.|. Questione di Sguardi .|.

Gennaio 2004: The end has come…la fine è arrivata. Il Ritorno del Re è uscito nei cinema anche qui, e l’avventura iniziata con Il Signore degli Anelli è in parte terminata. Manca ancora l’Edizione Estesa e chissà quale altro dvd…ma l’anno prossimo a Natale non ci saranno più spoiler sul film che dovrà uscire, e tutto questo mi riempie di tristezza.

Ma non è vero che le cose belle durano poco, non se c’è la volontà di continuarle.

A day may come…when we forsake our friends and break all bonds of Fellowship, but it is not this day… by all that you hold dear on this good earth…

Liberamente estratto dal discorso di Aragorn…he he…

Ok, dopo aver versato fiumi di lacrime al cinema e non solo, ho deciso di scrivere una RPS basata su alcune scene del film, per tirare su un po’ il morale. E diciamo che questa volta la nostra mente slash non ha dovuto lavorare più di tanto…niente sforzi, era tutto lì davanti a noi! Birichino di un PJ!!!

E quindi partiamo da: Legolas e Aragorn da soli nella notte di Rohan. Legolas che prende tra le braccia Aragorn e gli cade spudoratamente sopra (scena col Palantir). Aragorn che avvisa Legolas dell’Olifante in piena battaglia. Legolas che cerca disperatamente, sempre in piena battaglia, di raggiungere Aragorn gridando il suo nome. E ovviamente, la scena post incoronazione quando camminano uno verso l’altro…e poi c’è ancora molto…mooolto! (Nell’attesa che PJ metta la scena di Legolas che consola Aragorn fuori dal Sentiero dei Morti nell’EE…)

Ecco, dopo aver ripassato il film…ora pensiamo a: quanto si sono immedesimati gli attori nelle loro parti? Cosa c’era in quegli sguardi languidi e in quei sorrisi? Quello che vediamo tra i due personaggi è veramente ciò che il regista voleva farci vedere…o gli attori ci hanno messo del loro e il risultato è questo? Domande che rimarranno senza risposta…risposta sicura più che altro…hi hiii!!

Ma visto che il tempo di sognare non è finito e mai finirà…buon divertimento!

 

Non conosco Viggo Mortensen, Orlando Bloom, Elijah Wood, Dominic Monaghan e nessuno degli attori citati (purtroppo!!) e nemmeno conosco le loro inclinazioni sessuali (ehm…he he…), quindi i fatti narrati non sono realmente accaduti (forse…) e si basa tutto su pura fantasia…almeno credo…

E come avrete capito…i pairing sono due questa volta…chissà quali…hi hiiiiiiiii!!!

 

Parte I

~

 

Esiste un tempo, un luogo e un momento per ogni cosa.

Un giorno perfetto in cui tutto può accadere.

Un attimo in cui uno sguardo e un sorriso assumono un significato diverso da quello che avevi sempre creduto.

Un istante in cui ogni singolo gesto diventa chiaro ed ogni parola detta inizia ad avere un senso compiuto.

Ma solo allora, ti rendi conto che per anni sei stato cieco di fronte a ciò che era limpido come l’acqua.

Solo allora, ti accorgi di aver sprecato inutilmente ogni momento giusto e di aver rinunciato a qualsiasi opportunità di dare una svolta alla tua vita.

Solo allora, quando tutto sta per finire…quando le luci del set che per anni è stato la tua casa, si spengono…quando i personaggi che sono stati la tua vita si dicono addio…solo in quel preciso secondo, comprendi ciò che potevi avere e ciò che, irrimediabilmente, hai perduto, nascosto dietro al volto di chi, per copione, dovevi essere.

Ma non sempre, la parola fine sullo schermo, corrisponde a quello che accade nella realtà.

E a volte un addio, non è altro che un arrivederci.

 

Nuova Zelanda. Ultime riprese aggiuntive de Il Ritorno del Re. (Ok, lo so che non tutti hanno fatto riprese aggiuntive, e non tutti erano lì insieme nello stesso momento…leggi –Orlando che era triste perché Viggo non era lì con lui - ma fate finta che sia così)

 

~ Parte prima ~

 

“Ehi! Guarda un po’! Lo sporco Umano si è fatto un bagno ed ha anche cambiato vestito!”

 

L’uomo seduto davanti allo specchio rialzò la testa da quello che stava scrivendo, lanciando una rapida occhiata al giovane che era appena entrato nel trailer, sbattendo distrattamente la porta dietro di sé.

Lo spostamento d’aria fece cadere una delle foto che ricoprivano, quasi completamente, il grande specchio dei ricordi, e l’interprete di Aragorn, con un sospiro, la recuperò, attaccandola di nuovo dov’era.

“Questo posto deve restare in piedi ancora per un po’…cerca di usare quella delicatezza elfica che dovresti possedere!”

“D’accordo!” ribatté Orlando, sedendosi sulla sedia al suo fianco, con un ginocchio piegato sopra il bracciolo.

Per molto tempo restò in silenzio, con lo sguardo fisso sull’amico che aveva ricominciato a scrivere sul quaderno che aveva davanti a sé. Gli accadeva spesso…troppo spesso…se ne restava imbambolato a guardare Viggo, quando erano soli nel loro C-Bago, mentre l’uomo scriveva o disegnava senza badare minimamente a lui. Lo fissava affascinato, osservando ogni più piccolo particolare del suo viso, fino a scendere sulle mani e sulle dita che tamburellavano distrattamente sul foglio. Lo fissava, ogni volta…ed i suoi occhi erano attratti da lui come se l’unica cosa che desiderasse fare, fosse guardarlo.

Ma poi, Viggo se ne accorgeva, e rialzava lo sguardo su di lui incuriosito, ed al giovane interprete di Legolas non rimaneva altro che sorridere imbarazzato e guardare altrove. Quello che Orlando non sapeva però, era che l’uomo sentiva quegli occhi su di sé e, pur fingendo di concentrarsi, non riusciva a continuare ciò che stava facendo, perché troppo desiderava guardare a sua volta quel viso che il trucco da Elfo rendeva candido e perfetto.

C’era qualcosa di Elfico in Orlando. Peter se n’era accorto per primo, proponendogli la parte, e lui stesso se ne rendeva conto ogni volta che il giovane indossava quel costume e quella parrucca. Nonostante il suo carattere aperto e socievole, e il suo essere spericolato fino al limite della prudenza, in quel giovane dai profondi occhi castani, velati dalle lenti blu, c’era un’incredibile dolcezza e una sensibilità che lo rendevano così simile a quella creatura affascinante e immortale che interpretava.

E molte volte, infatti, vedeva l’Orlando temerario e imprudente che si divertiva con tutti, diventare il Legolas solitario e introverso, che preferiva restare a guardarlo e a parlare con lui per ore, seduti su una panchina con in mano una birra. Orlando era Legolas…e Legolas era una parte di Orlando, quella parte che, per qualche strana ragione, il più delle volte era lui l’unico a vedere. Non riusciva a spiegarselo ma aveva questa sensazione…quando il giovane indossava quel costume, gli sembrava di leggere nei suoi occhi tutto quello che, normalmente, nascondeva…quella sottile paura per quello che era diventato con quei film, la preoccupazione di dover rinunciare alla propria vita privata per essere ciò che voleva e che tutti si aspettavano da lui, la tristezza per i compromessi ai quali doveva scendere per andare avanti in quel mondo.

Sentì Orlando muoversi nervosamente sulla sedia, e solo allora si accorse di averlo fissato per tutto quel tempo, con ancora la matita stretta tra le dita e chissà quale espressione sul viso.

“Ti…ti sta bene questo costume…” mormorò, cercando di allentare quella strana tensione che si era creata “…è lo stesso che ti avevano dato per quella scena a Lothlórien vero?”

“Un lamento per Gandalf!” recitò il giovane sorridendo “Sì, è lo stesso…l’unica volta che Legolas si vede con un vestito diverso…fino ad ora almeno…”

“E poi dicono che sono io quello sporco e sudato dall’inizio alla fine!” ribatté Viggo ridendo debolmente “Ho cambiato più costumi io di tutti quanti voi…ma forse nessuno l’ha notato!”

Orlando scoppiò a ridere divertito, tornando però serio dopo un momento…

“Io l’ho notato…e il rosso ti sta bene…” allungò una mano e indicò l’abito che l’uomo indossava “…questo…ti sta bene…sembri molto…elfico…”

Viggo socchiuse le labbra, senza riuscire a distogliere lo sguardo dal volto di Orlando, che però sorrise, continuando…

“Se non fosse per la tua brutta faccia da mortale…”

L’interprete di Aragorn non riuscì a frenare l’ennesima risata mentre scuoteva la testa…

“Tipica gentilezza degli Elfi!”

Ad un tratto una voce li interruppe…

“Viggo! Orlando! Sul set!”

 

“Bene…prima voi due…” disse Peter controllando il copione che teneva in mano “…poi c’è Gimli…e infine loro…ecco…Billy e Dominic…per questa parte, vi ho già detto, vi lascio liberi…siete contenti di rivedere Frodo, lo credevate morto…improvvisate…poi vediamo…” si guardò attorno attentamente prima di esclamare “Le luci! Mettete qui un’altra luce per dare più luminosità alla porta! State tutti qui…ancora qualche minuto e iniziamo!”

“Improvvisare?” mormorò l’interprete di Merry, sedendosi sul letto in cui se ne stava disteso Elijah con le mani incrociate sul petto “Cosa possiamo improvvisare sopra un letto?”

“Preferisco non rispondere a questa domanda…” ribatté Billy sorridendo e facendo qualche passo verso la porta dove stavano aspettando gli altri.

“Io avrei qualche idea…” disse Elijah ridendo, ma si fermò quasi senza fiato quando notò lo sguardo che Dom gli aveva lanciato con un sorriso malizioso sulle labbra.

“Sì…già me li vedo gli articoli dopo l’uscita del film…‘Scena erotica tra Hobbit davanti al resto della Compagnia’…oppure ‘Orgia al cospetto del futuro Re’…”

L’interprete di Frodo abbassò la testa sorridendo…

“Diranno comunque qualcosa…è inevitabile…se dobbiamo farlo…facciamolo bene!”

“Mmm…così poi il titolo diventerà ‘Wood e Monaghan licenziati da Jackson a pochi giorni dalla fine delle riprese per atti osceni durante una delle scene!’…divertente!” mormorò Dom sfiorando con la mano, il braccio dell’amico “Billy come al solito non lo conteranno, siamo noi la coppia ufficiale no?”

“Veramente credevo di essere io con Sean!”

“No…tu e Sean siete la coppia sullo schermo, nella realtà siamo noi due, non ricordi?”

Elijah annuì sorridendo, mentre con lo sguardo osservava distrattamente i tecnici delle luci che sistemavano le lampade chieste da Peter…ma ad un tratto sentì sulla fronte una carezza, mentre due dita gli spostavano alcuni riccioli scuri. Lentamente alzò i grandi occhi azzurri verso di lui e per qualche secondo incontrò il suo sguardo…e si ricordò di quanto avevano scherzato su quegli articoli che li definivano una ‘coppia’…quanto avevano riso, fingendo di restare al gioco con continue carezze e abbracci davanti a tutti, quanto si erano divertiti a rispondere vagamente a quelle domande insistenti senza mai confermare ma, al tempo stesso, senza mai negare una possibile relazione tra loro. Era stato tutto un bel gioco…o per lo meno, era quello che entrambi credevano.

Dom abbassò all’improvviso la testa, mordendosi nervosamente il labbro inferiore e si accorse che Elijah, forse senza nemmeno rendersene conto, si era rialzato le coperte bianche sul petto.

“Hai freddo?” gli chiese aggrottando le sopracciglia. Senza nemmeno pensare, mise le mani sulle braccia dell’amico e iniziò a muoverle velocemente, provocando delle piacevoli ondate di calore lungo il suo corpo “Hanno lasciato il nostro Frodo senza vestiti? Come si dice…sotto le coperte, niente…?”

“No…sto…sto bene…” balbettò Elijah spalancando gli occhi per la sorpresa con un sorriso imbarazzato sul viso che si trasformò in un’espressione di panico quando sentì la mano di Dom salire sulla sua spalla e raggiungere il suo collo, fermandosi sulla sua guancia.

L’interprete di Merry allora si rialzò di scatto dal letto, mettendo le mani in tasca con lo sguardo basso sul pavimento… 

“Ma quanto ci mettono?” farfugliò tra sé, evitando di guardare ancora il volto dell’amico disteso.

“Hanno finito…ora però è sparito Pete…” ribatté Billy avvicinandosi nuovamente “…comunque…tornando all’improvvisazione…potremmo correre da lui e saltare sul letto ridendo…”

“…e fare i deficienti come solo noi sappiamo essere?” finì Dom annuendo con un sorriso “Credo possa funzionare…”

All’improvviso, dal silenzio, un grido…

“Tutti pronti! Ai vostri posti! Si gira!”

 

Le riprese non durarono molto. Peter rimase soddisfatto quasi subito del risultato, affermando a gran voce che il primo girato sarebbe andato subito nel film, visto che era perfetto, a differenza dei successivi dove alcuni personaggi sembrano troppo tesi e poco naturali.

La troupe quindi, se n’era già andata, come anche alcuni degli attori…e quando rimasero in pochi, Sean e Billy chiesero al regista di poter rivedere la scena.

Mentre sul piccolo schermo ripartivano le immagini, Elijah si avvicinò a Dom che se ne stava appoggiato allo stipite della porta e lo prese per un braccio, facendogli cenno con la testa di uscire.

“Dom…prima…” iniziò il giovane interprete di Frodo a bassa voce “…ho sentito che…” respirò intensamente “…mi è sembrato che tu….”

“Lij…dio mi dispiace…” lo interruppe subito Dom “…non volevo ma ho perso l’equilibrio e piuttosto che rovinare tutto e ricominciare…non me n’ero reso conto…non credevo di essermi appoggiato così in basso…scusami io…”

Elijah sorrise nervosamente, passandosi una mano tra i riccioli scuri della parrucca che portava…

“Non importa…ero solo preoccupato per la scena…non vorrei che si notasse troppo…”

“Beh…a Pete è piaciuta no? È lui il capo! E poi non se ne accorgerà nessuno...avanti...”

 

“Ma l'ha toccato!”

 

Il grido di Billy raggiunse inevitabilmente anche le loro orecchie, e Dom alzò gli occhi al cielo sibilando, tra i denti, qualcosa. Elijah si guardò attorno rapidamente come se, nella mente, stesse cercando una qualche scusa per mascherare quello che anche gli altri avevano scoperto, ma non ci riuscì...

 

“Lij! Dom! Venite qui!”

 

I due entrarono lentamente nella stanza e si ritrovarono gli occhi di quattro persone fissi su di loro. Billy e Sean seduti sul grande letto a misura di Uomo, davanti allo schermo, Orlando e Viggo in piedi sul lato...tutti con un sorriso tra il sorpreso e il divertito stampato in faccia.

“Che c'è?” chiese Elijah con l'espressione più innocente che poteva trovare.

“Che c'è?” lo imitò Billy ridacchiando “Ti sei fatto tastare da lui! Ed io ero lì e non me ne sono accorto!”

“Come...? No aspetta un momento...” balbettò l'interprete di Frodo cercando comunque di sembrare divertito “Io non...”

“Non l'ho tastato!” esclamò Dom sorridendo e colpendo amichevolmente il suo compagno di avventura alla spalla “Ho perso l'equilibrio! Non l'ho mica fatto apposta! E poi non si capisce nemmeno!”

“Certo che si capisce!” ribatté Orlando indicando lo schermo ridendo “Guarda lì! Abbiamo fatto anche il fermo immagine prima!”

“Padron Frodo sono senza parole!” mormorò Sean, cercando di restare serio anche se in realtà non riusciva a trattenere un sorriso “Avete fatto questo davanti a me!”

“Io non ho fatto niente!”

“Oh sì invece!”

“Avanti basta adesso!” intervenne Viggo scuotendo la testa divertito “In ogni caso a Peter è piaciuta...e dalle loro espressioni non trapela niente...quindi...”

“Appunto...nessuno farà caso alla mia mano che per sbaglio scende più in basso!” disse Dom incrociando le braccia sul petto “Andiamo a cambiarci ora?”

“Io sì invece! Ci ho fatto caso eccome!” ripeté di nuovo Billy dopo essersi alzato, solo per prendersi  una spinta dall'altro amico.

“Sta zitto tu!” bisbigliò l'interprete di Merry sorridendo, mentre, spinta dopo spinta, raggiungeva l'uscita seguito da Sean. Prima di allontanarsi però, lanciò un ultima occhiata a Elijah e vide che le sue labbra erano incurvate in un debole sorriso. 

Subito anche lui si avviò verso la porta, ma Orlando, dopo aver fatto qualche passo, si accorse che Viggo era rimasto fermo davanti allo schermo.

“Non vieni?”

“Sì…tra un attimo…voglio vedere la mia parte!” rispose l’uomo, sedendosi sul materasso.

“Ok!”

Orlando annuì ed uscì dalla stanza…ma non si allontanò subito. Restò all’esterno del set per qualche momento, osservando gli altri amici ormai lontani. Non sapeva il perché, ma non aveva voglia di andarsene da solo…non senza Viggo.

Ad un tratto sentì la voce dell’uomo…forse aveva capito male…ma gli era sembrato che Viggo avesse detto ‘Stupendo’…e sorrise…da quando aveva una così alta opinione di se stesso? Era sempre stato molto critico su qualsiasi scena…

Così si voltò, tornando velocemente all’interno della stanza…

“Non esagerare!” esclamò, raggiungendo il letto e sedendosi con un salto dietro di lui “Non hai fatto niente per…” ma le parole gli si spensero nella gola quando vide che, sullo schermo, non scorrevano le immagini dell’entrata di Aragorn…ma quella di Legolas…la sua.

Viggo spalancò gli occhi per la sorpresa, ma non fece in tempo a raggiungere il tasto per spegnere, così, con un leggero imbarazzo dipinto sul viso, si schiarì la voce…

“Ah…beh è una bella ripresa…ora è meglio andare però…”

“No!” ribatté di colpo Orlando, sorprendendosi di se stesso “Guardiamo anche il resto…le altre scene…”

“Sì…ehm…quali…?” mormorò l’uomo abbassando lo sguardo come se cercasse il tasto per far avanzare le immagini, anche se in realtà, tentava di nascondere il rossore sulle guance “Le ultime dici?”

“Sì quelle…premi quello! Credo sia…questo…” rispose il giovane interprete di Legolas chinandosi in avanti per raggiungere lo schermo. Nel farlo, si spinse contro la schiena dell’amico e si accorse del suo respiro rapido…qualcosa non andava…nessuno dei due si sentiva a proprio agio e non era mai accaduto, così tentò di allentare la tensione con qualche battuta…

“Dai ma guardami! Sembro finto!”

“Come…?”

“Sembro una bambola…una Barbie…capelli biondi, vestitino azzurro…mi manca la corona in testa!”

Viggo non poté fare a meno di ridere alle parole dell’amico e subito sentì anche la risata divertita di Orlando che, spontaneamente, aveva appoggiato il mento sulla sua spalla, continuando ad indicare lo schermo…

“Lì ma guardami! Faccio paura! Sono maschile quanto una Barbie!”

“No, io non credo…” mormorò l’uomo sorridendo “…certo, non sei il massimo della virilità ma…”

“Grazie! La mia virilità ne sarà felice…” ribatté Orlando sbuffando. Nascose il volto contro la spalla dell’amico e mosse la fronte contro di lui “…ma cos’ho fatto di male?”

L’interprete di Aragorn scoppiò di nuovo a ridere e alzò una mano, accarezzando dolcemente la testa del giovane…

“Avanti bambolina…andiamo a sistemare i capelli e a cambiare il vestito…” e si mise in piedi, allungando le braccia verso Orlando, che era rimasto ad osservarlo con le labbra imbronciate.

“Non è divertente, lo sai?” esclamò, afferrando però le sue mani per lasciarsi trascinare in piedi “Sai cosa…? Potremmo fare una festa da noi questa sera…per far calmare le acque tra gli Hobbit, mi sembrano un po’ agitati…”

“È normale che lo siano…tra poco sarà tutto finito e…”

Viggo però si fermò, quando vide il giovane abbassare lo sguardo…sapeva cosa stava provando…lui stesso aveva quasi paura a dire quella parola…fine…fine di qualcosa che aveva, inevitabilmente, cambiato la vita di tutti loro, e quella di Orlando, più degli altri…così sorrise…

“Che ne dici di farla domani sera? Ormai è già tardi…non riusciamo a preparare quello che serve…”

“Sicuro che non ti dia fastidio?” chiese Orlando rialzando gli occhi su di lui “Casino fino a tardi, musica alta e tutto il resto…”

L’uomo scosse la testa, continuando a sorridere, restando però sbalordito quando il giovane, aprendo le braccia, lo strinse a sé…

“Grazie sporco Umano!” gli bisbigliò Orlando all’orecchio “Ora so perché ti hanno fatto Re!”

Viggo chiuse gli occhi e, senza quasi rendersene conto, alzò a sua volta le mani, appoggiandole sulla schiena del giovane e lo tirò a sé in un abbraccio dolce e possessivo.

Orlando abbassò la testa, rilassandosi contro di lui come se fosse la cosa più naturale che avesse mai fatto…e lo era in realtà. Quante volte si erano abbracciati così? Quante volte avevano scherzato per poi ritrovarsi l’uno addosso all’altro? Non c’era mai stato niente di male…ma in quel momento…in quei giorni, tutto sembrava diverso…tutto sembrava più intenso, e tutto sembrava scivolare via. E la voglia di fermare quegli istanti era così grande, da rendere ogni cosa importante…

Viggo il suo mentore, Viggo l’uomo che gli aveva insegnato ogni cosa sull’arte di recitare e non solo. Viggo l’artista che l’aveva affascinato sin dal primo istante. Viggo…quel nome che, per una ragione o per l’altra, era sempre sulle sue labbra. Viggo, il suo punto fermo per anni.

Molte volte si era fermato a riguardare le foto che avevano scattato in occasioni importanti. E, anche in mezzo a tutto il resto del cast, si era accorto che la maggior parte delle volte, il suo sguardo era puntato su Viggo. Ci aveva sempre riso sopra…senza dare importanza nemmeno a quello dell’uomo che, per una ragione o per l’altra, sembrava essere rivolto sempre a lui. In quante foto Viggo lo fissava? Fissava le sue labbra quando erano vicini…o lo teneva stretto senza una precisa ragione. Dio…sembravano sempre così felici quando erano insieme…quando restavano vicini…possibile che se ne dovesse accorgere solo riguardando delle foto? Delle stupide foto…

Ma Viggo gli aveva insegnato che la fotografia è un arte…ed ogni foto cattura qualcosa di evanescente e rapido che, in caso contrario, sarebbe svanito. Piccoli e, all’apparenza, insignificanti particolari che a volte, vengono celati a tutti, ma non all’obbiettivo.

Oh, se solo qualcuno li avesse fotografati in quel momento! Avrebbe dato ogni cosa per avere un ricordo indelebile di quell’abbraccio…della tenerezza con cui Viggo gli accarezzava la schiena, del calore che gli stava trasmettendo, e del suo cuore che batteva come non mai. Forse ci avrebbe riso sopra comunque nel vedere i loro personaggi, Aragorn e Legolas, stretti uno all’altro in quel modo…nel vedere Aragorn abbracciare con dolcezza un Elfo che non era Arwen…

Sorrise e abbassò le palpebre, lasciandosi andare completamente. Stava così bene in quel momento…sicuro e protetto come se Viggo fosse lì solo per lui…come se non fosse un semplice abbraccio amichevole che si scambiavano per scherzo. Stava così bene…che senza accorgersene aveva incrociato le braccia dietro il collo dell’uomo, e con le dita stava sfiorando i suoi capelli, giocherellando con le ciocche scure della parrucca di Aragorn…e doveva anche aver mormorato qualcosa, perché sentì il corpo dell’amico irrigidirsi per qualche secondo.

Viggo respirò intensamente il profumo del giovane, mordendosi il labbro inferiore. Si stava perdendo…la vicinanza di Orlando gli faceva uno strano effetto e si sentiva stordito ed elettrizzato. Doveva lasciarlo forse, per evitare di cadere in una situazione quanto meno imbarazzante, e non solo per lui…ma non riusciva. Era così bello stringerlo come se fosse solo suo, come se potesse, con quell’abbraccio, proteggerlo da tutto e da tutti…da ogni cosa che rendeva triste quegli occhi profondi nelle decine di foto che aveva visto sui giornali. Il suo piccolo Orlando che, giorno dopo giorno, aveva visto diventare una star, amata e ricercata da tutto il mondo…ma non era cambiato, era rimasto lo stesso ragazzo con cui per anni aveva diviso quel trailer che era diventata la loro casa.

 

“Oh…ho interrotto un momento privato tra Aragorn e Legolas! Scusate!”    

 

La voce di Peter risuonò nel silenzio, e i due amici si separarono di scatto come se fossero stati colti in flagrante di qualche reato. Guardarono senza parlare il regista che, sorridendo, si avvicinava allo schermo rimasto acceso.

“Prendo il girato e me ne vado! Tra un ora chiudiamo tutto, cercate di non rimanere segregati qui dentro!” e con quelle parole scherzose se ne andò, salutando con un gesto della mano.    

“Ok…è meglio che la Barbie vada a cambiarsi allora…” mormorò Orlando sorridendo con gli occhi fissi sul pavimento “…dico agli altri di domani…” e voltandosi, si incamminò verso la porta…ma la voce di Viggo lo fece fermare di colpo, come se gli avesse afferrato con forza un braccio.

“Non lo sei…” mormorò l’uomo, stringendo i pugni lungo i fianchi “…non sembri una bambola, ma piuttosto…un luminoso angelo, uno di quegli angeli che si vedono nei dipinti…così affascinante da superare in bellezza ogni uomo o donna…un angelo che ti lascia senza fiato ogni volta che lo guardi e…ti fa dimenticare a che sesso appartiene, perché sembra non essere così importante…”

Orlando deglutì, restando immobile. Quelle parole gli erano entrate dentro e l’avevano scosso. La voce bassa e calda di Viggo l’aveva fatto tremare come mai era successo…ma cosa gli era preso? Viggo non aveva mai parlato in quel modo di lui…mai.

“Avanti, cosa vuoi?” chiese ad un tratto, accennando una debole risata “Cosa vuoi in cambio per avermi detto questo?”

L’uomo non rispose subito, ma capì a cosa si stesse riferendo il giovane, così sorrise, anche se sentì una punta di amarezza nello scoprire che Orlando aveva preso le sue parole solo come un altro scherzo.

“Niente giochi stupidi domani sera…” disse “…tipo bowling con le bottiglie di vino vuote o cose simili…”

“Ok…lo immaginavo!” ribatté il giovane ridendo “Posso darti la mia parola…ma non quella degli altri…lo sai! Però…puoi provare a convincere anche loro…con me ci riuscito!”

Viggo annuì, bisbigliando un “Sì…” mentre osservava l’amico allontanarsi.

 

Dopo una nottata passata, stranamente, in solitudine, immersi ognuno nei propri pensieri, gli attori che erano stati richiamati sul set, si comportarono come sempre, ridendo e scherzando dal primo all’ultimo minuto…fino a quando Peter diede il via alle riprese. L’addio degli Hobbit ai Porti Grigi. Aveva già girato in precedenza quella parte, ma non ne era rimasto soddisfatto…non era abbastanza commovente, così voleva riprovarci.

I quattro Hobbit erano al loro posto, Ian era fermo a qualche passo da loro nel suo costume di Gandalf e Peter, invece, pronto a dare il via alle riprese. Orlando, con l’approvazione del regista, stava assistendo alla scena poco lontano, in mezzo ai tecnici e ai truccatori, pronti in caso di bisogno.

“E…azione!”

 

“Le ultime pagine sono per te Sam…” mormorò Frodo, guardando per un lungo momento l’altro hobbit. Lentamente si voltò verso Merry e vide le lacrime velargli gli occhi chiari e scivolargli sulle guance, una dopo l’altra…lo guardò per qualche secondo, mentre le sue labbra si stringevano per cercare di trattenere il dolore che provava…poi, senza attendere oltre, lo abbracciò con forza.

 

Dominic sentì il corpo dell’amico contro il suo…le braccia di Elijah che lo stringevano come se non volessero più lasciarlo andare e sentì un tuffo al cuore che gli provocò un’improvvisa ondata di lacrime. Quello era un addio…e presto sarebbe accaduto realmente, presto tutto sarebbe finito. Senza accorgersene, si lasciò sfuggire un profondo sospiro e strinse più che poteva l’amico a sé…sapeva che quel momento stava per terminare…Frodo doveva abbracciare Pipino e poi Sam…ma non voleva allentare la presa…e nemmeno Elijah stava facendo niente per proseguire nella scena scritta sul copione.

Billy e Sean rimasero immobili, cercando di mantenere un’espressione di dolore sui loro visi, lanciandosi, però, delle occhiate perplesse…stavano sbagliando…stava durando troppo.

“Stop!” gridò Peter alzandosi in piedi “Va bene…possiamo anche tagliare…ma perde di continuità…dovreste essere più veloci anche se l’intensità era perfetta ma…” in quel momento però si fermò, e vide che i due giovani erano ancora abbracciati “…ragazzi tutto bene?”

Dom sospirò di nuovo, tentando di allontanarsi dall’amico…ma in quell’istante si accorse che Elijah non aveva nessuna intenzione di lasciarlo andare. Si stringeva a lui mentre, di tanto in tanto, dei gemiti lasciavano le sue labbra strette…stava piangendo…riusciva a sentire i suoi singhiozzi. Ed era sbagliato…Frodo non doveva piangere in quella scena…non doveva.

“Lij…?” gli bisbigliò all’orecchio, muovendo la mano sulla sua schiena “Lij…cos’hai?”

Billy e Sean fecero un passo verso di loro, preoccupati, ma capirono dallo sguardo di Dom che non era niente di grave, così l’interprete di Sam si rivolse al regista…

“Possiamo fare una pausa?”

“Sì, andate a bere qualcosa, ricominciamo tra mezz’ora…” rispose l’uomo, comprendendo che il momento era delicato e non era il caso di proseguire in quella circostanza. Avevano tutto il giorno…avevano tempo.

La zona si liberò in pochi secondi, ad eccezione dei due amici che, lentamente, si allontanarono l’uno dall’altro.

“Lij…?” lo chiamò di nuovo Dom, quando si accorse che il giovane continuava a tenere la testa chinata in avanti e lo sguardo basso. Lanciò un’occhiata oltre le sue spalle e si accorse che non c’era più nessuno nelle vicinanze, li avevano lasciati completamente soli, così mise una mano sotto al mento dell’amico, costringendolo a rialzare la testa.

“Cosa succede?” mormorò, non appena incrociò i suoi grandi occhi ancora bagnati dalle lacrime.

“Sono un idiota!” bisbigliò Elijah passandosi le mani sul viso “Sono un idiota! Ho rovinato la scena! Ora Peter ce l’avrà con me ed ha ragione!”

“Non hai rovinato niente! Tra poco ricominceremo e sarà tutto dimenticato! Ma devi dirmi cosa ti è preso!”

“No…non posso…non posso farlo!” rispose subito l’interprete di Frodo scuotendo la testa “È stupido e sbagliato…lasciami perdere! Mi passerà…” e tentò di fare qualche passo per allontanarsi, ma Dom gli afferrò un braccio, mettendosi di nuovo davanti a lui…gli prese il volto tra le mani e appoggiò la fronte contro la sua.

“Dimmelo, forza! Dimmi cos’hai! Mi hai sempre detto tutto!”

“Non…non questa volta…non riesco…”sussurrò Elijah abbassando ancora lo sguardo con un sospiro. Dom però si lasciò sfuggire un sorriso nel sentire quel tono di voce dolce e indifeso e rise debolmente…

“Dai Lijah…dimmi cosa cazzo hai! Altrimenti dovrò usare le maniere forti!”

A quelle parole, l’interprete di Frodo non riuscì a trattenere un sorriso, ma appena guardò negli occhi l’amico, tornò serio…

“È meglio di no, Dom…credimi!”

Dominic sostenne il suo sguardo, cercando quella risposta negli occhi azzurri ancora velati, quegli occhi di ragazzo…quegli occhi di amico…e quegli occhi che, per lui, erano diventati molto di più. Occhi pieni di domande e di incertezze…e di timori, proprio come i suoi. Avevano scherzato insieme, si erano divertiti insieme…e se quello era il momento di sbagliare, avrebbero sbagliato, sì…ma ancora una volta, insieme.

Chiuse leggermente le palpebre e, con dei movimenti appena visibili, inclinò la testa, avvicinando ancora di più il viso a quello dell’amico…e si fermò…quando un solo centimetro divideva le loro labbra. Sentì il respiro di Elijah aumentare all’istante di velocità, come se gli mancasse completamente l’aria, ma si rese conto che non aveva cercato minimamente di allontanarsi…aveva solo abbassato per l’ennesima volta lo sguardo.

“Se…continuiamo ora…” gli bisbigliò Dom “…non potremo più tornare indietro!”

…ma la risposta immediata di Elijah non lasciò spazio a repliche…

“Non voglio tornare indietro!”

E così le loro labbra si sfiorarono, timidamente, come se mai avessero baciato qualcuno prima di quel momento…ma entrambi sapevano bene che non era così. Se l’erano raccontate tante volte, ridendo delle storie d’amore passate…ma tra di loro era diverso. Tra loro c’era quell’incredibile amicizia che mai avrebbero creduto di trovare…ed insieme stavano così bene…insieme…

“…dio…è allucinante…” mormorò Dom sorridendo, mentre, con le dita, sfiorava le guance dell’amico “…Merry non può baciare Frodo…cosa direbbero i fans di Tolkien se ci vedessero?”

Elijah si passò la lingua sulle labbra che, fino a pochi secondi prima, erano state a contatto con quelle di Dom, un bacio leggero e quasi innocente…e sorrise a sua volta.

“Direbbero che Sam ne sarebbe geloso…?”

Dominic scoppiò a ridere, facendo un passo indietro e scuotendo la testa…

“Già…tu e il tuo caro Sam…come potrebbe Merry anche solo pensare di…” ma non riuscì a terminare la frase…Elijah lo raggiunse di nuovo e, afferrandolo per il costume che indossava, lo tirò a sé, posando ancora le labbra sulle sue…un altro bacio lieve, labbra contro labbra per un lungo momento…un semplice contatto che però provocò dei brividi lungo i corpi vicini dei due amici. 

“È meglio non…” sussurrò Dom allontanandolo da sé con un sorriso “…non qui…adesso…”

“Certo…già…scusa…” balbettò Elijah annuendo, facendo qualche passo verso il posto dove tutto il resto del cast e della troupe stava attendendo…ma subito si accorse che l’amico era al suo fianco.

“Niente scuse…” gli disse l’interprete di Merry “…è solo che con questo costume mi sento…troppo hobbit per…”

Elijah si mise a ridere, interrompendo le parole di Dominic che, colpendolo ad una spalla, si mise a correre…

“Muoviti Frodo! Sei sempre l’ultimo!”

 

La sera arrivò. Una splendida serata…cielo limpido e luna piena, contornata da miriadi di stelle. Una debole brezza tiepida si era alzata poche ore prima, rendendo il clima perfetto per una nottata all’aria aperta. Tutto il cast si era radunato fuori dall’ormai famoso C-Bago, dove Viggo, nel pomeriggio, aveva preparato il grill e tutto il necessario per cuocere carne e qualsiasi altro genere di cibo. Aveva addirittura acceso un piccolo fuoco con delle coperte distese intorno, come ricordo dei tanti campeggi fatti durante le riprese…e subito, Liv, Miranda, Ian e Karl si appostarono in quel punto, con qualche bottiglia di vino e i piatti pieni di cibo.

Gli interpreti degli Hobbit si erano sistemati attorno ad un tavolino, insieme al quinto membro del gruppo, Orlando, con le loro ‘provviste’ personali. Come sempre ridevano e scherzavano tra loro, come se l’imprevisto di quel pomeriggio fosse stato già dimenticato…anche se in realtà, a volte, sotto il ripiano di plastica, le mani di Dom e Elijah si sfioravano, e gli sguardi dei due ragazzi si incrociavano per qualche secondo, con dei dolci sorrisi sulle labbra.

Viggo intanto, faceva avanti e indietro tra i due gruppi con le ultime portate.

“Come mai su questo tavolo abbondano le bottiglie?” esclamò divertito, avvicinandosi ai cinque amici seduti “E bottiglie vuote a quanto vedo…”

“Ci servono!” ribatté Dom ridendo, dopo aver finito il suo bicchiere “Ancora una e possiamo iniziare!”

“Iniziare…? No! Non se ne parla!” disse l’uomo rivolgendo il suo sguardo verso Orlando “L’avevi giurato!”

“Dai…chi finisce l’ultima?” intervenne Billy alzandosi in piedi.

Elijah si guardò attorno e, senza dire niente, afferrò la bottiglia, bevendo il vino rimasto sotto lo sguardo compiaciuto degli altri amici.

“Perfetto! Andiamo! Prendete le palle di gomma!”

Dom si alzò a sua volta, sussurrando all’orecchio di Elijah…

“Sei sicuro di reggerlo? Altrimenti più tardi ti servirà una mano…”

In pochi minuti la pista da bowling era pronta sul prato e le due squadre divise ai lati. Billy, Dominic ed Elijah da una parte, e Sean con Orlando dall’altra.

“Questo non vale!” si lamentò l’interprete di Sam “Mi avete lasciato con l’unico qui che è in grado di buttarsi da un ponte ma non sa lanciare una palla!”

“Ehi! Non sono così male!” protestò Orlando “E poi se sei tanto bravo non ti servirò!”

“Niente lamentele!” intervenne Billy “Noi abbiamo Elijah che è peggio di lui, quindi…”

“Ma non è vero!” replicò il giovane con un sorriso sorpreso “Qualcosa ho imparato!”

Gli attori rimasti iniziarono il tifo per le due squadre, ma Viggo si avvicinò ad Orlando, tirandolo per un braccio…

“Avevi detto che non l’avreste fatto!”

“Non è stata una mia idea! Io ho proposto una passeggiata…ma non mi hanno ascoltato!” rispose l’interprete di Legolas sorridendo, ma si accorse dell’espressione per niente compiaciuta sul viso dell’uomo, prima che questi, scuotendo la testa, si allontanasse, andando a sedersi su una sedia non molto lontano. Tentò di chiamarlo, ma Viggo, con una birra tra le mani e lo sguardo basso, non rispose…ma cosa aveva? Era un gioco come al solito…perché se l’era presa così?

Viggo restò in quel punto a lungo, osservando però ogni azione del giovane e degli altri amici. Spesso Orlando sbagliava i tiri e gli altri lo prendevano in giro amichevolmente, e lui sorrideva, cercando di dare la colpa al terreno e a chissà cos’altro, ma era nervoso…riusciva a capirlo. Più lo guardava e più provava un’incredibile voglia di andare da lui ed aiutarlo, come, quasi ad ogni tiro, Dom faceva con Elijah…ci aveva messo un po’ ad accorgersene, ma quei due avevano qualcosa di strano quella sera. Restavano troppo attaccati l’uno all’altro…Dom si metteva sempre dietro ad Elijah, e per aiutarlo a prendere la mira, gli sfiorava il braccio o lo tirava verso di sé…gesti normali, sì…ma aveva una sensazione strana. E poi vedeva Orlando, accosciato a terra, mentre aspettava il suo turno, con lo sguardo fisso su loro due…sguardo che spesso si rivolgeva però dalla sua parte, per ritornare poco dopo a fissare gli amici. E c’era qualcosa in quegli occhi scuri…dio, lo vedeva…e ne era irrimediabilmente attratto.

“Cazzo Orlando! Per fortuna non sei con noi!” esclamò ridendo Billy, all’ennesimo, rovinoso, tiro dell’altro.

“Non che Lij saprebbe fare di meglio se non ci fosse Dom ad aiutarlo!”ribatté subito l’interprete di Legolas con un tono di voce seccato “Se non sono capace non ci posso fare niente!”

“Volete stare zitti e tirare!” gridò Karl dalla parte opposta “Sono stufo si tirare in piedi bottiglie! Finite questa partita!”

“Come se non fosse già finita!” disse Dom alzando la mano in segno di vittoria, ed Orlando sospirò, lasciando cadere la palla che Karl gli aveva rilanciato poco prima.

“Appunto...è inutile...a cosa serve...” ma voltandosi, si ritrovò di fronte Viggo...gli occhi azzurri fissi nei suoi, mentre con le mani si slacciava i polsini della camicia di jeans che indossava...

“Riprendi la palla avanti!” gli mormorò l'uomo sorridendogli, prima di rivolgersi agli altri “Posso dare una mano a loro? Nessuno contrario?”

“Io no di certo!” esclamò Sean ridendo “Un barlume di speranza...”

“Idea!” intervenne Billy mettendosi in mezzo alla pista “Karl dividi le bottiglie! Un colpo solo! Elijah contro Orlando...con l'aiuto tecnico di Dom e Vig...che ne dite?”

Orlando abbassò lo sguardo con un sorriso imbarazzato, ma si accorse che gli altri due amici erano già pronti vicino a lui....ed allora sentì una mano su un fianco...

“Guarda avanti!” gli bisbigliò Viggo all'orecchio “Devi mirare alle bottiglie, non a loro!”

“Questo credo di saperlo...”

“Allora perché anche prima continuavi a guardare loro due invece che il tuo obbiettivo?”

Orlando strinse le labbra, ringraziando il buio che nascondeva le sue guance bollenti per la vergogna...

“Stavo...cercando di imparare....”

Che cosa stupida! Si disse. Imparare cosa? A tirare una palla? Era così impedito da non riuscire a farlo? No...li guardava perché voleva che Viggo facesse la stessa cosa con lui...voleva che lo aiutasse, voleva averlo vicino...dio, ma che stava pensando!

“Ma a quanto sembra non è servito a molto…” ribatté l’uomo appoggiando il mento sulla spalla del giovane “…mira laggiù…apri un po’ le gambe e tienile molli…” si accorse che le sue parole non avevano molto effetto sulla sua posizione, così gli mise una mano sulla coscia, colpendolo leggermente “…molli Orlando…sei troppo rigido!”

L’interprete di Legolas cercò di trattenere il respiro quando sentì quel tocco…ripetendosi di restare calmo…che non era niente eppure…perché gli faceva quell’effetto? Il solo suono della voce di Viggo, così vicina, l’aveva fatto avvampare…cazzo, aveva perso definitivamente la testa! Non era solo nervoso…molto di più! E quei jeans che indossava diventavano sempre più stretti…più la mano dell’uomo indugiava sulla sua gamba…

“Orlando…”

Dio…ma come pronunciava il suo nome! Cos’aveva quella sera? Istintivamente chinò la testa di lato per vedere il volto dell’uomo, ma questi lo bloccò…

“Non me! Guarda in avanti! E rilassati…”

“È quello che sto facendo!”

“Non è vero! Devi concentrarti!”

“Non ci riesco se stai così vicino!” ribatté a denti stretti Orlando, fissando le bottiglie di vetro. L’aveva detto! Non era possibile…ma il danno era fatto ormai. Pregò che l’uomo non avesse sentito…ed invece Viggo aveva sentito eccome, ed ora era impegnato a nascondere un sorriso compiaciuto.

 

“Dai, come prima ok?” disse Dom, avvicinando di nuovo il volto alla guancia dell’amico, mentre con la mano indicava le bottiglie “Fa come ti ho fatto vedere!”

“Non mi ricordo…” mormorò Elijah, cercando di non ridere quando sentì l’imprecazione dell’altro “…lo sai che non sono bravo a fare questo gioco!”

“Sarai più bravo a farne degli altri allora!” ribatté l’interprete di Merry soprappensiero, ma subito si accorse di ciò che aveva detto, e dell’espressione sul viso dell’amico, così sorrise, afferrandogli il polso “Avanti, vinci questa partita!”

“E se sbaglio?”

“Non importa, basta che tiri…prima la finiamo e prima possiamo…andare via…”

“Perché? È presto…”

Dom avvicinò le labbra all’orecchio di Elijah, fingendo di prepararlo al tiro con la mano…

“Perché…sto morendo dalla voglia di…baciarti…e non posso farlo qui in mezzo a tutti!”

 

“Allora volete tirare!” gridò Karl agitando le braccia “Mi sta venendo una paralisi alle gambe a furia di restare fermo qui!”

All’unisono, Viggo e Dom pronunciarono quella parola…

“Tira!”

…e Karl venne colpito in pieno dalle due palle di gomma che avevano completamente mancato le bottiglie davanti a lui…

“Ehi! Ma che vi ho fatto io?” esclamò, rimettendosi in piedi, mentre risuonavano le risate di tutti gli spettatori “Certo che fate veramente pena come insegnanti voi due!”

Istintivamente Orlando ed Elijah si guardarono e scoppiarono a ridere a loro volta, sotto lo sguardo perplesso dei due amici al loro fianco.

“Bene! Parità!” disse Sean dando la mano a Billy “Bella partita amico!”

“Sono sconvolto!” mormorò l’interprete di Pipino scuotendo la testa.

Dopo qualche minuto, Liv, Miranda e Ian decisero di andare, ed a loro si unirono anche Karl, Billy e Sean, dopo aver sistemato il campo da bowling improvvisato e aver ripulito la zona.

Mentre tutti erano intenti a salutarsi, Elijah si allontanò, entrando nel trailer dei due amici. Dopo aver chiuso la porta dietro di sé, si sedette sul divano e nascose il volto tra le mani, con un profondo sospiro. Dio…quant’era difficile fingere che non provasse niente per Dom, e lo era ancora di più quando gli restava così vicino…e il suo corpo reagiva a quella nuova scoperta. Lo voleva davvero? Quei deboli brividi che sentiva, restandogli accanto, erano diventate ondate bollenti da quando, quella mattina, aveva scoperto che quello che provava, qualsiasi cosa fosse, era ricambiata. Ma era Dom dannazione! L’amico con cui aveva combinato di tutto, con cui si divertiva fino a star male…ed ora? Perché quello che sentiva dentro era diventato così chiaro solo in quei giorni?

 

“Che stai facendo qui da solo?”

 

Rialzò di scatto la testa quando sentì quella voce e mormorò un…

“Riposavo…” seguendo con lo sguardo l’amico che, tranquillamente, si era seduto a sua volta sul divano, con le braccia appoggiate allo schienale.

“E per quanto tempo hai intenzione di…riposare?” gli chiese Dom, allentando il nodo della leggera sciarpa bianca che portava al collo “Insomma…non è tardi, potremmo andare da qualche parte…noi due…non credo gli altri abbiano voglia di muoversi.”

“Dove?” ribatté Elijah con una certa apprensione nella voce…ma subito sorrise, quando l’amico si alzò di scatto e gli passò un braccio attorno al collo, fingendo di strozzarlo…

“In mezzo al bosco così potrò ucciderti e nessuno sentirà le tue grida!” recitò Dominic, scoppiando poi a ridere. Allentò la presa, ma continuò a tenerlo stretto a sé e, appoggiando la fronte contro la sua testa, gli sussurrò…

“Non lo so…dove vuoi…”

Restarono fermi per qualche secondo, i volti vicini, gli sguardi bassi…fino a quando Elijah chinò leggermente la testa verso di lui, con un sorriso nervoso, e lo stesso fece Dom avvicinando le labbra alle sue…

“Cazzo, cosa stiamo facendo Dom?” gli bisbigliò l’interprete di Frodo appena sentì un leggero contatto “Siamo impazziti?” ma quando udì un debole…

“No…” come risposta, tra i respiri rapidi dell’amico, chiuse gli occhi, e si spinse contro quelle labbra che, fino a quell’istante, l’avevano appena sfiorato.

Dopo qualche momento però, Dominic si lasciò sfuggire una debole risata…

“…dio, mi sembra di stare baciando per la prima volta qualcuno! Hai presente quando…non sai se è il momento giusto o meno di usare la lingua?”

“Io ho sempre…fatto una cosa in quei momenti…” mormorò Elijah deglutendo “…l’ho usata!”

Ed all’istante, Dom posò di nuovo le labbra sulle sue, spingendo indietro l’amico sul divano. Si stese sopra di lui, cercando di non fare troppo peso con il proprio corpo, ma appena sentì la lingua di Elijah scivolare nella bocca, perse il controllo e si lasciò cadere su di lui.

 

“Sono andati via tutti di già?” chiese Orlando guardandosi attorno con le mani sui fianchi “Non ho visto Lij…”

“Nemmeno io ma sarà sicuramente andato con Dom e gli altri!” rispose Viggo sedendosi davanti al fuoco che si stava, lentamente, spegnendo. Alzò lo sguardo sul giovane e si accorse che stava lì in piedi, ad osservare qualcosa in lontananza “Vieni qui Elfo, avanti! Non devi fare la guardia all’accampamento!”

L’interprete di Legolas sorrise, mettendosi seduto accanto a lui, ma, nel farlo, si lasciò sfuggire un lamento che subito l’uomo riconobbe…

“È la schiena? Vuoi che ti faccia un massaggio?”

“No è…il braccio…la spalla…devo aver lanciato male poco fa…e sento dolore qui dietro…” rispose il giovane, cercando di massaggiarsi con la mano la parte posteriore di una spalla.

“Ti avevo detto di rilassarti…” disse Viggo mettendosi in ginocchio dietro di lui “…lascia, faccio io…”

“Non serve…passera da sol…ah!” gridò all’improvviso Orlando, tentando di allontanarsi “Cazzo mi fai male! Fa piano!”

“Sempre a lamentarti!” gli sussurrò l’uomo, tirandolo di nuovo verso di sé. Con una mano lo costrinse ad appoggiare indietro la testa, e ricominciò di nuovo a massaggiargli la spalla, scendendo di tanto in tanto, sul braccio.

“Ma mi fai…mmm…”

“Shh…fa la brava bambola per un po’ avanti!”

Orlando si mise a ridere, muovendosi leggermente contro l’uomo che, senza volerlo, si lasciò sfuggire un sospiro…cosa gli stava facendo quel ragazzo? Cosa? Non riusciva più a toglierli le mani di dosso e voleva…dio, voleva stargli vicino, stare insieme a lui più di ogni altra cosa! Ed ora che lo aveva ancora tra le braccia, si sentiva così bene…

“Cosa mi darai in cambio se farò il bravo?” mormorò ridacchiando il giovane “Mi comprerai un vestito nuovo?”

“Le bambole non fanno richieste se non sbaglio!” gli bisbigliò Viggo all’orecchio, facendogli alzare il braccio per piegarlo dietro la propria testa “Stanno buone e zitte e…si lasciano fare ogni cosa…”

Orlando chiuse gli occhi a quelle parole mentre con la mano, istintivamente, accarezzava i capelli dell’uomo e non riuscì a reprimere un gemito quando il braccio di Viggo gli circondò il petto, per arrivare a massaggiargli la spalla dal davanti.

“Ho quasi finito…”

Ancora quella voce roca e calda…ed estremamente eccitante…

“…continua a fare il bravo Elfo…”

…cazzo era pazzesco…assurdo…insensato…ma lentamente distese la gambe davanti a sé, allargandole leggermente per cercare di dare un po’ di sollievo a quella parte del corpo che sentiva pulsare contro la stoffa dei jeans…

“…ho sempre detto che voi Elfi di Bosco Atro siete troppo fragili…”

“Non è…divertente!” mormorò, ma in realtà non riusciva a pensare ad altro a quelle mani…non smettere, non smettere…si ripeteva nella mente e, senza accorgersene, fece scivolare la mano dai capelli, al collo dell’uomo…

“Ho finito…” sussurrò Viggo, avvicinando però il viso alla guancia dell’amico…non voleva lasciarlo…ma doveva, così quando non udì risposta, ripeté, con un sorriso “Ho finito Orlando, puoi alzarti ora!”

Il giovane riabbassò lentamente il braccio, senza riuscire a nascondere un lamento, ma quando voltò la testa verso l’uomo, rialzando le palpebre, sentì un tuffo al cuore che, fino a quell’istante, aveva battuto all’impazzata. La dolcezza e l’intensità di quello sguardo...qualcosa che aveva visto solo in quelle foto che ricordava così bene…e senza rendersene conto, si ritrovò disteso sulla coperta sulla quale era seduto. Il braccio di Viggo era sotto il suo collo e, restando rialzato col gomito, l’interprete di Aragorn si era sdraiato sul fianco, accanto a lui.

Orlando guardò, dal basso, il volto sopra il suo, e sorrise nervosamente…

“Come…come siamo finiti così?”

Viggo scosse la testa con le labbra socchiuse, ma non riuscì a rispondere. Con una lentezza esasperante, si chinò su di lui, avvicinando il viso al suo, fermandosi però poco prima di raggiungere quello del giovane, con un’espressione intimorita e preoccupata.

Ma allora Orlando, dopo aver tirato un profondo respiro, mormorò….

“Fallo Vig! Fallo…o lo farò io!”

E le loro labbra finalmente si incontrarono con ardore…lo stesso accadde, dopo soli pochi secondi, alle loro lingue, che iniziarono una lotta frenetica, passando da una bocca all’altra. Nessuno dei due si accorse del tempo passato dall’inizio di quel bacio, ad un tratto però Viggo, dopo aver appoggiato anche l’altro braccio a lato del giovane, si mosse istintivamente contro il suo corpo…ed allora Orlando si allontanò leggermente, per riprendere fiato…

“Dio…cosa stiamo facendo?”

“Non lo so ma…” bisbigliò l’uomo muovendo il viso contro la sua guancia “…voglio farlo! E la cosa che mi preoccupa di più è…quello che tu stai facendo a me! Non mi sono mai sentito così…”

“Io non ti sto facendo niente! Sei tu che stai facendo qualcosa a me…e non so cosa sia…o perché stia succedendo!So solo che…ti voglio!”

Viggo guardò per qualche momento il corpo sotto il suo e sospirò…

“Non riesco a…” scosse la testa, con le labbra strette “…e se è un errore? Rovineremo ogni cosa e…non potremo più tornare indietro!”

“Non posso tornare indietro!” ribatté Orlando facendo scivolare una mano tra i suoi capelli “Non adesso!”

“Sei sicuro…di volerlo?”

“Sì…se solo tu potessi sentire quanto sto…bruciando in questo momento…forse…” ma il giovane si bloccò di scatto e dalla sue labbra uscì un gemito “…cazzo…sì!” quando Viggo gli posò all’improvviso una mano sulla coscia, facendola scivolare tra le sue gambe.

“Lo sento Orlando…” gli mormorò all’orecchio sensualmente “…e mi fa impazzire…”

“Allora entriamo e facciamola finita! È da idioti continuare a negarlo!” esclamò il giovane alzando leggermente la voce appena sentì quella mano allontanarsi di nuovo “Cazzo, io ti voglio e tu mi vuoi…siamo entrambi cresciuti abbastanza per decidere, basta con questi problemi inutili! Sono giorni che non faccio altro che pensare a cosa diavolo provo per te e al perché mi sento così! Perché proprio adesso mi sento così! Non ce la faccio più!”

Viggo restò qualche secondo in silenzio, poi, senza lasciare il tempo all’amico di ricominciare a parlare, si rimise in piedi, rialzando di peso Orlando da terra, prima di posare con forza le labbra sulle sue…

“Andiamo!” gli bisbigliò, afferrandogli una mano e trascinandolo verso il trailer, mentre il giovane stava ancora cercando di comprendere cos’era successo.

Raggiunta l’entrata però, Orlando si fermò, costringendo l’uomo a voltarsi, per poi spingerlo con violenza contro la porta e reclamare un altro bacio che durò diversi minuti, mentre le mani si cercavano, stringendosi con esasperazione, e i corpi si strusciavano sensualmente l’uno contro l’altro.

 

“Dom…pesi…” disse Elijah con un filo di voce, quando sentì il respiro venirgli a mancare e, impulsivamente, spinse l’amico da parte, sul fianco, girandosi poi verso di lui con un sorriso.

“Ti dovevo uccidere no?” gli sussurrò Dominic, lambendogli le labbra con la punta della lingua “Come ha potuto…quella…lasciare qualcuno che bacia così bene?”

“Quella…” ripeté l’interprete di Frodo amaramente, abbassando lo sguardo…ma Dom non gli permise di iniziare a pensare ancora a quella vecchia storia. Gli mise una mano dietro al collo e lo tirò di nuovo a sé in un altro bacio così profondo, da lasciare entrambi ansimanti quando finì.

“Come può qualcuno anche solo pensare di lasciare una persona stupenda come te?”

Elijah si morse debolmente il labbro inferiore, cercando di nascondere un sorriso, alle parole dell’amico. Dio, quanto gli batteva il cuore…e gli batteva perché sapeva fin troppo bene che quelle parole erano vere…sapeva che Dom pensava realmente quelle cose, ed era così felice…

“Non esagerare…” mormorò, passando una mano sul petto dell’amico quasi senza riflettere…scese fino a raggiungere la cintura e solo quando udì un sospiro, si accorse di quello stava facendo, e ritirò di scatto la mano.

“No…continua…” gli bisbigliò Dom, ricominciando a baciargli le labbra “…mi piace…”

“Come se fosse la prima volta che ti accarezzo!” disse Elijah ridendo debolmente, ma non se lo fece ripetere e, dolcemente, ricominciò a far passare la mano sul suo petto. Dopo qualche minuto però, Dom gli afferrò il polso e si fece scivolare la mano dell’amico sotto la maglietta grigia che indossava…la sentì tremare sulla propria pelle ma solo per pochi secondi…quasi subito riprese quelle carezze lente e intense che lo facevano rabbrividire.

“Puoi…scendere…più in basso…se vuoi…”

A quelle parole sussurrate, Elijah sentì un’ondata di calore lungo tutto il corpo ma, timidamente, fece comunque scivolare la mano fino al ventre del compagno, fermandosi però con un sospiro…non aveva mai fatto niente di simile con un altro ragazzo, e sapeva che per Dom era lo stesso, eppure lui sembrava così tranquillo, così sicuro…ma si sbagliava…se ne rese conto quando sentì la mano tramante dell’amico sulla propria che lo spingeva a scendere…così lo fece.

Dom chiuse gli occhi quando sentì quella debole pressione che divenne una timida carezza, e si inumidì le labbra con un gemito…

“Non mi farai male…puoi anche…” ma non riuscì a terminare la frase quando Elijah iniziò a muovere la mano con decisione, accarezzandolo sopra la stoffa dei jeans.

L’interprete di Merry ricominciò a baciare il compagno con ardore, facendo scivolare a sua volta, la mano lungo il suo corpo. Quando raggiunse la sua vita, si mise a slacciare, con molta fatica, i bottoni dei jeans, ringraziando l’amico per non aver messo anche una cintura quella sera. Quando finalmente ci riuscì, si rialzò leggermente e fece scivolare la mano all’interno, stringendo il pugno su di lui, attraverso la stoffa leggera dei boxer.

Elijah gemette contro le labbra del compagno, e i suoi occhi azzurri si chiusero per abbandonarsi a quelle carezze, ma la voce di Dom lo riportò alla realtà…

“Toglimi la sciarpa!” mormorò sorridendo “Sto soffocando!”

Elijah annuì, liberandolo, ma si ritrovò di nuovo sotto di lui…sotto a quel corpo caldo che si muoveva lentamente contro il suo…

“…dio Lijah…quanto ti voglio!” gli bisbigliò Dom all’orecchio, prima di sfiorarlo con la lingua.

L’interprete di Frodo socchiuse le labbra per parlare…ma un colpo violento alla porta lo fece sobbalzare…

“Cazzo!” esclamarono quasi all’unisono guardandosi. Si guardarono attorno con la consapevolezza di non avere un’altra via d’uscita…ma Dom, rimettendosi di scatto in piedi, mormorò…

“In bagno!”              

 

 

“Apri Vig!” mormorò Orlando sulle labbra del compagno, spingendo, con la mano, la porta dietro di lui “Aprila!”

“È quello che sto cercando di...” ribatté Viggo cercando alla cieca la maniglia fino a quando ci riuscì “...fare!”

Finalmente entrarono, richiudendo a chiave la porta ed in silenzio si fissarono...in piedi, uno di fronte all'altro, con il respiro rapido e le labbra umide per il bacio che si erano appena scambiati.

“E adesso che siamo dentro?” sussurrò l'uomo deglutendo...ma non ottenne risposta.

Orlando lo raggiunse lentamente, fermandosi davanti a lui. Tenne gli occhi fissi nei suoi e le braccia lungo i fianchi...immobile...mentre i loro corpi si sfioravano, caldi e sensibili ad ogni più leggero contatto. Ognuno sentiva il respiro dell'altro, alterato dal desiderio e dalla birra bevuta, ma l'alcool non aveva avuto effetto sulle loro menti...sapevano bene cosa sarebbe accaduto...e nessuno dei due avrebbe fatto niente per impedirlo.

“Adesso...siamo qui...” iniziò il giovane usando quel tono di voce sensuale tipico del personaggio che interpretava sul set “...noi due soli...abbiamo chiuso fuori il mondo...un Uomo e...” sorrise “...un Elfo...cosa credi possano fare per passare la notte?”

Viggo strinse i pugni, sfiorando leggermente il volto del compagno con la punta del naso...

“Mi stai chiedendo...cosa farebbero...Aragorn e Legolas, chiusi in un posto simile, per passare la notte?”

“Sì...” gli bisbigliò Orlando sulle labbra “...cosa credi che farebbero?”

“Farebbero...” sussurrò l'uomo, inumidendosele “...farebbero questo!”

Alzò entrambi le mani e le posò sulle guance del giovane, tirandolo a sé in un bacio ardente, tanto quanto quelli di poco prima, ed Orlando non poté far altro che aggrapparsi alle sue spalle, quando sentì le gambe indebolirsi sotto a quell'attacco. Senza rendersene conto, iniziò a tirare indietro Viggo verso di sé, facendo qualche passo...ma andò a finire con la schiena contro la parete.

“Dove vai...?” sussurrò l'uomo ridendo “Questo è il bagno...”

“No...sul divano...” ribatté con un filo di voce Orlando, provocando un'altra risata del compagno.

“Allora di qua...”

Quando finalmente lo raggiunsero, Viggo fece scivolare le mani sui fianchi del compagno, spingendolo verso il basso...

“Sdraiati!”

...ma il giovane sorrise, facendo resistenza...

“Tu sdraiati! Chi ha deciso che devo sopportare io il tuo peso?”

L'uomo non disse niente, limitandosi a sorridere maliziosamente. Si chinò in avanti e si tolse le scarpe, restando a piedi nudi come tanto amava, poi, sempre in silenzio, si distese sul divano, appoggiando comodamente la schiena ad uno dei cuscini sul lato...piegò leggermente una gamba, lasciando l'altra distesa e, allungando le braccia verso di lui, gli fece segno con le mani di avvicinarsi.

Orlando tirò un profondo respiro e si inginocchiò per togliersi le scarpe. Quando si rimise in piedi, guardò intensamente il compagno che, ancora una volta, gli fece cenno di sdraiarsi, così, appoggiando prima un ginocchio e poi l’altro, raggiunse Viggo, ma restò immobile, chinato sopra di lui, senza sfiorare il suo corpo. Lo guardò dall’alto e vide un dolce sorriso formarsi sulle sue labbra incorniciate dalla barba leggera…

“Perché ridi?”

“Non sto ridendo…”

“Sì invece!”

“Perché mi sembri un gatto…” rispose allora Viggo continuando a sorridere “…un gatto selvatico che si avvicina alla sua preda…” alzò entrambe le mani e le posò sulla schiena del giovane, iniziando ad accarezzarlo dal collo fino alla vita…appena Orlando chiuse gli occhi, le fece scivolare lentamente sotto alla maglietta scura che indossava, passandole sulla pelle calda.

“Mmm…” era l’unico suono che usciva continuamente dalle labbra socchiuse del giovane, mentre inarcava la schiena ad ogni carezza.

“Sbaglio o…stai facendo le fusa?” gli sussurrò Viggo, iniziando a carezzargli il petto fino a scendere sul ventre.

“Mi piace…”

“Lo vedo...gattino…” ribatté l’uomo ridendo debolmente “…lo vedo!”

“Non sono un gattino! Ma…se mi fai perdere la pazienza posso anche graffiarti!”

“Ah sì? Ma credo di sapere come farti…miagolare…”

Orlando abbassò di colpo la testa con un gemito, appoggiandola a fianco di quella del compagno, appena sentì la mano di Viggo scendere tra le sue gambe e lì fermarsi, premendo solamente su quel punto che sentiva bruciare…

“Cazzo Vig! Fammi qualcosa! Qualsiasi cosa!”

“Cosa ti fa credere che…” rispose l’uomo sospirando “…sappia cosa fare…?”

“Dio…sei…sei tu! Tu sai sempre cosa fare!”

“Non questa volta…”

 

Elijah spalancò i grandi occhi azzurri, guardandosi attorno con il respiro rapido per lo spavento. Ma in che situazione assurda erano finiti? Chiusi nel bagno dei loro amici mentre loro erano lì fuori.

“Smettila di respirare così forte!” bisbigliò Dom lanciandogli un’occhiata “Non sento cosa dicono!” e appoggiò di nuovo l’orecchio alla porta.

“Oh…scusa se vivo!” ribatté l’interprete di Frodo, riallacciandosi velocemente i pantaloni.

“Ma cosa fai?”

“Cosa credi che…”

Un colpo improvviso alla porta, e i due amici fecero un passo indietro con gli occhi sbarrati.

“Ma cosa stanno…”

“Shh!”

‘No…sul divano…’ 

Dominic aprì la bocca sconvolto quando riconobbe la voce di Orlando, e si appostò di nuovo attaccato alla porta…

“Non ci credo! Non ci credo!”

“Che stanno facendo?” gli chiese Elijah avvicinandosi a lui.

“Io un’idea ce l’ho…”

L’interprete di Frodo guardò l’amico negli occhi e scosse subito la testa…

“No…dai…Viggo e Orlando? Non è possibile…”

“Ascolta!” gli mormorò Dom tirandolo contro la porta. Restò a guardare le espressioni sempre più sorprese dell’amico con un sorriso divertito, ma non poté fare a meno di far scivolare una mano lungo la sua schiena. Dio, non riusciva più a stargli lontano…e vederlo lì, con i grandi occhi azzurri spalancati e le labbra socchiuse, leggermente inclinate in un sorriso, lo faceva impazzire…così chinò la testa verso di lui, posandogli dei dolci baci sul lato del collo.

“Dom…” bisbigliò Elijah muovendosi contro di lui come per allontanarlo, ma quando si accorse di aver ottenuto l’effetto opposto, fece un passo indietro nel piccolo bagno.

“Cazzo Lij non ce la faccio!” mormorò Dominic passandosi una mano sulla fronte sudata “Se non esco subito da qui impazzirò! Sono troppo…eccitato per restare qui…con te!”

“Ti eccita rimanere chiuso in un bagno?” gli chiese l’interprete di Frodo ridendo debolmente, ma tornò subito serio quando sentì la risposta dell’amico…

“No cazzo! Mi ecciti tu! Tu che ti strusci contro di me e mi guardi…così! Mi eccita quello che stavamo facendo! È normale no?”

“No non lo è!” ribatté Elijah scuotendo la testa “Non è mai stato così! Perché adesso sentiamo questo l’uno per l’altro? Perché?”

“Non lo so! Come faccio a saperlo? Tu lo sai forse?”

“No!”

“E allora perché dovrei saperlo io?” replicò Dom raggiungendolo con gli occhi fissi nei suoi “Mi piace…mi fa sentire bene…solo questo so! Per te è lo stesso?”

Elijah strinse le labbra quando sentì le lacrime agli occhi per il nervosismo e la frustrazione di quella situazione assurda, e non si accorse di aver alzato troppo la voce…

“Sì ma non so se è giusto! Non so cosa fare!”

“Shh! Non gridare!”

“Non so niente! E non…” all’improvviso però, si ritrovò contro la parete…la mano dell’amico sulla bocca che gli impediva di proseguire, e quegli occhi chiari che, in silenzio, lo pregavano di calmarsi.

Dom lo tenne bloccato così per diversi minuti, fino a quando sentì delle carezze sui fianchi, ed allora abbassò lentamente la mano, sfiorando però, con la punta delle dita, le labbra che fino a quel momento aveva coperto…

“Non sono mai stato con un altro ragazzo…” gli bisbigliò “…non ho mai voluto farlo con un altro e…non ho mai voluto che un altro mi toccasse ma…noi due…con te…vorrei…”

“Io no so da che parte iniziare…” sussurrò Elijah sorridendo, senza riuscire a nascondere una punta di imbarazzo.

“Abbiamo già iniziato!” ribatté Dom sorridendogli a sua volta “Dobbiamo solo continuare e…”

“…e sappiamo entrambi…come…” terminò l’interprete di Frodo. Timidamente fece scivolare le mani sul ventre dell’amico, slacciando la cintura di pelle e aprendogli i jeans, con qualche difficoltà in più del previsto, visto che le mani gli tremavano non poco. Subito dopo fece lo stesso con i propri, e rialzò lo sguardo sul compagno che, quasi senza fiato, aveva osservato ogni suo movimento…

“Adesso…?”

“Adesso…se non mi tocchi tu, lo farò da solo!” rispose Dominic sorridendo e, appoggiando la fronte contro quella dell’amico, si fece scivolare una mano nei jeans aperti…ma dopo pochi secondi, sentì quella di Elijah sulla propria, e non riuscì a trattenere un gemito sorpreso e compiaciuto quando l’amico gli afferrò il polso, portandosi la mano su di sé…

“Dare per…avere…” gli bisbigliò Elijah, rimanendo senza fiato quando, senza attendere un solo secondo, Dom chiuse il pugno su di lui, sopra la stoffa dei boxer, iniziando a muoverlo con decisione…ed allora iniziò a fare la stessa cosa su di lui.

Dopo qualche minuto, l’interprete di Merry posò le labbra sulle sue quasi con violenza, spingendosi contro il corpo dell’amico con forza, dopo aver fatto scivolare la mano sul suo petto…udì il lamento ma non gli diede tempo di accorgersi della sua assenza, perché subito iniziò a muovere il bacino contro il suo, e sentì la mano di Elijah passare dietro, sulla schiena…e le sue dita affondare nella pelle, tanto da lasciare il segno.

 

Orlando restò in silenzio a guardare l'uomo sotto di lui...Viggo in difficoltà...Viggo spaventato da qualcosa...Viggo che, con una mano tremante, gli accarezzava i capelli...e provò una strana ondata di tenerezza, così in contrasto con l'eccitazione che lo faceva rabbrividire ad ogni carezza. Improvvisamente si lasciò cadere sul corpo del compagno e, prendendogli il volto tra le mani, lo baciò dolcemente...

“Allora siamo in due...” gli bisbigliò “...ma possiamo...imparare l'uno dall'altro...”

“Karl dice che come insegnante faccio pena...” mormorò Viggo sorridendogli “...o forse sei tu ad essere un pessimo allievo...?” Lentamente gli rialzò la maglietta sulla schiena, fino alle spalle, ed Orlando si rialzò da lui, giusto il tempo di sfilarsela, prima di tornare a strusciarsi sul suo corpo.

“Mi hai insegnato un sacco di cose in tutto questo tempo...devi solo toccare...i tasti giusti per...stimolare la mia curiosità...”

“...dio...Orlando...” sospirò l'uomo. Senza riuscire più a resistere oltre, strinse il compagno contro di sé, baciandolo con passione, violando quelle labbra che pochi secondi prima gli avevano fatto perdere la testa. Subito sentì le mani del giovane sul petto che tentavano, invano, di slacciare i bottoni della camicia…

“Aspetta…lascia!” mormorò, avvicinando a sua volta le mani…ma Orlando gli afferrò i polsi, portandoglieli con decisione dietro la testa, prima di esclamare un secco…

“No!” e ricominciare.

Viggo lo osservò in silenzio, con un sorriso sulle labbra, fino a quando il giovane, con un’espressione soddisfatta, si rialzò sulle ginocchia, passando le dita sul petto, finalmente nudo, del compagno…allora, con lo sguardo, scese sul suo ventre. Si mise seduto e sfiorò con le mani il profilo dei suoi jeans, dai quali si vedevano già i boxer colorati che indossava…sentiva lo sguardo di Orlando su di sé, ma sentiva anche quel corpo bollente che chiedeva attenzioni, così, molto lentamente, sfilò la cintura di pelle marrone e li slacciò, per poi farglieli scivolare sui fianchi.

Ed in quel momento sentì le mani del giovane sul ventre che, tremando, facevano la stessa cosa…

“Non…ci ho mai messo così tanto a spogliare qualcuno!” mormorò l’interprete di Legolas sorridendo nervosamente.

“Abbiamo tutto il tempo che vogliamo…”

“No è solo che…non sono così imbranato di solito…non credere che…” le parole del giovane però, vennero soffocate dalle labbra di Viggo che, di scatto, lo tirò a sé, sdraiandosi di nuovo e spingendolo contro lo schienale del divano…

“Credi che mi importi?” gli bisbigliò, prima di affondare nuovamente la lingua nella sua bocca. Fece scivolare una gamba tra le sue ginocchia, ed iniziò a spingere il bacino contro il suo, aggrappandosi ai cuscini dello schienale per farsi forza. Presto, ogni spinta, iniziò ad essere accompagnata dai gemiti di entrambi…gemiti che crebbero di intensità quando i jeans scivolarono un poco verso il basso, lasciando i loro corpi in pieno contatto, ad eccezione della sottile stoffa degli indumenti intimi.

“Ah! Aspetta! Aspetta un…la spalla!” esclamò ad un tratto Orlando con una smorfia di dolore. Subito Viggo si spostò per permettere al giovane di stendersi sul divano, ma non riuscì a smettere di baciargli il collo dolcemente…

“Va meglio?”

“Ok…sì…ma…questo cosa…”

L’interprete di Legolas alzò il braccio e vide che, all’orologio che portava, era rimasta impigliata una leggera sciarpa bianca…

“Sembra…quella che aveva Dom…” disse l’uomo fissandola “…ma come ci è finita qui? Nessuno è entrato per…”

Dei rumori indistinti…una voce forse…e all’improvviso un colpo. I due compagni guardarono fissi in quella direzione, con i cuori che battevano all’impazzata…

“C’è qualcuno in bagno…?” sussurrò Orlando “Credi sia…Dom?”

“Se è lui…non è solo…” ribatté Viggo “…non mi sembrava la sua voce…”

“Elijah…? È l’unico che…ma cosa diavolo stanno facendo nel nostro bagno?”

Silenzio per alcuni interminabili secondi, poi il giovane spalancò gli occhi…

“Credi che ci abbiano sentito?” ma come risposta ottenne solo una debole risata “Viggo cazzo! E se ci hanno sentito?”

L’uomo abbassò lo sguardo su di lui, prima di spingersi con forza contro al suo corpo…

“Ti interessa…?”

“Cosa…?” gemette Orlando quasi senza fiato dopo quel colpo improvviso che gli aveva causato un’ondata di piacere.

“Vuoi smettere per non farti sentire da loro? O vuoi continuare?”

 

“Non ce la faccio…” sospirò Dominic, nascondendo il volto contro il collo dell’amico, senza mai smettere di muoversi contro di lui “…devo…”

“Cazzo…Vig…sì! Continua!”

Elijah spalancò gli occhi che aveva chiuso per lasciarsi andare, è sentì la risata divertita del compagno…

“Dio, ma stanno scopando davvero!”

“Perché…? Dovevano farlo per…finta?” ribatté l’interprete di Frodo riprendendo fiato, ma quasi subito Dom strinse le mani sui suoi fianchi, spingendosi con forza contro di lui…

“Sono vicino…sono…”

Elijah cercò di stringerlo a sé quando sentì, sul collo, il suo respiro diventare affannoso è, tra i gemiti, riuscì solo a capire il suo nome…prima di sentire un forte calore sul ventre.

Dom restò con la fronte appoggiata alla spalla del compagno per qualche momento, poi lentamente si allontanò, voltandosi per raggiungere la carta igienica lì vicino…

“Mmm…pessima idea farlo completamente vestiti…” mormorò, cercando di ripulirsi come meglio poteva “…dovrò buttarmi sotto la doccia così come…” alzò lo sguardo sul compagno, e l’ultima parola uscì dalle sue labbra con un sospiro appena percettibile “…sono…”

Elijah era ancora fermo contro la parete, la testa reclinata all’indietro e le palpebre leggermente abbassate. I jeans aperti, calati sui fianchi, e le labbra socchiuse in un respiro profondo e rapido, mentre con una mano si sfiorava lentamente.

“…dio…” gemette Dom deglutendo, prima di gettarsi ancora su di lui come se non si fosse mai allontanato. Lo baciò con ardore, chiudendo all’istante il pugno su di lui, sopra alla stoffa leggera, e iniziò a muoverlo con forza “…sei dannatamente sexy…” gli bisbigliò all’orecchio “…non avrei mai creduto di dirlo riferito ad un ragazzo ma…cazzo…lo sei…”

“Dom…”  sussurrò Elijah alzando gli occhi per qualche secondo verso il soffitto, prima di chiuderli nel pieno abbandono di quelle carezze.

“Avanti Lij…so che sei vicino…avanti…lasciati andare…”

“…no…aspetta…se ci…”

“Smettila di pensare a loro! Non trattenerti…”

“…aspetta…non…”

“Shh…” lo zittì Dominic mentre, con un gesto rapido, faceva scivolare la mano all’interno dei suoi boxer “…così allora…” chiuse il pugno sulla pelle bollente e udì un gemito più forte lasciare le labbra del compagno, mentre con le mani si aggrappava a lui “…vieni Lijah…” un altro gemito “…sai cosa ti farò la prossima volta? Ti spoglierò…mi inginocchierò davanti a te…e…” un altro gemito più intenso e il suo respiro divenne affannoso “…ti succhierò fino a farti esplodere…e tu griderai il mio nome!”

Elijah lasciò ricadere la testa sulla spalla del compagno, spingendosi un ultima volta nella sua mano, mentre le onde del piacere lo percorrevano violentemente. Quando rialzò lo sguardo, recuperando il fiato, vide uno strano sorriso sul volto di Dom…

“Cosa…?”  

“Ti ecciti quando qualcuno ti parla sporco!” esclamò l’interprete di Merry trattenendo una risata sorpresa “Cazzo non me lo avevi mai detto!”

“Devi…devi farlo sapere a tutti adesso?” mormorò Elijah indicando con gli occhi la porta.

“Ops…giusto…” ribatté Dom abbassando la voce “…però non me lo avevi mai detto!” prese la carta e la lanciò all’amico, avvicinandosi poi al lavandino “Insomma…a saperlo prima potevo…” ma le sue parole vennero interrotte da un “No!” non appena la sua mano raggiunse il rubinetto. E solo allora si rese conto che Viggo e Orlando avrebbero chiaramente sentito l’acqua…sospirò e si avvicinò nuovamente all’amico che, nel frattempo, si era lasciato scivolare a terra, seduto sul pavimento.

“Allora…racconta!” disse con un sorriso malizioso “Ti piace solo questo o…”

“No non…dipende dalla situazione…” lo interruppe subito Elijah ripassandogli la carta “…e comunque non voglio parlarne!”

“Oh…ok, lo scoprirò da solo!” ribatté Dom pulendosi la mano ma abbassò lo sguardo verso di lui quando udì un sospiro…

“Scusa…”

“Per cosa…?”

“Per…quello…” rispose Elijah indicandogli la mano “…dovevo avvisarti quando stavo per…”

“Ma che idiota!” lo fermò l’interprete di Merry ridendo “Se non avessi voluto sentirlo, non l’avrei fatto, non credi?”

“Si ma…”

“Dammi la mano!”

“Perché?”

“Dammi la mano!” ripeté Dom sorridendo “Non ti faccio niente!” fece un passo verso di lui e gli afferrò la mano, portandosela sull’inguine “Senti…?”

Elijah alzò lo sguardo su di lui sorpreso quando si accorse che il corpo del compagno era nuovamente eccitato.

“È così da quando ho iniziato a toccarti in quel modo! Anzi, prima era anche peggio…e non mi è capitato quasi mai…dopo aver già…hai capito no? Quindi non credere che non mi sia piaciuto quello che ti ho fatto!”

 

“Hai freddo?” chiese Viggo, smettendo, per qualche secondo, di torturare i capezzoli del compagno sotto di lui.

“No…”

“Hai freddo…”

“No!”

“Orlando stai tremando!”

“No ti ho detto!” ripeté il giovane sospirando “O forse…un po’ ma…non è quello…”

Non riuscì a terminare la frase che l’uomo era già in ginocchio sopra di lui, con un braccio allungato per afferrare la coperta sul tavolo poco lontano. Alzò lo sguardo e vide il petto di Viggo sopra di sé…il suo ventre a pochi centimetri dal viso…

“Viggo…” sospirò, chiudendo per un momento gli occhi…sospiro che l’uomo scambiò per richiamo…

“Aspetta…ora ci arrivo…ci sono quasi…” appoggiò la mano sul bracciolo e si spinse più avanti…ma quando finalmente riuscì ad agguantare la coperta, dalle sue labbra uscì un gemito. Abbassò di colpo la mano, per sostenere il proprio peso sul bracciolo, ma nel farlo, la coperta si impigliò in una sedia, e questa cadde rovinosamente a terra. Chiuse gli occhi…e sentì di nuovo quello che l’aveva distratto pochi secondi prima…il viso di Orlando sull’inguine…il suo respiro caldo paurosamente vicino a dove già si sentiva bruciare…ed ora, le sue mani sui fianchi che lo tiravano verso il basso.

“Orlando…”

Lui stesso non riuscì a capire se fosse stato un richiamo, un avvertimento…o un invito…ma il giovane doveva averlo compreso. Subito sentì quelle labbra sfiorarlo dal basso verso l’alto, e lì insistere per alcuni momenti, prima di chiudersi…

“Orlando…!” gemette di nuovo, tentando di allontanarsi, ma le mani del compagno lo tenevano fermo e presto, alle labbra si aggiunse la lingua…iniziò a lambirlo con decisione, inumidendo la stoffa dell’unico indumento che ancora divideva il suo corpo caldo dalla bocca, altrettanto bollente di Orlando. Strinse i pugni sul bracciolo del divano, chinando la testa in avanti per cercare di mantenere un certo controllo…ma dopo qualche momento rialzò le palpebre…e quello fu il suo più grande errore. Vide sotto di sé quello che fino a quell’istante aveva sentito…vide Orlando alzare la testa per mantenere i movimenti continui…vide le sue labbra e la sua lingua ripetere quel percorso ormai segnato sulla stoffa che sembrava aver perso consistenza…ed iniziò a sentire quella bocca su di sé come se non ci fosse più nessun ostacolo.

“Orlando…basta!”

Era troppo e non riusciva a controllarsi…ma era così bello quello che provava, non solo quello che gli stava facendo, ma proprio il fatto che fosse Orlando a farlo…Orlando che gli stava facendo qualcosa di così intimo…qualcosa che non avrebbe mai osato chiedergli…

Ad un tratto udì un sospiro…

“Vieni…!”

…e di nuovo quella bocca chiudersi su di lui, ma questa volta, come se non bastasse, il giovane lo strinse nel pugno, cercando di incrementare quei movimenti come meglio poteva.

“Non…!” gemette Viggo spalancando gli occhi per un istante “Orl…” ma non riuscì a dire altro…l’orgasmo lo percorse violentemente, facendolo tremare in quella posizione precaria fino quasi a perdere quel poco equilibrio che aveva. Solo dopo qualche momento rialzò le palpebre e si lasciò scivolare indietro, restando inginocchiato tra le gambe del compagno con ancora i jeans abbassati sui fianchi, le labbra socchiuse, il respiro ansimante e un’espressione tra lo stupito e il soddisfatto sul viso.

Orlando gli sorrise, passandosi una mano sulla bocca con un sospiro…

“Mmm…credo di aver fatto un casino laggiù!”

“Ah tu credi…?” ribatté Viggo alzando le sopracciglia “Tra le mie gambe c’è…di tutto…e tu credi…?”

Il giovane non rispose, ma si passò la lingua sulle labbra sensualmente…

“Non è stato divertente?” gli chiese sussurrando, con gli occhi fissi nei suoi…ma quel contatto visivo durò ben poco. L’uomo si gettò su di lui, reclamando quelle labbra che l’avevano fatto bruciare e senza esitare, fece scivolare la mano sul ventre del compagno fino a raggiungere quel punto che ancora pulsava.

“Dimmi cosa vuoi…” gli bisbigliò “…dimmi come vuoi che ti faccia…gridare…”

“Questo!” gemette Orlando, appena sentì la mano di Viggo su di sé “Cazzo Vig toccami!”

“Così…?”

L’interprete di Aragorn sorrise, alzandosi leggermente per guardare il suo volto mentre iniziava ad accarezzarlo…udì quel debole sussurro…

“Sì…”

…ma aspettò che quegli occhi scuri si chiudessero, e solo allora fece scivolare la mano sotto la stoffa dei boxer e si riabbassò su di lui, bisbigliandogli…

“…o così?”

Orlando spalancò gli occhi per la sorpresa ma subito li richiuse, abbandonandosi in quelle mani che tante volte lo avevano accarezzato e tra quelle braccia che tante volte l’avevano stretto con amicizia…ma che ora lo stavano portando rapidamente a quel piacere che voleva raggiungere.

Dalle sue labbra socchiuse uscivano dei deboli “Sì…” misti ai gemiti che, ad un tratto crebbero di intensità.

Viggo sentì le gambe del giovane intrecciarsi alle sue, come se stesse cercando un qualche appiglio per evitare di cadere, così fece scivolare un braccio sotto la sua schiena, stringendolo a sé. Cercò di accarezzarlo più velocemente e si accorse che Orlando si era aggrappato con le mani alla sua camicia di jeans che ancora aveva addosso, così iniziò a baciargli il collo teneramente…

“…shh…” gli bisbigliò con un tono di voce estremamente dolce e sensuale “…va tutto bene angelo…lasciati andare…”

“Vig…” un gemito lasciò le labbra di Orlando, pochi istanti prima di essere soffocato dai sospiri di piacere. Il suo corpo, sospinto dalle onde dell’estasi, tremò sotto a quello dell’uomo, fino a quando tornò a rilassarsi….solo in quel momento Viggo si distese al suo fianco, con un braccio piegato sotto la testa per poterlo guardare, e l’altra mano sul ventre del giovane che si alzava e abbassava rapidamente.

“…dio…ho fatto un altro casino!” mormorò Orlando alzando la testa per guardarsi “Dobbiamo andare a lavarci…!”

“Credo che il bagno sia ancora occupato…” ribatté l’uomo sorridendo “…prendi la coperta intanto!”

L’interprete di Legolas allungò un braccio, ed in pochi momenti, ricoprì entrambi, voltandosi poi su un fianco verso il compagno…lo fissò per qualche secondo in silenzio e sentì una dolce carezza sulla schiena. La mano di Viggo iniziò a percorrere la lunga cicatrice, sfiorandola delicatamente…e per qualche strana ragione, sentì il proprio cuore iniziare a battere con forza…

“Credi…credi che ci abbiano sentito?” sussurrò, cercando di nascondere un sorriso.

“Dipende se ci stavano ascoltando o se…erano occupati a fare altro…”

“Avanti smettila! Sono Lij e Dom! Probabilmente stavano organizzando qualche scherzo e noi li abbiamo interrotti…così si sono nascosti in bagno!”

“Forse ma…” replicò l’uomo appoggiando la fronte contro la sua “…in questi giorni non mi stupirei di niente!”

“Perché? Cosa c’è in questi giorni…?”

Viggo abbassò lo sguardo in silenzio, ma poi, senza rispondere, allungò un braccio sulla parete e spense la luce…

“Riposiamo un po’! Tra poche ore dobbiamo alzarci…”

“Mmm…dovremmo pulire tutto questo casino…” mormorò Orlando, chiudendo però gli occhi quando la stanza rimase illuminata da nient’altro che la luce della luna.

“Non importa…dormi!” gli bisbigliò l’uomo, guardando, in lontananza, la debole luce che filtrava dalla porta del bagno.

 

“Cazzo!” esclamò Dom facendo un passo verso la porta “Guarda! Sembra che abbiano spento la luce!”

“Possiamo uscire?” sussurrò Elijah rimettendosi in piedi. Restarono entrambi in silenzio e non sentirono più nessun rumore, così l’interprete di Frodo si avvicinò all’amico, appoggiando una mano sulla maniglia “Prova ad aprire!”

“No! E se sono ancora svegli?”

“Ma non vedono la porta al buio! Basta spegnere! Fammi vedere!”

 Dom allungò una mano e spense la luce, ma sentì l’amico spostarsi davanti a lui per appoggiare l’orecchio alla porta. Ora erano completamente al buio…non poteva vederlo ma lo sentiva, e un brivido gli percorse il corpo…

“Esci! Muoviti!” gli bisbigliò “Altrimenti non rispondo di quello che…”

“Shh!” lo zittì Elijah, aprendo poi, con incredibile lentezza, la porta.

Fortunatamente la luna illuminava leggermente la stanza, e non fu difficile per i due amici, raggiungere la porta d’uscita…passo dopo passo…lentamente per non fare il minimo rumore. Videro nella penombra il divano, e sopra di esso, Viggo e Orlando abbracciati, seminascosti da una coperta, ed entrambi non riuscirono a trattenere un sorriso divertito. Elijah però fece un altro passo e aprì la porta che gli altri due aveva chiuso, cercando di non farla cigolare come al solito…bene o male ci riuscì, ma si accorse che Dom era ancora fermo a fissare i due amici, così allungò una mano e gli sfiorò il braccio, prima di uscire fuori all’aria aperta.

Dominic annuì, restando però qualche secondo ancora a guardarli…non sapeva il perché, ma era felice per loro…forse doveva andare a finire così, in fondo. Fece un passo e raggiunse la porta, ma un istante prima di varcare la soglia…sentì la voce di Viggo, bassa e lievemente roca per la stanchezza…

“Dom…dimentichi la sciarpa!”

Spalancò gli occhi e voltò la testa verso di lui, mentre nella sua mente si ripeteva ogni tipo di imprecazione…e vide che l’uomo aveva allungato una mano verso di lui.

“Grazie…” bisbigliò, prendendo la sciarpa. Tentennò un istante, poi accennò un “Notte…” e uscì, richiudendo lentamente la porta dietro di sé.

“Ma quanto ci hai messo?” esclamò Elijah fissandolo “Stavo per rientrare a prenderti!”

“Avevo…dimenticato una cosa…” mormorò Dom con lo sguardo basso, continuando a camminare…la sciarpa bianca stretta nel pugno.