.|.La Scoperta .|.

Capitolo 1

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“Qual è la strada per Mordor?” Disse Frodo, varcato l’ultimo arco naturale che portava ad Imladris.

“A sinistra!” Rispose Gandalf, sorridendo con affetto al Portatore dell’Anello. La Compagnia iniziava il lungo viaggio verso le Pendici del Monte Fato. Erano un gruppo eterogeneo: Gandalf, lo Stregone Ishtari; Legolas, principe Elfo di Bosco Atro; Gimli, rappresentante la Razza dei Nani; Boromir, figlio del Sovrintendente di Gondor; Aragorn, ultimo discendente di Isildur ed erede al Trono di Gondor; i quattro Hobbit della Contea: Frodo Baggins, Portatore dell’Unico; Samwise Gamgee, suo Giardiniere e i cugini di Frodo: Meriadoc Brandibuck e Peregrino Tuc.

Come obbedendo ad un piano prestabilito, Boromir si era portato alla retroguardia del Gruppo. Gandalf, il grigio Pellegrino, li guidava verso il Passo di Caradhras. Legolas, che, grazie ai sensi estremamente sviluppati degli Elfi, era gli occhi e le orecchie del Gruppo, andava in avanscoperta con Aragorn, che era esperto dei Luoghi grazie al suo passato di Ramingo. Gli Hobbit non si erano abituati al suo vero nome, nuovo per loro: lo chiamavano ancora Granpasso.

Verso metà mattina già Pipino si lamentava “E la colazione? Ho fame! Non ci siamo ancora fermati per mandare giù un boccone!... Ahia! Merry!... Non mi dare le gomitate!”

Gandalf guardò con indulgenza il giovane Hobbit e rispose:” Ho già detto ai nostri bravi esploratori di trovare un posto riparato per una breve sosta. Coraggio! Ancora un po’ di Pazienza!”

Legolas e Aragorn, intanto, avevano trovato un ruscello poco profondo, circondato da cespugli, sterpaglie e gruppi di alberi dalle strane foglie a forma allungata, colorate di giallo – oro.

Si fermarono per aspettare i compagni, decidendo che quello era il posto giusto per il bivacco. Per giunta non c’era ombra di Orchetti, né di animali che potessero essere spie di Saruman, antico maestro di Gandalf, ora alleato di Sauron. Mentre i due compagni deponevano i loro carichi, l’Evenstar, dono di Arwen ad Aragorn, spuntò dalle vesti del Ramingo. Legolas guardò l’amico e disse:” Estel, la Stella del Vespro sta brillando!”.

Aragorn continuava a tacere. “Stai pensando alla tua Dama, mellon nin?”, insistette l’Elfo.

 Nel suo solito modo pacato, Aragorn disse:” No, Legolas! Prima di partire da Imladris, ho liberato Arwen dalla sua promessa. Ho deciso così! Non voglio che consumi la sua vita nel dolore, quando la morte raggiungerà anche me! Ormai starà già partendo dai Porti Grigi, per raggiungere i Luoghi Immortali! Però non ha voluto che le restituissi l’Evenstar. Mi ha detto che me l’aveva donato e che dovevo tenerlo per suo ricordo. Ma è finita tra noi, Legolas!”

Il viso dell’Elfo non mutò espressione quando disse:” Hai dovuto prendere una decisione difficile!”

“Si – rispose Aragorn – è stato difficile, ma…….. non tanto quanto mi aspettavo. E’ come se mi fossi tolta una responsabilità dal cuore. Mi sento quasi in colpa per questo! Se la sofferenza che provo non è intensa, forse non ho mai amato Arwen. Forse l’amore che provavo per lei, non era quello di uno sposo verso la sua compagna. Più che desiderarla, la adoravo come si fa con un gioiello prezioso. Lo si tocca delicatamente per non sciuparlo, poi lo si ripone al sicuro in una teca. Non mi sembra il sentimento giusto, questo, da provare verso la propria sposa!”

In quel momento, l’intera Compagnia raggiungeva i due amici. Gli Hobbit, alla vista del ruscello, iniziarono a togliersi le casacche, poi si tuffarono nell’acqua, schizzando gli altri con alti spruzzi!

Anche Boromir si stava togliendo i vestiti. Restando in calzamaglia, entrò in acqua e Aragorn si affrettò ad imitarlo, mentre Gandalf sedeva, appoggiato ai piedi di un albero, accendendo la sua inseparabile pipa.

“ Forza, Legolas! Raggiungici! “ disse Frodo sguazzando nell’acqua, imitato dagli Hobbit.

Ma Legolas, con una strana espressione nello sguardo, si volse e si allontanò, rapido e silenzioso.

Aragorn aggrottò la fronte. Non aveva mai visto l’amico comportarsi in quel modo. Né, tanto meno, aveva mai visto quelle emozioni sul suo viso.

Oppure, ora che ci pensava, aveva visto l’Elfo ridere, scherzare ed esprimere con un certo riserbo le sue sensazioni……….. ma solo in sua compagnia. Prese una decisione ed uscì dall’acqua per seguirlo, rimanendo in calzamaglia per non sprecare tempo, rischiando che si allontanasse troppo.

“Ehi, Aragorn! Cosa pensi gli sia preso? – Disse Sam – non si è mai comportato così!”

Mentre già si allontanava dal gruppo, la risposta del ramingo raggiunse le loro orecchie: “ Non ne ho idea! Ma voglio sincerarmi che non abbia avvertito qualche pericolo. Voi restate qui. Non allontanatevi sino al nostro ritorno!”

Seguendo la scia lasciata dall’amico, Aragorn giunse, attraverso una fitta boscaglia, a ridosso di una parete scoscesa, dalla quale sgorgava una fonte, che, ruscellando tra i massi, formava una piccola cascatella che cadeva in una polla limpida.

Proprio lì, vide Legolas! Si era levato gli abiti ed era rimasto con i calzoni. Stava sotto la cascata immerso sino alla vita, volgendo le spalle al ramingo, col volto levato verso l’alto ad accogliere l’acqua che cadeva.

Ormai Aragorn era ad una decina di metri dall’Elfo, ma niente indicava che questi l’avesse sentito. Ciò gli sembrò molto strano……..

Più preoccupato di quanto volesse ammettere anche con sé stesso, continuò ad avvicinarglisi, chiamandolo nel contempo: “ Legolas!..... Tutto bene? Cosa è successo?”. Visto che l’Elfo non rispondeva, Aragorn sentì il cuore salirgli in gola dalla paura improvvisa e lo afferrò per un braccio, scuotendolo. Si avvide che aveva gli occhi chiusi, che si aprirono di scatto al tocco delle sue dita. Sembrava si fosse svegliato da uno stato di trance.

Appena lo vide, però, cercò di allontanarlo da sé: “ Vattene, Aragorn! …….. Và via ……….”. La sua voce sembrava terrorizzata e l’amico lo voltò verso di sé. Non capiva cosa c’era che non andasse. Sentì subito che la pelle di Legolas era gelida, per l’esposizione all’acqua della fonte, così lo strinse a sé per infondergli calore. Subito sentì la rigidità del suo ventre che premeva contro di lui.

Allora lo lasciò ed iniziò ad allontanarsi: “ Scusami, Legolas!.... non volevo….. io non sapevo che…… non intendevo disturbarti! Ti lascio solo!”

Allora sembro che la voce dell’Elfo assumesse un tono, se possibile, ancora più terrorizzato: “ No, Estel, no!.... Fermati! Daro…. Daro Estel! Non lasciarmi, non è come pensi! Resta con me. Non sono stato io …… cioè….. sono qui per far cessare questo tormento, sotto l’acqua gelida. Il fatto è che non serve a niente e non so cosa fare!”.

Sentendo l’appello dell’amico, Aragorn tornò sui suoi passi: “ Ma come è possibile che……. Voglio dire…….. Insomma, Legolas, cosa è successo? Che cosa è stato a ridurti così?”

Nel frattempo guardava il corpo statuario dell’Elfo. Era perfetto, ricoperto da minuscole gocce d’acqua e i pantaloni bagnati rivelavano le sue forme, rendendolo ancora più eccitante che se fosse stato nudo. Aragorn si sorprese a pensare che avrebbe voluto asciugare quel corpo con le proprie dita. Scosse la testa per allontanare quello strano pensiero.

“Non lo so, mellon nin “: Legolas parlava così piano, che Aragorn dovette chinarsi verso di lui per riuscire a sentirlo. Quando l’Elfo non continuò, disse:” Ma deve pure essere iniziato in qualche modo! Prova a pensare!”

“Cosa vuoi che ti dica! Stavo guardandovi, mentre eravate nell’acqua, quando ho sentito qualcosa che non avevo mai sentito prima. Mi sono spaventato ed ho voluto allontanarmi. Per fortuna ho trovato questo posto! Però……. Non è servito a molto, vero?”. Legolas aveva un tono di voce così afflitto che al Ramingo spuntò un sorriso.

“Bè, nulla di male, amico mio! Un corpo ha bisogno di sfogarsi, di tanto in tanto. E’ una cosa naturale, come mangiare e respirare! Non c’è da vergognarsene, come sembra, invece, tu faccia! Lo sai, no, come funzionano queste cose!” Legolas lo ascoltava a bocca aperta, ansimando lievemente: “ Quali cose? “. “ Bè – disse Aragorn – le cose di sesso! Voglio dire…. Spero che tu……….. si, insomma…… in più di 2000 anni pensavo che…..”. “ Ma certo che so tutto su questo – disse Legolas (Aragorn respirò profondamente dal sollievo) – certo…. Voglio dire…..

in teoria!”. “ Come, in teoria? “ per poco il Ramingo non scivolò sui ciottoli insidiosi che stavano sul fondo della polla.

L’Elfo disse: “ Si, voglio dire che so benissimo come vanno certe cose, ma personalmente non ho mai voluto nessuno. Sino ad ora non mi era mai successo di desiderare qualcuno, capisci? E una persona del mio stesso sesso, per giunta!”

Aragorn iniziò a tossire convulsamente a quest’ultima uscita! Gli era andata di traverso la saliva. Sentiva un’uggia, un fastidio che lo rendeva di pessimo umore! Proprio quello che ci voleva per rovinargli la giornata! Stava andando tutto così bene! Lui e Legolas, insieme, come al solito, in questa impresa importante per il futuro della Terra di Mezzo. Poi questa cosa assurda che………. Ma certo!!!!! Adesso che ci pensava, se Legolas aveva avvertito questa “sensazione” giù al ruscello, doveva trattarsi senza alcun dubbio di Boromir! Boromir…… che si era tolto i vestiti ed era entrato nel ruscello con addosso solamente la sottile calzamaglia! Sentì un’impeto di rabbia montargli dentro! Che cosa c’entrava il figlio del Sovrintendente? Che diritto aveva di mettersi in mezzo tra lui e l’Elfo? Che, tra l’altro, erano amici già da lunghi anni!

Aragorn si bloccò solo quando si rese conto di stare pensando che tutto sarebbe stato preferibile ad un disastro simile……… persino una storia tra Arwen e Boromir!!!!!!!!!! Questo gli diede una scossa notevole, ma preferì per il momento, accantonare il pensiero. Prima doveva pensare a Legolas, quindi riprese il discorso appena interrotto.

“ Allora…….. Come  ti senti, adesso? Va un po’ meglio?”. Vedeva da solo, però, che la cosa non stava affatto migliorando, a giudicare dall’evidente stato dell’Elfo. Si rese conto che il suo sguardo non riusciva a staccarsi dalla zona in questione e che il suo stesso corpo stava reagendo allo stato di quello dell’amico. Il suo cuore prese a battere più forte e una smania gli prese, improvvisa, acutizzata dal pensiero che, se al suo posto ci fosse stato Boromir, magari Legolas sarebbe stato felice di………….. Ma cosa stava pensando? Per giunta, l’acqua della cascata sulla pelle, resa sensibile al massimo dall’eccitazione trattenuta, lo faceva impazzire!

Avanzò verso l’amico: “ Legolas “ gli sussurrò all’orecchio! L’Elfo sobbalzò “ Estel, se mi guardi così, io……. Estel!.........è così che ci si sente?

Non sono abituato………. Non mi piace…….. perdere il controllo! Non è successo……. Mai!” . Ansimava, quasi incapace di parlare, guardando ad occhi sbarrati il torace del Ramingo, a pochi centimetri dal suo.

Aragorn sentiva Legolas pronunciare queste frasi smozzicate e sentiva che se non avesse fatto qualcosa, sarebbe uscito di senno.

“ Per i Valar – pensò – adesso ci sono io…….. qui e ora! Non c’è Boromir. Io, mi prenderò cura di lui. Domani penseremo al resto!” (n.d.a. – della serie: ci penserò domani, domani è un altro giorno!)

Si strinse addosso all’amico e iniziò a baciargli le labbra con tocchi rapidi e leggeri, facendo aderire il bacino a quello del compagno, che emise un gemito di sorpresa, nel riconoscere nel corpo estraneo, la stessa eccitazione del proprio: “ Estel…….. cosa……” . Ma era preso da una forza sconosciuta che reclamava di essere soddisfatta. Gemette forte sulle labbra di Aragorn che, nel sentire il suono emesso dal compagno, sentì una fitta lancinante di desiderio, che lo fece pulsare. Iniziò a rendere più profondi i baci: “ Legolas……. Mellon….. vieni! Abbracciami!..........Saes….

…. Per i Valar, Legolas!....... sto impazzendo!”.

Legolas schiuse la bocca e sentì la lingua del compagno penetrare le sue labbra, tracciandone poi il contorno. Era una sensazione strana, inebriante. Decise di abbandonarvisi e si strinse ancora di più al corpo di Aragorn, muovendo il bacino. Subito sentì il compagno assecondare i suoi movimenti. Poi lo sentì insinuare una mano tra i loro due corpi e iniziare ad accarezzarlo.

“ Estel!.... si…… continua Estel! “. Il desiderio era così forte che all’Elfo cedettero le gambe e cadde nell’acqua, trascinando con sé l’amante.

Continuando a baciarlo, Aragorn, muovendosi nell’acqua, portò entrambi ai bordi della pozza, dove il livello era basso. Poi si posizionò sopra l’amico, che allargò istintivamente le gambe, aderendo al suo corpo. La mano del Ramingo entrò nei calzoni dell’Elfo sino a chiudersi su di lui, iniziando a muoversi. Legolas aveva gli occhi chiusi e i suoi capelli, immersi nell’acqua e allargati a ventaglio, sembravano incoronare il suo capo.

Era bellissimo e il compagno pensò che non si era mai reso conto, sino a quel momento, di quanto fosse importante il Principe di Bosco Atro per lui. “ Mellon nin……… - disse allora – Legolas……… ti prego, toccami…….. toccami, ti prego!”. Gli occhi di Legolas si aprirono di scatto e Aragorn vide che brillavano, offuscati dal desiderio. Ma la voce del compagno aveva raggiunto la coscienza dell’Elfo che, dapprima timidamente, poi con sempre maggiore sicurezza, iniziò a toccare la parte pulsante dell’amico.

“ Non permetterò a Boromir di separarci !” si disse Aragorn con il suo ultimo pensiero cosciente, prima di perdersi nella passione del compagno.

Ora si accarezzavano entrambi, guardandosi negli occhi. Finalmente l’Elfo esplose nella mano dell’Uomo che, nel vedere l’espressione rapita e i sussulti del suo corpo, iniziò a muoversi su di lui, sfregando i loro due bacini, mentre l’Elfo incrociava le gambe attorno alle sue, per sentirlo più vicino.

“ Per gli Dei – pensava il Ramingo – come mi piacerebbe possederlo………così!” . A quel pensiero esplose anche lui e, con il corpo ancora scosso dai sussulti del piacere, si abbandonò tra le braccia di Legolas.

Passata la tempesta del delirio dei sensi, i due amici si guardarono, un po’ imbarazzati per essersi lasciati andare.

Aragorn, inoltre, si sentiva in colpa, perché pensava di avere approfittato del momento di debolezza dell’amico, prendendo il posto di Boromir. Sentì il sangue montargli alla testa! Non per Legolas, certo!....... Per Boromir!......... che si era voluto unire alla Compagnia pur senza condividerne appieno gli scopi e le motivazioni. Subito si pentì di un pensiero così assurdo, ma si rese conto con profonda costernazione, che era gelosissimo!...

…….lui!....... per la prima volta nella sua vita! Era geloso di Boromir!

Promise a sé stesso di conquistare l’affetto dell’Elfo. Lasciò da parte questi pensieri e guardò Legolas. Si accorse di essere osservato a sua volta. Il biondo arciere aveva il viso ancora soffuso di rossore. Passava le mani sui muscoli del Ramingo, con stupore.

Aragorn non resistette e lo baciò profondamente, stringendolo a sé e accarezzandogli la schiena. Sentì l’amico accettare senza riserve le sue attenzioni e sorrise, felice.

Un pensiero lo attraversò improvvisamente: “Legolas……. Tu….. è la prima volta per te, vero?” .

Legolas sorrise all’amico: “ Si, mellon nin…… e sono contento che sia stato con te!”.

Aragorn sentì la felicità uscire dal suo cuore ed espandersi in tutto sé stesso. Se Legolas si era espresso in questi termini, significava che aveva fiducia in lui. Forse, non tutto era perduto! Lui, intanto, era stato il primo amante, per l’Elfo! Doveva cercare di portare avanti la cosa…….

… magari approfondendo la tecnica. Sorrise: sarebbe iniziata quella che definì: “ Operazione Seduzione!” .

Così disse: “ Anch’io sono contento, melethron nin, ne avevamo bisogno entrambi! Spero che la prossima volta potremo avere più tempo per cose….. ancora più piacevoli!”.

Vide il viso del compagno accendersi e il suo respiro accelerare: “ La prossima volta?.... Lo vuoi ancora, Aragorn? Davvero….. Lo rifaresti?”

“Certo, Elfo vanitoso! Tutti i giorni, prima e dopo i pasti! Non c’è nulla di meglio! Nemmeno all’inizio ed alla fine di ogni giornata! Se non ne approfitterai, mi riterrò offeso!”.

Legolas sorrise alle parole del Ramingo e lo abbracciò impulsivamente, premendo le labbra contro le sue. Allora Aragorn, iniziò a leccare ogni goccia d’acqua dal corpo del compagno, facendolo gemere, lasciando una scia di fuoco, man mano che scendeva verso il basso. Sino a che giunse con il viso all’altezza del suo ventre. Allora iniziò a mordicchiare la stoffa della calzamaglia dell’Elfo, accogliendo tra le labbra il profilo della sua virilità, che si era già risvegliata (n.d.a. – della serie: gli Elfi…. Questi sconosciuti!).

Legolas gemeva piano, completamente perso nel piacere. Aragorn era eccitatissimo, avrebbe voluto togliere la stoffa dei pantaloni di Legolas e sentire il suo sapore.

…………In quel momento giunse Boromir!..............

Nessuno dei due lo aveva sentito arrivare. Il Gondoriano iniziò a parlare: “ Finalmente vi ho trovati….. mi hanno mandato a cercar……” . Le parole si spensero, alla vista di Aragorn inginocchiato davanti a Legolas, intento a baciarlo in posti alquanto intimi.

Aragorn si accorse dell’uomo e vide che anche Legolas l’aveva sentito. Infatti si era irrigidito e cercava di allontanarsi.

“ Bene! – si disse – Adesso voglio mettere in chiaro le cose!”. Detto fatto! Invece di smettere, continuò! Anzi, abbassò i pantaloni dell’Elfo e lo accolse in bocca, iniziando a gustarne il sapore! Legolas perse del tutto la testa, inarcandosi contro di lui. In quanto a Boromir, continuava a restare, guardando la scena affascinato e, suo malgrado, eccitato.

Si avvicinò ai due amanti, si mise alle spalle di Aragorn, abbassandogli i calzoni e passandogli la mano in mezzo alle gambe. Poi si inumidì due dita con la saliva e iniziò ad entrare in Aragorn. Il Ramingo accettò le attenzioni dell’Uomo - tutto, purchè non toccasse il “suo” Elfo! – e poco dopo assecondava la spinta delle dita. Allora il Gondoriano tolse le dita e iniziò a penetrarlo lentamente, accarezzandolo tra le gambe e sfiorando il suo sesso con la mano. Dopo un primo momento di shock, Aragorn iniziò a spingere il bacino in un ritmo che assecondava le spinte provenienti dalle sue spalle e i movimenti della mano, chiusa su di lui. 

Legolas sentiva la bocca del compagno succhiarlo e leccarlo. Dopo poco sparse il suo seme e subito si chinò per baciare Aragorn, che stava raggiungendo l’estasi in quel momento. Mentre Aragorn e Legolas si baciavano, succhiandosi le labbra e la lingua a vicenda, Boromir continuò a penetrare il Ramingo, finchè, pensando al momento in cui finalmente la bocca di Aragorn avrebbe gustato il suo sapore, esplose in lui.

Quando tutti e tre i Compagni ripresero fiato, Boromir, lasciandolo di stucco, baciò profondamente Aragorn, strisciando la mano sul suo ventre, dicendogli poi: “ La prossima volta sarai tu a prendere me. Lo desidero da quando ti ho visto ad Imladris”.

Poi si chinò su di lui, succhiando con dolcezza il suo sesso. Infine gli sistemò i calzoni e lo baciò di nuovo, sussurrandogli, poi, all’orecchio:

” Questa volta è andata così. La prossima, tu mi prenderai, ma gusterai il mio sapore! E’ una promessa che ti faccio, mio Re!”.

Quindi diede un lieve bacio sulla guancia a Legolas, infine si incamminò per tornare dai Compagni  dicendo: “ Fate in fretta. Dopo aver mangiato un boccone, ripartiamo subito!”.

Se ne andò così, lasciando di stucco i due amici. “ Ma – disse Aragorn – io credevo che stesse accadendo qualcosa fra te e lui!”

“ Ma come!.... – disse Legolas – non ti sei accorto di quanto ti stesse vicino al ruscello, cogliendo ogni occasione per sfiorarti? E’ stato quello il motivo per cui me ne sono andato! Volevo essere al suo posto! Volevo essere io a strusciarmi contro di te!”

Aragorn pensò due cose contemporaneamente: era un grande stupido………… era felice!

Sorrise a Legolas che, ricambiandolo, si strinse a lui. “Vieni, meleth…….. andiamo!” disse Aragorn. Si incamminarono per raggiungere i compagni, mentre il Ramingo pensava che, in fin dei conti, l’”operazione Seduzione” era iniziata bene e finita ancor meglio!

La strada per Caradhras sarebbe stata, certo, lunga e pericolosa, ma si preannunciava niente affatto noiosa!