.|. Sei in Ritardo! .|.

Avvertenze: non conosco Orlando, né Viggo (purtroppo... sigh!) per cui tutto ciò che segue è frutto della mia insana fantasia, compreso il loro carattere, e non voglio insinuare niente sulle preferenze sessuali di due persone reali (... purtroppo più di prima!^^). Inoltre io tendo a non usare parolacce, ma sembrerebbe, dalle interviste, che Orli abbia un linguaggio un po’ colorito, per cui ho cercato di adeguarmi.

Spero che conosciate le canzoni che nomino (Norah Jones con “Sunshine” e gli Evanescence con “My immortal”) altrimenti il tutto può sembrare assurdo, ma se le avete e le mettete nell'ordine e chiudete gli occhi… a me è venuto spontaneo pensare a loro, prima di decidere di scrivere questa ff ^o^ (ed io sono una dal cuore di ghiaccio^^)
 

Prima Parte

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Orlando sedeva sul davanzale della finestra aperta, sorseggiando una birra e accarezzando distrattamente la testa della cagnolina che gli stava accucciata di lato.
Teneva indolentemente lo sguardo sul paesaggio notturno della piccola città americana, ma ogni tanto strizzava gli occhi perché anche la tenue luce dell'illuminazione cittadina gli feriva gli occhi: il mal di testa era iniziato quella mattina e dopo una lunga giornata sul set, sotto il solito, insopportabile sole splendente, non era che peggiorato. E di certo il cicaleggio della televisione accesa non migliorava lo stato di cose: girò appena la testa a guardare Kate, stesa sul letto, che seguiva con attenzione la sfilata di moda sulla TV satellitare, mentre alla voce della presentatrice si sostituiva una musica schifosa, che accompagnava vestiti di alta moda scintillanti e svolazzanti.
Orlando avrebbe preferito uscire, camminare per le strette strade in cerca di un po' di refrigerio naturale, al posto dell'aria condizionata che lo avrebbe fatto svegliare, il giorno dopo, con il raffreddore, ma Kate considerava l'evento televisivo imperdibile e lui non era in vena di andare in un rumoroso locale fumoso in compagnia degli altri attori.
Ma davvero non sopportava più la luce intermittente e la musica della televisione: si alzò dal davanzale e chiamò a sé l'altro cagnolino che avevano adottato in Marocco. Prese i due guinzagli e li attaccò ai collari.
- Porto Sidi ed Essa a fare una passeggiata – disse a mo' di spiegazione, ricevendo una specie di grugnito di assenso da parte della sua fidanzata, evidentemente molto assorta.

Fuori l'aria era forse un po' più calda, ancora mantenuta alta dalle mura imbiancate delle abitazioni, ma era anche più naturale ed una leggera brezza la rendeva piacevole.
Orlando camminò senza una meta, lasciando decidere alle due bestiole dove dirigersi e, come i suoi passi, anche i suoi pensieri si addentrarono su percorsi indolenti, ma che avrebbero potuto avere una svolta spiacevole…
Adorava Kate, le piaceva tutto di lei e generalmente considerava prezioso il tempo che poteva passare con lei: era bella, spiritosa, grintosa, ma anche dolce e molto intelligente… come lui non andava pazza per la tecnologia e adorava gli sport estremi… ed era anche decisamente più brava di lui con il surf… per un lato era la sua compagna ideale… per un lato…
Il problema era che Orlando di lati ne aveva due e diametralmente opposti: da un lato gli piaceva stare in compagnia, andare alle feste con gli amici e fare baldoria, senza farsi troppi problemi, senza assumersi responsabilità troppo pesanti, divertendosi e godendosi la vita. Questo era il lato superficiale, perfettamente in sintonia con Kate.
Ma poi c'era il lato "oscuro": quello riflessivo, solitario, quando restava di notte, in mezzo ad un bosco, ad ammirare estasiato il riflesso della luna in un torrente, o quando preferiva ad un locale nuovo e molto cool (che l'altro lato avrebbe adorato visitare) restare con un amico a parlare, sempre in mezzo agli alberi, sempre al buio, di cose meno superficiali, più profonde e infondo molto più interessanti, sorseggiando una semplice birra in lattina al posto di un raffinato e colorato intruglio dagli sconosciuti ingredienti, con un ombrellino cinese di lato.
E questo lato non aveva davvero nulla in comune con la sua ragazza ed invece aveva tutto in comune con il suo "mentore", nonché migliore amico.
Ed era questo lato che al momento aveva il sopravvento ed Orlando sentì una fitta di desiderio di trovarsi a chilometri di distanza, in Nuova Zelanda, nel giardino di un altro albergo, vicino ad una fontana, magari evitando di venirci scaraventato dentro.
Sorrise nel buio: Viggo aveva di questi momenti di pura follia, di regressione infantile, quando si divertiva da matti con i suoi scherzi idioti, la cui vittima preferita, chissà perché, era sempre, immancabilmente lui, Orlando. E lui non sapeva mai cosa pensarne, se Viggo lo considerava abbastanza cretino da cascarci o lo faceva per amicizia… Ma se anche fosse stato perché il suo amico aveva infondo una scarsa stima di lui, in quel momento avrebbe preferito la sua compagnia…

Guardò il cielo incredibilmente scuro sopra le case chiare e male illuminate e alla fine lo riconobbe: era stanco!
Lui che appariva ai giornalisti ed alle fans sempre sorridente e pieno di vita. Lui che saltava da un film all'altro, senza un momento di respiro, come se nulla fosse, come se recitare fosse stato un’unica, interminabile vacanza e forse, per i primi tempi, era stato veramente così, quando ancora non c’erano tutte quelle interviste, sempre uguali; tutti quei programmi in cui gli facevano le solite, idiote domande imbarazzanti; tutti quei servizi fotografici in cui doveva sorridere a comando... e lui doveva sempre essere disponibile, sorridente, accondiscendente, magari rifiutandosi di rispondere, ma sempre con gentilezza...alla fine tutto questo lo stava logorando, insieme o forse invece delle lunghe ore sui set...
Ma d’altra parte lui continuava a fare il confronto con i set de Il Signore degli Anelli, quando sapeva benissimo che quell’atmosfera non l’avrebbe mai più ritrovata, se non di nuovo in Nuova Zelanda, magari in un altro film di PJ... sospirò, fermandosi ad una balaustra da cui si aveva una vista della spoglia periferia di quella cittadina orribile, che puzzava dell’olio bruciato della raffineria lì vicino.
Ma non era questo che aveva sempre desiderato? Recitare e raggiungere il successo, la fama, la notorietà?... ma chissà perché sembrava diverso da come se l’era immaginato.

Oh, certo! Aveva già recitato accanto ad alcuni dei suoi idoli, come Johnny Depp per dirne solo uno, e poi mostri sacri del cinema come Peter O’Toole, Brad Pitt... con che coraggio si lamentava?
Si girò verso il centro cittadino: e allora perché in quel momento desiderava trovarsi a miglia di distanza, anche fosse stato il suo appartamento di Londra o meglio ancora nella sua casa materna, a Canterbury?
Tirò fuori il telefonino e cercò il numero di Viggo: a quell’ora era sicuramente sveglio...ma dopo i saluti cosa gli avrebbe detto? “Avevo solo voglia di sentirti” non gli sembrava una buona idea, anche se era la verità, ma gli sembrava... insomma, sono cose che dici alla tua ragazza non ad un tuo amico!
E di pettegolezzi ne erano già girati troppi su quella storia... segno che l’avevano fatta fin troppo bene!
Sorrise di nuovo alle stelle: lui e Viggo si erano divertiti da matti a farlo, a mostrarsi abbracciati, a scambiarsi strusciatine, a rispondere in modo ambiguo ai giornalisti e poi si erano fatti venire le lacrime agli occhi dalle risate ascoltando le voci sussurrate, i dubbi istillati, la curiosità maniacale dei giornalisti che non riuscivano a capire se li stavano prendendo per i fondelli o c’era davvero qualcosa tra quei due.
Certo, poi il divertimento era finito, loro si erano dovuti separare e per lui, per Orli, era arrivata quella catena interminabile di film ed era arrivata Kate e allora aveva dovuto cominciare a diradare i dubbi perché Kate non sopportava che qualcuno pensasse che il suo ragazzo fosse gay... o bisessuale...
Ma santo cielo! Aveva solo 28 anni e si sentiva come se ne avesse molti di più: come se ormai fosse arrivata l’età della ragione, quell’età in cui mettere a posto la testa e diventare persone responsabili... solo che lui non se la sentiva ancora...
“Cazzo! Pure la sindrome di Peter Pan mi mancava!”
Ma era così: voleva ancora qualche anno per divertirsi! Senza le responsabilità tipiche degli adulti! Voleva ancora passare le serate ad ubriacarsi con Dom e gli altri, magari evitando di finire a fare a pugni, e poi lanciarsi con il bumpee jumping o passare la notte a sguazzare in un torrente di cui non si vedeva il fondo o intorno ad un falò aspettando l’alba e ballando intorno alle fiamme come indiani!! Voleva ancora vivere e non quella immobilità, tutto lavoro, casa, compagna e cane da portare fuori a fare pipì!!
Si accucciò accanto ai cani e gli grattò le testoline:
- Ma voi non siete un peso! Davvero...

Il telefonino squillò e lui sospirando lo tirò fuori: sua madre o l’agente o... Viggo?
- Pronto?
- Ciao Orlando, ti disturbo?
A Orlando il cuore batteva un po’ più forte: se Viggo fosse stato lì lo avrebbe abbracciato per la riconoscenza, perché lo stava strappando anche per pochi minuti a quella sera maledetta.
- No, assolutamente!! Non stavo facendo niente! E’ tanto che non ci sentiamo: come ti va?
La voce di Viggo, calma come sempre, calda, con quell’accento un po’ strascicato
- Bene. Ti ho chiamato perché PJ non riusciva a mettersi in contatto con te. Voleva avvertirti che il prossimo mese ci voleva trovare a Wellington per l’uscita della versione estesa dell’ultimo film, sai, una specie di rimpatriata... un finale aggiuntivo alla storia della trilogia...e poi aveva una qualche idea su un easter egg da infilare nel cofanetto... ma immagino che tu sarai occupato con qualcosa...
Il tono di Orli salì di un’ottava e di parecchi decibel
- Cosa?! Occupato?!! Ma stai scherzando?! Non mi perderei l’occasione neanche se dovessi rinunciare alla parte di protagonista del colossal del XXI secolo!!! Mi dispiace ma non farete a meno di me! Mi scoccia solo che manca un mese: partirei questa notte stessa!
Aveva fatto un giro su se stesso e adesso si era legato con i guinzagli di Essa e Sidi, che lo guardavano come si può guardare un capobranco impazzito. Cercò di sbrigliarsi, mentre sentiva Viggo ridacchiare sommessamente.
- Me lo aspettavo! Allora ci vediamo!
Orlando avrebbe voluto continuare a parlare con Viggo per tutta la notte, ma non si poteva intavolare qualcosa di interessante per telefono e non aveva realmente qualcosa da dire così si rassegnò.
- Certamente! Grazie di avermi chiamato.
La comunicazione si interruppe e Orlando tornò ad avvertire quel fastidioso senso di gelo alla bocca dello stomaco: adorava Viggo, era uno dei suoi migliori amici, ma c’era qualcosa nella sua voce... come una nota fredda a cui i nervi di Orli erano scoperti... era ipersensibile all’umore del suo amico e bastava un niente per dargli l’idea che forse il suo attaccamento per l’amico fosse a senso unico... molto più di quanto gli piacesse riconoscere...
Per un attimo fu sul punto di deprimersi più di prima...
“...ma cazzo, no! Dannazione Orli! Tornerai in Nuova Zelanda e li rivedrai tutti!!! Se non la pianto con queste paturnie... ho bisogno di uno strizzacervelli? Col cazzo!!! Ne ho abbastanza di ospedali e medici!!! Nuova Zelanda!!! Un sogno!!! E poi il telefonino costa, che mi doveva dire Viggo che non può aspettare un mese?
Piuttosto, un altro Easter Egg? Non dovrò rimettermi la parrucca? Però sarebbe divertente!”
Sovrappensiero rientrò in albergo, lasciò i cagnolini nei locali adibiti agli animali domestici dei clienti, e salito di sopra aprì di nuovo la porta della camera, passò per l’anticamera, raggiunse la camera da letto e all’improvviso tutta l’eccitazione sparì. Kate era ancora distesa sul letto alle prese con ancora la sfilata e gli lanciò appena uno sguardo distratto.
Sospirando cercò di recuperare l’allegria, raccontando alla sua fidanzata la novità.
Kate spense il televisore (la sfilata era finita) e si voltò a guardarlo
- E così rivedrai tutti i tuoi vecchi amici.
- Sì! Non è fantastico?
- E in particolare il tuo adorato Viggo.
Orlando si adombrò
- Kate, non ricominciare!
- Non ho detto niente.
- Sì, invece! – il mal di testa era tornato e Orli sentì la rabbia salire – Sono passato sopra alla tua sfuriata su Kristen, che era assurda, ma la tua gelosia di Viggo è completamente fuori di testa!!
Kate si alzò imbronciata
- Se lo dici tu...
Orlando strinse gli occhi
- Che cazzo vuoi dire?!! Ma si può sapere che cavoli di pensieri ti passano per la testa?! Ma ti fidi di me o no?! Perché se non ti fidi ed ogni volta devi fare di queste storie... Viggo è un caro amico e basta!!! Ma sei scema? Pensavo che avessi capito come sono fatto!! O hai dei dubbi sulle mie preferenze sessuali?!
Kate lo guardò con un mezzo sorriso
- E’ la prima volta che incontro qualcuno capace di aspettarmi, ma mi domando se è perché sei speciale o perché fai fatica ad eccitarti con me.
Orli sbiancò: questa non l’aveva ancora mai sentita. Si sentì mortalmente offeso.
- ...è questo che pensi?! Allora preferisci uno che se la sbrighi in tre secondi o vuoi uno stallone che ti monti tutta la notte?
- Non essere volgare!!!
- ...Perché non sono né l’uno né l’altro! Prendere o lasciare!! Comunque ti lascio la notte per pensare tranquillamente!!

E attraversato le stanze a passo di marcia si sbatté la porta alle spalle e scese le scale come una furia: la rabbia bruciava come un fuoco ed era in vena di uccidere qualcuno. Tutta la felicità per la notizia era ormai svanita e Orlando odiò Kate anche per questo.
“Stronza!! Trovati il tuo stallone e lasciami in pace!”
Raggiunse la hall con la testa che fumava e chiese un’altra camera, incurante dell’eventuale presenza di qualche paparazzo che si sarebbe affrettato a riferire la notizia ad uno di quei giornali di merda per cui lavoravano quelli come lui.

Nei giorni seguenti l’aria fu alquanto gelida tra i due: Kate si era resa conto di aver esagerato, ma era solo perché era gelosa di tutti quelli che Orli amava, e adesso cercava di far pace. Orlando apparentemente aveva accettato ed era tornato in camera con lei, ma restava freddo e da quella sera non l’aveva più sfiorata, con la scusa che era troppo stanco.
Le riprese alla fine terminarono e solo allora Orlando si ricordò: non era il colossal del XXI secolo, ma lui aveva la parte di protagonista in un altro film, infilato alla perfezione prima del secondo film sui Pirati dei Caraibi, con Johnny!
Col cavolo!!!
Telefonò alla sua manager.
- Io questo Venerdì parto per la Nuova Zelanda.
- SEI IMPAZZITO?! – la voce tuonante obbligò Orlando ad allontanare l’orecchio dall’apparecchio – SEI ATTESO PROPRIO VENERDI’ PER I PREVENTIVI!!

- Non ti sto chiedendo il permesso. – Orlando era deciso – Ti sto solo avvertendo. Puoi avvisarli che mi va bene qualunque decisione prenderanno e possono cominciare a girare anche senza di me, almeno una settimana di riprese ce le hanno!

- ORLANDO, NON PUOI… – click
Orlando spense il telefonino
“E adesso la parte più difficile...” cioè dire a Kate di tornarsene a casa o dove diavolo preferiva, perché comunque lui non la voleva in Nuova Zelanda, il tutto possibilmente senza rompere definitivamente. Logicamente fu dura.
- Lo dico solo perché, visto come ti sei comportata quando te l’ho detto, penso che non ti farebbe piacere vedermi ridere e scherzare con quello che ritieni una minaccia!
- E logicamente non penseresti nemmeno di rinunciare...
- KATE! – Orlando la guardò fisso negli occhi con uno sguardo glaciale, poi abbassò la voce – Non farlo. Se stai pensando di mettermi davanti ad una scelta pensaci bene perché la risposta non ti piacerebbe. Lasciamo passare questa settimana: Sabato l’altro sarò a Londra e se ti va di raggiungermi mettiamo le cose in chiaro una volta per tutte. Saremo tutti e due più calmi e vedremo se vale la pena di trovare un compromesso di qualche tipo.
- ... in parole semplici vuoi una settimana di libertà...
Orlando sbuffò esasperato
- Non sto andando ad un’orgia e non intendo trovarmi un harem non appena avrai girato lo sguardo e poi, se pensi che le donne non mi eccitino...
- Va bene! Va bene! Quante volte ti devo chiedere scusa? Ero fuori testa e volevo solo ferirti... non ho mai pensato quello che ho detto...
Aveva lo sguardo triste e Orli non sopportava far soffrire qualcuno: si avvicinò e la strinse fra le braccia, addolcendo la voce
- Resterò casto e puro per te e cercherò anche di evitare atteggiamenti equivoci con Vig!OK? – e le regalò il più smagliante dei suoi sorrisi.
Kate non poté far a meno di sorridere a sua volta: Orli era adorabile e lei si preoccupava troppo.
Orlando era sincero: semplicemente non voleva affrontare i recessi più oscuri del suo cuore.