.|. Stray Arrow .|.

by Jen Lynn - Tradotta da Lilibeth

Il primo incontro di Aragorn e Legolas in circostanze... molto fortuite!

Commedia/Sentimentale | Slash | Rating NC-17+ | One Piece

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Un'orda di Orchi scrutava la sagoma dell'elfo addormentato. I suoi occhi erano aperti, certo, ma stava dormendo in quella maniera particolare della sua razza.

Gli elfi erano così carini e così resistenti quando "giocavi" con loro! Le bestie erano d'accordo: questa sarebbe stata una facile preda, si dissero ridacchiando nel loro linguaggio oscuro. Cicalecciavano insieme sopra di lui come uno stormo di calabroni. Stanotte sarebbe stata la loro notte fortunata!

Era un compito relativamente facile per Legolas Greenleaf riposare mantenendosi in guardia nel suo rifugio. Gli Orchi erano una piaga su quelle terre e l'elfo non aveva pietà quando li massacrava a mucchi come stava facendo ormai da anni. Ed era molto più divertente che rimanere a Mirkwood. Legolas era piuttosto malizioso come pochi elfi lo erano e soprattutto curioso di vedere il mondo fuori dalla terra natia. Così aveva lasciato il padre e i suoi doveri di corte alle spalle,  per avviarsi verso questo "passaggio di rito" come l'aveva chiamato quando suo padre non capiva il suo bisogno di partire. Nonostante tutto Thrandruil aveva accondisceso. Legolas aveva un posto speciale nel cuore del re elfico. Non avrebbe potuto negare niente al figlio minore. Come i suoi istruttori di arco e lotta gli dicevano sempre, suo figlio era un combattente perfetto, il più talentuoso che avessero mai allenato. Cosi il Re si preoccupò meno e lasciò andare Legolas con la promessa di vederlo ritornare presto. Ma cosa significava "presto" per un immortale? Centinaia di anni potevano scivolare via così sembrava che il biondo elfo fosse paritto solo da pochi giorni. La mente tranquilla di Legolas era piena di ricordi di Mirkwood: gli mancava, certo, ma non abbastanza da voler ritornare. Amava la natura selvaggia che circondava la Terra di Mezzo, qui non era tutto canzoni e placide atmosfere. E poi da quando aveva cominciato ad avere a che fare con gli Orchi....che sport fantastico! Molto meglio che tirare frecce ai bersagli! Meglio ancora che convincere gli amici a mettersi dei bersagli sopra la testa che lui puntualmente centrava con gioia.

Fu il loro respiro che svegliò l'elfo...ed effettivamente anche il loro olezzo! Gli occhi si schiarirono e saltò in piedi, l'arco già in mano e cominciò a lanciare frecce zigzagando tra il primo gruppo di Orchi. Alla velocità della luce e con grazia elfica si girò per affrontare un secondo gruppo che stava arrivando, questa volta usò i lunghi coltelli. Ma prima che li usasse le sue orecchie catturarono un rumore alle spalle.....allora molte più frecce volarono sugli Orchi decimandoli: Dopodichè affrontò gli ultimi sopravvissuti con i coltelli dato che ora il combattimento era corpo a corpo e i coltelli erano più adatti. Quando tutto fu finito Legolas si fermò a guardare la scena sospirando. Contò 18 morti. Una buona controparte dato che in una sola notte aveva fatto un tale numero che neanche in una settimana! Legolas pigramente si chiese se la "favola" del guerriero elfo si fosse sparsa in giro e ora i suoi aggressori erano notevolmente aumentati. Era arrogante pensare che con il loro numero potessero avere paura in un solo elfo, ma poteva esserci una possibilità. Improvvisamente colse un movimento nella boscaglia.....un nemico isolato? Sorrise serenamente e lasciò partire una freccia. Si sentì un urlo nell'aria notturna.....Uhm, non sembrava la voce di un orco. "Chi è là?" urlò Legolas avvicinandosi alla sterpaglia e guardandovi attentamente, sempre pronto ad usare l'arco. "Stà attento quando tiri quelle cose" sentì una voce d'uomo grugnire e subito dopo emerse dal cespuglio dove era nascosto divincolandosi per rimettersi in piedi. Aveva la freccia di Legolas piantata nella spalla. "Sono fortunato che il tuo è stato un tiro mediocre!" "Mediocre?!? Sono il miglior arciere del mio regno!" rispose l'elfo offeso. "Questo la dice male per questo regno di cui parli!" l'uomo disse digrignando i denti per il dolore. "Eri ben nascosto nella sterpaglia e io ti ho comunque colpito! Per fortuna non un colpo mortale ma una freccia in più ti avrebbe sistemato!" rispose Legolas. "Tu colpisci sempre prima e poi fai le domamde?" A dispetto della notte scura l'elfo diede una bella occhiata alla sua "vittima": era a dir poco magnifico. Giovane (nei suoi primi 20 anni, Legolas azzardò ad indovinare) alto e di corporatura robusta, nero, capelli lunghi alle spalle e occhi di colore blu chiaro. Alcuni giorni di barba incolta gli conferivano un aspetto austero. "Perdonami" disse l'elfo "come vedi c'è stata una battaglia qui poco fa"

"Lo so. Stavo seguendo le tracce di questi Orchi da tre giorni."rispose l'uomo e poi trasalì per il dolore resosi conto della freccia di Legolas piantata nella spalla. Era rimasto distratto da quel loro battibecco ma anche da quella creatura incredibile davanti a lui. Gli elfi erano una razza bellissima, ma questo davanti a lui sembrava immerso in una luce dorata. "Permettimi di aiutarti, amico" disse Legolas che con mani forti ma gentili allontanò l'uomo dal gruppo di cadaveri verso un psoto dove potevano accamparsi, vicino ad un grande albero. "Così ora siamo amici, vero? Dopo che stavi per uccidermi!" scherzò l'uomo. Legolas non rispose intento a studiare la ferita aperta nel punto dove era entrata la freccia. Questa sporgeva proprio fuori da sotto la spalla. "Deve essere spezzata e quello che è rimasto dentro va estratto" disse Legolas dispiaciuto sapendo il dolore che avrebbe procurato, ma estrarre la freccia in altra maniera avrebbe causato più dolore e peggiorato la ferita. L'uomo annuì deciso:"Fallo", poi chiuse gli occhi e si irrigidì. "Sarò veloce più che posso" disse l'elfo afferrando la freccia. "Pronto?"...all'assenso dell'uomo Legolas sospirò piano chiedendosi se il giovane si rendeva conto del dolore che stava per provare. Con un movimento rapido spinse la freccia a fondo attraverso la ferita dell'uomo e lo sentì contorcersi per il dolore. "Ancora una spinta" disse calmo. Si posizionò dietro di lui e velocemente estrasse la freccia dal corpo. L'uomo mandò un urlo lancinante. "Fatto. Ora devo fermare l'emorragia e trovare delle erbe per evitare l'infezione". "Il mio zaino" grugnì l'uomo "ci sono alcuni medicamenti". Legolas tornò sul punto dove aveva trovato l'uomo e vide lo zaino vicino al cespuglio. Ritornò con esso indietro. "Qual'è il tuo nome, amico?" chiese l'elfo mentre cercava tra i medicamenti. "Strider" sussurrò il giovane. "Io sono Legolas" rispose l'elfo tirando fuori un sacco di pelle. Dentro trovò quello che cercava. Aprì una fila e l'annusò: un coagulante per il sangue. Annusò ancora: di oridine elfica se il suo naso non lo ingannava. Guardò la figura tremante di fronte a lui, applicò una buona dose del liquido sia all'entrata che all'uscita della ferita. Poi trovò una fiala con liquido colore ambra. Assomigliava molto a quelle che a Mirkwood usavano per bloccare le infezioni. Una annusata gli disse che era quasi identica. L'applicò bene su tutta la ferita e cercò della stoffa per fare il bendaggio. Si sedette di fronte all'uomo guardandolo finchè vide che la tensione diminuiva in lui e aprire gli occhi. "Grazie amico" disse con voce meno sofferente. "Comincio a dispiacermi di non averti tirato una freccia mortale" disse l'elfo in tono asciutto. "sono un così pessimo paziente?" disse l'uomo scherzando (veramente amabile pensava Legolas). "Spiegami come un uomo possiede questi medicamenti elfici" chiese Legolas "Semplice: li ho presi quando ho lasciato Rivendell". Lo splendido elfo alzò sorpreso un sopracciglio. "Cosa ci faceva un uomo a Imaldris?" disse con tono più aspro. Sulle labbra dell'uomo comparve un sorrisetto."Credi che abbia ucciso un elfo e rubato le sue cose?" l'uomo rise ma subito dopo fece una smorfia per il dolore alla spalla e ora anche al braccio "Sono stato cresciuto a Imaldris da Lord Elron in persona" rispose questa volta in elfico. Ora Legolas era genuinamente sopreso "Tu sei Aragorn, figlio di Arathorn!" Aragorn chinò la testa in assenso: "E dal tuo nome penso che tu fai parte degli Elfi dei Boschi". Legolas era impressionato "Si, ma come mio padre io sono di origine Sindarin" "Re Thrandruil è tuo padre!" Aragorn indovinò, ora era lui ad essere sorpreso. Legolas inchinò la testa a sua volta. "Cosa porta il principe di Mirkwood così lontana dalla sua amata terra?" "Cerco l'avventura" rispose Legolas con un bagliore nei risplendenti occhi blu. "Sebra che tu ci sia riuscito!" scherzò Aragorn. Entrambi scoppiarono a ridere. Quando le risate si esaurirono l'uomo era rannicchiato dal dolore. "Sono veramente dispiaciuto di non essere stato prudente quando ho tirato la freccia verso la sterpaglia senza sapere a cosa stavo mirando" disse Legolas sinceramente. "Non c'è bisogno di scusarsi. Eri in pieno combattimento" disse Aragorn guardando quei meravigliosi occhi blu dell'elfo. Legolas scambiò l'occhiata con lui e sentì improvvisamente come un desiderio in corpo. "Dovresti dormire, io starò di guardia"

"Siamo veri amici ora, vero?" Legolas sorrise al giovane "Sì, è la mia politica: divento amico con quelli a cui involontariamente ho tirato delle frecce!" "E hai acquistato tanti amici in questo modo?" "Tu sei il primo!" rispose legolas aiutando l'amico a distendersi con mani forti e gentili. Aragorn sentì la sua pelle bruciare. "La mia ferita non è così brutta da avere bisogno delle tue cure" gli disse improvvisamente stanco. "Siamo compagni d'avventura ora Aragorn. Tu puoi fare la guardia domani notte" e detto questo Legolas si allontanò di qualche passo cominciando a montare la guardia. A dispetto del dolore lancinante al braccio Aragorni si sentì svuotato d'energie e sempre più stanco. Ma il sonno non voleva venire. Guardò l'elfo mentre faceva la guardia. Si sentì trasportato intensamente verso di lui. Qusta attrazione era perchè era abituato alla compagnia degli Elfi o era per la pura e dorata bellezza di Legolas? O il luccichio di ribellione in quegli occhi color zaffiro? Ora era meno buio di prima, uno sguardo al cielo mostrò la luna che usciva dalle nuvole. Aragorn poteva riconoscere la sagoma dell'elfo nella luce lunare che lo illuminava trasversalmente. Il corpo era snello ma non fragile. Aragorn conosceva la forza eccezionale degli Elfi. Chiuse gli occhi immaginando i loro due corpi insieme. Perso in quelle fantasie alla fine si addormentò. Le orecchie fini di Legolas avvertirono il cambiamento nel respiro dell'uomo sapendo che Aragorn ora era caduto in un sonno profondo. Aveva percepito gli occhi del giovane su di lui per tutto quel tempo e sospirò. Era curioso di sapere perchè l'uomo lo aveva fissato così intensamente. Quelli che non avevano mai incontrato Elfi nella loro vita quando li vedevano per la prima volta rimanevano tramortiti dalla visione come se avessero ricevuto un pugno nello stomaco: E certamente legolas stesso, nel suo peregrinare, aveva incontrato gente che lo aveva fissato a bocca aperta con una spregevole adorazione negli occhi. Ma questo non era il caso di Aragorn. Era cresciuto in Rivendell e non sarebbe certo rimasto colpito dalla bellezza di un elfo. (Legolas era beatamente poco consapevole che lui era di una bellezza superiore a qualsiasi altro elfo o altra razza). Sperava che nel momento in cui i loro occhi si erano incontrati, l'uomo cominciasse a provare il desiderio che provava lui. Legolas era inesperto di queste sensazioni. Aveva avuto degli ammiratori alla corte del padre ma non aveva mai avuto un desiderio così forte come quello provato per il giovane. Si trovò ad immaginare di rimuovere gli abiti dell'uomo con le sue agili mani. Si chiese come sarebbe stato essere dentro Aragorn. Ma sapeva che l'uomo avrebbe rifiutato qualsiasi iniziativa che Legolas avesse preso. Era comunque una piacevole fantasia!

Il giorno dopo passò senza incidenti. Legolas ed Aragorn non si avventurarono molto lontano da dove erano stati accampati per la notte. Aragorn ad un certo punto si sedette pesantemente per terra e guardò il suo nuovo amico. Il giorno pieno di sole gli rivelava quanto l'elfo fosse eccezionalmente amabile. Conversarono facilmente tra loro e si intesero molto bene. Aragorn non potè negare quanto era piacevole conversare con l'elfo delle loro storie e della loro vita. "Cosa vedi?" gli chiese, scacciando i soliti pensieri libidinosi sull'elfo. Legolas scrutò in lontananza "Niente e non sento il loro odore puzzolente, sembra che siamo soli!" così dicendo si girò sorridendo ad Aragorn  e si mise a preparare il fuoco. Mangiarono qualcosa insieme e continuarono a raccontarsi il loro passato. Dopo un pò sedettero in silenzio accanto al fuoco. Legolas disse infine "Come va la spalla?" "Migliora. Il dolore è sopportabile" "La ferita dovrebbe essersi richiusa. Posso?" L'uomo annuì. L'elfo si avvicinò a lui e lo aiutò a togliersi la tunica. Aragorn chiuse gli occhi quando Legolas tolse il bendaggio toccando la ferita con le sue dita delicate. L'elfo guardò in faccia l'uomo: gli occhi erano chiusi e la bocca tremava leggermente. "Ti sto causando troppo dolore?" "Non penso che potresti far alcun male a chiunque con quel tuo tocco delicato, Legolas". L'elfo sentì un desiderio irrefrenabile di baciarlo. Invece prese dell'acqua e con un pò di stoffa pulì accuratamente la ferita, poi vi applicò più linimento e fasciò la ferita con una nuova benda. Appena fece per alzarsi Aragorn gli afferrò il polso. "Aragorn?" L'uomo aprì gli occhi: vedeva il proprio desiderio riflesso negli occhi di Legolas. Alzò il viso fino a che le loro bocche furono vicinissime. Il suo respiro era forzato al solo pensiero dell'imminente bacio, ma si sentì raggelare: "Non l'ho mai fatto" sussurrò. Sulle labbra dell'elfo comparse un sorriso di comprensione. Con le dita accarrezzo la guancia di Aragorn. "Non sei un pò vecchio per non aver mai baciato nessuno?!?" Legolas lo canzonò. Aragorn arrossì profondamente "no, non è questo..."allora labbra setose premetterono contro le sue interrompendo le parole. L'apprensione svanì nel bacio dell'elfo. Gli liberò il polso afferrandolo invece dietro al collo e passando le dita tra quei splendidi capelli setosi. Il bacio fu splendido e tenero. Aragorn gemette profondamente appena Legolas spinse la lingua più a fondo. Le lingue si toccarono danzando tra loro. Una passione tale Aragorn non l'aveva mai provata e la sentì ancora di più appena il bacio diventò più appassionato. Le bocche si separarono in cerca di aria. Legolas allora si tolse la tunica e Aragorn con il braccio ferito si mosse a toccare quell'incredibile pelle morbida sul torace. Legolas gli afferrò i fianchi e lo aiutò a togliersi i vestiti. Allora si tese. Legolas avvertì il cambiamento guardandolo negli occhi "Non essere ansioso" gli disse rassicurante e lo baciò ancora. L'uomo si tranquillizzò perchè sentiva in Legolas quell'innata qualità che gli dava fiducia. Legolas rimosse il rimanente dei vestiti dell'uomo e poi si tolse i pantaloni. La vista del corpo nudo di Aragorn era meglio di quello che aveva immaginato la notte precedente. Era commosso al pensiero che tale creatura sarebbe stata sua questa notte! Legolas avvicinò i loro corpi pelle contro pelle con Aragorn ora sotto di lui. Cominciò a baciarlo sul torace, con la lingua baciò i capezzoli induriti, mentre l'uomo gli accarezzava la schiena sentendo sotto le dita i movimenti dei muscoli sotto la pelle calda. Aragorn ansimò appena i loro membri si toccarono. Legolas prese l'olio dai medicamenti e se lo passò sulla mano e sul membro. Aprì gentilmente le gambe di Aragorn e con un dito trovò la sua apertura. L'uomo si tese, allora l'elfo gli disse con tono rassicurante "Rilassati amore" in parole elfiche.

Lentamente aggiunse un altro dito e allora Aragorn si arrese ai suoi movimenti misurati. Legolas unì le loro bocche in un bacio appassionato e nel contempo ritirò le dita e appoggiò la punta del membro contro l'apertura di Aragorn. Il corpo dell'uomo si impadronì di lui. Legolas gli accarezzò i capelli tenendolo fermo contro il terreno. Poi si spinse a fondo ma si fermò per permettere al giovane di abituarsi a lui. I loro occhi erano fissi uno nell'altro. "Hai fiducia in me?" chiese Legolas teneramente. La dolcezza delle parole e la tenerezza nei suoi occhi erano abbastanza per Aragorno "Sì, ho fiducia in te" disse rilassato. Legolas allora si spinse ancora più a fondo con grazia fluida. Appena toccò il punto speciale sentì un tremolante gemito di piacere da parte di Aragorn che diede all'uomo brividi mai provati in tutto il corpo. Ad ogni spinta Legolas toccava quel punto che sapeva far impazzire dal piacere l'uomo. Aragorn pensò di annegare nelle ondate di piacere che ricadevano dentro di lui. Gemette piano appena l'elfo gli prese il membro e con alcune carezze lo mandò all'apice. Legolas lo baciò con fervore appena si accorse dell'orgasmo dell'uomo. Continuò le spinte finchè anche lui raggiunse il top e riempì con il suo seme Aragorn. Sebbe era spento nel corpo e nella mente Legolas fece attenzione a non ricadere sul giovane per non danneggiare la spalla ferita. Aragorn accarezzò la schiena dell'elfo. "Se questo è quello che vi viene insegnato a Mirkwood, credo di essere cresciuto in mezzo agli elfi sbagliati!" Aragorn scherzò dolcemente. Legolas rise "Devo dire a Elrond quello che hai appena detto, la prossima volta che ci vedremo!". Poco dopo Aragorn si addormentò. L'elfo rimase appoggiato al suo torace e si addormentò a sua volta alla maniera elfica, fino al mattino successivo.

Aragorn sbadigliò felice quando si svegliò da una buona notte di sonno, il giorno dopo. Il braccio gli faceva di nuovo un pò male, ma c'era da aspettarselo dopo una notte simile. Sorrise a sè stesso: non aveva mai creduto all'amore a prima vista....forse esisteva quello al "primo tocco"! Si sedette e ci rimase male nel vedere che Legolas non era lì. Trovò un pezzo di pane elfico su un pezzo di stoffa quadrata e sentì l'odore pungente del the medicamentoso che l'elfo aveva messo sul fuoco a bollire. Con un altro sorriso prese un piccolo recipiente dal suo zaino, vi versò il the...era caldo ma non bruciava. Ne bevve un pò e lo appoggiò per terra. Spezzò un angolo del pane e lo mangiò. Finì il the appena Legolas riemerse dagli alberi. Ad Aragorn ogni volta che lo vedeva sembrava sempre più bello, anche se era stato pochi secondi prima. "The e pane....non era proprio il pasto che sognavo!" L'elfo ghignò "Mi dispiace non poter provvedere con qualcosa di meglio, ma il the ti rimetterà in sesto....dopo ieri sera" e si sedette vicino all'amante.

"La spalla mi fà di nuovo un pò male" "Migliorerà anche quella!" sorrise Legolas allungandosi a baciare dolcemente l'uomo. "Dovremmo muoverci da qui. Ho visto tracce d'Orchi verso Est" "Vorresti che li cacciassimo insieme?" chiese Aragorn. "Mi sto stufando di perseguirli da solo: Desidererei la tua compagnia". "Non hai ancora visto la mia abilità nel combattimento, Legolas. Te l'assicuro, se credi che io abbia bisogno di protezione.." "Sono sicuro che non hai bisogno della protezione di nessuno. Ma se non desideri viaggiare insieme, possiamo separarci" disse Legolas alzandosi e guardando l'uomo muoversi con difficoltà. "No, aspetta Legolas!" disse Aragorn arrossendo (Legolas pensò che gli donava molto). "Si, Aragorn?"sebbene immaginava cosa stava per dirgli l'uomo. "Ieri sera....." "Quando abbiamo fatto l'amore?" "Si, quando tu...." "Quando io ho fatto l'amore con te?" "Si, Legolas....devi capire che io non sono normalmente.......uhhhhh" Aragorno era a corto di parole. "Capisco Aragorn. Non avere paura. Non sarò deluso se non sarò sempre io a....dominare nella nostra amicizia. Stasera potrebbe essere il tuo turno......se te la senti!" disse Legolas con uno scintillio birichino negli occhi. Raccolse le sue cose mentre Aragorn lo guardava. Prese l'arco, la faretra e lo zaino e cominciò a muoversi verso Est. Parecchi metri dopo Aragorn lo raggiunse. "Questo è il nostro percorso" "Sì" replicò Legolas aumentando il passo e mettendo più distanza tra loro. "Legolas!" Aragorn chiamò: L'elfo si girò e alzò un sopracciglio. "Si?" "Ehm, credo che stanotte me la sentirò, per come la metti tu!" "bene, per questo ho preparato quel the!" rispose Legolas con un ghigno divertito. Poi si girò e si diresse ad Est. "Penso che con quella freccia hai colpito il mio cuore, dopo tutto!" disse Aragorn a nessuno in particolare e cominciò ad accelerare il passo per raggiungere l'elfo.