.|. Questione di Sguardi .|.

 

Parte IV

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Una strana luce penetrò dalle tende della grande finestra, illuminando in gran parte la stanza, e Dominic riaprì gli occhi all’improvviso, come se fosse stato svegliato da un tuono. Si mise a sedere, guardandosi attorno per qualche momento, e si rese conto che ormai era mattina…già, non poteva essere altrimenti.

Scivolò fuori dal letto e si infilò stancamente i jeans che aveva lasciato sulla moquette insieme al resto dei vestiti. Lanciò un’occhiata al compagno ancora rannicchiato nel letto ed esclamò un debole “Esco un attimo” prima di andare alla porta ed uscire nel corridoio.

Silenzio. Un silenzio quasi inverosimile.

Ma forse era presto…certo, doveva essere così. Si incamminò lentamente con la precisa intenzione di scendere ed ordinare la colazione per entrambi, qualcosa di speciale per chiudere al meglio quella giornata ed iniziarne un’altra altrettanto stupenda. Ma dopo pochi passi si fermò, scoppiando a ridere. Ma che stava facendo? Non c’era nessun bisogno di muoversi dalla stanza…bastava alzare il telefono. E poi, non poteva certo farsi vedere dai camerieri con solo quei jeans addosso.

Rigirò su se stesso, tornando indietro e si ritrovò di nuovo davanti alla porta. Doveva aver camminato più velocemente dell’andata perché non ricordava fosse così vicina…in ogni modo, la aprì ed entrò.

Fece qualche passo sulla moquette chiara e si bloccò. C’era qualcosa di strano…di diverso. E non era solo l’assenza di Elijah nel letto, perché lui era chiaramente in bagno…sentiva lo scrosciare dell’acqua nella doccia. I vestiti forse…li ricordava più vicini al letto e…il cappello…dov’era finito il cappello di Lij?

Ma come se niente fosse, alzò le spalle ed oltrepassò la porta che dava nel bagno, richiudendola dietro di sé. E tra il vapore che l’acqua calda aveva provocato, vide il corpo dell’amico, oltre i vetri zigrinati…riusciva a distinguerne solo il contorno, ma quella visione gli bastò per sentirsi improvvisamente accaldato. Si avvicinò alla doccia, aprendosi velocemente i jeans, e si accorse che l’altro, probabilmente notando la sua presenza, aveva socchiuso l’anta di vetro, prima serrata, in un invito silenzioso. Subito si ritrovò senza niente addosso, come quando aveva lasciato il letto poco prima, e con un sospiro, raggiunse l’angolo. Alzò una mano e l’appoggiò sul vetro per un motivo che non riusciva a spiegarsi…ma non si stupì quando vide l’amico fare lo stesso, dalla parte opposta. Le due mani in qualche modo si unirono, separate solo dal sottile strato di vetro opaco, e scesero lungo quella superficie ruvida, contemporaneamente, fino a dove potevano…come il riflesso in uno specchio che, inevitabilmente, copia ogni tuo movimento.

Dominic sorrise e, senza attendere oltre, fece scivolare l’anta di vetro di qualche centimetro, per poter sgattaiolare all’interno del box e vedere finalmente quel viso e quel corpo che, in qualche modo, fino ad allora, gli erano stati in parte celati.

Una nuvola di vapore caldo lo avvolse, come se ancora qualcosa gli stesse impedendo di vedere l’altro ragazzo…ma poi i suoi occhi raggiunsero la pelle bagnata della sua schiena, i capelli all’apparenza più scuri e lunghi a causa dell’acqua che si infrangeva su di essi…ed infine, il profilo del suo viso, quando l’altro si voltò lentamente con un sorriso sulle labbra…

“Hai intenzione di restare lì a guardare o…” ma in quell’istante quegli occhi castani si spalancarono in preda al terrore “…cazzo!”

“Oh…dio!” esclamò Dom abbassando all’improvviso lo sguardo sul pavimento di ceramica bianca…ma non era abbastanza, con la coda dell’occhio vedeva ancora quella pelle ambrata, così si voltò verso la parete, coprendosi il volto con una mano.

“Cosa cazzo ci fai tu qui?” mormorò Orlando, girandosi a sua volta dalla parte opposta, senza badare al getto d’acqua che gli colpiva in pieno il viso.

“Credo di…aver sbagliato stanza!”

“Ma vaffanculo! Non puoi entrare qui dentro e dire che hai sbagliato stanza!”

“Ma è vero!”

“Ok…non importa…ora vattene!”

“Non posso…”

Orlando si girò istintivamente verso di lui a quell’affermazione, con un’espressione sconvolta e imbarazzata sul viso…

“Tu puoi eccome! Esci di qui!”

“No! Se esco e incontro Viggo che faccio?”

“Lo saluti e te ne vai! E girati…mi sento un deficiente a parlare con qualcuno di spalle!”

“Sì bravo…e secondo te mi lascia andare via così?” ribatté Dom voltandosi verso l’amico, gli occhi fissi nei suoi per evitare qualsiasi sguardo imbarazzante “Quell’uomo ha già decine di motivi per ammazzarmi…figurati se non prende questo come spunto e la fa finita! No, mi dispiace, ma ci tengo a vivere…soprattutto adesso che ho scoperto di essermi innamorato di Elijah!”

“Va via!” esclamò Orlando alzando la voce prima di afferragli le braccia per spingerlo fuori “Non voglio che ti trovi qui dentro!”

“Io non voglio che mi trovi e basta!” ribatté Dominic facendo resistenza e, appoggiandosi contro la parete con la schiena, si aggrappò alle sue braccia “Esci tu e quando arriva lo distrai così...”

“Ah...ma non ci penso nemmeno! Fuori!”

“No! Aspetta!”

“Fuori! Vattene dalla mia doccia!” continuò Orlando alzando la voce mentre tentava di spingerlo fuori. Ma era impossibile riuscirci in quel poco spazio in cui erano rinchiusi...così vicini, stretti l'uno all'altro sotto il getto d'acqua calda che li bagnava incessantemente. Ma nessuno dei due rinunciò alla propria intenzione...le mani scivolavano sulle braccia e sulla pelle dell'altro nel tentativo di restare in quel punto, mentre con gli occhi cercavano entrambi di avere ragione...

“Orlando...ti prego...!”

“Adesso...!”

Un secondo di silenzio. E quelle labbra così vicine si unirono selvaggiamente mentre le mani che poco prima cercavano di allontanare, ora con forza stringevano a sé, per avere...per sentire...con ardore e violenza...corpo contro corpo...mentre l'acqua continuava a scendere su di loro, e su quel qualcosa di assurdo...insensato e impossibile che stava succedendo in quel...

 

“Cazzo!” gemette Dom spalancando all'improvviso gli occhi. Si ritrovò immerso nel silenzio, nel buio quasi completo di quella stanza che cercava di riconoscere. Si mise seduto, appoggiando stancamente le mani sopra le coperte, e per qualche momento le fissò, come se stesse cercando di capire se appartenessero veramente a lui. E sospirò intensamente, come a voler scacciare quel senso di inadeguatezza che aveva sentito nel momento stesso in cui si era risvegliato di colpo da quel dannato e improbabile sogno.

Si appoggiò come senza forze al cuscino dietro di lui, la testa contro la testiera del letto, e con le mani si asciugò il volto madido di sudore...se le fece scivolare sul collo e sul petto nudo, sentendo sotto le dita, la pelle umida come se fosse stato realmente in quella maledetta doccia.

“...dio...” sussurrò, socchiudendo le palpebre mentre si ripeteva che era stato tutto irreale...solo la sua stupida mente che, dopo aver pensato ai due amici nell'altra stanza, aveva creato quella stupida fantasia...niente di più.

Ed allora sentì un debole movimento vicino a sé, le coperte frusciarono leggermente, e le gambe di Elijah sfiorarono le sue, quando si voltò sul fianco verso di lui.

Abbassò lo sguardo sul compagno addormentato e non poté fare a meno di tirare un sospiro di sollievo...ma ancora qualcosa non andava...quelle immagini, quello che era successo continuava a ripetersi nella sua testa...così debolmente, lo chiamò...

“Lij...” e poi più forte “Lij...” e ancora “Lijah svegliati!”

“Mmm...” fu la risposta del compagno che rapidamente si voltò di nuovo dalla parte opposta, come se volesse, inconsapevolmente, allontanarsi da quella voce che lo disturbava.

“Lijah...svegliati...ho...fatto un sogno!” mormorò Dominic fissando il vuoto davanti a sé...doveva dirglielo...farsi rassicurare da lui che era non c'era niente di vero...era un'idiozia, lo sapeva, ma forse il suo cuore avrebbe smesso di battere così forte dopo aver sentito di nuovo la sua voce.

“Mmm...”

“Ho sognato che...uscivo di qui per andare a prendere la colazione, ma poi tornavo e tu eri sotto la doccia...o almeno era quello che credevo...io sono entrato ma...tu non eri tu...”

“Mmm...”

“...era Orlando...avevo sbagliato stanza e...”

A quelle parole però, Elijah scoppiò a ridere debolmente, rannicchiandosi su se stesso sotto le coperte...ma Dom non gli diede peso e continuò, abbassando leggermente la voce...

“...e ero sotto la doccia con lui...lui tentava di sbattermi fuori ma io non volevo per paura di Viggo e...alla fine...ci siamo baciati...” si fermò volutamente, attendendo la reazione del compagno...si aspettava ancora una risata, ma invece Elijah si voltò lentamente dal suo lato, e rialzò lo sguardo su di lui con un sorriso tirato sulle labbra...un sorriso freddo e nervoso...

“È stato solo un sogno!” gli mormorò con la voce roca dal sonno “Torna a dormire!”

“Ah…no non ci riesco!” esclamò Dom passandosi nuovamente le mani sul viso, prima di scivolare fuori dalle coperte “Ho bisogno di bere qualcosa…sento ancora la sua lingua nella bocca!”

Elijah lo seguì con lo sguardo, restando in silenzio, ma il suo respiro rapido tradiva quella calma apparente. Perché si era agitato così? Era pazzesco, ma se non si conoscesse, avrebbe pensato di essere geloso…e geloso di cosa? Di un sogno? Dio…quello era il segno…aveva definitivamente perso la testa!

“Hai presente…” iniziò l’interprete di Merry, prendendo una lattina di birra dal frigobar “…quei sogni dove tutto sembra vero? Quelli con gli effetti speciali dove senti tutto…sulla pelle, hai presente?” l’aprì e ne bevve un lungo sorso, restando in piedi al centro della stanza, nella penombra “Cazzo era…angosciante! Non Orlando…beh, non del tutto ma…il non sapere come uscirne…ed ero terrorizzato da Viggo! Insomma…ti sembro terrorizzato da lui? D’accordo, ho raccontato a mezzo mondo gli affari suoi ma…diavolo era per divertirsi!”

“Dom!” intervenne ad un tratto Elijah, coprendosi il volto con una mano “Fammi il favore di chiudere quella bocca! È tardi ed è stato solo un sogno! Non voglio passare il resto della notte a guardare un uomo nudo che cammina per la stanza al buio con una lattina in mano! È assurdo ok?” si voltò verso il lato del letto con un sospiro “Torna a dormire, muoviti!”

Dominic bevve un altro sorso ma poi, lentamente, scivolò di nuovo sotto le coperte, seduto al fianco dell’amico…se ne restò in silenzio per qualche minuto, osservando la lattina tra le mani, ma poi la sua voce risuonò di nuovo nella stanza…

“Non ce la faccio…non posso dormire dopo…” ma si interruppe quando Elijah, alzò all’improvviso un braccio, rubandogli di mano la lattina. Rialzò la testa e ne bevve un sorso, prima di posarla sul comodino dalla propria parte…

“Zitto e dormi!”

Passarono pochi minuti, durante i quali Dominic rimase comunque seduto a contemplare il buio, poi per l’ennesima volta, quel silenzio venne interrotto…

“Mmm…non riesco a dormire…Lijah…? Ti va di parlare un po’…di qualsiasi cosa basta che non mi fai pensare a…”

“No!” fu la secca risposta dell’altro, seguita da un debole mugolio “Sonno…”

L’interprete di Merry sbuffò, guardandosi attorno…ed i suoi occhi raggiunsero il cassetto del comodino…

“D’accordo allora…passerò il tempo a guardare…” lo aprì lentamente e ne estrasse i fogli che l’amico aveva nascosto al loro arrivo “…queste…!”

Elijah non collegò subito a cosa si stesse riferendo, ma quando ci riuscì, spalancò i grandi occhi azzurri, voltandosi di scatto verso di lui…

“No! Non farlo! Non…” ma ormai era troppo tardi. Dominic era già a bocca aperta a fissare le foto che si era trovato davanti…

“Cazzo Lij!” si lasciò sfuggire una risata sorpresa “Sono uomini! Sono…tutti uomini!”

“Mmm!” mugugnò l’interprete di Frodo rialzandosi il lenzuolo sopra la testa per l’imbarazzo “Ma non è come stai pensando!”

“Io sto pensando che ti stavi rifacendo gli occhi su foto di uomini nudi che fanno sesso mentre io ero chiuso in bagno…in realtà com’è invece?”

“Le ho prese da un sito oggi pomeriggio…” rispose Elijah, la voce leggermente soffocata dalla coperta “…spiegavano le varie posizioni in cui due…uomini…possono fare…lo sai!”

Dom abbassò lo sguardo su di lui, continuando a sorridere, ancora abbastanza stupito…

“Cazzo…volevi documentarti e ti sei stampato il Kamasutra dei…”

“No!” lo interruppe il compagno uscendo di nuovo allo scoperto, vista la prossima mancanza d’aria “Ero solo…curioso…” si rialzò leggermente contro il cuscino, con gli occhi bassi “…non c’è niente di male nel voler…conoscere…”

“Ti stai arrampicando sugli specchi o sbaglio? Guarda che sento già il graffiare delle unghie…”

“Vaffanculo! Volevo vedere come potevamo farlo ok?” ribatté subito Elijah alzando leggermente la voce, ignorando ormai il calore che sentiva sul viso…ma quasi si stupì quando l’amico sussurrò un debole “Ok…” senza lanciargli qualche altra battuta. Stava già per lasciarsi sprofondare sotto le coperte, visto che sotto terra non era possibile…quando udì di nuovo la voce di Dom e sentì la sua mano sul braccio che lo tirava più vicino…

“Vieni qui! Guarda…noi abbiamo fatto questa, giusto?”

“Mmm” annuì Elijah appoggiando la testa contro la spalla del compagno e abbassando lo sguardo sulle pagine che teneva in mano.

“Sei andato a cercare una di quelle più complicate! Questa era più facile!”

“Ma non…”

“Mi passi la birra?”

L’interprete di Frodo allungò un braccio, e dopo averne bevuto un sorso, la porse all’amico.

“Non potevo guardati, in quel modo!”

“Già…chissà che…uh guarda questa! È impossibile come fai a…”

“Anch’io me lo sono chiesto…magari sono atleti questi tipi che hanno fatto le foto…”

“Certo…devi aver vinto le Olimpiadi per poter fare sesso…come ho fatto a non pensarci prima!”

“Stronzo…” sussurrò Elijah sorridendo, muovendo la guancia contro la spalla del compagno che, ridendo debolmente, indicò un’altra immagine…

“Questa! Questa mi piace! È comoda e tutti e due si possono guardare!”

“Per quello sopra non direi tanto comoda!”

“E tu che ne sai…?” gli bisbigliò Dom lanciandogli un’occhiata “Sai mai stato sopra ?”

Elijah sentì un brivido caldo lungo il corpo, ma tentò di mascherarlo con un sorriso…

“Beh…così no ma quando ho provato a farlo con…”

“Le solite palle che tirano le ragazze perché non hanno voglia di far fatica!” ribatté l’interprete di Merry ridacchiando…si voltò leggermente verso il compagno, appoggiando la testa contro la sua, e con la mano libera dai fogli, gli accarezzò lievemente il ventre “Non so è…in queste sembra quasi che uno voglia avere il dominio sull’altro…mentre qui, anche l’altro prende l’iniziativa…è più…”

“…equilibrata?” sospirò Elijah abbassando qualche istante le palpebre appena iniziò a sentire il proprio corpo reagire a quelle istintive carezze.

“Mmm…si forse…” rispose con un filo di voce Dominic quando sentì il fiato caldo del compagno sul collo. Chinò di poco la testa e si ritrovò subito quelle labbra socchiuse a pochi millimetri “…Lij…vuoi…” ma quella domanda si spense nella bocca di Elijah. Subito le lingue si cercarono, bramose di unirsi dopo quel lungo periodo di lontananza, e l’interprete di Merry allungò all’indietro il braccio per abbandonare i fogli sul comodino…fogli che però mancarono l’obiettivo e finirono sparsi a terra. Ma ovviamente nessuno dei due se ne accorse, mentre quel bacio andava avanti e avanti…Elijah sentì presto la mano del compagno sulla spalla che, delicatamente, lo spingeva all’indietro in un invito a stendersi. Le sue idee però erano diverse, così afferrò quel polso e lo spostò di nuovo all’indietro, muovendosi contemporaneamente verso l’amico che, inevitabilmente, dovette appoggiare di nuovo la schiena contro il cuscino.

Dominic, stranamente, non fece resistenza, anzi…restò in silenzio, continuando ad assaporare quelle labbra, anche quando l’interprete di Frodo si sedette a cavalcioni sopra il suo bacino, le cosce strette contro i suoi fianchi. E non disse niente nemmeno quando sentì che la mano di Elijah stava afferrando qualcosa sul comodino...quel qualcosa che lui stesso aveva sistemato poco prima. Nemmeno quando quelle mani scesero sul suo punto più sensibile, parlò…e nemmeno quando sentì sulla propria pelle la protezione che il compagno gli stava lentamente facendo indossare. Non una parola nemmeno quando quell’olio gli scivolò in parte sull’inguine e tra le cosce, e udì un debole “Scusa…” come risposta a quel sospiro che non era riuscito a trattenere.

Fino a quel momento aveva tenuto gli occhi chiusi, la testa lievemente chinata in avanti per sfiorare le fronte del compagno quando le loro labbra non erano unite…ma appena si rese conto di quello che stava per fare, lo fermò, bloccandogli i fianchi con le mani…

“Non devi farlo…non devi dimostrarmi che hai ragione, come al solito…” mormorò, rialzando lentamente le palpebre per guardare quegli occhi azzurri e intensi davanti a lui. Elijah però sbuffò, accennando un sorriso…

“No…eri stato zitto fino ad ora!”

Dom gli sorrise a sua volta, muovendo le labbra per pronunciare un silenzioso “…fanculo!” prima di far scivolare una mano tra le gambe del compagno…mano che però Elijah fermò subito, scuotendo la testa. L’interprete di Merry lo fissò stupito per un istante, cercando di ribattere con lo sguardo, visto che sapeva fin troppo bene che le parole non sarebbero servite…ma si rese conto che anche quello era inutile, appena sentì il compagno aggrapparsi a lui, e scendere con estrema lentezza sul suo corpo. Si morse il labbro inferiore per trattenersi dal fare qualsiasi movimento, ma fallì miseramente…e alzò il bacino, spingendosi dentro di lui con forza, per poi tirarlo a sé e abbracciarlo contro il proprio petto per far calmare quel grido soffocato che aveva udito.

“Scusa…cazzo mi dispiace…” gli bisbigliò mentre sentiva le dita di Elijah affondare quasi nella pelle e il suo respiro irregolare e sofferente contro il collo.

Dopo qualche momento però, l’interprete di Frodo si divincolò da quella stretta e si rimise seduto sopra di lui, gli occhi fissi nei suoi e le labbra strette. Restò in silenzio e, lentamente, iniziò a muoversi sul suo corpo, soffocando dei gemiti più forti ogni volta che lo sentiva scivolare completamente dentro di sé.

Dominic lasciò ricadere la testa all’indietro, con le palpebre semichiuse e le mani sui fianchi del compagno, per guidarlo e sostenerlo ogni qual volta sentiva le sue cosce tremare per lo sforzo. Si passò la lingua sulle labbra, improvvisamente inaridite, e udì un sospiro di piacere più forte lasciare quelle socchiuse di Elijah che aveva inarcato la schiena con gli occhi chiusi, mentre il suo corpo continuava a spingersi sull’altro, per essere colpito in quel punto che aveva trovato e che lo stava facendo impazzire.

Dom allungò una braccio, con l’intenzione di tirarlo a sé, ma si ritrovò a far scivolare le dita su quel collo piegato all’indietro, sulla gola, sul mento…fino a raggiungere le labbra e sfiorarle con l’indice, ma allora, quando sentì la lingua di Elijah lambirlo debolmente, sussurrò…

“Bacio…adesso!” (“Kiss…now!” hihihi)

Un sussurro molto più simile ad un ordine, che subito il compagno, con un sorriso, eseguì, chinandosi in avanti e affondando quella lingua nella sua bocca con ardore, ottenendo la stessa risposta vigorosa. Dopo qualche momento, quel bacio divenne un semplice sfioramento di labbra tra i respiri affannosi che preannunciavano l’inizio della fine.

Elijah si rialzò un poco da lui, rallentando quei movimenti il più possibile, rendendoli però più profondi e intensi, aiutato ovviamente anche dall’amico…

“Dom…” sussurrò, con gli occhi chiusi, mentre faceva scivolare le mani sul suo petto per sentire come si alzava e abbassava rapidamente “…se ti dico una cosa…giuri che non insisterai per…sapere anche il resto…?”

“Ok…parla!”

“Credo di…essermi innamorato di una…persona ma…non chiedermi chi è…promettilo!”

Dominic riaprì lentamente gli occhi a quelle parole e vide che quelli dell’amico erano ancora chiusi, come se avesse paura di guardare il risultato di quella affermazione sul suo viso…e come un fulmine, quello che lui stesso aveva detto in quel sogno, gli esplose nella mente. Dio era assurdo…sbagliato…impossibile…ma in quell’istante non gli importava…niente era importante tranne quello che stava accadendo in quella stanza…loro due, insieme.

“Promesso…” mormorò per poi sorridere e aggiungere “…chi è?”

Elijah non riuscì a trattenere una debole risata che lo liberò da quella tensione nervosa che sentiva e che, fino a quel momento, gli aveva impedito di lasciarsi andare alle mille emozioni che lo scuotevano insieme alle onde di piacere.

“Sei uno…”

“Sai invece un’altra cosa…” lo interruppe subito Dominic “…nel mio sogno…dicevo a Orlando che…volevo vivere perché…mi ero innamorato…di te…” Lo disse continuando a sorridere divertito, forse per paura di una reazione brusca da parte dell’amico…ma Elijah riaprì lentamente gli occhi, fissando quelli del compagno intensamente mentre le sue labbra si incurvavano debolmente in un sorriso.

Non una parola per un lungo momento, solo quello sguardo e i loro respiri uniti, come quei due corpi che ancora si fondevano. Nient’altro che quei secondi in silenzio per dirsi qualcosa che probabilmente sarebbe rimasta non detta per sempre. Ma per entrambi fu sufficiente.

“E cosa…cosa ti ha risposto lui?” sospirò Elijah chinando la testa in avanti per appoggiare la fronte alla sua quando si sentì ormai al limite.

“Non mi ricordo!” rise Dominic “Forse ha cercato di sbattermi fuori ancora più forte…”

“Dom…sto per…”

A quelle parole, l’interprete di Merry tirò di scatto il compagno a sé, piegando le ginocchia per potersi spingere con forza dentro di lui, mentre con una mano lo accarezzava a ritmo dei propri movimenti…

“Dio…mi mancherai…” gli bisbigliò all’orecchio “…mi mancherà quello che…abbiamo passato insieme…quello che…”

“Sono…siamo ancora qui…” ansimò Elijah stringendosi a lui “…non dirlo…”

“Ma so già che…mi mancherai…cazzo Lijah sei un…bastardo! Mi hai fatto perdere la…testa…per…te…” l’ultima parola uscì dalle labbra di Dominic in un gemito, soffocato dalle onde dell’orgasmo che era esploso nel suo corpo…seguito pochi secondi dopo dal compagno che si sciolse nella sua mano dopo aver sospirato quelle ultime parole…

“E io ti odio...per la stessa…ragione…”

 

Orlando si rannicchiò su se stesso sotto le coperte, muovendo la guancia contro il cuscino, in quegli istanti che precedono il risveglio. Ancora cullato dal dolce tepore del sonno, sentì una lieve carezza sulla fronte e sorrise, senza rendersi pienamente conto di cosa stesse succedendo. E poi di nuovo, questa volta sui riccioli scomposti…e poi sulla guancia fin giù al collo. Quel tocco gentile gli solleticò la pelle e non poté fare a meno di ridere debolmente, cercando di allontanarsi leggermente, mentre rialzava le palpebre ancora appesantite dalle poche ore di riposo. Rialzò lo sguardo sull’uomo seduto vicino a lui, e sentì un tuffo al cuore per la sorpresa nello scorgere quegli occhi chiari fissi sul proprio volto, come se lo stessero scrutando e osservando da tempo.

“Mmm…” mugugnò con un sorriso, nascondendo il volto sotto le coperte “…cazzo Vig mi hai spaventato! È inquietante svegliarsi e trovare qualcuno che ti fissa in questo modo!” (ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti è puramente casuale…he he!)

“Non volevo svegliarti!” mormorò Viggo appoggiando i fogli e la penna che aveva in mano sul comodino, per poi spegnere la lampada che aveva acceso dalla sua parte.

“Cosa…cosa stavi scrivendo?” gli chiese il giovane quando, rialzando lo sguardo, si accorse dei fogli, ma Viggo scosse la testa, alzando le spalle, prima di lasciarsi scivolare sotto le coperte e appoggiarsi sul cuscino.

“Niente…solo alcune cose che mi sono passate per la mente”

“Cose…riguardo cosa?”

L’uomo sospirò con un sorriso, ma al tempo stesso si voltò sul fianco, dando le spalle al compagno, prima di sussurrare…

“Riguardo te…a come mi fai sentire e...tutto quanto...”

Orlando si rialzò all’improvviso su un gomito, lanciando un’occhiata ai fogli che, nella penombra, riusciva a scorgere sul comodino.

“Posso legger…” non riuscì nemmeno a terminare la domanda che Viggo lo bloccò con un secco “No!”

“Dai…non dico niente voglio solo le…” ci riprovò il giovane, allungando un braccio sopra alla spalla del compagno…ma l’uomo gli afferrò subito il polso, portandosi la mano sul petto…

“No!” ribatté nuovamente e ad Orlando non restò altro da fare che lasciarsi cadere dietro al suo corpo, accoccolandosi contro di lui, con un lamento.

Viggo sorrise divertito, e tirò un profondo respiro quando sentì quel calore contro la schiena. Chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare da quelle piacevoli sensazioni, ma dopo poco udì la voce bassa di Orlando vicino all’orecchio…

“Cosa credi che succederà domani?”

“Mmm…ci sveglieremo e ordineremo la colazione,  poi pagheremo il conto e saliremo in macchina e…”

“No…sai cosa intendo!” lo interruppe il giovane sorridendo “Cosa credi succederà tra qualche giorno quando lasceremo la Nuova Zelanda…quale sarà il nostro futuro…”

“Tu diventerai il nuovo attore più richiesto…come in pratica già sei, e ti offriranno decine e decine di copioni. Inizierai a girare un film dopo l’altro e…”

“…e tu invece continuerai a fare le tue mostre…” lo interruppe Orlando chiudendo gli occhi “…a leggere le tue poesie e ogni tanto, girerai qualche film…ma solo se ne avrai voglia o se avrai bisogno di soldi!”

Viggo scoppiò a ridere, stringendo la mano del compagno nella propria.

“E infatti alle premiere di fine anno, a te chiederanno di tutto sui prossimi film e a me…”

“…a te diranno: Allora Signor Mortensen, vogliamo girare qualcosa per far vedere alle donne il suo bel faccino o no? Qui stiamo perdendo la pazienza!”

“E io risponderò: Oh ma le donne sono occupate a guardare Bloom, non si accorgeranno della mia assenza!”

Orlando sorrise, muovendo la fronte contro la sua spalla…

“Mmm…non è vero!”

“Sì invece! Lo sai…ti guarderanno! Gli occhi di tutti saranno puntati su di te e sulla tua vita! E senza rendertene conto ti ritroverai con delle interviste mai fatte, delle dichiarazioni mai rilasciate, fidanzate mai conosciute...”

“Cazzo…stai portando un po’ sfiga Signor Mortensen, o sbaglio?” ribatté il giovane ridacchiando.

“È questo nostro mondo…” mormorò Viggo sospirando “…non puoi farci niente…e la cosa più difficile da fare in questo mondo, è viverci!” (The hardest thing in this world, is to live in it! Ohh Buffy, quanti ricordi!) 

“Ti ho già detto cosa ne penso! Possono credere ciò che vogliono di me, e vedere ciò che vogliono o leggere ciò che vogliono! Per ogni persona ci sarà un Orlando diverso…non mi importa! Io so chi sono e so…cosa voglio! E probabilmente nessuno vedrà mai il vero Orlando perché è così che deve essere ma…” si bloccò un istante e si ritrovò in pochi secondi tra le braccia dell’uomo che, improvvisamente, si era voltato verso di lui, gli occhi fissi nei suoi.

“Ma cosa, Signor Bloom?” gli bisbigliò Viggo sorridendogli. Dio, aveva provato un tuffo al cuore nell’udire quelle parole piene di forza e sicurezza…e si era sentito orgoglioso di lui, fiero di stringere a sé un ragazzo così dolce ma determinato.

Orlando aprì la bocca per rispondere, ma invece scoppiò a ridere, coprendosi il viso con la mano…

“Non mi ricordo cosa stavo per dire!”

L’uomo gli diede un bacio sulla fronte e lo strinse a sé con un sorriso, prima di mormorare “Lo sa Signor Bloom…? Lei è veramente un disastro! Come fanno milioni di fans a perdere la testa per lei ogni giorno…? Questo è un fenomeno da studiare perché è inconcepibile che delle donne sane di mente inizino ad adorarla così! Lei sta ossessionando la maggior parte dell’emisfero femminile di questo pianeta, ed anche una parte di quello maschile, se ne rende conto?” sentì contro di sé il corpo del giovane tremare per le risate e continuò “E soprattutto, sta tenendo sveglio me quando invece dovrei dormire perché tra poche ore sarà l’alba!”

Orlando si divincolò leggermente dalla stretta dell’uomo per alzare la testa e guardarlo negli occhi…e tentando di restare serio, sussurrò…

“Signor Mortensen posso…farle un’ultima domanda?” vide Viggo annuire divertito ma allora anche quel mezzo sorriso che aveva sulle labbra si spense, lasciando spazio ad un’espressione lievemente tesa “Crede che…” la sua voce si abbassò ancora di più, diventando un debole bisbiglio “…possiamo fare ancora l’amore prima dell’alba?”

La risposta di Viggo si fece attendere solo quei brevi millesimi di secondo necessari per mandare gli impulsi dal cervello ad ogni parte del corpo, e con la stessa rapidità, Orlando si ritrovò a rispondere ad un baciò appassionato, sotto al corpo del compagno…le mani appoggiate sul cuscino, strette alle sue.

“Vuoi voltarti…?”

Quella voce calda, roca ed estremamente sensuale…un bisbiglio a fior di labbra…ed un’unica risposta, nascosta dietro un sospiro…

“Sì…!”

E dopo momenti interminabili, i due corpi si unirono nuovamente, all’inizio con frenesia e vigore come dopo una lunga separazione forzata, ma poi con movimenti lenti e intensi, accompagnati ogni singolo istante da sospiri e gemiti più o meno decisi. Un’armonia passionale di gesti e suoni, assecondati dal silenzio che regnava nella notte. E ad un tratto, la mano di Viggo afferrò quella di Orlando, sopra al cuscino, accanto al suo viso…

“Sai che…ti voglio bene…vero?” (You know…that i love you…don’t you?”)

…gli bisbigliò l’uomo all’orecchio, osservando il profilo del suo viso che riusciva a scorgere…e prima che quei movimenti crescessero nuovamente di intensità, fino a raggiungere il limite e spegnersi nell’estasi di quell’unione, udì la debole risposta del giovane…

“Anch’io ti…voglio bene e te ne vorrò...fino a quando...morirò…” (And I…will love you…until the day that…I’ll die…)

Minuti di interminabile calma e profondi respiri, leggere carezze e lievi baci, mentre i cuori di entrambi si tranquillizzavano dopo l’esplosione che li aveva scossi…e i due amici si ritrovarono di nuovo abbracciati, distesi sul fianco, gli occhi incatenati in uno sguardo languido e stravolto dalla passione vissuta.

“Come sei drammatico…” gli bisbigliò Viggo mentre con le labbra gli sfiorava il profilo del naso “…non è da te dire queste cose…!”

Orlando accennò un sorriso, abbassando stancamente le palpebre per lasciarsi andare a quel tocco delicato sul viso…

“Lo so ma…è vero…voi tutti, e tu specialmente, siete stati la mia vita in questo posto e…non posso dimenticare…non…” si fermò quando sentì un nodo alla gola, ma deglutì e in un soffio terminò la frase “…non voglio dimenticare! Cazzo è…è tremendo doversi dire ad…”

“No!” la voce dell’uomo, anche se più debole di un sussurro, risuonò come un grido “Non dimenticare e non dire addio!

“Io non so come…”

“Orlando! Non dire niente…non ce n’è bisogno! Non servono parole!”

“Ok…” sussurrò il giovane rannicchiandosi contro di lui “…allora buona…” ma si fermò spalancando gli occhi quando Viggo lo allontanò da sé e, con un sorriso stampato sul volto, lo costrinse a sdraiarsi di schiena, facendogli posare le braccia lungo i fianchi…ed allora alzò la voce “…e no cazzo! Ancora così no!”

“Silenzio!” ribatté l’uomo alzando la testa per fissarlo dritto negli occhi “Ti ho messo a dormire!”

Orlando lo guardò con un broncio, restando però zitto e immobile, e vide che il compagno, dopo avergli sorriso compiaciuto, si era di nuovo voltato dalla parte opposta del letto…così quella breve tregua finì…

“Ma dai…mi sento un idiota a restare qui così! E tu sei uno stronzo! Facciamo l’amore e poi mi sbatti qui in un angolo! Non pretendo chissà quali smancerie…ma almeno un po’ più di interesse nei miei confronti! Non sono un giocattolo qualunque! E anche se…”

A quelle parole, Viggo si voltò nuovamente verso di lui con un sospiro e gli coprì la bocca con la mano per farlo stare zitto, tentando di restare il più possibile serio di fronte al giovane che, in quella posizione, non faceva niente per liberarsi e continuare a parlare. Con le labbra sussurrò un “Shh!” e solo allora fece scivolare via la mano dal suo volto…

“Ma tu sei un…”

“…una bambola ma…” ribatté all’istante Orlando, solo per ritrovarsi di nuovo zittito dall’uomo, ma questa volta, a fargli mancare il fiato fu un bacio, rapido ma intenso.

“…un idiota!” finì Viggo sorridendogli sulle labbra. Per qualche momento restò in silenzio a guardare l’amico negli occhi…quegli occhi dolci e profondi che a volte lo guardavano con immensa devozione e fiducia…e quando finalmente anche Orlando gli sorrise, si lasciò scivolare al suo fianco, appoggiando teneramente la testa sul suo petto, e spostandogli le braccia per fare in modo di essere circondato da esse.

“Dovrai lasciarmi dormire qui con te bambolina…” gli mormorò, cullato dal suo respiro profondo e regolare “…sull’altro lato hai fatto un bel po’ di casino prima!”

Orlando non disse niente, si limitò a chiudere gli occhi, con ancora quel sorriso impresso sul viso e le braccia strette attorno alle spalle dell’uomo…non c’era bisogno di dire altro, ora l’aveva capito…e Viggo poteva sentire tutto quello non detto al ritmo di quel cuore che batteva all’impazzata sotto di lui.

 

Ed infine i raggi del sole illuminarono la stanza, minuto dopo minuto, ora dopo ora, un’altra giornata iniziò. Ma solo quando le lancette dell’orologio raggiunsero metà del proprio percorso, il giovane che fino a quel momento aveva dormito profondamente, si girò su se stesso, stiracchiandosi nel letto, prima di rialzare stancamente le palpebre. Per qualche secondo fissò il soffitto mentre una strana euforia lo invadeva…poi voltò la testa, e vide l’amico disteso al suo fianco, anche lui immobile con gli occhi spalancati verso l’alto e le mani sul petto.

“Mmm…Lij sei ancora vivo?” mugugnò deglutendo, la voce ancora impastata dal sonno, e lo colpì non molto gentilmente al braccio.

“Ahi! Vaffanculo, sì!” ribatté l’altro con una smorfia, senza però muovere un solo muscolo del resto del corpo.

“Da quanto sei sveglio?”

“Da cinque minuti credo”

“ E perché sei ancora qui? Perché non sei andato in bagno a prepararti scusa?”

Ma Dominic rimase stupito a fissarlo quando vide il compagno sorridere prima di scoppiare a ridere…e quella risata diventò sempre più alta e continua.

“Lijah?” lo chiamò senza trattenere a sua volta un sorriso che si trasformò anch’esso in una debole risata quando si accorse che l’amico non aveva intenzione di smettere “Che cazzo hai da ridere? Smettila! Mi sembri pazzo!”

“Ah io sono pazzo?” replicò di botto Elijah fermandosi solo un istante per sospirare, prima di scoppiare a ridere di nuovo “E tu che ridi senza nemmeno sapere il perché?”

Dom si rialzò su un braccio per guardarlo, cercando di tornare serio ma non ci riuscì e veramente non sapeva il perché…era pazzesco…

“E dimmelo allora! Ma quanto sei…”

“Non riesco a alzarmi!” rispose l’interprete di Frodo tra le risate “Mi fanno male le gambe in un modo allucinante!” e a quelle parole anche Dominic scoppiò in una risata fragorosa, lasciandosi ricadere sul letto.

Quando, dopo qualche minuto, entrambi riuscirono a calmarsi, si guardarono negli occhi, lucidi per le lacrime di divertimento, ed Elijah alzò un braccio, indicando all’amico la porta del bagno.

“Vai…divertiti…e quando torni…”

“…se non ti sei ancora alzato, ti do una mano ad entrare nella vasca?” terminò Dom seriamente, solo per ricominciare di nuovo a ridere. Lentamente si alzò dal letto, raggiunse il bagno e mentre richiudeva la porta dietro di sé, udì la voce del compagno…

“Guarda che lo fai!”

 

Orlando riaprì gli occhi quando il sole era ormai alto, oltre le montagne, e vide la stanza illuminata a giorno. In lontananza intravide i vestiti sparsi sulla moquette bianca e non poté fare a meno di sorridere appena sentì un dolce brivido lungo la schiena…ma appena abbassò lo sguardo, sentì ben altro…un tuffo al cuore e un dolce calore in tutto il corpo, quando si rese conto di stare ancora stringendo Viggo tra le braccia. Il volto dell’uomo era seminascosto contro il suo collo, il respiro lento e costante nel sonno.

Tentò di alzare una mano per accarezzargli la fronte, ma un senso di intorpidimento lo invase, e comprese di non poter restare ancora per molto in quella posizione…così lentamente, si lasciò scivolare via dal corpo del compagno, facendo in modo che egli ricadesse senza scosse sul materasso. Quei movimenti provocarono solo dei deboli sospiri da parte di Viggo che, come se niente fosse, si strinse sotto le coperte.

Il giovane si stiracchiò, lasciandosi sfuggire un lamento quando sentì uno strano indolenzimento alle gambe, ma senza aspettare un solo secondo, partì alla volta del bagno. Subito aprì l’acqua nella doccia, precipitandosi sotto di essa quando arrivò alla temperatura perfetta. E per qualche minuto rimase immobile sotto al getto…gli occhi chiusi e un debole sorriso sulle labbra, mentre, senza volerlo, le immagini di quello che lui e Viggo avevano fatto quella notte, iniziarono a ripetersi nella sua mente, mandando continui impulsi a quell’estremità del suo corpo che si era risvegliata a sua volta. Cercò con la mano il bagnoschiuma che aveva intravisto poco prima e se ne versò un poco nella mano, iniziando a passarselo sulla pelle bagnata e cercando di soffocare i deboli gemiti che gli venivano spontaneamente ad ogni carezza.

Viggo si rigirò su se stesso diverse volte, prima di trovare la forza per mettersi seduto e sgattaiolare fuori dalle coperte accoglienti. Ancora con gli occhi assonnati, si diresse verso il bagno, entrando senza prestare particolare attenzione a quello che succedeva attorno a sé. Dopo qualche minuto si ritrovò davanti allo specchio, lievemente appannato dal vapore, ma, come se niente fosse, alzò una mano e ne ripulì una parte per guardarsi…e lentamente aprì il rubinetto dell’acqua calda.

“Ma porca…cazzo!”

Un grido…e Viggo aggrottò le sopracciglia, voltandosi.

“Cazzo! Chiudi l’acqua! Cazzo…cazzo!” continuò ad imprecare Orlando cercando di spingersi contro la parete per stare lontano dal getto gelato ma contemporaneamente, allungando un braccio per chiuderlo.

L’uomo si risveglio di colpo da quello stato di semi-incoscienza post-sonno in cui ancora si trovava e rapidamente richiuse l’acqua calda, permettendo così ad essa di tornare a scorrere copiosamente nella doccia.

“Scusa!” mugugnò, cercando però di trattenere una risata.

“Ma fanculo! Sai dove puoi infilartele le tue scuse?” ribatté Orlando facendo scivolare il vetro per guardare fuori verso di lui “Hai bloccato la mia naturale fase del risveglio! Adesso mi resteranno i brividi di freddo per tutta la giornata! Stronzo!” e con quell’ultimo ‘complimento’, il giovane richiuse l’anta violentemente.

Viggo restò a fissarlo attraverso il vetro zigrinato con la bocca aperta in un misto di stupore e divertimento…ma poi le sue labbra si incurvarono in un sorriso malizioso, mentre il suo sguardo indugiava su quel corpo nudo per lo più celato.

“Posso fare qualcosa per farmi perdonare?”

“No! Fottiti!”

“Mmm…come siamo nervosi appena svegli!”

“Sono nervoso e incazzato perché uno stronzo mi ha levato l’acqua calda! Ecco perché!” esclamò Orlando, senza rendersi conto però che l’uomo aveva raggiunto la doccia ed ora stava facendo scivolare lentamente da parte l’anta di vetro.

“Ti ho già chiesto scusa per quello, no?” sussurrò Viggo, usando apposta un tono di voce basso per non farsi sentire, ed infatti il giovane ribatté quasi con un grido…

“È inutile che parli tanto non ti sento!” che però si spense in un sospiro quando si rese conto di non essere più solo in quel box. Abbassò improvvisamente le mani, che si stava facendo scivolare nei capelli, e si voltò con gli occhi spalancati…solo per ritrovarsi di fronte il compagno…il suo corpo caldo e ancora asciutto, se non per le gocce d’acqua che l’avevano raggiunto.

“Che vuoi?” gli chiese, tentando di mantenere un tono freddo anche se l’eccitazione nel suo corpo faceva cadere subito ogni maschera “Vattene! Mi merito altri dieci minuti!”

Viggo gli mise una mano dietro la testa e lo tirò di scatto a sé, facendo aderire il proprio corpo a quello bagnato e scivoloso del giovane.

“E io mi merito un po’ di gentilezza dopo tutti quegli insulti, non credi?” gli bisbigliò sulle labbra prima di ricoprirle con le proprie. Fece scivolare la lingua tra di esse, obbligando Orlando ad un bacio violento e possessivo, al quale però il compagno rispose con la stessa foga, prima di spingerlo via da sé e appoggiarsi con la schiena alla parete liscia, ansimando…

“Allora…cosa vuoi sporco Umano?”

Viggo gli sorrise, mettendosi sotto il getto d’acqua calda per qualche secondo…lo sguardo sempre fisso sul viso di Orlando.

“Voglio farmi perdonare, no?”

“No! Non puoi fare niente per farti…perdonare!” replicò il giovane seguendo con lo sguardo la mano del compagno che aveva preso il bagnoschiuma “E non dirmi che vuoi lavarmi la schiena perché…” si bloccò, appena sentì il sapone liquido scivolargli sulle spalle e lungo il petto, subito seguito dalle mani di Viggo che, lentamente, avevano iniziato a seguire lo stesso percorso.

“Non stavo pensando alla schiena…” gli bisbigliò l’uomo all’orecchio, prima di spingersi contro di lui, intrappolandolo tra il proprio corpo e la parete fredda “…ma è sempre una parte di te!”

Orlando sorrise quando sentì le labbra del compagno stuzzicargli sensualmente il lobo dell’orecchio, e istintivamente fece passare le braccia attorno alla sua vita mentre i loro corpi iniziavano a strusciarsi l’uno contro l’altro lentamente, scivolando con languidi movimenti, aiutati dal bagnoschiuma e dall’acqua che ancora scorreva al loro fianco.

“Mmm…è bello…” sospiro il giovane, mordendosi il labbro inferiore “…cazzo…è troppo bello…mi stai…distruggendo solo con…questo…!” si aspettava qualche risposta, ma udì solo il suo respiro affannoso e sentì le sue mani scivolare dietro sulla schiena. Solo dopo qualche momento, la voce calda e sensuale di Viggo lo raggiunse di nuovo…

“Chiudi le gambe…”

Il giovane lo fece senza obbiettare, e subito sentì l’eccitazione del compagno scivolare tra le proprie cosce, ed iniziare a muoversi tra di esse come la notte prima aveva fatto all’interno del suo corpo.

“Viggo…” sussurrò, chinando la testa verso la sua…voleva baciarlo ma tutto quello che riuscì a fare fu sfiorargli la tempia con le labbra, mentre quel respiro affannoso cresceva e cresceva di intensità tanto quanto quelle spinte. Tentò di stringerlo con più forza a sé, ma sentì sul collo le labbra dell’uomo che avevano iniziato a succhiare con ardore la pelle umida e si lasciò sfuggire un gemito che, in qualche modo, portò prepotentemente il compagno al limite. Sentì quel corpo bagnato scuotersi tra le proprie braccia e poi rilassarsi, mentre il liquido più bollente dell’acqua gli scivolava lungo le gambe.

Viggo solo allora rialzò la testa, percorso ancora dalle piacevoli onde dell’orgasmo e, con le palpebre semichiuse, baciò le labbra socchiuse del compagno teneramente, tanto che Orlando non riuscì a non sorridergli con la stessa dolcezza, anche se ogni singola fibra del suo essere fremeva per essere portata al piacere.

Ma l’uomo vide chiaramente quella richiesta nei profondi occhi castani che lo fissavano, così si voltò, prendendo il posto del compagno contro la parete, senza mai allontanarlo da sé…

“Vieni qui…avanti!” gli sussurrò, quando Orlando appoggiò i gomiti e le mani contro il muro, accanto al suo viso…ma rise debolmente alla risposta del giovane…

“È questa la mia intenzione!”

Appena sentì la sua eccitazione bollente tra le cosce, fece scivolare le mani sulla sua schiena ed iniziò ad accarezzarlo lentamente, anche se capiva dal suo respiro che quei movimenti frenetici l’avrebbero portato presto al limite. Sentì le mani del giovane sulla testa, così l’allontanò qualche secondo dalla parete per permettergli di far scivolare le braccia dietro al suo collo e stringersi a lui…ed allora vide i suoi occhi chiudersi, per abbandonarsi completamente all’intimità di quel momento. Trovava strano che Orlando non avesse ancora iniziato ad imprecare o a gemere parole senza senso come la notte prima, ma da un lato quel silenzio, interrotto solo dal respiro affannoso e dai sospiri, era più eccitante ed erotico di qualsiasi parola. Raggiunse le sue labbra e le dischiuse con la lingua, cercando quella del giovane che, per qualche istante rispose con ardore, prima di perdersi però negli istanti che precedono l’orgasmo.

“Oh…dio…” gemette alla fine Orlando, rilassandosi nuovamente contro il corpo dell’uomo “…è stato…incredibile!”

“Vuol dire che sono perdonato?”

“Cazzo…sì! Non ricordo di essermi mai svegliato così bene!”

Viggo sorrise, sfiorandogli le labbra con la lingua…

“Anche se ora dovremo fare la doccia con l’acqua fredda?”

Il giovane spalancò gli occhi ed allungò una mano sotto il getto solo per ritirarla con una smorfia…

“Ma no! Dannazione non me n’ero accorto!”

“Si vede che qualcun altro la sta usando!”

“Mi lamenterò per questo col personale quando scenderò a pagare il conto!”

“Non è colpa loro se invece di lavarti, preferisci restare qui a…giocare con me!”

Orlando aprì la bocca per rispondere, ma la domanda dell’uomo lo interruppe…

“Sei pronto?”

“Pronto per…” riuscì a sussurrare, prima di essere spinto sotto il getto d’acqua fredda.

 

Dominic uscì dal bagno con un asciugamano legato intorno alla vita. Lanciò un’occhiata al compagno e vide che era ancora disteso sul letto, così, sorridendo, si avvicinò a lui, inginocchiandosi davanti al lato del letto…e solo allora si rese conto che i suoi erano chiusi.

“Lijah svegliati!” gli sussurrò, sfiorandogli il viso con la mano, ma quando non ottenne nessun risultato, alzò leggermente la voce “Elijah in scena presto! Peter ti vuole subito sul set!” e scoppiò a ridere quando vide quegli occhi azzurri spalancarsi di colpo.

Elijah si mise seduto all’improvviso, ma quando realizzò dove si trovava e cosa era successo, girò la testa verso il compagno con una smorfia…

“Vaffanculo stronzo! Non è divertente!”

Dom cercò di smettere di ridere, e dopo qualche momento ci riuscì…

“Muoviti avanti! Altrimenti l’acqua si raffredda!” cercò di aiutare il compagno a rialzarsi ma Elijah scosse la testa, facendogli capire che, in un modo o nell’altro, ce l’avrebbe fatta da solo. Si trascinò alla bene e meglio fino alla porta del bagno, ma lì si fermò a fissare stupito la vasca da bagno piena d’acqua e di schiuma come nei migliori film. Girò la testa verso l’amico, ma vide che era intento a rivestirsi, così assecondò il desiderio delle proprie gambe ed entrò lentamente nella vasca, lasciandosi scivolare nell’acqua fino a quando solo la testa rimase fuori. Sorrise, chiudendo gli occhi, quando iniziò a sentire la piacevole sensazione che quel calore gli provocava…ma dopo qualche momento li riaprì, appena sentì un sospiro…e vide Dom in piedi sulla porta, le mani nelle tasche dei jeans chiari e la camicia bianca ancora sbottonata sul petto…i capelli lievemente arruffati e umidi.

“Ti ho appoggiato i vestiti qui…così non devi fare troppa fatica per abbassarti a prenderli!” mormorò l’interprete di Merry sorridendogli divertito. Udì la debole risposta del compagno…

“Grazie! Non era il caso…anche questo…potevo fare la…”

…ma subito lo interruppe, avvicinandosi alla vasca ed inginocchiandosi sul lato…

“Puoi accendere l’idromassaggio se vuoi…dovrebbe aiutarti a rilassare i muscoli!” indicò con la mano l’angolo “Non so come si regola…va a caso…prima o poi indovini!”

Elijah annuì a bocca aperta guardando da quella parte, solo per poi posare di nuovo lo sguardo sul volto del compagno…

“Non l’hai fatto anche tu prima?”

“No, ho fatto la doccia! Ci voleva troppo tempo per riempire due volte la vasca…dio, hai visto quant’è grande?”

“Grazie…non…”

“E smettila di blaterare quella parola!” ribatté Dom sorridendo nervosamente. Prese in una mano un po’ di schiuma e, prima di rialzarsi in piedi, la lasciò ricadere sui capelli ancora asciutti dell’amico che subito, se li ripulì con un sorriso. 

“Dove vai?” sussurrò Elijah alzando gli occhi verso di lui.

“Ordino qualcosa da mangiare…qualcosa come colazione!”

“Non mi va di fare colazione a quest’ora…”

“Nemmeno a me va ma…ho fame!”

L’interprete di Frodo annuì, abbassando lo sguardo davanti a sé, sulle proprie mani che giocherellavano con la  schiuma, ma quando udì le parole dell’amico…

“Bene…allora ti lascio…”

…non riuscì a trattenersi, e mormorò dolcemente…

“Se vuoi puoi…restare! Possiamo fare il bagno…insieme…anche se hai già fatto la doccia ma…” deglutì e alzò timidamente lo sguardo su di lui, con le labbra strette e le sopracciglia aggrottate come per paura della sua risposta “…se vuoi…”

Dominic abbassò le palpebre per qualche secondo, con un profondo sospiro, prima di incrociare di nuovo quegli occhi azzurri…

“Se entro con te…non ne usciremo più…lo sai no?” rispose accennando un sorriso “E non possiamo restare chiusi qui dentro per tutto il giorno, giusto?”

“Giusto…” bisbigliò Elijah sospirando intensamente. Si accorse che l’amico aveva accennato a voltarsi così lo richiamò “…ma…Dom!”

Lo rivide di nuovo in piedi al suo fianco…così alzò una mano bagnata di schiuma e l’appoggiò sul suo petto nudo, fin dove riuscì ad arrivare, per poi farla scendere verso il basso, lasciando un percorso umido sulla pelle asciutta del compagno. Non smise mai di fissarlo negli occhi, nemmeno quando raggiunse il ventre e lì, afferrò la vita dei jeans e con forza lo tirò verso di sé, per costringerlo ad abbassarsi.

Dominic non poté far altro che inginocchiarsi di nuovo accanto alla vasca ed ora che il suo viso era quasi alla stessa altezza di quello dell’amico, vide nei suoi occhi il desiderio liquido e ardente che sentiva bruciare anche dentro di sé…la stessa voglia di stringerlo per sentire i loro corpi uniti.

“Solo un bacio…ok?” gli bisbigliò Elijah posando la mano sulla sua guancia. Vide il compagno tentennare, mentre la sua forza di volontà vacillava di fronte a quella richiesta all’apparenza semplice e innocente…fino a cedere disperatamente con un sospiro…

“…dio!”

Il sussurrò di Dominic si spense sulle labbra dell’amico che, fin da subito iniziarono a sfiorarlo con ardore. Le loro lingue attesero solo qualche secondo, prima di scontrarsi e perdersi in una danza frenetica che passava continuamente da una bocca all’altra.

L’interprete di Merry strinse le mani sul bordo della vasca quando Elijah si aggrappò alle sue spalle, facendo scivolare le braccia dietro al suo collo per tirarlo più vicino…iniziava già a sentire la stoffa impregnarsi d’acqua…ma il pensiero di non avere altri vestiti con sé svanì quasi subito dalla sua mente e senza nemmeno rendersene conto, fece affondare un braccio nell’acqua per raggiungere il corpo dell’amico e tirarlo verso di sé.

Elijah sentì la mano del compagno dietro la schiena e si inarcò versò di lui, soffocando nella sua bocca un lamento per la posizione per niente comoda, ma senza far niente per modificarla.

Lentamente quel bacio passionale diminuì di intensità, e Dominic rialzò il braccio, lasciandolo immobile sopra la vasca, mentre con un sorriso, esclamava…

“Credo di aver fatto una stronzata!”

L’interprete di Frodo lanciò un’occhiata alla camicia completamente fradicia e scoppiò a ridere.

“Ecco bravo! Ridi!” mormorò Dom facendola scivolare con attenzione lungo le braccia, per poi strizzarla. Sentì un’altra risata e lanciò un’occhiata all’amico, prima di rialzarsi e appendere la camicia ai rubinetti della doccia.

“Non asciugherà mai lì!” ribatté Elijah continuando a ridacchiare, ma si bloccò con un sospiro quando vide il compagno, a petto nudo, fare un passo verso di lui.

“Hai qualche altra geniale idea?”

“Sì…togliti i jeans e vieni qui!”

Dominic sorrise maliziosamente, arretrando però verso la porta…

“Ah no! Non mi freghi più con quell’espressione da angelo! Tu stai cercando di tentarmi ancora! E mi ritroverò senza nemmeno un vestito asciutto da mettere!”

“Dom…” sussurrò dolcemente Elijah, ma l’altro ragazzo aveva ormai raggiunto lo stipite.

“No! A te non importa! Sono rimasto senza camicia ma non te ne frega niente! Vuoi solo usare il mio corpo per soddisfare le tue voglie! Egoista!”

“Dom…!” ripeté l’interprete di Frodo ridendo, ma infine lo gridò, quando l’amico uscì dalla porta con un sorriso “Dom!”

Dopo una decina di minuti, Elijah uscì dal bagno, con addosso i jeans scuri e la camicia nera della sera prima aperta sul petto, i capelli ancora umidi e un’espressione esasperata sul volto…

“Sei uno stronzo!” esclamò “Un grandissimo…” ma si zittì appena vide che l’amico era seduto sul letto, intento a mangiare qualcosa da due ciotole. Così si avvicinò in silenzio e quando vide di cosa si trattava, scoppiò a ridere “Non ci credo! Sei pazzo? Fragole e panna alla una di pomeriggio?”

“Avete dimenticato qual è il cibo preferito degli Hobbit, Padron Frodo?” mormorò Dom, imitando la voce di Sean sorridendo, prima di passargli una delle ciotole.

Elijah si sedette dal lato opposto e iniziò a mangiarne alcune, immergendole nella panna prima di portarsele alle labbra, ma rischiò di strozzarsi quando udì la voce del compagno…

“Sai quanti bei giochi si possono fare con queste due cose?”

“Nessuno che non richieda un altro bagno…e sono stanco di restare nell’acqua da solo!”

“Mmm…crudele!” bisbigliò Dominic sorridendogli, prima di farsi scivolare una fragola tra le labbra sensualmente. Non aveva intenzione di provocare l’amico…non del tutto almeno, ma in qualche modo ci riuscì comunque, e vide Elijah abbassare lo sguardo con le guance tinte di rosso “A cosa hai pensato?”

“Come…?” gli chiese l’interprete di Frodo mangiando nervosamente un’altra fragola.

“A cosa hai pensato quando ho fatto…” ripeté il gesto, più lentamente e fissando il viso dell’altro “…questo…?”

“A niente!” rispose ridacchiando Elijah “A cosa avrei dovuto pensare?”

“Dimmelo tu!”

“No, dimmelo tu…!”

Dominic si mise in ginocchio sul materasso, avvicinando le labbra all’orecchio dell’altro…

“A una…parte del tuo corpo nella mia bocca! Una parte che non ho ancora…assaggiato!”

Elijah sentì le palpebre pesanti al suono estremamente sensuale della sua voce, ma quando guardò di nuovo il suo viso, si accorse di quel sorriso ironico…ed allora lo spinse via, rialzandosi rapidamente dal letto…

“Vaffanculo! Non mi diverte scherzare su queste cose!” si guardò attorno, cercando qualcosa da sistemare ma trovò tutto in ordine…probabilmente Dominic aveva rimesso ogni cosa a posto mentre lui era in bagno, anche il cappello nero e la cravatta erano posati sul tavolino contro il muro…così, non trovando altra via di fuga, si avvicinò ad essi, ma appena allungò un braccio per prenderli, una mano gli afferrò il polso.

“Non stavo scherzando!” gli mormorò Dominic contro il collo “Appoggiati al muro!”

Elijah lo fissò per qualche secondo, ma lo fece…trattenendo però il fiato quando sentì le mani del compagno sulla vita…

“Cosa vuoi fare?”…i jeans scivolarono lungo le sue gambe, finendo a terra, attorno alle sue caviglie, e subito i boxer seguirono lo stesso percorso.

Dom lo fissò negli occhi intensamente e gli baciò le labbra, prima di sussurrare…

“Voglio mantenere una promessa!”

…e con quelle parole si lasciò cadere in ginocchio davanti a lui. Appoggiò le mani sui suoi fianchi ed iniziò a baciargli l’inguine e a lambirlo eroticamente con la lingua.

Elijah chinò la testa verso il basso, con i grandi occhi limpidi spalancati e il respiro rapido e irregolare. Appoggiò le mani alla parete per darsi un qualche tipo di sostegno, ma si rese conto che era inutile quando il suo corpo tremò violentemente al primo contatto di quelle labbra bollenti contro la sua eccitazione.

“Non…non devi se…”

“Sta zitto!” bisbigliò Dom, muovendo nel frattempo il pugno su di lui “Ho detto che ti avrei succhiato fino a farti esplodere…” lo sfiorò con la lingua sulla parte più sensibile e udì un gemito “…ed è quello che farò! Adesso chiudi gli occhi e…divertiti!”

Ed Elijah non poté far altro che aggrapparsi alle sue spalle per reggersi in piedi quando si sentì inghiottito in quella bocca calda…e quelle labbra stavano davvero mantenendo quella promessa, facendogli qualcosa di estremamente eccitante che in quegli istanti non riusciva nemmeno a comprendere. Sentiva solo il cuore martellargli nella testa, il sangue pulsargli nel corpo e un liquido incandescente bruciare ogni sua fibra. Senza rendersene conto iniziò ad assecondare quei movimenti, spingendosi lentamente in quel calore, e quando non sentì alcuna resistenza da parte del compagno, tentò di aumentare quelle spinte per andare più in profondità…ma allora Dom gli bloccò di colpo i fianchi contro il muro, facendolo scivolare fuori, ad eccezione della punta che ancora sfiorava con le labbra…

“Piano! Mi stavi…strozzando!” bisbigliò “A che punto sei…?”

“Scusa…” gemette Elijah tra i sospiri, stringendo le mani sulle spalle nude del compagno per trattenersi dal rifarlo.

“Sei vicino Lij?”

“Sì…sì…fammi venire…ti prego!” (“Yes…yes…make me come…please!”)

“Dio…mi fai morire quando parli così!” sospirò Dominic sorridendo “Con molto piacere…” e ricominciò a lavorare su di lui con forza, incoraggiato dai gemiti sempre più intensi che sentiva…gemiti che molto spesso non erano altro che il suo nome, pronunciato nel modo più sensuale che avesse mai sentito.

“…Dom…devo…ora…sto per…”

Un ultimo grido soffocato ed Elijah si spense al culmine dell’estasi nella bocca del compagno. Le onde dell’orgasmo lo stavano ancora scaldando dolcemente, quando sentì sul ventre le labbra e la lingua di Dominic che, voracemente, lo stavano leccando e assaporando in ogni punto che riuscivano a raggiungere.

“Cosa fai…?” sussurrò divertito cercando di allontanarlo da sé.

“Mmm…non ho più gomme alla menta…” mugugnò Dom contro la sua pelle calda “…devo trovare un altro modo per…” ma non riuscì a terminare la frase. L’interprete di Frodo lo tirò per le braccia, facendolo rialzare, e dopo averlo fissato negli occhi per qualche secondo, posò le labbra sulle sue, spingendo la lingua nella sua bocca.

“Mmm…questo va meglio!” bisbigliò Dominic sorridendogli, prima di reclamare un altro bacio “Ce ne vorranno un bel po’…ma credo possa funzionare!”

Elijah però, all’ennesimo tentativo dell’altro di baciarlo ancora, chinò la testa…

“Forse qualche altra fragola può bastare?”

“Ecco lo sapevo! Il solito egoista!”

“No! È solo che…questo non è esattamente un calmante e se continuiamo così saremo di nuovo punto a capo! Dobbiamo ritornare!”

Dominic sbuffò facendo un broncio, ma poi alzò le spalle…

“D’accordo! Dammi quella camicia!”

“Cosa...? Perché?”

“Perché per colpa tua la mia è bagnata! Tu hai altri vestiti…quindi…dammi quella camicia!”

Elijah tentò di ribattere, ma in fondo sapeva che non ne aveva bisogno…così si riallacciò i jeans e lanciò la camicia nera al compagno, per poi raggiungere lo zaino e indossare una maglietta verde scuro con l’immagine di Paperino stampata sopra.

Dom si allacciò i bottoni, arricciando un po’ le maniche che altrimenti sarebbero restate troppo corte per lui e si guardò allo specchio compiaciuto…ma oltre al suo riflesso, intravide quello dell’amico e non riuscì a trattenere una risata…

“Oh…quanto sei sexy con quella!”

L’interprete di Frodo si voltò verso di lui, mimando un “Fanculo!” con le labbra, prima di afferrare la cravatta rossa e gettarla nello zaino “Questa non la metti!”

“No! Però conservala! Ricordati per cosa dobbiamo usarla…”

“Sì certo…nei tuoi sogni forse!” 

Dom appoggiò le mani sui fianchi e si voltò dalla sua parte…

“No, nei miei sogni…sei tu ad ammanettarmi al letto…” si avvicinò a lui fino a sfiorarlo col proprio corpo, il viso pericolosamente vicino a quello dell’amico “…e poi inizi a cavalcarmi per tutta la notte…e a divorarmi come se non ne avessi mai abbastanza! Ma alla fine mi liberi perché non puoi resistere senza sentire le mie mani su di te!”

“Mmm…” mugugnò Elijah sostenendo il suo sguardo “…e questo lo sogni prima o dopo essere entrato sotto la doccia con Orlando?”

“Beh…questa notte dopo!” rispose Dom con un sorriso divertito “Dopo averlo fatto nella realtà…purtroppo senza manette però…”

“E non ti ha fatto nessun effetto?”

“No…a parte quello di farmi una sega paurosa sotto la doccia appena sono riuscito a scappare in bagno!”

“Cazzo Dom sei osceno!” esclamò l’interprete di Frodo spingendolo via. Aprì la tasca anteriore dello zaino ma sentì ancora l’amico ribattere…

“E come credi che sia riuscito a farti tutto quello che ti ho fatto senza danni collaterali alla mia salute fisica? Dovevo per forza allentare un po’ la tensione prima di…” ma si interruppe quando Elijah gli lanciò addosso una leggera sciarpa bianca “…ma…è la mia!”

“Sì…l’hai dimentica nella mia stanza ieri sera quando ho dovuto spingerti fuori con la forza per farti andare via e poter dormire in pace!”

Dominic sorrise compiaciuto e se la legò al collo, ammirandosi poi allo specchio…

“Però…niente male! Forse però…manca ancora qualcosa…” lanciò un’occhiata all’amico e vide che si era appena messo il cappello nero, così allungò un braccio e glielo rubò, mettendoselo sulla testa “…così è perfetto!”

“Ehi è mio!”

“E smettila! Sta male con quella maglietta dai! Andiamo…?” e con quelle parole si avviò verso la porta, ma fu fermato dall’amico…

“Dom! Hai lasciato la camicia in bagno!” (Stile: Bilbo! Hai ancora l'Anello in tasca! Hihi!)

Con un sospiro allora andò a prenderla e rapidamente la gettò come se niente fosse nello zaino, per poi richiuderlo sotto lo sguardo sconvolto del compagno che seguì ogni suo gesto in silenzio fino a quando esclamò…

“Ma allora sei deficiente!”

“Smettila di insultarmi, stronzo!”

“È bagnata! E ci sono le mie cose qui dentro!”

“E allora? Tanto devi buttare comunque tutto in lavatrice!”

“Non è un buon motivo!” replicò Elijah spalancando gli occhi, ma poi li alzò verso il soffitto e, mentre l’amico si infilava le scarpe, cercò una sigaretta e se l’accese, ma fece in tempo a tirare solo una boccata, prima che l’altro lo notasse…

“Che fai? Spegnila! Non mi piacciono le persone che fumano!”

“Cazzi tuoi! A me si invece!”

“Ah sì…? Beh…io non fumo!”

“A questo si può sempre rimediare…” bisbigliò Elijah con un sorriso malizioso sulle labbra “…posso provare a cambiarti!”

“Tempo sprecato amico…non ce la farai!” ribatté Dom con un’espressione convinta sul volto “Io non fumo!” lanciò gli stivali neri al compagno e si voltò verso la porta “E faresti bene a smettere anche tu!”

Elijah si infilò gli stivali, riprendendo poi la sigaretta tra le dita, prima di mormorare…

“Lo vedremo!”

 

“Hai preso tutto?” chiese Viggo al compagno, dopo essersi allacciato le scarpe. Vide il giovane intento a muovere la stoffa della canottiera bianca sul ventre e sorrise “Non è ancora asciugata?”

“Mmm…no…è umida!” rispose Orlando alzando le spalle “Ma non fa niente…tanto non si nota!”

L’uomo fece un passo verso di lui e gli posò la mano sul ventre, muovendola lentamente…

“Mi dispiace!” gli bisbigliò “Non vorrei far prendere freddo alla mia bambolina preferita!”

“La…tua…bambolina starà bene!” replicò il giovane sorridendogli “Non sono così fragile come sembro! E in caso contrario…sarà tuo dovere pensare a come scaldarmi, no?”

 “Allora non vedo l’ora di vederti ammalato…” fece solo in tempo a mormorare Viggo prima di posare le labbra sulle sue dolcemente…ma dopo qualche momento, Orlando lo allontanò con la mano…

“Vig…non…è meglio andare…”

“Sì scusa!”

“No…va bene! Va troppo bene e…sai che se iniziamo con questo poi…una cosa tira l’altra e…non usciremo più da questa porta!”

L’uomo annuì con un sorriso e si guardò attorno…

“Sei sicuro di aver preso tutto quanto?”

Il giovane alzò le spalle “Sì certo…non avevo niente tranne quello che ho addosso!”

“No…intendevo…il resto…” ribatté Viggo indicando con lo sguardo la piccola scatola che l’altro aveva sotto il braccio, ed Orlando annuì subito…

“Sì! Credo…spero!”

“C’è…un bel po’ di roba lì dentro!” sussurrò l’uomo sorridendogli.

“Già…ma…non dovremo aspettare che mi ammali veramente per usarli…vero?”

“No!” rispose l’uomo sorridendogli “Spero ci siano molte altre occasioni per farlo!”

“E se non ci saranno? Se non ci saranno più occasioni per vederci e stare insieme?”

“Allora le creeremo noi! In un modo o nell’altro!”

Si sorrisero dolcemente, ed insieme uscirono dalla stanza, richiudendo a chiave la porta…ma si bloccarono con gli occhi spalancati per la sorpresa quando videro altre due persone varcare, nello stesso momento, la soglia dell’altra stanza a pochi passi da loro…

 

“Sì certo! Lo vedremo!”

Dominic indietreggiò lentamente, continuando a fissare il compagno che aveva richiuso in quel momento la porta “Guarda che se non voglio fare una cosa non la faccio! Punto! E tu non sei mai stato molto convincente! Anche se…” in quell’istante si rese conto di non essere più l’unica persona in quel corridoio…e il suo sguardo ricadde sulle due ferme poco lontane da loro “…oh merda!”

“…anche se forse ora ho scoperto dei modi infallibile per…” anche la voce di Elijah però si bloccò di colpo, appena vide l’espressione sul volto del compagno…e timidamente si voltò a sua volta in quella direzione, mentre dalle sue labbra usciva un “Ehi!” che più che un saluto sembrò un gemito sconvolto.

“Ciao…” mormorò Orlando lanciando un’occhiata nervosa a Viggo che, nel frattempo, stava tentando di decifrare dallo sguardo di Dominic se quel loro piccolo ‘segreto’ di qualche sera prima era ancora tale e se doveva inventarsi o meno una balla plausibile per girare attorno al fatto di essere stati scoperti tutti e quattro.

“Però che…coincidenza!” continuò l’interprete di Legolas cercando di sorridere il più spontaneamente possibile “Anche voi qui!”

“Già…proprio una coincidenza!” gli fece eco Elijah annuendo.

E come tutti si aspettavano si creò quel tremendo silenzio imbarazzante…silenzio che fortunatamente, Viggo interruppe, dicendo l’unica cosa sensata che gli era passata per la testa…

“Noi stiamo tornando al residence…siamo in macchina, volete un passaggio?”

“No!” rispose subito Dom, ma Elijah gli lanciò un’occhiata, esclamando un “Sì!” deciso, mentre le sue gambe ringraziavano in silenzio l’uomo per avergli evitato quella camminata.

Scesero nella hall e pagarono i conti delle stanze per poi dirigersi fuori nel parcheggio.

Viggo salì al volante ed Orlando al suo fianco, soffocando un lamento quando si mise seduto sul sedile…lamento che però non sfuggì a Dominic, che ridacchiò tra sé, quando quel piccolo particolare gli fece luce sul rapporto tra i due amici…ma quasi subito si trovò a ricoprire con la mano la bocca di Elijah, mentre l’altro si sedeva sul sedile posteriore accanto a lui.

Lo guardò negli occhi, pronunciando un “Ok…?” con le labbra e l’interprete di Frodo annuì, con una smorfia.

Partirono e di nuovo si creò quel silenzio che tutti e quattro odiavano…il viaggio non sarebbe durato molto, ma era comunque fastidioso restare così…soprattutto loro che scherzavano sempre per ogni più piccola cosa. Così Elijah, dopo aver tirato un sospiro, esclamò:

“Ehi Orlando…sai che Dom ti ha sognato?” lanciò un’occhiata al compagno e vide nei suoi occhi spalancati quelle parole che si era trattenuto dal dire, ossia qualcosa tipo “Che cazzo dici! Sta zitto!”. Ma da un lato la cosa funzionò, perché Viggo scoppiò a ridere, guardando gli amici tramite lo specchietto…

“Avanti racconta!”

“Ma niente di particolare…” mormorò Dom deglutendo “…è una cazzata!”

“Ma fa ridere!” intervenne Elijah “Ha sognato di finire in una doccia con lui…e Orlando tentava di spingerlo fuori ma lui aveva paura di uscire perché credeva che tu l’avresti ammazzato se l’avessi visto!”

Alle risate di Viggo questa volta si unì anche Orlando…

“E alla fine ti ho sbattuto fuori almeno?”

“Sì!” rispose subito Dom indicando con lo sguardo a Elijah di tacere una buona volta “Sì…sono uscito e mi sono svegliato…e sono ancora vivo!”

“Peccato! Avrei tanto voluto ammazzarti in sogno!” mormorò Viggo sorridendo “Finalmente mi sarei vendicato di tutto quello che dici in giro su di me!”

“Ma io dico sempre e solo la verità!”

“Sì certo…” ridacchiò Orlando, rivolgendosi poi al compagno “…ti ricordi quando ha detto che tutte le tue scene erano state fatte al computer perché…” ma si interruppe quando una suoneria squillò nella macchina.

Tutti e quattro restarono qualche secondo immobili, ma poi Elijah esclamò un “Oh!” e afferrò il cellulare nella tasca dello zaino.

“Ma non era spento?!” gli bisbigliò Dom fissandolo.

“L'ho acceso prima di uscire...” rispose l'altro a bassa voce, poi guardò il display e deglutì “...è Billy...”

“Oh cazzo!”

“E rispondi però!” intervenne Orlando guardando indietro verso i due “Che problema c'è?”

“No...è che...” Dominic lanciò un'occhiata al compagno, cercando un qualche tipo di sostegno, ma Elijah tirò un profondo respiro e terminò...

“...abbiamo spento i telefoni da ieri sera e non abbiamo detto né a lui né a Sean dove andavamo!”

L'interprete di Legolas scoppiò a ridere, ricordandosi cosa gli aveva detto Dom la mattina prima...

“Però! Bella uscita tra Hobbit avete fatto!”

“Ragazzi qualcuno risponda però!” intervenne Viggo “Quella suoneria mi sta facendo venire il mal di testa!”

Elijah guardò il cellulare che ancora vibrava nella sua mano, e poi il compagno al suo fianco con un'espressione di completo panico sul viso “Cosa gli dico?”

“Ok...dammi!” esclamò all'improvviso Dominic prendendo il telefono, fece un sospiro e schiacciò il tasto per la risposta “Ehi Billy! Come va? Sei già sveglio?”

- Lo sapevo che tu e quell'altro stronzo eravate insieme!-

“Lij? Sì è qui...stiamo tornando a...”

- Devo dirvelo che siete due bastardi o ci arrivate da soli? Dove eravate finiti eh? Vi abbiamo chiamati per tutta sera! Volevamo fare un'ultima uscita tutti insieme con Karl! Che Viggo fosse sparito era anche normale e si sarà trascinato dietro Orlando...ma voi due?-

“Già...scusate...ma racconta allora! Dove siete andati?”

- Vi siete persi un pub da favola! C'erano delle ragazze stupende, anche se l'unico che si è divertito materialmente è stato Karl! Comunque io e Sean ci siamo rifatti gli occhi su quelle! Che rimanga tra noi capito?-

“Certo...è com'erano quelle?”

- È inutile che cerchi di cambiare discorso! Voglio sapere dove siete stati voi due stronzi senza nemmeno avvertire! Non dico che eravamo preoccupati ma almeno uno squillo potevate farlo! Avanti parla! E non sparare una delle tue solite cazzate!-

“Beh siamo...usciti a mangiare qualcosa, il cellulare non prendeva in quel posto così l'abbiamo spento e...poi si è fatto tardi e abbiamo fatto un giro...e siamo rimasti a dormire in un Hotel perché eravamo troppo stanchi per tornare e...”

- Dom! Quale parte di 'Non una delle tue solite cazzate' non era chiara? -

“Ok hai vinto! Ci siamo trovati in un pub, siamo rimasti un po' lì e poi siamo andati nella stanza di un Hotel a scopare...ci siamo restati tutta notte e questa mattina nell'uscire abbiamo incontrato Orlando e Viggo, che erano lì per lo stesso motivo, e adesso stiamo tornando tutti e quattro al residence, contento?”

Il gelo calò nella macchina. Elijah e Orlando si voltarono entrambi verso l'amico fissandolo con gli occhi spalancati e un'espressione sconvolta...lo stesso valeva per Viggo che aveva rallentato, fino quasi a fermarsi e lo stava osservando tramite lo specchietto.

Dominic li guardò, alzando tranquillamente le spalle come se niente fosse, mentre aspettava la risposta di Billy, che non tardò ad arrivare...

- Cioè...fammi capire...tu con Elijah, e Viggo con Orlando...siete stati a scopare per tutta la notte in un Hotel?-

“Ah ah...sì...” annuì Dom, colpendo con la mano quella che il compagno aveva alzato per agguantare il proprio cellulare pronunciando in silenzio un “Sei scemo?”

- Ok...e quante volte l'avete fatto?-

“Dunque...se valgono anche i lavori di bocca...quattro. Uno al pub nel privé e tre in Hotel. Gli altri non lo so, devo chiedere...”

Viggo, che ormai aveva parcheggiato sul lato della strada per poter girarsi a sua volta e fulminare l'amico con lo sguardo, nascose il volto contro il sedile, scuotendo la testa...ma a Dom bastò guardare per qualche secondo gli occhi sconvolti di Orlando...

“Anche loro quattro...sempre più o meno, contando anche il resto”

Elijah lanciò un'occhiata ai due amici davanti a sé e poi tornò a fissare Dominic che si era comodamente semidisteso sul sedile con un'espressione completamente rilassata sul volto, facendogli segno con la mano di smetterla.

“Ah Billy...si sta scaricando la batteria...devo chiudere, ci vediamo tra poco!”

- Già...immagino...questa sera almeno siete liberi per cena o avete ancora in programma di andare a scopare da qualche parte? Magari nel bosco non so...-

“Mah, non credo...ci sentiamo quando arriviamo comunque, ok?”

- Ok...a dopo...e Dom...-

“Dimmi...?”

- Era meglio l'altra cazzata!- 

“Più realistica, vero?”

- Decisamente! A dopo! -

L'interprete di Merry spense il telefono, lanciandolo ad Elijah che lo afferrò al volo ma rimase con gli occhi spalancati a rispondere ad un breve bacio che il compagno, avvicinandosi a lui, gli posò sulle labbra.

“Fine!” esclamò Dom con un sorriso. Si sporse in avanti ed accese l'autoradio sotto lo sguardo ancora perplesso di Viggo e Orlando. Schiacciò qualche tasto fino a quando trovò una canzone decente e, mentre le prime note distorte di una chitarra elettrica risuonarono nel silenzio, si riappoggiò allo schienale...abbassò il cappello sugli occhi e sorridendo divertito, mormorò:

“Rock n' Roll!”

...e la macchina ripartì con una sgommata, tra la polvere che aveva alzato dal terreno, verso un futuro ignoto a tutti. Tranne che alle quattro persone sedute su quei sedili.

(Ok, questa cosa veniva meglio in un film, la macchina che parte con la canzone rock in sottofondo, scritta così fa un po' pena...ma chiudete gli occhi e immaginate...hehe)

 

                                                                     ***

 

Esiste un tempo, un luogo e un momento per ogni cosa.

Un giorno perfetto in cui tutto può accadere.

Un attimo in cui uno sguardo e un sorriso assumono un significato diverso

da quello che avevi sempre creduto.

Un istante in cui ogni singolo gesto diventa chiaro

ed ogni parola detta inizia ad avere un senso compiuto.

Siamo fuggiti da quell’attimo, da quell’istante,

correndo più forte che potevamo per seminarlo.

Ma non possiamo lasciare indietro qualcosa

che è sempre stato davanti a noi.

Ci siamo nascosti dietro queste maschere, dietro questi sorrisi,

 creando un perfetto mondo di cose non dette.

Ma come possiamo nascondere noi stessi

quando un solo sguardo esprime più di cento parole?

Noi possiamo mentire, possiamo recitare,

ma i nostri occhi no.

 

Quando le riprese terminarono definitivamente, Viggo ed Orlando si salutarono, ma senza pronunciare quell’inutile parola senza senso. Nessun addio. Continuarono a restare in contatto e a vedersi ogni qualvolta era possibile.

Orlando iniziò a girare un film dopo l’altro, diventando l’attore più richiesto e desiderato. E su di lui iniziarono a circolare ogni tipo di voce, alcune delle quali vennero smentite da lui stesso. Come si era ripromesso però, non parlò in nessuna intervista della sua vita privata, girando attorno alle domande insistenti dei giornalisti. Anche se, come sempre accade, le sue parole vennero modificate e adattate al contesto che questi volevano, in più di una occasione. Iniziarono a girare delle foto con quella che definivano essere la sua ragazza, un’attrice emergente ancora sconosciuta, prima di essere legata al suo nome, ma anche in questo caso, non smentì né confermò queste voci. Restò in silenzio a guardare come i giornalisti li mettevano insieme per poi farli separare, farli partire per improbabili vacanze romantiche, fino ad arrivare a farli quasi sposare, il tutto nell’arco di pochi mesi.

Viggo girò un film e continuò con le mostre delle sue fotografie e con le letture delle sue poesie. Incise un cd con alcuni amici, tra cui Dominic ed Elijah, ma restò al di fuori del gossip per quanto gli fu possibile. Anche se dovette smentire alcune storie romantiche con donne mai conosciute che gli erano state affibbiate, visto che quelle voci erano diventati così insistenti da incuriosire i suoi stessi parenti.

Le poche apparizioni in pubblico che fecero insieme, furono le prime premiere per l’uscita del terzo film della trilogia, ed in quelle occasioni, vennero immortalati in più di una foto abbracciati e sorridenti come poche volte si vedevano. Ai presenti non sfuggì nulla, né i dolci baci sulle guance che si scambiarono a Los Angeles, né il fatto che quella serata rimasero sempre insieme. Ma a fare notizia non furono quegli sguardi e quei sorrisi, ma il bacio sulle labbra che Dominic diede ad Orlando in uno dei suoi soliti scherzi.

Ed infine Orlando dovette ripartire per terminare le riprese di un film, e questo gli impedì di proseguire con gli altri in Europa. E gli occhi di Viggo per qualche ragione si spensero. I sorrisi tirati. Le risate sempre meno frequenti. Stanchezza dissero. Ma una data dopo l’altra, le foto erano sempre le stesse.

Orlando tornò a Londra  e lì, in quegli stessi giorni, Viggo venne riconosciuto mentre visitava il museo dedicato alla trilogia.

Il tempo passò, e le occasione per incontrarsi diminuirono. Orlando andò in Spagna e Viggo iniziò a girare per l’America per la promozione del suo film. E gli occhi di entrambi quando per qualche ragione venivano fotografati, sia per strada in un momento di solitudine, che davanti all’obbiettivo, erano sempre spenti.

 

Continuiamo a vivere in un mondo

che non ti giudica per quello che sei,

ma per quello che gli altri ti fanno diventare.

Passiamo ogni singolo momento

con la paura di dire o fare qualcosa di sbagliato.

E quella parola o quel gesto può farti perdere tutto.

Non puoi scegliere, non puoi cambiare, senza essere giudicato.

Ed ogni frase diventa uno specchio di te.

Uno specchio così fragile da poter andare in frantumi ad ogni secondo,

e di esso, di quello che eri, non resteranno altro che i frammenti.

Possono innalzarti, possono farti diventare quello che vogliono,

e con la stessa facilità, possono farti cadere nel nulla.

 

Elijah e Dominic. Dominic ed Elijah. Quei due nomi rimasero legati per molto tempo. Non solo per le voci che continuavano a circolare su loro due come coppia, voci che come sempre né smentivano, né confermavano, anche se entrambi avevano iniziato ad aggiungere frasi riguardanti le donne e ciò che ad entrambi piaceva di loro. I due amici parteciparono a decine e decine di eventi e party insieme. Si facevano fotografare tranquillamente, abbracciandosi e divertendosi ogni singola volta. Quando uno era in un posto, per qualche ragione, c’era sempre anche l’altro. Passarono i giorni ma le cose non cambiarono.

Iniziò il nuovo anno e a febbraio, a New Orleans parteciparono al Carnevale. La sera in cui Elijah sfilò in costume, nei panni di Bacco, Dom venne fotografato seduto al suo fianco ad un tavolo mentre si accendeva una sigaretta da quella dell’amico.

Ed il ventinove di quello stesso mese, Il Ritorno del Re vinse undici Oscar. Alla premiazione, insieme a Peter, Fran, Philippa, Ian, Liv, Sean e Billy, c’erano anche loro, seduti uno di fianco all’altro, per assistere alla consacrazione definitiva di quei film che avevano cambiato la vita di tutti quanti.

 

Quello che siamo, quello che proviamo,

nessuno di loro potrà mai saperlo,

che sia lo stesso che tutti quanti credono,

o l’esatto contrario.

Facciamo parte di quel mondo

e restiamo in silenzio a guardarlo.

Possono parlare di noi, scrivere di noi,

discutere su di noi, lottare per noi.

Sperare, sognare, aiuta a vivere.

Noi abbiamo i nostri sogni e forse

facciamo parte dei loro.

Concediamo noi stessi alle luci,

indossando le nostre maschere davanti alle telecamere.

Occhi ci guardano e ci osservano,

occhi che vedono solo quello che quel mondo decide

di far vedere loro, qualunque sia la verità che esso vuole mostrare.

 

Un’altra intervista, un’altra foto, un altro film.

Per loro il mondo in cui viviamo.

Uno sguardo, un sorriso, una carezza.

Per noi…la nostra realtà.

 

Viggo appoggiò di nuovo la penna sul tavolo. E ripiegò quel foglio che aveva iniziato a scrivere quella lontana notte in quella camera d’albergo. Aveva aggiunto quelle ultime quattro frasi all’improvviso, come se fosse l’unico modo per liberarsi di quel peso che sentiva dentro e che gli impediva di respirare. Non erano niente, solo parole.

Spense il televisore. La cerimonia degli Oscar era appena terminata, ma il giorno dopo ci sarebbe stata la premiere del suo film.

Avrebbe incontrato di nuovo John. Dom ed Elijah avrebbero partecipato, e il solo pensiero di rivedere quei due pazzi lo rendeva felice.

Fece un passo nella stanza, e il telefono squillò…un sorriso…

“Sai che ore sono?”

Ma dall’altra parte del mondo, solo quelle parole…

- Abbiamo vinto! -

 

                                                                                   ~ The End ~

 

È la una di notte, quindi non pretendete un commento serio e sensato a ciò che ho scritto ma...ci provo!

Questa era una RPS, e ovviamente tutto quello che ho raccontato è inventato di sana pianta, i fatti in sé intendo, ma per i discorsi ho preso spunto da varie interviste, soprattutto di Orlando, ed ho usato a volte le sue stesse parole, quindi se avete avuto questo senso di dejavù...è per questo.

Ecco, nella parte finale invece ho riassunto i fatti reali che sono accaduti, cercando di dare un senso generale a quello che è successo. Ho cercato di essere il più neutrale possibile, raccontando a grandi linee cosa hanno fatto i quattro, senza scendere in particolari e senza dare un senso preciso a nessun gossip dei tanti che circolano su di loro. Insomma...se seguite le loro vicende, sapete tutti cosa hanno fatto nella realtà dall'anno scorso, quindi è inutile soffermarsi...he he!

Poi: avrò letto centinaia di ff RPS, come altrettante non le ho lette...ma non vorrei mai e poi mai aver rubato scene o altro da qualche storia, senza essermene resa conto. Volevo specificarlo perché nel real non c'è molto su cui spaziare come *sceneggiatura*, insomma...bene o male le situazioni sono sempre quelle, he he...ma eventualmente se qualcuno ritrova qualcosa che ha già letto altrove, me lo faccia sapere...in ogni modo, se dovesse succedere, non era mia intenzione.

E finisco con un immenso GRAZIE alla mia musa personale Serez che mi ha dato un sacco di idee che hanno fatto diventare la ff quella che è diventata (più lunga di una ventina di pagine...hehe, ma non solo...). Devo dire che il suo aiuto non era prettamente umanitario ma basato su un *vago* interesse per Dom e Elijah...ma in fondo mi ha dato un bel po' di spunti su Viggo e Orlando e ammiro il suo sforzo immane...quindi GRAZIE ANCORA Babbea!!

Non so perché ma mi ha detto che devo ringraziarti anche io...sarà! Grazie Sere...mi mandi Lij quando puoi? nd_Dom -

Ok, questo è quanto. Ho scritto tutto quello che potevo scrivere su di loro, non sapevo più cos'altro inventarmi (e le pagine complessive della ff lo dimostrano...he he...) spero vi siate divertite a leggere!

Un immenso bacio alle Mellyn e alle Wicked Girls. Siete splendide e sono immensamente felice di avervi conosciuto.