.|. Radical Dreamers .|.

Note – A proposito della trama: Questo racconto si svolge in un mondo in cui Aragorn è il nipote naturale di Elrond. È il figlio di un Re dei Numenoreani e di un Elfo (o un Mezzoelfo), ma non ha decisamente i tratti tipici degli Elfi. I genitori di Aragorn furono entrambi uccisi quando era ancora un bambino, e lui crebbe a Gran Burrone con i cugini Arwen, Elladan ed Elrohir. Boromir è un cavaliere di Gondor, e la guardia del corpo di Aragorn. Non solo giurò di proteggere il suo sovrano, ma anche Arwen fino a che lui ed Aragorn avrebbero vissuto a Gran Burrone. Anche se Elrond è nobile, non fa parte della famiglia reale: i sovrani degli Elfi risiedono nel Bosco Atro, che è ora infestato da Orchetti ed altre creature malvagie. Così come Aragorn è il Principe di tutti gli Uomini, Legolas è il Principe di tutti gli Elfi.

Capitolo 1

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* * * * *

 

“Non credo che sarebbe molto saggio andare ad Est, Vostra Maestà.” Sfortunatamente per Boromir, il suo pubblico gli stava prestando pochissima attenzione. Aragorn era troppo impegnato a controllare il suo equipaggiamento per rispondergli più che con un distratto gesto della mano, ed il suo destriero era troppo impegnato a versare litri di acquolina guardando la mela a cui Aragorn aveva appena dato un morso per degnarlo anche solo di un’occhiata. Non che a Boromir sarebbe importato di ottenere l’attenzione della bestia.

Anche il cavallo sembrò aver bisogno di un po’ di attenzione, comunque, e gemette rumorosamente, strisciando più volte i suoi zoccoli anteriori sul terreno. Aragorn volse lo sguardo verso di lui. Boromir fece altrettanto, evidentemente seccato dall’interruzione. Il cavallo lo ignorò, addentando invece la mela che il suo padrone gli aveva dato.

Con una risatina il principe si alzò in piedi, tenendo con una mano l’elsa di Andùril, guardando l’orizzonte con occhi persi nel vuoto. Poi si voltò e, lasciata l’arma al suo fianco, gettò la sella sulla schiena del cavallo ed iniziò a stringere le cinghie; tutto in un solo, fluido movimento.

“È la miglior soluzione, Boromir.” Rispose tranquillamente, pescando qualcosa nella sua sacca.

L’uomo più anziano si portò una mano alla fronte, facendo trasparire la sua esasperazione anche da questo piccolo gesto. Il cavallo di Aragorn nitrì nuovamente: aveva finito la mela.

“Mandare il nostro Principe solo e SENZA SCORTA nel bel mezzo del Bosco Atro è la miglior soluzione?” Il principe alzò le spalle, contrariato dalla mancanza di athelas nella sua sacca.

“Non sarò solo, Elladan ed Elrohir hanno insistito per venire con me. E dubito molto anche che riuscirò a liberarmi di Gandalf, lo conosci.”

“Esattamente come conosco voi!”  replicò Boromir, seguendo lentamente il suo Principe quando l’altro Uomo si diresse verso una grande cassa e ne tirò fuori alcune borse di pelle. Fissò con insistenza la schiena del Principe mentre frugava nelle diverse borse alla ricerca delle erbe che voleva portare con sé.

“Sarete certamente d’accordo con me,” disse dolcemente Boromir, nella vaga speranza che le buone maniere potessero prevalere sulla cocciutaggine del Principe, “Se vi dico che due Elfi ed uno Stregone non possono certo bastare come scorta per le Altezze del Bosco Atro e di Gondor. Gli Orchetti infestano i boschi del Reame Elfico più numerosi delle formiche, e più pericolosi di qualunque cataclisma!!”. Aragorn si alzò con un’espressione trionfante sul viso, stringendo al petto una borsa rossastra. Essa esalava un’indefinibile fragranza, forte e delicata al tempo stesso, e Boromir sentì le sue spalle distendersi come l’essenza rilassante dell’athelas riempì le sue narici.

“E tu sicuramente sarai d’accordo con me,” gli disse Aragorn, dolce come lo era stato Boromir prima, “Se ti dico che non possiamo lasciare che qualcuno prezioso come l’Erede di Bosco Atro dimori in un luogo così pericoloso.” Boromir uscì dal torpore in cui l’athelas lo aveva avvolto, chiedendosi fugacemente se Aragorn non avesse usato di proposito l’erba su di lui, e si avvicinò all’uomo più giovane, gesticolando freneticamente.

“Non sarebbe meglio allora, Vostra Maestà, mandare un’intera divisione di soldati? Vostro zio Sire Elrond impiegherebbe solo una settimana per organizzarlo e – “

“Mio zio impiegherebbe una settimana di troppo, dunque.” Aragorn si diresse nuovamente verso il punto dove si trovava il suo destriero con apparente seccatura dipinta sul volto – il piano “athelas” era fallito, sembrava: Boromir stava ancora cercando di fermarlo.

“La guerra sta sconvolgendo la Terra di Mezzo da più di quanto si rammenti a memoria d’uomo. Un’ombra cresce ad Est, e la remota minaccia dell’Oscuro Signore si avvicina sempre più ogni singolo giorno che passa.” Mise la borsa di athelas nella sua sacca e diede un colpo all’animale. Poi si diresse verso il resto del suo equipaggiamento, chinandosi per passare sotto il braccio steso di Boromir per oltrepassarlo. “Elfi e Uomini sono gli ultimi baluardi rimasti nella Terra di Mezzo, ma non si fidano gli uni degli altri, e gli altri Popoli Liberi non seguiranno la nostra guida se non saremo uniti. Come unico erede di Gondor è mio dovere riunire le due stirpi, ed un matrimonio tra me e l’erede di Thranduil –come mio zio ha suggerito- è la miglior soluzione.” Tornò verso il suo cavallo, sistemando le altre borse, una ruvida coperta di lana per la notte e la fiaschetta dell’acqua sulla schiena della bestia, con crescente nervosismo.

Boromir si irrigidì al solo sentir parlare di matrimonio. Gorgogliò rumorosamente con la gola e si massaggiò la barba ispida, fingendo indifferenza che però non sentiva nel profondo del cuore.

“A questo proposito, Vostra Maestà…”

“Non chiamarmi così,” lo avvertì a bassa voce Aragorn, stringendo le cinghie dell’ultima borsa con forza. “Durante il viaggio io sarò solo Strider, Capitano dei Dùnedain, non dimenticarlo.” Il cavallo percepì il nervosismo del suo padrone e nitrì, guardando Boromir di traverso, ma l’Uomo ne rimase beatamente ignaro.

“Strider, dunque,” deglutì nuovamente. “A proposito dell’Erede di Bosco Atro… se voi foste rimasto al Consiglio abbastanza a lungo da ascoltare tutto quello che vostro zio aveva da dirvi-“ Aragorn gli voltò le spalle e andò verso un vicino tavolo, dove un arco ed una faretra di frecce nere lo attendevano.

“Lo so, lo so.” Aragorn rispose distrattamente all’altro uomo, agitando una mano più o meno nella sua direzione. “Vuoi dirmi che non dovrei sposare qualcuno per dovere, no? Ma la mia felicità è una sciocchezza insignificante, paragonata alla salvezza della Terra di Mezzo.” Con aria assente, si mise in spalla le armi, sistemandosi la tunica quando ebbe finito. “Mio zio mi ha ripetuto che la mia futura sposa è più che bella. Non ci sono parole che possano descrivere l’erede di Thranduil, l’Aurêl, la splendida Stella del Mattino di Bosco Atro, o almeno così dice. Mi ha parlato anche di occhi inimitabili, blu come il cielo d’estate, e capelli come oro filato – suppongo che potrei innamorarmi di lei alla fine.” Boromir trasalì nuovamente, come aveva già fatto spesso da quando Aragorn si era alzato dalla sua sedia durante il consiglio che Elrond stava (ancora) presiedendo e si era praticamente fiondato verso il suo destriero, farfugliando di dover andare a prendere la sua sposa. Se Aragorn si fosse accorto che la sua guardia del corpo personale, ed amico più intimo, lo stava rincorrendo gridando che doveva dirgli qualcosa a proposito della sua famosa sposa… be’, l’aveva nascosto bene.

“Come stavo dicendo… la Stella del Mattino non è…” Aragorn annuì di nuovo e tornò accanto al suo destriero, con Boromir che lo seguiva come un’ombra. L’animale nitrì forte quando Aragorn gli accarezzò affettuosamente il muso, e scosse la testa su e giù in segno di apprezzamento; la sua criniera scura ondeggiò nella luce grigia del mattino.

“…stata informata del nostro futuro matrimonio, lo so. Immagino tu voglia dirmi che dovrei conoscerla meglio prima di aprirle il mio cuore – terrò presente il tuo consiglio, Boromir.” Esclamò, voltandosi nuovamente e afferrando in un gesto caloroso la spalla dell’amico. “Ecco perché mi presenterò come un qualunque Ramingo e non come il suo futuro marito.” Colse l’occasione per prendere il pugnale che Boromir portava al fianco, e farlo scivolare nel fodero vuoto sulla sua gamba. “Potrebbe rivelarsi una cosa molto saggia da fare, per non dire prudente. Grazie amico mio, che grande idea!” Boromir fissò con la bocca spalancata mentre il suo Principe montava a cavallo, prendeva le redini e galoppava verso il sole nascente senza un’altra parola.

E pensare che Sire Elrond stava quasi sicuramente *scherzando* quando aveva menzionato il matrimonio di Aragorn! Boromir si grattò la nuca. Almeno, lui pensava che stesse scherzando. Anche perché, guardiamo in faccia la realtà: come avrebbero potuto avere eredi? Okay, okay, capiva come potessero provarci (Boromir rabbrividì leggermente al pensiero), ma riuscirci era un’altra cosa! Una cosa del tutto diversa! Assolutamente diversa! Estremamente diversa! Diversa come notte giorno, freddo e caldo, luce e buio! In fondo, l’Erede di Bosco Atro era…

Una risatina trattenuta a malapena scosse l’Uomo dalla sua momentanea paralisi. Si volse, un sopracciglio alzato in un espressione incuriosita, e si trovò a guardare il dolce viso di Lady Arwen, con la bocca sorridente coperta educatamente da una sottile, pallida mano.

“Così,” disse tra le risa. “Il mio cuginetto crede che Legolas sia una fanciulla?” Boromir scosse la testa con fare a metà esasperato e a metà divertito, e si lasciò andare su una sedia vicina.

“Non ha ascoltato abbastanza di quello che vostro padre aveva da dire al consiglio per sapere anche solo che il nome della Stella del Mattino è Legolas. Figuriamoci per sapere il suo sesso.” La Dama Elfica rise di nuovo, dolcemente. Nonostante un cavaliere dovesse mostrarsi più umile, Boromir alzò gli occhi sorridenti sul volto lei, Undomiêl Stella del Vespro, la Dama che aveva giurato di proteggere insieme al suo Principe.

“Hai intenzione di seguirlo?” ella chiese con un sorriso, ed i suoi occhi erano coperti a metà dalle palpebre, e scintillavano.

“Devo.” Scrollò le spalle. “Anche se spesso mi chiedo se sono pagato abbastanza per questo genere incarichi.” Ella rise di nuovo, il suono più chiaro e adorabile che l’Uomo avesse mai sentito.

“Pazzo di un uomo”, commentò gentilmente. Poi scosse la testa, persa in qualche suo antico ricordo, e rimase immobile per un momento. Il sorriso di Boromir svanì quando un’antica sofferenza invase gli occhi dell’Elfa, e stava per alzarsi e raggiungerla quando Arwen si mosse improvvisamente. Guardò in alto, ed il sorriso che piegò le sue labbra avrebbe potuto sembrare solo leggermente divertito, se non fosse stato per il lampo di malizioso piacere nei suoi occhi. Boromir iniziò a chiedersi se non doveva iniziare a preoccuparsi. Poi lei batté le mani, rassomigliando in qualche modo ad un bambino decisissimo a compiere una marachella ed a passarla liscia, e l’Uomo si rese conto di essere preoccupato.

Punto.

“Aragorn va ad incontrare una timida fanciulla, ma troverà un ostinato guerriero.” Disse Arwen, piegando di lato la testa con un sorriso che andava allargandosi. “Potrebbe rivelarsi interessante, - lo seguirò!” e sparì nel Castello. L’Uomo scattò in piedi, tendendo una mano verso la sua figura che scivolava tra le ombre grigie e spariva alla vista, praticamente urlando ad un servitore che passava di prepararle i suoi abiti da viaggio.

Di nuovo Boromir rimase senza parole, diviso tra inseguire il suo Principe o la sua Signora, pur sapendo già che nessuna delle due soluzioni avrebbe cambiato l’esito della giornata. Nascose il volto in una grande mano callosa, sentendo un mal di testa avvicinarsi, e si preparò psicologicamente alla ricerca che stavano per iniziare.

Quando infine si mosse, camminando avvilito verso il suo destriero, si chiese quanto se la sarebbe presa Sire Elrond se si fosse licenziato – troppe emozioni, troppi mal di testa: non credeva di potervi sopravvivere. Oh, no…

Forse avrebbe dovuto seriamente prendere in considerazione l’offerta di Èomer di andare a sorvegliare le frontiere con lui e suo fratello. Dopo tutto, cosa erano miliardi di Orchetti ed un Oscuro Signore paragonati ad Aragorn ed Arwen?