.|. Heleg Urui - Ghiaccio Bollente .|.

5. Rivelazioni

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 “Sbrigati Sam!” esclamò Frodo rivestendosi velocemente “È tardi!”

“Arrivo…va…” rispose l’hobbit allacciandosi la camicia e seguendo il compagno che si era già incamminato “…e comunque non sono io quello che si è riaddormentato!”

“Ma sei tu quello che doveva svegliarmi o sbaglio?” replicò Frodo voltandosi qualche istante verso di lui “Se l’avessi fatto quando era il momento…”

“Beh…io volevo farlo…ci ho provato ma…”

“Ma cosa?”

“Ma…eri così tranquillo e…sereno…” mormorò Sam affiancandosi a lui “…non ti rigiravi in continuazione come sempre…e non volevo che ti destassi per…affrontare ancora questa realtà crudele in cui ci troviamo…”

Frodo si fermò e attese che il compagno si voltasse verso di lui.

“Io volevo…” continuò Sam sospirando “…lasciarti vivere nel tuo sogno perché ero sicuro che nessuno ti avrebbe fatto del male…”

“Sam…” disse dolcemente Frodo sorridendogli “…io ho un compito da svolgere…ed anche se sarà difficile e pericoloso…io so di poter vivere comunque nel mio sogno…perché…una parte del mio sogno, è la mia realtà…” si fermò un istante, appoggiandogli una mano sulla spalla “…tu…”

Sam sorrise, restando immobile a guardare il compagno che si  allontanava, poi lo raggiunse e insieme tornarono alla radura dove , accanto al fuoco Merry e Pipino erano indaffarati a preparare la colazione…

 

“Ah! Eccovi!” esclamò Pipino quando li vide, poi con un sorrisetto ironico sul viso continuò “Dove siete stati?”

“Noi…ci siamo svegliati presto e…abbiamo deciso di fare una passeggiata qui vicino…” rispose Frodo guardandosi attorno e notò che anche i giacigli di Legolas e Aragorn erano vuoti.

“Sì…certo…una passeggiata…” mormorò Merry sorridendo.

“Bene…sedetevi dunque…” proseguì Pipino “…sarete affamati dopo la vostra…passeggiata…” e lanciando un’occhiata di intesa a Merry, continuò a preparare i piatti per tutti.

“Hai visto?” bisbigliò Sam a Frodo senza farsi sentire dagli altri “Aragorn e Legolas non sono qui…” insieme si sedettero accanto al fuoco ancora acceso “…e se questa notte ci hanno sentito mentre…”

Ma si interruppe quando vide il ramingo e l’elfo comparire tra gli alberi.

“Perdonate il ritardo…” disse l’uomo inginocchiandosi accanto alle proprie coperte e sistemandole in un angolo “…abbiamo fatto un passeggiata qui vicino per controllare se…” ma si fermò quando notò lo sguardo sconcertato che si stavano scambiando Merry e Pipino.

“Sembra che questa mattina il sole abbia destato molti di voi ancora prima del suo sorgere…” esclamò Gimli alzandosi in piedi “…ma la fame vi ha fatti tornare dalle vostre perlustrazioni…”

Aragorn lanciò un’occhiata a Frodo e Sam e vide che tenevano lo sguardo basso, come se si sentissero in imbarazzo.

“È rimasto cibo per tutti?” chiese allora, cercando di cambiare discorso e con la coda dell’occhio vide Legolas appoggiare l’arco e la faretra ai piedi di un albero.

“In abbondanza…” rispose Boromir che stava giungendo in quell’istante con altra legna “…ma solo per qualche giorno…non sai quando arriveranno questi Elfi che ci devono condurre?”

Il ramingo aprì la bocca ma, con suo stupore, udì la voce di Legolas…

“Presto…domani, o al massimo dopo…” disse l’elfo guardando per qualche istante il cavaliere di Gondor “…non permettono mai a degli stranieri di indugiare in questi Boschi troppo a lungo…”

Boromir annuì, fissandolo incuriosito…non si aspettava una risposta da lui…

“A tavola!” esclamò Pipino “Beh…voglio dire…è pronto…” si alzò portando a tutti un piatto, poi però si fermò dubbioso davanti a Legolas…gli alzò il piatto sorridendo e facendo un cenno col capo…non si aspettava di certo che l’avrebbe accettato, non l’aveva mai fatto…si era sempre limitato a mangiare qualche frutto…

L’elfo rimase immobile, con gli occhi fissi sul cibo, poi, dopo un momento di esitazione lo prese dalle mani dell’hobbit…

“Grazie…” sussurrò accennando un sorriso, prima di sedersi ai piedi di un albero.

“Prego…”rispose sbalordito Pipino. Tornò accanto a Merry e iniziò a mangiare in silenzio, poi però non riuscì a resistere e gli mormorò “…hai visto?...l’ha preso…”

“Shh…si ho visto…sta zitto…”

“…forse passeggiare di prima mattina gli fa venire appetito…”

“…Pipino!” lo zittì Merry facendo finta di niente quando vide lo sguardo di Aragorn su di lui.

“…ho capito…ma è comunque strano…non l’aveva mai fatto…” concluse l’hobbit portandosi un tozzo di pane alla bocca.

Il ramingo continuò a mangiare in silenzio, ma non riuscì a trattenere un sorriso divertito…di tanto in tanto guardava verso l’elfo che era intento a gustare lentamente il piatto preparato da Pipino, sembrava non accorgersi che gli occhi di tutti erano puntati su di lui…e non poteva dare torto agli altri…era la prima volta che Legolas mangiava e sedeva con loro.

 

La mattina passò e nel primo pomeriggio Aragorn decise di perlustrare la zona…visto che, anche se tutti credevano il contrario, non aveva avuto il tempo per farlo. Camminò lentamente tra gli alberi, cercando qualche traccia…qualche segno…qualunque cosa che gli tenesse occupata la mente…ma niente…quel sogno continuava a ripetersi nei suoi pensieri e ogni volta ricordava meglio…nella sua vita aveva imparato a non ignorare mai un sogno, anche se velato, ognuno di essi gli aveva sempre rivelato un avvertimento…e questo lo preoccupava…quelle parole pronunciate con dolcezza lo tormentavano…

“…meleth…(amore)” sussurrò tra sé con lo sguardo basso “…meleth nîn (amore mio)”

Non era possibile…forse la sua mente si era solo confusa, facendogli sognare della persona che aveva amato per anni e di quella con cui aveva passato la notte ma…per qualche strana ragione, non ne era sicuro…chiuse gli occhi sospirando…aveva già abbastanza pensieri, problemi veri, reali…un sogno era l’ultima cosa a cui doveva dare spazio.

Ad un tratto udì dei rumori…dei passi…e poi di nuovo il silenzio…aprì gli occhi, restando immobile, ma lasciando che il suo sguardo vagasse rapidamente oltre agli alberi…ma la presenza che percepiva non era davanti a lui…ma alle sue spalle (OHHH!!!)…con un movimento lento chiuse il pugno sull’elsa della spada, pronto a sguainarla…gli sembrava di aver già vissuto una situazione simile…la lama aveva già lasciato in parte il fodero mentre i suoi occhi azzurri continuavano a scrutare…era vicino ora, molto…era dietro di lui…si preparò a voltarsi di scatto…ma una mano si posò sulla sua mentre un braccio gli cingeva la vita…

“Man im?(Chi sono?)” gli bisbigliò una voce melodiosa all’orecchio.

“Pen i moe darthant guin Beriain…(Qualcuno che doveva restare con gli Hobbit)” rispose il ramingo rilassandosi e lasciando che la spada scivolasse nuovamente nel fodero “…ú moe aphannich nin (non dovevi seguirmi)…”

Legolas appoggiò la fronte sulla sua spalla, stringendosi a lui

“Aníron dorthad na le…(Desidero stare vicino a te)” sussurrò accarezzandogli il petto con la mano.

“Ú…anírach nad athan…(No, tu desideri qualcosa di diverso)” ribatté Aragorn e sentì la risata cristallina del compagno riempire l’aria “…fael? (Giusto?)”

“Mmm…” fu l’unica risposta che ottenne dall’elfo…lentamente aveva iniziato a sfiorare con le labbra il collo dell’uomo.

“Legolas…” sospirò il ramingo sorridendo “…si…si boe telich dan na ir estolad (ora, ora devi tornare all’accampamento)” cercò di allontanarsi da lui ma l’elfo lo strinse più forte.

“…ù Estel…(no Estel)” bisbigliò.

Aragorn si lasciò sfuggire una risata quando sentì il proprio corpo infiammarsi solo per la vicinanza del compagno…era assurda quella situazione…lo sapeva bene…non molto lontano dal punto in cui si trovavano c’erano gli altri, tutti svegli…

“…ú si Legolas…(non ora Legolas)” disse facendo un passo avanti per uscire dall’abbraccio dell’elfo “…mathathar men…hyn (ci sentiranno…loro…)” si voltò e incrociò i suoi occhi…profondi…ardenti…perché non riusciva semplicemente ad andarsene? Era facile…poteva farlo…poteva controllarsi…anche se…lo desiderava…quello sì, lo desiderava con tutto se stesso…ma come si era già ripetuto più volte, non doveva lasciare che la lussuria prendesse il sopravvento…

“No…” esclamò…ma Legolas non fece in tempo a ribattere…Aragorn gli prese il volto tra le mani e lo baciò con trasporto…quando si separarono per respirare l’elfo sorrise…

“Forse ho capito male ma…avevi detto no…”

“Beh…ho…ho cambiato idea…” sussurrò il ramingo sorridendogli “…vieni qui…” e lo strinse a sé baciandolo di nuovo ardentemente…udiva i deboli gemiti del compagno mentre attaccava le sue labbra quasi con ferocia.

…non devi…è sbagliato…lui deve restare solamente un tuo amico…sei già andato troppo oltre…

Se lo ripeteva…il suo cuore lo metteva in guardia…

…fermati adesso…o non potrai più…lo sai bene…accadrà di nuovo…e soffrirai di nuovo…

Ma il suo corpo non gli dava ascolto…

 

Legolas gettò indietro la testa, lasciando che le labbra dell’uomo raggiungessero il suo collo…

“…Estel…” gemette “…dimmi che possiamo…adesso…ti prego…”

Aragorn scese con la lingua fino a toccare l’abito, per poi risalire sul mento e spostarsi lateralmente…

“…lo sai che non posso dirtelo…” gli sussurrò all’orecchio per poi seguirne il profilo, sfiorò la punta con i denti per poi lambirla con la lingua e le labbra…sentì il corpo del compagno tremare con forza come quando, la sera prima, aveva iniziato ad accarezzarlo…così lo guardò negli occhi, inclinando la testa incuriosito “…quello che ti ho fatto…è stato piacevole?” con l’indice gli sfiorò l’altro orecchio e vide l’elfo aprire le labbra e socchiudere gli occhi…sorrise tra sé e trascinò il compagno vicino ad un albero…

“Facciamo un gioco…” disse costringendolo a sedersi tra le sue gambe e ad appoggiare la schiena contro di lui.

“Ma…Estel…” esclamò Legolas stupito, lasciandosi però guidare da lui…sentì contro la schiena l’eccitazione dell’uomo e strinse le labbra sorridendo “…come facciamo così?” mosse le mani lungo le cosce del compagno “Non capisco come…” ma si bloccò quando il ramingo gli afferrò i polsi, portandoseli dietro la propria schiena.

“Non devi capire…” gli sussurrò Aragorn allargando di più le gambe per fare in modo che l’elfo fosse comodo in quella posizione “…devi solo rilassarti…” gli baciò dolcemente il collo mentre gli spostava i capelli indietro e per un attimo si perse nel suo profumo “…e lasciarmi fare…voglio scoprire una cosa…”

“Io volevo toccarti…” mormorò Legolas debolmente.

“No…” bisbigliò l’uomo sorridendo “…tu non mi toccherai…ma nemmeno io ti toccherò…”

“Ma…ah…” esclamò l’elfo un istante prima di lasciarsi sfuggire un gemito di piacere quando il ramingo attaccò di nuovo il suo orecchio con le labbra.

Aragorn sorrise di nuovo, continuando a succhiare e tormentare dolcemente quella parte del suo corpo, intensificando le attenzione sulla punta…avvicinò una mano alla bocca di Legolas, facendo scivolare due dita tra le sue labbra per inumidirle…le allontanò prima che l’elfo iniziasse a lambirle con la lingua e le portò sull’altro orecchio, sfiorandolo sensualmente…

“Cosa senti?” gli chiese, conoscendo benissimo la risposta…infatti ottenne solo dei gemiti, sempre più veloci e intensi…sentì le mani del compagno chiudersi sulla sua schiena mentre si spingeva contro di lui…

“…Estel…è…ah…” sospirò Legolas…ma non riusciva a parlare…si stava perdendo…ogni volta che l’uomo gli sfiorava il profilo dell’orecchio con i denti per poi ripetere il percorso con la lingua, e poi con le labbra, si sentiva sempre più vicino a quello che la notte prima l’aveva fatto esplodere “…fermati…così è…”

“Cosa?” gli bisbigliò il ramingo mentre con la mano libera gli accarezzava il ventre…gli spostò la tunica, abbassando la stoffa dei pantaloni.

“…sto…per…” gemette l’elfo chiudendo gli occhi quando sentì le carezze dell’uomo vicino a quel punto “…non riesco a…controllarmi…”

Aragorn sorrise mettendosi lentamente in ginocchio e portando il compagno con sé, cercando di non allontanare le labbra dal suo orecchio…sentì che l’elfo aveva stretto i pugni dietro la sua schiena, per evitare di cadere in avanti, così l’aiutò con il proprio braccio, tirandolo a sé…

“Non controllarti…” gli sussurrò, alternando le parole ai baci sempre più continui “…perditi…come ieri notte…perditi…per me…”

Non sapeva perché l’aveva detto…gli era venuto naturale…ma in quell’istante l’unica cosa che gli importava era Legolas che tremava tra le sue braccia mentre raggiungeva l’estasi…chiuse gli occhi a sua volta, lasciando che quei sospiri di piacere gli entrassero dentro…perse l’equilibrio per un istante e ricadde a terra di lato, con il compagno tra le braccia…gli accarezzò i capelli mentre lo sentiva respirare affannosamente e sorrise…

“Come…come hai fatto?” sussurrò l’elfo girandosi e stendendosi sulla schiena, gli occhi persi nel cielo azzurro sopra di lui.

“Ah non lo so…” rispose Aragorn ridendo debolmente “…ma a quanto sembra ci sono riuscito…” mise una mano sul suo volto, costringendolo a girare la testa nella sua direzione “…e ho scoperto un’altra cosa su voi Elfi…”

Legolas lo fissò un attimo poi si mise a ridere, rialzandosi con la schiena e sistemandosi gli abiti…

“Questo non è corretto…” mormorò “…io non ho ancora potuto scoprire niente su voi…Uomini…”

“Forse perché non c’è molto da scoprire…” ribatté il ramingo sorridendo e sedendosi a sua volta “…non dopo quello che…hai imparato ieri notte…”

L’elfo lo fissò negli occhi per un lungo momento poi esclamò

“Non ti credo…”

Entrambi si misero a ridere allegramente…fu Aragorn a tornare serio per primo, alzò una mano e gli accarezzò una guancia…

“Sei così bello quando ridi…” sussurrò teneramente “…e anche quando sorridi…le tue labbra si incurvano in un modo così dolce…potrei restare per ore a guardarti…”

Legolas rimase in silenzio con gli occhi fissi in quelli del compagno…cos’era quel calore che provava? Sentiva il cuore battere con forza e non era per quello che aveva vissuto poco prima…era per quelle parole…per il modo in cui le aveva pronunciate…quasi con…amore…Poteva essere così? Quel sentimento così potente del quale aveva sentito parlare…nelle leggende del suo popolo…ma anche nella realtà…sua madre gli aveva spesso raccontato di questo Amore che lega due persone per la vita…e quando c’è Amore due cuori vengono uniti ed insieme possono affrontare ogni difficoltà, confortarsi a vicenda e perdersi l’uno nell’altro, completarsi fino alla fine di ogni cosa…

Era forse questo che gli stava accadendo? Stava iniziando ad amare la persona che considerava suo amico? E lui invece? Anche Aragorn poteva provare la stessa cosa?

“Estel…” mormorò timidamente “…quello che sta succedendo tra noi…” si fermò un istante, non sapeva come continuare…forse si sbagliava…forse l’Amore non aveva niente a che fare con quello che facevano…abbassò lo sguardo e sentì le dita del compagno tra i capelli…

“Cosa Legolas?” gli chiese dolcemente il ramingo “Sai che puoi dirmi ogni cosa…”

L’elfo rialzò la testa e aprì la bocca per continuare…

 

“Perdonate il disturbo…” esclamò Boromir avvicinandosi a loro lentamente.

I due compagni si alzarono in piedi di scatto, allontanandosi di qualche passo l’un l’altro.

“Boromir…” disse Aragorn schiarendosi la voce “…cosa succede?”

“Pipino voleva iniziare a preparare la cena ma si è accorto di essere rimasto senza acqua…” rispose il cavaliere “…gli ho chiesto se poteva attendere il vostro ritorno ma a quanto sembra è una questione di vitale importanza e…mi dispiace interrompere il vostro discorso…”

“No…non preoccuparti…” ribatté il ramingo scuotendo la testa “…c’è ancora dell’acqua in ogni caso…l’ho messa…forse è meglio che vada io…” si voltò un istante verso Legolas poi si incamminò verso la radura.

Boromir annuì, accennando un sorriso…quando Aragorn si fu allontanato, fece qualche passo verso l’elfo che era rimasto immobile.

“Legolas posso parlarti?” gli chiese alzando lo sguardo su di lui “Io volevo…chiederti perdono per come ti ho trattato l’altro giorno…non meritavi il mio disprezzo…non l’hai mai meritato…è solo che…” sospirò appoggiandosi al tronco “…non ho mai frequentato persone come te…” vide il suo sguardo e sorrise “...Elfi voglio dire…e consideravo il tuo comportamento come un insulto nei miei riguardi e in quelli degli altri…ho riflettuto e…mi dispiace…tutto qui…non accadrà più…”

Legolas annuì, restando ancora un momento in silenzio, poi si avvicinò a lui…

“Credo che anch’io ti debba delle scuse…” mormorò incrociando gli occhi dell’uomo “…non avevo diritto di ignorare le tue parole…ho fatto un errore…”

Boromir gli sorrise, non avrebbe mai creduto che l’avrebbe ammesso…dopo un istante però abbassò la testa, sentiva lo sguardo dell’elfo fisso su di lui…come se stesse cercando di leggergli nella mente…

“Cosa ti turba?” sussurrò Legolas inclinando la testa incuriosito.

“Come?” gli chiese il cavaliere stupito da quella domanda.

“Nei tuoi occhi c’è tristezza…e rancore…” continuò l’elfo “…ma anche rassegnazione…”

Boromir accennò un sorriso nervoso…

“E da quando guardi così attentamente nei miei occhi? Credevo che non mi sopportassi…e invece adesso scopro che presti attenzione anche a quello che provo…”

“Ti sbagliavi…” ribatté Legolas “…desideri parlarmene quindi? Qualcosa…o qualcuno ti ha ferito…”

“È anche possibile che mi sia ferito da solo…” iniziò il cavaliere “…con le proprie azioni un uomo riesce a farsi del male senza bisogno dell’aiuto di nessuno…ma per quello che mi riguarda è stato un po’ diverso…” respirò profondamente abbassando lo sguardo “…quando sono giunto qui, ti ho visto con Aragorn…e credimi, non era mia intenzione spiarvi…come del resto non volevo nemmeno interrompervi, così ho atteso e…” alzò gli occhi sull’elfo, chiedendosi se fosse in collera per quello appena detto ma sul suo volto non ne scorse nemmeno l’ombra “…e nella mia mente sono affiorati vecchi ricordi di un passato che più volte ho tentato di dimenticare…ma inutilmente…” sopirò “…il suo volto mi tormenta…una tortura continua ma bellissima che mi porta ripetutamente alla memoria gli errori che ho commesso…” si lasciò scivolare lungo il tronco per sedersi a terra e vide Legolas fare lo stesso con un movimento rapido “…hai mai incontrato qualcuno che sapesse cosa dirti in ogni momento per farti tornare il sorriso? Qualcuno all’apparenza diverso ma in realtà così simile a te da farti credere di essere due parti di uno stesso frutto?”

L’elfo socchiuse le labbra, ma non voleva rispondere, sapeva che quelle non erano delle vere domande ma il suo cuore aveva avuto un sussulto…sì…aveva incontrato una persona simile…

“Forse è stato il destino…” continuò Boromir accennando un sorriso “…o forse una pura casualità…ma quando mio padre mi inviò come suo messaggero a Rohan, quella mattina di primavera, sentii dentro di me qualcosa di diverso…e quando la vidi, il gelo dell’inverno che ancora dimorava nel mio cuore si sciolse in pochi istanti…”

Legolas inclinò la testa interessato quando vide il volto dell’uomo illuminarsi, sembrava una persona diversa…

“Lei era così…bella…” proseguì il cavaliere di Gondor “…bella e fredda…o così mi era sembrata…rimasi dei giorni ad Edoras e la prima notte la passai a parlare con lei…ed in quelle ore scoprii quel suo lato che mi fece perdere la testa…la passione e l’audacia delle sue parole, la tenacia con cui difendeva i suoi ideali e nonostante tutto la dolcezza che la rendeva speciale…” sorrise tra sé abbassando lo sguardo per qualche attimo “…quella notte diventammo amici i giorni successivi ci resero amanti…cercavo ogni scusa per poter tornare da lei…tra le sue braccia che mi facevano sentire più al sicuro che circondato da un intero esercito…”

“E cosa accadde tra di voi?” chiese debolmente l’elfo quando non udì più la voce dell’uomo “Perché non sei con lei ora?”

“I doveri verso il mio Regno e il mio popolo…” mormorò Boromir chiudendo gli occhi “…mio padre decise che a Rohan non occorreva più il nostro aiuto…ed io, per decine di ragioni, non potei far altro che eseguire i suoi ordini…ricordo gli ultimi giorni che passai con lei…mi ripeteva che insieme avremmo fatto rinascere a nuova vita i nostri Regni…e mi disse anche che mi avrebbe seguito perché…” si fermò, respirando per cercare di trattenere le lacrime “…perché mi amava…ricordo quel pomeriggio…eravamo seduti ai piedi di un albero e lei mi stava accarezzando una guancia…come Aragorn stava facendo con te poco fa...” alzò lo sguardo sull’elfo e vide che la sua espressione si era rabbuiata come se sapesse già il seguito “…mi stava sussurrando quanto amasse vedermi sorridere ed io…la persi per sempre…le rivelai le intenzioni di mio padre e quello che avrei dovuto fare…io sapevo che non avrebbe mai abbandonato il suo popolo anche se cercai in ogni modo di farle comprendere le mie ragioni…ma come si può convincere qualcuno se nemmeno tu stesso credi in quello che fai?”

“Vi siete divisi…” sussurrò Legolas fissando come stupito il volto del cavaliere.

“Per il bene dei nostri popoli…” mormorò Boromir accennando un sorriso nervoso “…anche se entrambi sapevamo che Rohan senza l’appoggio di Gondor sarebbe stato perduto…ma io non ho fatto niente…ho lasciato che l’onore e…l’amore si allontanassero da me…avrei voluto assistere con lei all’ascesa di Gondor…” abbassò la voce tremante “…ed invece sono rimasto in silenzio davanti alla perdita della sua antica gloria…”

L’elfo si alzò, facendo qualche passo verso di lui…

“Non è stata tua la colpa…tuo padre credeva di agire nel modo migliore…non accusarti di qualcosa che…”

“Mio padre ha dato l’ordine…” lo interruppe il cavaliere rialzandosi a sua volta “…ma io l’ho eseguito…potevo rifiutarmi di abbandonare lei e il suo popolo…potevo agire in modo diverso…” alzò lo sguardo di scatto “…ma non l’ho fatto…e non ho solo perso la dignità…ma anche l’amore…”

“Boromir…” sussurrò Legolas scuotendo debolmente la testa.

“Non l’ha mai saputo…” mormorò l’uomo stringendo le labbra “…non le ho mai detto che l’amavo…lei me lo ripeteva in continuazione ed io…restavo ad accarezzarle quei lunghi capelli biondi in silenzio…avevo paura di aprirle il mio cuore…temevo di diventare troppo vulnerabile…ma se l’avessi fatto…se l’avessi fatto forse sarebbe cambiato qualcosa…se l’avessi gridato al cielo…” si fermò, chiudendo gli occhi e facendo un profondo respiro “…o forse non sarebbe cambiato niente…ma l’avrei vissuto fino in fondo…ora invece…” riaprì gli occhi e fissò quelli di Legolas “…so solo cosa significa passare intere notti a piangere da solo quando le parole restano non dette…”

L’elfo rimase immobile come se il racconto del cavaliere gli fosse entrato nel cuore e avesse iniziato a scuoterlo…si sentiva strano…decine di emozioni lo percorrevano mentre la sua mente cercava di darsi una spiegazione…poi udì ancora la voce di Boromir…

“Mi dispiace…io…non so perché te ne ho parlato…quasi non ci conosciamo nemmeno e ti ho annoiato per tutto questo tempo…probabilmente vederti con Aragorn mi ha riportato alla mente troppi ricordi e sentimenti…perdonami…non capisco perché…”

“Perché te l’ho chiesto io…” sussurrò Legolas ancora assorto nei suoi pensieri.

“Allora…è meglio che torni indietro alla radura ora…per controllare che Pipino abbia ricevuto l’acqua che cercava” esclamò l’uomo facendo qualche passo ma si fermò, voltandosi nuovamente quando udì la voce dell’elfo…

“Boromir…visto che…ci siamo perdonati a vicenda…possiamo essere amici? O almeno cercare di esserlo?”

Il cavaliere sorrise, stupito da quella richiesta che mai si sarebbe aspettato…sembrava che Legolas fosse cambiato in quei giorni…sembrava che avesse abbandonato quella freddezza che lo aveva caratterizzato fin dalla loro partenza.

“Certamente…” rispose appoggiando una mano sulla sua spalla “…e dopo tutto…ti devo anche la vita…non ti ho mai ringraziato per avermi salvato da quel baratro a Moria…”

Legolas sorrise dolcemente, non voleva dei ringraziamenti per quel gesto, era un suo dovere proteggere i membri della Compagnia, ma gli avevano fatto piacere…e senza pensare si avvicinò di più a Boromir e lo abbracciò…sentì il corpo dell’uomo irrigidirsi per la sorpresa, ma poi rilassarsi e ricambiare l’abbraccio amichevole…ma era strano…era…diverso…questa stretta era piacevole ma quello che provava quando abbracciava Aragorn era…completamente diverso…con il ramingo il cuore gli batteva, i brividi lo percorrevano e il suo corpo si scaldava…mentre ora…

Si allontanò lentamente guardando il cavaliere negli occhi come se cercasse una risposta…poi però sorrise di nuovo…

“Torniamo all’accampamento allora…”