.|. Amarth - fino alla fine del tempo .|.

2. Vecchi Ricordi e Nuove Emozioni

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“Principe Legolas!” disse Elenband, il capo delle guardie, facendo un profondo inchino “E’ un piacere rivederti!”

“Anche per me Elenband…” rispose l’elfo sorridendogli “…grazie per aver provveduto al mio cavallo…”

“Oh di niente…desideri andare a riposare, mangiare qualcosa o…”

“Preferirei vedere subito re Elassar se è possibile…” lo interruppe Legolas seguendo l’uomo fuori dalle stalle “…potresti avvertirlo del mio arrivo?”

“Re Elassar è già stato avvisato…vi sta attendendo nei giardini insieme al principe…” rispose Elenband sorridendo.

Legolas rimase in silenzio per un istante…il principe…il piccolo Eldarion…erano passati molti anni dall’ultima volta che l’aveva visto, ricordava le lacrime che scorrevano sul suo viso quando l’aveva salutato prima di partire, non voleva lasciarlo andare, continuava a tenergli la mano e a pregarlo di restare…chissà com’era ora?

“Grazie di tutto…” sussurrò, mettendo una mano sulla spalla di Elenband “…ora scusami…” e con quelle parole si allontanò velocemente in direzione dei giardini.

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“Ma quanto tempo ci mette…” sbuffò Eldarion sedendosi su una delle panchine di marmo, appoggiò i gomiti sulle ginocchia e mise il mento sulle mani “…sono ore che lo aspettiamo…”

“La pazienza non l’hai certo presa da tua madre…” disse Aragorn guardandolo divertito “…e poi non sono ore che lo aspettiamo…”

“Sì ma…” iniziò il giovane ma non trovando una buona scusa si limitò a respirare profondamente “…spero solo non sia andato a lavarsi o a cenare senza prima…” ma si fermò di colpo quando vide il padre voltarsi all’improvviso.

Aragorn fece qualche passo e poi si fermò con un sorriso sul volto quando vide Legolas camminare nella sua direzione, sentiva il cuore battere come se non l’avesse visto da anni…

“Re Elassar…” sussurrò l’elfo fermandosi di fronte a lui, gli occhi fissi nei suoi.

“Principe Legolas…” bisbigliò Aragorn cercando di non rivelare l’emozione che provava ma poi perse il controllo e lo abbracciò, stringendolo più che poteva, passando le dita tra i lunghi capelli biondi “…oh Valar quanto mi sei mancato…”

Legolas chiuse gli occhi, respirando intensamente il suo profumo e sorrise.

“Ci siamo visti pochi mesi fa…” gli sussurrò all’orecchio e poi si allontanò leggermente da lui per guardarlo nuovamente negli occhi e quando vide il suo sguardo, inclinò la testa “…ma anche tu mi sei mancato tantissimo…”

“Vuoi mangiare? Riposare? Fare un bagno?” gli chiese il ramingo accarezzandogli il viso “Qualunque cosa tu voglia…”

“No, sto bene…” rispose Legolas sorridendo, aprì di nuovo la bocca per parlare ma alzò lo sguardo oltre le spalle di Aragorn e spalancò gli occhi “…quello…quello è…”

“Oh certamente…” disse il re spostandosi lateralmente poi alzò la voce “Eldarion…”

“Mae govannen Legolas (Benvenuto Legolas)” sussurrò sorridendo Eldarion avvicinandosi al padre “Gondor…Gondor…” si fermò alzando gli occhi al cielo per ricordare le parole che doveva pronunciare in elfico ma poi si arrese “…Gondor è felice di rivederti…”

Legolas sorrise e si mise davanti a lui, continuando a guardarlo intensamente…il suo piccolo Eldarion era cresciuto…ora era un uomo…e…per i Valar quanto assomigliava ad Aragorn, i suoi capelli e i suoi occhi chiari…appena l’aveva visto, aveva sentito un tuffo al cuore…credeva di essere tornato indietro nel tempo e di stare rivivendo il suo incontro con Aragorn…alzò una mano e gli accarezzò il viso e solo in quel momento si accorse di stare tremando…

“Aaye Eldarion (Salve Eldarion)” sussurrò fissandolo negli occhi “Im gelir o sí ad…na le a adar lîn (Sono felice di essere di nuovo qui…con te e tuo padre…)”

Eldarion aprì la bocca ma rimase in silenzio, da quando aveva rivisto il suo viso, era rimasto immobile, a differenza del suo cuore che invece aveva iniziato a battere fortissimo…non ricordava quanto fosse attraente…ma la sua bellezza era diversa da quella di chiunque altro avesse mai visto, suo madre era molto bella ed era un elfo ma Legolas era così diverso…sembrava perfetto, talmente perfetto da risultare quasi irreale. Una volta aveva parlato con Eomer, quando cercava in ogni modo di ricordarsi l’elfo, gli aveva chiesto di descrivere Legolas e l’uomo aveva usato solo due parole…’un sogno’…aveva detto così…’Legolas è un sogno…l’incarnazione della bellezza e della perfezione…la persona che qualsiasi uomo o donna vorrebbe avere al suo fianco…’ allora non aveva inteso del tutto le sue parole, per lui era sempre stato come un fratello più grande da cui farsi coccolare ma ora che lo aveva davanti…ora che lo stava guardando negli occhi…ora iniziava a comprendere…

“Allora…” disse Aragorn avvicinandosi a loro “…mio figlio è cambiato così tanto?”

“No…lui…” iniziò Legolas sbattendo le palpebre come per ritornare alla realtà “…lui è cresciuto…lo ricordavo ancora bambino…”

“Beh…sarà anche cresciuto ma ha ancora paura del buio come allora…”

Eldarion aggrottò le sopracciglia e lanciò un’occhiata al padre

“Non…non è vero…” ribatté e sentì un calore sul viso.

Legolas sorrise e gli spostò una ciocca di capelli che era ricaduta sul suo volto

“Almeno hai sconfitto i tuoi orchi?” gli chiese dolcemente e vide il giovane annuire e abbassare lo sguardo. Se non fosse già arrossito per le parole del padre, sicuramente lo sarebbe diventato in quel momento, quando sentì di nuovo la mano dell’elfo sul viso e poi la sua voce…quella voce che aveva imparato ad amare e che riusciva a far sparire ogni paura…

“Bene…Eldarion vuoi scusarci ora…” disse Aragorn cercando di non ridere “…devo parlare con Legolas di quello che è successo in questi mesi…”

L’elfo annuì ma rimase ancora un momento a guardare il giovane che aveva rialzato lo sguardo su di lui, poi gli sorrise e seguì il ramingo verso il palazzo.

Eldarion respirò intensamente come se in tutto quel tempo non fosse riuscito a farlo…ma cosa gli era successo? Non aveva mai provato niente di simile e il suo cuore continuava a battere con forza…aveva incontrato centinaia di persone in quegli anni ma era la prima volta che si sentiva così…e non riusciva a spiegarselo. Era solo Legolas, la persona che l’aveva in parte cresciuto, che gli era stato vicino per tutta la sua infanzia, colui che aveva sempre considerato come un fratello…eppure qualcosa era cambiato.

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Aragorn e Legolas camminavano velocemente, l’uno di fianco all’altro e i loro sguardi si incrociavano di tanto in tanto e alla fine raggiunsero la camera del sovrano. Entrarono e il ramingo richiuse la porta a chiave per poi voltarsi verso il compagno

“Perché continui a sorridere?” gli chiese togliendogli il mantello e gettandolo su una sedia.

“Sono contento di essere di nuovo qui…” rispose l’elfo guardandolo ma vide Aragorn scuotere la testa.

“No…non è solo quello…”

“Beh…è…è Eldarion…” sussurrò Legolas cercando di rilassare il volto ma non ci riusciva “…è cambiato e ti assomiglia tantissimo…ha i tuoi stessi occhi, il tuo sorriso…quando l’ho guardato mi è sembrato di rivedere te molti anni fa…”

“E questo è un bene o un male, amore mio?” gli bisbigliò il ramingo sulle labbra prima di baciarlo con passione. L’elfo si strinse a lui ma poi lo allontanò dolcemente

“Estel, non possiamo ora…dobbiamo scendere a cenare tra poco…”

“Lo so…abbiamo tutta la notte per noi…” rispose l’uomo prendendo il compagno per una mano e portandolo con sé verso il letto “…voglio solo stringerti…”

Si sdraiò e Legolas lo seguì, rimasero a guardarsi per un lungo momento poi Aragorn lo abbracciò di nuovo…

“Ti amo…ti amo…ti amo…” iniziò a sussurrare “…molte volte avrei voluto dirtelo ma non potevo…”

“Ora sono qui…” disse Legolas sorridendo “…puoi ripetermelo tutta la notte…”

“Spero che non ci limiteremo solo alle parole…” ribatté Aragorn ed entrambi si misero a ridere.

“Dove sono Arwen ed Eomer e le due piccole?” gli chiese l’elfo guardandolo.

“Arwen ed Eomer torneranno domani ma le due piccole ora non sono più tanto piccole, hanno solo qualche anno meno di Eldarion ed hanno deciso di rimanere a Rohan per un lungo periodo…credo abbiano trovato due ragazzi…”

“Hanno già trovato l’amore?” disse l’elfo spalancando gli occhi “Ma sono solo…”

“Non sono più bambine Legolas…” rispose Aragorn sorridendo “…ti capisco, sei stato lontano a lungo ma anche loro sono cresciute…”

“Sì certo…devo solo abituarmi all’idea…” sussurrò Legolas e accarezzò i capelli del compagno…era vero, gli anni erano passati e se ne accorgeva ogni volta che lo guardava, tra i suoi capelli poteva scorgere i segni del tempo, come sul suo viso…su quella pelle una volta liscia iniziavano ad esserci delle piccole rughe…Aragorn era cambiato, lo vedeva ogni volta che si incontravano dopo mesi di lontananza…lui invece era rimasto uguale.

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La cena era già stata servita, Re Elassar e suo figlio erano seduti al tavolo e avevano iniziato a mangiare nonostante Legolas non fosse ancora arrivato.

“Non dovremmo aspettarlo?” chiese Eldarion bevendo un bicchiere d’acqua.

“Non preoccuparti…ha detto di iniziare senza di lui…” rispose Aragorn versandosi del vino “…deve riposarsi dal lungo viaggio…”

“Sì, ovviamente” sussurrò il giovane iniziando a mangiare…non vedeva l’ora di rivederlo, di sentire di nuovo la sua voce, il suo tocco delicato sul viso…scosse la testa come per scacciare quei pensieri e si rivolse ancora al padre.

“Domani potrò mostrargli ciò che ho imparato con l’arco?”

“Certo ma hai tutto il tempo che vuoi, Legolas rimarrà con noi per un lungo periodo quindi potrai…mostrargli…ogni…cosa…” le ultime parole uscirono lentamente dalla bocca del ramingo quando, alzando lo sguardo, vide il compagno avvicinarsi alla tavola…aveva indossato una tunica di velluto blu con dei ricami argentati e i pantaloni in pelle nera, per cui Aragorn andava pazzo.

Eldarion fissò incuriosito il padre ma poi guardò nella sua stessa direzione e spalancò la bocca…stava riappoggiando il bicchiere sul tavolo e per poco non lo fece cadere…sentì il suo cuore battere di nuovo all’impazzata e il respiro venirgli a mancare…Legolas era splendido, riusciva a paragonarlo soltanto ad una notte stellata, il suo abito color del cielo notturno, la sua pelle candida e i suoi capelli, luminosi come la luna e i suoi occhi…i suoi occhi blu nei quali avrebbe desiderato perdersi…la sua mente lo lasciò completamente in quell’istante, riuscì a pensare solo ‘Oh Valar, quanto aveva ragione Eomer’.

“Perdonate il ritardo…” disse Legolas sorridendo, si sedette davanti ad Eldarion, guardò Aragorn che era a capotavola e si accorse delle loro espressioni “…cosa succede?”

“Stai…stai molto bene con quell’abito…” sussurrò Eldarion senza riuscire a distogliere lo sguardo da lui.

“Grazie…” rispose l’elfo sorridendogli “…allora, di cosa parlavate?”

“Eldarion domani vuole mostrarti la sua abilità con l’arco…” disse il ramingo continuando a mangiare, cercando di mascherare tutte le emozioni che la visione del compagno aveva suscitato in lui.

“Veramente?” chiese l’elfo raggiante guardando il giovane “Gli hai insegnato ad usarlo?”

“Sì, ho tentato anche con l’elfico ma con quello ho avuto scarso successo…” continuò Aragorn sorridendo “…a quanto sembra…”

“Non è vero” si lamentò Eldarion guardando il padre “io sapevo cosa dire…è solo che…”

“Non importa Eldarion” lo interruppe Legolas “quello potrai impararlo da me se lo desideri”

Il giovane gli sorrise e annuì...non era mai stato molto bravo con lo studio, ma ora…

Legolas iniziò a cenare ma continuava a sentire su di sé lo sguardo delle altre due persone presenti, ogni volta che alzava gli occhi incrociava quelli di Aragorn mentre invece Eldarion li abbassava all’improvviso…quando terminò il suo pasto, si portò il bicchiere di vino alle labbra e quando lo riappoggiò guardò il giovane davanti a sé…

“Allora…cosa mi sono perso in tutti questi anni?” chiese sorridendo “Raccontatemi”

“Beh…non molto, qui è rimasto tutto uguale…” gli rispose Eldarion alzando le spalle.

“Non è vero…tu sei diverso…” lo interruppe Legolas, si appoggiò allo schienale della sedia e sorrise di nuovo “…quando sono partito eri solo un bambino…ricordo che piangevi e mi supplicavi di non lasciarti…vero Aragorn?”

“Sì…” sussurrò il ramingo ridendo “…quel giorno è stato terribile…non riuscivamo a calmarti, eri terrorizzato dall’idea che Legolas non tornasse più, abbiamo dovuto darti una tisana di erbe per farti dormire…”

“Io non…non ho memoria di quel momento…” disse Eldarion abbassando lo sguardo, ma stava mentendo…lo ricordava benissimo, quel dolore e quella paura, era solo un bambino sì…eppure avevo sofferto tantissimo per quella separazione.

“Cos’hai fatto in questi anni?” gli chiese Legolas.

“Ho…ho imparato ad utilizzare varie armi…” iniziò il giovane guardando di nuovo l’elfo “…però sto ancora aspettando che la mia spada venga forgiata, hanno detto che sarà questione di mesi…io però non capisco perché, insomma, non ci vuole molto, lo farei io stesso ma…”

“Eldarion…” lo interruppe Aragorn fissandolo “…ti ho già spiegato…”

“Sì, lo so…” sussurrò sbuffando “…comunque ho studiato anche le capacità delle varie erbe, ora sono in grado di riconoscerle ed utilizzarle e…”

“E con chi passi le tue giornate adesso?” gli chiese Legolas inclinando la testa di lato “Chi sono i tuoi amici?”

Eldarion rimase in silenzio per un attimo

“Io non…non ho molti amici…” sussurrò “…qui a palazzo mi conoscono tutti e mi trattano in modo diverso solo perché sono il principe e a me non piace…insomma, sono un ragazzo come loro anche se sono il figlio di Re Elassar, invece ogni volta che parlo con qualcuno divento una specie di attrazione…”

Legolas aggrottò le sopracciglia e guardò Aragorn…

“Sì, ne abbiamo già parlato…” disse il ramingo “…ma purtroppo la situazione è questa e deve abituarsi…”

“Vorrei tanto che mi vedessero per quello che sono realmente” bisbigliò Eldarion appoggiando le mani sul tavolo.

"Perché non racconti a Legolas di quello che è successo qualche mese fa?" gli disse Aragorn accennando un sorriso per cambiare discorso, sapeva che il figlio soffriva per quel fatto e non voleva rovinare quella serata...

Eldarion spalancò gli occhi e fissò il padre scuotendo la testa

"No! No ti prego...tutto ma non quello..."

"Avanti, è divertente..." continuò l'uomo incrociando le braccia sul petto "...se non glielo dirai tu lo farò io..."

Legolas guardava incuriosito i due, cercando di comprendere qualcosa.

"No...padre ti prego..." ripeté il giovane alzando la voce "...per pietà...è imbarazzante..." ma chiuse gli occhi quando sentì la voce del ramingo...

"Devi sapere Legolas..." iniziò Aragorn guardando il compagno "...che il nostro Eldarion ha fatto strage di cuori tra le giovani dame che vivono nei dintorni del palazzo ma a quanto sembra solo una ha attirato la sua attenzione...qual’è il suo nome?"

"Neissia..." sussurrò Eldarion sospirando, alzò la testa e vide lo sguardo dell'elfo su di sé.

"Neissia certo, un giorno loro due si sono fatti sorprendere in atteggiamenti piuttosto intimi dalla madre della ragazza...questa povera donna credeva che lui stesse tentando di approfittare di sua figlia così chiamò le guardie..."

Legolas spalancò la bocca guardando stupito Eldarion

"...così i miei uomini si ritrovarono a dover arrestare il loro principe, anche perché la sua Neissia per non contraddire la madre e farla passare per bugiarda, non disse la verità..."

"Era solo spaventata..." bisbigliò Eldarion guardando davanti a sé.

"E tutto questo in mia assenza..." continuò Aragorn in tono serio fissando il figlio "...per fortuna sua madre ed Eomer erano a palazzo e sistemarono la faccenda...io tornai e mi ritrovai di fronte la madre della ragazza che implorava il mio perdono per aver accusato ingiustamente il principe, che al momento non aveva riconosciuto..." si fermò un attimo e non riuscì a trattenere una risata "...dovevi vedere la scena Legolas...io non sapevo di cosa stesse parlando...ed ero solo, perché Arwen stava tranquillizzando quella ragazza che era sconvolta per aver causato tutto quanto ed Eomer invece stava spiegando alle guardie, che si stavano ponendo delle domande, che era stato tutto un malinteso..."

Legolas sorrise guardando il compagno che continuava a ridere poi fissò Eldarion, il suo volto era rosso per l'imbarazzo ma anche lui stava sorridendo...

"Non è stato così divertente...comunque..." disse il giovane.

"Allora qualcosa mi sono perso..." sussurrò l'elfo dolcemente.   

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Scese la sera e Re Elassar entrò nella propria camera, richiudendo la porta dietro di sé. Rimase un momento fermo ad osservare ciò che aveva davanti e sorrise, si aspettava di trovare Legolas e invece la stanza era vuota, illuminata solo dalla luce della luna e da alcune candele che erano state accese in vari angoli, accanto al letto invece, su uno dei comodini, un’anfora e un calice…fece qualche passo in quella direzione quando udì una voce…

“Non ti muovere…resta dove sei…”

Aragorn riconobbe subito il tono dolce e melodioso così si fermò…

“Dobbiamo festeggiare qualche avvenimento?” chiese sorridendo, accennando a voltarsi “Perché se è così io non…”

“Non voltarti!” lo interruppe il compagno “Ti ho detto di restare fermo…ramingo…”

L’uomo si bloccò e sentì chiaramente l’elfo avvicinarsi dietro di lui.

“Oh…certo…ho capito cosa vuoi fare ma…”

“Silenzio!” lo zittì Legolas fermandosi alle sue spalle “Non ti ho concesso la parola!”

Aragorn aprì la bocca per controbattere ma sentì qualcosa sul viso, fece appena in tempo a capire di cosa si trattava…subito si ritrovò con una benda sugli occhi, stretta saldamente da un nodo dietro alla testa…

“Te lo dico una sola volta, ramingo…” gli sussurrò Legolas all’orecchio “…quindi presta attenzione…questa notte dovrai fare tutto ciò che chiederò…e non voglio sentire un solo lamento uscire dalle tue labbra…”

“Credi…credi sia così facile piegare al tuo volere uno come me…elfo?” bisbigliò Aragorn cercando di mantenere la calma anche se il battito del suo cuore era aumentato…percepì che il compagno si era sposato…ed ora era davanti a lui.

“Sarai anche forte e pericoloso ma so come domarti…” gli sussurrò sensualmente Legolas sulle labbra “…ora togli quegli abiti…”

Aragorn sorrise ma ubbidì, voleva guardarlo, toccarlo…erano mesi che non gli stava vicino ma quel gioco iniziava a piacergli nonostante tutto. Legolas attese che la tunica dell’uomo scivolasse a terra poi si avvicinò nuovamente a lui…

“Non hai ancora terminato” gli disse, sfiorandolo con il proprio petto nudo e udì un sospiro uscire dalle labbra del compagno, vide le sue mani alzarsi e fece un passo indietro “Ti ho forse detto che potevi posare le tue mani su di me?”

“No…ma…” bisbigliò il ramingo ma venne subito interrotto dal compagno.

“Ma cosa? Ti ricordo che devi fare solo ciò che ti chiedo…”

“Desidero solo sapere se il tuo splendido corpo è ancora nascosto dagli abiti o meno, visto che non mi è concesso guardarti…” ribatté Aragorn respirando velocemente.

“Non ti è concesso perché durante la cena hai abusato di questa possibilità, rischiando di infondere dei dubbi nella mente di tuo figlio…” gli sussurrò l’elfo all’orecchio, vide l’uomo scuotere la testa e continuò alzando leggermente la voce “…osi forse contraddirmi ramingo?” velocemente gli aprì i pantaloni, abbassandoli e iniziò a sfiorarlo col proprio corpo, muovendo il bacino contro il suo “Il tuo desiderio è stato esaudito ora…”

Aragorn strinse i pugni lungo i fianchi quando sentì contro di sé che l’elfo indossava ancora i pantaloni di pelle…

“Oh Valar...Legolas…” gemette inclinando indietro la testa “…se ti guardassi in questo momento non riuscirei a resistere…”

“Invece dovrai farlo…la notte è ancora lunga…” disse l’elfo allontanandosi per qualche istante, prese l’anfora e riempì il calice di vino.

“No…ti prego…è passato tanto tempo…troppo…ho bisogno…”

“Zitto e bevi…” lo interruppe Legolas avvicinandogli il calice alle labbra.

Aragorn bevve e dopo un momento sentì, al posto del calice, la bocca del compagno…lo baciò ardentemente, cercando di tenerlo vicino a sé dato che con le mani non gli era permesso ma quasi subito l’elfo si allontanò nuovamente.

“Togliti i pantaloni e inginocchiati”

A questo nuovo ordine il ramingo sorrise, eseguendolo immediatamente con la speranza che Legolas si fosse stancato di giocare…ma si sbagliava…

L’elfo si inginocchiò dietro di lui sul tappeto, iniziando a baciargli le spalle…

“Legolas…” sospirò l’uomo, mise le mani indietro sui fianchi del compagno per tirarlo contro di sé e si accorse che anche lui era ormai senza vestiti “…adesso…”

“No, chinati in avanti”

Il ramingo si lasciò sfuggire un lamento ma lo fece, appoggiando le mani sul tappeto…dopo pochi istanti sentì il vino scivolargli lungo la schiena, subito i brividi lo scossero ed aumentarono di intensità quando Legolas iniziò a ripulirlo con le labbra e la lingua…abbassò la testa, stringendo le labbra per resistere alle forti sensazioni che provava e alcuni momenti dopo sentì il respiro rapido del compagno vicino all’orecchio e la sua voce…

“Ti amo Estel…voglio passare l’intera notte ad amarti...e ad essere amato…”  

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In un’altra stanza, dalla parte opposta del corridoio, Eldarion era sdraiato sul letto con le mani unite sotto la testa, continuava a guardare il soffitto in attesa che il sonno arrivasse ma la sua mente e il suo cuore non volevano riposare…ripensava all’incontro con Legolas, a quando aveva sentito nuovamente la sua voce e aveva rivisto quello splendido volto che aveva dimenticato…era così felice che fosse tornato, finalmente non sarebbe più rimasto solo durante quelle giornate interminabili…il suo amico, quello che considerava quasi come un fratello era di nuovo con lui.

Sospirò quando gli tornarono alla mente le emozioni che aveva provato nel sentirlo vicino, non riusciva a spiegarsi perché il suo cuore aveva battuto così forte…ma in fondo forse era normale, teneva tantissimo a lui, lo amava tanto quanto amava suo padre e sua madre, anzi, probabilmente anche di più, era cresciuto con lui…però non riusciva a considerarlo come un genitore, no, Legolas era così diverso, così giovane all’apparenza anche se aveva visto il mondo cambiare davanti agli occhi…così bello…

Eldarion si girò su un fianco, ricoprendosi fino alle spalle con le coperte…doveva smettere di pensare a lui e dormire, altrimenti il giorno dopo non si sarebbe retto in piedi…