.|. Salvami .|.

Capitolo 5

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Appena metto piede dentro l’albergo, schizzo difilato, dritto per dritto, verso l’ascensore, diretto in camera mia…

 

Francis cerca di fermarmi, tant’è vero che dal bancone della reception, lo sento gridare il mio nome…

 

“Signor Orlando!! Signor Orlando, ma…”

 

Senza neanche girarmi, gli faccio un vago cenno con la mano, come per dire ‘adesso no Francis, vado di fretta’ , e continuo la mia fuga verso l’ascensore, catapultandomici dentro…

 

Appena le porte si aprono al mio piano, mi fiondo verso la mia camera, e finalmente, dopo aver aperto la porta con il passy, la richiudo violentemente alle mie spalle, appoggiandomici contro con la schiena…

 

Ancora qualche singhiozzo disperato con lo sguardo basso, e finalmente sono libero di gridare, di urlare, di far fuoriuscire tutta la rabbia che ho in corpo…

 

“Vaffanculoooo!!! Vaffanculo mondo infame!!! Fanculo, fanculooo!!!....Perché proprio io??!!...Perché proprio noi??!!!...........Che cosa vuoi ancora da me??......Che cosa vuoi??...Cosa, cosa??!!......”

 

Mi guardo intorno: tutto è in perfetto ordine, non la più piccola cosa fuori posto, tutte le superfici sono linde e pulite, tanto che luccicano da quanto lo sono…di cicche e bottiglie vuote, neanche l’ombra, il letto è stato rifatto, e le lenzuola sono state cambiate; persino i miei vestiti sono perfettamente piegati, e sono stati riposti con cura dentro l’armadio…

 

E tutto questo, mi fa ribollire il sangue nelle vene ancora di più: so che può sembrare stupido a dirsi, ma è tutto sbagliato; tutto questo splendore è in netto contrasto col mio stato d’animo ridotto a brandelli, col mio umore nero sotto le scarpe…il perfetto ordine esteriore della stanza, pare prendersi gioco del casino scombussolato all’interno del mio corpo e della mia mente…

 

E non mi trattengo più:

 

mi avvento contro qualunque cosa mi capiti a tiro, scaraventando oggetti contro il muro, mandandoli in frantumi; buttando all’aria tutto ciò che incontro sulla mia strada, e grido, grido e grido…

 

Grido fino a quando sento la mia furia vacillare, e lasciare spazio alla disperazione…

 

Grido fino a quando, sfinito, mi accascio per terra, sul pavimento, con la schiena poggiata contro il divano, e come un bambino, con le ginocchia al petto, inizio nuovamente a piangere…

 

Lacrime salate che sgorgano impetuose dai miei occhi arrossati, e singhiozzi amari che lasciano le mie labbra, espandendosi nell’intera stanza, abbattendosi contro le pareti e contro i mobili rovesciati…

 

E piango e piango, come se non dovessi fermarmi mai più, come se quella di piangere per il resto dell’eternità, fosse la pena inflittami per mezzo della maledetta ‘firma’ posta sul conto presentatomi dal ‘mondo adulto’ nove mesi addietro…

 

Ma tutto questo evidentemente non mi basta; oh no, voglio farmi ancora più male; come se quello che sto per fare, fosse una forma di auto-punizione, e al tempo stesso di dolce vagare tra ricordi ormai perduti…

 

E così, totalmente incapace di fermarmi, mi alzo di scatto dal pavimento, e mi dirigo verso la mia valigia, ai piedi del letto…

 

La apro…

 

E deciso, ne tiro fuori una scatola; una scatola che da nove mesi, in tutti i viaggi che ho fatto, in tutti i posti in cui mi è capitato di andare, per un motivo o per un altro; è sempre, immancabilmente, la prima cosa che metto in valigia…

 

E con la scatola tra le mani, mi butto prono sul letto, iniziando piano, e con le mani tremanti, a toglierne il coperchio…

 

 

 

 

 

**Viggo**

 

 

 

 

Oggi al bar, mi è successo qualcosa di strano…

 

Mentre parlavo con Diane, un ragazzo mi ha urtato violentemente; ma penso che non l’abbia fatto apposta…

 

Bè, fin qui niente di strano; d’altronde sono cose che possono succedere, specie se consideriamo il luogo affollato di cui si parla; e infatti ciò che è strano non è questo, ma ben altro…

 

Mentre ero intento a parlare con Diane, ad un certo punto, ho avvertito come una presenza alle mie spalle; si è trattato di una frazione di secondo, minima, ma ho avuto come la netta sensazione di avvertire una rabbia, mista a una disperazione, profonde, e soprattutto…

 

Mi è parso di conoscerla quella persona…

 

Si, lo so, è strano; e non so spiegarmene il motivo, né tanto meno come sia stata possibile una cosa del genere, ma…è stato come se l’aria fosse divenuta pesante all’improvviso; come se un velo scuro e opprimente si sia steso d’un tratto all’interno dell’intero locale…e quella rabbia, quella disperazione che m’è parso d’aver sentito, erano così tanto simili alle mie…

 

Così tanto simili a quelle che ho provato un tempo, e…che ancora continuo a provare…

 

E l’epicentro di tali funesti sentimenti, stava proprio dietro di me…era come se da lì si concentrasse un’energia potentissima che si sprigionava nell’aria, come se da lì, venisse emanato un calore pari a quello di un eruzione vulcanica…

 

E…si, era proprio come se un mio immacolato sesto senso nascosto, fosse venuto fuori all’improvviso, e mi avesse suggerito di girarmi subito, in modo tale da poter fermare quell’eruzione vulcanica che, no, non mi ero sbagliato; c’era, e stava per eruttare…

 

E quando mi sono voltato, ci siamo scontrati violentemente; o meglio: lui mi è venuto addosso, e anziché chiedere scusa, come ogni buon cristiano e/o persona normale farebbe, mi è parso di vederlo abbassare lo sguardo volutamente, e prima ancora che io potessi riprendermi dalla botta, si è dato alla fuga, senza neanche fermarsi alle mie grida di protesta, ma anzi, accelerando il passo…

 

Possibile che…

 

Ma no!!

 

Cosa mai vado a pensare?!

 

Non è possibile!!...

 

Pazzo, sono pazzo…

 

Sono un pazzo che ancora ci pensa!!...

 

Mi dò candidamente dell’imbecille, e girando su me stesso mi butto sul divano…

 

Eppure…

 

Sembrava!!

 

Si, sembrava proprio lui!!

 

Lo riconoscerei tra mille, anzi!! Ma che dico?! Tra un milione di persone!!...

 

 

Vorrei poter pronunciare un nome, ma mi cucio la bocca prima ancora di finire di formulare quel pensiero…

 

Ma il viso del proprietario di quel nome, si è già materializzato davanti ai miei occhi…

 

Sospiro.

 

E sospiro ancora, intento fino in fondo a non pronunciare quel nome…

 

Non posso.

 

Non devo.

 

Non potrei…

 

Non dovrei…

 

In fondo sono passati nove mesi, ed io adesso sto bene così…si che sto bene!! Non mi vedete?! Meglio di così si muore!! Anzi!! Lo sai che ti dico Viggo?? Che tu l’hai dimenticato, si si, l’hai completamente dimenticato, e non è assolutamente vero che lo riconosceresti tra un milione di persone…o…bè, forse si…ma solo perché provvedono giornali e televisione a farmelo ricordare, altrimenti, a quest’ora me lo sarei già dimenticato da un pezzo…

 

Già…

 

Proprio così…

 

Si…

 

La verità è questa…

 

Tu per me non esisti più…

 

Tu per me non esisti più…

 

Tu…per me…non…esisti…più…

 

Ahh!! Basta!! Ma chi voglio prendere per il culo?!

 

La verità è ben altra, ed io so qual’è, anche se mi costa ammetterlo…

 

E la verità è che…è che…è vero, sono passati nove mesi, ma non ho mai dimenticato i tratti splendidi del tuo viso, i tuoi occhi scuri e profondi come un oceano, e così dannatamente espressivi, le tue labbra fini e sottili, così morbide e sensuali, e così rosse e succose, e polpose come un invitante frutto maturo; non ho mai dimenticato la linea delicata del mento, delle gote rosee, del collo candido; le curve delle tue forme perfette come una statua di marmo, le tue cosce agili e nervose, che così tante volte si sono strette frementi attorno alla mia schiena, e i tuoi glutei scultorei, rigidi e sodi da far invidia persino ai famosi Bronzi di Riace; e all’interno dei quali così tante volte mi sono immerso, perdendomi in te, e te in me…

 

E finalmente riesco a pronunciare quel nome, quel nome che per ben nove mesi è rimasto sepolto nel mio cuore, acquattato pazientemente nel suo fondo, senza mai sprofondare ed essere così inghiottito dagli abissi desolati che si sono aperti nel mio cuore lacerato dopo quella sera; ma anzi aspettando pazientemente prima di risalire in superficie, e finalmente eccolo il suo momento; eccolo:

 

“Orlando…non ti ho mai dimenticato…dannazione!! Non ci sono riuscito…”

 

E penso proprio che non ci riuscirò mai!!  

 

Sei come una droga benigna, come la più soave tra i vizi e le abitudini, come la più piacevole tra le fissazioni; e una volta che entri in circolo, è difficile liberarsi di te, è difficile farne a meno, se non addirittura impossibile…

 

E quel ragazzo di oggi eri tu?!...Eri proprio tu?!

 

È vero, non ho potuto guardare bene il viso di quel ragazzo, ma da quel poco che ho visto, mi sembravi proprio tu, Orlando…avvertirei la tua presenza ovunque, anche nel bel mezzo di una tempesta oceanica, e ti riconoscerei anche ad occhi bendati…

 

E poi c’era quel cappellino giallo da baseball, che tu eri solito indossare per andare in giro, e sotto al cappello, mi è parso di vedere anche degli occhiali da sole, enormi, come quelli che piacciono a te; e i capelli di quel ragazzo: boccoli scuri legati in una coda, fatta passare all’interno della fessura posteriore del cappello…proprio come facevi tu…

 

Eri tu!! Eri tu!!

 

Ne sono sicuro!!

 

Quel ragazzo eri tu!!...

 

Ma se eri tu, perché ti sei comportato in quel modo?!

 

Ma mi avrai riconosciuto?!...

 

Aspetta, aspetta!!...Forse è proprio perché mi hai riconosciuto che sei fuggito via così!!...

 

Uhhmm…no!! Qualcosa non mi quadra!! Se fosse stato il contrario, allora si sarebbe potuta capire una mia fuga…uhmmm!! No! Non così tanto poi; ma da parte tua, assolutamente no!! Per quale motivo sei scappato?! In fondo, anche se si trattava di vergogna, conoscendoti non ti saresti mai tirato indietro…no! Non è proprio da te…

 

Ma in fondo sono poi così sicuro che si trattasse proprio di te?! O forse è solo la mia mente che mi sta giocando brutti scherzi solo per la speranza inconsapevole, ma da adesso consapevole, che ho di rivederti, di sentirti, di parlarti…

 

Di accarezzarti…

 

Di toccarti…

 

Di baciarti…

 

Di stringerti forte…

 

Di fare l’amore con te…

 

Ahh!! Cazzo!! Che cosa diamine vado a pensare?!

 

Forse mi sto sbagliando: quel ragazzo non eri tu, altrimenti non si spiegherebbe quella fuga senza senso!!

 

“Oh, al diavolo!! Si!! Probabilmente era solo uno squilibrato che assomigliava molto ad Orlando, e niente di più!!” Concludo.

 

 

Passa qualche secondo; tutt’intorno solo silenzio, un silenzio opprimente scandito soltanto dai ticchettii veloci dell’orologio a muro.

 

Mi guardo intorno, aggrovigliando nervosamente le dita delle mani; la mente ormai completamente svuotata da ogni pensiero, quando, improvvisamente, come un fulmine che squarcia il cielo in tempesta, un’illuminazione mi trafigge improvvisa…

 

“…Oh cazzo!! Diane!!...Mi hai visto mentre baciavo Diane!!...Ecco, ecco perché sei scappato in quel modo!!...Ma allora eri tu!! Quel ragazzo eri tu veramente!!...” E al solo pensiero che, anche se solo per un breve attimo, i nostri corpi si sono nuovamente sfiorati; anzi, più che sfiorati, in questo caso, direi proprio scontrati, ma comunque, entrati in contatto dopo nove mesi di astinenza totale; un brivido caldo, mi corre giù lungo la schiena, incendiandomi…

 

Mi riprendo a stento dalla sorpresa, solo dopo qualche secondo, e amaramente scuoto la testa.

 

“Mphff…Diane…”

 

Diane è solo una carissima amica; con l’amore non ha nulla a che vedere!!...Si, è vero!! Rifugiandomi tra le sue braccia, ho saputo trovare qualche momento di conforto, ma la cosa finisce lì; e, a quanto pare, per lei sembra essere lo stesso…

 

Tutti e due, ci siamo ritrovati nello stesso momento, più o meno nella medesima circostanza: appena usciti da una situazione sentimentale arrivata ad un punto disastroso, prima dello scioglimento totale; e destino ha voluto che ci incontrassimo, e, col tempo, abbiamo imparato a donarci conforto l’uno con l’altro…

 

È successo così…un giorno ci siamo incontrati per puro caso al bar nel viale centrale, lei aveva iniziato a lavorare da poco lì come cassiera; e evidentemente, ha riconosciuto in me Aragorn; io ero lì per concedermi un momento di relax, seduto al mio solito tavolino e con la mia solita tazza di caffè in mano; e lei, nella sua ora di pausa, senza essere stata invitata, è venuta a sedersi al mio tavolo con una tazzona enorme di caffè tra le mani; e mentre io alzavo lo sguardo su di lei, perplesso, lei ha esordito, sorridendomi malinconica, dopo essersi sistemata sulla sedia: “Il Signore degli Anelli, è il film preferito del mio ex-ragazzo…”

 

E da lì abbiamo iniziato a parlare, e giorno dopo giorno, a conoscerci meglio: lei mi raccontava della sua vita passata, ed io ricambiavo raccontandole della mia; senza però mai dirle che la ragazza a cui mi riferivo, era in realtà un ragazzo, e che quel ragazzo si chiamasse Orlando Bloom…sono pur sempre un attore conosciuto, ed andare a spifferare una cosa simile ai quattro venti, non sarebbe di certo un comportamento da persona responsabile, e soprattutto da attore conosciuto sano di mente: se si venisse a sapere in giro una cosa simile, scoppierebbe uno scandalo, e tutto questo potrebbe rovinare non solo la mia carriera, ma anche quella di Orlando…

 

Sono quasi completamente sicuro che Diane, di certo non andrebbe a correre dal primo giornalista che le capiti a tiro, ma…si sa com’è: la prudenza non è mai troppa…magari involontariamente, potrebbe scapparle una parola di troppo con un’amica; ed eccolo là che il gioco è fatto!! L’amica lo racconterebbe all’amica, l’amica all’amica, l’amica all’amica dell’amica; le voci si diffonderebbero, si farebbero sempre più insistenti, potrebbero arrivare alla stampa, la quale, magari, senza neanche un minimo di prove, troverebbe per il resto dei prossimi mesi, la soluzione al, su cosa e su chi fare gossip, e a come vendere più copie possibili; e cosa c’è di meglio se non un bel articolo montato di tutto punto su due delle star più in vista del momento?!... Già mi immagino i titoli sui giornali:

 

‘ Il Signore degli Anelli sbanca alla serata degli Oscar con undici statuette vinte, con l’ultimo dei film della trilogia – Il Ritorno del Re -. Indubbiamente merito del regista, ma anche del perfetto affiatamento creatosi tra gli attori del cast…ma si tratta di semplice ed armonioso equilibrio professionale, o c’era qualcos’altro, un altro tipo di equilibrio, più profondo; dietro la cinepresa?! Scopriamolo insieme! ’

 

Oppure:

 

‘ Le cose mai raccontate su Il Signore degli Anelli: i segreti degli attori, fuori dal set.’

 

O ancora:

 

‘ Un viaggio approfondito alla scoperta delle verità inconfessate di Orlando Bloom e Viggo Mortensen.’

 

…Ed ecco che tu sei un uomo finito; o meglio: un attore con la carriera fottuta!!

 

Lentamente mi riprendo da quei pensieri per niente piacevoli, scuotendo la testa, e piano piano, mi ritorna alla mente l’immagine di Diane…

 

Ah! Diane…mi ci trovo bene insieme, è una ragazza molto allegra e solare; anche se il suo sorriso è perennemente offuscato da una quasi impercettibile linea malinconica sulle labbra, e il suo modo di fare, mi ricorda molto il tuo, Orlando: così spontanea, così espansiva, così semplice, così schietta…forse è proprio per questo che mi ci trovo così bene insieme; perché in qualche modo il suo comportamento è così simile al tuo…ma non la amo, no!! Adesso come adesso, sento di volerle un gran bene, e sono sicuro che è lo stesso anche per lei…Diane ama ancora il suo ex-ragazzo, non l’ha mai detto, e non lo ammetterebbe mai neanche sotto tortura, orgogliosa com’è, ma io sento che è così…

 

È vero, siamo finiti più di una volta a letto insieme; la prima volta è successo puramente per caso, poi col tempo si è trasformata quasi in una pratica abituale, ma è solo sesso, non c’è sentimento, se non l’affetto quasi fraterno che proviamo l’uno nei confronti dell’altro…sono solo notti in cui sono troppo stanco e provato per passarle da solo a rigirarmi nel mio letto freddo e vuoto, mentre mi piango addosso e non riesco a prendere sonno; notti in cui poi, alla fine decido di alzarmi, comporre un numero di telefono, prepararmi, ed uscire in direzione della casa della mia amica; una casa, una camera da letto e due braccia trepidanti, perché nella mia stessa condizione, pronte ad accogliermi; una casa, una camera da letto e due braccia, all’interno delle quali, per una notte, almeno una, so che potrò trovare un po’ di quel calore e di quel conforto che vado cercando; cullato dalla dolcissima illusione di stare stringendo al mio petto ancora una volta, quel bellissimo e giovane ragazzo di nome Orlando, di sentire i gemiti urlati e i sospiri affannosi di Orlando, di respirare il profumo della pelle di Orlando, di affondare le mani nei boccoli scuri di Orlando, di fare l’amore ancora una volta con colui che un tempo, era il mio Orlando…

 

Il mio Orli…

 

Quel ragazzo eri veramente tu, ora ne sono più che sicuro; come sono sicuro che adesso sai, sai che cosa vuol dire, sai cosa significa…

 

Sai che cosa ho provato io quella maledetta sera di nove mesi fa…

 

Adesso lo sai…

 

Anche tu.