.|. L'Ultimo Dono .|.

5. Resta al Mio Fianco

Legolas controllò tutto il Merethrond, ogni angolo, dietro ad ogni colonna, ma niente, così salì al piano superiore…cosa poteva essergli accaduto?

Doveva essere in pericolo o stare male…da quando la Missione contro l’Oscuro Signore era terminata, non aveva più sentito quel dolore alla mano…quel dolore che l’avvisava, ogni singola volta, quando Aragorn aveva bisogno d’aiuto.

Quella magia che li legava era stata la loro unica salvezza in decine di occasioni…spesso si era ritrovato in difficoltà, ma quando tutto sembrava portare al peggio, arrivava Aragorn ed insieme affrontavano ogni nemico.

Non avevano compreso subito il motivo di quegli aiuti insperati che giungevano sempre al momento giusto…all’inizio credevano fossero delle semplici coincidenze ma poi, tutto divenne più chiaro…il dolore alle mano che avevano unito quella notte e l’istinto, insieme a qualcosa di misterioso che faceva in modo che uno riuscisse a trovare l’altro…in ogni luogo…in ogni situazione…sempre.

Si guardò attorno, come indeciso su quale dei corridoi scegliere ma poi sentì di nuovo un’altra fitta alla mano, così si mise a correre sulla destra e, appena svoltato l’angolo, lo vide…seduto sul pavimento, le ginocchia piegate contro il petto e il viso nascosto nelle mani, come un bambino che ha paura del buio.

“Estel!” lo chiamò, raggiungendolo velocemente e chinandosi al suo fianco “Estel cos’hai?”

“Legolas…” sussurrò l’uomo rialzando la testa ma continuando a tenere lo sguardo basso “…oh Valar vi ringrazio…”

“Estel cosa succede?” ribatté l’elfo accarezzandogli i capelli “Guardami avanti!” e fece per rialzargli il viso ma il grido del ramingo lo fermò…

“ No! Non…non guardarmi negli occhi ti prego…”

“Perché?” esclamò intimorito Legolas “Estel ti supplico…mi stai spaventando…”

“Puoi…aiutarmi a raggiungere la mia stanza?” gli chiese Aragorn debolmente, e come risposta si sentì rialzare da terra “Grazie…spero di non aver sporcato il tuo abito…”

“Non importa…” lo interruppe l’elfo iniziando quasi a trascinarlo per i corridoi, appena si accorse che l’uomo stava a mala pena in piedi “…ora vuoi dirmi cosa ti succede?”

“Sì ma…non guardarmi negli occhi…” rispose Aragorn cercando di camminare anche se sentiva le gambe deboli e la testa girare “…anzi…a dir la verità non posso dirti cosa mi succede perché non lo so…è iniziato tutto qualche ora fa con Éowyn…stavo parlando tranquillamente con lei e ad un tratto mi ha spinto contro il muro e ha iniziato a baciarmi…”

“Éowyn ti ha…” mormorò Legolas spalancando gli occhi stupito.

“No, non…non l’ha fatto…” lo interruppe subito il ramingo “…o meglio…a me sembrava vero ma era come un…sogno ad occhi aperti…io la sentivo, sentivo il suo corpo…e poi tutto è tornato come prima…come se non fosse accaduto e…”

“Êlneth quanto vino hai bevuto?” sussurrò l’elfo.

“No! Ti giuro Legolas…solo due bicchieri…non sono ubriaco…mi è già successo e non è stato niente di simile…all’inizio anche io l’ho pensato ma poi…è accaduto lo stesso con Éomer…ed è stato ancora più intenso…così sono tornato nel salone ma mi succede con ogni persona, uomo o donna, che guardo per qualche momento negli occhi…io vivo queste…illusioni, in cui chiunque vuole donarsi a me o darmi piacere e poi tutto torna normale…”

Raggiunsero la stanza ed entrarono. Legolas lo trascinò dentro, aiutandolo a stendersi sul letto per poi sedersi al suo fianco in silenzio…come se stesse riflettendo su qualcosa…

“Ti prego Êlveren…” mormorò il ramingo afferrandogli la mano “…credimi…è la verità…” si passò l’altra mano sul viso sospirando “…forse sto impazzendo…ho perso la ragione completamente…e se non bastasse…ora mi sembra veramente di essere ubriaco…oh Valar…ma cosa mi succede…”

L’elfo sentì quel tono sconvolto e fece un profondo respiro

“Non stai impazzendo Estel…” mormorò dolcemente “…probabilmente è stato solo il vino e forse il tuo corpo e la tua mente erano già esausti per tutto quello che è successo in questi giorni e…per quello che deve accadere…forse la tensione per il matrimonio…”

“Ma ho bevuto solo due bicchieri Legolas!” lo interruppe Aragorn e istintivamente alzò lo sguardo su di lui, incrociando i suoi occhi blu “Uno con Arwen e…no aspetta…forse due con Éomer…o forse non ne ho bevuto nessuno…forse sono state tutte illusioni…forse anche adesso…”

“Shh…” bisbigliò l’elfo appoggiandogli due dita sulle labbra per poi accarezzargli la guancia “…calmati adesso…cerca di riposare…andrò da Gandalf a chiedergli consiglio…” tentò di alzarsi ma l’uomo glielo impedì, tenendogli con forza la mano e tirandolo di nuovo vicino a sé.

 

“No…così anche lui penserà che io sia pazzo!” esclamò scuotendo la testa, poi sussurrò “Tu mi credi vero?” e gli prese il viso tra le mani “Credi a quello che ti ho detto”

“Sì Estel…ti credo…” rispose Legolas sorridendo quando sentì l’apprensione nella sua voce, appoggiò un gomito sul cuscino mentre con le dita iniziò a sfiorargli la guancia.

“Ho paura Legolas…” bisbigliò Aragorn tirandolo ancora di più verso di sé “…non voglio perdere la ragione…sono un Re ora…e dovrò regnare…e…”

“Non accadrà Êlneth nîn…” ribatté l’elfo, posando una mano sul suo petto per mantenere l’equilibrio e non finire sopra di lui “…ci sono io ricordi? Ti proteggerò…non ti accadrà niente di male”

Il ramingo sorrise, fissandolo intensamente negli occhi

“Resta con me…non lasciarmi…” e rialzando leggermente la testa, posò le labbra sulle sue teneramente “…non andare via…” un altro dolce bacio “…sei tutto per me…e sei così…” si fermò un istante guardando il volto splendido dell’elfo “…bello…sei più luminoso di una stella…”

“Estel…smetti…” sussurrò Legolas sorridendo quasi imbarazzato “…non è vero…non devi…” ma l’uomo lo baciò di nuovo e questa volta più intensamente.

L’elfo spalancò gli occhi quando sentì le labbra di Aragorn muoversi sulle sue come se stesse chiedendo più di quei semplici baci d’affetto che si erano sempre scambiati…così, istintivamente si ritrasse, fissando intimorito gli occhi azzurri dell’amico…

“Estel…? Non…”

“Shh…shh…non è vero…” bisbigliò il ramingo sorridendo “…è tutta un’illusione…non c’è niente di reale…” lo tirò di nuovo a sé, abbracciandolo con forza e baciandolo come poco prima.

“…sì…lo è invece…” ribatté l’elfo cercando di rialzarsi “…questo sta accadendo…è…” di nuovo un altro bacio che gli impedì di parlare…le labbra dell’uomo diventavano ogni volta più calde.

“È solo un sogno…” mormorò Aragorn “…e possiamo fare ciò che vogliamo in sogno…” con ogni parola gli sfiorava le labbra “…ed io ti ho sognato tante volte…tu eri con me…restavamo insieme per sempre…” gli posò una mano sulla guancia e con l’indice seguì il profilo del suo orecchio “…resta al mio fianco Legolas…per sempre…”

Legolas chiuse gli occhi, senza riuscire a trattenere un sospiro…si lasciò andare a quelle carezze anche se la sua mente gli diceva di non farlo…sapeva che Aragorn non era in sé, non capiva ciò che stava facendo…e si stupì di stesso quando si accorse che il proprio corpo si stava scaldando sempre di più, abbandonandosi tra le braccia di colui che doveva essere il suo migliore amico…la sua giovane stella da proteggere…così si rialzò di scatto, scendendo dal letto. Fissò sbalordito, per qualche momento, il volto di Aragorn, poi velocemente, lasciò la stanza…prima di chiudere la porta dietro di sé, udì però il suo richiamo…

“Legolas resta! Ti prego! Non lasciarmi solo…è solo un’illusione…è solo un sogno…”

“No…non lo è…” bisbigliò tra sé prima di correre verso il luogo dove sapeva di poter trovare delle risposte.

 

“Dov’è ora tua figlia?” chiese Gandalf sedendosi sulla poltrona accanto alla finestra da cui filtravano i raggi della luna.

“Con Elladan ed Elrohir…” rispose Elrond facendo qualche passo nella stanza “…ma poi verrà qui…voglio parlare con lei prima di conoscere…” si fermò di colpo, voltandosi verso la porta…e pochi istanti dopo questa si spalancò all’improvviso.

“Perdonatemi…” esclamò Legolas respirando velocemente “…ho bisogno del vostro aiuto”

Gandalf ed Elrond si fissarono per qualche momento, consci di quello che stava per accadere.

“Entra dunque, e chiudi la porta dietro di te…” disse l’elfo di Imladris facendogli cenno con la mano “…cosa ti turba Legolas? Per quale motivo ti serve il nostro aiuto?”

“In verità sire…” iniziò l’elfo biondo avvicinandosi a loro “…non è per me che chiedo soccorso ma per Aragorn…io ero nel salone e…ho sentito che aveva bisogno di me…così l’ho cercato e l’ho trovato seduto sul pavimento disperato…dice di vivere delle illusioni…dei sogni ad occhi aperti…ogni volta che incrocia lo sguardo di qualcuno…crede di essere impazzito e…”

“Calmati ora…” lo interruppe Elrond.

“No…non posso…” ribatté Legolas scuotendo la testa “…io ho pensato al vino, ma non può causare delle visioni come quelle che lui mi ha descritto…ma invece c’è un fiore…” sospirò guardando l’altro elfo negli occhi “…io ricordo che esiste una pianta…il cui fiore può causare quello che Aragorn sta vivendo…”

“Cosa vuoi dirci Legolas?” gli chiese Gandalf lanciando un’occhiata a Elrond.

“Io credo che qualcuno abbia dato della polvere di Eleihalab ad Aragorn, forse mescolata al vino…” rispose l’elfo biondo preoccupato “…è l’unica spiegazione…ma io non sono a conoscenza del rimedio…ho bisogno del vostro aiuto per curarlo…e anche per trovare chi ha tentato di far perdere la ragione al Re di Gondor…deve essere qualcuno del nostro popolo…nessun Uomo conosce i poteri di quella pianta…poteri che ancora noi non comprendiamo completamente…”

A quelle parole seguì un lungo momento di silenzio…lo sguardo di Legolas passava in continuazione dall’elfo di Imladris a Gandalf, chiedendosi il perché non gli avessero ancora dato il loro parere…ma poi comprese che c’era qualcosa nei loro occhi.

“Cosa sta accadendo qui?” bisbigliò mentre il suo cuore iniziò a battere con forza come se, inconsapevolmente, conoscesse già la risposta.

“Siediti Legolas…” disse Elrond facendo qualche passo verso di lui.

“No! Non desidero sedermi…voglio solo conoscere il motivo del vostro silenzio!”

“Legolas…” iniziò allora Gandalf schiarendosi la voce “…come tu ben sai, l’Eleihalab causa queste illusioni…ma serve principalmente per conoscere cosa occupa il cuore e la mente di una persona…pensieri e sentimenti che invece potrebbero rimanere celati…”

“Sai che il nostro popolo l’ha usata spesso in situazioni importanti…” continuò Elrond “…soprattutto quando era in gioco il destino della Terra…alcune scelte non possono essere prese con leggerezza perché da esse potrebbe dipendere qualcosa di più grande…”

“State forse dicendo che voi avete dato quel fiore ad Aragorn?” esclamò Legolas stupito, fissando prima uno e poi l’altro “Voi gli avete fatto bere qualcosa che poteva portarlo alla pazzia? Lui non appartiene al nostro popolo…è un Uomo…non conoscevate gli effetti che quella pianta avrebbe avuto su di lui e sulla sua mente, vero?”

“Legolas…” lo chiamò Elrond cercando di continuare a parlare ma l’elfo biondo glielo impedì…   

“No…come avete potuto?” continuò alzando la voce adirato “Non avevate nessun diritto di ingannare la sua mente in questo modo! Non vi fidate di lui? Vi ha mai deluso in tutti questi anni? Ha affrontato a testa alta un destino che non desiderava ed ora è diventato quello che tutti voi vi aspettavate…come potete dubitare delle sue azioni? È sempre stato coraggioso e leale verso chiunque…ogni sua scelta ha dimostrato quello che pensa o quello che prova…non c’era alcun bisogno di utilizzare questi mezzi per conoscere qualcosa che è più chiaro e limpido dell’acqua che scorre nel Grande Fiume…Aragorn è diventato e sarà sempre un grande Re per gli Uomini, giusto e onesto e mi sorprende venire a conoscenza delle vostre incertezze riguardo ai suoi pensieri e ai suoi sentimenti…il suo cuore è sempre stato sincero…non vi ha mai ingannato”

“Legolas se…se mi permettessi di parlare…” intervenne Elrond appena l’elfo biondo riprese fiato “…vorrei correggerti su una sola cosa…premettendo che a chiunque uomo basterebbe ascoltare le tue parole per dare completa fiducia ed appoggio a Re Elassar…non è dei compiti di Aragorn come sovrano che stiamo parlando…”

“…o almeno non solo di quelli…” concluse Gandalf e il Re di Imladris annuì “…i dubbi che nutriamo si riferiscono a quello che accadrà tra due giorni…”

“Il matrimonio?” chiese Legolas aggrottando le sopracciglia “Ma è assurdo…avete parlato decine di volte con lui…come potete credere che Aragorn prenda in sposa Arwen senza…”

“Amarla?” lo interruppe Elrond sospirando “Sì certo…siamo tutti sicuri dell’affetto che lo lega a lei…ma c’è anche qualcos’altro…qualcosa che forse Aragorn non hai mai espresso a parole, così apertamente, come ha fatto fino ad ora…”

“Io non vi comprendo…è assurdo…” ribatté l’elfo biondo scuotendo la testa “…voi avete fatto in modo che Aragorn vivesse delle illusioni per tutta la notte…tante che poco fa credeva di essere ancora in una di esse quando stava con me, agendo in un modo insensato…e portandolo quasi alla pazzia…perché credete che non abbia mai espresso i suoi veri sentimenti? Lui ama Arwen e…la ama così tanto che avrebbe rinunciato a lei per evitare che soffrisse in futuro, ero con lui quella notte…ho visto il dolore nei suoi occhi…come potete…” si fermò quando vide lo sguardo che si stavano lanciando l’elfo e lo stregone “…perché agite così? Non vi capisco…”

“Legolas hai detto che poco fa…” iniziò Gandalf seriamente “…Aragorn ha agito nei tuoi riguardi in un determinato modo perché credeva che fosse solo un’altra illusione…ma in realtà non lo era? Stava accadendo veramente?”

“Sì…è successo così…ripeteva che era solo un sogno ma al contrario era reale…” rispose velocemente Legolas “…ma non importa quello che è accaduto…ora dovete dirmi come curarlo…avete avuto quello che volevate, anche se non comprendo in che modo, e adesso è arrivato il momento di aiutarlo a tornare se stesso…”

Elrond tenne lo sguardo basso per un lungo istante, poi fece qualche passo nella stanza

“Legolas, tu sai come viene anche chiamata l’Eleihalab?” non aspettò una risposta e proseguì “Viene chiamata Galasthenid…la Pianta della Verità…perché coloro che sono sotto il suo effetto vivono realmente solo ciò che desiderano col cuore…e manifestano veramente solo i sentimenti e le emozioni che provano e che invece, nella vita, tentano di nascondere…” si fermò un istante, rialzando gli occhi sull’elfo di Bosco Atro “…Aragorn ha forse detto qualcosa che…”

“Non ha detto niente di importante…” ribatté Legolas, interrompendo le parole di Elrond “…erano parole senza senso per lo più…” sospirò nervosamente “…e non ha nominato Arwen se è questo che vi interessa…e nemmeno delle sue insicurezze su quello che sta per fare quindi…”

“È giunto il momento Elrond…” disse Gandalf guardando l’elfo di Imladris “…deve saperlo…”

“Non ancora…non avremo la certezza fino al sorgere del sole…” rispose Elrond voltandosi di scatto verso di lui “…anche se d’altro canto quanto abbiamo saputo è già abbastanza per…”

“Per cosa?” intervenne Legolas alzando la voce mentre il suo sguardo vagava ormai senza meta precisa “Cosa devo sapere? Io non riesco a comprendere le vostre parole…per pietà…vi sto solo chiedendo in che modo posso aiutare Aragorn!”

“Gli effetti dell’Eleihalab svaniranno al sorgere del sole…” rispose l’elfo di Imladris sedendosi su una delle sedie di fianco al grande letto “…non puoi fare niente per lui ora…solo in quel momento tornerà ad essere se stesso e non avrà più memoria di tutto ciò che gli è accaduto questa notte…non ricorderà nessuna delle illusioni…niente…ad eccezione di quello che ha detto o fatto con la persona a cui ha aperto il suo cuore…” a quelle parole alzò lo sguardo sullo stregone, annuendo.

Gandalf allora fissò Legolas, restando in silenzio per qualche attimo, poi iniziò

“Esiste una profezia che parla di un Grande Re degli Uomini che avrebbe riportato la pace e la giustizia nella Terra di Mezzo…sappiamo tutti quanti a chi si riferisce quindi non indugerò oltre su questo punto…Nei versi è narrato che al suo fianco ci sarebbe stata una creatura immortale…che avrebbe donato se stessa e la propria luce ai Mortali”

“Sì io…conosco queste parole…” sussurrò Legolas, intimorito nel sentire quei discorsi che da tempo non venivano più affrontati dal suo popolo “…Aragorn, il Grande Re Elassar…e Arwen, Stella del Vespro, la sua sposa immortale…ricordo le discussioni che ci sono state…”

“E ricorderai anche che ero contrario ad abbandonare mia figlia qui a morire…” ribatté Elrond e vide il principe di Bosco Atro annuire “…infine ho dato il mio consenso, credendo di fare la cosa giusta per ogni Popolo della Terra di Mezzo…ma proprio per il loro bene, non posso più negare a me stesso quello che sento e vedo ogni giorno…e la verità è che Aragorn non può diventare lo sposo di Arwen, perché non sono stati destinati a passare una vita insieme…” sospirò “…mi duole ammetterlo ma nel cuore di colui che ho cresciuto come un figlio c’è posto per un unico amore, e non è quello per Arwen…”

“State dicendo che impedirete il matrimonio?” mormorò Legolas con un’espressione sconvolta sul viso, guardando prima Elrond e poi Gandalf “Non potete…non potete farlo…è assurdo…non esiste un motivo, sono soltanto vostre supposizioni…loro si amano…la verità l’avete davanti agli occhi…”

“Infatti…”

Quando udì quella voce, Legolas si voltò di scatto e vide Arwen, che da tempo ormai era ferma sulla porta, entrare lentamente nella stanza con le candide mani unite sul ventre. La dama avanzò fino a fermarsi al suo fianco, ed allora rialzò lo sguardo su di lui

“…la verità la vedo ogni singolo momento che passo con lui…” sussurrò “…è nei suoi occhi, nelle sue parole…in essi non sono presente io…non c’è il suo amore nei miei riguardi, ma qualcosa che ha sempre tenuto celato, forse inconsapevolmente o forse per paura…non posso affrontare questa scelta con la consapevolezza di non avere il suo cuore…” lanciò una breve occhiata al padre “…e da quello che ho udito poco fa…i miei dubbi si sono rivelati fondati…io non posseggo il suo cuore, e quindi non esiste una ragione per cui dovrei donargli il mio…”

“Arwen…?” bisbigliò Legolas aggrottando le sopracciglia stupito “Tu sapevi…eri a conoscenza di quello che gli sarebbe accaduto questa notte?”

“L’ho chiesto io…” rispose la dama accennando un sorriso malinconico “…e non nego di aver sperato di essere in errore…ma a quanto sembra…”

“Ma Aragorn ti ama!” esclamò l’elfo biondo “Ti ha giurato eterno amore tempo fa…e non desidera altro che legasi a te e passare la sua vita al tuo fianco…per…sempre…” pronunciò le ultime parole debolmente, mentre abbassava lo sguardo per unire tutti i pensieri che gli affollavano la mente…

‘…resta al mio fianco Legolas…per sempre…’

…quella frase…

“Credi veramente che lui desideri passare una vita al mio fianco mentre i suoi pensieri sono rivolti a te ogni singolo istante?” mormorò Arwen fissandolo e quando vide la sua espressione stupita si lasciò sfuggire un debole sorriso “Oh Legolas…tu sai che è così…sai che nella sua mente ci sei sempre e solo tu…come del resto nel suo cuore…la vostra amicizia, già da molto tempo, si è trasformata in qualcosa di unico e profondo…forse siete arrivati fino ad oggi inconsapevoli di quello che realmente vi unisce…o forse lo state solo nascondendo…ma questo non cambia quello che io devo fare…”

“No…è…insensato…” ribatté Legolas scuotendo la testa “…non è così…noi siamo solo amici…quello che ci unisce non interferirà mai con quello che invece ti lega a lui…non è come credi…”

“Quello che vi unisce è l’unico motivo per cui non posso legarmi a lui” esclamò Arwen decisa, guardando il viso dell’elfo biondo.

Legolas scosse di nuovo la testa, aprendo la bocca per ribattere ma Elrond lo anticipò…

“E meglio che tu vada ora Legolas…” disse rialzandosi in piedi “…tutti comprendiamo la confusione che assilla i tuoi pensieri…cerca in queste ore che ci separano dalla prossima Luna di far chiarezza nel tuo cuore…”

Il principe di Bosco Atro lo guardò per qualche istante, poi abbassò lo sguardo e si avvicinò alla porta, ma prima di uscire udì l’ultima frase di Elrond…

“…e se al sorgere del Sole, Aragorn ricorderà ogni cosa di quello che vi siete detti…avrai la certezza che le nostre parole corrispondevano a verità”

Quando la porta si richiuse, il Re di Imladris guardò la figlia, e notò le lacrime che scivolavano sulle sue guance…

“Arwen…istannech han…(lo sapevi)”

“Ma non ho mai smesso di sperare…” bisbigliò la dama, prima di lasciarsi abbracciare dal padre e sfogare nell’unico modo che poteva, il suo dolore. 

 

Legolas si diresse velocemente verso la stanza di Aragorn, mise una mano sulla porta ma, prima di aprirla, si bloccò. Nel corridoio risplendevano le pallide luci delle fiaccole, che creavano deboli ombre danzanti, nel silenzio…silenzio interrotto solo dai rapidi respiri dell’elfo. Chiuse gli occhi, come per cercare di mettere ordine tra i pensieri che lo assillavano…ancora non riusciva a credere a tutto quello che aveva udito…o meglio, non voleva farsene una ragione. Come poteva guardare negli occhi Aragorn, sapendo che a causa della loro amicizia, Arwen avrebbe rifiutato di legarsi a lui…perché era proprio quel sentimento fortissimo che lo univa al ramingo, la causa di tutto quello che era accaduto…

Ma cos’era quel sentimento poi? Lo aveva sempre definito amicizia, pure sentendo che era diventato qualcosa di più…amore forse…amava Aragorn, ma di che tipo di amore si trattava? Non se l’era mai chiesto…forse aveva paura di porsi quella domanda che, in qualche modo, avrebbe potuto cambiare per sempre la sua vita.

Ma, anche se non voleva, ora era arrivato il momento dunque…doveva affrontare quella verità che il suo cuore gli aveva tenuta celata…quella sarebbe stata l’ultima notte che avrebbe passato con la consapevolezza di essere solo un amico per Aragorn…al calare del sole, nel bene o nel male, il corso del suo destino sarebbe cambiato.

 

Fece un profondo respiro ed entrò nella stanza, richiudendo la porta…ripetendosi di stare calmo e di mostrarsi come se tutto fosse tranquillo…quando si voltò, vide Aragorn seduto sul letto che con molte difficoltà, tentava di aprirsi i lacci della tunica argentata.

“Estel! Dovresti riposare!” esclamò, avvicinandosi e sedendosi sul letto al suo fianco.

“Ho caldo...” mormorò l’uomo “…voglio togliere…” ma si fermò, mettendosi a ridere “…non ci riesco…mi gira la testa…”

Legolas lo guardò accennando un sorriso per quanto era buffo in quella situazione, poi velocemente gli aprì i lacci, togliendogli la tunica e posandola in fondo al letto

“Ora stenditi e cerca di riposare…” sussurrò accarezzandogli i capelli “…domani mattina ti sentirai meglio”

“Me lo prometti?” chiese il ramingo prendendogli la mano e posandosela sulla guancia.

“Sì…” rispose l’elfo sorridendogli “…fidati di me”

Si fissarono negli occhi per un istante poi, lentamente, Aragorn inclinò la testa, avvicinando il volto a quello dell’amico…le labbra si sfiorarono per qualche attimo ma subito Legolas si spostò, abbassando lo sguardo…il suo gesto improvviso fece perdere all’uomo quel poco equilibrio rimasto, che ricadde sul materasso , affondando il volto nel cuscino…

“Sono…ubriaco…credo…” esclamò ridendo “…ma non ho bevuto…” si rialzò, spostandosi lateralmente tra le gambe dell’elfo “…non capisco…” alzò lo sguardo su di lui “…non sono pazzo vero?”

“No, non lo sei Êlneth…” sussurrò dolcemente Legolas, anche se a volte non capiva i collegamenti mentali del ramingo…passava da una frase all’altra senza un senso…ma era sicuramente colpa di quel fiore.

“Voglio restare con te…” mormorò Aragorn chiudendo gli occhi e appoggiando la guancia destra sul ventre dell’elfo, le mani strette sui suoi fianchi, come per impedirgli di allontanarsi “…non voglio lasciarti tornare a Bosco Atro…ti voglio con me…”

“Anch’io Estel…” bisbigliò sorridendo Legolas, passò le dita tra i suoi capelli, per poi scendere sulle spalle, iniziando ad accarezzarle, facendo poi lo stesso sulla sua schiena e risalendo di nuovo “…anche io voglio restare qui con te…ora dormi avanti…domani tornerai ad essere te stesso…”

“Mmm…è bello…mi piace…” sussurrò l’uomo rilassandosi a quelle carezze “…mi piace quando mi tocchi così…”

“Lo so…” ribatté l’elfo lasciandosi sfuggire una debole risata “…ormai conosco ogni cosa di te…”

Ci fu un momento di silenzio, interrotto solo dai leggeri gemiti di Aragorn…fino a quando il ramingo, come se solo in quel momento, avesse sentito le parole dette in precedenze da Legolas, mormorò

“…io sono me stesso…e voglio restare con te…” sospirò “…vorrei solo potermi legare a te davanti a tutti…vorrei unirmi a te per l’eternità…” poi, debolmente, prima che il sonno lo rapisse completamente “…vuoi sposarmi…?”

Legolas rimase immobile a lungo, cercando di respirare lentamente per non rischiare di svegliarlo…ma non riuscì a controllare anche il cuore che, per tutto il tempo, continuò a battere all’impazzata.

P.S. Grazie ad Arikel che, con un suo disegno, mi ha ispirato l’ultimo abbraccio.