.|. Sadico .|.

by Meleth

“Che razza di coglione che sono! Ti amo, così come sei...
Sei una dannata droga di cui il mio cuore non sopporta l'astinenza,
Sei la mia maledizione e io sono la tua speranza...”

Drammatico | Slash/Song-fic | Rating NC-17 | One Piece

| Commenta - Leggi i commenti |

*Scarica la copertina by Meleth*

                I'm tired of being what you want me to be
           Feeling so faithless, lost under the surface
           I don't know what you're expecting of me
           Put under the pressure, of walking in your shoes
           (Caught in the undertow, just caught in the undertow)
           Every step that I take is another mistake to you

 

<Non farmi del male, ti prego>

Imploro.

<Ti prego... non... Non farmi male! Lasciami andare>

Tutto inutile, inutili parole smarrite nel vuoto di una stanza buia e umida.

Lui continua a premere la gelida lama del pugnale contro la mia gola,

mi guarda sfacciatamente eccitato e mi sorride, godendo al pensiero di quella folle perversione

<Lasciami andare Viggo, ti supplico>

Ride, mi fissa divertito, si prende gioco di me e della mia paura con quegli occhi chiari e luminosi.

<Lasciarti andare?! E perchè mai?!>

Si passa la lingua sulle labbra

<Non hai voglia di divertirti con me?!>

<Non così... Non in questo modo...>

<Perchè?! Cosa c'è che non va? Non ti piacciono i coltelli? Non ti piace il dolore? Non ti piace il sangue?> la sua risata risuona cristallina nella stanza, investe i miei timpani, penetra nel cervello, mi fa sragionare.

<Cosa ti ho fatto di male?>

Domando afflitto e disperato.

<Ma niente amore mio... a parte il fatto che hai tentato di fuggire da me!...>

Ora mi guarda con disprezzo.

<Ho dovuto, mi ci hai costretto tu...>

<Stronzate! Non fare la vittima! Sapevi bene come sono fatto... dovevi pensarci prima!>

Trattengo le lacrime.

La lama del pugnale continua ad accarezzarmi il collo.

<Voglio sentirti gridare... Voglio sentirti implorare pietà...>

Abbassa per un attimo lo sguardo, poi torna a fissarmi.

<E adesso...>

Fa scorrere la sua scintillante arma lungo il mio petto, per poi bloccarla all'altezza del ventre.

<...Adesso giochiamo un pò dolce tesoro mio>

<No, ti prego!>

Imploro nuovamente.

Un ghigno sadico e malato si posa sulle sue labbra turgide, rabbrividisco.

<Dai, ti prometto che non ti farà tanto male...>

Provo a ribellarmi, ma lui è più forte di me, con il suo corpo mi tiene premuto contro il pavimento, con la sua mano mi serra la spalla in una morsa d'avvoltoio.

Mi bacia, stacca le sue labbra dalle mie, mi sorride, mi fa l'occhiolino, e poi lo sento...

Un dolore lancinante mi percorre tutto il corpo, un bruciore allucinante s'impossessa di ogni millimetro della mia pelle.

Ma non grido, non gli concedo questa soddisfazione!...

Ora... Ora avverto qualcosa di fresco e fluido scorrermi lungo il bacino...

E’ sangue.

Il mio bel bastardo non ha esitato ad affondare la lama nella mia carne, l'ha fatto veramente...

Ansimo, confusione e sgomento mi assalgono tramortendomi,lo guardo spaesato

<Stai tranquillo>

Mi sussurra all'orecchio.

<E’ solo un taglietto, poco più di un graffio>

E’ vero: la ferita sulla pelle è superficiale, ma quella nel cuore... quella si che è profonda! A questo non ha pensato... non si rende conto di niente.

D'un tratto getta il coltello a terra, mi afferra il mento, stringe, mi fa male.

<Allora Orlando? Chi è il tuo padrone?!>

<Lasciami stare, cazzo! Sei un folle! Non voglio avere più niente a che fare con te!>

sibilo.

<Io... Ti odio!>

 

I've become so numb
I can't feel you there
Become so tired, so much more aware
I'm becoming this, all I want to do
Is be more like me and be less like you

 

Silenzio ovattato, surreale.

Il suo sorriso beffardo scompare, il riso del suo sguardo muta in una cupa espressione di rabbia, stringe i denti, la sua presa sulla mia spalla si fa ancora più stretta.

<Che cosa?! Tu non potresti vivere un solo giorno senza di me!>

Deglutisce nervoso.

Poi si abbassa sul mio collo, mi lecca, mi morde con violenza, mentre addenta la mia pelle come un belva affamata sento che gode, che continua ad eccitarsi.

Abbandona la sua preda e osserva con fiera soddisfazione il livido che mi ha lasciato, il suo inconfondibile marchio di appartenenza.

<E adesso... Adesso chiedimi subito scusa!>

Il suo arrogante ordine riecheggia nel freddo della stanza.

<Chiedimi scusa Cristo!! Dimmi che mi ami!... Dimmelo!!>

Un urlo disperato e imperioso,

mi stringe il collo.

<Cazzo Orlando, non costringermi a farti seriamente male!>

Stringo i denti, lo guardo dritto negli occhi, senza esitare.

<No Viggo... Non... Non lo dirò mai più che ti amo>

Furioso mi sbatte la testa contro il pavimento, il suo corpo si serra ulteriormente contro il mio.

<Ti prego Orlando, non mi provocare! Dimmi che mi ami... Adesso!>

ma io, coraggiosamente e incoscientemente, scuoto la testa.

<No Viggo, non lo dirò... Non puoi obbligarmi a dire una cosa che non penso>

Nei suoi occhi, ora, sincera paura.

<Non è vero... Stai mentendo bastardo! Dimmi che mi ami!>

Arrivato al limite dell'esasperazione grido con foga.

<No! Non ti amo più! Come cazzo te lo devo dire?! Non ti amo Viggo, non ti amo!!>

Mento spudoratamente.

Immediato, quasi automatico... Come un secchio d'acqua gelata scaraventata sulla faccia arriva il suo schiaffo.

Un colpo netto e preciso, impeccabile, mirabile capolavoro del genio del sadismo.

La mia guancia rovente e arrossata,

 

Can't you see that you're smothering me?
Holding too tightly, afraid to lose control
'Cause everything that you thought I would be
Has fallen apart, right in front of you
(Caught in the undertow, just caught in the undertow)
Every step that I take is another mistake to you
An' every second I waste is more than I can take

 

Fisso il suo sguardo disperato per un istante.

Poi il suo corpo abbandona il mio... Si accascia a terra, la testa contro il muro e le mani tra i capelli.

Un lieve e timido singhiozzo smorza il frastornante silenzio che si è venuto a creare.

Mi alzo a sedere, la testa mi gira e il sangue mi pulsa prepotente nelle vene e nelle arterie,

tampono col palmo della mano la ferita sul ventre che ancora brucia e sanguina.

Mi volto verso di lui...

Sta piangendo,

Sta soffrendo...

Disperazione, paura, sconforto, rimorso, follia tramutati in salate lacrime d'argento.

Mi getta una rapida occhiata,

Il suo sguardo adesso è intimidito e frustrato.

Tutto ad un tratto ha perso la sua irrazionale, ma lucida sicurezza, tutta la sua spavalderia, tutta la sua sadica malizia.

Ora mi osserva come un bimbo intimorito e dispiaciuto osserva la sua mamma dopo aver combinato un guaio,

Non mi fa più paura.

Ora per lui provo pietà... Pietà e compassione

Per un momento, forse... Forse provo addirittura tenerezza... Amore...

Avanzo carponi sul pavimento.

Mi avvicino a lui, al suo corpo tremante e scosso dai singhiozzi.

<Viggo...>

Mormoro,

Lui si volta dall'altra parte, è troppo maledettamente orgoglioso per farsi vedere da me in questo stato.

Gli sfioro la spalla nuda e candida,

Un leggero fremito scuote il suo corpo,

Gli accarezzo i capelli,

Un flebile lamento si diffonde dalle sue labbra.

<Tu... Tu non mi ami più...>

Sorrido intenerito.

Si volta verso di me, si aggrappa sfinito alle mie spalle

<Perchè Orlando? Perchè non mi ami più?>

Un sorriso amaro increspa le mie labbra.

<Lo sai il perchè...>

Il suo sguardo è vuoto e arido, sembra non comprendere le mie parole.

<Ma... Ma io ti amo!>

Sospiro.

<Il tuo è un amore malato, lo capisci Viggo?>

Si tuffa nei miei occhi, mi implora.

<Io... Io però ti amo veramente>

Adesso è lui ad essere succube di me, i ruoli si sono invertiti...

Lo accarezzo sulla testa, intenzionato a dirgli addio per sempre,

Gli sorrido con dolcezza.

<Ora devo andare Viggo>

Mi afferra per un polso.

<No, non andare>

Mi alzo in piedi.

Anche lui fa per alzarsi, ma le gambe gli cedono sotto l'opprimente peso delle emozioni,

crolla a terra come un gattino ferito.

Stringo i denti e m'impongo di essere freddo e distaccato,

Non lo guardo

<Mi dispiace>

Ma i suoi occhi di cristallo mi immobilizzano, la sua mano esile arranca tremante verso di me come una barchetta di carta verso un appiglio in un mare in tempesta.

Mi supplica con lo sguardo, con le labbra.

Osservo il pugnale a terra ancora sporco del mio sangue, poi mi volto nuovamente verso di lui

<Ti prego Orlando, non lasciarmi>

Sospiro e mi arrendo ancora una volta alla sua volontà...

Mi inginocchio accanto a lui, lo guardo con un pizzico di severità e lo abbraccio,

lo stringo forte a me...

Le sue mani fredde e sudate sulla mia schiena, le sue labbra tremanti contro il mio petto

quale più dolce condanna all'oblio!?

Lo coccolo tra le mie braccia tolleranti e protettive

<Non preoccuparti, va tutto bene... Non me ne vado, ok?>

<Si, però... Però ora dimmi che mi ami, voglio sentirtelo dire, ne ho bisogno>

il suo non è più un ordine, è diventato una timida richiesta, un'innata implorazione

e io lo accontento

<Si Viggo, io ti amo>

Lui sorride, ora sembra molto più sereno

<E dimmi anche che non mi lascerai, dimmi che sarai sempre e solo mio...>

Lo rassicuro, pur pentendomene

<Non, non ti lascerò... Sarò sempre tuo>

Si stacca leggermente da me, si asciuga le lacrime.

La tempesta sembra ormai passata, il turbine di sfrenata perversione superato...

Osserva la ferita rossa lungo il mio ventre, la sfiora insanamente affascinato

<Perdonami...>

Non lo pensa veramente, oh no! Lo conosco ormai troppo bene! Quante volte si è scusato, quante volte ha dato la sua parola di non farlo più!... Ogni singola cicatrice sul mio corpo è la testimonianza di innumerevoli promesse non mantenute...

Ma dopo tutto non è colpa sua... A lui quelle cose piacciono...

Il sangue, i tagli, i lividi...

A volte mi costringe a infliggergli le stesse pene che lui riversa su di me...

Povero amore mio!

Sei folle e non te ne rendi conto, sei malato e non vuoi ammetterlo...

Eppure io ti amo,

 

          And I know
          I may end up failing too
          But I know
          You were just like me
          With someone disappointed in you

I've become so numb
I can't feel you there
Become so tired, so much more aware
I'm becoming this, all I want to do
Is be more like me and be less like you

 

Che razza di coglione che sono!

Ti amo, così come sei...

Sei una dannata droga di cui il mio cuore non sopporta l'astinenza,

Sei la mia maledizione e io sono la tua speranza...

Ora, mentre ti aiuto a rivestirti, so già che mi pentirò di averti perdonato, di aver accolto la tua supplica, di non essere riuscito a resistere alla visione del tuo corpo, del tuo viso, al richiamo della tua disperazione.

Mi abbraccia

<Non ti farò più del male...>

Sorride con innocente pentimento.

<...Promesso!>

Ecco, come volevasi dimostrare!

L'ennesima promessa, l'ennesima involontaria, inconscia bugia...

Sospiro e gli accarezzo la guancia.

<Andiamo via da questo posto>

Annuisce.

Così, mentre mi allontano da questa stanza tenendolo stretto a me, so già che domani mi pentirò amaramente di non avergli detto addio...

Domani ricomincerà tutto da capo...

La complicità, l'eccitazione, la violenza, le urla, le lacrime, gli schiaffi, le carezze...

E non c'è niente che io possa o voglia fare per porre fine a questo delirante circolo vizioso...

Perchè io non posso fare a meno di lui...

Non posso andare avanti senza il mio infernale paradiso,

Non posso vivere lontano dal mio sadico amore.

 

I've become so numb
I can't feel you there
Become so tired, so much more aware
I'm becoming this, all I want to do
Is be more like me and be less like you

 

THE END

by * Meleth *