.|.  La Scoperta .|.

Capitolo 3

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“ Vieni, Leg. Guarda anche tu. Sono gli Orchi di Sauron! Stanno correndo verso sud. Ma…. Con loro ci sono uomini! “.

“ Si, Estel. Era giunta voce anche a Mirkwood che gli Uomini Selvaggi si erano alleati con Saruman. Ora lo possiamo vedere di persona:”

Boromir intervenne: “ Che facciamo? Aspettiamo che siano lontani, prima di tornare dagli altri?”

“ Si – disse Aragorn – è meglio. Non si sa mai che si fermino nelle vicinanze…. E’ meglio evitare gli scontri diretti. Non abbiamo molti uomini allenati alla lotta, con noi. In pratica, a parte Gandalf e Gimli, i nostri Hobbit non possono competere con simili avversari! “ .

I tre amici stavano sulla cima di un colle e osservavano la valle sottostante.

Avrebbero dovuto attraversarla nel loro cammino verso il Passo di Caradhras.

Attesero sino a quando l’ultimo guerriero fu scomparso nelle ultime propaggini dei colli. Quando anche la vista acuta dell’Elfo non captò più tracce di avversari, si accinsero a tornare all’accampamento, improvvisato qualche ora prima.

Boromir disse: “ Sono preoccupato…. Dovremo passare dall’altra parte ma…. È probabile che altre squadre, come quella che abbiamo appena visto, usino lo stesso cammino! “.

“ Lo so, amico mio – disse l’Elfo – ma la strada è questa! Dobbiamo rischiare ed essere veloci! “.

“ Soprattutto, silenziosi – intervenne Aragorn, con tono di rimprovero – non dovete parlare più dello stretto necessario. Avanti… facciamo presto! “.

Tornarono dagli altri senza più proferire una sola parola.

Appena giunti all’accampamento, riferirono la situazione ai compagni. Alla fine Aragorn si rivolse allo stregone: “ Cosa ne pensi, Gandalf? “.

“ Mi sembra ovvio che dobbiamo passare a tutti i costi. L’unica cosa da decidere è il momento più propizio per farlo. In genere gli Orchi si muovono di notte….. anche se strane voci, parlano di Orchi di un nuovo tipo…. Orchi di Saruman…. Che possono viaggiare anche di giorno. Per non parlare, poi, degli Uomini Selvaggi, che girano sia di giorno che di notte. Forse, il momento migliore per tentare una sortita, è quello che precede il tramonto del sole: chi gira di notte…. Non è ancora pronto e chi gira di giorno…. È stanco, quindi si è già fermato! “.

“ Mi sembra una buona idea “ disse Boromir.

 

“ Caro il mio Gondoriano… le idee che vengono da me, sono tutte ottime e logiche… sai? “ . Ma Gandalf sorrideva, mentre pronunciava queste parole.

“ Bene – disse Aragorn – allora è deciso…. Ora consumeremo un buon pasto, poi, tra cinque ore circa, quando il sole starà tramontando, ci metteremo in cammino. “ .

Legolas, preso il suo cibo, si sedette vicino ad aragorn. Il ramingo gli sorrise: “ Ciao, meleth….. vienimi più vicino possibile….. Mi sembra un secolo che non ti tocco! “ .

Così dicendo, prese la mano dell’Elfo e col pollice si mise a sfiorarne il palmo lentamente! “.

“ Non ho più fame, Leg…… almeno, non di cibo…. Vieni con me! “. Così dicendo si alzò e disse al gruppo di amici: “ Io e Legolas andiamo a perlustrare la zona che dovremo attraversare. Boromir – e, dicendo questo, scambiò un’occhiata d’intesa col guerriero, che la accolse con un cenno affermativo di consapevolezza – ti affido la sicurezza dell’accampamento! “.

Mentre li guardava allontanarsi, il Gondoriano sorrideva: gli piacevano i due amici. Erano la coppia più innamorata e meglio assortita che gli fosse capitato di incontrare da lungo tempo, ormai.

Pensò per un momento ai suoi sentimenti….. no, non si sentiva geloso….. era sinceramente affezionato ad entrambi, ed ora, dopo quello che avevano condiviso, quel sentimento si era rinsaldato. Se fosse capitato ancora di unirsi a loro nella ricerca del piacere, la cosa sarebbe stata bene accetta, altrimenti lui non si sarebbe di certo intromesso tra di loro.

Continuò così a consumare il suo pasto.

Intanto i due amanti si erano allontanati dall’accampamento, quando, all’improvviso, Aragorn mise una mano sulla nuca del compagno, avvicinandolo a sé. Si strinsero facendo aderire i loro corpi completamente. Ciascuno sentiva il cuore dell’altro battere sempre più velocemente.

Presero ad accarezzarsi la schiena, poi si sfiorarono le labbra con baci dolci, rapidissimi, lievi come le ali di una farfalla. Infine, Legolas prese l’iniziativa e, socchiudendo le labbra, sfiorò la bocca del compagno con la lingua. Questi fece la stessa cosa e presero a baciarsi con passione, il ritmo del respiro che accelerava.

Aragorn non riuscì a controllarsi oltre e, aperti i pantaloni dell’Elfo, prese ad accarezzarlo intimamente in modo languido….. poi mise una gamba tra quelle del compagno, facendogli sentire la sua durezza sulla coscia. Legolas emise un mugolio di piacere e, con la mano tra i loro corpi, prese a toccare la virilità dell’amante.

Così, addossatisi ad un albero per non cadere, continuarono con lente carezze estenuanti.

 

Infine Legolas disse: “ Estel…… non ce la faccio ad aspettare oltre. Voglio di più.

Ormai sono giorni che non ti sento dentro di me… ti voglio. “.

Il Ramingo, a queste parole, mise le mani sulle spalle dell’Elfo, facendolo inginocchiare davanti a sé: “ Allora baciami, Leg….. voglio essere bagnato quando ti prendo….. voglio sentire il calore della tua bocca su di me! “.

Legolas gli abbassò i calzoni e prese a baciarlo….. una volta iniziato, però, non riusciva a decidersi a smettere. Era bello sentire l’amico sciogliersi…. Così continuò sinchè sentì l’amante dire tra i gemiti: “ Basta, Leg….. smetti, o non riuscirò a prenderti…. Ti prego, Leg…. Fermati…. Non resisto….. sono al limite! “.

E con un gemito soffocato, allontanò da sé l’amico: “ Voltati, Leg…. Girati e appoggiati al tronco… così! “.

Legolas si girò e subito sentì la mano del Ramingo passargli tra le gambe ed eccitarlo, mentre la sua bocca lo baciava sul collo e saliva a lambirgli la punta dell’orecchio. Legolas sobbalzò: “ Estel….si… ti prego…. Lo sai che lì mi fa impazzire! Si, Estel…. Sono pronto per te… prendimi, ora!! “.

Aragorn iniziò a penetrare l’Elfo. Quando lo sentì chiudersi attorno a sé, rischiò di perdere immediatamente il controllo sui suoi sensi. Sentirsi risucchiato all’interno dell’amato era un’esperienza che andava al di là di qualsiasi cosa.

“ Ti amo, Leg…. Quando ti prendo…. ti sento mio…. Tu mi appartieni….. come io appartengo a te. Dimmi che sei mio, amore! “

“ Io sono tuo, amato…. Da sempre e per sempre!.....ah, Estel, più veloce, ora…… più veloce, ti prego, Estel! “.

Aragorn accelerò il ritmo delle spinte, mentre intrecciava le dita con quelle dell’Elfo e, mentre esplodeva in lui, mormorò: “ Sei mio…… sei mio, Leg…. Solo mio! “.

Poi si abbandonò ansante, tenendosi stretto al compagno, ma mentre gli accarezzava il ventre, si accorse che era ancora rigido. Allora lo fece voltare e gli disse, piano all’orecchio: “ Amor mio, fammi sentire il tuo sapore, che mi fa impazzire. “

Poi iniziò a spostarsi con la bocca verso il basso, lungo il suo ventre, sinchè non raggiunse la rigidità del compagno. Lo prese con entrambe le mani, muovendole su di lui, mentre con la lingua lo sfiorava.

Legolas si inarcava e tentava di spingersi in lui, ma il compagno non glielo permetteva….. voleva prima farlo impazzire di desiderio: “ Estel…. Ti prego, Estel…. Non resisto! “.

Con la mano tentò di far accelerare il ritmo al compagno che, però, non glielo permise, continuando a dargli colpi di lingua a volte improvvisi e veloci, altre volte lenti e sensuali.

 

Quando sentì il corpo dell’Elfo tremare incontrollabilmente, gli permise di spingersi nella sua bocca, sino in fondo. Allora iniziò anche a succhiarlo, per acuire il piacere del compagno e ad avvolgerlo con la lingua.

“ Estel….. anch’io ti voglio baciare ancora….. mi fa impazzire amarti con la bocca…. Ti prego…. Lascia che ti baci ancora! “.

Aragorn fece stendere il compagno, senza mai staccarsi da lui, poi ruotò in modo da portare il ventre all’altezza del volto di Legolas, che così potè gustare a sua volta il sapore dell’amato. Si sfioravano a vicenda con le labbra semi – aperte, per poi spingersi l’uno nella bocca dell’altro, con voluttà.

Continuarono così, sinchè Legolas si staccò bruscamente, voltò il compagno e lo montò, penetrandolo con un colpo solo, selvaggiamente.

Un istinto primordiale aveva preso il sopravvento sulla calma tipica della sua razza.

Aragorn si sentì sciogliere, nel vedere l’eccitazione violenta che aveva provocato nel compagno. Si lasciò quindi possedere con gioia, mentre le spinte si facevano sempre più veloci, profonde e selvagge.

Legolas, già al limite, morse la nuca dell’amato, come un animale che sottomette un membro del suo gruppo. La furia scatenata in lui, lo aveva quasi reso inconsapevole delle sue azioni. Sentiva solo emozioni e istinto.

A quel morso, Aragorn sentì un tale piacere, che esplose con un gemito che sembrava quasi un grido di sottomissione.

Il morso dell’Elfo si prolungò sino a quando anche lui si sciolse nel corpo del compagno e, ancora più oltre, sempre immerso in lui, continuando a spingere il bacino verso l’amico ed a stringere i denti nella sua carne.

“ Leg!..... Si, Leg…. Mordimi ancora…. Ti appartengo, Leg…. Sono tuo…. Mordimi, amore! “.

A quelle parole, un forte brivido scosse il corpo dell’Elfo, che parve rientrare in sé.

Si accorse di quello che stava facendo e lasciò subito la nuca di Aragorn, fissando con orrore il segno profondo lasciatovi dai suoi denti.

“ Estel!.... Per i Valar…..cosa ti ho fatto?.... Meleth…… ti ho fatto male! “.

“ No, Leg…. No, non temere…. Non mi hai fatto male… solo un po’…. Ma mi hai fatto impazzire dall’eccitazione….. non mi avevi detto che nell’intimità diventavi così violento! “.

“ Perdonami, Estel…. Io non mi sono accorto di quello che stavo facendo!... Perdonami, amore! “.

E Legolas iniziò a lambire con la lingua il segno del morso sulla pelle di Aragorn, che accettò sorridendo quelle attenzioni.

 

In quel momento il Ramingo sentì il segnale convenuto con Boromir: era un segnale di richiamo.

“ Senti, Leg! Boromir ci chiama…. Andiamo! “.

“ Aspetta, Aragorn… ti raggiungo tra un attimo. Prima mi sistemo i vestiti. Vai, intanto. Può essere urgente! “.

Aragorn annuì e corse verso l’accampamento.

Legolas si stava vestendo, quando una fitta rete cadde su di lui, imprigionandolo e impedendogli qualsiasi movimento.

Dopo poco, potè vedere i suoi quattro catturatori: Uomini Selvaggi! Legolas respirò, sollevato, perché il suo amore era riuscito ad andarsene prima di essere catturato.

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Dopo una mezz’ora, Aragorn e Boromir, preoccupati del ritardo dell’amico, giunsero nel luogo dove il Ramingo l’aveva lasciato.

Aragorn vide subito i segni della cattura, nelle tracce sul terreno: “ Sono Uomini Selvaggi, Boromir!.... Quattro!.... Ed ora hanno Legolas nelle loro mani…….. Presto, corri ad avvisare i Compagni….. io vado in soccorso di Legolas.

Se non torno entro domani, voi dovete continuare la missione senza di noi. C’è in ballo più di quanto valgano le nostre vite! Ho con me l’arco e le frecce di Legolas. Se riuscirò a liberarlo, saranno certo utili. “.

Detto questo si allontanò, seguendo le orme dei nemici, mentre Boromir tornava indietro.

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Nel frattempo Legolas era stato portato nell’accampamento degli Uomini Selvaggi.

Era solo una pattuglia composta da quattro uomini, più il loro Capo, che in quel momento aveva la faccia stravolta da un ghigno malvagio, mentre guardava il prigioniero.

L’aveva fatto legare su di un masso alto circa un metro. Con le braccia e le gambe allargate e la schiena contro il masso.

Evidentemente non voleva correre rischi con lui.

Gli girava attorno rimirandolo, quando, improvvisamente, estrasse un lungo coltello.

Legolas si irrigidì e salutò mentalmente l’uomo che amava, preparandosi a ricevere il colpo mortale. Invece, inaspettatamente, il colpo servì a lacerare le cuciture delle sue vesti. Rimase nudo, esposto agli sguardi dei suoi catturatori.

 

Il Capo, Uruk, lo divorava con gli occhi.

Gli si avvicinò, togliendosi i vestiti e portando il suo sesso enorme ed eccitato, tra le gambe di Legolas, dicendo: “ Sei fortunato, Elfo!..... Ho sempre desiderato una puttana della tua razza, da portare con me. Sarai tu! E sarà ora, che inizierò a mostrarti come dovrai sottometterti! “.

Poiché Legolas non battè ciglio, riprese: “ Come mai non parli…. Non imprechi…. Non mi insulti?... Forse pensi di restare freddo e distaccato!.... Hai deciso di subire quello che ti faccio, restando indifferente!.... Già!.... E’ così, vero?....Questo atteggiamento non si addice ad uno schiavo, quale tu sei. Quindi…. Agirò con te, in modo diverso…… Tu devi ubbidirmi, temermi, essere sottomesso….. allora, forse, sarò clemente con te!..... Ho deciso che non ti permetterò di ignorarmi. Ti ecciterò e ti prenderò quando sarai pronto a ricevermi. Voglio farti urlare dal piacere quando ti prendo…. Così, ti sentirai umiliato….. Così, fiaccherò il tuo spirito….. giorno dopo giorno! “.

A quelle parole, Legolas provò una paura, come non gli era mai successo in vita sua! Non voleva essere toccato da quell’uomo, ma la paura più grande, che lo rendeva quasi folle, era quella che il suo corpo reagisse alle attenzioni del suo sadico carceriere.

Quando vide che gli si avvicinava e protendeva le mani per toccarlo, disse: “ Addio, Estel! “ , e si lasciò cadere volontariamente in uno stato di trance, estraniando la sua mente dal corpo. La sua anima non era più lì…… e non vi sarebbe più tornata.

Nel frattempo Aragorn, nascosto pancia a terra dalla vegetazione circostante, aveva assistito alla scena con terrore crescente. Doveva fare in modo che le mani dell’Uomo Selvaggio non arrivassero a toccare il suo amato…….. ma era solo, contro cinque avversari, con Legolas legato a quel modo!.... Cinque nemici, per lui, erano cosa da nulla…. Ma potevano uccidere Legolas, prima che riuscisse a batterli tutti!.... Doveva tentare!.... Se avesse visto che le cose si mettevano male, avrebbe ucciso Legolas con le sue mani, poi l’avrebbe seguito nei Regni Ultraterreni. Non l’avrebbe lasciato andare solo! Doveva farlo………. Non poteva permettere che lo spirito del suo Elfo, subisse un trauma come quello che quell’essere disgustoso gli aveva prospettato…… Non a lui!...... Avrebbe preferito essere al suo posto e subire una simile sorte, pur di risparmiarla all’amato!

Così, mentre già le mani di Uruk sfioravano la pelle perfetta di Legolas, scoccò una freccia che si andò a conficcare nella gola del bruto. Questi cadde, senza emettere un solo grido e senza avere neppure sfiorato il corpo dell’Elfo.

Aragorn scoccò altre due frecce in rapida successione, uccidendo altri due avversari. Ne rimanevano due….. ma le frecce erano finite!.... Allora, con un grido rauco, si alzò e, presa a due mani la sua fedele spada, si lanciò verso i due superstiti.

 

Ingaggiò uno scontro con la spada con uno dei due, ma l’altro, col volto stravolto dall’odio, corse verso Legolas col pugnale pronto a colpire. Ormai era su di lui.

In quel momento, Aragorn uccise il suo avversario, ma si accorse che non avrebbe fermato in tempo l’ultimo guerriero.

Mentre urlava la sua rabbia e il suo dolore, sentì un fischio all’orecchio e si accorse che una freccia l’aveva sfiorato ed era andata a piantarsi nella nuca dell’Uomo Selvaggio, uccidendolo sul colpo.

Stupito, si volse e vide Boromir arrivare di corsa con l’arco nelle mani: “ Bè, Aragorn….. A quanto pare, il mio Maestro d’Armi mi aveva insegnato bene….. in tutti i campi e in tutti i sensi! “ .

Aragorn rise forte e, afferrato il Gondoriano, lo baciò sulle labbra con forza, stringendolo a sé: “ Boromir, il tuo colpo equivale ad un Regno, per me!.... Quello che vuoi, chiedilo e io te lo darò!..... Tranne Legolas, s’intende! “ .

Boromir rise, ma si schermì : “ No, mio Re…. È stato un piacere. Legolas sta a cuore anche a me e ………. Ma….. non ti sembra strano che sia così silenzioso?.... Avrebbe dovuto parlarci, ormai…. Chiamarci…. Non ti pare? “.

Aragorn si volse verso l’Elfo e vide che, effettivamente, era immobile, abbandonato sulla pietra. Allora corse verso di lui, seguito da Boromir.

Videro che aveva gli occhi aperti, ma in essi non si scorgeva nemmeno un barlume di coscienza.

Aragorn cominciò a chiamarlo ed a scuoterlo. Niente riusciva a farlo tornare in sé.

Allora tagliò le funi che lo legavano, se lo caricò sulle spalle e corse verso l’accampamento……… verso Gandalf!

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Gandalf guardava pensieroso l’Elfo, che era stato adagiato su di un giaciglio. Aveva sempre lo sguardo vacuo, privo di ogni traccia di coscienza….. Aragorn lo guardava angosciato…… sentiva un dolore al cuore, come se una morsa glielo stringesse.

Lo stregone aveva spiegato ai Compagni la tecnica Elfica dell’Estraniamento: una specie di suicidio dell’Anima.

Teoricamente era possibile richiamarla, ma in realtà non era mai successo, a memoria di Gandalf, che lo spirito di un Elfo che avesse abbandonato volontariamente il suo corpo, vi fosse poi ritornato.

Sotto gli occhi perplessi degli altri, Aragorn si sdraiò accanto a Legolas e prese a scaldarlo con il suo corpo, poiché gli sembrava che quello dell’Elfo fosse diventato freddo. Iniziò a baciargli le tempie e ad accarezzargli i capelli.

 

Boromir guardò i Compagni che assistevano alla scena e parlò nell’orecchio di Gandalf, il quale annuì e fece cenno a Gimli e agli Hobbit di allontanarsi.

Poi disse ad Aragorn: “ Sta a te, ora!..... Solo tu che lo ami puoi riuscire a riportarlo qui…… certo…. L’ho capito, amico mio, quale sentimento vi leghi…….. chiamalo….. e che i Valar siano benigni! “.

Ciò detto, seguì gli altri. Boromir invece rimase, si sdraiò a lato di Legolas e gli prese la mano. Aragorn era folle di paura. Non poteva perdere Legolas…. Si erano appena trovati: “ Leg…. Ti prego, Leg…. Non lasciarmi! Torna da me, Leg…… Nessuno ti ha toccato, meleth…. Non l’avrei mai permesso. Credimi……. Amor mio…. Ho bisogno di te al mio fianco….. non andartene, mio bell’Elfo…….. torna, amato! “.

Per ore continuò a chiamarlo. Boromir, al suo fianco, lo guardava, sempre stringendo la mano dell’amico. Anche lui sentiva una stretta al cuore, al pensiero che Legolas non tornasse più indietro.

Gandalf apparve all’improvviso, il volto inespressivo. Aragorn lo guardò, poi disse:

“ Aiutami, amico mio……nel nome della nostra amicizia…. Aiutami ad andare nel luogo dove ora è lo spirito di Legolas!... vado a prenderlo!..... Se poi non dovessi tornare….. la mia vita non ha senso senza di lui, quindi…. Lo vedi?..... E’ l’unica cosa da fare! “.

Gandalf prese dalla sua bisaccia una manciata di Erbe essiccate…… le soffregò tra le dita e portò la mano verso il volto di Aragorn: “ Annusa, amico…. Ti aiuterà a concentrarti….. ne avrai bisogno per fare uscire il tuo spirito…… Vai a chiamare il tuo compagno e tornate…. La Terra di Mezzo ha bisogno di voi!.... Noi tutti, abbiamo bisogno di voi! “.

Aragorn annusò a fondo. Un odore pungente colpì le sue narici, facendogli lacrimare gli occhi. Poi, si sentì sbalzare fuori dal suo corpo. Non aveva più alcuna sensazione di fisicità. Tatto…. vista…. udito… odorato…… nulla più! Ma riusciva a percepire, ad un livello subliminale, l’idea di una vastità solitaria…. immensa. Una sensazione di pace lo avvolse! Il desiderio di abbandonarvisi aveva un fascino pericolosamente irresistibile!

Niente più lotte….. niente più affanni…. solo pace!.... niente più….. Legolas!!!!

A quel pensiero, Aragorn scacciò dalla sua mente il desiderio di oblio e pensò intensamente a Legolas… all’amore che li legava… alla sua disperazione…… All’improvviso sentì una presenza nella sua mente…. Seppe che era quella dell’amato. Comunicarono con la mente. Le parole possono mentire… i pensieri no!

Sapendo che Legolas lo avrebbe seguito, avvolse i pensieri di entrambi nella sua mente e pensò di riprendere il suo posto, nel suo corpo.

 

Improvvisamente ebbe di nuovo consapevolezza di sé e dei suoi sensi. Guardò l’amato, steso accanto a lui e vide che i suoi occhi ora, non erano più vuoti specchi senz’anima. Ora, c’era lo spirito dell’Elfo, in quegli occhi!

Aragorn lo strinse a sé, mentre un tremito incontrollato gli scuoteva il corpo.

Riusciva solo a mormorare: “ Sei qui……. Sei qui! “.

Quando il tremore cessò, si staccò dall’amato. Gandalf e Boromir sorridevano.

Legolas parlò infine: “ Non credevo più di vedervi, amici miei. Quando ho lasciato il mio corpo, ero convinto di non tornare più….. Ti ringrazio Gandalf, per l’aiuto che hai dato ad Aragorn, che, grazie a te, è riuscito a raggiungermi…… e ringrazio te, Boromir, che mi hai salvato la vita con la freccia che hai scoccato. E ringrazio te, amore mio….. ci voleva qualcosa di veramente forte, per strapparmi al fascino dell’oblio, in cui la mia mente era già immersa. C’è voluta la forza del tuo amore! “.

Aragorn disse. “ Non ti ha toccato, Leg…. Io…. “

“ Lo so, Estel….. l’ho visto nella tua mente…. Lo so! “.

“ Vi lascio soli, ora….. potete parlare in tranquillità! “ e Gandalf si allontanò.

“ Anch’io vado, ora – disse Boromir – ma prima….. mi permetti, vero, Aragorn? “ .

E il guerriero baciò l’Elfo, facendogli scivolare la lingua in bocca. Avrebbe dovuto durare un attimo, ma nessuno dei due si risolveva a staccare le labbra dall’altro.

Anzi, Legolas allacciò le braccia al collo di Boromir e lo tirò su di sé, allargando le gambe e sporgendo il bacino verso il suo, in un tacito invito.

Aragorn comprese ed accettò….. Boromir aveva salvato il loro amore…… ne avrebbe sempre fatto parte.

Cominciò, quindi ad accarezzare entrambi. Dopo lo shock subito, il piacere del corpo avrebbe aiutato a scaricare i loro nervi sovreccitati.

Boromir, nel sentire l’invito di Legolas, si stava già muovendo sul suo corpo. Si sollevò un attimo, per cercare di togliersi i calzoni, mentre Aragorn aiutava a togliere quelli di Legolas. Poi, insieme, i due uomini iniziarono a baciare il corpo dell’Elfo, quasi a volergli togliere per sempre dalla mente, l’orrore della prospettata violenza.

Non si accorsero di chi fosse il primo a baciarlo, ma continuarono sino all’inguine.

Aragorn chiuse la mano sulla virilità dell’Elfo e se la portò alla bocca…… poi la porse alla bocca di Boromir e continuarono così….. insieme….. alternandosi…. mentre i gemiti di Legolas si alzavano di intensità.

Aragorn lasciò poi al Gondoriano quel compito piacevole e si spostò sulle orecchie del compagno: “ Leg….. hai voglia di essere preso? – e gli succhiò la punta dell’orecchio – dimmi….. vuoi che sia Boromir, a prenderti? “ . E gli succhiò ancora l’orecchio, mentre Legolas ansimava.

 

“ Si….. si! “ disse Legolas e allontanò la bocca di Boromir dal suo inguine, tirandolo sopra di sé. Allargò le gambe e con le mani, spinse i glutei del guerriero, attirandolo. “ Vieni, Boromir…. Ti voglio! “ .

Boromir guardò Aragorn, che annuì, allora, con un gemito, si immerse nel corpo di Legolas e prese a muoversi dentro di lui.

“ Sei stretto, Legolas…..sei stupendo, Elfo…. Ah…… sei caldo come l’inferno….Dimmi come ti piace!...... devo andare più veloce? “.

“ No…. Continua così… Boromir……ah…. per i Valar… mi piace! “.

Aragorn, suo malgrado, era eccitato nel vedere Boromir immerso nel corpo di Legolas. Era rigido e non ce la faceva più..

Stava ancora succhiando l’orecchio di Legolas. Si mise in ginocchio e, guardando i due che si amavano, prese ad accarezzarsi, chiudendo gli occhi. Quando li riaprì, vide il viso di Boromir vicino al suo ventre…. Allora si avvicinò di più e si spinse nella sua bocca. Boromir accettò di buon grado e prese ad amare anche il Ramingo. Dopo poco, però, Aragorn si spostò e si spinse in quella di Legolas.

Stava impazzendo dal bisogno di esplodere, ma così non riusciva a trovare il ritmo giusto.

Allora si spostò alle spalle del Gondoriano e, allacciandolo alla vita, si spinse in lui.

Boromir emise un gemito di piacere puro e aumentò le spinte, per riceverlo più a fondo: “ Ah…. Aragorn…. Non credevo che l’avresti fatto ancora….. penetrami più a fondo….. continua, Aragorn! “ Aragorn aumentò le spinte, sino ad esplodere in lui.

Allora Boromir uscì da Legolas, fece sdraiare il Ramingo sotto di sé e lo penetrò.

Poi disse a Legolas: “ Vieni, Principe…… prima tu hai voluto me…. Ora sono io che voglio te…… ti prego….. voglio sentirti!.... prendimi, Legolas! “.

Legolas allora entrò in lui e mosse il bacino con movimenti lenti….. Boromir gli aveva dato piacere….. voleva dargliene anche lui.

Ma, mentre si spingeva nel corpo del guerriero, Legolas fu ripreso dalla selvaggia eccitazione che aveva provato ore prima, quello stesso giorno. Morse forte Boromir alla nuca e prese a penetrarlo con forza, rendendolo ebbro di piacere.

“ Mio Re…. Ti sei preso un amante con un bel caratterino, vero? “.

Aragorn lo baciò a fondo, assaporando la sua bocca: “ Io non ti ho ancora ringraziato come si deve, per avermi aiutato a salvare Legolas…. Ma intendo farlo…. In continuazione…. Nei prossimi giorni…. Baciami, Boromir! “.

Boromir lo baciò e, mentre Legolas lo mordeva, non resistette oltre e si sciolse nel corpo del Ramingo. Legolas terminò un attimo dopo, con un gemito ed un tremore che lo lasciò spossato.

“ Devo proprio uscire, Aragorn? – disse Boromir – Mi piace essere immerso in te! “.

 

“ Ed io non posso dire che la cosa mi dispiaccia, amico mio…. Sei ben dotato e sai muoverti bene… anche di bacino! “

Risero insieme, mentre Legolas diceva: “Ehi, cosa sono questi discorsi? E io? “.

“ Tu, Legolas , sei il mio amore, il mio primo pensiero…. Anticipi i miei desideri e sai raggiungere il mio punto segreto….. anche all’interno del mio cuore! “

“ Si, Principe…. Ed io pure ti desideravo…… quel morso alla nuca, poi….. mi ha dato parecchi fremiti, te l’assicuro…. Sei stupendo, Elfo!.... Invidio Aragorn…. Ma, invidio anche te!...... Però, ora…. Sono ancora rigido!.... Permettimi di restare…. Lasciati amare ancora, Ramingo…. Ho ancora voglia di te! “.

Per tutta risposta, Aragorn spinse il ventre contro di lui e lo baciò. Con un gemito soffocato, Boromir riprese a muoversi e a spingersi sempre più profondamente in lui:

“ Mi incendi il sangue, Aragorn……. Come nessuno mai!!!!! “.

 

…………………………………………………………….

Il giorno dopo, all’incirca al tramonto, attraversarono la valle senza incidenti e si portarono sui colli, dall’altra parte. Giunsero quasi alla cima di uno di essi e si fermarono ansanti e sporchi di fango, perché la pista era ridotta ad un pantano a causa della pioggia caduta durante il giorno.

Gimli, Gandalf e gli Hobbit, andarono a lavarsi in uno stagno posto nelle vicinanze, mentre Aragorn, Legolas e Boromir si accertavano di non essere stati seguiti.

Poi, quando gli amici tornarono tutti ripuliti, andarono a lavarsi a loro volta.

Giunti al bordo dello stagno, si tolsero gli abiti e li lavarono.

Poi li stesero sui massi posti all’intorno. Infine si immersero nell’acqua e si ripulirono dal fango e dal sudore. Quando uscirono, sedettero sull’erba. L’aria, ancora calda, li accarezzava, mentre riposavano i muscoli, spossati dalla lunga marcia.

Boromir disse ad Aragorn, con noncuranza: “ Mi pare di ricordare che ieri tu avessi detto di avere un debito nei miei confronti…. E che l’avresti pagato, nei giorni avvenire….. “.

“ Si?.... Non ricordo….. e tu, Legolas…. Ricordi qualcosa del genere? “.

Legolas si avvicinò a Boromir e, guardandolo negli occhi, disse: “ Sì….. ricordo bene! “. Poi, prese ad accarezzarlo all’inguine e ad abbassarsi lentamente.

Boromir lo guardava, affascinato.

Aragorn disse: “ Ehi!.... Un momento…… Legolas!.... ieri ti sei praticamente offerto a lui ed ora…. Cosa fai?..... Stai cercando di sedurlo!.... Mi devo preoccupare? “.

 

Legolas lo guardò e disse: “ Che c’è, Re di Gondor…….. sei geloso?.... Non devi!....... C’è posto anche per te, qui!.... Vieni, coraggio….. su! “.

I due amici riconobbero le stesse frasi usate tempo prima dal Gondoriano e si unirono alla risata di Legolas.

“ Ma certo, principe – disse Aragorn – ricordo benissimo quello che ho detto ieri…. E che ho intenzione di mantenere. Abbiamo un debito enorme con il mio Sovrintendente…. E abbiamo anche qualcos’altro! “.

Così dicendo si unì all’Elfo, che ne frattempo aveva iniziato a baciare ciò che prima stava accarezzando. Boromir era già pronto e rigido.

Una creatura bella come Legolas, che gli concedeva i suoi favori!......

E Aragorn, che gli faceva ribollire il sangue……

Ed entrambi, inginocchiati dinnanzi a lui, che lo baciavano e lo facevano impazzire di desiderio……..

Si stese completamente e si abbandonò, muovendo il bacino verso di loro. Continuarono a baciarlo, sinchè esplose il suo liquido nelle loro bocche.

Allora salirono verso il suo viso e lo baciarono…… a turno…. sulle labbra…….. mischiando il loro sapore.

“ Allora, Boromir – disse Aragorn – ti è piaciuto l’acconto? “.

Il guerriero rispose, ansante: “ Non mi lamento!...... quando volete, accetto tutto quello che vorrete darmi….. certo mi piacerebbe anche essere più attivo….. ma, come ho detto…. Non mi lamento! “.

“ Hai sentito, Leg? “. “ Sicuro, Estel…… ha detto che non si lamenta! “.

“ Allora, pensi che, adesso, potresti occuparti anche di me? “.

“ Ma certo, melamin…… di te ho intenzione di occuparmi tutta la vita! “

Si baciarono con passione….. La notte si prospettava interessante!