.|.  Reveal - Declaration of Love .|.

Capitolo Quattro

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L’amore è come un’onda del mare

che può infrangersi prima del tempo,

ma anche se il vento disperderà la sua schiuma

non sarà perduta

perché dentro di sé avrà una nuova onda

che raggiungerà  la riva.

                                                           R. Battaglia

 

La mattina seguente Viggo si svegliò presto. Guardò Orlando dormire serenamente accanto a lui, era incantevole: il suo corpo, nudo, snello e ben proporzionato, era reso ancora più attraente dal lenzuolo che, delicatamente, lo copriva solo in alcuni punti. Il suo leggero e moderato respiro faceva muovere l’addome a ritmo regolare.  Avrebbe voluto toccarlo, accarezzarlo e sfiorarlo ma l’avrebbe svegliato.

La notte era stata calda e torrida , non per la temperatura ma per la passione che i due avevano ancora condiviso.

Si erano amati più volte, ma ancora intensamente e completamente come la prima.

 

Nella mente di Viggo riecheggiavano quelle parole “ Non fare promesse che non potrai mantenere ”, sempre più forte, sempre più spesso. Perché Orlando le aveva pronunciate? Le pensava veramente? Credeva possibile che lui gli avrebbe potuto mentire? Non sapeva darsi una risposta precisa e i dubbi continuarono ad assillarlo, fino a che Orlando si svegliò. Aprì gli occhi, che subito cercarono quelli azzurro intenso di Viggo.

“ Buongiorno amore…” gli disse facendo un grande sorriso. “ Finalmente mi sveglio con te vicino …” e si spostò verso l’uomo, baciandolo. Viggo, però, era come assente.

“ C’è qualcosa che non va? Ti vedo pensieroso… Per caso non ti è piaciuto come risveglio?” gli chiese ironicamente, ma Viggo non diede risposta.

“ Viggo! Ti sei accorto che sono sveglio e che ti ho baciato e che ti sto parlando oppure no?” Questa volta il tono fu molto più secco e diretto. L’uomo si destò come da un incantesimo e lo guardò:

“ Scusa Orli è solo che…sono un po’ stanco, non ho dormito molto…”

“ Bhè, che non abbiamo dormito tanto lo so!” disse, sorridendo maliziosamente. “ Ti spiace?”

“ No, assolutamente!” gli rispose Viggo e lo baciò. Cominciò ad accarezzarlo in ogni punto del corpo; poi gli prese le mani, baciò le dita e iniziò a passare sinuosamente la lingua tra esse. Passò poi al collo  e al petto.

“ Viggo…ah…ma non eri stanco?!” chiese il giovane, già in preda all’eccitazione.

“ Mmmmm…forse no…” gli rispose Viggo, mettendosi sopra di lui.

“ Mi fai impazzire amore, lo sai. E poi…averti qui…nudo…” e iniziò a muoversi.

“ Vig…tra poco dobbiamo trovarci con gli altri, non so se…” ma un bacio caldo e appassionato lo fermò.

“ Lasciati andare Orli…” gli sussurrò Viggo.

“ Sono alla tua mercè, Estel…”

“ Ti amo, vita mia…”

“ Anch’io ti amo Viggo, con tutto me stesso…” e le loro labbra si unirono.

La coppia condivise un altro volo fino alle stelle e sembrò passare un’eternità prima che si alzassero e si vestissero.

 

Intanto il resto della Compagnia si era già radunato al bar: Elijah, Ian e Sean stavano già mangiando un delizioso cornetto; gli altri, invece, aspettavano i due mancanti.

“ Sempre i soliti ritardatari!” Disse Dominic, guardandosi in giro. “ Ma dove sono finiti? Non gli è suonata la sveglia?!”

“ Eccoci, eccoci! Sei sempre il solito rompiscatole eh?!” Dominic si voltò di scatto e vide Orlando, seguito da Viggo.

“ Ooooh, alla buon’ora!” ribattè . “ Finalmente si fa colazione!”

“ Allora, com’è andata ieri alla festa? Avete per caso preso l’acqua?!” chiese Viggo, cercando di rimanere il più serio possibile, ma non ci riuscì e scoppiò a ridere, seguito a ruota da Orlando.

“ Ah ah ah! Sei veramente un umorista nato, ramingo!” gli fece il verso Billy “ Sei simpatico come un gatto attaccato ai…”

“ Ho capito! Non importa che continui!” lo fermò l’uomo, mentre tutti gli altri ridevano divertiti.

“ Comunque, benché ci siamo bagnati dalla testa ai piedi, la festa non è stata male”. Disse Sean Bean.

“ Infatti! C’era un sacco di roba da mangiare, birra,  belle ragazze, musica, giochi, spettacoli all’aperto…Insomma, un po’ di tutto!” continuò l’altro Sean.

“ Belle ragazze? Allora ditemi: chi ha cuccato?” chiese Orlando.

“ Ehmmm…purtroppo nessuno! Eravamo troppo impegnati a…mangiare e a bere!” rispose Elijah sorridendo.

“ E a voi, signorini, com’è andata? Che avete fatto di bello?” chiese in tono provocatorio  e sprezzante Billy. “ Quali divertenti passatempi hanno trovato nel rimanere qui ?”

Liv guardò i due uomini, curiosa anche lei di sapere la risposta.

Viggo e Orlando si guardarono e non risposero.

“ Senti Billy…” cominciò Orlando ma Viggo lo superò:

“ Ci siamo divertiti anche noi, moltissimo. Ma, soprattutto, ci siamo rilassati, come era in programma”. Poi si girò verso il giovane e, a bassa voce, gli disse: “ Non prendertela Orli, non ne vale la pena. Non dargli alcuna soddisfazione!” e l’altro annuì. Viggo aveva perfettamente ragione, ma quel tono così strafottente, scontroso e pieno di risentimento non lo sopportava proprio.

“ Uhmmm…capisco…” disse vagamente Billy.

 

I giorni successivi passarono in fretta: si lavorava, si imparava la parte, ci si allenava nei combattimenti, si rigiravano più volte le scene, ci si scambiavano opinioni sul film, sul libro e su come rendere al meglio una scena. Tutti davano il meglio di sé.

Billy, fortunatamente, era tornato simpatico e divertente come all’inizio e questo piacque soprattutto a Orlando.  La Compagnia era veramente una compagnia, affiatata al punto giusto.

Ogni sera Viggo e Orlando facevano lunghe passeggiate al chiaro di luna, scambiandosi teneri baci e dolci parole e promesse. Dormivano insieme (nessuno se ne accorse mai) e facevano l’amore, facendo dei loro corpi, delle loro menti e dei loro spiriti un’unione perfetta e armoniosa.

 

I giorni trascorsero velocemente e arrivò il momento della pausa estiva: il mese di agosto era quasi finito e gli attori non avevano avuto un momento di svago, così PJ gli concesse due settimane libere, di assoluto riposo e, se volevano, di “allontanamento dal set”, come diceva lui.

Euforici all’idea di staccare dalla solita routine e di poter cambiare aria per qualche giorno, i ragazzi pensarono a cosa fare. Elijah decise di tornare in America dai suoi genitori (“Devo tenerli informati su come procede il film!”,disse), così come Sean, Dominic  e Billy.  Ian , Christopher, John, Ian Holm e Sean Bean scelsero, invece, di girare l’Australia e di visitare posti nuovi. Liv, Viggo, Orlando, Ian e Cate rimasero a Wellington.

“ Come mai non torni da tua madre?” chiese Liv a Orlando.

“ Perchè in questi giorni non è a casa, è via per lavoro. E tu , perchè  non vai in America?”

“ Non so… Sinceramente non avevo voglia di farmi ore e ore di aereo! E poi qui mi piace, mi trovo bene…”

“ Hai ragione, si sta davvero bene”.

“ E Vig? Come mai anche lui ha deciso di rimanere qui?”

“ Di preciso non lo so. Comunque tra pochi giorni dovrebbe venire a fargli visita Henry, suo figlio” e guardò il tramonto rosso e suggestivo. Lo sguardo della ragazza seguì quello di Orlando.

“ Il tramonto rosso…uhmmmm…cos’è che dici nel film?” chiese Liv, mettendo una mano sulla spalla di Orlando, che la guardò e sorrise.

“ A red sun rises. Blood has been spilled this night!”  e scoppiarono a ridere.

“ Ti va di andare a mangiare un gelato?” le chiese il giovane, tendendole la mano.

“ Perché no!” rispose Liv con un sorriso solare e gli prese la mano.

 

Viggo era sul terrazzo della sua camera, seduto su una comoda poltrona e con davanti un bicchiere di birra.

Era assorto nei suoi pensieri e non sentì aprire la porta.

“ Vig…ti disturbo?”

Quella voce famigliare e soave lo fece sorridere.

“ Per niente Orli… Vuoi qualcosa da bere?” gli chiese alzandosi.

“ No, grazie, sono appena stato a prendere un gelato con Liv. E’ un piacere stare in sua compagnia e ormai, io e lei, siamo diventati come fratello e sorella! Non ti ho chiesto se volevi venire perché mi avevano detto che avevi un po’ di mal di testa . Scusami anche per il fatto che ora sono entrato così all’improvviso, ma non avevi sentito bussare e così…”

“ Hai fatto benissimo, nessun problema amore…” e lo baciò, abbracciandolo.

“ Avevo voglia di vederti tesoro…E’ tutto il pomeriggio che sei chiuso qui…” disse il giovane.

“ Hai ragione, ti ho un po’ trascurato. E’ solo che stavo pensando…” e si fermò.

“ A cosa?”

“ A una cosa di cui abbiamo già parlato, e cioè a come dire a Christine che…”

“ Vig, no!”

“ No cosa? Senti Orlando io ti amo e non ho intenzione di portare avanti una relazione che non mi interessa e dove, soprattutto, fingerei…e sai che non è da me…” gli disse fissandolo.

“ Viggo, anch’io sono innamorato di te ma…pensa a tuo figlio!” e gli accarezzò la guancia. “ Che cosa dirà? So che è abbastanza grande per capire, o per cercare di farlo, ma forse…non lo è ancora del tutto…”

“ Bhè, Christine, comunque, non è sua madre”.

“ Lo so, ma è pur sempre una figura femminile nella sua vita” e abbassò lo sguardo.

“ Orli, secondo me ti metti troppi problemi. So come parlare a mio figlio e poi tu gli piaci così tanto! Ogni volta che vi siete visti si è tanto divertito! Ti adora, me lo ha detto lui stesso. Anzi, non vede l’ora che ti porto da lui in America…” e mise una mano sotto il mento del giovane, sollevandolo. “ Guardami negli occhi Orli… Ti amo e voglio stare con te…”

“ Oh Viggo…” sospirò  e si baciarono.

 

La mattina seguente si svegliò prima Orlando, di soprassalto.

“ Vig! Vig svegliati! Hanno bussato alla porta!” disse a bassa voce ma preoccupato e agitato.

“ Come?” chiese ancora assonnato l’uomo.

“ Hanno bussato! Non senti?!”

“ Viggo! Viggo ci sei?” La voce di una donna.

“ Oh mio Dio! Christine!” Viggo spalancò gli occhi e scattò sul letto.

“ Christine?” chiese perplesso Orlando. “ Ma…la sua visita…”

“ Lo so: non era prevista!” Viggo entrò nel panico.

“ Che facciamo?”

“ Niente. Aspettiamo che se ne vada. Intanto ci vestiamo, così, appena possiamo, usciamo e la raggiungiamo…” disse Viggo, calmandosi un poco.

 

Appena furono pronti uscirono dall’appartamento.

“ Viggo, io devo tornare un attimo in camera mia, tu intanto vai pure…”

“ Ok tesoro. A dopo” e si diedero un bacio furtivo.

 

Viggo la intravide: era seduta vicino al fiume. I lunghi capelli scuri le ricadevano sulle spalle e brillavano con la luce del sole. Il corpo slanciato e magro era coperto da un vestito di seta leggera a fantasia.

“ Christine…” disse, schiarendosi la voce.

“ Oh! Viggo tesoro! Ciao!” e corse da lui, abbracciandolo.

“ Allora come stai? No, aspetta: innanzitutto Henry non è potuto venire per via di un impegno con la squadra di baseball, ma ha detto di salutarti tanto e di stringerti forte! Ha anche detto di salutare un tuo amico…se non sbaglio…Orlando” disse la donna tutta euforica.

Viggo sorrise e un po’ a malincuore pensò a suo figlio: aveva voglia di vederlo e aveva tanto sperato nella sua venuta. Peccato, pensò.

“ E tu come stai?” La voce della donna lo fece tornare alla realtà.

“ Bene, grazie. E tu?”

“ Bene, anche se mi manchi…” e si avvicinò per baciarlo ma Viggo si allontanò.

“ Che c’è?” chiese un po’ perplessa la donna.

“ Niente. E’ solo che qualcuno potrebbe vederci.”

“ E non ti  va che di vedano con me?” chiese la donna un po’ perplessa.

“ No, non è questo…Comunque, ti va di fare colazione insieme? C’è un locale qui vicino molto carino…”

“ Va bene, andiamo” e prese l’uomo sotto braccio.

“ Prima, però, devo ripassare in camera”. E si avviarono verso l’appartamento.

 

Quando entrarono la donna non potè fare a meno di notare il grande letto matrimoniale,ancora disfatto.

“ Che bel letto grande! Certo, se ci fossi qui anch’io…” Viggo non la stava nemmeno ascoltando. I suoi pensieri erano subito volati a Orlando, alle splendide notti d’oro passate con lui su quel letto e a tutto l’amore che si erano scambiati. Sorrise, nascondendosi dagli sguardi della compagna.

“ Viggo, perché non rimaniamo qui?” e iniziò ad accarezzargli il petto, slacciando i primi bottoni della camicia.

“ Chris, ti prego…” e bloccò le mani della donna.

“ Che c’è, non ti va?”

“ No!” rispose l’uomo direttamente. La donna lo guardò e notò che in quegli occhi azzurri che tanto amava non c’era più desiderio.

“ Viggo mi fai paura…C’è qualcosa che devi dirmi?” gli chiese con la voce tremante.

“ Sì Chris. Effettivamente devo dirti una cosa…ed è anche importante…” il suo tono si fece serio e duro.

“ Oddio lo sapevo!” disse con un filo di voce la ragazza. “Lo sapevo che sarebbe arrivato questo momento… Hai un’altra non è vero? Non ti interesso più, giusto?” chiese con il terrore negli occhi e nel cuore.

“ Mi spiace Chris, ma…sì, non ti amo più… Devo essere sincero con te: ho trovato la persona giusta, quella che mi completa in tutto, che mi capisce, che mi ama per quello che sono…e che mi fa stare bene con me stesso…” Viggo vide gli occhi di Christine riempirsi di lacrime.

“ Chris perdonami…ma non potevo tenertelo nascosto, ti avrei solo preso in giro e non sarebbe giusto…”

La donna era come paralizzata, non sapeva cosa dire. Poi prese coraggio:

“ Non so…niente. Non so quello che sento, che provo…non riesco a parlare…” e si sedette sul letto.

“ Viggo, dimmi una cosa: ci stai veramente bene con questa persona? Ti rende davvero felice?”

“ Sì Chris…tanto!”

“ Allora…pazienza. Mi fa male dirtelo eppure…se so che è ciò che vuoi, allora lo rispetto. Mi basta sapere che stai bene, che sei soddisfatto e sereno. Io, che sono ancora innamorata di te, non posso augurarti che il meglio” E iniziò a piangere.

“ Chris…non piangere…” disse Viggo, sentendo una fitta allo stomaco.

 

Intanto Orlando stava arrivando davanti alla porta dell’appartamento di  Viggo e, trovandola aperta, entrò. Fece solo un passo e sentì delle voci. Si fermò.

“ Io ti amo Viggo!”

Christine!, pensò il giovane.

“ Ti amo ancora! Non posso lasciarti andare! Come puoi chiedermi questo?”

Orlando sentì come un pugno allo stomaco, il cuore trafitto da mille lame. Quella donna amava il suo uomo e non lo avrebbe lasciato per nessuna ragione al mondo.

“ Viggo, ti prego…ripensaci! Rifletti bene! Non fare sciocchezze! Non fare scelte di cui, poi, ti pentirai.

Forse hai preso solo un abbaglio…”

Un abbaglio? No, Orlando non poteva essere solo un abbaglio per Viggo…o per lo meno, così pensava lui. Il giovane divenne più irrequieto quando non sentì ribattere Viggo. Perché non parlava? Perché non le diceva che non era solo un errore ma qualcosa di più? Si sentì gelare il sangue e le lacrime iniziarono a rigargli il viso.

“ Viggo dimmi qualcosa!” supplicò la donna.

‘Già, dì qualcosa. Dille la verità’, pensò Orlando.

Ma Viggo rimase muto. Poi un lieve accenno di risposta:

“ Forse hai ragione…”

Forse hai ragione? Orlando non credeva a ciò che aveva appena sentito: poteva aver veramente detto e pensato così l’uomo che amava e da cui, fino a quel momento, credeva di essere amato? Era troppo sconvolto per rimanere lì  e continuare a sentire, così se ne andò, correndo e piangendo, arrabbiato con se stesso, con Christine e con Viggo.

L’uomo continuò, troppo tardi, però, perché  il suo amore potesse sentirlo:

“ Ma non è così, ne sono più che sicuro. Mi spiace Chris, ma questa è la verità. Amo un’altra persona e non è un abbaglio. L’adoro e non voglio perderla. Non potrei vivere senza di lei…per me è tutto” e prese le mani della donna “ Potrai mai perdonarmi?”

“ Non lo so…” rispose la donna abbattuta e stanca. “Ma penso di sì… Ti auguro tutta la felicità possibile, perché te la meriti”. E lo baciò sulla guancia. “ Certo che questa persona ha trovato davvero un tesoro…” e così dicendo si alzò, avvicinandosi alla porta.

“ Addio Viggo. Stammi bene e auguri .”

“ Addio Christine e…grazie di tutto”.

Christine chiuse la porta dietro di sé e si incamminò lentamente e mestamente verso il taxi che l’avrebbe accompagnata all’aereo-porto.

Viggo si sdraiò sul letto, sospirando. Si sentiva un po’ meglio con se stesso, anche se aveva fatto soffrire una persona che non lo meritava. Eppure quella era stata la cosa giusta da fare. Mai prendere in giro una persona, soprattutto quando sai che ti vuole bene e si fida di te.

La verità fa male, ma, allo stesso tempo, è la cura migliore.