.|. Questione di Sguardi .|.

 

Parte III

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Orlando fece qualche passo nella stanza, osservando l’uomo che continuava a guardarsi attorno. Dio…non si era mai sentito così nervoso, e quei continui silenzi lo distruggevano ancora di più, così tentò di rompere quella tensione come meglio poteva…

“Mi hanno detto che c’è dello champagne e del ghiaccio nel frigobar…” esclamò, infilando le mani nelle tasche dei jeans per non continuare a torturarsele come aveva fatto da quando avevano messo piede su quella moquette morbida “…e sopra c’è il contenitore per…” vide il compagno voltarsi verso di lui per guardarlo “…e c’è anche la televisione…dietro a quelle ante, credo…e in bagno c’è l’idromassaggio e…”

“Non era necessario tutto questo!” lo interruppe Viggo all’improvviso, e a quelle parole il giovane abbassò subito lo sguardo “Non dovevi…”

“Vado in bagno!” disse subito Orlando, sfrecciando rapidamente oltre la porta. La richiuse dietro di sé e si appoggiò con le mani al lavandino, tirando dei profondi respiri per calmarsi…

“Idiota!” bisbigliò tra sé “Idiota!”

Cosa credeva di fare? Ho prenotato una stanza Viggo, andiamo e scopiamo fino a domani mattina!  Questo gli aveva detto…questo era il messaggio che gli aveva lanciato, ma nemmeno per un secondo aveva pensato che forse Viggo non voleva farlo! Forse a Viggo non interessava minimamente andare oltre quello che già avevano fatto…e se aveva accettato di andarci era solo per fare un favore a lui e non farlo sentire ancor più in imbarazzo. Dio quant’era patetico! Avevano passato una notte insieme dopo essersi divertiti e già aveva pensato che forse…con Viggo…che cazzata! Viggo aveva un figlio e aveva quasi vent’anni in più di lui…non un ragazzino che si butta in una nuova esperienza senza nemmeno pensare. Eppure lui ci aveva pensato…ci aveva pensato eccome. Quel pomeriggio, quando era entrato in quel negozio per comprare tutto quello che poteva servire…e quando l’aveva chiuso in una confezione per poi consegnarlo al bancone e chiedere che venisse portato in quella stanza e messo in uno dei comodini come ‘sorpresa’ a quell’amico che compiva gli anni…e per tutto il giorno…sempre, aveva continuato a pensarci…ma aveva fatto tutto per niente in fondo. L’aveva detto anche Viggo…non era necessario tutto questo, Orlando sei un idiota, cosa credevi? Credevi che ti avrei buttato su quel letto e scopato? Volevi vivere un’esperienza completa con un uomo?Volevi festeggiare con un po’ di sesso la fine di tutto? Cosa credevi?

“Cazzo…” gemette, passandosi le mani sul viso e tra i capelli, per poi guardarsi allo specchio. Aveva il rispetto e l’ammirazione di Viggo e la stava buttando nel cesso così…per una notte di sesso? Ma…dio…non era quello, no…non era sesso quello che voleva…era quel qualcosa che solo Viggo sapeva dargli…qualcosa che solo lui riusciva a trasmettergli…qualcosa che, inevitabilmente, tra pochi giorni avrebbe perso. Non era solo l’attrazione per il suo corpo a spingerlo verso di lui…era l’attrazione per tutto quello che era Viggo. Quella passione, quella semplicità, quelle intense emozioni che solo con lui aveva iniziato a scoprire…e se ne era innamorato…pur trovandole in un altro uomo, non era riuscito ad impedire al proprio cuore di battere per esse.

Udì dei rumori provenire dall’esterno e si scosse da quei pensieri…doveva uscire e affrontare qualsiasi cosa sarebbe successa.

Dopo qualche minuto, la porta del bagno si riaprì, ed Orlando uscì lentamente, incrociando le braccia sul petto…socchiuse le labbra per parlare, per dire al compagno che potevano andare via se voleva…ma rimase senza fiato quando vide che Viggo aveva preparato lo champagne nel contenitore col ghiaccio ed ora stava aprendo, una dopo l’altra, ogni anta che trovava…

“Cosa stai…” iniziò il giovane, bloccandosi appena vide il compagno voltarsi di scatto verso di lui.

“I bicchieri...possibile che non li abbiano portati?”

“Oh…forse…dovevo chiederli…”

“E come si beve lo champagne se no?”

Orlando accennò un sorriso, prima di sussurrare…

“Con la bocca…?”

“Giusto…” ribatté Viggo annuendo “…oppure lo versiamo qui dentro al posto del ghiaccio!”

“Certo…” continuò il giovane avvicinandosi a lui “…e il ghiaccio dove lo metti?” ma appena finì la frase si accorse che l’uomo aveva preso in una mano alcuni cubetti e lo stava fissando con una strana espressione sul viso…così alzò di scatto una mano verso di lui, facendo un passo indietro…

“No! Tu non…!” esclamò, spalancando gli occhi…ma era già troppo tardi.

Viggo lo afferrò per un braccio, tirandolo verso di sé…gli cinse la vita per impedirgli di allontanarsi e  lasciò scivolare la manciata di cubetti sotto la canottiera bianca di Orlando…

“No! Oh…cazzo!”

Udì le prime imprecazioni, così gli bloccò la mano con la quale stava cercando di afferrarli, oltre la stoffa, impedendogli qualsiasi movimento, tranne quello di dimenarsi tra le sue braccia.

“…cazzo…cazzo…” continuò ad esclamare il giovane tentando, invano, di allontanarsi “…sei un…bastardo…” Si morse il labbro inferiore per resistere a quel gelo contro la pelle calda del ventre e dei fianchi, ma rialzando lo sguardo, vide il sorriso maligno e divertito sul volto dell’uomo…

“Sono freddi…?”

Orlando gli sorrise con una smorfia…

“Vaffanculo!”

“Non mi sembravano così freddi…” continuò Viggo, lasciandogli lentamente il polso…e appena vide che il giovane non fece niente per scappare, prese un altro cubetto tra le dita. Orlando seguì con lo sguardo la sua mano, ma non fece alcuna resistenza, anche se iniziava a sentire il ghiaccio sciogliersi sempre di più…

“Allora…sono io ad essere troppo caldo!” sussurrò, quando l’uomo gli avvicinò il cubetto al viso. Ma che stava facendo…? A che stupido gioco voleva giocare? Voleva tentare di provocarlo per vedere la sua reazione? Dio…era assurdo…eppure quel sorriso sul suo viso non faceva altro che incoraggiarlo…

“Ah davvero?” ribatté Viggo in un soffio, prima di sfiorare le labbra del compagno con il ghiaccio…labbra che si dischiusero al suo passaggio, muovendosi lievemente contro di esso per lasciarsi inumidire “Sei…così caldo?”

Orlando accennò un sorriso, lambendo il cubetto con la punta della lingua…ma appena sentì una goccia d’acqua scivolargli sul mento, abbassò lo sguardo con una punta di imbarazzo. Dio…stava veramente cercando di sedurlo? Lui che seduceva Viggo? Era semplicemente ridicolo…ma allora Viggo cosa stava facendo con lui…? Ed in quel momento udì quelle parole…pronunciate con una voce bassa e sensuale, ma lievemente tremante…

“Fallo ancora!”

Ripeté quel gesto, sfiorando sensualmente il ghiaccio e carezzandolo con le labbra. Sapeva che Viggo continuava a fissarlo…anche se non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi, lo sentiva…come sentiva la canottiera bagnata a causa del ghiaccio ormai completamente sciolto…ma poi ne ebbe la certezza a quella richiesta…

“Guardami! Guardami negli occhi mentre lo fai!”

Gli sembrava quasi di non sentir più le labbra per il freddo…ma rialzò lo sguardo, e quegli occhi azzurri lo fecero rabbrividire…e l’ondata che lo scosse fu tutt’altro che gelida

Dopo qualche istante, Viggo allontanò il ghiaccio dalla bocca del compagno e glielo fece scivolare sul lato del collo, ascoltando i deboli gemiti che quel gesto riusciva a provocare. Ed Orlando chiuse gli occhi, inclinando la testa per assecondare quel passaggio…poteva liberarsi ora, poteva allontanarlo…ma tutto quello che riusciva a fare era un debole…

“Mmm…” ad ogni più piccolo sfioramento.

“…dio…sei così eccitante…” gli bisbigliò Viggo sulle labbra, chinandosi in avanti per raggiungerle.

“No…non lo sono…”

“Sì, lo sei…” continuò l’uomo…lasciò sciogliere completamente il ghiaccio tra la propria mano e la pelle del compagno, poi ripercorse lentamente con la lingua il percorso appena tracciato lungo il suo collo “…e non sai quanto vorrei buttarti su quel letto, toglierti questi vestiti e scoparti in ogni modo possibile…”

Orlando non riuscì a trattenere un gemito a quelle frasi, mentre con la mano si aggrappava alla sua spalla...ma le successive parole dell'uomo gli tolsero il respiro...

“...se solo non fossi...tu...”

Come poteva esserci tanta dolcezza in quella voce mentre pronunciava quella cosa...? Come? Lentamente rialzò le palpebre e si accorse che Viggo aveva appoggiato il volto contro il suo collo, stringendolo a sé. Sentì l'impulso di allontanarlo violentemente, come se gli avesse detto la più immane delle cattiverie, ma non ci riuscì...restò immobile, con le labbra strette, in attesa di qualcosa ...qualunque cosa che cancellasse quelle semplici parole di rifiuto.

Dopo qualche secondo interminabile, l'uomo rialzò la testa con un sospiro...

“Vado in...” indicò la porta del bagno e senza aggiungere altro svanì dietro di essa, lasciando Orlando in piedi, solo, nella stanza vuota.

 

“Entra! Muoviti!” mormorò Dom spingendo il compagno all'interno della stanza, per poi appoggiarsi contro la porta chiusa con un sospiro di sollievo.

“Ma sei impazzito?” esclamò Elijah appoggiando le chiavi sul tavolino all'angolo “Siamo in un hotel, non nel loro bagno! Non dobbiamo nasconderci!”

“Sì...ma...”

“No! Nessun ma! Siamo liberi di fare ciò che vogliamo! E se proprio dobbiamo dirla tutta...noi sappiamo di loro due, ma loro non ci hanno visto l'altra sera! Quindi smettila di tirarti queste paranoie assurde!”

“Lij...veramente...”

“Sta zitto! Non voglio sentir nominare Viggo e Orlando fino a quando usciamo di qui, d'accordo? Lasciali nella stanza accanto a fare ciò che vogliono! Non mi importa!”

Dom restò in silenzio a fissare l'amico che, agitando le braccia continuava ad inveire, e solo quando tornò in silenzio si azzardò ad annuire, pronunciando un debole...

“D'accordo” prima di fare un passo per salire gli scalini...ma subito fu di nuovo bloccato dall'amico che, afferrandolo per un braccio, lo tirò indietro...

“E adesso dove vai...?”

“Sto andando nella stanza, no?” esclamò l'interprete di Merry guardandolo perplesso “Dio...Lijah non puoi calmarti?”

“No, devi togliere le scarpe! E lasciarle qui...non chiedermi niente e fallo!”

Dom non si azzardò a parlare, e quando entrambi furono a piedi nudi, sulla moquette chiara che ricopriva il pavimento, si voltò verso l'amico...

“Allora...cosa...” ma non fece in tempo a finire la frase, che Elijah gli saettò davanti, lanciando il cappello nero sul letto e mormorando un...

“Vado in bagno...” prima di rinchiudersi dietro la porta.

L'interprete di Merry rimase a bocca aperta per qualche secondo, prima di scuotere la testa con un sorriso divertito. Si guardò attorno, cercando con tutto se stesso di non pensare al perché si trovava in una splendida stanza d'albergo con il suo migliore amico...poi si avvicinò al letto e prese il cappello di Elijah, mettendoselo in testa. Si guardò al grande specchio appeso alla parete e scoppiò a ridere...dio, perché lui sembrava un idiota ed invece Elijah con quello era...un brivido lo percorse, ripensando a quando l'aveva visto arrivare, poche ore prima, nel locale...l'aveva fatto rimanere senza fiato...come quando si era inginocchiato davanti a lui...

“...dio...” sospirò, gettando di nuovo il cappello sul letto. Trovava estremamente attraente un ragazzo che per di più era il suo migliore amico...aveva perso la testa...tutte quelle emozioni concentrate in quei giorni l'avevano fatto veramente impazzire. E la cosa più folle di tutte era che  stava per andare a letto con lui e non desiderava altro.

Si guardò di nuovo attorno e si rese conto del tempo passato...così raggiunse la porta del bagno ed iniziò a bussare...

“Lij...? Ci sei ancora?”

“Sì!” un debole lamento.

“Muoviti avanti!”

Silenzio.

“Esci da lì!”

“Cazzo...Dom un attimo!”

“So che sei agitato...lo capisco da come inizi a dire cose senza senso, ma non serve chiudersi lì dentro!”

“Vaffanculo...!” un gemito...e Dominic socchiuse le labbra con un sorriso.

“Lijah...non ti stai toccando vero?”

Silenzio.

“Non ti stai...”

“No!” un grido soffocato.

“Io credo di sì invece!”

“No ti ho...detto!”

“Lo capisco quando dici cazzate...dovresti saperlo...e sento i tuoi sospiri...proprio come l'altra sera!”

Silenzio, e l'interprete di Merry si appoggiò alla porta, sfiorando il legno bianco con la mano...

“Fammi entrare...avanti Lijah...fammi entrare...”

“...no...” un altro gemito più intenso.

“...non vorresti sentire le mie mani su di te? Come l'altra sera...ricordi...? Ricordi cosa ti ho detto?”

Un colpo improvviso...qualcosa che cadeva a terra...poi di nuovo il silenzio...ed infine lo scrosciare dell'acqua nel lavandino.

Dom fece un passo indietro e attese che la porta si aprisse. Elijah uscì lentamente, tenendo lo sguardo basso, ma subito si ritrovò bloccato contro lo stipite, dal corpo del compagno.

“Cosa hai fatto cadere? Ti sei aggrappato a qualcosa mentre…”

“Il porta sapone…smettila...cretino...” mormorò l'interprete di Frodo con un sorriso imbarazzato “...era solo per...”

“Sei un dannato egoista!” gli bisbigliò Dominic all'orecchio, strusciandosi di proposito contro di lui “Hai pensato solo a te stesso!”

“Dio...Dom! È dal locale che...”

“Era una tortura...tu lì dentro e io qui...”

Elijah sorrise, tentando si allontanare il compagno da sé...sapeva che stava scherzando, lo sentiva da come tentava di fare una voce sensuale senza però riuscire a nascondere il tremore di una risata...

“Spostati...avanti...” ma più continuava, più sentiva il corpo di Dom contro di sé...e quello che aveva appena fatto in bagno, presto sarebbe valso a nulla...tentò ancora di allontanarlo, ma all'ennesima provocazione dell'amico...

“...mmm...profumi ancora di sesso...”

...Elijah spalancò gli occhi...

“Cazzo Dom!” e lo spinse di colpo nel bagno per poi richiudere la porta.

 

Viggo si bagnò ancora una volta il viso, guardandosi poi allo specchio. Aveva sentito il corpo del compagno irrigidirsi all’improvviso quando aveva detto quelle parole e non era riuscito a continuare…a sussurrargli che non poteva scopare con qualcuno così speciale, non poteva semplicemente buttarlo sul letto e dimenticare ogni cosa, dimenticare chi erano, cosa avevano provato e passato insieme…no, non era così facile. Non sarebbe stato solo sesso, lo sapeva fin troppo bene…ogni singola volta che lo stringeva a sé o posava le labbra sulle sue, provava qualcosa di ben diverso dalla semplice attrazione fisica. Dio…teneva troppo a lui per scoparlo…non poteva essere così…e non sarebbe riuscito a nasconderlo.

Con un sospiro, riaprì lentamente la porta e lo vide…seduto sul letto, con le sopracciglia aggrottate e le labbra serrate…gli occhi castani velati da quella tristezza che tante volte aveva già visto nelle foto. Era lì, immobile accanto al comodino, mentre guardava qualcosa all’interno del cassetto…e Viggo restò in silenzio a guardarlo, resistendo all’impulso di correre da lui e prenderlo di nuovo tra le braccia. Solo quando Orlando allungò una mano per prendere qualcosa nel comodino, si fece notare, richiudendo la porta dietro di sé.

Il giovane alzò di scatto lo sguardo, richiudendo rapidamente il cassetto e rialzandosi in piedi davanti ad esso, come per nascondere quello che stava osservando…quello che inutilmente aveva comprato per una sua stupida fantasia che non aveva riscontro con la realtà.

“Non hai aperto lo champagne…” disse l’uomo avvicinandosi a lui.

“No, forse…non è il caso” rispose Orlando, superandolo per raggiungere la bottiglia “Lo rimetto a posto…e, non è necessario restare qui…se vuoi possiamo tornare dagli altri…magari Dom, Lij, Billy e Sean sono ancora in giro e…” ma si bloccò quando sentì su un braccio, la stretta del compagno.

“Perché l’hai fatto?” gli sussurrò Viggo facendolo voltare verso di sé “Non era necessario tutto questo!”

“Ho capito, cazzo…” ribatté il giovane divincolandosi violentemente “…non devi continuare a ripetermelo! Sono stato un idiota, ma non serve che continui a ricordarmelo!”

“Perché non ascolti mai?” esclamò l’uomo fissandolo “Perché non ti fermi qualche momento ad ascoltare?”

“Ho già capito cosa…” tentò di rispondere Orlando, ma Viggo lo prese per le braccia, scuotendolo lievemente.

“No! Ascolta! Non era necessario tutto questo perché…bastavi tu! Non è una stanza a cambiare le cose! Potevamo stare insieme ovunque…”

“Tu non vuoi stare con me! È questo che fa la differenza!”

“Come sai questo?” gli sussurrò l’uomo “Non l’ho mai…”

“L’hai detto poco fa!” gridò il giovane tentando di spingerlo lontano “Non sono stupido fino a questo punto Vig! Tu non vuoi scoparmi! Non vuoi fare sesso con…me!”

“Questo è vero…io non voglio scoparti!”

“E allora che cazzo stiamo facendo ancora qui?”

La voce di Orlando si spense, sostituita da un sospiro, mentre stancamente abbassava le palpebre…

“Lasciami andare!”

“Non voglio fare sesso, Orlando!” ripeté Viggo continuando a stringergli le braccia…sentì un altro sospiro sconsolato e proseguì “Ma voglio fare l’amore con te!”

“Ma è la stessa cosa…” gemette il giovane alzando lo sguardo su di lui “…dio Vig…è la stessa…”

“No, non lo è!”

“E cosa cambia…?”

L’uomo alzò una mano e spostò alcuni riccioli scuri dalla sua fronte, mormorando dolcemente…

“Vuoi farlo? Con me…vuoi farlo?”

…e udì ancora un sospiro, debole ma deciso…

“Sì!”

“E allora lo vedrai!” gli bisbigliò sulle labbra…ma Orlando non attese un solo secondo, reclamando quelle del compagno come proprie, in un bacio che lo liberò da tutta quella tensione e da quei timori che l’avevano ghermito poco prima.

 

“Lij! Avanti Lij! Lascia la maniglia!” gridò Dom, tirando con forza la porta verso di sé “Fammi uscire!” ma quando si rese conto di non avere speranze, almeno per il momento, sospirò, avvicinandosi al lavandino “E va bene! Me ne resterò qui per un po’a guardarmi!”

Subito però tornò alla carica afferrando la maniglia, ma l’amico dall’esterno esclamò…

“Cazzo Dom sei così prevedibile! Cosa credevi…?”

Passarono diversi minuti, durante i quali, l’interprete di Merry restò a passeggiare avanti e indietro nel bagno, tentando con ogni mezzo di non pensare a niente, soprattutto a quello che sarebbe successo, per evitare ad ogni tipo di paura di tirargli qualche scherzo. Erano grandi in fondo…beh, Elijah un po’ meno ma comunque sapeva benissimo cosa voleva…ed entrambi si sentivano attratti e lo desideravano…che problema doveva esserci?

Si gettò di corsa al lavandino e, aprendo l’acqua, si bagnò più volte il viso…

“…calma…calma…” continuava a ripetersi, e dopo un lungo sospiro, tornò alla porta. La socchiuse lentamente e si accorse che non c’era nessuna resistenza dall’altra parte, così sbirciò fuori e lo vide.

Elijah era seduto sul letto, vicino al comodino, e stava osservando dei fogli con delle foto…non riusciva a vedere chiaramente le immagini ma sembravano dei nudi, così, sorridendo divertito, uscì dal bagno.

“Ehi! Sono foto porno quelle?” esclamò, dirigendosi rapidamente dal compagno che, spalancando gli occhi in preda al panico, gettò i fogli nel cassetto, per poi alzarsi in piedi e posizionarsi davanti ad esso.

“No…non…”

“Avanti fammi vedere!”

“No! Dom…per favore…”

“Ma che egoista! Vuoi sempre divertirti da solo!” ribatté Dominic allungando una mano verso il comodino “Avanti…fammi…”

“Dom!” mormorò subito Elijah, scuotendo la testa “Ti prego…no!”

L’interprete di Merry lo guardò negli occhi in silenzio, leggendovi una supplica disperata, così si arrese e, annuendo, fece qualche passo nella stanza, finendo davanti al letto…

“Allora…che vuoi fare?”

Sapeva che era una domanda retorica, ma non sapeva come allentare quella tensione che si creava in certi momenti…mise le mani nelle tasche dei jeans e si guardò attorno…

“Vuoi…bere qualcosa?”

Elijah non rispose subito, rimase fermo, con i pugni chiusi lungo i fianchi, per qualche secondo…poi con un sospiro, iniziò ad avvicinarsi a lui…

“No!” mormorò…e quando incrociò lo sguardo di Dom che, a quella risposta, si era voltato verso di lui, lo ripeté con più decisione “No!” accennando un sorriso.

“Vuoi…mangiare qualcosa?”

“No!”

“Vuoi…accendere la televisione?”

“No!”

Ad ogni domanda, Elijah si avvicinava di più all’amico…gli occhi fissi l’uno sull’altro…e la voce sempre più flebile e sensuale. Dominic restò immobile, anche quando l’amico gli fu davanti e con le mani iniziò ad aprirgli la camicia bianca che portava…

“Vuoi…giocare a…” sussurrò, facendo scivolare le mani sul suo petto per fare lo stesso con quella nera dell’amico. Ma ancora la stessa risposta…

“No!”…ed entrambe le camice caddero sulla moquette bianca.

Lentamente le mani raggiunsero le cinture e, con la stessa lentezza, le aprirono…ed anche i jeans raggiunsero il pavimento, lasciando i due amici con nient’altro che gli indumenti intimi.

I respiri sempre più intensi iniziarono a riempire l’aria, mentre i loro sguardi continuavano a restare incatenati, legati dalla sottile paura di abbassare lo sguardo per guardarsi…come già si erano visti e guardati tante volte…eppure era così diverso…

Dominic sentì sul ventre le dita di Elijah che, lievemente, lo stavano sfiorando, sopra l’elastico dei boxer…così, a sua volta, avvicinò le mani ai suoi fianchi, accarezzandolo timidamente con la parte superiore delle dita…dio, riusciva a sentirlo tremare…

“Vuoi…parlare di…”

Un sussurro che a malapena lui stesso aveva udito…e ancora più debole fu la risposta del compagno…

“No!”

Le dita scivolarono sotto quell’elastico e lentamente abbassarono la stoffa…e come il riflesso di uno specchio, l’uno sentì su di sé quello che stava facendo all’altro. I boxer scesero lungo le gambe, finendo a loro volta sul pavimento, tra gli altri abiti…e i due compagni si ritrovarono a soffocare un gemito, quando sentirono il calore insistente dell’altro contro il proprio corpo.

“Vuoi…” gli bisbigliò Dom, appoggiando di nuovo le mani sui suoi fianchi “…vuoi…”

Ed allora Elijah socchiuse le labbra in un sospiro, prima di pronunciare quella parola…

“Sì!”

Dominic annuì lentamente, senza riuscire a staccare gli occhi da quelli dell’amico che, a sua volta, aveva fatto scivolare le mani sui suoi fianchi…e inevitabilmente si avvicinarono, mentre le palpebre di entrambi si abbassavano per lasciarsi andare al primo abbraccio così intimo.

Si strinsero dolcemente per un lungo momento mentre i corpi nudi si sfioravano, assaporando tutto quel calore e quel desiderio.

“…dio…se non vuoi farmi impazzire…spostati…” sussurrò Dom all’orecchio del compagno, ma appena sentì il corpo di Elijah allontanarsi dal suo, lo strinse di nuovo a sé con forza…

“Stavo scherzando!” gli bisbigliò sulle labbra, prima di baciarlo con ardore.

 

“Vuoi aprire lo champagne adesso?” disse Viggo, lasciando all’improvviso il corpo del giovane per afferrare la bottiglia.

Orlando rimase un istante tramortito da quell’assenza, ma si passò una mano tra i capelli, annuendo…

“Sì…ma cerca di non fare casini!”

“Intendi…versartelo addosso?” ribatté l’uomo lanciandogli un’occhiata divertita, e subito Orlando fece un passo indietro…

“No cazzo Vig! Non farlo!” ma stranamente si accorse che Viggo aveva semplicemente aperto la bottiglia, ed ora gliela stava passando con un sorriso…

“Bevi!”

Il giovane l’afferrò subito, strappandogliela dalla mano per sicurezza e dopo averlo fissato per qualche istante, iniziò a berne un lungo sorso…ma rischiò di strozzarsi quando sentì la mano dell’uomo posarsi lievemente sulla sua gola…

“Ma che bastardo!” esclamò, ripulendosi la bocca “Cosa diavolo…”

“Non ti faccio niente!” mormorò Viggo sorridendogli “Voglio solo sentirlo scivolare lungo la tua gola…”

Orlando deglutì quando quelle parole colpirono in pieno l’eccitazione che già sentiva pulsare, e rialzò la bottiglia per bere di nuovo, ma dopo qualche secondo la riabbassò, mettendosi a ridere…

“Ma non ci riesco così! Lo fai apposta!”

Viggo prese la bottiglia dalla sua mano, bevendone un lungo sorso, prima di posarla nuovamente sul tavolino e mettersi davanti al compagno.

“Faccio apposta a fare cosa?”

“A farmi sentire a disagio!”

“Non è vero…”

“Sì che lo è!” esclamò Orlando spalancando la bocca “Cazzo Vig…è da un’ora che siamo qui e tu continui con queste cose che mi fanno impazzire! E non mi hai ancora messo le mani addosso come hai fatto l’altra sera!”

L’uomo rimase immobile, sorridendogli, prima di sussurrare…

“Perché non le metti tu addosso a me, allora?”

Orlando lo fissò stupito per qualche secondo, ma senza farselo ripetere, si gettò su di lui…gli prese il volto tra le mani e iniziò a baciarlo quasi con violenza, scendendo poi sul suo petto per aprirgli la camicia. Appena Viggo sentì quella stoffa, scivolare dalle sue spalle, afferrò quella semi-trasparente del compagno e gliela strappò di dosso, per poi tirarlo di nuovo a sé e rispondere con lo stesso ardore a quella lingua che lo stava bramando. Subito il giovane fece scivolare le mani sulla vita dell’uomo, slacciando rapidamente cintura e pantaloni…ma dovette fermarsi quando Viggo gli afferrò la canottiera bianca, levandogliela con forza dai jeans per poi sfilargliela.

“Fa piano Elfo!” gli bisbigliò dopo averlo stretto di nuovo a sé…ma Orlando sorrise, facendogli scivolare subito i jeans a terra.

“Tu fa piano, sporco Umano!” e posando le labbra sulle sue, iniziò a slacciarsi la cintura e ad aprirsi i pantaloni.

L’interprete di Aragorn si allontanò dopo qualche secondo, per scendere a baciargli il collo, ma non riuscì a fare a meno di ridere quando si accorse che le mani del giovane ci stavano impiegando molto più tempo del previsto.

“Ma guardati! Non sei nemmeno capace di spogliarti!” gli bisbigliò all’orecchio “Come hai fatto a sopravvivere alla Guerra dell’Anello?”

“Io so come spogliarmi!” ribatté Orlando aprendosi finalmente i jeans “E poi eri tu quello a finire sempre nei guai e…” se li fece scivolare lungo le gambe, restando solo con i boxer colorati “…ad avere bisogno di aiuto!”

Viggo lo fissò in silenzio per qualche istante, poi all’improvviso gli afferrò i polsi, portandoglieli dietro la schiena, per poi tirarlo a sé…

“E tu mi hai salvato?” mormorò, facendo in modo che i loro corpi entrassero in contatto.

“…sì…” gemette il giovane abbassando lievemente le palpebre “…in ogni modo in cui uno sporco Mortale poteva essere salvato!”

L’uomo iniziò a spingerlo lentamente all’indietro, per raggiungere quel letto che sembrava così lontano…e ad ogni passo, i loro corpi caldi si sfioravano, separati solo dagli indumenti intimi che indossavano.

“E questa notte, mi salverai?” con le labbra percorse il profilo del suo mento “Mi salverai, un’ultima volta?”

“…dio…Vig…” sussurrò Orlando chinando la testa per assecondare il suo gesto “…ti odio quando parli così!”

“Perché…?” gli bisbigliò Viggo ripetendo il percorso con la punta della lingua “Mi salverai? Mi stringerai tra le braccia per impedirmi di cadere? Abbatterai i miei nemici e mi porterai al sicuro da te? O griderai il mio nome, cercando di raggiungermi per proteggermi?”

Il giovane chiuse gli occhi, lasciandosi cullare da quella voce estremamente calda e sensuale, ma non poté trattenere un sospiro…

“…dio, mi fai morire quando lo fai…”

“No, non ti farò morire…ti farò qualcos’altro!”

A quelle parole Orlando riaprì gli occhi, fissando quelli azzurri che non l’avevano mai lasciato, e si rese conto di aver ormai raggiunto il letto, così, socchiudendo le labbra, sussurrò sensualmente…

“Voglio sdraiarmi…lasciami…”

Viggo allentò la presa sui suoi polsi, accarezzandogli però le braccia fino a quando riuscì…poi restò ad osservarlo, quando il giovane si lasciò cadere sul letto, trascinandosi indietro fino ai cuscini.

Si inginocchiò sul materasso e lo raggiunse, ma qualcosa gli impedì di gettarsi nuovamente su di lui, qualcosa che lo fece fermare, immobile, a guardarlo…i riccioli scuri scompigliati, le gambe piegate contro il petto, e quegli occhi castani velati dal desiderio ma anche da paura. Come poteva cambiare così ogni volta? Il momento prima sembrare l’incarnazione stessa della tentazione, e quello dopo, un cucciolo smarrito che ha bisogno di protezione.

“Cazzo Vig, muoviti!” esclamò Orlando sorridendo nervosamente “Mi sento un idiota!” allungò una mano verso di lui e gli afferrò il braccio, tentando di tirarlo verso di sé “Dai! Vieni qui!” e finalmente vide il compagno spostarsi in avanti, così distese le gambe, lasciandosi cadere indietro con la testa sui cuscini, mente Viggo si chinava sopra di lui.

“Tu sei un idiota!” gli mormorò l’uomo sorridendo, per cercare di calmare quel tremore che aveva sentito nella sua mano…ma non riuscì a fare niente per il proprio, e subito Orlando se ne accorse.

“Stai tremando…” mormorò l’interprete di Legolas, sorpreso e sollevato al tempo stesso.

“Anche tu!”

“Lo so…ma non…riesco a smettere!”

“Forse dobbiamo rilassarci entrambi!” disse l’uomo sorridendogli, mentre con una mano gli accarezzava il viso, e Orlando annuì…

“Ok…” tirò un profondo respiro “…ok…” ed un altro, ma poi scosse la testa “…no, non va bene…dio, fammi qualcosa! Baciami! Toccami! Ho bisogno di…”

Ma Viggo non lo lasciò terminare…appena incrociò i suoi occhi, si abbassò su di lui, baciandogli le labbra con sempre più ardore, e quando sentì le mani di Orlando tra i capelli, che lo trattenevano con forza, iniziò a muovere lentamente il bacino contro il suo.

Dopo diversi minuti, fu il giovane a voltare la testa con un sospiro, per riprendere fiato…fiato che gli venne di nuovo a mancare quando sentì le labbra del compagno scendergli sul petto, torturargli dolcemente i capezzoli per poi lambirli sensualmente con la lingua, e passare oltre sul ventre. Sentì dei baci intensi attorno all’ombelico ed allora chiuse gli occhi, lasciandosi andare alle onde bollenti che lo attraversavano…ma più la lingua dell’uomo scivolava all’interno, più il sangue gli pulsava nella zona poco distante, ed istintivamente raggiunse con le mani l’elastico dei boxer, facendolo scendere più in basso.

Viggo si fermò un solo istante per lanciare un’occhiata al compagno, ma quando vide che aveva gli occhi chiusi, si rialzò leggermente sulle ginocchia, facendosi scivolare la stoffa rimasta sulle cosce, per poi allontanarla. Abbassò di nuovo lo sguardo sul ventre di Orlando, e con la lingua ridisegnò il tatuaggio a forma di sole che ora era ben visibile…prima di raggiungere, con le proprie, le sue mani. Fece scivolare le dita sotto l’elastico che il giovane aveva abbassato, e rialzandolo, lo fece scendere lungo il suo corpo, privandolo dell’unica barriera che ancora li divideva.

Senza rendersene conto si fermò a guardarlo…quel corpo di ragazzo…quel corpo di uomo, completamente nudo, sotto al proprio. Mai avrebbe creduto di poterlo desiderare…di volerlo toccare, sfiorare, sentire…come era già successo…

Si rese conto che il respiro di Orlando era aumentato di velocità, così lentamente, si adagiò su di lui…pelle contro pelle per la prima volta…ed entrambi si lasciarono sfuggire un sospiro.

“Va tutto bene…?” gli bisbigliò l’uomo sulle labbra. Tentò di restare fermo, ma il calore che sentiva contro di sé lo faceva impazzire, così iniziò a muoversi contro il bacino del compagno, strusciando la propria eccitazione contro la sua coscia.

“…dio è…è possibile…” cercò di rispondere Orlando, ma le parole si persero in un gemito, appena iniziò a sentire la gamba di Viggo tra le proprie che, ad ogni più piccolo movimento, toccava il suo punto più sensibile “…è possibile…morire per la vergogna?”

L’uomo rise debolmente, baciandogli il mento per poi scendere sul collo…

“Ma cosa dici…?”

“Cazzo Vig…questo…questo mi piace…”

“Ed è una vergogna? Essere a contatto con un altro uomo ti rende…”

“No!” esclamò il giovane facendo scivolare le mani sulla sua schiena “Non…non lo so…è solo che continuo a pensare…”

“Orlando ti prego…” mormorò Viggo guardandolo negli occhi “…se vuoi farlo, se veramente lo vuoi…smettila di pensare!”

Il giovane lo fissò per qualche secondo e lentamente un sorriso comparve sulle labbra…

“Sì!” bisbigliò, prima di tirare l’uomo a sé in un bacio ed invertire le posizioni, Si ritrovò sopra di lui ed iniziò a muoversi contro il suo corpo con forza, soffocando nella sua bocca i gemiti che ogni contatto con la sua eccitazione, gli provocava. Ma ad un tratto, Viggo fece scivolare le mani lungo la sua schiena, e le strinse sui suoi glutei, rallentando le sue spinte…

“Va piano!” gli sussurrò “O finiremo ancora prima di iniziare!”

“Mmm…no…non riesco…” gemette Orlando lasciando le sue labbra per scendere sul collo “…dio…Vig ne ho bisogno…” rapidamente gli raggiunse il petto ma ci restò solo pochi secondi, prima di continuare fino al ventre. Appoggiò la fronte su di esso ed iniziò a sfiorare con le dita l’eccitazione dell’uomo, per poi ripetere il gesto con le labbra e percorrerla con la lingua. Sentiva il respiro estremamente rapido del compagno e sapeva che presto o tardi l’avrebbe allontanato, così, dopo qualche attimo di esitazione, chiuse le labbra su di lui, lasciandolo scivolare lentamente nella propria bocca.

“No!” gemette Viggo afferrandogli la testa per fermarlo “No…Orlando…non così…fermati!”

Il giovane rialzò subito lo sguardo su di lui con il timore di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma si ritrovò in pochi momenti, disteso di nuovo sul letto con il compagno sopra di sé che lo guardava fisso negli occhi.

“Cos’ho fatto?” mormorò, aggrottando le sopracciglia.

“Tu sei…sei un…”

“Mi dispiace! Non volevo…”

Viggo socchiuse le labbra, fissandolo sorpreso…si stava scusando? Dio, per cosa doveva scusarsi? L’aveva fatto quasi esplodere per il piacere…e si stava scusando! Senza riuscire a trattenersi, lo strinse a sé, baciandolo con ardore fino a quando entrambi rimasero senza fiato, ed allora tra i sospiri gli bisbigliò…

“Tu sei pazzo! Sai cosa mi fai con un solo sguardo…come puoi pretendere che resista anche solo qualche secondo con la tua bocca su di me?” gli prese i polsi e glieli portò sopra la testa, sul cuscino. Si rialzò su di lui e gli baciò il tatuaggio elfico della Compagnia, per poi continuare lungo il braccio, la spalla e sempre più in basso, ricoprendolo di dolci baci…e si accorse che Orlando aveva aperto le gambe per permettergli di scivolare sul suo corpo. Così raggiunse l’inguine, sfiorandolo con la lingua, per poi passare a quella parte che sentiva bruciare contro la guancia…la lambì con le labbra, ignorando volontariamente la parte superiore e sorridendo ai continui gemiti di protesta del giovane che, allungandosi sul materasso, cercava in ogni modo di raggiungere la sua bocca…

“…ti prego…fallo…dio…solo per…poco…ma fallo…ti prego!”

Viggo alzò lo sguardo su di lui e vide che aveva ancora gli occhi chiusi e le braccia alzate sopra la testa…ma la sua voce debole e implorante lo fece cedere. Così dopo aver percorso di nuovo la sua eccitazione con la lingua, chiuse le labbra su di lui, tenendogli saldamente i fianchi sul materasso, e iniziò a farlo scivolare nella propria bocca, succhiandolo con forza.

“Dio…!” gridò Orlando inarcando la schiena sotto a quell’attacco improvviso. Afferrò la testiera del letto per darsi un contegno ma non riuscì ad impedire ai propri gemiti di risuonare nella stanza “…sì…oh cazzo…sì…”

Ma l’uomo, dopo qualche momento, si fermò, scivolando nuovamente lungo il suo corpo per stringerlo a sé e baciarlo con ardore. Sentì le mani del compagno sulle spalle che lo abbracciavano mentre le loro lingue lottavano strenuamente da una bocca all’altra…e presto si rese conto che il giovane aveva chiuso le gambe contro il suo corpo, incrociando le caviglie dietro il suo fondoschiena.

“Ti odio…bastardo!” gli bisbigliò Orlando sulle labbra con un sorriso “Sei veramente uno…”

“…stronzo?” finì Viggo sorridendogli a sua volta, mentre con una mano gli sfiorava il viso.

“Sì…lo sei! Nessuno aveva mai osato fermarsi così!”

“Oh…il principino elfico è sempre stato trattato bene allora! Forse ha bisogno di qualcosa di diverso per…”

“Sì…ho bisogno di te!” lo interruppe l’interprete di Legolas con un sospiro “Andiamo…sporco Umano…fallo!”

Viggo lo fissò in silenzio per qualche secondo, e vide di nuovo quel sorriso malizioso sul suo viso…

“Vuoi giocare Elfo? È questo che ti piace?”

“No, voglio che mi prendi…Aragorn!” bisbigliò Orlando sfiorandogli le labbra con la lingua “Forza Re di Gondor…prendi il tuo Elfo un’ultima volta! Prendi il tuo Legolas prima di lasciarlo per…” ma a quelle parole si fermò, deglutendo…aveva sentito le lacrime pungergli gli occhi ed era pazzesco…prima di lasciarlo per sempre…stava per dire quello, eppure sapeva che l’avrebbe rivisto ancora…sapeva che non gli avrebbe detto addio ma…

“Orlando!”

…il richiamo di Viggo lo fece tornare subito alla realtà, era con lui ora…e lo stava abbracciando e baciando…così socchiuse le labbra, sussurrando…

“Ti prego…se anche tu lo vuoi…facciamolo!”

“Orlando…non sono il Re di Gondor che ti lascerà per andare a governare il suo regno con sua moglie ma…”

“Lo so!” lo interruppe subito il giovane scuotendo debolmente la testa “Non dire niente…ti prego, Viggo…facciamolo!”

L’uomo appoggiò la fronte sulla sua, sfiorandogli il naso con il proprio…

“Non…non possiamo così…senza niente…senza…”

Orlando lo fissò per qualche istante cercando di comprendere le sue parole, e quando ci riuscì esclamò…

“Oh…ma abbiamo…c’è tutto…nel cassetto!”

 

“Dom…” sussurrò Elijah con un sorriso, quando sentì le mani del compagno sul collo, mentre con le dita gli sfiorava il mento “…credi sia meglio accendere la tv? Nel caso…”

“Non vuoi farti sentire da loro!” esclamò l’interprete di Merry con una debole risata “Lo sapevo! Vedi! Dicevi…”

“Non intendevo…insomma…non mi piace che altri ascoltino!”

“Dio, sei così rumoroso?” gli bisbigliò Dominic all’orecchio “Devo imbavagliarti per non farti gridare?”

“Ma cazzo! Smettila!” ribatté Elijah facendo un passo indietro con lo sguardo basso “Hai capito cosa intendo!” ma lo rialzò quando sentì il compagno afferrargli dolcemente la cravatta rossa che ancora aveva legata al collo.

“Ehi…andiamo…” mormorò Dom sorridendogli, mentre con la mano tirava la stoffa verso di sé “…vieni qui!” Appena fu di nuovo tra le sue braccia, slacciò il nodo della cravatta e ne prese le due estremità nei pugni, per impedirgli di allontanarsi di nuovo “Non voglio ascoltare qualche stupido programma alla tv mentre sono a letto con te! Voglio sentire la tua voce…i tuoi sospiri…le tue grida…il rumore del mio corpo contro il tuo…”

“Non fa rumore…” bisbigliò Elijah prendendo le mani del compagno, che ancora tenevano la cravatta, nelle sue.

“Cosa…?”

“Non fanno rumore…un corpo contro l’altro…non fanno un rumore particolare…”

“Cazzo Lij…è una cosa poetica…usa l’immaginazione! E poi lo fanno eccome…!”

“Allora dimostramelo!” ribatté l’interprete di Frodo fissandolo con i grandi occhi azzurri “Fammelo sentire!”

“Certo che te lo faccio sentire! Aspetta solo che ti butti su quel letto e…”

“Dom…se non mi ci butti subito tu…ci vado da solo!”

A quelle parole, Dominic sorrise, alzando un sopracciglio divertito e senza aspettare un solo secondo, strinse il compagno a sé rialzandolo da terra…in pochi passi raggiunse il lato del letto, ma allora lo fece di nuovo scivolare a terra…

“Adesso cadi giù!”

“Cosa…?”

“Cadi sul materasso…non riesco a buttarti sopra!”

Elijah lo fissò qualche istante, prima di scoppiare a ridere…

“Sei veramente senza speranza…” mormorò, prima di voltarsi per abbassare le lenzuola…ma fece solo in tempo ad appoggiare le ginocchia sul materasso…e venne all’improvviso tirato indietro contro il corpo del compagno che gli aveva appoggiato una mano sulla gola e l’altra sul fianco…

“Non sai che non bisogna mai chinarsi davanti ad un uomo nudo?”

“Tu non sei un uomo!” ribatté Elijah lasciando cadere la testa indietro contro la sua spalla…e subito sentì contro i glutei la sua eccitazione…

“Ah non lo sono?”

“No…tu sei un Hobbit…e non ho mai sentito questi divieti-Hobbit!”

“E tu sei un…” tentò di ribattere Dominic, ma rimase a bocca aperta quando Elijah si chinò completamente davanti a lui sul letto, scivolando in avanti sul materasso per poi infilarsi sotto le coperte. Subito lo imitò, raggiungendolo, e quando si mise disteso al suo fianco, sentì di nuovo la sua voce…

“E adesso che siamo qui?”

Lo guardò per qualche secondo, poi il suo sguardo cadde sulla cravatta rossa che ancora aveva sulle spalle. Si rialzò, mettendosi seduto sulle sue gambe e lentamente gliela sfilò da sotto il collo…

“Posso usarla?” gli chiese, tentando di trattenere un sorriso.

“Per cosa…?”

“Per legarti!”

Elijah spalancò gli occhi, lasciandosi però sfuggire una risata…

“Posso legarti al letto Lijah?” ripeté Dom abbassando gli occhi su di lui.

“No! Non puoi!” rispose l’interprete di Frodo nascondendo le mani sotto la schiena.

“Avanti…è divertente!”

“No…non lo è!”

Dominic si passò la lingua sulle labbra, poi si chinò su di lui, per sussurrargli sensualmente all’orecchio…

“Andiamo…dammi le mani Lij…ti piacerà!”

“Ma vaffanculo! Lega te stesso se ti piace così tanto!” replicò Elijah alzando la voce…e rimase a bocca spalancata quando il compagno si lasciò cadere di nuovo sul materasso, alzando le braccia sopra la testa…

“Ok…avanti! Legami al letto!”

L’interprete di Frodo si mise a ridere scuotendo la testa…

“Io non voglio legarti!”

“D’accordo…allora ti lego io!”

“No!”

Dom si rialzò all’improvviso, bloccando il corpo del compagno sul letto, sotto al proprio, e quando finalmente Elijah allargò le gambe per dargli spazio, iniziò a muoversi contro di lui…

“Allora cosa vuoi…?” gli bisbigliò sulle labbra “Dimmi cosa vuoi e lo avrai!”

“Mmm…una sigaretta!” rispose Elijah sorridendo e facendo scivolare le mani sulla sua schiena.

“No! Riprova…”

“Un gelato al…”

“No! Riprova ancora!”

“Ma devo dirti io cosa voglio o…”

Le parole di Elijah però vennero soffocate da un gemito quando Dom, facendosi forza nelle braccia, si rialzò leggermente…abbassò la testa per guardare i propri movimenti e fece in modo che ad ogni spinta la propria eccitazione finisse contro quella del compagno.

“…dio…dimmelo…” sospirò, mordendosi il labbro inferiore per resistere alle continue ondate di piacere.

Elijah chiuse gli occhi, stringendo nei pugni le coperte per qualche momento, ma quei movimenti lo stavano facendo impazzire…così incrociò all’improvviso le caviglie dietro al fondoschiena del compagno e lo tirò su di sé, voltandosi nel letto per finire sopra su di lui. Quando finalmente lo sentì sotto di sé, vicino e bollente, fece scivolare le braccia sotto la sua schiena e lo baciò intensamente, per poi mormorargli…

“Credo di…volerti…”

“Tu…credi…?” ribatté Dominic sorridendogli “Tu credi o…”

“Cazzo Dom ti voglio! Come diavolo devo fartelo capire ancora?”

“Mmm…vediamo…forse potresti…” iniziò l’interprete di Merry alzando gli occhi e fingendo di pensare…ma li spalancò pochi secondi dopo quando sentì la mano del compagno scivolare tra le sue gambe e chiudersi con forza su di lui “…ah…dio Lij…mi stai…”

“Ti voglio…” gli bisbigliò sensualmente Elijah all’orecchio, continuando a muovere con forza la mano su di lui “…qui…adesso…prendimi…scopami…fammi tuo!”

“Oh…cazzo…” gemette Dom, prima di afferrare il compagno per le spalle e gettarlo sull’altro lato del letto, per poi mettersi nuovamente sopra di lui. Gli bloccò i polsi vicino alla testa, sul cuscino e restò qualche secondo a fissarlo, per riprendere fiato, prima di mormorargli “Chi sei tu? Da quando il mio Lijah è diventato una macchina del sesso? Dove hai imparato a parlare così?”

Elijah gli sorrise maliziosamente, rialzando la testa per raggiungere le sue labbra, ma quando non ci riuscì, la lasciò ricadere di nuovo sul cuscino con un broncio…

“Non ti è piaciuto?”

“Cazzo, mi è piaciuto eccome!” rispose Dom ridendo debolmente.

“Lo sapevo! Ti piace prendere il controllo!”

“Ma…tu non sei così!”

“Posso esserlo se lo vuoi…” sussurrò Elijah fissandolo intensamente “…posso farlo se ti…”

“No…non…” lo interruppe Dom scuotendo la testa “…sii solo te stesso, ok? Sei molto più…eccitante di qualsiasi parola…credimi!”

“Ok…” mormorò dolcemente l’interprete di Frodo “…adesso però prendi il mio zaino!”

“Perché…?”

“Secondo te?”

“Oh…”

 

“Quando hai preso tutto questo?” chiese Viggo spalancando gli occhi stupito quando vide il contenuto del cassetto, e non riuscì a trattenere una debole risata.

“Oggi pomeriggio…” rispose Orlando studiando la sua espressione…ma non ci vide niente di negativo, così ritornò a respirare profondamente per calmarsi.

“Non avrai intenzione di usarli tutti quanti questa sera, vero?” mormorò l’uomo indicando le tre scatole diverse di preservativi con un sorriso.

“Oh…no…io non…” balbettò il giovane deglutendo “…non sapevo quali preferivi…così…” vide che il compagno aveva preso tra le mani la bottiglietta di plastica “…e…per quello invece…non avevo la minima idea di quale prendere…ed era tardi così ho…”

“Profumato…” sussurrò Viggo continuando a sorridere “…non hai badato a spese!” rialzò lo sguardo verso il compagno e vide che le sue guance si erano tinte di un rosso intenso, così lo prese nuovamente tra le braccia, stendendosi con lui sul materasso come poco prima “È tutto perfetto!”

Orlando sorrise nervosamente, e con le mani si ricoprì il viso, scuotendo la testa…

“Ah…dio, non mi sono mai sentito così in imbarazzo! È tutto nuovo…cioè…non il sesso in generale ovviamente…ma questo…con te…e mi sento un idiota! E quello che faccio mi sembra…”

“Shh…è perfetto!” ripeté Viggo prendendogli le mani per allontanarle dal suo volto.

“Lo credi davvero? O lo dici solo per farmi sentire meno idiota?”

L’uomo aprì la bocca ma sorrise, restando in silenzio, così Orlando lo colpì al petto spalancando gli occhi…

“Ma che stronzo!” esclamò ridendo “Fai così anche con le donne?”

“No…solo con te!”

“Ah…grazie tanto…sono commosso!”

“Perché…” continuò Viggo sfiorandogli le labbra con le proprie “…tu sei speciale e…quando sono con te, mi sento speciale…come se tu riuscissi a tirar fuori una parte di me che ho paura di mostrare agli altri…non so come fai ma…grazie…”

“Vig ti prego…” mormorò Orlando muovendosi sotto di lui “…ti prego, smetti di parlare e fammelo sentire! Fammi sentire speciale…con te…adesso…”

L’uomo lo guardò per qualche secondo negli occhi, prima di catturare le sue labbra e baciarlo con passione…sussurrandogli in continuazione

“…dio…Orlando…ti voglio…” ogni qualvolta si allontanava brevemente da lui. Fece scivolare la mani sotto le sue cosce e gli rialzò il bacino per tirarlo verso di sé, ma udì un debole lamento, così lo lasciò andare all’istante…

“Ti ho fatto male…? È per la schiena…?”

“No!” rispose subito il giovane scuotendo la testa “Cioè…sì ma…non importa…continua! Non mi fa male!”

“No, non va bene così…” sussurrò Viggo rialzandosi da lui. L’ultima cosa che voleva era farlo stare in una posizione che poteva aggravare quel vecchio problema, così afferrò un cuscino e scivolò giù dal letto, allungando poi una mano verso di lui “Vieni qui!”

Orlando lo guardò incuriosito ma lo raggiunse, spostandosi sul bordo del letto, ed allora vide il compagno inginocchiarsi tra le sue gambe, sul cuscino che aveva lasciato cadere a terra…

“Ma così è scomodo per…” non riuscì a finire la frase che si sentì tirato in avanti dalle mani dell’uomo “…te!”

“No è perfetto…” mormorò Viggo, muovendo il bacino tra le sua gambe “…veramente perfetto!” alzò lo sguardo su di lui e sorrise “Fidati di me!”

“Ok…” annuì Orlando, deglutendo nervosamente, prima di spostarsi ancor più verso di lui per poter strusciare la propria eccitazione contro il suo ventre “…ma…iniziamo adesso!”

L’uomo gli sorrise di nuovo ed allungò una mano per afferrare la bottiglietta di plastica che aveva lasciato sul materasso…lentamente si fece scivolare il liquido tra le dita, ma appena rialzò la testa vide lo sguardo preoccupato del giovane che fissava ogni suo gesto, così appoggiò la bottiglietta a terra…

“Avanti…vieni qui…” gli sussurrò, alzando la mano libera e mettendogliela dietro al collo per tirarlo verso di sé “…baciami e chiudi gli occhi…”

Orlando chinò la testa verso di lui e sentì le labbra dell’uomo sfiorare dolcemente le sue e ad esse si aggiunse presto la lingua che iniziò a lambire e ad accarezzare…solo dopo qualche momento prese possesso della sua bocca, ed allora con le braccia gli circondò il collo, lasciandosi trasportare così tanto da quel bacio, da accorgersi appena che la mano dell’uomo era scivolata tra le sue cosce ed era scesa più in basso. Ma appena quelle dita si fecero lentamente strada dentro il suo corpo, spalancò gli occhi e si aggrappò con forza alle spalle del compagno per cercare di allontanarsi.

Viggo però non glielo permise. Lo tenne stretto a sé, soffocando quei lamenti con le proprie labbra, e presto si rese conto di aver iniziato a muovere la lingua nella sua bocca con la stessa esasperante lentezza con cui spingeva le dita nel suo corpo. E dopo pochi momenti, sentì quei lamenti diventare gemiti, e quelle mani che lo stringevano, iniziarono ad accarezzarlo, fino a scivolare sul suo braccio e raggiungergli il polso, per aumentare quei movimenti.

“Così…va bene?” gli bisbigliò sulle labbra, e ascoltò il respiro rapido del giovane per qualche istante, prima di ottenere la risposta che voleva.

“Sì…bene…” gemette Orlando accennando un sorriso “…è strano ma…bello…”

“Continuo…?”

“Sì…continua…”

“Non so quanto ancora riuscirò a continuare…però…” sussurrò Viggo sorridendo e inumidendosi le labbra “…stai mettendo a dura prova il mio autocontrollo…”

“No…ancora…” sospirò il giovane chinando la testa all’indietro “…fallo più…forte…”

L’uomo mosse lentamente il polso per spingere le dita più in profondità…

“Così…?”

“Sì…così…più…”

Ad un tratto Orlando spalancò gli occhi e dalle sue labbra uscì un gemito intenso e improvviso. Afferrò con forza il polso del compagno e si spinse sulle dita ancora una volta per trovare di nuovo quel piacere che lo aveva scosso violentemente…ma quando accadde di nuovo, Viggo allontanò la mano da lui ed il giovane si lasciò ricadere indietro sul materasso, con ancora le gambe strette ai suoi fianchi.

“Ehi…calmati…” esclamò l’uomo accarezzandogli il ventre “…ti farai male…”

“…dio…è stato…” sospirò Orlando fissando il soffitto “…fammelo provare di nuovo…” rialzò la testa e fissò intensamente il compagno “…voglio sentirlo ancora…entra in me, adesso!”

Viggo respirò intensamente, prima di chinarsi su di lui e baciargli le labbra…

“Ti farò male…”

“Non mi importa!”

“A me sì!”

“Cazzo Vig!” esclamò il giovane passandosi una mano sul viso quando sentì le lacrime di frustrazione agli occhi “Non siamo i primi a farlo! Conosciamo persone che lo fanno sempre! E sono ancora vive!”

“Non vuol dire che…”

“No! Dannazione!” gridò Orlando mettendosi di scatto seduto, afferrò dietro di sé una delle scatole di preservativi e la aprì con forza, gettandone poi uno addosso al compagno “Mettiti questa dannata cosa e scopiamo! Adesso!”

Viggo restò immobile a guardarlo, anche quando vide che le mani tremanti del giovane avevano fatto cadere sul materasso il resto della confezione…ma appena si accorse dei suoi occhi lucidi, lo tirò subito a sé per baciarlo, ed Orlando rispose con ardore, aggrappandosi alle sue spalle e sospirando intensamente sulle sue labbra, fino a quando ritrovò il fiato per parlare…

“Mi dispiace…” gli bisbigliò “…scusa… non dovevo…”

“Non importa!” rispose l’uomo baciandolo di nuovo “Va tutto bene!”

“Dio…sto impazzendo! Non resisto più…ma…”

“Sei spaventato?”

“Un po’…” sussurrò il giovane sorridendo.

“Anch’io…ma andrà tutto bene…d’accordo?” continuò Viggo accarezzandogli il viso con una mano, mentre con l’altra afferrava uno dei preservativi sparsi sul letto “Ora sdraiati e vieni verso di me…”

Orlando chiuse gli occhi e si lasciò cadere sul letto, spostando il bacino in avanti verso di lui. Per qualche secondo sentì la mano del compagno sul ventre ma presto venne sostituita dalle sue labbra che, sensualmente, iniziarono a percorrere la sua eccitazione e non riuscì a trattenere un gemito…

“Vig…”

“Shh…” gli bisbigliò l’uomo sulla pelle bollente “…sono qui…” e riappoggiò a terra l’olio, dopo averlo usato su di sé “…sto arrivando…”

 

“La vuoi smettere di giocare con i miei vestiti!” esclamò Elijah quando vide il compagno indaffarato a togliere tutto dallo zaino “Prendi solo quello che serve!”

“Ma non li trovo…”

“E li avrai fatti finire sotto a tutto! Guarda…” ma si fermò spalancando gli occhi, quando Dom rivoltò completamente lo zaino, facendo cadere tutto il contenuto sul materasso “No! Ma sei scemo? Cosa…”

“Trovati!” mormorò l’interprete di Merry, sorridendo soddisfatto, prima di gettarsi di nuovo sul compagno e baciarlo “Adesso però devi scaldarmi…mi è venuto freddo…”

“Non ci penso minimamente dopo quello che hai fatto con le mie cose!”

“Avanti Lij…solo un po’…”

“No…sei uno stronzo!”

“Mmm…mi piace quando ti arrabbi…” gli bisbigliò Dom continuando a strusciarsi sopra di lui “…adesso girati…”

“Perché? Non voglio girarmi!”

“Se non ti giri…non posso…iniziare a…fare niente…ok?”

Elijah lo fissò per qualche secondo e tirò un profondo respiro, prima di sussurrare…

“Sì…puoi…” afferrò la bottiglietta di plastica e gliela avvicinò, prima di allargare lentamente le gambe “…dovresti…potresti…prepararmi per…”

Dominic socchiuse le labbra, deglutendo, quando sentì all’improvviso la gola secca…

“Non credo…non so se ne sono capace…”

“Cretino! Tutti ne sono capaci!” esclamò Elijah fissandolo “Non devi aver studiato per fare sesso!”

“Ok…” sussurrò l’interprete di Merry prendendo l’olio e inginocchiandosi tra le sue gambe “…ma non restare lì a guardarmi! Mi innervosisci!”

Elijah sospirò intensamente, chiudendo gli occhi…

“Guarda che se c’è qualcuno che deve essere nervoso…quello sono io!”

“Lo so ma…tu non guardare…” ripeté Dominic versandosi l’olio tra le dita, e non riuscì a trattenere un lamento “…ah…è tutto…” ma si zittì appena vide le sopracciglia del compagno aggrottarsi. Tirò un altro profondo respiro e abbassò lo sguardo su di lui…avvicinò le dita al suo punto più intimo, ma appena udì un “Mmm…” si bloccò…

“Ti ho fatto male?”

“No…non mi hai ancora fatto niente!” rispose Elijah sospirando, con una certa tensione nella voce “Perché non mi…fai qualcosa…invece di…cazzo!” ma le sue parole si spensero in un gemito quando sentì quelle dita scivolare dentro di sé e iniziare a muoversi come se stessero esplorando il suo corpo. Tentò di aggrapparsi alle coperte, ai cuscini…ma non era abbastanza, così allungò le braccia per raggiungere le spalle del compagno…

“Dom…vieni…giù…qui…” all’improvviso quelle dita sfiorarono qualcosa, un punto particolare, e spalancò gli occhi quando una scossa di piacere intenso lo fece tremare “…ah…dio…Dom vieni qui cazzo!”

L’interprete di Merry si distese sopra di lui, cercando di continuare quei movimenti, e sentì le mani del compagno, stringerlo con forza, mentre le sue gambe si chiudevano dietro la sua schiena…

“Lijah…stai bene…? Ti sto facendo…”

“Ancora…tocca ancora quel…oh…dio…!”

Dom sorrise divertito, continuando a sfiorare con la punta delle dita quel punto che aveva raggiunto e osservando il compagno che si dimenava sotto di lui…sembrava in estasi, come se gli stesse facendo raggiungere l’orgasmo solo con quel semplice gesto…ma presto sentì anche il proprio corpo reclamare attenzioni, così si chinò su di lui, baciandogli le labbra socchiuse dalle quali uscivano in continuazione deboli gemiti…

“Sto…iniziando a diventare geloso delle mie dita…” gli bisbigliò “…dici che…posso sostituirle con…” ma la risposta del compagno gli tolse ogni dubbio…

“Ti voglio!” gemette Elijah rialzando le palpebre per guardarlo “Adesso!”

Dom annuì senza fiato e si rimise in ginocchio tra le sue gambe, prendendo uno dei preservativi dalla scatola…

“Girati!”

“Ti ho detto…che non voglio girarmi!” sospirò l’interprete di Frodo passandosi una mano sul viso per calmarsi “Lo facciamo…così!” afferrò un cuscino e se lo infilò sotto al bacino, prima di rialzare lo sguardo si di lui “Voglio guardare te…non il letto!”

“D’accordo…” mormorò Dominic sorridendogli “…come vuoi…cazzo!” abbassò di scatto la testa e si rese conto di quello che era successo…

“Cosa…cazzo?” esclamò Elijah rialzando la testa.

“Merda…si è rotto!”

“Cosa…?”

“Non fa niente…ne prendo un…”

“Non dovrebbe rompersi!” lo interruppe l’interprete di Frodo mettendosi seduto con un’espressione sconvolta sul viso “Non si devono rompere…non…”

“Si vede che sei sempre stato fortunato!” mormorò Dom afferrando un altro preservativo dalla scatola “E smettila…ne abbiamo ancora un sacco!”

“Forse non dobbiamo…forse è un segno…”

“Sì certo…non hai visto fuori sulla porta…c’era scritto ‘Non scopate in quella stanza’…” lo schernì l’interprete di Merry lanciandogli un’occhiata…ma si accorse dello sguardo veramente spaventato del compagno, così continuò “…Lijah va tutto bene…sta calmo! Non è successo niente! Adesso torna giù e…toccati fino a quando arrivo, ok?”

Elijah annuì, lasciandosi ricadere di nuovo sui cuscini con gli occhi chiusi, mentre con la mano si sfiorava l’inguine, ma dopo qualche secondo mormorò…

“Dom…ti stai mettendo addosso altro olio?” non sentì subito la risposta, così aggrottò le sopracciglia, alzando la voce “Dom…? Ti stai…”

“Sì!” esclamò subito l’interprete di Merry, afferrando la bottiglietta che aveva, ovviamente, dimenticato, e mormorò tra sé “Dio, con le donne è più facile…!” e finalmente sentì la risata divertita del compagno.

“Io non ci giurerei…” ribatté Elijah alzando una mano verso di lui. Mano che subito Dominic prese, lasciandosi poi cadere sul suo corpo…

“Almeno nessuna mi ha mai stressato con…Dom fa questo…Dom fa quello…”

“Io non ti ho stressato così! O sì invece…?”

“Sì ma…non importa…” gli mormorò il compagno sulle labbra con un sorriso “…adesso silenzio però!”

Fece scivolare le mani sotto i suoi glutei e si avvicinò a lui, spingendosi lentamente nel suo corpo…

“Avanti…” gli bisbigliò contro il collo “…rilassati…” tentò di proseguire ma quei gemiti che aveva sentito poco prima, divennero quasi grida…

“…no…cazzo…Dom fermati!”

Rialzò la testa per guardarlo negli occhi…e li vide velati di lacrime, così iniziò a baciarlo dolcemente, soffocando le continue scuse del compagno…

“Mi dispiace…non ci riesco…non…”

“Shh…sì che ci riesci…” gli sussurrò “…continua a guardarmi…” e ricominciò a spingersi dentro di lui “…guardami…Lij…” vide quegli occhi azzurri spalancarsi sempre di più, e una lacrima scivolare sulla sua guancia “…guardami…ancora…” e finalmente raggiunse il limite. Sentì le mani di Elijah rilassarsi leggermente sulle sua schiena, così ricominciò a baciargli il collo “…hai visto che ce l’hai fatta…?”

“Fa male…” gemette l’interprete di Frodo con un filo di voce e il respiro rapido.

“Passerà…”

“Non è vero!”

Dom rialzò ancora la testa per fissarlo...

“Ma vaffanculo! Perché devi sempre aver ragione tu?” ed iniziò a muoversi nel suo corpo, uscendo per poi rientrare con più forza. Sentì le dita del compagno penetrargli nella pelle, tanto che se avesse avuto le unghie leggermente più lunghe, avrebbe lasciato dei segni…ma continuò, muovendo il bacino per raggiungere quel punto che aveva trovato con le dita poco prima, e si rese conto di averlo scovato quando Elijah inarcò la schiena con un grido…

“Fa…ancora male?” gli sussurrò con un sorriso, continuando a colpirlo con forza, e solo dopo qualche momento, l’interprete di Frodo riuscì a rispondere, tra i sospiri…

“…no…non lo…so…è…dio…non…smettere…” (…no…i don’t…know…it’s…god…don’t stop…)

“Alza le gambe Lijah…” mormorò Dom, facendo scivolare le mani sotto alle sue cosce “…più alte e…incrociale dietro…”

“Non ci riesco…più di…così non…”

“Sì che ci riesci…cazzo Lij…riesci a mettertele dietro la testa…quasi…”

Elijah allora lo fece, incrociando le caviglie dietro la schiena del compagno e sentì il suo sospiro compiaciuto…

“…dio sì…è perfetto…è…cazzo non ce la faccio…”

Dominic rialzò le palpebre e fissò il volto dell’amico sotto di sé.

“Quanto ti manca…? Non riesco più a …trattenermi…”

“…non so…non…” tentò di rispondere Elijah, ma le sue parole vennero sostituite da un gemito quando la mano del compagno si strinse sulla sua eccitazione, iniziando a muoversi allo stesso ritmo di tutto il suo corpo.

“Avanti…vieni Lij…” iniziò a bisbigliarli all’orecchio “…come l’altra sera…mi senti…? Dentro di te…” si fermò un istante quando le sue stesse parole lo portarono quasi al limite, ma poi, dopo un sospiro, proseguì “…dio Lijah…senti i nostri corpi insieme…insieme e…” un altro sospiro e si sentì ormai perso, nascose il volto contro il collo del compagno e bisbigliò quelle parole “…ti voglio…ti voglio così tanto…ho bisogno di te…non…lasciarmi…” e con un ultima spinta si lasciò andare, senza quasi accorgersi che anche Elijah si era stretto a lui, gemendo quelle parole…

“…Dom…io ti…” interrotte però dalle onde violente dell’orgasmo che lo stavano scuotendo.

 

Viggo mise le mani sui fianchi del compagno, tirandolo verso di sé, e subito sentì le gambe di Orlando cingergli la vita come una disperata richiesta di continuare. Così iniziò a spingersi lentamente dentro di lui, chiudendo gli occhi per resistere all’impulso di farlo completamente suo…ma l’improvviso gemito del giovane glieli fece riaprire…

“…cazzo…Vig…oh…cazzo…non…”

“Shh…rilassati…” gli sussurrò chinandosi su di lui, continuando però a muoversi con incredibile lentezza.

“No…così è…” gemette ancora Orlando spalancando gli occhi “…è tremendo…fallo subito…ah…dio Vig…tutto…adesso!”

L’uomo lo fissò per qualche istante, ma poi lo fece, spingendosi completamente nel suo corpo per poi restare immobile, per quanto poteva…fino a quando rivide gli occhi del giovane riaprirsi.

“Va tutto bene?”

“No! Cazzo…per niente!” esclamò Orlando respirando rapidamente, ma appena sentì dei dolci baci sul collo si calmò “Mmm…”

“Vuoi che esca…?”

“Ma non ci provare nemmeno! Devo solo abituarmi a…te!”

“E in tutti questi mesi non ti sei ancora abituato?”

“Non a questa…parte di te!” ribatté il giovane tentando di sorridere, ma appena sentì il compagno muoversi, gli afferrò le braccia “Aspetta…fa…piano…”

Viggo iniziò a baciargli il petto, percorrendolo con la lingua, ma non riuscì a fermare il proprio bacino che lentamente continuava a spingersi dentro il suo corpo.

“Sto facendo piano…” mormorò contro la sua pelle prima di sfiorarla con i denti “…dio…Orlando…sei così caldo e…” fece scivolare la mani sotto la sua schiena e le posò sulle sue spalle per tirarlo contro di sé “…mmm…devo muovermi…non ce la faccio…”

“Ok…ma fa…” tentò di rispondere Orlando, ma si aggrappò a lui appena l’uomo, senza avviso, iniziò a spingersi con forza dentro di lui “…cazzo Vig…oh…fermati…ferm…” ma non riuscì a controllarsi e un grido risuonò nella stanza, quando si sentì colpire nello stesso punto di poco prima…quel punto che gli aveva fatto perdere la testa. Strinse con forza le gambe attorno ai fianchi del compagno, per ottenere di nuovo quell’ondata di piacere, ma Viggo rallentò all’improvviso i movimenti, sfiorandogli il collo con il volto…

“Mi dispiace…non volevo farti…”

“…fallo…ancora…” gemette Orlando spalancando gli occhi “…più forte…”

“Non ti faccio…male?” gli bisbigliò l’uomo ricominciando a spingersi violentemente dentro di lui “Non ti…”

“Mi stai…spaccando in…due…ma…” tentò di ribattere il giovane con un sorriso, ma si perse in un altro grido quando sentì ancora quella scossa lunga il corpo “…dio…sì…più forte!”

Viggo continuò a muoversi freneticamente dentro di lui, ascoltando quel respiro rapido e quei gemiti che erano in grado di fargli perdere la testa, ma presto si sentì sospinto al limite…così fece scivolare una mano tra il proprio corpo e quello del compagno, chiudendo il pugno su di lui. Orlando lo abbracciò con forza, piegò la schiena e appoggiò il volto contro la sua spalla, bisbigliando continuamente quelle parole…

“…ti prego…ti prego…sono…vicino…ti prego…” (…please…please…i’m close…please…)

“…dio…non voglio che finisca…” gemette l’uomo stringendolo a sé “…voglio…continuare a…prenderti e…sentirti per…tutta la…notte…”

“…e allora…fammi venire e…continua a…prendermi…” sospirò Orlando, serrando le cosce contro i suoi fianchi quando sentì l’orgasmo iniziare a bruciarlo “…Vig…sto per…sto…” e strinse le labbra contro la sua spalla mentre il suo corpo si scioglieva.

Rilassò per qualche istante le gambe, lasciandosi sfuggire un sospiro di appagamento, ma spalancò all’improvviso gli occhi quando sentì di nuovo una scossa lungo il corpo e si rese conto che Viggo aveva ricominciato a spingersi dentro di lui…e non fece in tempo ad aprire bocca che si ritrovò trasportato tra le braccia del compagno, seduto sulle sue cosce. Abbassò lo sguardo verso di lui e vide le palpebre dell’uomo rialzarsi lentamente per incrociare i suoi occhi…

“Stai bene?” gli bisbigliò l’uomo continuando ad alzare lentamente il bacino.

Orlando si limitò ad annuire, mentre con una mano gli accarezzava dolcemente il viso…lo sentiva dentro di sé…sentiva quelle mani che scivolavano sulla sua schiena in un disperato tentativo di stringerlo e sapeva che presto non sarebbe più riuscito a trattenersi, nonostante la promessa di continuare per tutta la notte. Fece scivolare le braccia attorno al suo collo e, facendosi forza sulle gambe, iniziò a muoversi sopra di lui, scendendo sul suo corpo sempre più velocemente. Subito sentì il respiro affannoso dell’uomo contro il collo e sorrise, gettando indietro la testa…

“…dio è così…strana questa cosa…” mormorò inumidendosi le labbra “…non avrei mai creduto…di fa…” dalle sue labbra però uscì un gemito quando ancora una scossa violenta lo percorse. Abbassò lo sguardo sul compagno e sentì le sue mani sui fianchi che lo tiravano con forza verso il basso, mentre il suo bacino faceva l’opposto e si lasciò sfuggire un sospiro più intenso…

“…Vig…quanto ti…ah…” un'altra scossa e si aggrappò alle sue spalle “…guardami…” alzò la voce, senza rendersene conto “…guardami! Voglio che mi…guardi…mentre vie…oh cazzo…mi stai…” Finalmente vide gli occhi dell’uomo aprirsi e fissarsi nei suoi, ma quel contatto visivo durò ben poco, perché presto le palpebre di Viggo iniziarono ad abbassarsi lentamente, mentre il suo corpo si spingeva un’ultima volta in quello di Orlando, prima di perdersi in quel calore che lo aveva accolto.   

 

Dominic sorrise contro il collo del compagno, restando immobile per qualche istante, mentre quella dolce euforia lo invadeva. Poi, lentamente, rialzò la testa e appoggiò la fronte contro quella di Elijah, senza però riuscire a smettere di sorridere…

“Ehi…” gli bisbigliò sulle labbra, e dopo qualche secondo vide le sue palpebre rialzarsi, rivelandogli quei due grandi occhi azzurri ancora velati da quelle che sembravano lacrime.

“Ehi…” ripeté Elijah, deglutendo quando si rese conto di avere la gola secca a causa dei continui gemiti che non era riuscito a trattenere. Restarono qualche momento a guardarsi come se si vedessero per la prima volta, come se non si conoscessero…ma poi Dom si alzò su un braccio e si lasciò sfuggire una debole risata…

“L’abbiamo fatto…hai visto?”

“Mmm…sì…” mugugnò l’interprete di Frodo cercando di muovere le gambe che fino a quel momento aveva tenuto strette dietro la schiena del compagno.

“E non è stato così difficile…”

“No…”

Qualche attimo di silenzio…e poi di nuovo…

“Ed è stato bello…”

“Sì…Dom…”

“…voglio dire…per forza è stato bello ma…”

“Dom! Ti vuoi alzare!” esclamò all’improvviso Elijah tentando di spingerlo lontano, e solo allora l’altro giovane si rese conto della posizione in cui ancora si trovavano.

“Oh…sì certo…scusa!” mormorò, rialzandosi di scatto e provocando così un altro lamento “Scusa!”

“Ah…dio…sei sempre così delicato?”

Dominic non rispose e si limitò a scivolare lentamente fuori dalle coperte per raggiungere il bagno e gettare tutto quello che non serviva. E lì, si guardò allo specchio e si rese conto di stare ancora sorridendo come un idiota. L’avevano fatto…l’avevano fatto davvero…non riusciva a pensare ad altro…ed ora si sentiva così bene, così sereno…così…tranquillo, come se dopo quel gesto avesse ottenuto la sicurezza su quelle domande che lo preoccupavano.

Tornò nella stanza e vide il compagno intento a ripulirsi con uno degli asciugamani che c’erano sul comodino, così, sempre in silenzio, si rimise al suo fianco sotto le coperte, distendendosi con lo sguardo rivolto al soffitto.

“Come ti senti…?” mormorò dopo qualche minuto. Come ti senti? Che domanda stupida! Pensò all’istante…avevano appena scopato, come doveva sentirsi? Dio…perché si sentiva così in imbarazzo a dire qualsiasi cosa…? Era sempre Elijah…il suo amico Elijah…non si era mai sentito in imbarazzo con lui…era sempre…ma il semplice suono della sua voce, gli provocò uno strano brivido lungo la schiena…

“Io bene…le mie gambe un po’ meno!” rispose l’interprete di Frodo fissando il soffitto a sua volta, le mani appoggiate sul petto, sopra le coperte “Ma passerà…almeno spero…”

Dominic annuì, restando ancora qualche minuto nel silenzio assoluto, prima di parlare di nuovo.

“E…il resto? Non ti ho fatto troppo…male o…”

“Cazzo Dom sto bene! Possiamo parlare di qualcosa che non abbia a che fare col mio corpo?”

E ancora silenzio…un profondo e fastidioso silenzio, prima che l’interprete di Merry lo interrompesse con un sussurro…

“Ti è piaciuto?”

Ed allora Elijah non riuscì a trattenere una risata.

“Oh dio…sì!” rispose, passandosi le mani sul viso “Certo che mi è piaciuto ma non mi sembra il caso di…parlarne così! E non venirmi a dire che l’hai chiesto a tutte le ragazze che ti sei portato a letto!”

“No!” ribatté Dom aggrottando le sopracciglia “O…forse…dipende…è solo che…” si fermò un secondo sospirando prima di posare lo sguardo su di lui “…cazzo Lij…abbiamo appena fatto sesso e…non ne parliamo nemmeno…insomma…” ma si bloccò quando il compagno voltò la testa verso di lui e lo guardò negli occhi intensamente…

“Forse non c’è bisogno di parlarne…non credi?”

“Non…non lo so…non è una cosa che due…amici…fanno così spesso da essere considerata normale…no?”

“E forse noi non siamo più…solo due amici…no?” bisbigliò Elijah accennando un debole sorriso…alzò una mano e con le dita sfiorò la guancia del compagno che, tirando un intenso respiro, sussurrò…

“E per te va bene…?”

“E per te…?”

All’ennesima domanda senza risposta, Dominic afferrò il polso dell’amico e lo tirò a sé, costringendolo a voltarsi su un fianco verso di lui. Fece scivolare un braccio sulle sue spalle, e gli posò una mano dietro la testa, muovendo dolcemente le dita tra i suoi capelli.

“Per quanto tempo hai intenzione di continuare a non rispondere alle mie domande?” gli bisbigliò sulle labbra, e subito vide il compagno sorridere…

“E tu per quanto tempo hai intenzione di continuare a farmi domande alle quali non serve risposta?”

“Chi lo dice questo? Ogni domanda merita una risposta!”

“Non se già la conosci!”

“Io non la conosco! Altrimenti non te l’avrei chiesto!”

“Sì invece!”

“No!”

“Sì!”

“No!”

Istintivamente i volti dei due compagni si avvicinarono, tanto che quelle affermazioni divennero poco più che sospiri, sussurrati sulle labbra dell’altro…e i loro sguardi iniziarono a scendere su di esse, attirati da quegli impercettibili movimenti, fino a quando quella brevissima distanza, divenne troppa…

“Sì…”

“No…”

“…Dom…”

“Sì…”

“Ah…hai detto sì…!” bisbigliò Elijah sorridendo divertito…ma subito quelle parole si trasformarono in un gemito, quando sentì contro di sé il corpo dell’amico che, senza poterne più fare a meno, lo strinse con forza.

“Lij…” sospirò Dom un ultima volta, prima di posare, finalmente, le labbra sulle sue…le reclamò con ardore, penetrando tra di esse con la lingua e profanandole dolcemente ma con passione, come aveva fatto poco prima col suo corpo.

Passarono qualche momento così, persi l’uno nel l’altro in quel bacio estremamente intenso, fino a quando l’interprete di Merry si accorse che il compagno stava iniziando a rispondere con sempre meno vigore ed i suoi occhi si erano chiusi pesantemente, così sorridendo gli bisbigliò…

“Credo sia tardi…è meglio dormire un po’, che ne dici…?”

“Mmm…che ore sono…?”

“Non lo so…e non ho voglia di guardare l’orologio ma è tardi!”

“Mmm…ok…ma non riesco a dormire se tu continui…”

“Oh sì che ci riesci…sei capace di addormentarti ovunque!” esclamò debolmente Dom lasciandosi sfuggire una risata “E ci riuscirai anche qui tra le mie braccia!”

Elijah sentì un dolce brivido lungo il corpo a quelle parole, e sorrise, abbandonandosi stancamente contro il corpo dell’amico.

 

Viggo strinse con forza a sé il compagno ancora una volta, prima di riaprire stancamente gli occhi, e si rese conto che Orlando aveva ancora le braccia attorno al suo collo e la testa chinata in avanti, come se anche lui si fosse perso in quell’ultimo momento di estasi. Così alzo una mano, facendola scivolare sulla sua schiena fino a raggiungergli il collo, e la fermò tra i suoi capelli, accarezzandolo dolcemente…sentiva ancora il proprio respiro rapido ma anche quello del giovane non era da meno…

“Sei ancora tutta intera…bambolina?” gli bisbigliò all’orecchio sorridendo e udì la risata improvvisa anche se debole di Orlando…

“Non so se Legolas avrebbe resistito a tanto!”

“Beh posso sempre provare con lui la prossima volta che mi compare davanti…e poi vedremo…”

“Se poi lo rompi…chi lo sente Peter?” ribatté il giovane continuando a ridere, ma si accorse della posizione scomoda in cui l’uomo ancora si trovava, così tentò di muoversi per spostarsi da lui, ma tutto quello che riuscì a fare fu gemere un “…ah…”

“Riesci a rialzarti…?”

“Ci sto provando ma…mmm…no…”

“Aspetta…lasciati cadere indietro sul letto…” mormorò Viggo sorridendo, prima di stringere il compagno tra le braccia e spingerlo verso il materasso. Finalmente sentì le gambe libere e riuscì a scivolare fuori dal suo corpo, rubandogli però un ultimo gemito che Orlando tentò di soffocare stringendo le labbra, mentre cercava di rimettersi sul letto…ma le gambe non gli ressero e finì sulla moquette bianca che ricopriva il pavimento…

“Ah…se hai rotto me…dici che Pete si incazza comunque?” mormorò, allungando le gambe davanti a sé con una smorfia di dolore.

Viggo si mise a ridere, scuotendo la testa, mentre rapidamente si ripuliva, gettando il tutto nella confezione che il giovane aveva per sbaglio vuotato poco prima. Poi si voltò di nuovo verso il compagno, sedendosi al suo fianco…

“Posso provare ad aggiustarti…forse non se ne accorgerà!”

“Scherzi?” ribatté Orlando lanciandogli un’occhiata divertita “Hai mai provato a riattaccare una gamba ad una Barbie? Non è così facile! Mia sorella ne ha distrutte chissà quante…”

L’uomo annuì, guardando fisso davanti a sé per qualche secondo…

“Mmm…così se sei rotto…ti devo buttare via?”

Il giovane scoppiò di nuovo a ridere, appoggiando indietro la testa sul materasso.

“Credo di sì…ma almeno assicurati che sia davvero senza speranza prima di farlo!”

“Devo controllare allora…”

“Cosa…?”

“Devo controllare se sei rotto da buttare via o se…posso tenerti così…”

Orlando voltò la testa sul materasso verso il compagno, continuando a sorridere divertito per quel discorso assurdo che stavano facendo…

“Allora controllami!” sussurrò, senza rendersi conto del tono estremamente sensuale che aveva usato. Si mise di nuovo a ridere debolmente ma quella risata si spense in un sospiro quando Viggo, dopo averlo fissato intensamente, avvicinò il volto al suo collo completamente esposto, iniziando a baciarlo.

“Vediamo…” gli bisbigliò l’uomo facendo scivolare una mano sull’altro lato del collo “..qui mi sembri ancora intero…” continuò sul petto e raggiunse i capezzoli, passando da uno all’altro e giocandoci con le dita fino a che li sentì irrigidirsi “…e anche qui è tutto normale…”

“Mmm…sì…?” mugugnò il giovane chiudendo gli occhi per abbandonarsi a quelle carezze, ma non riuscì a nascondere un certo tremore quando la mano del compagno scese più in basso.

“Sì…ma qui invece…” Viggo proseguì nell’esplorazione, accarezzandogli lentamente il ventre e si accorse dell’eccitazione che aveva ripreso, in parte, possesso del suo corpo “…questo non va bene…” la sfiorò con le dita, ascoltando i deboli gemiti di Orlando, per poi chiudere il pugno di lui e sentirlo crescere ad ogni carezza “…non va per niente bene…”

“No…?” sospirò il giovane socchiudendo le labbra ad ogni movimento. Istintivamente allargò un poco le gambe e fece scivolare la mano sul braccio del compagno.

“No…come è successo?”

“Forse è colpa di qualcuno che ha continuato a…prendermi anche dopo che…”

“Oh…allora dobbiamo rimediare…” gli bisbigliò l’uomo all’orecchio senza lasciarlo finire, allontanò il volto dal suo collo per guardarlo e quando lo vide completamente abbandonato contro il letto, si chinò su di lui “…vediamo come posso…aggiustarti…”

Orlando sentì subito il calore della sua bocca circondarlo e tentò di alzare il bacino per spingersi in essa, ma delle fitte di dolore alle cosce glielo impedirono, così con un lamento, si limitò ad accarezzare con la mano la testa dell’uomo che si abbassava su di lui.

“Vig…non farlo…se non…”

“Shh!” bisbigliò Viggo contro la sua eccitazione prima di continuare…lentamente…senza fretta, come se avesse a disposizione l’intera notte solo per dargli quel momento di piacere, e ne assaporò ogni istante, ogni brivido, ogni sospiro, ogni gemito…fino a quando vide l’altra mano di Orlando chiudersi a pugno sulla moquette bianca. Ed allora la prese e incrociò le dita con le sue dolcemente, mentre il respiro del giovane si faceva sempre più affannoso e dalle sue labbra iniziavano ad uscire quei sussurri senza senso…

“…ti prego sono…vicino…e…vicino…lasciami…ora…ho bisogno…” (…please i’m…close…and…close…let me…now…need…)

…ma non aumentò quei movimenti, continuò a circondarlo con le labbra e tormentarlo con la lingua, nonostante i disperati richiami. Non era per crudeltà, no…non voleva che finisse…ancora una volta non voleva lasciarlo andare…ma non poteva impedire qualcosa di inevitabile, e dopo qualche momento la mano di Orlando strinse la sua con forza mentre quel liquido caldo gli riempiva la bocca, scivolando lungo la sua gola. Quando sentì quel corpo rilassarsi di nuovo, si rialzò e guardò il volto del giovane che, ancora con la testa appoggiata indietro sul letto, fissava il soffitto.

“Come…” tentò di chiedergli con un sorriso, ma Orlando lo interruppe subito...

“Bene…bene…” esclamò tra un respiro e l’altro “…troppo bene…”

“Ti ho…aggiustato?”

L’interprete di Legolas scoppiò a ridere, scuotendo la testa.

“No mi hai…rotto definitivamente…ma va bene!” alzò una mano e con le dita sfiorò le labbra umide del compagno “Ho fatto…ancora un casino…scusa!”

Viggo però non gli disse niente. Inclinò leggermente la testa mentre con una mano gli accarezzava una guancia, poi all’improvviso si rimise in piedi, afferrando il compagno per la vita e rialzandolo da quella moquette sulla quale erano finiti.

“Questo vuol dire che dobbiamo dormire, vero?” gli chiese Orlando voltandosi verso di lui, quando si ritrovò, in pochi minuti, sotto le coperte…e Viggo annuì, ma all’istante bloccò la mano del giovane che era scivolata furtivamente sotto le lenzuola e aveva iniziato ad accarezzargli il petto.

“Avanti…” mormorò, riportandogli il braccio lungo un fianco, per fare poi lo stesso con l’altro “…anche le bambole dormono e se stanno buone e ferme fino a quando qualcuno arriva a riprenderle…” gli passò una mano sulla fronte, spostando indietro alcuni riccioli scuri “…chiudi gli occhi e dormi!”

Orlando strinse le labbra cercando di trattenere una risata, ma rimase immobile nella posizione in cui l’uomo l’aveva messo, e solo quando sentì il compagno sistemarsi comodamente accanto a lui, bisbigliò tra i denti…

“Vig…sono scomodo così!”

“Shh!”

“Ok…” ma dopo qualche secondo “Vig…”

“Mmm…?”

“…quando verrai a…riprendermi?”

…e l’interprete di Aragorn scoppiò a ridere.