.|. Rosso di Passione .|.

by Celebel

Una notte insieme... e la voglia di ricordarla per sempre...

Sentimentale/Commedia | Slash | Rating NC-17 | One Piece

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Né Orlando né Viggo mi appartengono, così come le loro vite private. Questa è una fanfiction e quindi pura invenzione. Non è mia intenzione offendere nessuno.

Dedicata a tutte le ragazze delle mailing lists – grazie tessssore, non so come farei senza di voi!! – e in particolare alla mia sorella-vampiro Lilith – mentre scrivevo pensavo a te! ^^ -. VVB!!!

 

"Entra pure, la porta è aperta"

Un ragazzo, un attore, Orlando. Apre la porta ed entra nella stanza. Di un uomo, di un artista, di Viggo.

"Come sempre…"

Chiude la porta alle sue spalle e fa qualche passo insicuro tra le tele coperte di colore – quadri mai terminati – con mille volti diversi che lo osservano dalle pareti – foto, frammenti di realtà rubati al passato -.

"È tutto ok, Orli?" chiede l'uomo notando lo sguardo del giovane… nei suoi occhi qualcosa simile all'incertezza… o forse no?

"Si… solo non…" come spiegarlo? "anche se è la centesima volta che vengo qui… non riesco ad abituarmi all'ambiente…" fa qualche altro passo verso Viggo "la luce qui è strana… c'è un'atmosfera particolare… e tutte quelle foto mi mettono a disagio: mi guardano, mi studiano, mi giudicano e…"

"Sono solo foto"

Continua ad avanzare lentamente, Orlando, verso l'uomo che lo guarda con un pennello tinto di rosso in mano… arriva davanti all'uomo… si ferma.

"Non sono solo foto… sono attimi di vita…" una pausa "lo hai detto tu"

"Vita passata, sono ricordi… non vivono più…"

"Chi può dirlo?" un sussurro.

"Se ti mettono così a disagio non credo di poterti chiedere di ripetere l'esperienza di ieri sera…"

Sorride, Orlando, al ricordo della notte precedente.

"No, non chiedermelo… mi hai distrutto!"

"Addirittura?" il tono di Viggo di fa ironico "credevo che voi Elfi foste più resistenti…"

"Gli Elfi sono fragili, in particolare quelli di Bosco Atro… ricordi?"

Lo sguardo di Viggo lascia quello dell'attore di fronte a lui e scende… indugia qualche istante sul profilo della maglietta bianca… continua la sua discesa lungo le spalle e le braccia di Orlando… arriva ai polsi… alle mani…

Un sorriso compare sulle labbra dell'uomo.

"Come hai spiegato a Kate… questi?" chiede sfiorando impercettibilmente i graffi sui palmi delle mani del giovane.

"Non sono stati quelli il problema… quanto questi…" inclina la testa di lato e si sposta un po' i capelli per permettere a Viggo di vedere i segni rossi sul suo collo "e.. tutto il resto…"

"Dio, non pensavo di averti fatto così male…"

"Non mi hai fatto male"

"Potrei fartene ora…"

Per un attimo la mente di Orlando torna alla sera precedente…

 

---

 

"Toglimi questa benda dagli occhi, maledizione!"

"Non ci penso nemmeno" Rumore di ferro che sbatte contro il ferro "Questa notte sei mio!" Voce bassa e sensuale.

La mano di Viggo incontra quella di Orlando… le dita si intrecciano, si accarezzano… si lasciano… ma la solitudine è breve, perché presto la lingua dell'uomo si insinua a giocare tra le dita della mano del ragazzo inglese, come cercando spasmodicamente qualcosa che non riesce a trovare.

Un gemito soffocato.

Orlando sente all'improvviso che il calore della bocca dell'uomo è venuto a mancare.

"No… continua…"

Un cerchio di metallo si chiude intorno al suo polso.

Le mani di Viggo aprono velocemente i bottoni della camicia di Orlando… risalgono fino alle spalle del ragazzo e fanno scivolare via la stoffa blu, che va a confondersi, nella penombra tremolante data dalle candele, alla seta rossa delle lenzuola, perdendosi come una goccia d'acqua in un lago di sangue.

Solo un leggero tintinnare metallico ad accompagnare quel gesto.

"La prossima volta ricordami di spogliarti prima di metterti le catene…" sussurra l'uomo chiudendo un anello metallico intorno al proprio polso.

Sorride malizioso, Orlando. La dita percorrono la catena che parte dall'anello legato al suo polso e la scopre incredibilmente lunga. Al temine, un altro cerchio metallico, stretta a racchiudere il polso di Viggo.

"Che cosa…?"

"Sei legato a me…"

"Ma…"

"Sttt… questa sera la bocca non usarla per parlare!"

Come a voler sigillare nel tempo che fluisce rapido quelle parole, le labbra di Viggo di appoggiano a quelle del compagno. Le accarezzano con la leggerezza di un raggio di sole invernale e poi le bruciano con un bacio ardente. Le lingue, fiamme impetuose, si incontrano, si sfiorano, si lasciano… lottano.

Le mani di Viggo sul viso di Orlando per spingerlo ancora di più in quel fiume di lava che sembra non si fermerà mai… mai… mai…

La catena che lega i due uomini accarezza il petto del più giovane con un brivido di ghiaccio. L'attore inglese si allontana appena per respirare, interrompendo quell'unione di due fuochi…

Passa un attimo (o forse è un anno? Che cos'è, alla fine, il tempo?), poi i respiri dei duo uomini si incontrano di nuovo in una tempesta di sospiri. Viggo tortura il labbro inferiore di Orlando… lo succhia… lo morde piano… ne sfiora il profilo con la lingua…

Le mani di Orlando esplorano il corpo dell'uomo scoprendolo nudo. Vuole vederlo, ora. È stanco del buio causato dalla benda che gli copra gli occhi. Inizia a slacciare i nodi.

"Fermo!"

"Voglio solo…"

"No, lasciala…"

"Voglio vederti…"

"Adesso no"

Tuttavia, la mani del ragazzo tentano di nuovo di liberare gli occhi.

"Avrei voluto lasciarti libere le mani…" Viggo si toglie l'anello di ferro dal polso "…ma non mi lasci altra scelta"

Prende la catena e la attorciglia intorno alle sbarre della testiera del letto, poi imprigiona anche il polso di Orlando che prima era libero, costringendo il giovane a tenere le braccia sollevate sopra la testa.

Con un dito percorre il petto del compagno facendolo rabbrividire. Si china su di lui e appoggia le labbra al suo collo… i denti dell'uomo torturano la pelle del ragazzo, saziandosi dei suoi gemiti.

Lo tempesta di baci mentre scende lungo il suo corpo… con la lingua bagna il bottone che tiene chiusi i jeans di Orlando, del suo Orlando.

Il ragazzo solleva il bacino, invitando l'altro a liberarlo dei pantaloni. Viggo li apre, glieli sfila lentamente, accarezzandogli le gambe mentre fa scivolare via la stoffa. Ripetendo li stessi movimenti toglie anche i boxer al compagno, lasciandolo completamente nudo, abbandonato tra le lenzuola.

Orlando si lascia ricadere sul materasso aspettando le mani dell'americano su di sé… e Viggo non lo fa aspettare. Inizia ad accarezzarlo.

Ogni volta che la pressione delle dita dell'uomo si fa più forte, Orlando stringe di più la catena tra le mani, gemendo.

Lo tocca, Viggo. La stringe, Orlando, gemendo.

Lo tocca più forte, Viggo. La stringe più forte, Orlando.

Più forte la stringe, fino a farsi male.

E mentre il suo corpo si scioglie tra le mani dell'uomo, il ferro della catena penetra nella carne e le strappa una goccia di sangue. Una lacrima solitaria, che scivola lungo gli anelli di metallo argentato.

Si eccita, Viggo, vedendo il sangue colare lungo le braccia del ragazzo, lungo la catena.

Tra i sospiri… tra i lamenti… "Prendimi adesso" …tra i lamenti… tra i sospiri… "Ora!" …tra i sospiri… tra i lamenti… "Ora, Viggo, prendimi ora!" …tra i lamenti… tra i sospiri…

Tra le urla… tra i gemiti… lo prende, adesso …tra i gemiti… tra le urla… ora …tra le urla… tra i gemiti… ora, Viggo, lo prende ora …tra i gemiti… tra le urla…

Entra in lui. Lo possiede. Lo fa urlare. Urla a sua volta.

E ricade su di lui, esausto.

 

---

 

…alla sera precedente torna di Orlando la mente per un attimo.

Per un attimo soltanto.

"Sai, potrei anche resistere ad una serata come ieri…"

"Avrei un altro programma per questa notte…"

"Mi piacerà?"

"Io credo di si"

Una pausa. Silenzio.

Poi.

Calda.

Sensuale.

Profonda.

La voce di Viggo.

"Posa per me"

"Posare?"

"Voglio fotografarti…"

"Speravo in qualcosa di più… appagante"

"Ancora non sai che foto… spogliati!" gli ordina.

Con dolcezza, però. Un ordine, ma dolce.

"No, non…"

"Solo per me… una foto solo per me… per ricordarmi di ieri…"

Uno sguardo. Silenzio. Mille gesti in quello sguardo. Mille parole in quel silenzio.

Si spoglia, Orlando, lentamente. Senza alcuna fretta. Gustandosi le carezze della stoffa sulla pelle.

"Dove mi metto?"

"Distenditi qui, sul divano…"

Orlando si accomoda sul divano di pelle nera.

Viggo prende la tavolozza, mischia i colori, si avvicina ad Orlando con un pennello in mano.

"Avevi detto foto…"

"Non sono per la tela questi colori"

Il ragazzo getta uno sguardo alla tavolozza.

Rosso… rosso in ogni sua sfumatura… rosso in ogni sua intensità…

Orlando osserva incantato le setole del pennello tuffarsi nel colore ed emergere insanguinate. Le osserva avvicinarsi al suo corpo nudo. Le osserva tracciare segni sul suo corpo nudo.

Lacrime vermiglia sulla sua pelle… lame di fuoco… sole che arde… terra che brucia.. pioggia infiammata…

Le dita di Viggo, come parole di amico che puliscono il viso dalle lacrime vermiglie… come mani che guariscono le ferite delle lame di fuoco… come il mare che inghiotte il sole che arde… come tempesta che spegne la terra che brucia… come labbra assetate che devono la pioggia infiammata…

La dita di Viggo sul suo copro a stendere il coloro, mischiarlo, confonderlo…

Le dita di Viggo che lo sfiorano, lo toccano ovunque… lo fanno tremare, gemere, eccitare…

Abbandonato su quel divano… pelle contro pelle… uomo contro uomo… sguardo nello sguardo… colore nell'emozione… rosso nella passione…

L'opera d'arte… Orlando.

L'artista… Viggo.

L'ispirazione… Passione.

Il colore… Rosso.

Orlando… pugnalato dal pennello dell'artista.

Viggo… sporco del sangue della sua arte.

Passione… su di loro… tra di loro… dentro di loro…

Rosso… rosso ovunque…

Si allontana, Viggo, per ammirare quell'opera d'arte che diverrà presto soggetto di altra arte.

Prende, Viggo, la macchina fotografica.

Attesa.

Colore.

Rosso.

Passione.

Un uomo, un artista, Viggo. Imprigiona un ricordo, scatta una foto. A un ragazzo, a un attore, a Orlando.