.|. Passione Eterna .|.

4. Problemi In Arrivo

~

Il primo bacio fu seguito da un secondo, poi da un terzo…per un lungo momento rimasero abbracciati senza pensare a niente se non ai loro corpi finalmente riuniti.

“Quando sei arrivato?” gli chiese l’uomo “Come sei entrato e soprattutto…chi ti ha dato questi abiti?”

“Ieri pomeriggio…dall’entrata secondaria e Arwen ha scelto questi abiti, diceva che tu non mi avresti mai riconosciuto…” rispose l’elfo sorridendo.

“Aveva ragione ma sei…splendido così…ha rischiato che qualcun altro cercasse la tua compagnia questa sera…perché non sei venuto subito da me ieri?”

“Arwen, voleva che aspettassi questa festa…Se ti chiedo una cosa…” sussurrò Legolas “Mi rispondi con sincerità?” Aragorn annuì ma i suoi occhi erano persi su di lui, con le dita gli sfiorava il viso, i capelli come per assicurarsi che non fosse una visione ma fosse reale.

“Ti sentivi attratto da me?…Voglio dire…quando mi hai notato nel salone e poi mentre stavamo parlando…ho visto qualcosa nei tuoi occhi…Ti sentivi attratto da un Elfo che non conoscevi…hai desiderato uno sconosciuto…”

“Legolas…io…” iniziò il ramingo sospirando, era vero, aveva provato qualcosa nel vederlo e nel sentirlo parlare “Non so cos’è stato, forse il mio cuore ha capito che eri tu prima della mia mente…”

“Ma tu mi volevi…l’ho visto chiaramente…o meglio…volevi quell’Elfo mascherato che ti ha seguito e non sapevi che ero io…” disse l’elfo guardandolo negli occhi.

“No…no Legolas io voglio te e nessun altro…” sussurrò Aragorn stringendolo di nuovo “Non pensare a queste cose…”

“A volte…” iniziò Legolas chiudendo gli occhi, la testa appoggiata sulla spalla dell’uomo “…mentre ero solo, tra gli alberi, ho pensato a cosa avrei fatto se tornando ti avessi trovato con qualcun altro…e non sono riuscito a darmi una risposta tranne…”

“Shh…non dire niente…non dovresti dubitare del mio amore…non passerei un solo giorno su questa terra senza di te…” disse Aragorn sorridendo.

Legolas alzò la testa incrociando il suo sguardo “Questo l’ho detto io poco fa…” e sorrise a sua volta.

“Mi stavo chiedendo…” iniziò il ramingo fissandolo intensamente.

“Sì…ti prego…” sussurrò l’elfo “…e no… non sono per niente stanco…” a quelle parole l’uomo gli prese una mano e fece qualche passo verso la porta ma sentì che Legolas lo stava trattenendo

“Aragorn aspetta…le maschere…” si abbassò a raccoglierle e lanciò quella bianca al ramingo.

 

Attraversarono velocemente il Salone delle Feste e arrivarono all’uscita quando sentirono una voce

“Ci lasciate di già?” disse una dama vestita di rosso con una lunga treccia che gli ricadeva sulla spalla, al suo fianco c’era un uomo con una tunica verde smeraldo. “E’ ancora presto per andare a dormire…” e sorrise.

“Mia signora, sono molto dispiaciuto…” disse Legolas cercando di mantenere un tono di voce serio “…ma ci sono alcune cose che richiedono la nostra attenzione e che non possono aspettare la fine di questa festa da sogno…”

“Sicuramente…capisco…” rispose Arwen continuando a sorridere “A domani…”

Aragorn la guardò sorridendo e si avvicinò a lei

“Questa me la pagherai un giorno…” sussurrò “…cercati un altro posto dove andare più tardi…la stanza segreta è mia…” e si allontanò seguito da Legolas.

Arwen si mise a ridere, finalmente tutto era tornato alla normalità, anche il cuore del suo sposo aveva ritrovato la gioia.

“Era Aragorn quello?” gli chiese Eomer “L’altro sembrava…”

“Sì, erano Aragorn e Legolas…” rispose lei.

 

“Dove stiamo andando?” chiese Legolas guardandosi attorno “Ricordavo che la tua stanza fosse da quella parte e al piano superiore…”

“Sono cambiate alcune cose in questi anni…” rispose Aragorn continuando a camminare lungo un corridoio “…dobbiamo stare più attenti, sia noi e sia Arwen, così quando desideriamo stare soli con qualcuno veniamo…” mise una mano sulla maniglia di una porta e l’aprì “…qui…”

Legolas entrò seguito dall’uomo che richiuse a chiave la porta, la stanza era piuttosto piccola rispetto alle altre del palazzo, c’era però un grande letto con delle lenzuola di seta azzurre e molti cuscini, uno specchio era appoggiato ad un angolo mentre contro la parete destra c’era un tavolo con un cassetto. Sul tavolo erano disposti alcuni barattoli, delle fiale e delle piccole bottiglie…dovevano essere oli profumati e creme, la stanza infatti era impregnata di odori gradevoli. A lato del letto c’era una sedia e su di essa alcune bende nere di seta.

“Così e questo il posto dove tu ed Arwen portate i vostri amanti…” disse l’elfo sorridendo, fece qualche passo e si fermò davanti allo specchio, si tolse la maschera e la gettò sul pavimento.

“Sì…” disse il ramingo, ma quando vide riflesso nello specchio lo sguardo del compagno “…No…Volevo dire…No, Arwen viene qui con Eomer ma io non ci sono mai entrato…o meglio…ci sono entrato ma…”

“E con chi?” sussurrò Legolas guardandolo grazie allo specchio “Chi hai portato qui con te, Re Elassar?”

Aragorn si avvicinò fermandosi dietro di lui

“Ho portato con me il ricordo di un Elfo biondo, luminoso come la luna e caldo come il sole…”

Legolas chiuse gli occhi sorridendo e sentì il respiro dell’uomo vicino all’orecchio

“Sei così bello vestito in questo modo…” gli sussurrò l’uomo “…non che gli abiti abbiano importanza ma…non ti avevo mai visto così…”

“Non è vero…io…mi sento strano, alla festa sentivo gli occhi di tutti puntati su di me anche se non lo erano…” disse l’elfo.

“Apri gli occhi…guardati…” continuò Aragorn “…se solo…non sai quanto mi sento attratto da te in questo momento…eppure ho quasi paura a toccarti come se davanti a me avessi una splendida statua di cristallo che potrebbe rompersi…”

L’elfo aprì gli occhi e respirò profondamente

“Non sono di cristallo Estel…non mi romperò…” sussurrò. Sentì le braccia di Aragorn cingergli la vita e le sue labbra sfiorargli il collo mentre si spingeva contro di lui.

“Oh Legolas quanto mi sei mancato…” bisbigliò l’uomo continuando a baciargli la pelle, fece scivolare una mano tra le gambe dell’elfo mentre con l’altra lo teneva stretto a sé.

Legolas lasciò cadere all’indietro la testa sulla spalla del compagno…sentiva contro il suo corpo l’eccitazione di Aragorn mentre il ramingo si muoveva contro di lui…ma aveva un piano diverso per quella notte…

“Aragorn fermati…aspetta…” disse, rialzando la testa e girandosi verso di lui ma l’uomo lo prese di nuovo tra le braccia baciandolo con forza…

“No…non voglio fermarmi…” disse allontanandosi da lui solo il tempo di togliersi la tunica e gettarla a terra “…non voglio più aspettare…” e lo baciò di nuovo tirandolo verso il letto.

L’elfo allora aspettò che le gambe del ramingo arrivassero al materasso e poi lo spinse, gettandolo sul letto, in pochi attimi si sedette sopra di lui tenendogli le braccia alzate sopra alla testa.

“Legolas…” si lamentò Aragorn cercando di liberarsi dalla sua stretta “…ma cosa fai…”

“Shh…” bisbigliò Legolas, allungò una mano, tenendo stretti i polsi del compagno con l’altra, e prese una delle bende nere dalla sedia “…tocca a me questa volta…” e legò stretti i polsi del ramingo alla testiera del letto. Sul volto dell’uomo si alternavano stupore, passione e anche timore…

“Questa notte voglio darti tutto il piacere di cui ti ho privato in questi anni…” sussurrò Legolas e sorrise quando sentì il corpo di Aragorn tremare sotto di lui “…voglio sentirti gridare il mio nome e implorarmi di continuare…”

Il ramingo rimase a bocca aperta nel sentire quelle parole, era la prima volta che il suo Elfo si comportava così, era strano ma…quanto gli piaceva…vedere Legolas prendere il controllo, diventare aggressivo…era una delle cose che lo eccitava di più…quando erano solo amici non conosceva questo lato del suo carattere, lo vedeva sempre dolce, calmo, riservato…e invece il desiderio lo cambiava completamente…si sentiva bruciare al solo pensiero di quello che stava per fare ma perché gli aveva legato le mani…voleva toccarlo, sentire la sua pelle…

“Slegami avanti…” bisbigliò l’uomo, cercando di allentare il nodo.

“No…” disse l’elfo mentre lentamente si slacciava la tunica e la lasciava cadere “…sei mio…” e sorrise piegandosi su di lui e iniziando a passare la lingua sul suo petto.

Aragorn chiuse gli occhi, sentiva i capelli sottili dell’elfo sfiorargli la pelle e le sue labbra scendere sempre più in basso, si fermarono per alcuni momenti sull’ombelico mentre le sue mani slacciavano i pantaloni…e poi continuarono a scendere. Il calore della sua bocca, la sua lingua che si muoveva su di lui…era come se li sentisse per la prima volta, iniziò a muovere il bacino allo stesso ritmo ma le mani di Legolas lo fermarono, tenendolo fermo contro il materasso.

“Legolas…ti prego…non resisto più…” bisbigliò il ramingo tra i sospiri.

L’elfo lo guardò sorridendo e gli sfilò i pantaloni, gettandoli a terra insieme agli stivali, si alzò dal letto e si avvicinò al tavolo. Prese una bottiglietta contenente un olio profumato e la posò sul cuscino vicino alla testa del compagno poi sempre lentamente si tolse gli abiti rimasti, quando fu completamente nudo fece un lungo sospiro…finalmente, quei pantaloni erano così aderenti…in quei momenti poi lo stringevano ancora di più…

“No…” gemette Aragorn quando lo sentì allontanarsi “…non ti fermare…” aprì gli occhi e lo seguì in tutti i suoi movimenti…era così bello, perfetto…

“Torna qui…è una tortura…ti prego…”

“No Aragorn…” sussurrò l’elfo sedendosi tra le sue gambe “…la tortura deve ancora cominciare…” si avvicinò a lui baciandolo mentre con le mani apriva la bottiglietta versando un po’ del suo contenuto sulle dita. I gemiti dell’uomo furono soffocati dalle sue labbra quando sentì le dita dell’elfo entrare in lui e iniziare a muoversi lentamente…poco dopo sentì un’ondata di piacere scuoterlo violentemente…

“Ti piace mio re?…” gli bisbigliò Legolas sulle labbra “Vuoi che continui?…”

“…sì…non ti fermare…ti prego…non fermarti ancora…” gemette il ramingo cercando di spingersi contro di lui. Quanto lo voleva…voleva sentirlo dentro di sé completamente eppure sentiva il suo corpo sciogliersi solo per le sue dita…

“Legolas…” sussurrò riaprendo gli occhi.

L’elfo lo guardò e sorrise, allontanò la mano da lui e prese dell’altro olio, sentì un lamento uscire dalle sue labbra

“…devi avere pazienza…” gli bisbigliò “…se vuoi che faccia quello che stai pensando…” e iniziò a muovere lentamente la mano su sé stesso. Chiuse gli occhi e improvvisamente gli tornarono alla mente i giorni passati, quando camminava nel bosco e pensava ad Aragorn, quando sentiva crescere la voglia del suo corpo, delle sue mani che lo toccavano…così andava al torrente, si toglieva tutti i vestiti ed entrava in acqua…ma a volte non riusciva a resistere, faceva scivolare la sua mano sempre più in basso e iniziava a muoverla pensando a lui…

Aragorn alzò di poco la testa e vide che il compagno aveva gli occhi chiusi, le labbra aperte e muoveva la mano su di sé più velocemente, con l’altra stringeva la coperta…

“…Aragorn…” un sospiro…

“Legolas…” disse il ramingo cercando di attirare la sua attenzione “Legolas…apri gli occhi…sono qui…sono qui con te…” voleva stringerlo tra le braccia ma non poteva “…guardami…non sei più solo…”

L’elfo riaprì gli occhi come se si fosse svegliato da un sogno, si sdraiò ed entrò in lui dolcemente cercando di resistere al calore, poi iniziò a muoversi, prima lentamente poi sempre più forte.

Aragorn strinse i pugni, cercando di rilassarsi…doveva concedere alcuni momenti al suo corpo, era da molto che non stava con lui e doveva riabituarsi alla sensazione…quando finalmente il dolore passò iniziò a muovere il bacino allo stesso ritmo di quello di Legolas, cercando di spingersi il più possibile contro di lui…ma era difficile mantenere la calma ogni volta che l’elfo lo sfiorava col ventre…Ad un tratto vide che Legolas alzò una mano e slegò il nodo della benda che gli teneva legati i polsi, senza aspettare un attimo di più il ramingo abbassò le braccia e si strinse contro il corpo del compagno raggiungendo l’estasi…

Pochi momenti dopo sentì Legolas tremare a abbandonarsi sul suo petto. Finalmente libero, Aragorn lo strinse forte a sé baciandogli la fronte e continuando a sussurrare

“Ti amo…ti amo…ti amo…”

Quando l’elfo sentì il proprio respiro tornare alla normalità alzò la testa sorridendo

“Grazie…” disse

Il ramingo lo guardò incuriosito

“Per cosa?” chiese accarezzandogli il viso.

“Per quello che stavi pensando…” rispose Legolas sdraiandosi al suo fianco, la testa sulla sua spalla.

“La vuoi smettere di leggermi nella mente…” disse l’uomo sorridendo “Quando sono con te non sono più libero di pensare…Ma sono contento che tu sia qui…con me…Mi sei mancato tantissimo…”

Legolas alzò la testa e lo baciò dolcemente “Amin mela lle coiamin (Ti amo vita mia)”

“Vieni qui…” sussurrò Aragorn stringendolo di nuovo “Legolas…posso chiederti una cosa?…” vide la testa dell’elfo muoversi “Io ti sono mancato…fisicamente intendo? Hai mai sentito il bisogno di avermi accanto…di sentire il mio corpo sul tuo?”

“Sempre…” sussurrò Legolas “E mi spaventava quello che sentivo, non l’avevo mai provato prima, spesso mi allontanavo e pensavo a te allora il mio corpo iniziava a bruciare e…” si fermò come se si vergognasse, poi alzò lo sguardo sul volto del ramingo sospirando “…ma anche quando raggiungevo il piacere fisico…mi sentivo vuoto…come se la mia anima fosse ancora in attesa…non voglio più sentirmi così…”

“…e tu non lasciarmi mai più…non potrei sopportarlo di nuovo…” disse Aragorn sorridendo.

“…e tu stringimi e non permettermi di farlo…” sussurrò Legolas, sentì le braccia dell’uomo cingerlo con forza e chiuse gli occhi…erano ancora insieme.  

 

I giorni passarono velocemente, come sempre quando si è felici non ci si accorge del tempo, l’autunno era ormai alle porte portando con sé tutti i colori meravigliosi di quel periodo. La vita continuava tranquillamente a Minas Tirith ma quella tranquillità tanto sognata da molti e finalmente arrivata stava di nuovo per finire…il male era in agguato e non sotto forma d’oscurità, questa volta era diverso, perché la mente dell’Uomo è debole e facile da corrompere e il potere…il desiderio di potere è in grado di sottomettere chiunque…

Era quasi sera e Re Elassar era seduto sul trono nel Salone dei re, al suo fianco la Regina Arwen. I sette Consiglieri del re stavano sulle loro sedie, nel lato destro della stanza e ascoltavano ciò che il loro Signore aveva da dire.

Fino a quel momento non c’erano mai stati problemi riguardo alle decisioni prese, ed Aragorn ne era compiaciuto. Inizialmente, quando era diventato re, doveva decidere se tenere il Consiglio o scioglierlo per avere pieno potere decisionale, i sette membri però erano dei rappresentanti del popolo che avevano il compito di approvare le sue azioni, quindi gli sembrò doveroso tenerli ed inoltre poteva avere delle opinioni diverse riguardo a certi argomenti. Il Consiglio aveva però anche un potere maggiore rispetto al re, se quest’ultimo si fosse comportato in maniera indegna rispetto a determinati criteri, loro avrebbero potuto sollevarlo dal suo incarico. Questa legge era in vigore quando i Sovrintendenti governavano Gondor ed era ben vista da tutti quanti, quando però Aragorn diventò re molti sostennero che non fosse più necessaria. Re Elassar però decise di lasciare tutto così com’era per sicurezza, nel caso gli fosse successo qualcosa Arwen avrebbe avuto degli aiuti o anche nel caso che un suo erede non fosse stato in grado di regnare giustamente. Il nuovo Re desiderava la pace più di ogni altra cosa ma ultimamente si stava rendendo conto che mettere d’accordo tutti quanti era sempre più difficile.

Negli ultimi tempi, infatti, uno dei Consiglieri, Gaenry, aveva sempre qualcosa da ridire rispetto alle decisioni e certe volte le sue idee trovavano terra fertile anche nelle menti di altri membri. Gaenry era abbastanza giovane, almeno così sembrava dall’aspetto, capelli e occhi scuri che contrastavano con la pelle chiara, sul suo volto c’era sempre la stessa espressione ma il suo sguardo…ad Aragorn sembrava a volte di scorgere rabbia e odio.

Finalmente anche quella riunione finì e i Consiglieri lasciarono la stanza, al loro posto entrò una delle guardie, Conyc, un tipo abbastanza simpatico, molte volte l’aveva visto scherzare con i suoi compagni e anche lui aveva riso alle sue battute.

“Avete bisogno di qualcosa, mio Signore?” disse la guardia inginocchiandosi.

“Sì, vai a chiamare Legolas di Bosco Atro e fallo venire immediatamente qui, è una questione molto importante…” disse Aragorn alzando la voce. Conyc annuì e uscì dalla stanza.

“Bene, io vado, qualcuno mi sta aspettando…” sussurrò Arwen baciandogli la guancia.

Il ramingo sorrise “Arwen, potresti chiudere a chiave la porta del balcone? Più tardi volevo andare nel giardino…”

“Certamente, prestate attenzione però, il tempo non promette nulla di bene, il cielo è già oscurato dalle nuvole…” rispose lei e sorridendo uscì dalla stanza.

 

Chissà cos’era successo…continuava a chiedersi Legolas mentre velocemente si avvicinava al Salone dei re, Conyc era al suo fianco ma faceva fatica a mantenere il suo passo

“Scusate la domanda Signore, ma camminate sempre così?” chiese la guardia respirando affannosamente “Io sono abituato all’attività fisica ma…”

Legolas lo guardò sorridendo “Non c’è bisogno che mi accompagni, so dove si trova la stanza…”

“Non posso, devo venire con voi…è un ordine…” rispose Conyc con difficoltà, respirare e parlare contemporaneamente era un ardua impresa. Arrivarono davanti alla porta, la guardia la aprì ed entrò seguito da Legolas

“Maestà…il principe…Lego…las…di…Bosco…Atro…” annunciò l’uomo tra i respiri.

“Grazie Conyc, puoi andare ora…e chiudi la porta dietro di te” disse Aragorn guardandolo perplesso mentre la guardia si allontanava lentamente, poi si girò versò l’elfo che sorrideva

“Io gli ho detto che potevo arrivare qui da solo ma ha insistito per accompagnarmi…” disse Legolas. Il ramingo si mise una mano sul viso e iniziò a ridere.

“Cosa succede?” chiese l’elfo seriamente “Mi ha detto che avevi urgenza di vedermi”

“Sì infatti, avvicinati…” rispose l’uomo, rimase a fissare il compagno che camminava verso di lui e quando pochi passi li dividevano si alzò dal trono…allungò un braccio e tirò Legolas a sé baciandolo con passione. Inizialmente l’elfo rimase stupito da quel gesto ma poi si perse nel suo abbraccio, accarezzandogli i capelli scuri

“Cosa significa questo?” sussurrò sorridendo mentre le labbra del ramingo scendevano sul suo collo.

“Significa che mi mancavi…volevo baciarti e sentirti vicino…” rispose Aragorn stringendolo più forte.

“E ti sembra il caso di farmi chiamare da una delle tue guardie solo per…” ma la voce dell’elfo si fermò quando la lingua dell’uomo raggiunse il suo orecchio.

“Ti andrebbe di passeggiare un po’ nel giardino, tra poco il tempo peggiorerà e volevo passare qualche ora all’aria aperta…” gli chiese il ramingo guardandolo negli occhi.

“Tutto quello che vuoi…” sussurrò Legolas baciandogli la fronte “Andiamo…”

 

Arwen camminava tranquillamente lungo il corridoio con in mano delle chiavi, doveva incontrare Eomer come al solito ma era ancora presto, si avvicinò alla porta del balcone che dava sul giardino privato del re…ma non fece in tempo a chiuderla, una mano le coprì la bocca mentre un braccio le cinse la vita trascinandola indietro, lungo un altro corridoio. Quando finalmente l’assalitore lasciò la presa, spingendola contro il muro, Arwen cercò di aprire bocca per chiedere aiuto ma il grido fu soffocato dalle labbra dell’uomo.

“Non è ancora il momento di gridare mia Signora…” disse stringendola a sé.

“Eomer ma…sei impazzito…potrebbero vederci…” sussurrò lei cercando di allontanarsi ma la stretta del re di Rohan era troppo forte “…non dovevamo incontrarci più tardi?…”

“Sì ma non riuscivo più ad aspettare…” bisbigliò l’uomo sorridendo “Dove possiamo andare?”

“Io vorrei andare nella stanza segreta se sei d’accordo…” rispose Arwen sorridendo a sua volta, il bacio del suo amore le aveva fatto perdere ogni controllo.

“Tutto quello che vuoi…” sussurrò Eomer baciandogli la mano “Andiamo…”

 

“Tra poco inizierà a piovere…” sussurrò Legolas mentre camminava al fianco di Aragorn tra gli alberi del giardino “Forse è meglio tornare dentro…”

“Non subito…restiamo un po’ qui…” disse il ramingo e con quelle parole si appoggiò ad un albero portando l’elfo con sé. Legolas si strinse a lui baciandolo

“Venivi spesso in questo posto quando io non c’ero?” gli sussurrò sulle labbra.

“No, solo quando volevo restare solo con i miei pensieri…” disse l’uomo, poi sorridendo “…però, adesso che ci penso succedeva molto spesso…”

“E cosa facevi?” continuò l’elfo baciandogli il collo.

“Niente, mi sedevo e pensavo a te…” rispose Aragorn chiudendo gli occhi, le labbra del compagno iniziavano ad avere effetto sul suo corpo.

“Niente…” bisbigliò Legolas tra sé sorridendo, poi alzando un po’ la voce “Arwen ti ha detto dove ho passato la notte il giorno del mio arrivo?” gli aprì i primi lacci della tunica e iniziò a baciargli il petto.

Il ramingo scosse la testa e gli accarezzò i capelli.

“…ero qui…” sussurrò l’elfo alzando la testa e guardandolo negli occhi “…in questo giardino…”

Aragorn spalancò gli occhi e sentì il volto in fiamme, si ricordò di quella sera e di ciò che aveva fatto…Legolas l’aveva visto mentre…voleva dire qualcosa ma nessuna parola gli usciva dalla gola…

L’elfo sorrise quando vide le guance dell’uomo tingersi improvvisamente di rosso

“E’ stato difficile resistere…” sussurrò continuando a baciargli il collo “…vederti così…avrei voluto correre da te, abbracciarti, farti sentire la mia presenza…”

“Tu hai…hai pronunciato il mio nome?” gli chiese il ramingo “Io ho sentito…”

“Sì…quando ti ho visto stare così male…non credevo che mi avessi sentito…” disse Legolas stringendolo forte.

“Legolas tu hai…hai visto tutto?” bisbigliò Aragorn abbassando lo sguardo.

“Diciamo abbastanza…” sussurrò l’elfo sorridendo “Tra poco mi dirai se è stato meglio quella notte o…” si inginocchiò davanti a lui “…questa…”

 

“Capitano…siete sicuro che possiamo andarci?” chiese Conyc seguendo velocemente l’altro uomo.

“Ti ho già detto di sì, me lo chiedi ogni volta…ora basta parlare” gli rispose Gwomyr aprendo la porta e uscendo sul balcone.

“Finalmente…” disse Gaenry girandosi verso di loro “Ancora pochi momenti e mi sarei fumato anche la tua parte…” e lanciò a Gwomyr una pipa. Il capitano delle guardie la accese guardandosi attorno, era un uomo piuttosto giovane, capelli biondo scuro e occhi chiari, nonostante dall’aspetto sembrasse goffo e impacciato, era molto bravo ad utilizzare qualsiasi arma ed era molto forte fisicamente.

“Qualche novità?” chiese fissando l’altro uomo. Conyc se ne stava in un angolo guardando il giardino, non gli piaceva dover assistere a quelle riunioni segrete, gli sembrava una specie di tradimento nei confronti del suo re, ma era il capitano a dare gli ordini e lui doveva ubbidire.

“No…tranne che col passare del tempo il re diventa più testardo e insolente…” iniziò Gaenry “Negli ultimi due anni sembrava aver perso quella tenacia e invece, in questi giorni tutto è tornato come prima…”

“Già, quanto mi mancano i bei tempi…” lo interruppe Gwomyr “…quando c’erano i Sovrintendenti qui a Gondor era tutto più facile, riuscivamo a far credere loro qualsiasi cosa ed eravamo noi a governare, potevamo fare tutto quello che volevamo…divertirci in ogni momento…sai a cosa mi riferisco?”

“Sì…ricordo molto bene…” disse il Consigliere ridacchiando “Adesso però con questo re sempre attento a tutto…non è più possibile”

“Tu sei un Consigliere, perché non trovi qualche scusa e convinci gli altri a sollevarlo dall’incarico?” sussurrò Gwomyr cercando di non farsi sentire dall’altra guardia “Così le cose tornerebbero come una volta…”

“Magari fosse così semplice…questo Aragorn si è sempre comportato secondo le leggi, riesce ad amministrare tutto quanto come nessuno era mai riuscito…credo proprio non ci sia modo per…” Gaenry si fermò, il suo sguardo che vagava tra gli alberi si era fermato all’improvviso…aveva visto qualcosa o meglio qualcuno…sembrava…

“Che ti succede?” chiese il capitano senza troppa attenzione.

“Vieni qui…” sussurrò il consigliere indicando con la mano un punto “Guarda sulla sinistra…laggiù in fondo…dimmi cosa vedi…” Gwomyr si avvicinò a lui e scrutò in quella direzione, il punto indicatogli era molto lontano e il buio non facilitava le cose, ma la sua vista era sempre stata la migliore rispetto ad ogni altra guardia.

“Mi sembra…è un uomo appoggiato ad un albero…non vorrei sbagliarmi ma sembra proprio Re Elassar e c’è qualcuno inginocchiato davanti a lui…” il capitano iniziò a ridacchiare “Abbiamo sorpreso il re e la regina in atteggiamenti intimi nel loro giardino…bel colpo Gaenry” poi girandosi verso l’uomo “Non vedo però a che cosa possa servirci…”

“Devi sempre aprire bocca per nulla…” disse il Consigliere continuando a guardare in quel punto, la sua vista non era buona come quella della guardia ma riusciva a scorgere anche lui diverse cose, la persona ora si era rialzata e stava abbracciando e baciando il re…un sorriso comparve sul volto di Gaenry “Guarda ora amico mio…da quando la regina ha i capelli biondi?”

“Ma cosa stai dicendo?” disse Gwomyr, i suoi occhi ora erano puntati in quella direzione “Che mi venga un colpo…”

“Manda via Conyc…” bisbigliò il Consigliere senza perdere di vista le due persone nel giardino.

“Sì…guardia…” disse il capitano girandosi verso di lui “Torna ai cancelli, ti raggiungo tra poco…”

“Sì capitano, agli ordini” disse Conyc e voltandosi rientrò nel palazzo chiudendo la porta dietro di sé.

“Hai capito chi è?” chiese Gaenry continuando a sorridere.

“Mi sembra quell’Elfo che è giunto pochi giorni fa…” disse Gwomyr “Per la verità ora…riesco a vederlo meglio e ne sono proprio sicuro…il re che se la spassa con il suo amico Elfo…questa sì che è bella…certo fossi in lui mi divertirei sicuramente di più con la regina Arwen ma ho visto quel Legolas, mi sembri si chiami così, e devo dire che è molto attraente…forse sa fare qualche giochino…”

“Vuoi chiudere quella bocca!” lo interruppe il Consigliere “Sto pensando a una cosa…forse i nostri desideri si stanno per realizzare…” sul suo volto il sorriso si trasformò in un ghigno crudele “Sai tirare con l’arco?…”