.|. Salvami .|.

Capitolo 4

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Una volta afferrato completamente il senso della realtà presente; lancio un’ultima occhiata al vicoletto, poi con lo sguardo seguo il resto del marciapiede del viale su cui mi trovo, e riesco ad intravederne la fine, a poca distanza da me, come ricordavo perfettamente; così come ricordo perfettamente anche la collinetta che si erge laggiù, in fondo al viale: una piccola zona tranquilla nel bel mezzo del caos di Manhattan; composta da deliziose villette a più piani e col giardino tutt’intorno; un luogo dove i bambini possono giocare tranquilli anche sul ciglio della strada, un luogo in cui all’ora di pranzo, il profumo degli appena sfornati, si avverte fin dal fondo della strada, un posto ideale dove poter staccare un po’, e trovare calma e tranquillità, senza però doversi spostare in qualche luogo anonimo, sperduto e isolato, dimenticato da tutto e da tutti.

 

Un luogo in cui tutti si conoscono, e tutti sanno chi sei, ma essendo tutti abituati al traffico, alla grandezza, alla velocità, al ritmo e al vivere sociale de “La Grande Mela”; e soprattutto, cosa più importante di tutte: tutti mentalmente scolpiti da un modo di pensare alla maniera della grande metropoli; nessuno fa domande, nessuno fa pettegolezzi, nessuno si mette in testa strane idee!!

 

Insomma, un luogo parecchio inusuale e inaspettato, considerando il fatto che somiglia più ad un piccolo paesino di provincia, che, eppure, si trova proprio nel bel mezzo di una delle più grandi, affollate e caotiche metropoli del mondo…

 

Eppure c’è, esiste; e infatti, alzando lo sguardo dal fondo del viale; eccola là quella collinetta tranquilla…

 

Vig non avrebbe potuto scegliere posto migliore dove andare ad abitare, ma, conoscendolo, mi sarei stupito del contrario!...

 

La guardo estasiato, al solo pensiero che probabilmente, lì, a soli pochi minuti di cammino da dove mi trovo adesso; tu sei in casa, magari alle prese con qualche nuova poesia, o con un nuovo dipinto…

 

Già!! Qualche nuova opera d’arte; e non posso fare a meno di chiedermi da chi adesso, tu prenda ispirazione…

 

Un tempo ero io l’oggetto della tua ispirazione…ma…ma adesso, chi sarà?! Chi avrà occupato quel posto che, nonostante tutto, sento ancora appartenermi di diritto?!

 

E, di nuovo, un’improvvisa rabbia cieca mi assale…

 

Ho voglia di spaccare tutto, di prendere a calci il mondo intero…

 

Ho voglia di correre verso quella dannata collinetta e di buttare giù la tua porta a pugni, se solo ti azzarderai a non aprirmi…ho voglia di piombarti dentro casa, incazzato come una iena, e di disintegrare, in qualunque modo,  colui o colei che, magari, in questo momento, si sta adoperando ad oggetto della tua ispirazione; chiunque esso o essa sia!!...

 

“Merda!!”

 

Scuoto la testa…

 

Non posso, non posso!!

 

Dannazione!! Non posso!!

 

“Maledizione!!”

 

Non posso davvero fare una cosa del genere!! Non ne ho nessun diritto!! Sono io che ho sbagliato; ed io ne devo pagare le conseguenze!!...

 

Ma perché, perché?!!!

 

Perché sono stato così incredibilmente stupido?!

 

Con quale stramaledetto cazzo di modo, sono riuscito a commettere gli insulsi errori che ho commesso?!!!

 

Precisamente…quando, sono diventato così idiota?!!

 

Penso di saperlo, ma ancora non so, o forse, non voglio darmi una risposta precisa…

 

Sono un vigliacco, si, sono un vigliacco, lo so…

 

Ma adesso il vigliacco qui presente, deve cercare il modo di darsi una calmata, prima che compia davvero un’azione sconsiderata come quella che ha in mente di fare…

 

Ed improvvisamente, volgendo lo sguardo all’altra parte della strada, lo vedo; vedo il bar dove eravamo soliti fermarci per fare colazione, e dove, spesso e volentieri, ci fermavamo anche a pranzo…

 

“…Si! Perché no?!” Dico a me stesso: forse ho trovato il modo di darmi una calmata!!...

 

 

 

Entro cautamente dentro il bar, e mi do una rapida occhiata intorno: come al solito, è sempre super affollato: impiegati, medici, avvocati, manager, studenti universitari e intere scolaresche, occupano i tavoli del bar quando è ora di pranzo; ma d’altronde, a parte il fatto che il bar in questione si trova in una zona centralissima, tra ospedali, grattacieli con ogni specie di ufficio esistente, università ed high school; dispone di un ambiente così intimo e familiare, e di un cuoco italiano talmente capace che, non poteva non essere sempre così gremito di gente!!

 

Mi tolgo la giacca, e mi siedo ad un tavolo libero, ma non ho fame per niente: ordinerò un caffè.

 

La cameriera arriva poco dopo; è una ragazza giovane, molto carina, più o meno sui vent’anni; ha tutta l’aria di essere una studentessa universitaria:

 

“Prego!! Vuole ordinare?!”

 

“Solo un caffè, grazie!”

 

“Arriva subito!!” Conclude in un sorriso…

 

Continuo a guardarmi intorno: c’è davvero un sacco di gente, e nonostante lo sapessi, ce n’è molta di più di quanto mi aspettassi in realtà…

 

Ma dopotutto, meglio così: in mezzo alla confusione è più facile passare inosservati; e d’altra parte, la confusione, a volte, aiuta a non pensare…

 

Intanto la cameriera è ritornata con il caffè:

 

“Ecco a lei! Sono due dollari, grazie!” Mi dice sorridente, posando sul tavolo caffè e ricevuta.

 

Le porgo dieci dollari:

 

“Grazie, e tenga pure il resto!”

 

“Grazie a lei, è davvero molto gentile!!”

 

“Per così poco! Non stia a preoccuparsi!!”

 

E si allontana verso il bancone del bar, dopo avermi rivolto un ultimo sgargiante sorriso.

 

Anch’io ho fatto questo lavoro quando ancora studiavo, e so che poter contare sulle mance, è una cosa che ti salva non poco; e quindi, adesso che ho la possibilità di lasciarle io le suddette mance, ho imparato a farlo abitualmente, e lo faccio con grande piacere e anche con abbastanza cospicuità.

 

Bhè, si, è vero!! All’inizio, quando ancora ero solo alla fine del primo film, “La compagnia dell’anello”; per quanto riguarda la questione “denaro”, inconsciamente, mi comportavo come se ancora fossi uno studente poco più che squattrinato; e quindi badavo bene a ciò che potevo e a ciò che NON potevo comprarmi; ritrovandomi, davanti ad una vetrina, a fare calcoli mentali di ogni tipo, aggiungendo e sottraendo, dividendo e moltiplicando: bollette di vario genere, spesa per la casa e per il mio stomaco, benzina per lo scooter, un fine settimana in discoteca, un paio di scarpe carine che avevo visto proprio l’altro giorno ecc ecc; e la cui matrice era sempre la solita domanda: “Con questo risultato, arriverò a fine mese senza toppe al culo?!”

 

E allora, per gli altri, vedermi in quello stato, tutto impegnato e concentratissimo a calcolare avidamente ogni centesimo disponibile nelle mie tasche; con la mano già appoggiata alla porta del negozio, pronti a spingerla per entrare; era un vero spasso, e cercavano di risvegliarmi dal mio stato di “calcolatore umano”, gridandomi il più delle volte cose del tipo: “Ehy Orli!! Pensi di stare davanti a quella vetrina ancora per molto, cercando di calcolare pure ogni granello di sabbia esistente nel deserto australiano; o pensi di entrare con noi?!”

 

Ma vedendo che, la maggior parte delle volte, non stavo neanche a sentirli, ma anzi, gli facevo cenno con la mano di aspettare e il mio viso assumeva un’espressione ancora più concentrata; come di chi è impegnato in un calcolo di vitale importanza, ancora più divertiti, venivano verso di me; e la stragrande maggioranza delle volte era Elijah a farlo, mi prendeva sotto braccio, risvegliandomi dalla mia identità di “calcolatrice”, e mentre io imprecavo per avermi interrotto proprio nel momento in cui stavo per arrivare al risultato finale; mi illuminava facendomi presente quella che era semplicemente la realtà:

 

“Orli!! Ma sei matto o cosa?!...Hai idea di quanti zeri abbia adesso il tuo conto in banca?!!!...”

 

E allora, con aria smarrita e imbarazzatissima, abbassavo lo sguardo, mentre già stavamo entrando nel negozio, e sussurravo: “Cazzo, è vero!!...Ma sai, ancora non ci ho fatto del tutto l’abitudine!!...”

 

E allora Elwood scoppiava a ridere e mi diceva: “Si, si!! Come tutte le volte!!...Ah! Questi elfi!!...Avete proprio la memoria corta!!...Ma porca puttana Orli!! Svegliati!! Ci sono passato anch’io, ricordi?! Ma tu sei proprio un caso disperato a quanto pare!! Sei piuttosto recidivo caro ragazzo!!”

 

Ed io, scoppiavo a ridere con lui!!...

 

Ancora immerso nei miei pensieri, all’improvviso, la figura di un uomo davanti l’entrata del bar, attira la mia attenzione: scarpe da ginnastica chiare, un bel paio di larghi blu jeans, una maglietta nera con un teschio disegnato sul davanti, che traspare dalla giacca di pelle aperta, occhiali da sole e cappellino da baseball in testa…

 

Però!! Da come si veste, pare la mia fotocopia!!...

 

Aspetta, aspetta…aspetta!!...Maglietta nera con un teschio disegnato?!! Mi pare di conoscerla quella maglietta!!...Si!! Non è la prima volta che la vedo!!...E quegli occhiali da sole, sotto al cappellino da baseball, poi?!!...Io li uso, combinando le due cose insieme, per cercare di non farmi riconoscere in giro…forse anche lui…

 

Tra la confusione, cerco di guardare meglio la figura di quell’uomo che ora è fermo davanti la cassa…

 

Maledetta confusione!!...Maledetta, fottuta, dannata confusione del cazzo!!...Se prima mi era d’aiuto per non pensare, adesso mi è solo d’intralcio!!...

 

Cerco di aguzzare bene la vista, focalizzando alla bene e meglio l’immagine di quell’uomo, e dribblando con lo sguardo le figure delle altre persone che gli si parano davanti:

 

È un uomo alto, molto avvenente, e si…mi pare che i suoi capelli siano chiari…biondi…si, si, è biondo…la barba rada di tre giorni…e poi c’è quella maglietta…

 

Cazzo!! Ma quella è la maglietta che ho regalato a…

 

E poi gli occhiali da sole sotto al cappello!!...

 

Cazzo, cazzo, cazzo!!!...

 

VIG!!!....

 

Quello è Vig!!!...

 

Oddio!! Non ci posso credere!!!...Vig!! Vig!!!...Il mio Vig!!...

 

Non sto più in me dalla gioia, il mio cuore ha iniziato a battere come un tamburo, il sangue pare scorrermi ad una velocità inaudita nelle vene, il ritmo del mio respiro è aumentato come se fossi un sub, appena emerso da un’apnea, e le mie mani attorno alla tazza del caffè, tremano visibilmente…

 

Faccio per alzarmi ed andargli incontro, come spinto da un’entità sconosciuta, una forza maggiore che non lascia scampo e alla quale è impossibile disobbedire; non m’importa di quello che gli dirò, anche perché non ho ancora la minima idea di quello che potrei dirgli, non m’importa di quello che lui mi dirà, come reagirà alla mia vista; non m’importa niente, non m’interessa niente, voglio solo saltargli al collo e stringerlo forte, voglio sentire il calore del suo corpo stretto al mio, anche se solo in un semplice abbraccio: troppo tempo è passato dall’ultima volta che l’ho sentito, e adesso mi sembra di impazzire, adesso che tu sei lì, proprio davanti a me, a soli due passi da me; voglio abbracciarti, voglio sentirti, incurante di tutto e di tutti i presenti, non me ne frega un cazzo di quello che potrebbero dire, di quello che potrebbero pensare, del fatto che potrebbero riconoscerci; non mi frega un fottuto ed emerito cazzo di tutto questo, ma…

 

Ehy!! Aspetta un attimo!!...

 

Adesso che ci penso…

 

chi cazzo è quella con cui Vig sta parlando così amichevolmente, già da qualche minuto, bloccando così la chilometrica fila che si è formata alla cassa?!!!

 

‘La cassiera del bar!!’ Mi fa stupidamente eco una vocina nella mia testa…

 

Si, lo so che è la cassiera del bar, dannazione!! Voglio solo sapere in che rapporti sta Viggo con lei!!...Non mi pare di conoscerla, né di averla mai vista prima!!...

 

Ok Orli!! Respira!!...Sta calmo…respira, respira, respira….uno, due, tre…

 

Impossessati subito di tutta la calma disponibile che hai in corpo in questo momento, prima che tu compia qualche stronzata…

 

Ok…ci sono…mi sono calmato…sono calmo…sono calmo…

 

Ehy!!!...Che cosa stai facendo al mio Vig??!!...Brutta troia, lascia subito la mano del mio amore prima che ti faccia pentire di essere nata!!...No, no Vig!! E adesso cosa fai??!!!...No, no ti prego Vig!! No!!! Guardami amore mio!! Sono qui, sono qui!!...Vig ti prego no!!! Non la baciare, non la baciare!!!...Cazzoooo!! Nooo!!! L’hai baciata in bocca, l’hai baciata in bocca………….L-l’hai b-baciata in bocca…………l-l’hai baciata……….in bocca…………davanti………..a me……………..Vaffanculo!!!!!! Maledetto mondo vaffanculo, vaffanculooooo!!!!!!!!! E fanculo tutto, e fanculo tutti!!!!.......E fanculo anche te Vig………E fanculo io!!!!!!!!!............

 

Incapace ormai di ragionare, e soprattutto di calmarmi, sentendo le lacrime pungermi agli occhi, afferro la mia giacca, mi alzo in tutta fretta dalla sedia, andando ad urtare con il ginocchio contro il tavolino, e facendo rovesciare la tazza e il rimanente del suo contenuto sulla superficie chiara…

 

Mi dirigo a grande velocità verso l’uscita, facendomi largo quasi a gomitate tra la folla, incurante dei loro sbuffi di protesta; arrivo davanti alla cassa, passando proprio dietro di te, e lì, per un attimo soltanto, una minima frazione di secondo; mi fermo…

 

La prima lacrima fa la sua comparsa, scorrendo veloce oltre il bordo degli occhiali da sole, non riesco a trattenere un singhiozzo, stringo forte i pugni lungo i fianchi; e proprio nel momento in cui riprendo a camminare furiosamente verso l’uscita, tu ti giri verso di me; ed io, non riuscendo a bloccare la mia gamba già pronta a compiere il passo, ti urto violentemente senza volerlo…

 

Un brivido intenso, a quel minimo contatto col tuo corpo; anche se si è trattato di un vero e proprio scontro, mi attraversa la schiena, diffondendosi in ogni fibra del mio essere…

 

Faccio un passo indietro, cercando di tenere lo sguardo ancora più basso; e prima che tu ti possa riprendere, ed alzare il tuo sguardo su di me, mi do alla fuga, mettendomi a correre; e senza neanche soffermarmi a scuse inutili con aria vaga e frettolosa: potresti riconoscere la mia voce; e soprattutto, la mia voce mi tradirebbe, perché se solo provassi a dire anche la più piccola cosa, verrebbe immediatamente rotta dal pianto…

 

E tutto sommato, non ho neanche nessuna intenzione di chiederti scusa…già!!

 

Altro che scuse!! Dopo quello che ho visto, avrei solo voglia di prenderti a pugni fino a domani mattina senza fermarmi mai, e sono sicuro che, adesso come adesso, se solo il mio sguardo si fissasse nel tuo, lo farei senza pensarci due volte…

 

Corro, corro furiosamente precipitandomi verso l’uscita, e in lontananza mi pare di sentirti gridare: “Ehy!! Ma….”

 

Chiudo gli occhi, mentre afferro la maniglia della porta, e non riesco a sentire la fine di quella frase, ma sicuramente non doveva essere niente di carino; e finalmente esco da quel posto…

 

Quella voce…quella bellissima voce che non sentivo da così tanto tempo…oh Vig!! Ma come ho fatto a rimanere tutto questo tempo senza sentire la tua voce melodiosa?! Come ho fatto a resistere?!...

 

Sembrerà strano, e forse anche stupido, ma, adesso, adesso che ho udito il suono della tua voce, mi sento come rigenerato; e un minuscolo bocciolo di felicità, si sta facendo strada caparbiamente in mezzo a tutta la rabbia cieca e furibonda che si è impossessata del mio corpo, della mia mente e della mia anima…

 

Buffo, no?!...

 

Ma le lacrime amare della disperazione e del dolore, hanno la meglio su quel bocciolo destinato a morire prima ancora di sbocciare; e, inarrestabili e impetuose, iniziano a sgorgare copiosamente dai miei occhi, ed è impossibile anche solo pensare di riuscire a trattenerle…

 

Corro, corro per allontanarmi dalla disperazione, mentre il vento sul mio viso asciuga le mie lacrime: non più le tue mani…

 

Non più le tue parole a consolarmi…

 

Non più le tue braccia a coccolarmi…

 

E corro, corro cercando di allontanarmi da colui che al tempo stesso è per me la felicità e, dopo quello che visto oggi, anche il dolore…

 

Ma non posso seminarti, perché sei sempre lì, davanti a me…

 

E anche ogni angolo di questa città mi parla di te…

 

Di te e di me insieme…

 

Di NOI…

 

Quel noi che, ormai, non esiste più…

 

E vorrei gridare, vorrei urlare; schiaffare tutta la mia rabbia in faccia al mondo, e chiedergli perché…

 

Perché è successo tutto questo…

 

Perché siamo arrivati fino a questo punto…

 

Perché…perché…

 

Cosa vuoi da me, mondo infame??!!! Cosa vuoi che ancora non ti sei preso??!!

 

Dimmelo…

 

“Ti prego…dimmelo…” Un sussurro tra le lacrime…

 

E continuo a correre…