.|. Schegge di Follia - take 3  .|.

3. Parte Terza: la bellezza di un elfo è qualcosa di indescrivibile

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La bellezza di un Elfo è qualcosa di indescrivibile. I loro capelli, i loro occhi, la loro pelle, le loro labbra… tutto, in loro, è fatto per essere perfetto, per ammaliare senza speranza, per essere amato ed adorato come la più sacra delle icone. Legolas, da sveglio, è l’Elfo più bello dei tre regni. Legolas, addormentato, è bello più di un Vala.

Elbereth! E’ a lui che pensavi, Dea gentile, quando hai creato le stelle? Se si, beh, sappi che hai fatto un lavoro davvero mediocre. Neppure tutte insieme le tue stelle sarebbero belle quanto lui. Nemmeno se si raddoppiassero. Ah! Creatrice di Bellezza. Questo titolo spetta alla madre di Legolas, non a te!

Me ne sto qui, seduto sul bordo del letto, incapace di fare altro che guardare Legolas, e guardarlo, e guardarlo, mentre nella testa si fanno strada i pensieri più vaghi e stravaganti. Gli sto carezzando lentamente i capelli, la guancia, il collo, gli sfioro col pollice le labbra schiuse in un’espressione ambigua, che a momenti è un sorriso e a momenti una curva disperata e triste. Eppure Legolas non si muove. I suoi occhi sono chiusi, le palpebre abbassate dolcemente su quei pozzi di fiamma azzurra, e le ciglia lunghissime creano ombre frementi sulle guance color della neve. So che respira ancora solo perché voglio crederlo. Il suo petto sembra immoto, come un mare ghiacciato, ed io lo guardo, incapace di fare altro.

Perché è così? Se solo lo avessi lasciato andare, se solo avessi assecondato il suo desiderio… tutto questo non sarebbe accaduto? Legolas giace qui, il corpo immobile, l’anima vagante in luoghi irraggiungibili, perché io non l’ho lasciato andare? Oppure è questa, la cosa terribile che diceva sarebbe successa, ed io ho il conforto di sapere che, almeno, è capitata in un luogo ed un tempo a me vicini, ed io posso ancora fare qualcosa per lui? E’ colpa mia, oppure io sono il solo che può salvarlo? Ed intanto io lo guardo, incapace di fare altro, lo guardo.

La mie dita incontrano la superficie serica di un sopracciglio.

“Da quanto è così?” sussurro, incapace di parlare più forte. Strano. Perché non urlo, urlo più forte che posso, per vedere se la mia voce lo raggiunge e lo sveglia? Forse perché so che questo non può succedere?

Sam, che se ne sta acciambellato come un gatto sul divanetto apre lentamente un occhio. Sbadiglia. Il suo sguardo si riempie di una compassione commovente, e la sua voce supportava è un sussurro inaudibile come il mio.

“Da ieri sera, credo. Dopo cena, verso quasi la mezzanotte, siamo venuti a cercarlo perché, come sai, la voce di Legolas è la musica più squisita che si possa trovare tra queste mura o fuori di esse. Volevamo sentirlo cantare, come quando cantò per noi fuori Lothlórien, narrandoci di Nimrodel. Te lo rammenti? La sua voce suadente? Il suo tono commosso?” Annuisco: il groppo che ho in gola mi impedisce di fare altro. Legolas svegliati, svegliato presto! Non lasciarmi qui solo, a piangere come un bimbo, sentendomi stupido mentre ti guardo, e guardo, incapace di fare altro, come se una parte della mia anima se ne fosse volata via per sempre.

“Abbiamo bussato alla sua porta,” continua Frodo, mentre Sam gli poggia la testa sonnolente su una spalla. “Abbiamo bussato alla porta, ma lui non ha risposto. Così abbiamo deciso di entrare, ed aspettarlo, magari.”

“Volevamo fargli una sorpresa,” precisa Pipino. “Manca così poco al giorno della nostra partenza!”

“Così entrammo, in punta di piedi.” Merry sorride. “E ricordo che soffocavamo le risate dietro i palmi. Che faccia sorpresa avrebbe fatto! Avevamo tutto con noi: lenzuola, cuscini, del buon vino speziato e dolci caldi presi dalle tue cucine. Persino un liuto!” Scuote la testa.

“Ma c’era un gelo strano nella stanza, quando entrammo. E Legolas era qui, steso sul letto, le mani giunte sul petto come un Uomo morto, e la luce della luna l’avvolgeva, come una nebbia luccicante cosparsa di polvere di vetro…” Frodo fa un gesto verso il letto. Si ferma. “Non si svegliava. Lo chiamavamo e non si svegliava. Così siamo corsi da te. Siamo corsi subito da te. Oh, Aragorn! Che potevamo fare? Legolas non si svegliava, e noi siamo corsi da te!”

Allungo una mano per carezzargli il capo. I miei occhi non si muovono dal corpo immoto e bellissimo. Continuo a sperare che si svegli, e voglio essere il primo a vedere il blu dei suoi accendersi nel buio.

“Avete fatto bene.” Mormoro. Poi scuoto la testa. Che fare? Che fare? Che fare?

Pipino balza in piedi, nemmeno avesse udito i miei pensieri.

“Tu devi sapere cosa si può fare! Devi! Se non tu, allora chi può aiutare Legolas?”

“Non lo so!” sbotto. Il mio corpo trema, un po’ per la paura, un po’ per la rabbia impotente che mi pervade.

“Fa qualcosa!”

“Cosa?”

“Qualsiasi cosa! Devi svegliarlo! Se non si sveglia… se Legolas non si sveglia…!!” Ha il occhi lucidi. Con rabbia si getta di nuovo sul divanetto. Merry gli passa un braccio intorno alle spalle, mentre continua a guardarmi come se la colpa di tutte le disgrazie che accadono al mondo fosse mia. Solo mia.

Con gesto frustrato mi passo entrambe le mani nei capelli. Ho la testa vuota e pesante al tempo stesso. Un senso di vertigine minaccia di farmi cadere da un momento all’altro. Legolas sta morendo.

Legolas sta morendo.

Ed io non posso fare nulla.

Un minuto di silenzio. Due. Tre. Può essere passata un’eternità, come un solo battito del mio cuore: non c’è luce alcuna in cielo, e nessun movimento anima il corpo di Legolas.

“Forse… no, impossibile, meglio di no.” La voce incerta di Pipino fende l’aria come una freccia. Lo guardo come guarderei un nemico, o forse, un’oasi in un deserto.

“Cosa? Parla!” imploro. Lui si fa rosa in viso, e gesticola impacciato con le mani.

“Vedi, ho pensato… in fondo, potrebbe funzionare… mi sono detto ‘perché no? Ho visto cose ben più strane in fondo!’… così mi sono detto… ho ricordato…” Pipino trae un respiro e ricomincia. “Vedi, nella Contea c'è la favola di questa principessa col cappuccetto rosso e le scarpine di cristallo che morde una mela avvelenata e cade addormentata... no, aspetta, forse era la puntura di un fuso? Aspetta-aspetta! Era il cibo che mangiava in casa dei tre ors--no,no, quella era un'altra. Uhm. O forse era alta come un pollice e s'addormentava perché--”

“PIPINO!” Il poveretto fa un balzo tale che temo di avergli fatto prendere un infarto. Il colore sulle sue guance si scurisce, mentre Merry mi lancia uno sguardo omicida, coadiuvato da un Sam non troppo sveglio. Frodo si limita a scuotere la testa. Beh, scusate la mancanza di pazienza, ma essere svegliati nel cuore della notte perché l'Elfo più bello della Ter-ehm-il proprio migliore amico è in stato comatoso tende a logorare un po’ i nervi.

“Penso che Pipino volesse ricordarci che in quella favola, come in tutte, c'è un solo modo per svegliare la Principessa.” Gli occhi di Frodo si illuminano “Il bacio del Principe!”

...evidentemente lo stress ha avuto qualche effetto anche sul mio udito. Perciò mi affretto a chiedere spiegazioni con un chiaro, semplice e oh-così-intelligente:

“Eh?” Merry volge gli occhi a cielo. Frodo, beata la sua calma, ridacchia come uno scolaretto. Pipino si dimena in preda ad un parossismo di esultanza.

“Ma Aragorn! Legolas sta dormendo, no?” Un cenno affermativo. “E anche se non è una Principessa, resta comunque un figlio di Re, e perciò un Principe!"

“E quindi?” Mi domando se Merry si è fatto male, dandosi una tale manata sulla fronte. Lo schiocco si deve essere sentito  fin nei giardini. Ho la netta sensazione di essermi perso qualcosa ma -sarà la preoccupazione, sarà l’ora tarda- non capisco bene cosa possa essere…

Frodo mi fissa meravigliato, e probabilmente si sta domandando anche lui *perchè* non ho ancora afferrato cosa i quattro Hobbit, con la loro crescente eccitazione, stanno tentando di comunicarmi.

“E quindi deve essere baciato da un Principe per svegliarsi! Capisci?”

“Ma certo! Geniale!”

Una pausa.

“Err… ma dove lo troviamo un Principe?”

L’ansia si riversa tutta insieme sul povero Frodo, che inizia sbattere la testa contro il muro. Non sapevo fosse così legato a Legolas!

“Aragorn?” dice, scandendo le parole con lentezza mortale.

“...si?”

“Cosa sei tu?” Err...

“Un Ramingo?”

“No.”

“Un Dúnedain?”

“No.”

“Un futuro re?”

“Appunto. E questo non fa di te un principe?”

Si, non c'è dubbio. Lo stress ha alterato le mie facoltà uditive. Non sta insinuando quello che credo stia insinuando... vero? Tempo di un'altro, geniale e conciso:

“EH?!”

“Maledizione, Aragorn!” sbotta allora Sam. “Dà questo bacio a Legolas, sveglialo, sposalo, fate tanti bambini, o quello che ti pare ma fallo ora! Voglio dormire!”

 

Baciarlo? Io? Legolas? Improponibile!

…ma essendo un caso disperato, suppongo di poterlo fare.

Solo perché sono costretto, è ovvio.

Ma aspettarsi che un semplice sfiorarsi delle nostre labbra lo svegli--- oh, se solo la cosa fosse così semplice…

Ma non lo sarà. Dovrò combattere per riprendermelo, e raggiungere distanze inimmaginabili mentre lo cerco, aiutato ed ostacolato dalle forze più impossibili.

E così lo guardo, e penso, incapace di fare altro, e non immagino affatto cosa ci aspetta aldilà della soglia dei suoi sogni.

 

* * * * *

 

-TBC nella parte quarta: Sono le paure più sciocche quelle che fermano gli Uomini dal compiere grandi imprese.