.|. Legami Immortali .|.

8. Ritorno a Casa

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Arrivò il momento della partenza…Legolas salì a cavallo e lo stesso fecero Lanthir e Leithian al suo fianco, si guardò attorno e vide Arwen ed Eomer sotto i portici, insieme a Faramir ed Eowyn…sorrise e loro alzarono una mano in segno di saluto, notò che il principe dell’Ithilien teneva un braccio attorno alla vita della sua sposa e sentì nella mente le parole di Leithian

‘Non preoccuparti per lei…ha trovato la sua strada, ha deciso di vivere la sua vita...’

Si voltò verso l’amica e annuì…ma poi continuò a scrutare il giardino…dov’era lui? Non poteva andarsene senza salutarlo…sapeva che doveva parlare con alcuni Consiglieri…

“E’ meglio andare…” disse Lanthir avvicinandosi di più il cavallo a quello di Legolas “…si sta già facendo buio…”

L’elfo annuì continuando però a cercare con lo sguardo…ad un tratto alzò la testa e vide qualcuno correre lungo il balcone…sorrise e l’uomo rallentò il passo fino a fermarsi…

Aragorn guardò in basso verso il gruppo che stava per lasciare Minas Tirith e incrociò gli occhi di Legolas, rimase a fissarlo per un momento, non c’era il tempo per scendere da lui, gli avrebbe solo fatto perdere del tempo prezioso…gli sorrise e avvicinò una mano alle labbra, poi se la posò sul cuore ed infine la diresse verso di lui…vide l’elfo rispondere allo stesso modo e sentì un calore nel petto…aveva capito…non servivano parole…gli stessi gesti di quel giorno, quando si erano legati davanti ai Valar…per l’eternità…

Rimase ad osservarlo fino a quando si allontanò con gli altri due elfi tra gli alberi…e dopo pochi istanti sentì delle gocce di pioggia sulle mani…alzò lo sguardo al cielo e vide le nuvole scure…stava per ricominciare a piovere…

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I tre Elfi cavalcarono ininterrottamente per giorni, fermandosi solo pochi momenti per far riposare i cavalli…finalmente si erano lasciati alle spalle le nuvole cariche di pioggia ma anche allora il loro passo non diminuì…rallentare significava perdere tempo e Legolas non voleva…aveva promesso che sarebbe tornato prima della nascita del piccolo erede al trono…

Quando giunsero infine a Bosco Atro vennero accolti da molti altri elfi e scortati fino alle stanze del re…lungo il tragitto Legolas sentiva in continuazione i sussurri del suo popolo…

“E’ tornato il principe Legolas”

“E’ lui…presto avremo un nuovo re…”

Chiuse gli occhi cercando di non ascoltare ma non era possibile…quei bisbigli si facevano strada nella sua mente e raggiungevano il suo cuore…

“Non puoi biasimarli…” disse Lanthir scendendo da cavallo “…hanno atteso a lungo questo momento…Thranduil è stato uno splendido sovrano ma tutti desiderano che sia tu a condurci verso le Terre al di la del Mare…”

Legolas lo guardò in silenzio ma poi sentì la voce di Leithian

“Il nostro popolo raggiungerà in ogni caso quelle Terre, non importa chi sarà a condurci…forse i Valar vogliono metterci alla prova e se è questo quello che hanno deciso per tutti quanti noi, non possiamo che accettarlo…” fissò il fratello per un istante e poi si rivolse a Legolas “Mio principe…se lo permetti vado a riposare…non sono abituata a questi lunghi viaggi…prometti di salutarmi prima di ripartire?”

Legolas le sorrise annuendo e la guardò allontanarsi poco dopo alcuni elfi condussero lui e Lanthir al cospetto del sovrano di Bosco Atro.

 

“Legolas! Figlio mio, finalmente posso riabbracciarti!” disse Thranduil alzandosi dal suo trono e avvicinandosi a lui, lo strinse tra le braccia per un istante e poi fece un passo indietro guardandolo “Il nostro Lanthir è riuscito infine a riportarti qui!”

Legolas guardò l’amico e poi di nuovo suo padre

“Sarei venuto comunque di mia iniziativa…” disse accennando un sorriso “…anche se gradita, non c’era bisogno che mi mandassi una scorta…posso cavarmela da solo…”

“Oh Legolas! Tutti questi anni con i mortali non ti hanno cambiato!” ribatté Thranduil “Sei sempre lo stesso…”

“Volevi parlarmi padre…” sussurrò Legolas fissandolo “…dimmi dunque…”

“Non ora…sarete stanchi per il lungo viaggio…riposatevi…parleremo più tardi…”

Legolas guardò il padre allontanarsi…era ancora identico ad un tempo…i lunghi capelli biondi raccolti dietro la testa da una treccia e quegli occhi blu pieni di dolore, sofferenza, rancore, rabbia…lo vedeva chiaramente come allora…mai una volta l’aveva guardato con affetto…

Uscì dalla stanza, insieme a Lanthir ma si allontanò velocemente senza dire una parola.

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I giorni passarono anche a Gondor e si avvicinava sempre di più il momento tanto atteso dal popolo…a palazzo, Arwen passava la maggior parte del suo tempo a letto e le sue dame le restavano accanto per farle compagnia quando il re non poteva…solo la notte rimaneva sola ed in quei momenti Eomer si sdraiava al suo fianco, abbracciandola dolcemente…a volte entrambi si chiedevano dov’era Aragorn…sempre più spesso infatti il ramingo si allontanava da tutti e nessuno sapeva che passava gran parte della notte nella propria stanza, sdraiato sul letto…stringeva a sé quella vestaglia argentata che gli aveva donato Legolas e che l’elfo aveva indossato la notte prima della sua partenza…molte volte piangeva…piangeva per la sua lontananza, per la paura di non rivederlo e per quel destino che era riservato agli Uomini e che nemmeno l’amore poteva cambiare…più passavano i giorni lontano da Legolas e più sentiva il peso del tempo aumentare…

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“Venivamo in questo posto da bambini…” disse Legolas avvicinandosi lentamente al torrente, guardò l’amico inginocchiato vicino al corso d’acqua e sorrise “…era il nostro rifugio, ci sentivamo protetti da tutto e da tutti…ricordo le volte che tu e Leithian litigavate…volevi sempre avere ragione così venivi qui a parlare con l’acqua, lei ti ascoltava senza replicare e tu ti sentivi meglio…”

“Ed io invece ricordo quando tuo padre ti liberava e tu correvi qui a piangere…” sussurrò Lanthir voltandosi verso di lui “…versavi le tue lacrime in questo torrente e chiedevi invano una spiegazione…chiedevi ai Valar cos’avevi mai fatto…perché meritavi di essere punito?...perché tuo padre ti rinchiudeva al buio nella tua stanza?...perché nessuno ti amava?” guardò l’amico sedersi accanto a lui con lo sguardo basso “…i nostri problemi erano ben diversi…” accennò un sorriso nervoso “…tu eri il povero principe non amato ed io l’amico insensibile che pensava solo a se stesso…”

“Non è vero Lanthir e lo sai bene…” disse Legolas accarezzando con il palmo della mano il profilo dell’acqua “…non eri così, mi hai sempre aiutato, mi sei sempre stato vicino…con le tue parole e la tua presenza riuscivi a farmi sentire meglio…”

“Allora io non sono l’amico insensibile…d’accordo…” sussurrò Lanthir guardando le onde create dalla mano dell’altro elfo “…e comunque anche tu non sei più il principe senza amore…”

“Lanthir…”

“Ora ne hai addirittura troppo di amore…” continuò l’elfo “…puoi perfino scegliere…no…dimenticavo…hai già fatto la tua scelta…”

“Lanthir ti prego…ne abbiamo già parlato…” disse Legolas girandosi verso l’amico.

“Lo so ma…non riesco a fare a meno di pensare a noi…” bisbigliò Lanthir guardandolo negli occhi “…a quello che potevamo essere, a quello che tu potevi diventare…insieme avremmo avuto un futuro…una vita eterna da vivere…” mise una mano sul braccio dell’altro elfo “…l’eternità Legolas…noi siamo immortali, la nostra felicità poteva essere eterna…non avrebbe conosciuto il limite del tempo…non ci hai mai pensato?? Hai mai pensato al futuro quando hai deciso di legarti ad un mortale?”

“Sì Lanthir, ci ho pensato…” sussurrò Legolas fissandolo “…e ci penso tutt’ora, ogni singolo giorno ci penso…penso che una mattina mi alzerò e quello che vedrò sarà il suo ultimo sorriso…penso che una notte mi sdraierò accanto a lui e quello che ci scambieremo sarà il nostro ultimo bacio…ed ogni volta sento un dolore così forte, così intenso da desiderare l’oblio ma…”

“Ma cosa Legolas?” disse Lanthir alzando la voce.

“Ma…preferisco dividere una sola ed unica vita con la persona che amo piuttosto che affrontare l’eternità da solo, senza di lui, senza il suo amore…” Legolas chiuse gli occhi per un istante, respirando profondamente “…sarebbe stato più semplice rinunciare a lui, lo so…ma non posso nascondere quello che provo…non avrei mai potuto essere felice senza di lui…forse non riesci a capire ma…”

“Sì invece…” sussurrò Lanthir stringendogli la mano “…capisco perfettamente quello che senti…” sorrise alzando gli occhi al cielo per un istante “…Oh Valar! Non sai quanto invidio Aragorn!...”

Legolas lo guardò e dopo un momento lo strinse tra le braccia come quando erano bambini…

“Mi dispiace Lanthir…” gli sussurrò dolcemente “…per tutto, mi dispiace per averti fatto soffrire…mi dispiace di non essere stato sincero con te…e mi dispiace di non poterti amare come vorresti…tu non meriti tutto questo…” sentì le braccia dell’elfo stringerlo più forte e gli accarezzò i capelli “…meriti di vivere la tua vita eterna con qualcuno che ami e che ti sappia amare di un amore infinito e assoluto…”

“Non lasciarti andare Legolas…” bisbigliò Lanthir accarezzandogli la schiena “…te ne prego…mantieni la promessa che hai fatto ad Aragorn…continua a vivere quando lui se ne sarà andato…ti supplico…torna da me, come un semplice amico, non ti chiedo altro…ma torna da me…ti ho perso come amante e come compagno…non posso sopportare di perderti per sempre anche come amico…torna da me…ti prego…”

Legolas aprì la bocca per parlare ma poi strinse le labbra e rimase in silenzio.

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Aragorn stava camminando lentamente lungo un corridoio…ancora un altro giorno e ancora nessuna notizia di Legolas…alzò la testa e vide giungere dalla parte opposta il re di Rohan. Si fermò improvvisamente con gli occhi fissi su di lui, da quando Legolas gli aveva rivelato quel fatto non aveva più parlato da solo con lui…non sapeva spiegarsi il motivo, forse aveva paura di affrontare la verità o forse voleva semplicemente dimenticare tutto quanto…strinse i pugni lungo i fianchi e osservò l’uomo che si avvicinava a lui…

“Aragorn! Finalmente!” disse Eomer raggiungendolo “Arwen vuole parlarti…credo riguardi il nome del bambino…ieri notte non parlava d’altro e…” si fermò fissando per un momento il ramingo negli occhi “…qualcosa non va?”

“Dobbiamo parlare di una cosa Eomer…” disse a bassa voce Aragorn “…vieni con me…”

Il re di Rohan annuì e seguì l’uomo nella sua stanza, quando entrarono Aragorn richiuse violentemente la porta e si mise davanti a lui. 

"Cos'è successo tra te e Legolas quella notte?"

Eomer rimase per un momento disorientato da quella domanda...sapeva benissimo a quale notte si riferiva il ramingo...Legolas non aveva potuto continuare a mentire...

"Io non...non ricordo..." sussurrò "...ero ubriaco, lo eravamo entrambi e..."

"Sei stato a letto con lui..." bisbigliò Aragorn fissandolo "...eravate tutti e due senza abiti nello stesso letto..."

"Sì questo lo ricordo" ribatté Eomer alzando le sopracciglia "intendevo dire che non ho memoria di quello che è accaduto!"

"Rispondimi sinceramente Eomer, non ti chiedo altro..." disse il ramingo "...solo risposte semplici e concise...d'accordo?" aspettò che il re di Rohan annuisse prima di continuare "Bene...ti senti attratto da lui?"

Eomer rimase un attimo in silenzio, poi abbassò lo sguardo

"Io non..."

"Guardami!" disse Aragorn alzando la voce "Rispose semplici e concise...ti senti attratto da lui?"

"Non lo so...è che..." bisbigliò l'uomo rialzando lo sguardo su di lui

"Semplice e conciso!" lo interruppe di nuovo il ramingo.

"Forse ma..."

"Eomer!" gridò Aragorn stringendo i pugni.

"Sì!" rispose lui alzando a sua volta la voce, vide gli occhi del ramingo chiudersi per un istante e poi riaprirsi.

"Lo ami?" gli chiese debolmente Aragorn.

"No!"

"Vuoi portarmelo via?"

"No Aragorn! Assolutamente no!" rispose Eomer scuotendo la testa.

Il ramingo annuì abbassando lo sguardo, si voltò e andò a sedersi sul letto.

"Allora non m'importa cos'è successo quella notte...il mio tempo...il tempo che ho ancora a disposizione da passare con lui diminuisce ogni giorno di più...ed anche se si tratta di decine di anni, non sono niente in confronto all'eternità e...non voglio guardare al passato..."

"Aragorn non avrei mai voluto..." iniziò Eomer facendo un passo verso di lui.

"Te l'ho detto, lascia perdere...non ha importanza...va da Arwen ora..." lo interruppe  Aragorn accennando un sorriso ma vide lo sguardo preoccupato del re di Rohan "...non le dirò niente Eomer...non spetta a me farlo...capisco che questo non è il momento più opportuno ma anche lei merita di sapere la verità...o almeno quella parte di verità che non puoi negarle..." 

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“Vieni avanti Legolas, avvicinati” dissi Thranduil facendogli segno con la mano “Non credevo di vederti così presto…il tuo riposo è già finito?” si tolse il mantello che aveva addosso, quello che metteva quando usciva nei boschi, e lo appoggiò sul trono.

“Non mi sentivo stanco…ora se lo desideri puoi parlarmi…”

Il re si voltò verso di lui e lo fissò intensamente, c’era qualcosa in quello sguardo…qualcosa che nemmeno Legolas riusciva a decifrare…ma era qualcosa di nuovo, un sentimento che non aveva mai visto negli occhi di suo padre.

“Tu conosci già le parole che sto per dirti…” iniziò Thranduil “…è giunto il tuo momento Legolas, è giunto il momento che tu prenda il mio posto…quel trono è tuo ora, devi farti conoscere al tuo popolo non più come principe ma come sovrano e devi condurlo nell’ultimo viaggio verso l’eternità…” guardò il figlio e continuò “…l’alleanza tra Uomini ed Elfi è ormai giunta alla fine, non c’è più motivo per rimanere qui…è il nostro destino…”

Legolas chiuse gli occhi per un istante e respirò profondamente…aveva quasi paura a guardare negli occhi suo padre…aveva paura della sua razione…ma doveva dirgli la verità…

“Padre…il mio destino è cambiato…” sussurrò, a stento la voce gli usciva dalla gola “…io non…non diventerò re…non prenderò il tuo posto…” guardò l’elfo davanti a sé e rimase a bocca aperta quando vide la sua reazione…dalla sua bocca non uscirono parole di chiarimento e sul suo volto non c’era un’espressione perplessa…una risata, una semplice risata echeggiò nella stanza…

“Non è possibile…” bisbigliò tra sé Thranduil continuando a ridere “…è tutto vero…tutto quanto…non c’è bisogno che tu dica altro…” si girò improvvisamente verso il figlio gridando “Perché conosco già il motivo!”

Legolas spalancò gli occhi ma rimase immobile sostenendo lo sguardo del padre.

“Tu e…quell’Uomo…hai forse perso la testa?” continuò Thranduil avvicinandosi di più a lui “Gli anni passati con i mortali ti hanno reso debole come loro? Sei diventato il passatempo del re di Gondor invece che continuare ad essere un principe degli Elfi?”

“Io non sono il suo passatempo padre!” ribatté Legolas alzando leggermente la voce, era sconvolto…come faceva a sapere di Aragorn…chi glielo aveva detto?...non poteva essere… “Io sono il suo compagno…noi ci amiamo...”

“Voi cosa?” lo interruppe Thranduil gridando di nuovo “No Legolas…l’amore non c’entra…tu non puoi amare un mortale…non puoi!”

“Perché? Perché non posso?” rispose Legolas fissandolo “Nessuna legge di nessun popolo vieta l’amore e il mio cuore appartiene a lui! A lui! E non m’importa a che razza appartiene!”

“Per i Valar Legolas!” gridò il re “Perché non ragioni? Morirà! Seguirà la sorte di tutti gli Uomini! Tu non sei uno di loro…sei immortale…la tua vita continuerà! Lascialo perdere! Dimenticalo e ritorna dal tuo popolo! Non puoi cambiare il corso degli eventi!”

“Non posso cambiare il suo futuro…” sussurrò Legolas “…ma posso cambiare il mio…e ho deciso di restargli accanto fino a quando i Valar me lo permetteranno…non lo abbandonerò né per diventare re né per nessun altro motivo…”

Thranduil lo fissò scuotendo la testa

“No…no…no…non te lo permetterò…non ti permetterò di gettare al vento la tua vita per quell’Uomo…non puoi farlo…”

“Non spetta a te decidere…” disse Legolas chiudendo gli occhi, si voltò e lentamente fece qualche passo verso la porta ma poi sentì di nuovo la voce del padre…

“Fermati Legolas! Non osare uscire da questa stanza!”

“E cosa farai per impedirmelo?” gridò l’elfo girandosi di nuovo verso di lui, sentiva le lacrime agli occhi ma non voleva piangere, non davanti a lui “Mi legherai al letto e mi richiuderai nella mia stanza al buio? No…non puoi più farlo…non sono più un bambino spaventato che si chiede perché il proprio padre lo tratta così…un bambino che implora i Valar per sapere cos’ha mai fatto di male…” si avvicinò a Thranduil e lo fissò intensamente “Non è stata mia la colpa…mia madre non è morta per causa mia...io non…” ma le parole gli si bloccarono nella gola quando la mano di Thranduil lo colpì violentemente sulla guancia…

“Non nominarla! Mai!”

Legolas strinse le labbra cercando di trattenere le lacrime…si sentiva ancora come allora…debole, indifeso…

“Tu non mi hai mai amato! Perché?” disse alzando la voce più che poteva, il nodo che sentiva nella gola si stringeva sempre di più “Cosa ti ho fatto? Ero solo un bambino…come hai potuto farmi soffrire in quel modo?”

“Tu non sai cos’è la sofferenza!” gridò Thranduil stringendo le mani sulle braccia del figlio “Non sai cosa significa perdere per sempre la tua unica ragione di vita! Non sai cosa vuol dire tirare avanti, giorno dopo giorno sapendo di non poterla raggiungere perché hai dei doveri verso la tua gente! Non sai cosa significa rimanere solo per l’eternità!”

Legolas rimase in silenzio per un momento

“Non preoccuparti…” sussurrò “…lo scoprirò presto…” cercò di muoversi ma Thranduil non lo lasciò

“No! Non tornerai da lui! Resterai qui col tuo popolo! Tu sei mio figlio! Sei l’erede al trono ed è tuo preciso dovere guidare la tua gente! Non continuerai ad essere l’amante di quel mortale!”

“Preferisco essere il suo amante piuttosto che tuo figlio!” bisbigliò Legolas e sentì le lacrime scivolargli sulle guance…si liberò dalla stretta e corse via, più veloce che poteva…voleva andarsene da quel posto e non ritornarci…forse aveva esagerato nel dire quelle cose a suo padre ma era quello che sentiva, non poteva più nasconderlo…

Raggiunse il posto dove aveva lasciato il cavallo e lo sellò velocemente, si mise il mantello e mise un piede nella staffa per salire ma sentì una voce…

“Legolas! Cosa fai?”

Senza riuscire a controllarsi si voltò di scatto e spinse Lanthir contro un albero

“Perché l’hai fatto?” gridò “Perché glielo hai detto? Credevo fossimo ancora amici! Io mi fidavo di te!”

“Legolas…” sussurrò Lanthir spalancando gli occhi…vide le lacrime che scendevano come un fiume in piena sulle guance dell’amico e scosse lentamente la testa “…io non l’ho fatto…non ho parlato con tuo padre…”

“Non mentirmi! Lui lo sapeva! Lo sapeva!”

“Guardami Legolas! Guardami!” disse l’elfo prendendo tra le mani il suo viso “Guardami negli occhi! Non ti sto mentendo!”

Legolas lo fissò per un momento poi si strinse a lui, appoggiando la testa contro il suo collo…Lanthir lo abbracciò, accarezzandolo dolcemente…

“Shh…calmati…è tutto finito…” sentì il corpo dell’amico rilassarsi e lentamente anche i singhiozzi diluirono “…vuoi dirmi cos’è successo?...”

“Non voleva lasciarmi andare…” bisbigliò Legolas.

“E avevo le mie buone ragioni!”

Quando sentì quella voce, Legolas rialzò la testa facendo un passo indietro e anche Lanthir si voltò…

“Adesso non credi più nemmeno agli amici?” disse Thranduil avvicinandosi ai due elfi “Lui non mi ha detto niente…vi ho sentito parlare vicino al torrente…Lanthir non ti avrebbe mai tradito, so cosa prova per te anche se non me lo ha mai rivelato…per questo motivo ho mandato lui a cercarti, speravo che il suo amore ti avrebbe ricondotto qui…e ti avrebbe aiutato ad svolgere il tuo compito…”

“Maestà io non…” sussurrò Lanthir aggrottando le sopracciglia.

“Lo so…tu non sapevi niente…ma sei comunque riuscito a riportare a casa Legolas…” si mise davanti al figlio, fissandolo mentre continuava però a parlare con l’altro elfo “…ora è qui con te…ed io posso approvare il tuo amore per lui…”

Legolas scosse la testa con gli occhi spalancati, sentiva il cuore battere fortissimo

“No…ti prego…padre…no…” sussurrò.

“Potrete guidare insieme il vostro popolo…devi solo farlo restare…”

Lanthir si avvicinò al re di Bosco Atro e incrociò lo sguardo spaventato di Legolas…

“Ma lui non ricambia il mio amore” disse continuando a fissare l’amico.

“Oh…ma imparerà a farlo…avete l’eternità davanti a voi…”

“Non puoi costringermi a restare e ad amare qualcuno che per me è solo un amico…” disse Legolas guardando il padre “Non puoi!” cercò di voltarsi ma Thranduil gli afferrò il braccio con forza.

“Sì che posso invece…e la prima cosa è quella più semplice, per l’altra hai tutto il tempo che vuoi a disposizione…”

“No! No!” gridò Legolas cercando di liberarsi, mise una mano sul braccio del padre per allontanarlo ma il re non si mosse “Lasciami!” guardò disperato Lanthir, lo fissò ma l’elfo chiuse gli occhi…e allora sentì di nuovo le lacrime scivolargli con forza sulle guance…non poteva succedere veramente…non poteva essere vero…poteva colpire suo padre e scappare…poteva e l’avrebbe fatto… ma non sarebbe servito, l’avrebbero raggiunto di nuovo…sentì le gambe incredibilmente deboli, tutta la forza che scorreva nel suo corpo fino a poco prima era improvvisamente scivolata via…

“Saes…adar! Saes…(ti prego padre…ti prego…)” la sua voce era talmente bassa…quasi senza vita…chiuse gli occhi…ma poi quelle parole…

“Maestà lasciatelo!”

Legolas riaprì gli occhi e vide che Lanthir si era avvicinato a loro e aveva messo una mano sul braccio del re.

“Cosa? Vuoi che se ne vada per sempre?” gli chiese Thranduil fissandolo “Vuoi perderlo?”

“Voglio che sia felice…” sussurrò Lanthir allontanando la mano del re dal braccio dell’amico “…e con me non lo sarebbe…” si mise davanti al sovrano e guardò per un lungo momento gli occhi lucidi di Legolas.

“Lanthir…” bisbigliò Legolas fissandolo.

“Ritorna da lui…” disse Lanthir sorridendogli “…e segui il corso del destino che hai scelto…”

Legolas mosse le labbra per parlare ma non pronunciò nessun suono…

‘Grazie’

Salì a cavallo e si voltò di nuovo verso l’amico, vide una lacrima scendere sulla sua guancia…

‘Torna da me Legolas…quando vuoi…anche solo per salutarmi…ma torna…’

‘Te lo prometto…’

“Legolas!” gridò Thranduil facendo alcuni passi verso di lui “Stai scegliendo l’oblio! Tu non puoi vivere con i mortali!” vide che il figlio aveva chiuso gli occhi ma continuò, gridando con rabbia

“Se te ne vai ora puoi anche non ritornare mai più!”

Legolas riaprì gli occhi a quelle parole, guardò un ultima volta il padre e infine Lanthir poi fece girare il cavallo e lo spronò al galoppo, correndo via tra gli alberi, lasciandosi alle spalle la sua infanzia, i suoi ricordi, la sua famiglia…promettendo a se stesso che le lacrime che gli bagnavano il viso in quel momento sarebbero state le ultime che avrebbe versato per quel padre che per anni aveva desiderato diventasse veramente degno di tale nome…