.|. Ricordi .|.

by Stregababablu

La storia tra Viggo e Orlando è finita. Viggo che ha in casa il figlio si lascia prendere dai ricordi del passato... Henry che trova una lettera del padre per Orlando decide di fare a modo suo...

Sentimentale | Slash | Rating PG | One Piece

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Non so mai cosa scrivere  nell’ introduzine. Tutti i fatti narrati sono di pura invenzione. Non conosco persoanlmente le persone di cui narro e non sono al corrente di quelle che sono le loro preferenze sessuali, ma insieme sono così carini.. e poi mi sembrava carino far contribuire per una volta Henry sisisisisisi

 

Viggo se ne stava li appoggiato alla balaustra del balcone immerso nei suoi pensieri, senza neppure fare caso allo spettacolare tramonto che aveva davanti agli occhi. Era così immerso nei suoi pensieri che non si accorse di Henry finchè questi non lo scosse.

“ Papà, a cosa stai pensando sei così assorto e triste?”

“ Scusa Henry stavo pensando al lavoro, vieni prepariamo la cena” e si avviò verso la cucina.

Henry lo seguì con uno sguardo preoccupato, erano giorni che suo padre era così, all’improvviso si estraniava,il suo sguardo si faceva triste e sembrava trovarsi in un’altra dimensione. Era successo qualcosa, lo sentiva, ma cosa? Non sapeva da che parte cominciare, aveva provato con gli amici ma nessuno gli aveva saputo dire niente, anzi ultimamente Viggo si faceva sentire poco e non lo trovavano quasi mai. Anche Orlando non aveva saputo rispondergli.

“ Mi dispiace Henry” gli aveva detto “ è un po’ che non sento tuo padre”…. Si decisamente c’era qualcosa di strano non poteva essere che suo padre non avesse più cercato Orlando, si sentivano almeno due tre volte alla settimana.

“ Henry, vieni apparecchiamo, la carne è quasi pronta.”

Si recò in cucina deciso a scoprire cosa bollisse in pentola.

Mangiarono parlando del più e del meno, Viggo sembrava essersi rilassato.

“ Papà, cosa succede, perché non senti più nessuno della Compagnia, nemmeno Orlando?”

“ Sono stato preso e anche loro Henry niente di che” ma il ragazzo aveva notato che mentre menzionava Orlando il padre aveva sussultato e si era oscurato. Che avessero discusso?. Gli spiaceva voleva bene a Orli, molto, e a volte stupidamente avrebbe voluto che lui e suo padre si mettessero insieme. Li riteneva una copia perfetta, erano complementari. Suo padre così introverso chiuso, pacato, Orlando così solare, espansivo, aperto. Si erano una bella copia. Quando era andato a trovare il  padre in Nuova Zelanda sul set della trilogia, si era subito affezionato a Orlando. Lo aveva sempre trattato da adulto e non come un ragazzino, se lo portava ovunque anche quando suo padre non voleva. Sorrise al ricordo del giorno in cui era andato con Orli a fare bunji jumping. Cioè Orlando l’aveva fatto, lui lo aveva solo accompagnato ma si era divertito un mondo. Un po’ meno quando erano rientrati. Suo padre infuriato li aveva accolti urlando “ Pazzo sei un pazzo, ma che ti passa in quella testa, dove l’hai trascinato, è solo un bambino. E tu cosa credi di fare, da domani non farai un passo senza di me” era fuori di se dalla rabbia…..

“ Ma papà.”

“ Ma papà un corno, e con questo ho chiuso”

“ Vig…” cominciò Orli

“ Vig niente, sei un incosciente”

“Vig, secondo te Henry mi ha solo accompagnato, si sentiva solo e mi dispiaceva vederlo girovagare qua e la, è come un figlio anche per me, non gli farei mai fare delle stupidate.”

“ Figlio, si saresti una buona madre tu, pazza e incosciente” e poi si era messo a ridere “ Tu sua madre, staremmo freschi”…e se e andò.

“ Non ti preoccupare Henry, gli passa” disse sorridendo al ragazzo “ te lo garantisce la mamma” e gli strizzò l’occhio.

Henry aveva cominciato a fantasticare, come gli sarebbe piaciuto che fosse vero, che potesse considerare Orli una vice mamma…… nella sua mente di ragazzino si era già formata la storia.

“ Papà?”

“ Si”

“ Non è che hai litigato con Orli?”

“ No Henry, davvero”

“ Va bene buonanotte sono stanco vado a dormire”

“ Buonanotte”

Rimasto solo Viggo si sdraiò sul divano e mise un cd di musica Jazz. Chiuse gli occhi e lasciò che la musica lo avvolgesse completamente, estraniandolo da tutto. Rimase così finchè il cd non fini, poi andò a letto. Ecco adesso veniva il difficile. Sapeva già che avrebbe passato gran parte della notte a girarsi e rigirarsi nel letto, senza trovare pace. Succedeva sempre così era un anno che si trascinava la cosa. Da quella famosa notte in cui tutto era finito…… già finito…. E per colpa sua della sua assurda gelosia, della sua paura.

“ Basta Vig” urlò Orlando “ non ce la faccio più. Non ci riesco. Non posso vivere così, con te che controlli ogni mio singolo passo, ogni mio movimento, ogni mio gesto ogni mia parola. No Vig questo non è amore è possesso. Nessuno possiede nessuno. Io ti amo, ma a questo punto credo che tu non mi ami, il tuo non può essere amore, almeno non nel senso in cui lo intendo io. Cavolo mi soffochi. Sei capace di telefonarmi perché hai visto una mia foto in cui  bacio Charlize Teron e farmi una scenata, per un innocuo semplice bacio sulla guancia. Se non riesci a rintracciarmi al cellulare, sembra una tragedia. Se vado da qualche parte mi fai un terzo grado…. No Vig non ci riesco più, se non hai fiducia in me e non credi nel mio amore è tutto inutile” e aveva preso la porta e se n’era andato.

Dio quanto aveva ragione. Era diventato la sua ossessione, controllava tutto, anche il minimo movimento e quando qualcosa lo disturbava erano scenate su scenate. Non credeva che si potesse essere così gelosi di una persona, ma lui lo era diventato e questo aveva rovinato tutto. Già…… quante notti aveva passato a piangere in quel letto vuoto, a maledire la sua stupidaggine, le sue paure. Si le sue paure. Aveva così paura di vivere quella storia, così paura che Orli si potesse stancare di lui, era così più giovane che aveva cercato di possederlo in tutti i sensi, non solo fisicamente, ma anche la sua anima e il suo cuore e l’aveva perso.

 

 

Si ricordò del loro primo bacio. Sorrise. Orli era andato a fare bunji jumping e aveva portato con se Henry,. Quando erano rientrati lui li aveva aggrediti, ben sapendo che Orli non avrebbe mai messo in pericolo suo figlio. Aveva urlato come un pazzo poi era andato in palestra ad allenarsi un po’ per scaricare la tensione.

“ Hei Ramingo, se continui così domani non avrai più forza per affrontare i nemici”

“ Meglio” aveva risposto e si era girato. Aveva fissato Orlando negli occhi e vi aveva letto qualcosa di strano di diverso. Orlando intanto si stava avvicinando fissandolo e sorrideva.

“ Mi piaci quando sei così” e gli sfiorò le labbra con un bacio.

Viggo rimase impalato li in piedi senza riuscire a parlare. L’aveva baciato.

“ Orli… cosa……?”

“ E’ tanto che avevo voglia di farlo” gli rispose e sorrise. “ Non sai da quanto ho voglia di baciarti e di fare l’amore con te. Ogni volta che ti sono vicino mi viene voglia di accarezzarti di baciarti, basta anche solo che tu mi sfiori e io mi incendio. Non sai per quanto ho lottato contro queste sensazioni, mi facevano paura, non erano normali. Poi le  ho accettate e ho smesso di combatterle. Non ti chiedo niente, ma volevo che tu lo sapessi. Tutto questo non cambierà la nostra amicizia spero.”  E se ne andò.

Viggo era sconvolto, quello che gli aveva detto Orlando…. No non poteva essere, si era addormentato e aveva sognato. Si diede un pizzicotto. Non era un sogno era realtà e Orli lo voleva……

Che gioia, finalmente si era liberato di un peso, era riuscito a dirglielo…. Certo sarebbe stato magnifico se Viggo gli avesse detto che provava le stesse cose, ma non poteva essere.

Nei giorni seguenti furono così impegnati con le riprese e alla sera erano così stanchi, che andavano tutti a letto subito. Arrivò anche il sabato sera, il giorno dopo non avrebbero girato per cui decisero di andare tutti insieme al pub. Partirono appena dopo cena, contenti finalmente di potersi godere una serata diversa. Come al solito gli hobbit furono presto ubriachi e ne combinavano di tutti i colori trascinando Orlando, anche lui bel carburato, nelle loro schiocchezze. Persino Karl, di solito più compassato era nelle medesime condizioni  degli Hobbit. Gli unici sobri erano rimasti Viggo e Sean Bean che come al solito seduti in disparte ad un tavolino avevano cominciato a parlare di arte e fotografia. Si erano trovati subito bene, avevano gli stessi e passavano ore a chiacchierare.

Intanto gli altri davano spettacolo e gli altri avventori, ormai abituati alle loro perfomance non ci facevano nemmeno tanto caso.

Alla fine della serata Viggo e Sean si occuparono di portare gli altri nelle loro camere.

“ No Sean, mi accompagna Viggo” disse Orlando “ Devo dargli una cosa”.

Viggo scosse la testa e accompagnò Orlando nella sua camera. Entrarono, lo fece sdraiare sul letto, gli tolse le scarpe e fece per andarsene.

“ Fermati Vig, voglio parlare un po’”

“ Non sei in grado Orli, sei ubriaco”

“ Si ma la mia testa funziona perfettamente”

“ E di cosa vuoi parlare sentiamo?” gli chiese, pensando che Orli partisse con una delle sue sparate senza capo ne coda.

“ Di noi due”

Viggo lo fissò perplesso “ Non c’è un noi due”

“ Si c’è, lo so io  e lo sai anche tu, solo che io lo ammetto, tu ancora no”

“ No Orli, sei ubriaco”

“ Viggo, credi che no mi sia accorto di come mi guardi, quando pensi che non me ne accorga, che non mi sia reso conto che ogni volta che ti tocco tu tremi. Sarò un ragazzino immaturo, se vuoi, ma queste cose le capisco. Proviamo gli stessi sentimenti solo che tu non vuoi ammetterlo.”

“ E se anche fosse, cosa dovremmo fare? Avere una relazione, si e poi, finito il film cosa faremmo. Lascia perdere Orlando, non cominciamo un qualcosa, che rischia di diventare più grande di noi.” Fece per andarsene ma Orlando lo trattenne per un braccio. Fu una notte bellissima e intensa la prima di una lunga serie.

 

Lo sbattere della finestra lo riportò alla realtà. Si era alzato il vento e il cielo era carico di nubi. Presto sarebbe piovuto. Si alzò, chiuse la finestra e poi andò in cucina. Si scaldò un po’ di latte nella speranza che lo aiutasse a prendere sonno.

“ Non riesci a dormire?” la voce di Henry lo fece sobbalzare.

“ Si, vuoi un po’ di latte?”

“ No ero venuto per vedere se le finestre erano chiuse, me ne torno a dormire”

Se ne tornò a letto e finalmente riuscì a prendere sonno. Fu un sonno agitato popolato da Orlando e alla mattina si svegliò stanco e triste.

Passò la giornata dai suoi cavalli. Lui e Henry si divertirono molto. I cavalli erano la sua passione e quando era con loro si sentiva in pace con tutto e tutti. Sereno rilassato. La sera portò il figlio fuori a cena glielo aveva promesso, l’indomani sarebbe partito per tornare dalla madre.

 

“ Figlio, si saresti una buona madre tu pazza e incosciente” gli tornò alla mente la frase che aveva urlato quel giorno a Orlando.

“Papà senti, stanno parlando di Orlando, è a Cannes”

Viggo guardò la televisione che stava trasmettendo un servizio sul festival del cinema di Cannes, e quel giorno c’era la presentazione del film Troy.

Eccolo li, bello sorridente, perfetto. Dio era ancora più bello, con quella bandana poi. Lo studiò attentamente. Si lo portava ancora. L’anello il suo anello era ancora lì.

 

“ Vig cosa c’è in quella scatola?” aveva chiesto Orlando, notando una scatola di velluto rosso appoggiata sul tavolo.

“ Niente” voleva fargli una sorpresa, ma se l’era dimenticata li.

Orlando la prese in mano e l’ aprì prima che potesse fermarlo.

“ Uhau  una anello con un incisione elfica, bellissimo, chi te lo ha regalato?” chiese curioso.

“ Non è mio è tuo” gli rispose Viggo.

“ Non volevo dartelo così, è un modo per dimostrarti il mio amore”

Orlando se lo infilò al dito e poi lo abbracciò con le lacrime agli occhi.

“ E’ il regalo più bello che tu potessi mai farmi, e queste parole poi……”

 

“ E’ forte  Orli, voglio proprio andarlo a vedere il film.”

“ Si è forte”… finirono la cena e poi andarono a casa.

Anche quella sera il sonno tardava ad arrivare. Si sentiva inquieto, aveva bisogno di scrivere. Prese il suo blocco e la penna.

 

Orlando,

 Dolce amore mio, non leggerai mai queste righe, perché non verranno mai  spedite. Avrei molte cose da dirti, tante troppe….. ma forse non ci riuscirò mai. Innanzitutto devo chiederti scusa, scusa perché non sono stato capace di credere in te nel tuo amore. Non ho creduto in noi….. e ti ho perso. Avevo fatto di te il centro  della mia vita, c’eri tu solo tu e niente altro. Non mi sono reso conto che ti soffocavo, non ti lasciavo vivere e tutto per paura. Una maledetta paura di  perderti, di svegliarmi una mattina e sentirti  dire che era finita. Già io l’adulto il maturo il forte che aveva paura, che non riusciva ancora ad accettare che tu potessi amarmi. In fondo mi dicevo sono più vecchio, potrei essere suo padre, vivo delle mie poesie, delle mie foto, non amo la celebrità, la mondanità, cosa posso dargli. Sta diventando famoso, il pubblico lo ama lo vuole, io lo intralcerei. Quante volte me le sono ripetute queste parole, fino allo sfinimento e più cercavo di convincermi più cresceva la paura e più ti tormentavo. Dio come vorrei tornare indietro, e ricominciare. Oh si adesso lo so. MI amavi, di un amore vero sincero, senza remore. Ti davi tutto , non ti importava del resto, già adesso lo so, ma è tardi…. Troppo tardi per me, per te, per noi due. Non ci sarà più un  noi  ….. non ci saranno più i nostri incontri segreti qua e la per il mondo, gli attimi rubati, quelli che rendevano così prezioso il nostro amore. No non ci sarà più niente di tutto questo. Adesso lo so che quello che provavo per te era giusto, indipendentemente da tutto e da tutti…… Era come l’abito. Si  l’abito, quello che ti fa sentire bello perfetto adatto a ogni occasione, quello che ogni volta che lo metti  lo senti tuo. Ecco non ci sarà più nemmeno quell’abito, messo in un angolo dell’armadio a ricordarmi la mia stupidità. Ti amo Orlando come e più di allora, ma il mio ormai è un amore inutile, che resta qua chiuso nel mio cuore e la sofferenza che sento mi ricorda solo quanto sono stato infinitamente stupido.

Con tutto il mio amore.

                                                                                              Viggo

 

Le lacrime cominciarono a pungergli gli occhi, le lasciò scorrere. Finalmente piangeva, per la prima volta dopo tanto tempo permetteva al suo dolore di sfogarsi, di uscire. Si addormentò.

La mattina dopo accompagnò Henry all’aeroporto e poi si recò alla casa editrice. Aveva un po’ trascurato quella parte del suo lavoro.

La sera a casa si ricordò della lettera, ma non riusciva a trovarla. Dove cavolo l’avrò cacciata. Bah salterà fuori.

Non l’avrebbe ritrovata, almeno non subito. L’aveva presa Henry. Quella mattina era andato nella camera del padre per prendere un maglione che aveva lasciato li e l’aveva trovata. Pensando si trattasse di un racconto aveva cominciato a leggere. Quando aveva capito di cosa si trattava, aveva continuato e quelle parole gli confermavano quello che il suo cuore sapeva già. Quante volte aveva colto uno sguardo d’intesa tra i due, una fugace carezza, quante volte suo padre era arrivato in ritardo sul set accampando scuse impossibili e sempre con Orlando. Già ma la favola era finita, ma forse no….. forse non era troppo tardi…. Poteva tentare si poteva tentare. Doveva tentare.

Arrivato a casa raccontò tutto alla madre. Nonostante i suoi fossero divisi erano in ottimi rapporti, si volevano bene e non lo facevano solo per lui.

“  Cosa vorresti fare Henry” gli chiese lei.  Era rimasta sbalordita da quello che il figlio gli aveva raccontato.

“Cerco di parlare a Orlando e poi vedo”

Prese il telefono e lo chiamò al cellulare

“ Hey Orli, come va? Ti abbiamo visto in tv ieri sera”

“ Ciao ragazzo, sto bene e tu?”

“ Anch’io, dove sei adesso’”

“ Sono appena arrivato a Londra mi fermo qua una settimana, poi devo ripartire ho bisogno di riposo”

“ Ci credo” la conversazione durò ancora un po’ poi si salutarono.

Un piano si era già formato nella mente di Henry. Avrebbe preso il primo volo per Londra e sarebbe andato direttamente a casa di Orli, l’indirizzo lo aveva, c’era stato tante altre volte con suo padre…..

Aiutato dalla madre fece i preparativi e il pomeriggio del giorno dopo verso le cinque suonò alla porta di Orlando.

“ Henry, cosa ci fai qui’” gli chiese sorpreso.

“ Sono venuto per il the” disse ridendo il ragazzo.

Orlando scoppiò a ridere e lo fece entrare.

“ Ma sei solo?”

“ Si avevo bisogno di parlarti di persona”

“ Cosa succede?, hai qualche problema, che non vuoi che i tuoi sappiano?” gli chiese preoccupato.

“ Non sono io ad avere il problema è mio padre” e così dicendo gli allungò la lettera.

Orlando prese il foglio e cominciò a leggere, quando si rese conto di cosa fosse guardò Henry.

“ Leggi” gli disse questi.

La lesse e la rilesse due tre quattro volte e intanto piangeva. Viggo lo amava, davvero….. Abbracciò Henry e gli disse

“Grazie, non sai quanto sono felice”

“ Cosa hai intenzione di fare adesso?”

“ Prendiamo il primo volo ti porto a casa e poi vado  da tuo padre e gliene dico quattro”.

Così dicendo preparò di corsa una valigia, telefonò all’aeroporto e prenotò due posti sul primo volo libero.

“ Henry certo che arriverai stremato tu hai fatto aventi indietro “

“ Non importa, avrò tutto il tempo per recuperare, quello che conta è che tu sia qua con me. Sappi che in ogni caso avresti preso questo aereo, volente o nolente”

“ Sai, non avrei mai pensato che proprio tu potessi cercare di farmi riappacificare con tuo padre. Quante volte mi sono fatto degli scrupoli pensando a te, a come potevi reagire se la nostra storia fosse venuta fuori.”

“ Sai Orli io mi ero accorto che c’era qualcosa fra voi due e come me altre persone, era palese dai non facevate che cercarvi, accarezzarvi, eravate sempre insieme, sempre in ritardo. E nessuno ha mai detto niente perché tutti rispettavano la vostra scelta”

“ Siamo stati proprio due scemi a pensare di farla a tutti”

“ Eh si”

Orlando accompagnò Henry da sua madre e poi prese un altro aereo per andare da Viggo.

 

Viggo sentì suonare il campanello. Chi sarà mai si chiese a quell’ora. Aprì la porta e per poco non svenne. Li davanti a lui c’era Orlando il suo Orlando che lo fissava con un’espressione tra il buffo e l’imbarazzato.

“ Ciao Vig, non si fanno entrare i vecchi amici?”

“ Si si ……entra, accomodati  pure.”

Vig non riusciva  a crederci era li in carne e ossa e lo fissava con un dolce sorriso e quel foglio…… foglio… Orlando aveva in mano la sua lettera….. ma come

“ Henry” gli disse semplicemente Orlando.

“ Henry?!?!??!”

“ Si ha trovato la lettera, e è venuto a Londra a portarmela, sperando di convincermi a venire.”

“Henry Londra….”

“ Si Vig, tuo figlio, come la maggior parte dei nostri amici aveva capito di noi e quando ha letto la lettera ha voluto far qualcosa, per te per me e anche per lui.Ti vuole bene, ci vuole bene e non gli importa. Gli basta che siamo felici….”

Si avvicinò a Viggo e lo abbracciò “ Non ho mai smesso di amarti, e non sai quante volte sono stato li li per tornare, ma sapevo che non eri pronto. Adesso lo sei.” E lo baciò.

Quelle parole furono un balsamo per il suo cuore, quel bacio lo riportò alla vita. Avrebbero avuto tutto il tempo per parlare e spiegarsi…………………..adesso c’erano solo loro due.

 

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Finita, e adesso come al solito aspetto i vs. commenti e le vs. critiche molto importanti per me per migliorarmi……………