.|. Amarth - Fino Alla Fine del Tempo .|.

14. I dîn en naeg (Il silenzio del dolore)

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Legolas era uscito nei giardini come gli aveva chiesto Aragorn quella mattina, ancora non si spiegava il motivo di quel gesto ma nonostante questo aveva con sé un anfora di ceramica bianca e si stava dirigendo verso la fontana. Quando la raggiunse, mise l’anfora sotto il getto d’acqua e attese che si riempisse…nel frattempo ripensò allo strano comportamento di tutte le persone che aveva incrociato nel tragitto, tenevano tutti gli occhi bassi come se fossero profondamente tristi e scossi…e si chiese se quello non avesse a che fare anche con Aragorn…da tempo gli teneva nascosto qualcosa…il ramingo non gli permetteva più di leggere nei suoi occhi come una volta…ad un tratto sentì sulla mano l’acqua fredda e si accorse che l’anfora era ormai piena.

Lentamente la spostò dal getto ma rimase come incantato a guardare lo specchio d’acqua, lievemente mosso dalle piccole onde…e improvvisamente gli sembrò di vedere qualcosa…un’immagine sfuocata e pallida che però divenne velocemente più nitida…e il suo cuore iniziò a battere come mai prima di quel momento aveva battuto…era Aragorn, disteso su un letto grigio, con la corona sul capo e la sua spada stretta tra le mani…gli occhi chiusi in un sonno eterno…

Rimase immobile con gli occhi spalancati fino a quando quella visione si fuse con le onde create dall’acqua e svanì…ed in quell’istante tutta la forza che aveva gli venne a mancare…l’anfora gli cadde dalle mani e si frantumò sugli scalini di pietra sotto la fontana…scosse la testa lentamente come per convincere se stesso che era tutto un sogno…un incubo…ma il suo cuore gli confermava che era la verità…così corse…corse come non aveva più fatto da anni…corse contro il tempo per raggiungere la sua Speranza che stava svanendo…

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“Cosa padre?” chiese Eldarion al ramingo quando notò che lo sguardo dell’uomo sembrava essersi perso nel vuoto.

“Devi…devi promettermi una cosa…” rispose Aragorn prendendogli la mano.

In quell’istante Arwen chiuse gli occhi e sussurrò

“…ú Aragorn…(no Aragorn)”

Ma l’uomo continuò alzando leggermente la voce come per sottolineare la sua decisione

“Eldarion, devi promettermi che non lascerai che la luce di Legolas si spenga…promettimi che non permetterai che si lasci morire…”

Il principe rimase sbalordito a quelle parole ma poi scosse la testa

“Io…vorrei promettertelo ma non posso…non dipende da me…anche se desidero più di ogni altra cosa che Legolas continui a vivere, se gli accadrà la stessa cosa che è successa a lei, non potrò fare niente…non potrò dargli il mio sostegno se non lo vorrà…”

“Non dovrai dargli il tuo sostegno…” lo interruppe Aragorn fissandolo “…dovrai dargli…il tuo amore…”

Eldarion spalancò gli occhi incredulo…possibile che suo padre gli stesse chiedendo di fare la cosa che lui stesso desiderava?

“…no…no, non posso…” mormorò respirando velocemente “…io ti ho fatto una promessa e…”

“Ed ora ti chiedo di farmene un’altra!” ribatté il ramingo…udì in lontananza dei passi rapidi e le voci degli uomini fuori dalla porta…

“No padre! Ti prego, non chiedermi questo…” disse il principe con un filo di voce.

“Sta arrivando…” sussurrò Arwen alzando lo sguardo verso la porta ed infatti si sentì la voce di Legolas che implorava di farlo entrare.

“Eldarion promettimelo!” disse Aragorn alzando la voce “Tu lo ami e lui può amarti…”

“No…lui non può amarmi…” bisbigliò il principe scuotendo la testa ma il ramingo gli afferrò il braccio, tirando il figlio verso di sé…

“Devi promettermelo!” gli sussurrò l’uomo guardandolo intensamente negli occhi e vide una lacrima scivolare sulla sua guancia “Giurami che cercherai di dargli quella felicità che io non posso più offrirgli!”

Eldarion rimase in silenzio con lo sguardo fisso in quello del padre…udì la voce di Legolas, fuori nel corridoio…

“Vi prego! Vi scongiuro! Lasciatemi entrare! Devo vederlo!”

“Eldarion…” mormorò Aragorn…e il principe chiuse gli occhi e annuì.

 

Arwen allora si alzò in piedi e si chinò sullo sposo

“Namarie…” sussurrò e gli diede un bacio sulla fronte…mise una mano sulla spalla del figlio per fargli comprendere che per loro era giunto il momento di andare…

Eldarion si rialzò, indietreggiando per non allontanare gli occhi da Aragorn e quando distava pochi passi dalla porta mormorò

“Te lo prometto” e vide un debole sorriso sul volto dell’uomo.

 

Legolas stava per ripetere di nuovo la sua supplica, deciso, se anche allora gli uomini avessero rifiutato, ad usare la forza per passare ma vide la porta aprirsi…Arwen ed Eldarion uscirono con lo sguardo basso…il principe corse fuori sul balcone mentre la dama alzò per un istante gli occhi sull’altro elfo…

Legolas la guardò per un momento ma poi fece un passo nella stanza e sentì le porte richiudersi dietro di sé…

“Questa porta dovrà rimanere chiusa fino al sorgere del sole…” disse Arwen guardando i due custodi “…ed anche allora, nessuno dovrà entrare in questa stanza prima del mio arrivo…confido in voi…”

“Sì mia regina!” risposero all’unisono i due uomini e a quelle parole, la dama si allontanò silenziosamente, mentre in lontananza si udiva il pianto del nuovo re di Gondor.

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Legolas camminava lentamente nella stanza e la debole luce del sole, che filtrava dalle tende, lo faceva sembrare un bellissimo spirito che aleggiava nel vuoto…da quando era entrato, il suo sguardo non si era mai allontanato dal letto…dentro di sé sentiva il desiderio di raggiungerlo al più presto ma allo stesso tempo provava un’angoscia atroce al solo pensiero di avvicinarsi…ormai però, era giunto alla sedia vuota che lo attendeva…la guardò e poi guardò Aragorn, in mezzo al letto…era lontana…troppo lontana…così si sedette a sua volta sul materasso e si stese lentamente a fianco dell’uomo che amava, voltandosi di lato verso di lui…

In quell’attimo, Aragorn girò la testa e lo fissò negli occhi…in pochi momenti permise al compagno di vedere ogni singolo pensiero che da tempo gli aveva tenuto nascosto e sul suo splendido viso osservò, istante dopo istante, l’arrivo dello sconforto e del dolore…

“Perché non me lo hai mai rivelato?” sussurrò Legolas quando ritrovò un po’ di fiato per parlare.

“Perché avresti cercato di impedirmelo…” rispose Aragorn accennando un sorriso “…ti conosco troppo bene…”

“L’ombra non è ancora giunta su di te…” mormorò l’elfo accarezzandogli il viso “…hai ancora…”

“Visto?” lo interruppe il ramingo appoggiando la mano su quella del compagno “Lo stai facendo anche ora…se ti avessi avvertito prima della mia decisione, non immagino cosa avresti fatto per…”

“Perché vuoi lasciarmi?” bisbigliò Legolas e i suoi occhi si riempirono di lacrime.

“No! Legolas guardami…” ribatté Aragorn alzando leggermente la voce “…non devi piangere…non voglio vedere una sola lacrima rigare il tuo viso fino a quando resterai in questa stanza…devi farlo per me…” passò dolcemente il pollice sotto ai suoi occhi “…promettimelo…”

L’elfo fece un profondo respiro e annuì…però gli afferrò di colpo la mano e incrociò le dita con le sue, con l’altra invece continuò ad accarezzargli il viso…

“Amore…” mormorò il ramingo senza mai allontanare lo sguardo da lui “…farai una cosa per me?” vide Legolas annuire “Prenditi cura di mio figlio, aiutalo nel compito che deve assolvere…”

“Eldarion non ha bisogno di me…” rispose l’elfo debolmente, poi continuò, senza dare il tempo all’uomo di ribattere “…ti amo…” avvicinò il viso al suo e gli baciò le labbra “…ti amo con tutto me stesso…mi hai fatto conoscere un sentimento che non credevo potesse esistere…”

“Non credevi nell’amore?” gli chiese dolcemente Aragorn…voleva parlargli ancora di Eldarion ma quando sentì le sue labbra perse ogni volontà…non le avrebbe mai più sentite…

“Non credevo potesse essere così…” sussurrò Legolas baciandolo di nuovo “…così forte, passionale, intenso…assoluto…”

“Ed eterno…” finì l’uomo “…eterno come te…tu custodirai il nostro amore fino a quando il cielo cadrà sulla Terra…” vide Legolas chiudere gli occhi e allora lo baciò…e quel bacio fu lungo, dolce e profondo…perché sarebbe stato l’ultimo…sentiva che le poche forze rimaste stavano via via diminuendo…i Valar avevano accettato la sua richiesta, presto avrebbe ricevuto l’amaro dono che l’Uno aveva riservato Uomini…

“Estel…” gemette l’elfo quando sentì i respiri del compagno farsi più profondi e più lenti.

“Parlami Legolas…” sussurrò Aragorn sorridendogli debolmente “…voglio ascoltare la tua voce…parlami di quando ci siamo incontrati per la prima volta…”

“Noi…noi ci incontrammo a Granburrone, tu eri solo un fanciullo ma già nobile e forte…” iniziò Legolas continuando a fissarlo…sentiva un nodo alla gola che quasi gli impediva di respirare ma avrebbe fatto qualsiasi cosa per Aragorn e lui desiderava ascoltarlo “…poi ti rividi nelle mie Terre…io ero ad allenarmi con Lanthir nel bosco…tu vagavi solo e ti presentasti a noi come Grampasso il ramingo…allora non ti riconobbi, eri poco più di un giovane a quel tempo…come d’altra parte, lo ero io per la mia gente…ma tu eri così cambiato…così cresciuto…” si fermò un istante e notò che lo sguardo di Aragorn sembrava perso sul suo viso…come se lo stesse osservando per memorizzare ogni più piccolo dettaglio “…poi, ci incontrammo nuovamente quando l’Ombra dell’Oscuro Signore si aggirava già per Bosco Atro…giungesti da noi insieme a Gandalf e solo allora venni a conoscenza della tua vera identità…eravamo già amici ed in quel periodo diventammo inseparabili…ma dal primo istante che ti vidi, sentii dentro di me qualcosa di nuovo…”

“Continua…” mormorò debolmente Aragorn quando vide che Legolas aveva stretto le labbra…per i Valar…avrebbe voluto dirgli centinaia di cose…sentiva che quelli erano gli ultimi istanti in cui avrebbe potuto farlo…ma dentro di sé sapeva che non ce n’era bisogno…l’elfo poteva vedere i suoi sentimenti attraverso i suoi occhi…e poi, quello che desiderava, era sentire la sua voce…e addormentarsi per sempre al suono melodioso delle sue parole…

“…io…ti ho amato come amico per anni…” proseguì l’elfo stringendogli più forte la mano “…sei la parte mancante della mia anima…e non avrei mai sperato in quello che invece è successo…quando ci salutammo l’ultima volta, prima che Re Elrond convocasse il Consiglio, tu sembravi…”

“Come?” sussurrò il ramingo fissandolo…sentiva le palpebre pesanti…il sonno lo stava raggiungendo ma voleva vederlo…un ultima volta…il suo sorriso…quel sorriso splendido e dolce…

“Sembravi triste…e preoccupato…” continuò Legolas “…come se non volessi partire…” si fermò un istante e…sorrise...quando quel ricordo gli tornò alla mente “…e per un attimo pensai che forse i Valar avevano ascoltato i miei pensieri più segreti…”

Aragorn sentì un tuffo al cuore…debolmente voltò la testa, chiudendo gli occhi…mentre l’immagine di Legolas che sorrideva si riformò nella sua mente…lentamente la voce dell’elfo divenne più tenue…lontana…ma ancora percettibile…come in un sogno…

“Prima di andartene mi chiesi se ci saremmo mai più rivisti…” sussurrò Legolas ma subito si accorse che l’uomo aveva chiuso gli occhi

“Estel?” lo chiamò alzando la voce ma sentì il pollice del compagno muoversi dolcemente sulla sua mano, così continuò “Io avrei voluto dirti che niente mi avrebbe tenuto lontano da te...ma...invece...” si fermò un istante e guardò il volto del ramingo “...ricordi cosa ti ho risposto?”

 

Ma non udì le parole che sperava di sentire...dalle labbra di Aragorn uscì un debole sussurro...

“Ti amo” e una lacrima scivolò sulla sua guancia...mentre il suo spirito lasciava quel corpo e raggiungeva le Aule di Mandos...raggiungeva chi, prima di lui, aveva già affrontato quell’ultimo viaggio…Eomer, Faramir, Eowyn, Boromir e tutti gli altri Mortali che avevano fatto parte della sua vita…

 

Legolas sentì la stretta del compagno allentarsi e spalancò gli occhi...vide sul volto di Aragorn rivelarsi quell'antico splendore della giovinezza e unirsi alla saggezza e alla maestà della vecchiaia...in quell'istante...comprese che quello che più aveva temuto era infine giunto...il tempo aveva scritto la parola fine sul libro del loro amore...sentì nel petto un dolore lancinante...un freddo intenso lo avvolse e per un momento rimase immobile...

Poi, lentamente, alzò una mano, continuando però a stringere quella dell'uomo sul letto, e l'appoggiò tremando sul petto di Aragorn...ma quel cuore che per centoventidue anni aveva battuto insieme al suo...aveva sofferto insieme al suo...aveva amato insieme al suo...ora era fermo...

Ed allora la sua mente si svuotò...era come se ogni singolo pensiero fosse svanito con l'ultimo respiro di Aragorn...ed insieme ai pensieri, ogni singola emozione...tutto quello in cui aveva sempre creduto era svanito...e si sentì vuoto come la sua mente...non c'era più niente...niente...ed in quel nulla ascoltò se stesso pronunciare quelle parole...un sospiro...

“Portami con te...”

 

Silenzio...un silenzio profondo e assoluto...un silenzio che si fondeva con il buio della notte che era calato nella stanza...mentre le fiamme delle candele creavano delle deboli ombre...ma un'ombra ben diversa era scesa sul cuore dell'Elfo che giaceva immobile, disteso sul letto accanto al corpo dell'Uomo che aveva amato...un'ombra in grado di oscurare anche la stella più splendente...un'ombra che in pochi istanti aveva spento per sempre una luce destinata a brillare per l'eternità...

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Poi venne il sole...e i suoi raggi spazzarono via le tenebre...ma il suo calore era debole, come se Anor stesso percepisse il dolore che aleggiava nell'aria...

Arwen raggiunse la porta e notò che i custodi non erano presenti ma al loro posto, seduto sul pavimento con la testa tra le mani, c'era Eldarion...la dama lo guardò per un lungo momento e vide il figlio alzare lo sguardo su di lei...e nei suoi occhi vide la sofferenza e la paura di quello che avrebbe dovuto affrontare...

Senza parlare aprì lentamente la porta ed entrò nella stanza...per un istante chiuse gli occhi quando percepì il freddo intenso di quel posto...poi li riaprì e avanzò fino a raggiungere il letto...e allora lo vide...Legolas era ancora voltato verso il compagno, con gli occhi fissi sul suo volto e la mano ferma sul suo petto...

“Legolas è tempo di andare...lui non è più qui...” sussurrò appoggiando una mano sulla spalla dell'altro elfo...attese in silenzio fino a quando sentì un leggero movimento...e vide Legolas mettersi lentamente seduto sul letto…lo osservò mentre baciava la mano di Aragorn e la posava dolcemente sulle coperte per poi alzarsi in piedi con lo sguardo fisso davanti a sé...

“Legolas…?” lo chiamò…ma non ottenne nessuna risposta...l'elfo biondo si incamminò debolmente verso la porta…si fermò solo quando giunse nel corridoio e si trovò davanti il nuovo re di Gondor...lo guardò per un lungo momento ma poi il suo volto divenne indefinito...

Eldarion vide Legolas di fronte a sé...per un breve attimo guardò sul suo viso il dolore straziante che sentiva ma poi fece un passo in avanti...e lo afferrò appena in tempo quando l'elfo crollò a terra, mentre le lacrime, che fino a quel momento aveva trattenuto per mantenere fede ad una promessa, gli scorrevano come un fiume in piena sulle guance...il re si sedette sul pavimento, stringendolo tra le braccia...ma più lo stringeva e più sentiva il corpo di Legolas tremare e abbandonarsi al dolore...udiva i suoi respiri deboli interrotti dai singhiozzi e lui stesso chiuse gli occhi quando le lacrime gli scivolarono sul viso…

E così rimasero per ore…fino a quando le lacrime dell’elfo smisero di bagnare le sue guance e si asciugarono…lasciando il suo cuore e la sua anima aridi e senza vita come il letto di un torrente che non riceve più l’acqua per proseguire il suo corso…

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Il giorno successivo si svolsero i funerali di Re Elassar di Gondor…il suo corpo venne deposto in un letto di pietra e su di esso fu scolpita la sua effige, in modo che tutti potessero osservare, per il resto dei giorni, il suo volto…immagine dello splendore dei Re degli Uomini immersa nella gloria…accanto al letto del grande Re erano posti quelli di Meriadoc e Peregrino…gli unici e soli tra gli appartenenti al loro popolo ad avere l’onore di dormire il sonno eterno insieme ai grandi Sovrani del Regno degli Uomini…

Tutti gli abitanti del palazzo si riunirono in quel luogo per dare l’ultimo saluto al  Re che aveva dato nuova vita e splendore a Gondor…centinaia di persone circondavano la regina Arwen e il loro nuovo sovrano Eldarion che erano in piedi davanti al letto di pietra e osservavano in silenzio la statua…la dama, cinta nell’abito scuro e con un velo che le ricopriva il viso, teneva tra le mani una rosa bianca e al suo fianco, Eldarion aveva dovuto indossare la tunica grigia dei Re e la corona dorata…

Ad un tratto uno dei Consiglieri si avvicinò alla regina…

“Mia signora…” sussurrò guardandola “…tocca a voi ora…” ma Arwen rimase immobile e allora l’uomo proseguì “…comprendo il vostro dolore ma…la tradizione vuole che sia la persona amata dal sovrano in vita a posare una rosa bianca sulla sua lapide…”

A quelle parole, la dama alzò lo sguardo su di lui, lo fissò per un istante e mormorò

“E così sarà…” poi si spostò lateralmente e voltò la testa verso l’entrata del grande salone…

Eldarion fissò perplesso la madre ma poi la imitò…vide le persone riunite guardarsi tra loro perplesse…ad un tratto però si aprì un varco tra la folla…e Legolas si fece strada lentamente tra di loro con in mano una rosa bianca ed un elanor, il fiore d’oro che cresceva nei prati di Lothlórien ma che gli Elfi avevano donato ai giardini di Re Elassar…ed i due fiori, simboli dei due popoli, erano legati insieme da un nastro di velluto rosso…

Eldarion sentì una stretta al cuore quando lo vide…splendido ed etereo come sempre nella sua tunica azzurra come il cielo…ma sul suo volto, bellissimo e impassibile, poteva scorgere l’ombra della sofferenza che aveva spento la sua luce vitale…lo guardò mentre si avvicinava alla lapide, noncurante dei bisbigli che si erano levati al suo arrivo…uno spirito chiaro in mezzo all’oscurità ma che dentro di sé sentiva un dolore più profondo della notte…

Legolas si fermò davanti alla statua dell’uomo che era stato la sua vita…debolmente allungò il braccio e posò i due fiori su quel petto di pietra, vuoto e freddo come si sentiva lui in quel momento…poi si portò la mano sul cuore e rimase immobile ad osservare quel volto scolpito che per lui era stato il sole durante ogni notte…

 

Arwen chiuse gli occhi…poteva udire le parole sussurrate di tutti i presenti…le loro frasi stupite e indignate…ma non le importava…quello era stato il desiderio di Aragorn…far sapere al suo popolo che durante la sua vita aveva amato un'unica persona…ed era stato esaudito…non le interessavano gli atteggiamenti di quelle persone…oramai il suo tempo, quello del suo sposo e quello di Legolas era finito…era iniziato quello di Eldarion e con lui quello degli Uomini che da quel momento avrebbero regnato soli nella Terra di Mezzo fino alla fine dei giorni.

 

Quando la cerimonia funebre terminò, la dama raggiunse suo figlio nelle sue stanze e gli disse addio. Eldarion non fece e non disse niente per fermarla perché sapeva già da tempo che quello sarebbe stato il destino della madre…

“Cosa farai ora? Dove andrai?” gli mormorò all’orecchio, abbracciandola dolcemente.

“Andrò a Rohan per vedere un ultima volta Eden ed Eiliant…” rispose Arwen “…poi mi recherò a Lothlórien e attenderò il fato che ho scelto…” si allontanò leggermente e lo guardò negli occhi “…non essere triste per me, figlio mio…”

Eldarion annuì e la guardò, mentre la dama usciva dalla stanza…quando sparì dalla sua vista, si sedette sul letto e nascose il viso tra le mani…mai in tutta la sua vita si era sentito così…solo…completamente solo ad assolvere un compito che forse considerava troppo grande per lui…ma era suo dovere…ora era il re…e aveva fatto una promessa…

 

Prima di allontanarsi dal palazzo, Arwen andò da Legolas…i due Elfi si guardarono negli occhi a lungo senza pronunciare una sola parola…poi però, prima di dirgli addio per sempre…la dama gli mise una mano sul cuore e sussurrò nuovamente quella semplice frase

“…i estel…sí…an i uir…(la speranza…qui…per l’eternità…)” e se ne andò.

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Passarono settimane da quel giorno in cui Arwen, Stella del Vespro, lasciò Gondor e il suo popolo per andare incontro al suo destino…ed ogni sera, re Eldarion si recava nella stanza di Legolas…in quella stessa stanza dove anni prima aveva scoperto l’amore tra l’Elfo e suo padre…apriva la porta e faceva qualche passo per poi fermarsi…e lui era sempre là…disteso sul grande letto, seminascosto dalle leggere tende bianche, con le braccia lungo i fianchi e lo sguardo rivolto al soffitto…una splendida statua di marmo nella quale però batteva ancora un cuore, seppur avvolto nel dolore…ogni volta si avvicinava a lui e si inginocchiava accanto al letto…restava un lungo momento a guardarlo e quando infine vedeva il suo petto alzarsi e abbassarsi lentamente, gli accarezzava una guancia dolcemente per poi rialzarsi di nuovo ed uscire dalla stanza…

Ogni singola sera andava da lui per assicurarsi che respirasse, che fosse vivo, che stesse bene…ma non stava bene…no…mai una volta Legolas voltava la testa verso di lui e gli sorrideva…mai una volta pronunciava una parola…mai una volta scorgeva nei suoi occhi una scintilla di quella luce che risplendeva in lui…e più passavano le settimane, più capiva di aver promesso al padre una cosa impossibile…Legolas non voleva essere amato e non avrebbe più potuto amare nessuno…perché l’amore che c’era in lui era finito, si era spento come la fiamma di una candela raggiunta da una raffica di vento…

 

Una sera però, quando entrò in quella stanza, la trovò vuota…Legolas non era sdraiato sul letto…e sentì un tuffo al cuore…non era possibile…non poteva essersene andato così…

Corse per i corridoio del palazzo chiedendo a chiunque incontrava se l’avesse visto ma niente…infine uscì sul balcone e subito una pioggia fortissima cadde su di lui…si guardò attorno, senza far caso agli abiti che ormai erano fradici…e finalmente lo vide…giù nei giardini, seduto ai piedi di un albero…

Lo raggiunse velocemente e si inginocchiò accanto a lui, appoggiando una mano sulla sua spalla…

“Legolas cosa fai qui?” gli chiese dolcemente “Sta piovendo a dirotto…”

L’elfo alzò lo sguardo su di lui poi lo riabbassò e si guardò le mani…quel ricordo…per i Valar quanto gli faceva male…quella sera che era rimasto disteso con Aragorn su quello stesso prato su cui era seduto in quel momento…abbracciati sotto la pioggia…quella stessa pioggia che gli stava bagnando il viso…e gli aveva stretto la mano nella sua…quel gesto…

“Io…avevo bisogno di crederlo…” sussurrò debolmente.

“Cosa Legolas?” disse Eldarion fissandolo…non capiva le sue parole ma stava parlando…dopo settimane sentiva di nuovo la sua voce…

“…quando…gli stringevo la mano…” continuò l’elfo con lo sguardo fisso sul terreno davanti a lui “…mi sentivo unito a lui da qualcosa di indistruttibile…qualcosa che andava oltre la vita…sentivo che…nemmeno il tempo avrebbe potuto portarlo via da me…”

“Legolas…” bisbigliò il re

“…ma non è stato così…era solo un’illusione…”

Eldarion rimase in silenzio ma dopo un attimo si fece forza e si rialzò, prese il braccio di Legolas e lo costrinse a rimettersi in piedi…

“Dobbiamo rientrare ora…” e lo trascinò con sé…quando sentì che l’elfo lo seguì senza fare la minima resistenza provò una forte delusione…avrebbe preferito che si ribellasse, che cercasse di restare in quel posto…e invece niente…si voltò e lo vide mentre camminava con lo sguardo perso nel vuoto come se stesse compiendo quei movimenti senza rendersene conto…

Raggiunse la propria stanza ed entrò, richiudendo la porta dietro le spalle di Legolas…lo fissò a lungo ma l’elfo continuava a restare immobile mentre l’acqua sgocciolava dai suoi abiti sul pavimento…per i Valar…odiava vederlo così…non era più Legolas…era solo il suo corpo svuotato da ogni tipo di sentimento…sapeva che sarebbe successo ma non riusciva a sopportarlo…doveva fare qualcosa…voleva fare qualcosa…o almeno provarci…

“Devi cambiarti gli abiti…” disse, aprì l’armadio e prese un paio dei suoi pantaloni che usava per riposare e li posò sul tavolo vicino all’elfo…poi si voltò di nuovo e si mise a sua volta degli altri pantaloni, gettando i vestiti bagnati su una sedia…ma quando guardò in direzione di Legolas vide che era ancora immobile…

“Legolas…devi togliere quegli abiti e metterti questi…” ripeté alzando leggermente la voce…vide l’elfo aggrottare le sopracciglia per un istante, come se non capisse…poi però alzò lentamente una mano…

“…avanti…” sospirò Eldarion e senza attendere gli slacciò in pochi attimi la tunica e la gettò sui suoi abiti…lo guardò nuovamente negli occhi poi si inginocchiò davanti a lui, gli aprì i pantaloni e li abbassò, togliendoli insieme agli stivali…allungò una mano e prese il paio di pantaloni asciutti ma prima di metterglieli, alzò lo sguardo su di lui…perché non reagiva? Si era fatto spogliare da lui senza dire una parola per impedirglielo ed ora lo stava guardando come se niente fosse successo…sembrava un bambino incapace di ogni azione…e lo vide ancora di più quando, allacciandogli i pantaloni, gli sfiorò il ventre con le dita e non ottenne nessuna reazione…

“…vieni…” bisbigliò prendendogli una mano…lo condusse al letto, rialzò le coperte e lo fece stendere sul materasso…poi spense le candele e si distese al suo fianco, voltandosi verso di lui…aveva spento ogni luce e Legolas non si era opposto…ora solo i lampi che squarciavano il cielo illuminavano la stanza…

“Siamo al buio…” sussurrò “…perché non hai impedito che spegnessi anche l’ultima fiamma?”

“Non provo più niente…” mormorò Legolas “…né gioia…né timore…l’oscurità mi ha già raggiunto…si è impadronita del mio cuore da tempo e questo buio non può farmi nessun male…”

“Oh Valar…Legolas…” sospirò Eldarion accarezzandogli il viso nella penombra “…ritorna in te…ti supplico…ti stai lasciando andare all’oblio…e con i tuoi silenzi stai uccidendo anche me…” rimase in silenzio per un istante indeciso se pronunciare quelle parole “…tu sai qual’era il desiderio di Aragorn…lui voleva che tu continuassi a vivere ma tu stai facendo il contrario…stai accogliendo l’ombra invece di respingerla e lui…

“Lui non è più qui per impedirlo…” lo interruppe debolmente Legolas chiudendo gli occhi “…lui era la mia luce e…ora non è più con me…”

Eldarion strinse le labbra e senza riuscire a trattenersi, strinse l’elfo a sé, abbracciandolo con tutta la forza che aveva…

“Ma io sì…” bisbigliò “…io sono ancora qui con te e non lo permetterò…” sentì sul collo il respiro veloce di Legolas come se stesse cercando di non piangere e gli accarezzò dolcemente i capelli…ad un tratto sentì le sue mani sulla schiena che lo abbracciavano a loro volta debolmente…rimase in silenzio a lungo, continuando a stringerlo…poi pronunciò quelle parole…

“Ti amo…”

sentì il corpo di Legolas irrigidirsi all’istante e allora continuò

“…shhh…lo so…ma…lasciamelo sognare…almeno per questa notte…”

Le ore passarono ma Eldarion non si addormentò…ascoltava il respiro di Legolas che era diventato lento e regolare, sperando di essere riuscito col proprio calore ad alleviare leggermente quel freddo che aveva nel cuore…ad un tratto udì un sussurro…

“…Estel…”

Sentì contro il collo la fronte di Legolas che si muoveva dolcemente e poi le sue labbra…

“…Estel…”

“Legolas…” mormorò “…io non sono…”

“…Estel…”

Eldarion spalancò gli occhi…cosa doveva fare?...era sbagliata quella situazione…ma per fortuna quei baci si fermarono…sentì le braccia di Legolas cingerlo con forza e poi ancora la sua voce…

“…non lasciarmi…”

“…shh…Legolas…” bisbigliò accarezzandogli i capelli…poi udì quelle parole…sapeva che non erano rivolte a lui ma il suo cuore iniziò a battere con forza…

“…ti amo…” sussurrò l’elfo “…ti amo…”

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Ed il tempo continuava a scorrere, lento e inesorabile, ma a Legolas non sembrava essere passato nemmeno un giorno…ogni notte rimaneva sveglio, disteso sul letto in cui per anni Aragorn l’aveva stretto tra le braccia…gli occhi aperti e lo sguardo fisso nel vuoto…mentre il dolore lo consumava…solo quella volta aveva sentito un po’ di conforto…mentre Eldarion lo stringeva a sé…allora un sonno profondo era sceso su di lui…e aveva sognato Aragorn…

Ma dopo quella notte tutto era tornato come prima…quel leggero fuoco che aveva percepito si era di nuovo spento, lasciandolo ancora nel freddo e nell’oblio…

 

Eldarion era rimasto con i Consiglieri tutto il giorno, era stanco ma non voleva andare a riposare senza prima vedere Legolas…aveva sperato che dopo quella sera si fosse leggermente ripreso ma invece era solo un’illusione…e non sapeva cosa fare…ci pensava, pensava in continuazione a un modo per risvegliarlo da quello stato ma non trovava soluzioni…

Entrò nella stanza dell’elfo…e la trovò vuota…

“Oh…no…” bisbigliò tra sé…corse nuovamente nei giardini ma questa volta Legolas non c’era…fortunatamente incontrò alcuni servitori che gli dissero di averlo visto dirigersi verso l’armeria…così raggiunse velocemente quel luogo…oltrepassò i fuochi accesi per la forgiatura delle spade e vide in lontananza la porta della Sala delle Armi aperta…

“Ma cosa…” disse, entrando nella stanza…e quello che vide lo fece rimanere di ghiaccio…Legolas era inginocchiato a terra e in una mano stringeva un pugnale…Eldarion fece alcuni passi verso di lui, in silenzio, ma appena vide una macchia di sangue sul pavimento corse verso l’elfo…

“Oh Valar!” esclamò inginocchiandosi accanto a lui…lo guardò e vide ancora quello sguardo perso nel vuoto…poi vide l’altra mano…da un lungo taglio sul palmo continuava ad uscire il sangue, tanto che la manica della tunica ne era quasi completamente intrisa…

“Oh Valar…Legolas cos’hai fatto!” sussurrò guardandosi intorno in preda al panico…vide un panno su un tavolo e lo afferrò…

“…perché non fa male?” mormorò Legolas con un filo di voce.

Eldarion gli mise il panno sulla mano stringendolo contro la ferita

“Dobbiamo andare a ripulirla e a fasciarla…”

“…dovrebbe fare male ma…non sento niente…” ripeté debolmente l’elfo guardando quello che faceva il re senza il minimo movimento.

“Legolas…alzati…andiamo…” disse Eldarion senza dar peso alle sue parole, lo fece rimettere in piedi e lo trascinò via.

Raggiunse la propria la stanza e lo fece sedere sul letto, prese dell’unguento, delle bende e iniziò a curargli la ferita…

“Perché l’hai fatto?” gli chiese alzando per un istante gli occhi su di lui…ma Legolas non rispose…quando finì di bendargli la mano, gli tolse delicatamente la tunica sporca di sangue e lo fece stendere sotto le coperte…si cambiò gli abiti, indossando quelli leggeri per la notte e lo raggiunse sul letto.

Si voltò verso di lui, rialzandosi sui gomiti e gli spostò dolcemente una ciocca di capelli che era finita tra le sue labbra poi gli prese la mano ferita e gliela fece posare sopra le coperte, vicino al fianco…

“Perché l’hai fatto Legolas?” gli chiese di nuovo con un tono di voce più dolce “Non è grave ma hai perso molto sangue…”

Quando non ottenne nessuna risposta sospirò e gli accarezzò con dolcezza il viso…ed allora finalmente udì un sussurro…

“Io…io volevo solo sentire…”

“Cosa Legolas?” mormorò, accarezzandolo di nuovo “Cosa volevi sentire?”

“Qualsiasi cosa…” rispose l’elfo sbattendo lentamente le palpebre “…io…non sento più niente…tranne…quel vuoto opprimente che mi impedisce di respirare…”

“Legolas…io vorrei aiutarti…” sussurrò Eldarion “…farei ogni cosa per te…ma devi permettermelo…vorrei ridarti quella luce…lascia che riaccenda quel fuoco che ardeva in te…”

“Quel fuoco è spento ormai…” bisbigliò Legolas posando lo sguardo su di lui per qualche istante “…si è spento con lui…”

“No! Non è spento…” ribatté il re alzando leggermente la voce “…è debole…quasi impercettibile ma non si è spento…ha solo bisogno di nuova legna per bruciare…”

“E allora se ancora esiste perché non mi riscalda?” chiese l’elfo chiudendo gli occhi “Io non riesco più a sopportare questo freddo gelido che scorre dentro di me…”

Eldarion lo fissò a lungo, stringendo le labbra…

“Io posso provare ad aiutarti…” sussurrò “…posso tentare di riaccendere quella fiamma ma…devi essere tu a volerlo…” si fermò un istante e gli sfiorò una guancia con le dita “…vuoi riavere indietro quel fuoco?” attese in silenzio, mentre il suo cuore batteva per paura di qualsiasi risposta…poi…ad un tratto udì un sospiro…

“…sì…”

…fece un profondo respiro e avvicinò il viso a quello di Legolas…i suoi occhi erano ancora chiusi e le sopracciglia lievemente corrucciate…si rialzò di più con il braccio…e posò dolcemente le labbra sulle sue…

Legolas spalancò all’improvviso gli occhi appena sentì le labbra di Eldarion sfiorare le sue…rimase immobile…poi un leggero brivido gli scese lungo il corpo…ma questa volta non era gelido…un debole calore lo pervase e lentamente socchiuse le labbra…

Eldarion sentì il corpo dell’elfo tremare sotto di sé…stava per allontanarsi quando Legolas debolmente rispose al bacio…timidamente fece scivolare la lingua tra le sue labbra, gli sfiorò il profilo dei denti fino a quando incontrò quella di Legolas e la sentì muoversi con la propria…chiuse gli occhi, perdendosi completamente in quel primo e vero bacio…non era un sogno questa volta…stava accadendo realmente…poi però sentì il bisogno di respirare…ed allora vide che gli occhi dell’elfo erano pieni di lacrime che scivolavano lentamente sulle sue tempie…

“Legolas…no…Legolas…” sussurrò scuotendo la testa “…mi dispiace…io…non volevo…perdonami…non succederà più…”

“…no…” bisbigliò l’elfo debolmente continuando a tenere gli occhi spalancati.

“…ti prego…” mormorò Eldarion asciugandogli il viso “…ti prego…perdonami…”

“…oh Valar…” gemette Legolas chiudendo gli occhi un istante per poi riaprirli e fissare sconvolto quelli dell’uomo sopra di lui.

“Legolas…perché piangi?” gli chiese il re di Gondor senza riuscire a comprendere…perché non l’aveva respinto se non lo desiderava? Perché aveva risposto al bacio? Ed ora perché lo guardava in quel modo?

“…perché mi è piaciuto…” rispose l’elfo con un filo di voce “…dopo…mesi ho provato ancora qualcosa…”

“Ti è…ti è piaciuto?” ripeté quasi incredulo Eldarion…gli accarezzò il viso più volte e sorrise “…ti è piaciuto…” gli baciò la guancia e lo strinse a sé, sussurrandogli dolcemente all’orecchio “…oh Legolas…io sono qui per te…”

 

Era ormai notte inoltrata ed Eldarion si era addormentato stringendo ancora una volta tra le braccia Legolas…anche l’elfo, dopo giorni, aveva trovato di nuovo riposo, cullato dal calore del re di Gondor…ad un tratto però…si rivide su quel letto, abbracciato ad Eldarion

“Ti amo” gli disse il re sorridendogli…

Gli accarezzò una guancia ma quel volto lentamente cambiò…e si ritrovò tra le braccia dell’uomo che aveva amato e che tutt’ora amava…

“Ti amo” gli sussurrò Aragorn sorridendogli.

“Estel! Estel resta con me…non andartene…”

“Io sono sempre con te…cosa darei per far scorrere le dita tra i tuoi capelli...toccare le tue labbra e guardarti negli occhi…”

“Allora fallo! Sei qui ora!”

“No…lui è con te…e quando ti abbraccia…quando ti stringe a sé…quanto ti dice le parole che hai bisogno di sentire…io vorrei essere lui…perché quelle parole sono mie da dirti fino alla fine del tempo…”

“…Estel…sí dartho…melich nin…(resta qui…amami)”

“…nan gurth a athan, Legolas…renech?…(fino alla morte e oltre,Legolas…ricordi?…)”

Legolas aprì di scatto gli occhi e si ritrovò nuovamente di fronte Eldarion…sentiva il proprio respiro veloce nel silenzio della stanza e quello regolare del re…gli accarezzò dolcemente il viso e richiuse gli occhi…dentro di sé però senti qualcosa di nuovo…era come se quel bacio gli avesse ridato la forza di vivere…di continuare ciò che aveva iniziato e di affrontare il proprio destino…