte improvvisamente da Vig che, nel frattempo si era fatto avanti:

“Ok, ok!! Avete fatto pace, e questo mi fa molto piacere, ma…Orli?! Il nome di PJ ti ricorda qualcosa?!...”

Il ragazzo si rialzò di scatto, e dandosi una leggera pacca sulla fronte, disse:

“Cazzo!! Ma allora mi sto rincretinendo del tutto!! Come faccio a dimenticarmene così facilmente?!...Michelle, mi dispiace, devo andare…continueremo questo divertente discorso un’altra volta!!...”

“Già!! Pure prima, mentre sbraitavi, mi hai detto che ti stavano aspettando sul set, e da allora sono già passati…uhm…quaranta minuti circa!!” Replicò Michelle, dando una veloce occhiata al suo orologio da polso…

“Cooosa?! Quaranta minuti?!...Ciò vuol dire che quaranta minuti, più i venti minuti circa che mi sono allontanato dal set, prima che incontrassi te, Michelle…”

“In totale è già un’ora che PJ ti sta aspettando!!...” Gli fece eco Viggo…

“Cazzo!! Sono rovinato…” Disse, con aria di rassegnazione…

“Già!! Ed io con te, non ti credere!! Perché anch’io farò pressappoco la tua fine!!...” Gli rispose l’uomo, fingendo di essersela presa…

“Oh Vig!! Ti ringrazio!! Come farei senza di te che mi sei sempre accanto anche nel momento del dolore?!...” Lo canzonò il ragazzo…

“ Oh, come osi?! Ti permetti di prendermi in giro dopo tutto quello che ho fatto per te?!...Che ragazzo ingrato!!...”

Ma per tutta risposta Orli gli lanciò una boccaccia, e con un rapido bacio sulla guancia, salutò Michelle; prima di prenderlo per mano, e lanciarsi insieme a lui, in una corsa a perdifiato verso il set…La ragazza li guardò allontanarsi da lì sorridendo, e quando si alzò dal sofà, le tornò alla mente il viso di Orlando, e non potè fare a meno di chiedersi sorpresa: ‘Ma chi ha finito di truccare Orli?! E così bene, poi!!...’

 

Quel gesto, evidentemente innocente, scatenò in Vig una marea di sensazioni che lo fecero vibrare dalla testa alla punta dei piedi, e fin nel più profondo dell’animo…perché, perché ogni volta che il suo campo visivo metteva a fuoco l’immagine di Orlando, o peggio ancora, quando il suo corpo entrava in contatto con quello del ragazzo; si sentiva sempre così…così…attratto da lui?! Cos’era che lo spingeva, contro la propria volontà ad avvicinarsi inesorabilmente al giovane attore?! Cos’era quella cosa che lo faceva soffrire insieme a lui, se Orlando era triste; e che, in ugual modo, lo faceva sentire felice quando Orlando rideva spensieratamente?!...Possibile che il suo umore giornaliero dipendesse da quello del ragazzo?! Ancora non sapeva darsi una risposta ben precisa in merito, ma sapeva per certo che da quando aveva conosciuto Orli, la sua vita, nel bene o nel male, era in un certo senso cambiata!! Il ragazzo era riuscito a riempire quei vuoti lasciati in sospeso all’interno della sua vita…Da quando Orli era entrato a far parte di quella vita, quei momenti di solitudine che spesso e volentieri era proprio lui a cercare, anche se sapeva perfettamente che alla fine delle sue meditazioni solitarie, si sarebbe sentito peggio di prima; ovvero ancor più vuoto e agitato perché non sapeva spiegarsi qual era il motivo che scatenava quel vuoto, cos’era o chi era quel qualcosa di cui il suo corpo e la sua anima avevano bisogno; non era più andato cercandoli, perché, quasi a voler essere un segno nascosto fino a quel momento nella lucentezza eterea delle stelle; tutti quei vuoti si erano improvvisamente colmati, e lui si sentiva in pace con sé stesso, e con il resto del mondo, completamente appagato nell’animo…e nel corpo?! No, nel corpo ancora c’era qualcosa che non andava…l’equilibrio perfetto tra pienezza dell’animo, e pienezza del corpo, ancora non l’aveva raggiunto; e ora…ora che Orli stringeva la sua mano, poteva sentirlo chiaramente, aveva realizzato in pieno che era stato l’animo di quel giovane ragazzo ad aver riempito i vuoti che costellavano il suo animo, e…ora, ora sentiva altrettanto chiaramente che anche il corpo di quel giovane ragazzo, e solo il corpo di quel giovane ragazzo, avrebbe potuto riempire il vuoto del suo corpo…Improvvisamente, riuscì a trovare quella risposta che andava cercando con tanto ardore, così come gli tornarono alla mente le frasi di poco prima dette per scherzare: ‘…anch’io farò pressappoco la tua fine…ti permetti di prendermi in giro dopo tutto quello che ho fatto per te…’ Era…l’amore quella cosa che lo spingeva sempre e comunque ad interessarsi del ragazzo?! Era l’amore quella cosa che spingeva il suo umore a dipendere da quello del ragazzo?! Era l’amore quella cosa che lo spingeva a cacciarsi nei guai insieme a lui, anche quando sapeva che il risultato di quella o di questa azione, sarebbe stato certamente un guaio; pur di non lasciarlo solo?!...Si, la risposta che andava cercando con tanto ardore, era l’amore assoluto che provava nei confronti di Orli; e finalmente anche tutti i suoi gesti, tutte le sue azioni, anche quelle più sconsiderate, fatte unicamente per seguire il ragazzo; tutti i suoi comportamenti, e il suo umore; acquistarono una volta per tutte un significato ai suoi occhi: faceva tutto questo perché era pazzamente ed irrimediabilmente innamorato di Orlando, e finalmente, così, con una semplice stretta di mano, se n’era reso conto…Ora capiva perché quella volta si era lasciato convincere a fare surf con lui e con gli “hobbit”, e l’unica cosa che ci aveva rimediato era stata una tavolata in faccia che lo costrinse con l’occhio nero per ben una settimana; ora capiva perché aveva accettato di partecipare a quella gita su per le montagne della Nuova Zelanda, ed i cui unici partecipanti erano loro due, con la macchina a noleggio che Orli aveva affittato per l’occasione; e alla fine della quale erano rimasti bloccati senza benzina in mezzo alle montagne a congelarsi dal freddo, mentre a piedi ripercorrevano il percorso all’inverso per avviarsi verso casa, e ci arrivarono solo a notte fonda, dalla mattina presto che erano partiti!! Ora capiva perché aveva accettato di fare bunjee-jumping con lui, e per poco, mentre precipitava nel baratro sottostante, non gli veniva un infarto, mentre Orli se la rideva di gusto; ora capiva perché, per il compleanno di Dom, invece di spedirlo insieme agli altri a comprare qualcosa, lo aveva voluto con sé in cucina, soprannominandolo alla mansione di aiuto-cuoco, e poi invece, consapevole della sua più totale ignoranza in materia, lo aveva messo a capare una montagna di verdure; e capiva anche perché gli aveva permesso più e più volte, cosa che molto di rado faceva con chiunque altro, di prender parte alla sua vita privata, non allontanandosi da lui quando era al telefono col figlio o con l’ex moglie, mostrandogli e spiegandogli più che volentieri, ogni volta che Orli lo chiedeva, le sue opere d’arte; o che si trattasse di album fotografici, o che si trattasse di poesie, o che si trattasse di dipinti; dipinti tra i quali ce n’era anche uno dedicato ad Orlando, che traeva ispirazione dalla sua esuberanza, dalla sua iper attività e dalla sua grande voglia di vivere, elementi che Viggo aveva riportato su tela attraverso linee immaginarie, sovrapposte a uno sfondo dai colori sgargianti e di tonalità calde, creando attraverso la sovrapposizione un gioco caleidoscopico; e ad Orli era talmente piaciuto, ed era così entusiasta che il dipinto traesse ispirazione proprio da lui, che Vig glielo aveva regalato ben volentieri…c’era un unico perché: era perdutamente innamorato di lui, della sua nobiltà d’animo, del suo coraggio, della sua freschezza, della sua spensieratezza, della sua allegria, del suo aspetto fisico…quegli occhi così scuri e profondi, così dannatamente vivi ed espressivi, quel fisico snello ed asciutto, ma comunque ben scolpito e ben proporzionato con la sua figura alta e slanciata, le linee morbide del suo viso, i suoi tratti così fieri e al tempo stesso così delicati…quel ragazzo non era un ragazzo qualunque, piuttosto sembrava un vero e proprio angelo piovuto dal cielo per volontà di chissà chi; ma chiunque fosse stato, Vig in quel momento, e per tutto il resto della sua vita, non avrebbe potuto fare altro che ringraziarlo dal più profondo del cuore…Adesso rimaneva un unico problema, anzi! Per la verità erano tre: lui era un uomo, ed anche Orlando lo era; aveva una ventina d’anni più di lui, e cosa più importante di tutte, Orlando lo avrebbe mai ricambiato?!...

 

Anche Orli in quel momento, era completamente assorto nei suoi pensieri: anche a lui gli ritornò alla mente la frase detta poco prima per canzonare Viggo ‘…come farei senza di te che mi sei sempre accanto anche nel momento del dolore?!...’ Era vero! In un modo o nell’altro, Vig gli era sempre rimasto accanto, o che si trattasse di momenti di tristezza, o che si trattasse di attimi di allegria; o che si trattasse addirittura di compiere le sue tipiche azioni sconsiderate, ben sapendo fin dall’inizio che se fossero stati beccati, si sarebbero cacciati in qualche guaio, o peggio ancora, sarebbero incorsi nelle ire funeste di PJ…Vig, pur sapendolo, non si era mai tirato indietro, e benché lo riprendesse in continuazione, alla fine cedeva sempre e gli diceva sempre di si, lanciandosi insieme a lui in imprese pazze e strampalate, come quella volta col bunjee-jumping, o con il surf, o ancora, quella volta della gita in montagna; solo tre esempi delle tante occasioni in cui Vig non faceva altro che ripetere: “Ma perché, perché mi sono lasciato convincere?!...Perché, perché, perché?! Devo essere impazzito!! Questa è l’unica spiegazione!! E sai una cosa? Sono ancora più pazzo di te perché ancora ti do retta!!” E ogni volta si riprometteva che non ci sarebbe ricascato mai più; quando invece, la volta dopo, e quella dopo ancora, e poi ancora e ancora, puntualmente ci ricascava sempre!! Da quando lo aveva conosciuto, Vig era sempre stato presente, come mai nessuno, a parte la sua famiglia; prima d’allora, in tutta la sua vita aveva mai fatto! Da quando si era allontanato da Canterbury e quindi dalla sua famiglia, per andare ad inseguire un sogno a Londra, si era abituato a cavarsela da solo per ogni cosa, e in parte, anche a stare da solo; specialmente all’inizio, quando a soli sedici anni, aveva dovuto fare i conti con la solitudine, ma non si era lasciato abbattere da quella, né da nient’altro: aveva stretto i denti ed era andato avanti per la sua strada sfoderando una grinta, una determinazione ed un coraggio non da tutti; e ora, ora che aveva qualcuno con sé, qualcuno su cui poter contare sempre e comunque, era una cosa che gli riempiva il cuore di gioia, specialmente considerando il fatto che quel qualcuno era uno come Viggo!! Non era attratto solo dal suo aspetto fisico, era attratto perdutamente anche dalla sua bellezza interiore…Vig era una persona davvero speciale, non aveva mai conosciuto un tipo come lui, sempre pronto ad aiutarlo, a consigliarlo, a consolarlo; sempre presente nel momento del bisogno e non solo!!...Sorrise alla luce di questa consapevolezza, e, senza accorgersene, gli strinse più forte la mano…Continuarono a correre, quando improvvisamente gli ritornarono alla mente anche la domanda, seguita subito dopo dall’affermazione, fatte con molta non-chalance da Viggo sul set, poco più di un’ora prima ‘…Non è che, per caso, ti sei innamorato?!...il nostro impavido Orlando si è fatto trafiggere al cuore dal duro dardo di Cupido…’ Sorrise di nuovo, scuotendo la testa, e questa volta non si accorse che i suoi pensieri vennero formulati a voce, anche se si trattava quasi di un sussurro: “Forse, dopotutto, non ci sei andato tanto lontano…”

 

A Viggo parve di sentire qualcosa, e quel brusio appena percettibile bastò a farlo rinvenire dai suoi pensieri; si fermò di scatto, ormai erano quasi vicini al set, anche se per essere visti avrebbero dovuto svoltare l’angolo che li nascondeva dalla vista di tutto il resto del cast:

“Come?!...Hai detto qualcosa?!...”

 

Orli per poco non cadde, preso alla sprovvista sia dal gesto improvviso dell’uomo e soprattutto dalla sua domanda, ma si aggrappò saldamente alla mano che stringeva; solo in quel momento si accorse di aver formulato i suoi pensieri a voce…le sue guance avvamparono di calore, e si tinsero ben presto di rosso, ma cercando di non darci peso, cercò di divagare sulla domanda che l’uomo gli aveva posto:

“Eh?! Come dici?! No, no!! Io non ho detto niente!! Sarà stata una tua impressione!!...A proposito!! Stamattina i ‘quattro ragazzacci ’ (cioè Frodo/Elijah, Sam/Sean, Merry/Dom, Pipino/Billy…gli Hobbit!! Nd Legobaby) mi hanno chiesto se ero dei loro per stasera; gli ho risposto di si, vengono anche Hugo, Karl e David…vieni anche tu?!...”

“Immagino che sarà una serata movimentata…per quanto ci si potrà muovere sopra le sedie, visti e considerati gli alcolici che, ripeto, immagino, staranno alla base della serata in questione!!...”

“Esattamente!! Sarà più o meno una serata di quel tipo!!…Allora, che fai?! Vieni anche tu?!”

“Credo proprio di non potermi tirare indietro…e poi, se non vengo io, chi aiuterà Elrond, Eomer e Faramir a tenere a bada te e i quattro ragazzacci?! Dopotutto siamo pur sempre alleati!!” Esclamò Viggo sorridendo…

“Ben detto!! Così si parla!! Bravo Estel!! E, a proposito…il pub stasera lo scelgo io!!”

“Che Dio ci scampi!!” Affermò l’uomo continuando però a sorridere e alzando gli occhi al cielo; poi continuò:

“Ok!! Va bene!! Ti concedo anche questa!! Ma te intanto, vedi di trovare una buona scusa per PJ…hai circa, uhm…trenta secondi o poco più a disposizione per farlo!!” Affermò l’americano, lanciando una rapida e furtiva occhiata al set a due passi da loro, e cercando di valutare la distanza che li separava dal luogo dove PJ stava sbraitando incontenibile…

 

“Non è possibile!! Prima Orlando, e adesso anche Viggo!! Ma cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo?! Cosa, cosa?! Che qualcuno me lo dica per favore!! Che qualcuno mi illumini!! Ah, ma appena gli metto le mani addosso gliela faccio passare io la voglia di giocare a nascondino per farmi impazzire!!Ah si!! Gliela farò vedere a quei due!!...”

 

“Uhm…A quanto pare non sono l’unico ad essere nei guai!!”

“Già, ma io almeno ho la scusante di esserti venuto a cercare!!...”

“Si, ma gli si può sempre dire che tu, dopo avermi trovato, abbia insistito per concederci un caffè nella sala relax, e quattro chiacchiere coi truccatori, mentre io, povero, insistevo di darci una mossa e raggiungere il set al più presto…” Affermò l’inglese con una finta voce da povera vittima…

“Co cosa?! Non ci provare Orli…Non ci provare neanche per sogno!!...” Lo avvertì l’uomo, con una nota di finta minaccia nella voce, e di divertimento allo stesso tempo…

“Dai!! Vedrai che basterà concludere questa scena, facendogliela girare una volta sola, e si dimenticherà persino del motivo per cui stava sbraitando; lo conosci anche tu PJ, no?! Basta poco per fargli ritornare il buon umore!!” *Affermò Orlando sorridendo, e con un dito alzato verso di lui, come di chi sa perfettamente quello che dice*; e senza dargli il tempo di replicare, lo riprese per mano, e ricominciò a correre…

 

 

 

La serata si prospettava tranquilla; niente di particolare, una delle tipiche serate che si trascorrono tranquillamente in compagnia di amici, al tavolo di un pub, davanti ad un boccale di birra; nonostante il fatto che il locale dove si trovavano era stato scelto da Orlando; perciò ci si sarebbe dovuto aspettare pub dove si servivano shoot alcolici di gradazione variante tra i quaranta e gli ottanta gradi, ai quali veniva dato fuoco prima dell’assunzione, e assenzio puro a novanta gradi; o, al limite, fumerie orientali dove, spesso e volentieri, in qualche priveé isolato dalle altre sale, ci scappava la fumata d’oppio di gruppo!! Ma, stranamente, il pub dove Orlando li aveva condotti, non prevedeva niente di tutto questo; era un normale e tranquillo pub nel cuore di Wellington, e, davanti alle facce sorprese degli amici, Orli aveva risposto: “Ehy, ragazzi!! Tranquilli!! Sono sempre io!! Solo che stasera non mi pareva proprio il caso di andare in uno dei miei tipici locali, visto e considerato che domani mattina abbiamo tutti la sveglia alle cinque!!...Tutto qui!!” Ma visto che gli altri non accennavano a replicare, sbalorditi ancor di più nel sentire Orlando parlare in quel modo; il ragazzo continuò: “Ehy!! Ho solo messo su un po’ di giudizio…che c’è di strano?!...E va bene!! La prossima volta prometto che sarà uno dei tipici locali all’Orlando Bloom, ma poi dopo, non venite a lamentarvi da me se la mattina non vi reggete in piedi, siete avvertiti!!...E adesso godiamoci la birra di questo posto!! Avanti miei prodi!!...” E con quelle parole si avviò verso l’entrata del pub, seguito subito dopo dagli altri.

 

“E così alla fine, siete riusciti a far sbollentare la rabbia a PJ come se niente fosse, solamente attraverso una scena ben riuscita che non ha dovuto rigirare?!...” Chiese sorpreso David a Viggo ed Orlando…

“Esattamente!! Proprio così!!...” Gli rispose Orli…

“No!! Non ci credo!! Insomma, conoscendo PJ, è impossibile!!...” continuò esterrefatto e incredulo l’interprete di Faramir…

“Invece ti dico che è andata esattamente così!! Si vede che PJ non lo conosci bene quanto noi!! Ma, d’altronde, sei arrivato da poco sul set, rispetto a noi altri, e comunque se non credi alle mie parole, chiediglielo a Vig…” Concluse il ragazzo, girandosi a guardare l’attore interprete di Aragorn…

“Si David, è andata esattamente così…” Confermò Vig, poi rivolgendosi ad Orlando continuò: “Ciò non toglie comunque, il fatto che tu non ti sia regolato come tuo solito…”

“Già!! Ma è proprio questo il bello di Orli…sta fuori come le zucchine!!” Intervennero quasi all’unisono i quattro interpreti degli Hobbit…

Ci fu una risata generale, alla quale seguirono le affermazioni degli altri attori facenti parte del cast: “Si, come quella volta che è rimasto senza benzina in mezzo alle montagne innevate!!...” Affermò ridendo Karl… “Perché, non ditemi che vi siete scordati quella volta che si è lanciato da un ponte sopra un baratro che quasi non aveva fine, solo con un elastico legato alle caviglie!!...” Gli fece eco Hugo… “E da quello che so, caro Vig, il nostro Orli è sempre riuscito ad impelagarci anche te nelle sue imprese spericolate!!...” Concluse David…

“Si, bè, si vede che anch’io nel mio piccolo, posseggo una vena di spericolatezza, e di gusto per le cose strampalate…” Si affrettò a rispondere Vig, e abbassando subito dopo lo sguardo, cercando di far finta di niente, quando il suo cuore aveva incominciato a battere come un tamburo alle parole di David…

 

“Bene!!” Disse Billy alzandosi in piedi, seguito subito da Elijah, Sean e Dom “Noi andiamo a giocare a biliardo al tavolo qui vicino; chi viene con noi?!...”

“Bah, perché no?! Una partita a biliardo la faccio più che volentieri!!...” Rispose Hugo, e si alzò dalla sedia…

“Si, vengo anch’io…mi sono stufato di stare seduto su questa sedia!!” Aggiunse David…

“Di certo io non posso mancare; al biliardo non dico mai di no…Dai, andiamo, che così vi insegno almeno come si tiene in mano una stecca da biliardo!!” Concluse Karl…

“Guarda, guarda!! L’imperturbabile guerriero del Mark fa lo spiritoso!!...” Gli rispose Billy con un sorriso sarcastico in volto, poi rivolgendosi agli unici due rimasti seduti, aggiunse: “Vig!! Orli!! Voi non venite?!”

“No, no!! Stasera non mi va di giocare!! Non so Orli, ma io preferisco restarmene qua ed ordinare un’altra birra!!” Gli rispose Vig…

“Anch’io non ne ho voglia!! Voi andate pure, preferisco seguire l’esempio di Vig!!” Gli fece eco il ragazzo…

“Ok, allora noi andiamo, ma fate in modo che dopo non dovremo venirvi a raccogliere col cucchiaino per via delle troppe birre bevute!! Andateci piano!!” Replicò Sean…

“Si, Messer Samwise Gamgee!! Non c’è niente da fare!! Rimani sempre il più saggio fra tutti noi…Sire Elrond permettendo, eh!!...Non preoccuparti Sean, cercheremo di regolarci!!” Lo rassicurò Orli…

“Si, se poi sei proprio tu a dirmelo, allora posso stare più che tranquillo!!...Vig!! Pensaci tu!! Lo affidiamo a te, mi raccomando!!” Concluse Sean; e con quelle parole si allontanò insieme agli altri verso il tavolo da biliardo, scuotendo la testa divertito, e sussurrando: “Se solo anche nella vita privata fosse, non dico completamente, ma almeno in parte un po’ come Legolas…”

“Sean ti ho sentito!!...A quanto pare di Legolas però, ho acquisito in pieno l’udito elfico!!...” Rise Orlando…Il ragazzo si girò verso l’attore americano rimasto seduto davanti a lui, ancora ridendo, e solo allora si accorse che teneva lo sguardo basso, e che dopo aver risposto a David, non aveva più pronunciato parola, se non per rispondere alla richiesta di Billy…smise di ridere, e dopo avergli messo una mano sulla spalla, come per assicurarsi che stesse bene, gli domandò: “Vig!! Tutto a posto?!...”

 

Al contatto della mano di Orlando sulla sua spalla, l’uomo sussultò per la sorpresa, ma, dopo essersi ripreso dai suoi pensieri; pensieri che erano stati scatenati dalle parole di David, si affrettò a rispondere: “Si, si Orli! Tutto bene!! Non preoccuparti!!...Ordiniamo un’altra birra?!”

 

Le birre arrivarono, e i due cominciarono a bere in silenzio: Viggo pareva sempre più assorto nei suoi pensieri…Il ragazzo cercò di trovare un modo per rompere quel silenzio che lo stava mettendo a disagio, così cominciò a ridere sommessamente, ed esclamò: “Sai, le parole di Hugo, David e Karl, mi hanno fatto ritornare in mente anche quella volta che ti costrinsi a fare surf con me e con gli Hobbit, e non avevi neanche fatto in tempo a finire di sdraiarti sulla tavola, che ti beccasti una tavolata in piena faccia…dritto per dritto!!...Ricordi Vig?!” Ma tutto quello che l’uomo gli rispose fu un semplice: “Uhm!” senza neanche alzare lo sguardo su di lui…

Ci fu un attimo di pausa, nel quale tutti e due rimasero in silenzio; Orlando si rigirava nervosamente il bicchiere di birra tra le mani, fino a quando fermò quel movimento frenetico, e decise di parlare di nuovo:

“*Sai, Vig? Spesso, ci ho pensato…*”

 

“Pensato a cosa?!” Chiese finalmente Viggo, rialzando lo sguardo su di lui, senza riuscire a capire…

 

“*…Ho pensato a come sarebbe stato se, fra di noi, le cose fossero andate in modo diverso…*” Continuò Orli…

 

“*Diverso…come?*” Continuò a chiedergli Vig, con un misto di stupore e di apprensione nella voce, come se, anche lui in quel momento, stesse pensando alle stesse cose; e lo guardava come se, dalla risposta che Orlando gli avrebbe dato, sarebbero dipese tante cose, cose di vitale importanza…

 

“*Non lo so. Diverso…Non so nemmeno se migliore o peggiore di come stiamo adesso, però…quando mi guardo indietro, vedo così tante strade lasciate vuote. Strade delle quali non riesco a vedere la fine, ma sempre assolate. E rassicuranti…” Concluse il ragazzo con aria sognante, dopo aver messo il bicchiere da parte e aver incrociato le braccia sul tavolo per appoggiarcisi con la testa…*

 

“Cosa vuoi dire?!...Io, non riesco a seguirti, Orli, davvero…” Disse Vig ancora più stordito da quell’affermazione…non poteva essere vero, non sarebbe stato possibile!!...Possibile che Orli si riferisse davvero a…

 

“Voglio dire che, da quando ti ho conosciuto, in ogni cosa che ho fatto, dalla più grande alla più piccola, ogni passo che ho compiuto all’interno di questa grande avventura che è questo film in Nuova Zelanda, se mi guardo dietro…mi rendo conto che ci sei sempre stato tu al mio fianco…non mi hai mai lasciato solo, di qualunque cosa si trattasse, qualunque cosa io ti chiedessi di fare, qualunque consiglio io ti chiedessi, qualunque richiesta…tu c’eri, ci sei sempre stato, non ti sei mai tirato indietro, neanche quando sapevi fin dall’inizio che probabilmente ci saremmo cacciati in qualche guaio…di qualunque cosa io avessi bisogno, o quando avevo bisogno di sentire qualcuno vicino, senza neanche chiederlo, chissà come, e chissà da dove; proprio come oggi con Michelle…tu, arrivavi sempre; mi hai sempre lasciato sbalordito per questo, ma…allo stesso tempo felice…non sai quanto…e le strade a cui mi riferisco, sono tutti i momenti passati vicino a te; strade rassicuranti e assolate, perché…c’eri tu vicino a me, ma al tempo stesso, strade lasciate vuote e delle quali non riesco a vedere la fine, perché…” Il ragazzo si interruppe, senza riuscire ad andare avanti; lo sguardo che fino a quel momento aveva tenuto ben puntato in quello dell’uomo davanti a sé, venne abbassato all’improvviso, quando, nel pronunciare le ultime parole di quella frase, gli si tinsero le guance di un rosso intenso…

 

“Ti prego Orli, continua…dimmi perché quelle strade sono state lasciate vuote, e non ne riesci a vedere la fine…” Quasi lo supplicò l’uomo, come se volesse ardentemente riuscire a capire fino in fondo se Orlando si riferisse proprio a quello che anche lui stava pensando…Ci fu un attimo di silenzio, nel quale Orli non riuscì nemmeno a guardare in faccia l’uomo che gli stava di fronte, ma poi, dopo aver preso il coraggio a due mani, incoraggiato anche e soprattutto dalla richiesta inaspettata dell’uomo, continuò…

 

“…Perché…perché mi chiedo se tutte quelle strade percorse insieme a te, tutti i momenti passati con te…potessero finire in modo diverso…piuttosto che…con un semplice abbraccio, o con un sorriso, o con una semplice pacca sulla spalla…come due semplici amici…” Adesso Orli aveva abbassato lo sguardo ancor di più, e, afferrato il bicchiere messo prima da parte, ne finì in una sola sorsata il contenuto, e ricominciò a rigirarselo freneticamente e nervosamente tra le mani…

Piombò un silenzio assordante, e per un momento che parve un’eternità, nessuno dei due parlò…Orli continuava a tenere lo sguardo basso e a rigirarsi quel povero bicchiere tra le mani, Vig lo fissava con un’espressione indecifrabile sul volto; fino a quando una mano dell’uomo più grande, si posò su quelle nervose del ragazzo…A quel contatto Orli smise di torturare il bicchiere, e rialzò piano lo sguardo su quello di Vig…questi sorridendogli gli mormorò: “ Vieni con me…” e fece per alzarsi, ma l’inglese balbettò, seguendo con lo sguardo i gesti dell’americano: “Vie vieni con me?!...Dove?!”…Vig continuò a sorridergli, e prendendolo per mano, lo costrinse ad alzarsi, prima di mormorare: “Fidati di me…”

Lo condusse fuori dal pub, e, una volta all’aperto, la porta non fece in tempo a richiudersi, che Vig lo spinse forte contro il muro, e senza lasciargli il tempo di realizzare, incollò le labbra alle sue…

Dapprima fu un bacio dolce, delicato; dei semplici sfioramenti di labbra, fino a quando, dopo che ebbe realizzato a pieno quello che stava accadendo, Orli gli prese il viso tra le mani e, con un ardore fino ad allora a lui sconosciuto, e del quale egli stesso si sorprese; aumentò l’intensità di quel bacio…le lingue di entrambi si cercavano, si accarezzavano, giocavano tra loro, esploravano ogni angolo della bocca dell’altro, invadendo ognuno il tempio sacrale dell’intimità dell’altro; le labbra si succhiavano, si mangiavano, si mordevano tra loro…si allontanarono l’uno dall’altro, solo quando la necessità di respirare fu per entrambi irrimandabile…Le bocche semiaperte, gli occhi trasognanti di un magico stupore…Si guardarono intensamente, senza pronunciare parola…quello che si stavano lanciando, era uno sguardo che valeva molto più di mille frasi messe insieme; fino a quando tutti e due scoppiarono a ridere, allentando così anche la tensione che si era venuta a creare; poi, dopo un pò…

“Vig…non lo avrei mai creduto possibile…è stato bellissimo, io…”

“Tu sei bellissimo!...” Lo interruppe l’americano, e senza lasciargli il tempo di rispondere, lo baciò nuovamente con ancora più ardore di prima…Quando si allontanarono, Orli mormorò timidamente:

“Vig…gli altri stanno giocando a biliardo…ne avranno ancora per molto, e poi rimarrebbero pur sempre altre due macchine…Vig, ecco, io…io…Vig, portami via di qui…se, se anche tu vuoi, io…io, vorrei rimanere solo con te…”

“E…dove vuoi andare?!...” Gli chiese Viggo sorpreso, ma allo stesso tempo felice per quella richiesta…

“Non, non lo so……….Da me!...Ti va?!...” Affermò Orlando; e le gambe iniziarono a tremargli dall’emozione, dall’eccitazione, dalla sorpresa e anche dalla paura, quando l’uomo, annuendo, gli prese la mano e lo condusse verso una delle tre macchine con cui erano venuti…

Per quasi tutto il tragitto, i due rimasero in silenzio, ognuno preso dai propri pensieri, dal proprio nervosismo, e…dalla propria eccitazione…entrambi erano consapevoli che, se si fossero guardati negli occhi, anche solo per pochi istanti, o, se si fossero detti più del necessario; si sarebbero letteralmente saltati addosso, e avrebbero dovuto fermare la macchina in mezzo alla strada, prima ancora di arrivare a destinazione…

La porta dell’appartamento di Orlando; appartamento preso in un residence dove anche tutti gli altri attori alloggiavano, si richiuse alle spalle di Vig con un rumore secco…il ragazzo si ritrovò in men che non si dica imprigionato tra il muro freddo della parete, ed il corpo caldo dell’americano; a quel contatto, la paura di poco prima sparì di colpo, e, senza attendere oltre, iniziò a baciarlo ardentemente, buttandogli le braccia al collo e tirandolo verso di sé, aumentando in quel modo il contatto tra i loro corpi…febbricitante di eccitazione allo stato puro, Vig gli afferrò le braccia, e gliele portò sopra la testa, bloccandole per i polsi con una mano sola…con la mano libera gli alzò la maglietta che indossava, ed iniziò a sfiorarlo e toccarlo ovunque gli capitasse, ovunque la sua mano riuscisse ad arrivare; e non c’era un solo punto di quel torace liscio e tremante e di quel ventre piatto e scolpito, che alla fine non fosse stato raggiunto dalle mani sapienti dell’uomo…i gemiti di Orlando, e la sua richiesta mormorata… “Di più Vig…ti prego di più!...”, incoraggiarono l’uomo ad osare ancor più di quanto già non stesse facendo, e, dopo avergli sfilato la maglietta, chinò la testa, e continuando a tenergli le braccia alzate, iniziò a tracciare con la bocca gli stessi percorsi che anche le sue mani poco prima avevano intrapreso, soffermandosi con insistenza sui capezzoli del ragazzo, e facendo scivolare contemporaneamente una mano in mezzo alle sue gambe, sfiorando delicatamente la sua eccitazione che, ad ogni minuto, pulsava con maggiore ardore…a quel contatto Orlando non riuscì a resistere oltre, e prese a muoversi con foga sul corpo dell’uomo, strusciando la sua virilità contro la sua mano… “O Orli, io, io…vorrei…e, e se anche tu lo vuoi…” Cercò di affermare Viggo tra i sospiri affannosi che erano aumentati di intensità quando Orlando aveva iniziato a muoversi su di lui, e indicando con un cenno la camera da letto… “Oh si, ti prego Vig…anch’io lo voglio, anch’io…” Replicò Orlando, incapace di smettere di sfregarglisi contro…L’uomo più grande fece per dirigersi in quella direzione, prendendolo per mano, ma fu subito bloccato dal ragazzo, che, tirandolo, lo trascinò sul pavimento con sé…tirandoselo sopra, gli prese il viso tra le mani, e, incrociando il suo sguardo gli disse,: “No, non lì…qui e adesso…voglio fare l’amore con te…” Lo aveva detto…ormai non poteva più mentire a sé stesso, né avere più dubbi in proposito…voleva fare l’amore con Viggo, voleva condividere con lui qualcosa di dolce e bello, magico e piacevole; e non farsi semplicemente scopare…In un batter d’occhio, Viggo lo privò di tutti gli abiti, e le mani veloci e abili del ragazzo fecero altrettanto con lui; in un crescendo di desiderio, ansia ed eccitazione, fino a quando tutti e due furono completamente nudi, pelle contro pelle, calore contro calore, eccitazione contro eccitazione…e in quel momento, il tempo parve fermarsi, bloccarsi di colpo col fiato sospeso, in trepidante attesa di quello che stava per accadere…Orli prese a lambirgli delicatamente il collo con la lingua, fino a risalire sull’orecchio, e succhiargliene sensualmente e avidamente la punta…Vig aveva chiuso gli occhi, e si stava godendo a pieno quelle sensazioni bollenti che la lingua calda di Orlando gli stava donando, ma allo stesso tempo stava cercando di trattenersi, consapevole del fatto che se non lo avesse fatto, gli avrebbe potuto fare del male, e questa, era l’unica cosa che non voleva…Ad un certo punto, Orlando iniziò a scendere sul suo corpo, e con grande stupore di Viggo, il quale cercò dapprima di allontanarlo da sé, quando si rese conto di ciò che il ragazzo stava per fare; deciso, chiuse la bocca sulla sua eccitazione, ed iniziò a lambirlo, bagnarlo, carezzarlo, e succhiarlo con la lingua…Dopo un primo momento di smarrimento, Viggo non riuscì a resistere al calore disarmante della bocca di Orli, e non potè fare a meno di assecondare i movimenti del ragazzo, spingendosi con crescente intensità dentro quella bocca accogliente e sensuale…Orlando muoveva la lingua sapientemente, ora veloce, ora in modo un po’ più lento; e poi accompagnava i suoi gesti con il movimento frenetico della mano, su e giù, su e giù…velocemente, sempre più velocemente; Viggo si dimenava e gridava selvaggiamente, incapace ormai di ragionare e di volere qualunque altra cosa, se non quella di essere appagato e appagarsi dalla e nella bocca di Orlando; e infatti, con un ultimo grido, col nome di Orli sulle labbra, esplose nella sua bocca…Orli bevve da lui fino all’ultima goccia, e gli sembrò che il sapore di Vig fosse la cosa più dolce che avesse mai assaggiato… “Non, non eri obbligato a farlo…” Gli sussurrò Viggo avvicinandosi alle sue labbra, col corpo ancora scosso dalle onde del piacere appena ricevuto; ma venne subito interrotto… “Io volevo farlo…l’ho desiderato con tutto me stesso, e…adesso ti prego Vig…entra in me…fa l’amore con me!!...” L’uomo non se lo fece ripetere due volte, e con lentezza esasperata si sdraiò sopra di lui…*Iniziò così a passare sensualmente la lingua sul suo collo sudato, mentre Orli gli aveva afferrato il viso a due mani e lo teneva bloccato, ansimando, e con la testa leggermente buttata all’indietro; su quella parte del suo corpo*, e a far scorrere le mani sul resto del corpo del giovane, fino a quando incontrò la delicata apertura…lentamente fece scivolare un dito al suo interno, poi un altro, e un altro ancora…Orli spalancò gli occhi per la sorpresa dovuta alla nuova sensazione; sorpresa che ben presto si trasformò in un grido di piacere quando l’uomo riuscì a sfiorare un punto evidentemente speciale…non attese altro, e con un movimento repentino incrociò le caviglie dietro la schiena di Vig, e fissandolo intensamente negli occhi, gli sussurrò sulle labbra: “Adesso…entra in me adesso…in un colpo solo!!” Vig cercò di ribattere: “Ma Orli!! Non così!! Ti farò male, ed io non voglio…” “Adesso Vig!!...Non preoccuparti del dolore!!” replicò Orlando…

“Ma…”

Viggo non fece in tempo a finire di formulare la frase, che Orlando, con entrambe le mani, gli afferrò il fondoschiena e lo spinse con forza verso di sé, allargando e alzando le gambe più che potè…L’eccitazione di Viggo lo penetrò per più di metà percorso; Orlando si irrigidì all’istante, il dolore era forte e intenso, lacerante; la tentazione di spingerlo via da sé era fortissima, ma non lo fece…voleva fare l’amore con Vig, voleva riuscire a sentirlo tutto fino in fondo; lo aspettava da molto, troppo tempo, e ora, ora che aveva l’oggetto dei suoi desideri tra le braccia, non lo avrebbe lasciato andare per nessuna ragione al mondo; neanche per il dolore lancinante che stava provando, così strinse i denti e cercò di resistere; e poi c’era anche un’altra cosa che, a qualunque costo; benché avesse già realizzato che quella notte, si sarebbe trattato di fare l’amore con lui, e non di farsi scopare, sarebbe dovuto riuscire ad appurare…

“V Vig!! Ti prego…fi finisci di entrare in me…” “No Orli, io…tu stai soffrendo, ti sto facendo male…” E fece per togliersi, ma Orli non glielo permise, spingendolo ancor di più verso di sé… “Vig!...Ti prego!...” E, a quella supplica, l’uomo non riuscì a ribattere di nuovo; e spingendo con delicatezza, finì di entrare completamente in lui…Orli aveva chiuso gli occhi, e girato la testa da una parte; Vig intrecciò le dita di entrambe le mani alle sue, e gli mormorò dolcemente: “Guardami Orli…” Il ragazzo riaprì piano gli occhi, e fissò lo sguardo in quello rassicurante e dolce di Vig…Vig iniziò a spingere dapprima lentamente, delicatamente; studiando con gli occhi ogni espressione del viso del ragazzo sotto di sé, facendo attenzione che non si trattassero di espressioni di dolore…sorrise quando vide una nuova luce sul volto di Orli; un misto di stupore e di piacere, comparsa in contemporanea all’aumentare dei suoi movimenti…probabilmente aveva raggiunto di nuovo quel punto speciale nascosto all’interno del suo corpo; e aumentò il ritmo e l’intensità delle spinte…Il dolore che aveva provato prima, andava via via trasformandosi in autentico piacere… “Si, Vig, così, con..ah!! continua!!...” Viggo stava spingendosi sempre più in profondità; il calore del corpo di Orlando lo stava avvolgendo, lo stava divorando…si sentiva completamente in balia di quel corpo, e del suo splendido proprietario; i minuti passavano sempre più velocemente, fino a quando… “Orli…Sto sto per arrivare, io…” ma rinunciò a terminare la frase, consapevole che tanto non ci sarebbe mai riuscito in quelle condizioni; così fece scivolare una mano tra i loro due corpi e chiuse il pugno sull’eccitazione di Orlando, iniziando a muoverlo con la stessa disarmante velocità e intensità delle sue poderose spinte… “Si, si Vig…ah…sto…sto per……..VIG!!” “…ORLI!!...”

 

E vennero quasi nello stesso istante…Viggo ricadde con la testa sulla spalla di Orlando, ansimando affannosamente; il volto grondante di perle di sudore…Orlando lo accolse tra le braccia; il corpo tremante, sudato, scosso ancora dai brividi di piacere…No, aveva ragione, e d’altronde, in fondo, lo aveva sempre saputo che una sola volta con Vig non sarebbe bastata a far smettere di bruciare il fuoco che ardeva dentro di lui: a quel fuoco infatti, adesso pareva essere stata aggiunta nuova legna da ardere; un combustibile nuovo che non si sarebbe mai esaurito: l’amore…sorrise, e girandosi su un fianco si avvinghiò con una gamba al corpo di Vig, e, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo gli sussurrò: “Ti amo Vig…ti ho sempre amato, fin dalla prima volta che ho incrociato il tuo sguardo…”

Vig mosse il mento sui riccioli scuri di Orli, dolcemente, poi, con una mano sotto al suo mento, lo costrinse a guardarlo negli occhi, e gli sussurrò a sua volta, prima di stringerlo forte: “Anch’io ti amo Orli, e…qualunque cosa dirai, qualunque cosa farai, qualunque cosa mi chiederai; e qualunque strada tu deciderai di seguire, sappi che io…ti seguirò ovunque…”

 

FINE