.|.  Reveal - Declaration of Love .|.

Capitolo Due

~

 

Immersi in quella luce liquida

Sembrava di essere sospesi a un filo

Che dalla terra arrivava sino al cielo.

                                              Paul Claudel

 

Intanto Viggo si era vestito e aveva finito di fare colazione. Indossava un paio di jeans e una camicia rossa, molto leggera, che gli metteva ancora più in risalto gli occhi azzurro cielo.

“Com’è andata? Hanno creduto che ero stanco o hanno fatto storie?” chiese a Orlando, appena entrato nella camera.

“Tutto bene. Solo Billy ha avuto da ridire, con un tono che non mi è per niente piaciuto! Ogni tanto dovrebbe stare zitto! Farebbe più bella figura!” rispose, visibilmente alterato.

“Dai, non prendertela. Sai com’è fatto: non ha peli sulla lingua! Comunque non mi interessa: siamo padroni di fare ciò che vogliamo e io ho scelto di passare la giornata con te! Ho preferito il tuo programma, molto più tranquillo e rilassante”. E intanto si avvicinò all’amico. “Lo sapevi , vero, che non avrei detto di no?” gli chiese, guardandolo per l’ennesima volta negli occhi.

“Esatto!” rispose Orlando ridendo “Ormai ti conosco come le mie tasche! E’ per questo che mi sono precipitato qui stamattina, prima che ti incontrassi con gli altri! Allora: andiamo?”

“Sì.  A cavallo, vero?”

“Yes! Prima, però, fermiamoci a prendere dei panini: oggi pranzo al sacco!”

“Va bene capo!” disse Viggo, mettendo un braccio intorno alla spalla dell’amico. Era entusiasta di passare la giornata con lui: insieme non si annoiavano mai, ed era un piacere conversare con Orlando, che stava provando la stessa gioia. Anche lui era euforico all’idea di avere davanti varie ore da trascorrere col suo migliore amico e confidente. Con lui si sentiva se stesso, libero e sereno.

 

Le prime ore della mattinata passarono velocemente: cavalcarono e ammirarono la bellissima e suggestiva natura australiana, così diversa da quella europea e americana. Parlarono un po’ di tutto, dal film alla loro infanzia e vita privata.

“ E così tuo padre è danese…e parli spagnolo e francese…complimenti!” disse Orlando, riprendendo la conversazione che aveva interrotto, poiché Viggo gli aveva chiesto della sua infanzia, e questo era un argomento che non voleva affrontare.

“Non me lo avevi mai detto prima…” Continuò Orlando, cercando di tergiversare sulla domanda dell’amico, ma non si accorse che, mentre parlava, la sua voce era spenta e poco spontanea. “Ma è una tua caratteristica: sei molto riservato…misterioso. A volte bisogna tirarti fuori dalla gola le parole…”

“ Lo so, ma non sono l’unico. Anche qualcun altro mi assomiglia…” e lasciò la frase in sospeso, sperando che avesse un effetto sul suo interlocutore, ma così non fu.  Orlando divenne ancora più taciturno e il suo sguardo era perso nel vuoto. Viggo si sentì un po’ in colpa :

“ Scusami Orli, non volevo farti ripensare a dispiaceri passati. Perdonami.” Disse, sentendo quasi una fitta al cuore nel vedere la tristezza in quegli occhi che tanto amava.

“ Dispiaceri?” chiese apaticamente Orlando.

“ Sì. So di tuo padre, me lo hanno raccontato…E’ morto quando tu eri molto piccolo…”

“ Già…Ormai sono passati vent’anni…” e gli occhi di Orlando si riempirono di lacrime.

“ Sai Viggo, a volte non ci penso ma altre… altre mi manca da impazzire!” E così dicendo, calde lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi  bellissimi occhi, ricadendo sul delicato viso.

“ Ti prego, non piangere” disse Viggo, sentendosi terribilmente in colpa. “ Non piangere Orli…mi fai stare malissimo! Perdonami… Vieni qui” e lo prese tra le braccia.

“ Stringimi forte Vig!” chiese il ragazzo “ Stringimi e non lasciarmi andare…!”

“ No, non ti lascerò mai…tesoro…” e iniziò a baciargli il viso dolcemente.

“ Viggo!” esclamò Orlando, ma più che un ammonimento sembrava un sussurro.

“ Sssh…Va tutto bene. Voglio solo asciugare le tue lacrime, che mi fanno male al cuore. Tu non devi soffire, in particolar modo per colpa mia. Devo farmi perdonare…” disse gentilmente Viggo, toccando con delicatezza ogni singolo angolo del viso di Orlando, il quale era completamente perso in quelle carezze e cullato dalla soave voce del compagno.

“ Basta piangere…tesoro mio…”  Tesoro mio: due parole che gli avrebbe ripetuto all’infinito!

“ Vig, grazie… Come farei  senza di te?” Disse Orlando, riaprendo gli occhi.

“ Non ci pensare: sono qui. Qui con te. E lo sarò sempre, te lo prometto”. Sì, Viggo era sicuro di questo: per sempre gli sarebbe rimasto accanto. Continuò: “ Ogni volta che avrai bisogno di me, io ci sarò. Sarò lì per te, mia…” e si fermò un attimo, titubante sul dire o meno quella parola, ma poi riprese coraggio: “ Mia vita!”

Sì, lo aveva detto! Finalmente era riuscito ad esprimere ciò che provava! E sorrise, sentendosi come libero da un peso.

“ Come? Che hai detto?” chiese Orlando incredulo.

“ Ho detto “vita mia” Orli…hai capito benissimo!” A quelle parole Orlando lo abbracciò forte.

“ Oh Viggo! Non sai quanto ho sognato questo momento! Oh Dio! Speravo tanto che anche tu provassi qualcosa per me! Volevo che mi dicessi queste parole, volevo sentirle dire da te…!” disse con il cuore colmo di gioia.

“ Aspetta, aspetta! Come? Vuoi dire che…che…anche tu…”

“ Viggo…io…io sono innamorato di te!” Viggo non credeva alle sue orecchie: l’uomo che aveva iniziato ad amare lo ricambiava! Orlando, da parte sua, non riusciva a credere di avergli detto la verità in modo così naturale.  Si guardarono negli occhi, per perdersi ancora una volta l’uno nell’altro. Pian piano si avvicinarono, fino a sfiorarsi il naso. Orlando cominciò a baciare il viso di Viggo, lentamente, e ad accarezzargli la schiena…

“ Oh Dio! Anzi: oh Valar!” sussurrò Viggo e Orlando sorrise. “ Sei dolcissimo… continua Orli, non fermarti! Per…”

“ Parli un po’ troppo per i miei gusti” gli disse l’altro, chiudendogli la bocca con un bacio. Un bacio sensuale, prima tenero e delicato, poi sempre più intenso e forte.

Continuarono a baciarsi per qualche minuto: nessuno dei due voleva staccarsi dall’altro, era così bello, surreale…eppure così vero. Intanto l’eccitazione stava sempre più crescendo in entrambi: Viggo continuava a sfiorare con le mani il corpo di Orlando, che iniziò a slacciare i bottoni della camicia del compagno.

“ Orlando…”

“ Sssh…” e aprì la camicia, passando le mani sul petto dell’uomo. Cominciò a baciargli il collo, per poi passare la sua lingua sulle spalle, sul petto e sul ventre.   Viggo non resisteva più.

“ Orlando fermati, ti prego. Qui non è il caso, potrebbe vederci qualcuno” gli disse  ansimando.

“ Sì, scusa, hai ragione, è solo che…” ma non terminò la frase: Viggo gli aveva preso dolcemente il labbro inferiore e iniziato a succhiarlo.

“ Ehi Vig, proprio ora hai detto che dobbiamo smettere… Oh Viggo…” e un gemito gli uscì dalle labbra. Viggo stava cercando di aprirgli i pantaloni…

“ Vig…Basta! E’ meglio…”

“ Proseguire altrove, hai ragione” e gli richiuse la cintura “Sei un elfo saggio, sai?” e gli sorrise.

“ Grazie” gli rispose Orlando, dandogli un piccolo e veloce bacio.

“ Senti Orli, non hai fame?” Chiese l’uomo, non solo perché il suo stomaco iniziò a brontolare, ma anche per cercare di calmare i loro bollenti spiriti.

“ Dipende in che senso…!!!” Rispose l’altro con un sorriso malizioso.

“ Non fare lo scemo! Ti va di mangiare i panini?”

“ Ok, però dopo ci vuole un riposino”.

“ Certo! Allora: buon appetito!” e iniziarono a mangiare.

 

Dopo aver terminato il pranzo si sdraiarono sotto un albero.

“ Qui si sta benissimo: è tutto così magico. E poi…io e te insieme…Ancora non ci credo!” Disse Orlando, appoggiando la testa sul petto di Viggo.

“ Anch’io non riesco a crederci, sembra un sogno, una favola! O piuttosto: sembra la favola di un sogno! Il mio sogno diventato realtà… Orlando, grazie per tutto quello che mi hai fatto provare fino ad oggi, sei speciale, davvero. Non ho parole per descrivere il modo in cui mi fai sentire, tutte le emozioni che mi fai provare… Non le avevo mai provate prima sai? Con nessuno…anzi con nessuna, per essere più preciso.

Tesoro, non ti lascerò mai andare… sei tutto per me, vita mia… Orli…io…ti amo!” Rimase in silenzio un attimo.

“ Orli? Ecco: fatica sprecata! Si è addormentato! E io che ero riuscito a dire quello che da tanto avevo nella mente! Pazienza…” e si avvicinò alle labbra del compagno, sussurrando: “ Ti amo lo stesso, anche se non mi hai ascoltato!” e sorrise. Lo baciò piano per non svegliarlo,  lo abbracciò, e s’addormentò  stretto accanto a lui , godendo del suo delicato profumo e cullato dal suo respiro regolare e quieto.

 

Una goccia fredda cadde sul viso di Orlando, che si destò dal sonno.  Vide che stava per piovere, così decise di svegliare il compagno. Appena si voltò non potè fare a meno di osservarlo: era così tenero quando dormiva! Ogni muscolo era completamente rilassato e il viso mostrava pura tranquillità e serenità.

La camicia rossa leggermente aperta davanti, però, gli donava più un aspetto provocante che innocuo, tanto che al giovane tornarono alla mente i gesti e le sensazioni provati qualche ora prima. Questi pensieri, però, si interruppero subito, dato che sempre più gocce iniziavano a scendere e grandi nuvole nere cariche di pioggia si stavano movendo rapidamente.  Orlando svegliò Viggo con un bacio.

“ Viggo, dobbiamo andare. Sta per venire un acquazzone! E’ meglio sbrigarci, prima che il temporale ci impedisca di tornare nei nostri appartamenti…” gli disse pacatamente.

“ Uhmmm…Orli…ti stavo sognando…Comunque grazie per il dolce risveglio: non potrei chiedere di meglio che un tuo bacio!”  e aprì gli occhi, guardando verso il cielo.

“ Oh caspita! Hai ragione, è meglio fare in fretta!” disse alzandosi di scatto.

“ Prendiamo i cavalli e torniamo a casa”.

 

Cavalcarono il più velocemente possibile: Viggo era davanti e , ogni tanto, si voltava per vedere se il compagno stava bene e riusciva a stare al passo. Sentiva il bisogno di proteggerlo. Proteggerlo da cosa? Si chiese. Da tutto e da niente. Dal mondo e dalla gente. Dai pericoli e dai cattivi pensieri. Dalla solitudine, dalla tristezza e dai pregiudizi.  Lo amava e voleva donargli il meglio.