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by Lago

Ian svela a degli attoniti Dom, Billy ed Elijah i retroscena piccanti della lista della spesa dei cari Orlando e Viggo...

Humor/Sentimentale | Slash| Rating NC-17 | Onepiece

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“…”

“Allora, trovato niente?”

“Non ancora… dammi tempo, sto cercando!”

“Cristo, ma quanto ti ci vuole? Torneranno da un momento all’altro…”

“EHI RAGAZZI! HO TROVATO I PRO– ”

“SHHHH!”

“Billy, ma sei deficiente?! Che cazzo c’è da urlare?”

“Scusa… ma guarda ho trovato i pro– ”

“I profilattici? Allora abbiamo le prove! Dai, tirali fuori, tirali fuori!”

“No, no… guarda! In frigo hanno ancora qualcuno di quei deliziosi profiteroles che ha portato Livie!”

“…”

“…”

“Dom, ti prego, trattieniti.”

“Tranquillo. Billy, che minchia ci fai infilato nel loro frigo?”

“Cercavo qualcosa da mangiare…”

“…”

“Fammi capire bene. Noi veniamo qui in missione supersegreta in cerca di sconcertanti rivelazioni sulla vita sessuale di Orlando e Viggo, loro potrebbero entrare da quella porta ad ogni secondo e tu ti metti a cercare da mangiare?”

“…”

“Beh, avevo fame…”

“…”

“Avrò pietà di te. Chiudi quella porta e mettiti a cercare. C’è ancora un’intera credenza da ispezionare. E molla quei profiteroles, sottosviluppato!”

“Uei!”

“Lij, trovato niente?”

“Uh… no, solo liste della spesa. Speravo fosse una qualche corrispondenza segreta, pronta a rivelarci piccanti ed inconfessabili segreti…”

“Sapete, a volte una lista della spesa può svelare cose molto più piccanti di una lettera.”

“…”

“Ian!”

“Tu… tu cosa… come…”

“Non vi preoccupate, non spiffererò a Viggo e Orlie del vostro raid. Dopotutto, anche io sono vagamente interessato a quei due…”

“Vuoi dire che tu…”

“Non in quel senso, Lij. Cioè, diciamo non solo in quel senso, almeno. Dai. Passami quella lista.”

“Ma…”

“Obbedisci, Lij. Con la regina Ian non si discute, non in campo gay. Dico bene?”

“Sante parole. Dunque, i miei occhiali… ecco qua…”

“Dai, leggi, leggi.”

“Allora… burro.”

“Beh, fin qui c’è poco da elucubrare. Il burro è burro.”

“Tzè. Ingenui ragazzi inesperti. Il burro è burro. Il ***burro*** con tre asterischi prima e tre asterischi dopo è vaselina.”

“Si ma… 500 grammi?”

“Azzo! Mezzo chilo!”

“Che vi dico. Ci danno sotto i nostri amici!”

“Dai, dai, vai avanti. Leggi, Ian!”

“Gioventù impaziente. Allora, ecco qua: gavettoni color rosso.”

“Che cosa significa?”

“Come che cosa significa? Usate un po’ d’inventiva, nullafacenti! Sia mai che una vecchia cariatide come me ne sappia più di voi!”

“Giusto, hai ragione. Certo. Allora… gavettoni rossi…”

“Qualcosa di sporco!”

“Grazie, Billy, c’eravamo arrivati.”

“Magari per preparare una festa a sorpresa!”

“…”

“…”

“…”

“Guarda, Lij, hai superato perfino Billy.”

“Ehi, scusa tanto se non sono un pornoesperto per gay!”

“Va bene, va bene. Non sgozzatevi sulla loro lista della spesa. Lo troverei decisamente inelegante.”

“Dai, Ian, non fare la bagascia! Cosa sono i gavettoni rossi?”

“Non mi hai mai conosciuto in gioventù. Comunque, sono i preservativi alla fragola.”

“Mai visti alla fragola.”

“Alla fragola? Che se ne fanno di avere un sapore, i preservativi?”

“Così la ragazza succhia e sente sapore di fragola!”

“…”

“Billy, punto primo, Orlando non è una ragazza. E punto secondo, da quando in qua durante i pompini si indossa il preservativo?!”

“Ehi, chi lo ha detto che è Orlando quello che succhia?”

“Certo che è Orlando a succhiare. È più giovane!”

“E va bene, ma Viggo gli avrà ben dovuto insegnare la tecnica, no?”

“E chi ti ha detto che Viggo avesse già esperienze di pompini?!”

“…”

“Ehi, io una volta li ho usati al mirtillo, i preservativi!”

“…”

“…”

“…”

“Billy, chi ti ha chiesto niente?”

“Dai, Ian, va’ avanti. Inizia a diventare interessante.”

“Cioccolato parentesi ‘Elle’ chiusa parentesi.”

“Beh, questa è facile.”

“Certo. Cioccolato al latte.”

“Passa vanti.”

“Tzè. Ignoranti.”

“Ehi! Cioccolato elle, cioccolato al latte, mi sembra lampante, no?”

“…”

“Voi, guardare cataloghi di intimo mai, vero?”

“…”

“Chiedo scusa, o maestà la reginetta delle mutande in pizzo.”

“Io guardo solo quelli dei salumi, a volte!”

“…”

“…”

“Ehi, Dom, hai sentito? A Billy gli piacciono i salami.”

“Really, mate? Giù le mani dal mio zampone, ok?”

“Un collega? Chi l’avrebbe detto mai. Tutti finocchi, in questo film. Comunque…”

“Ehi!”

“Scusa, tutti finocchi tranne Dominic il paladino degli etero. Comunque, dicevo, da persona con un minimo di cultura generale, vi faccio presente che esiste della biancheria intima commestibile, fabbricata nelle sostanze più svariate, fra cui…”

“Ommadonna…”

“… il cioccolato.”

“Boxer di cioccolato?!”

“Taglia large, per di più. Qui qualcuno è messo bene!”

“Notifico che non esistono boxer alimentari. Solo tanga.”

“…”

“Ma ce lo vedete Viggo in tanga di cioccolato?”

“Dai, Orli, mangiami le mutande!!”

“Ma Viggo, ti sa di cioccolato!”

“Ma non gli si sciolgono addosso, se sono fatte di cioccolato?”

“…”

“Beh, anche questo non sarebbe male.”

“Caproni, ma come credete che potrebbe ro infilarseli se fossero di cioccolato normale? È ovvio che sono trattati appositamente. Sono moderatamente elastici e non si sciolgono. Però sono deliziosi, davvero.”

“…”

“…”

“Non vogliamo sapere come lo sai. Ti prego, vai avanti.”

 “Oddio… vi immaginate Ian che– ”

“Zitto, Billy. Vai avanti, Ian, per favore.

“Obbedisco. Ordunque… oh, mi si sono impolverati gli occhiali…”

“Billy, dagli le mutande, così li pulisce…”

“Ma non andrebbe meglio un fazzoletto?”

“…”

“Ci sei proprio nato, per la parte di Pipino, tu…”

“Lo sapevate che nel sesto secolo c’era una famiglia detta dei Pipinidi?”

“Oh, brivido!”

“Sì, la stirpe dei giullari di corte…”

“Macchè, erano primi ministri… Carlo Magno era un pipinide!”

“…”

“Tutto ciò è tremendamente inquietante.”

“Allora… gavettoni, tanga… ecco qui: carote.”

“…”

“Ommioddio.”

“No, ti prego… con le carote no…”

“Ian non dirlo!”

“Posso sempre elencarvi le incredibili proprietà nutrizionali delle carote. Sapevate che sono fantastiche per gli occhi?”

“Sapevate che a Orlando gli fanno schifo, le carote?”

“Davvero? Pensa che strano, Viggo è allergico…”

“…”

“Che nessuno lo chieda.”

“…”

“Ma io non ho capito… perché le comprano, allora?”

“…”

“Scusate, dovevo dire: che nessun cretino lo chieda.”

“Non gli faranno reazione allergica, a Viggo?”

“Vuoi dire, pustole e prurito e stress vari?”

“Ma non sarebbe un po’ fastidioso?”

“Beh, direi di sì. Immagina: tu sei lì a quattro zampe, nudo, con una carota nel culo e iniziano a venirti pustole e pruriti…”

 “…”

“Cazzo, ma ve la vedete la scena?”

“…”

“…

“…”

“…”

“Poi… bracciali argento taglia emme.”

“Oh, checcarini! Si fanno il regalo! Cos’è, un anniversario? Dobbiamo regalargli qualcosa anche noi?”

“…”

“…”

“Immagino che vi stia tornando in mente il cioccolato elle, vero, cari?”

“…”

“Ma…”

“Manette?”

“Eggià. Sapete, hanno molte potenzialità sottovalutate! Ricordo che una volta uscivo con un poliziotto di Boston, che aveva fra l’altro davvero un gran bel– ”

“Ian, non te la prendere, ma non vogliamo saperlo.”

“…”

“Dominic Monaghan, mi sento profondamente offeso.”

“…”

“E va bene, raccontaci le tue notti folli col bostoniano, dai…”

“No, ormai è un’occasione irrimediabilmente sfumata.”

“…”

“…”

“Beh, ma che cosa se ne fanno, delle manette, scusa?”

“…”

“Ma che se ne possono mai fare delle manette, secondo te, Billy?!”

“Eh, non si sa mai… metti che uno torni improvvisamente etero e lo si debba legare per impedirgli di scappare…”

 “Ooooh… ma vuoi dire che ci si legano?”

“Ma no! Io credevo ci giocassero a domino…”

“Dai, Ian, andiamo… secondo te cosa ci fanno Viggo e Orli colle manette?”

“Mah, dipende… Orlando mi sembra il tipo che fa mettere a Viggo intimo di cuoio e vuol giocare alla povera vittima stuprata dal crudele sadico…”

“Ommioddio!”

“Ma scherzi?”

“Mentre Viggo… Viggo mi sembra il tipo che ammanetta Orlando, lo dipinge coi colori per alimenti e poi lo lecca tutto…”

“No!”

“… oppure che si fa legare e poi si fa cavalcare da Orlando, che indossa un cappello da cowboy e gli stivali di pelle…”

“Ma come cazzo…”

“Tu li hai visti… non negare! Li hai spiati!”

“E dai… raccontaci! Com’è che lo fanno?”

“Tzè… sarebbe tremendamente inelegante spiarli così apertamente…”

“Mentre con le telecamere a circuito chiuso, invece…”

“Macchè telecamere! Diciamo che… insomma… potrebbe sempre essermi sfuggita qualche dritta chiacchierando con quei due…”

“Gliel’hai suggerito tu?!”

“…”

“Beh, forse, qualcosa del genere, almeno… ricordo che una volta mi vedevo con un domatore di leoni sudafricano, che peraltro confermava appieno la voce che i neri abbiano un gran– ”

“Ian… per favore! Contieniti!”

“…”

“…”

“Andiamo avanti?”

“D’accordo. Dunque, uova, latte, spazzolino da denti… dddddunque… no, qui non c’è altro, non avete per caso un’altra lista?”

“Sì, ecco qua, l’avevo già cercata prima.”

“Grazie, Elijah. Allora… uuuuh, qui le cose si fanno interessanti!”

“Non tenerci sulle spine, dai!”

“Leggete.”

“….”

“…”

“Uh, che carino! Un gattino!”

“Ma Orlie e Viggo non ce l’hanno mica, un gatto…”

“Magari devono ancora comprarlo…”

“…”

“…”

“Mi domando che cosa vi facciano studiare a scuola oggigiorno. Gatto nove C, non vi viene in mente proprio niente?”

“…”

“…”

“…”

“Nove colori?”

“…”

“Lasciamo stare. Nove C, nove code!”

“Il gatto a nove code?!?”

“Ma ci danno giù pesante allora!”

“Ma non esistono gatti con nove code, però!”

“…”

“…”

“Lij, prima che lo strangoli, spiega per favore a Billy che cos’è il gatto a nove code.”

“Detto brevemente: è una frusta con nove pallini di piombo uncinati attaccati ad altrettanti lacci di cuoio. E, per la cronaca, fa un male della madonna.”

“E tu come lo sai?”

“…”

“Ehi, mi hai chiesto di spiegargli cos’era, non di raccontargli la storia della mia vita!”

“Senti, ormai ti sei tradito, quindi adesso dicci– ”

“Ragazzi, calma e sangue freddo. Discuterete dei vostri problemi di coppia in separata sede, d’accordo?”

“Ehi, questi no sono…”

“Certo, Dominic, come vuoi. Dunque. Eravamo rimasti a Viggo che si fa frustare selvaggiamente da Orlando, giusto?”

“…”

“…”

“Non l’avevi messa proprio così, ma…”

“Beh, non la terranno lì per bellezza, la frusta. Poi… dentifricio, spazzolino… ecco qua: dadi.”

“…”

“Cosa ci fanno, lo strip poker?”

“Sì, coi dadi?”

“Scusi, uomo dall’infinita cultura. Allora dimmi, cosa ci fanno di erotico coi dadi?”

“Ma che vuoi che ne sappia, se li infileranno in –”

“Dominic! Cerca di moderare questa tua volgarità.”

“Chiedo scusa.”

“Volgarità pari, peraltro, alla tua ignoranza.”

“Ritiro le scuse.”

“…”

“Davvero non avete mai usato i dadi?”

“NO. Dunque illuminaci!”

“Ebbene, da diversi anni a questa parte esistono in commercio dei dadi piuttosto particolari: su uno sono rappresentate tutte le stanze della casa, o luoghi all’aperto, o mobili…”

“Mi sta venendo mal di testa.”

“… sul secondo sei diverse posizioni…”

“Gesù…”

“… e sul terzo un repertorio di simpatici attrezzini che si possono usare. Deliziosi, nevvero?”

“…”

“Beh, sono un’idea. Potrei provarli, un giorno o l’altro.”

“Sinceramente, a me attirava di più la biancheria di cioccolato…”

“Scusate, se abbiamo finito, potrei avere uno di quei profiteroles?”

“…”

“…”

“Vieni, Billy, te lo do io il profiteroles.”

“No, Dom, non fargli male, ti prego…”

“Lij, trattienilo. Non vorrai che sporchi di sangue tutta la cucina di Viggo e Orlando…”

“Non temere, voglio solo…”

“Ehi… Billy, che diavolo ci fai nel mio frigorifero?!?”

“…”

“…”

“…”

“Ehilà… (munch)… ciao, Viggo!”

“Viggo, tesoro, che cosa succ… Billy, ma che cosa stai facendo?”

“Stavo… munch… controllando questi profiteroles. (Munch.) Sono ancora buoni, sai. Puoi andare tranquillo.”

“…”

“…”

“Ehm… ciao, Orli… ciao, Viggo!”

“Dom?”

“Lij?”

“…”

“Ad essere sinceri, ci sarei anch’io.”

“Oh, Ian… anche tu qui? Questa è davvero una sorpresa.”

“…”

“Ma insomma, che caspio ci state facendo nella nostra cucina?”

“Beh, vedete, (munch,) volevamo scoprire qualche dettaglio piccante sulla vostra vita sess– ”

“VOLEVAMO solamente farvi una sorpresa, sì, ecco, proprio una sorpresa. Non è vero, Lij?”

“Uh? Oh, ma certo! Ehm, sorpresa!”

“SORPRESA!”

“…”

“…”

“…”

“Uhm, beh. Grazie.”

“Oh, davvero. È stato un pensiero davvero… carino. Già.”

“…”

“Oh ma… avete fatto la spesa, vedo!”

“Uh? Beh, sì. Siamo usciti per questo.”

“…”

“…”

“Cos’è, avevate finito le carote?”

“(pffff….) No, scommmetto che avevate finito i gavettoni rossi… vero?”

“Ed il burro? Non ditemi che eravate rimasti senza burro!”

“E… (ih ih ih…) Non è che vi serviva del cioccolato, per caso?”

“…”

“…”

“Beh, ragazzi, io non so come abbiate fatto, ma avete azzeccato tutto…”

“Davvero? Lo ammettete?”

“…”

“Beh, certo… anzi, se ci date una mano a disfare le borse, vi facciamo anche vedere!”

“Oh, certo! Dai, passacele!”

“…”

“Che entusiasmo! To’, disfate pure.”

“Dai, Lij, apri quella borsa, apri, apri!”

“Aspetta un attimo!”

“…”

“Beh, ragazzi, temo di essere richiesto altrove… è stato un piacere incontrarvi.”

“Oh, Ian, d’accordo. A presto, okay?”

“Sicuro. A proposito, mi viene in mente di quel periodo in cui uscivo con un investigatore segreto del Mississippi, che sapeva peraltro fare davvero delle gran– ”

“IAN!”

“…”

“Ma… cosa sono questi?!”

“Fa’ vedere… no! Gavettoni rossi?”

“Oddio… ma questo è burro!”

“E qui cosa… bracciali!”

“Cibo per gatti?”

“Cioccolato al latte…”

“Ed una…”

“… scatola di dadi..?”

“…”

“…”

“…”

“C’è qualcosa che non va?”

“…”

“Ma… è questa la vostra spesa?”

“Beh, direi di sì. Non dovrebbe?”

“No… niente…”

“Sicuri? Avete delle facce…”

“Certo. Ragazzi, dov’è andato Ian? Devo fargli un discorsetto…”

“Credo abbia preso l’ascensore…”

“Perfetto. Lij, stacca quell’idiota dal loro frigo e vieni. Se corriamo lo becchiamo dal portone…”

“Staccati, Billy… andiamo, parassita, molla quei profiteroles! Dom, aspettaci!”

“…”

“…”

“…”

“…”

“…”

“…”

“Se ne sono andati?”

“…”

“Sì, direi di sì…”

“…”

“Allora, dove li hai messi quelli alla fragola?”

“Sono qui, nella tasca interna.. aspetta…”

“Oh, eccola qui la lista… guarda dove l’avevo lasciata…”

 “Non ti preoccupare. La roba della pelletteria, i dadi, la vaselina… e da qualche parte nei jeans dovrei avere le carote…”

 “Lo so che nei jeans hai una carota…”

“Orlando!”

“Oh, Vig, ti adoro quando fai l’innocente.”

“…”

“Dov’è la busta con l’intimo di cioccolata?”

“Qui, tranquillo.”

“…”

“…”

“…”

“Sai, l’ho sempre pensato che quei quattro fossero un po’ troppo curiosi.”

“Beh, qualunque cosa cercassero, non l’hanno trovata. Il codice che abbiamo usato per la lista non potrebbe capirlo davvero nessuno! ”