.|. Amarth - Fino Alla Fine del Tempo .|.

13. Ethuil, l'ultima Primavera

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Passarono quasi quaranta anni da quel giorno d’inverno in cui a Legolas ed Eldarion venne mostrato il loro possibile futuro insieme…ma per loro il tempo non sembrava passato. Il principe, erede al trono di Gondor, aveva ancora un aspetto giovanile dovuto al sangue dei genitori…ma nei suoi occhi si potevano scorgere le preoccupazioni che avevano iniziato ad affliggerlo. Lo stesso valeva per l’elfo, sempre splendido e luminoso ma con il cuore carico di timori e dubbi. Anche Arwen non era affatto cambiata, sul suo volto si leggeva ancora quell’infinito dolore che portava con sé dalla morte di Eomer. Per Aragorn invece era diverso…l’erede dei Dúnedain aveva visto calare su di sé la mano del tempo…e non solo esteriormente…nel cuore e nello spirito sentiva che stava giungendo il momento di lasciare tutto ciò che aveva amato…

 

“Morn! Morn dove sei?” chiamava Eldarion a gran voce, camminando lungo i corridoi del palazzo “Dove ti sei nascosto?” si fermò davanti alla camera del padre e vide che la porta era semiaperta “Giuro che se sei ancora qui dentro questa sera puoi scordarti gli avanzi della cena…” sussurrò entrando lentamente “Morn sei…” ma si fermò all’istante quando vide Legolas sdraiato sul letto, lievemente nascosto dai tendaggi leggeri…aveva un braccio piegato, con la mano appoggiata sul cuscino accanto al viso e lo sguardo perso fuori dalla finestra…con l’altra mano accarezzava dolcemente un grosso gatto nero, dal lungo e folto pelo lucente e gli occhi azzurri, che aveva il muso appoggiato sul suo ventre…rimase un istante immobile a guardarlo ma poi si avvicinò.

“Perché il mio gatto preferisce stare nella camera di mio padre…con te…piuttosto che nel suo comodo angolo che gli ho preparato nella mia stanza?” chiese fermandosi a lato del letto…vide Legolas posare lo sguardo su di lui ma per un momento gli sembrò che non lo stesse vedendo veramente…era come se quegli occhi blu fossero ancora persi nei pensieri che lo affliggevano…ma poi l’elfo sorrise…

“Dovresti chiederlo a lui…” sussurrò passando l’indice sul muso del gatto che chiuse i grandi occhi.

Eldarion si sedette sul letto, accanto all’elfo e fissò l’animale che, pacificamente, si gustava quelle carezze…

“Da quando l’ho trovato non ha fatto altro che graffiarmi appena tentavo di toccarlo…” si lamentò il principe “…da te invece si lascia fare qualsiasi cosa…”

“Non credi che anche lui voglia qualche attenzione in più di una semplice ciotola piena di cibo?” gli chiese Legolas alzando lo sguardo su di lui.

“Forse…” bisbigliò Eldarion e allungò una mano verso il gatto, questo però alzò all’istante il muso spostandosi “…visto…non mi sopporta…”

Legolas rise debolmente e con la mano rimise l’animale nella posizione precedente.

“Posso…posso sdraiarmi accanto a…voi?” chiese il principe continuando a guardare il gatto per paura di qualche sua reazione brusca…

“Certo…” sussurrò Legolas e appena Eldarion si stese, gli mise una mano sulla testa, invitandolo ad appoggiarla sul suo petto.

Il principe si rilassò contro il corpo dell’elfo quando sentì tra i capelli le sue dita e guardò di nuovo il gatto nero che aveva chiuso gli occhi e faceva le fusa…

“Ora capisco perché a Morn piace restare con te…” mormorò sorridendo e sentì sotto di sé il petto dell’elfo tremare mentre rideva…avvicinò nuovamente la mano al gatto ma questa volta l’animale non si spostò…così iniziò a sua volta ad accarezzarlo…sentiva il lungo pelo nero scivolare sotto il palmo della mano e tra le dita…più volte incontrò quelle di Legolas e le sfiorò dolcemente…alzò lo sguardo e vide che anche gli occhi dell’elfo erano chiusi e le sue labbra incurvate in un leggero sorriso…ad un tratto però sentì dei passi e qualcuno entrò nella stanza…chiudendo la porta…

“Cosa ci fanno mio figlio, il suo gatto e il mio compagno sul mio letto?” chiese Aragorn avvicinandosi con le braccia incrociate sul petto…vide Legolas ed Eldarion rialzare la testa all’istante ed allora sorrise, sedendosi a sua volta sul materasso vicino a Morn.

“Eldarion…” iniziò l’uomo accarezzando la testa del gatto “…quante volte ti ho detto che non gradisco che lui entri qui?”

“Non le ho contate…” rispose il principe mettendosi seduto “…ma…”

“…è colpa mia se lui è qui…” continuò Legolas sorridendo al compagno dolcemente “…voleva farsi coccolare…”

Eldarion guardò prima l’elfo e poi suo padre e capì dalle loro espressione che era il momento di andarsene, così si alzò in piedi e si avvicinò all’uscita

“Andiamo Morn…è ora di mangiare…” e stranamente il gatto lo ascoltò, scese dal letto e uscì dalla porta che aveva appena aperto…fissò un istante Legolas che lo stava guardando sorridendo e se ne andò.

Aragorn si stese a fianco dell’elfo e si voltò per mettersi sopra di lui

“Questo è anche il mio letto…” gli sussurrò “…quindi avvertimi la prossima volta che decidi di portarci qualcuno per coccolarlo…” e posò le labbra sulle sue dolcemente.

“Estel…” gli bisbigliò Legolas fissandolo intensamente “…devo avvertirti che ho deciso di portare qualcuno qui e non ho intenzione di dargli solo le mie carezze…”

Il ramingo sfiorò il naso dell’elfo con il proprio chiudendo gli occhi un istante

“E chi è questo fortunato? Devo andarmene prima che arrivi…”

“Veramente…” ribatté Legolas sorridendogli “…è già qui…” 

“Oh…allora dovrei scappare fuori dalla finestra o nascondermi nell’armadio…” disse Aragorn baciandogli il collo “…anche se lo invidio tantissimo…vorrei essere lui per poter sentire le tue mani su di me…assaporare le tue labbra più dolci del miele…”

L’elfo fece scivolare le dita tra i capelli grigi dell’uomo facendogli rialzare la testa per poi baciarlo nuovamente.

“Mi piace quando mi parli così…” gli bisbigliò Legolas sulle labbra.

Aragorn gli sorrise e si stese di nuovo accanto a lui, guardandolo negli occhi e accarezzandogli il viso…restarono così per ore a scambiarsi quei semplici gesti che in quei giorni sembravano essere diventati importantissimi.

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Una giorno Legolas uscì nel cortile e vide Eldarion intento a guardarsi intorno con un’espressione preoccupata sul viso…

“Cosa succede?” gli chiese fermandosi a pochi passi da lui.

“Morn…” rispose il principe “…è sparito…è tutto il giorno che lo cerco…non vorrei che fosse uscito dai cancelli…”

Legolas guardò in quella direzione e poi vide altri due gatti correre velocemente tra i carri…

“Forse ha semplicemente trovato una compagna con cui passare il resto del suo tempo…” mormorò.

“Già…anch’io l’ho pensato…” ribatté Eldarion abbassando lo sguardo “…però…non avrei mai creduto di dirlo ma…mi manca…era divertente averlo in giro…mi faceva compagnia…e poi non mi graffiava più…”

Legolas sorrise e si incamminò con lui sotto i portici

“Non credi che anche per te sia ora di trovare una compagna?” gli chiese a bassa voce “Hai più scritto a Faerwyn?”

Eldarion rimase in silenzio a lungo poi rispose

“Sì…e abbiamo chiarito quello che è successo…a quanto sembra avevi ragione tu…era spaventata ma ora ha deciso di continuare quello che aveva iniziato con me…”

“È una splendida notizia…” disse l’elfo sorridendogli.

“Sì…certo…” mormorò tra sé il principe con uno strano tono di voce “…una splendida notizia…”

 

Arrivò la sera e Legolas entrò nella stanza che divideva con Aragorn per cambiarsi d’abito e scendere a cenare ma quando aprì la porta si ritrovò di fronte una scena famigliare…un tavolo apparecchiato per due, due calici di vino e due candele come sola illuminazione…sorrise e si avvicinò al tavolo…in quell’istante qualcuno richiuse la porta…

“Principe di Bosco Atro…” disse Aragorn raggiungendolo “…posso avere l’onore di avervi come mio solo ed unico ospite per questa sera?”

“Certamente re Elassar di Gondor…” rispose l’elfo sorridendogli “…sono io ad essere onorato del vostro invito…” aspettò che l’uomo arrivasse di fronte a lui, poi lo baciò dolcemente “…c’è qualche motivo particolare per tutto questo?”

“Voglio stare solo con te…” mormorò il ramingo “…può bastare come motivo?”

Legolas annuì fissandolo intensamente…e sentì una strana sensazione…non riusciva a vedere completamente negli occhi del compagno…era come se Aragorn avesse alzato una barriera su una parte dei suoi pensieri…ma non volle dargli peso in quel momento…forse si sbagliava…

Cenarono, bevvero il vino e parlarono dei più svariati argomenti…dal tempo, alle armi, ai pettegolezzi che giravano per il palazzo…come se fossero due amici che non si rivedevano da molto tempo. Quando finirono, Aragorn si alzò dal tavolo, si avvicinò a Legolas e gli prese una mano…Legolas lo seguì di fronte al grande specchio e l’uomo si mise dietro di lui, mettendo le mani sui suoi fianchi…

“Le bain…(Sei bellissimo)” gli sussurrò il ramingo all’orecchio e l’elfo chiuse gli occhi sorridendo.

Rimasero un lungo momento in silenzio fino a quando Aragorn gli bisbigliò

“Anírach echaded meleth na nin? (Desideri fare l’amore con me?)”

Legolas riaprì gli occhi e fissò intensamente l’uomo attraverso il riflesso nello specchio

“Perché me lo chiedi?” sussurrò “Sai che lo desidero…sai che ti desidero…”

“Sono settimane che non stiamo insieme…” disse Aragorn sospirando e appoggiando la fronte sulla spalla del compagno “…e credevo che…” ma si fermò…l’elfo allora si voltò verso di lui e lo guardò negli occhi.

“Cosa credevi?” gli chiese accarezzandogli il viso.

“…il mio corpo non è più quello di una volta…” mormorò il ramingo respirando profondamente “…e…ti capirei se non volessi più…” ma non riuscì a continuare…Legolas mise entrambe le mani dietro la sua testa e lo tirò a sé, baciandolo con ardore fino a quando dovette allontanarsi per respirare…

“Mai!” disse l’elfo alzando leggermente la voce “Mai più voglio sentire delle parole simili uscire dalle tue labbra!” fece scivolare la mani sul suo petto e iniziò a slacciargli la tunica “Io ti voglio Estel e voglio sentire le tue mani su di me come il primo giorno…” avvicinò le labbra all’orecchio del compagno”…ti voglio e ti amo come il primo giorno…e continuerei ad amarti e a volerti anche se diventassi…un Nano…”

A quelle parole Aragorn si spostò leggermente per guardarlo in volto

“Un Nano?” chiese alzando un sopracciglio e Legolas scoppiò a ridere “Devo forse sospettare che sia successo qualcosa tra te e Gimli quando…”

“Shh…” gli bisbigliò l’elfo sorridendo e fece scivolare a terra la tunica del compagno “…sì…”

Aragorn spalancò gli occhi sorpreso

“Sì? Sì cosa?” gli chiese con un velo di preoccupazione nella voce.

Legolas rise di nuovo, si slacciò velocemente l’abito e prese la mano del ramingo…gli succhiò sensualmente due dita e se le fece scivolare sul petto nudo…

“La risposta alla tua domanda…” sussurrò tirando l’uomo verso il letto “…sì…desidero fare l’amore con te…” e lentamente si stese sul materasso, portando Aragorn con sé.

 

Così ogni suono, ogni rumore proveniente dall’esterno della stanza svanì…le voci dei servitori che passavano lungo il corridoi o sotto, nei giardini, si fecero sempre più lontane…solo i loro respiri risuonavano nel silenzio, respiri che aumentarono di intensità quando i due corpi si unirono ancora una volta…e i due cuori iniziarono a battere all’unisono, tenendo il tempo di quella armonia d’amore che stavano vivendo insieme.

Quando l’apice della passione li raggiunse, Legolas alzò un braccio e afferrò la mano di Aragorn, stringendola nella sua e gli sussurrò all’orecchio

“Im melithon le an i uir...(Io ti amerò per l’eternità)” e con un ultimo movimento si lasciò andare nel corpo dell’uomo a cui aveva donato il suo cuore e la sua vita.

Per un lungo momento rimasero ancora uniti, poi l’elfo gli baciò le spalle e la schiena, uscendo da lui e sdraiandosi al suo fianco…ricoprì entrambi con le coperte e rimase a guardare sorridendo il viso di Aragorn…quando l’uomo riaprì gli occhi, gli diede un bacio sulla fronte…

“Non sono stato troppo violento vero?” gli sussurrò e vide il ramingo sorridere e voltarsi su un fianco.

“Diciamo…” mormorò Aragorn stringendolo tra le braccia “…che hai fatto di peggio…” e quando notò l’espressione di disappunto sul viso del compagno lo baciò dolcemente “…sei stato perfetto…ma non credere che sia finita qui…dammi solo il tempo di recuperare le forze…”

Legolas lo fissò sorridendo maliziosamente e si fece scivolare lungo il suo corpo

“Posso darti…un piccolo aiuto…” mormorò da sotto le coperte.

“No! Legolas aspetta! Aspetta un…” ribatté Aragorn ma non riuscì a continuare e strinse il pugno sul cuscino…

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Eldarion continuava a girarsi nel letto…da ore cercava di dormire ma il sonno non voleva arrivare…era agitato e non ne sapeva il motivo. Forse erano state le parole di Legolas quel pomeriggio…trovare una compagna…sì, era quello che doveva fare e forse l’aveva già trovata…eppure…non ne era convinto e non lo sarebbe mai stato. Lui non amava Faerwyn, teneva a lei ma non era amore quello che provava nei suoi confronti…era così diverso quel sentimento da quello che sentiva per Legolas…ed inoltre c’era quel sogno…quel sogno che non lo lasciava mai in pace…continuava a ripetersi nella sua mente come quelle parole “Potrei amarti…potrei farlo…”

Cosa significava? Non ne aveva più parlato con Legolas, era stato una specie di accordo non pronunciato…ma non poteva fare a meno di pensarci…

Si alzò dal letto e indossò una lunga vestaglia verde smeraldo…uscì sul balcone e sentì una leggera brezza sul viso…ma non era fredda…l’inverno era quasi finito e la primavera era ormai alle porte…

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Aragorn accarezzò le braccia dell’elfo, raggiunse le sue mani, appoggiate sopra la sua testa, e incrociò le dita con quelle del compagno…udì un gemito provenire dalle labbra di Legolas e sorrise, muovendo più velocemente il bacino contro il suo…

“Sei pronto?” gli sussurrò sulle labbra.

“…stai facendo troppe domande questa sera…” rispose l’elfo riaprendo gli occhi, alzò la testa e passò la lingua sulle labbra del ramingo “…non parlare…agisci!”

Aragorn gli sorrise e cercò di allontanare le mani dalle sue ma l’elfo non glielo permise…

“…no…” bisbigliò Legolas scuotendo debolmente la testa.

“Ma devo…” ribatté l’uomo fissandolo…l’elfo però non lo lasciò finire di parlare, alzò le gambe più che poteva, incrociò le caviglie dietro alla schiena del compagno e lo tirò a sé…Aragorn tentò di assecondare i suoi movimenti, si rialzò leggermente sulle ginocchia, facendo in modo che il corpo dell’elfo scivolasse sulle sue cosce e lentamente si spinse dentro di lui…sentì le mani di Legolas stringere con forza le sue così rimase immobile e per un attimo guardò il suo volto che lentamente si rilassava, abbandonandosi al piacere…iniziò a muoversi lentamente e presto anche Legolas si spinse contro di lui per cercare maggior contatto…

Appena Aragorn vide il compagno inarcare leggermente la schiena, gli lasciò velocemente le mani, facendo scivolare le proprie sotto il suo corpo e lo tirò a sé, facendolo rialzare…rimase quasi senza fiato quando vide Legolas salire e sedersi sopra di sé…incrociò il suo sguardo, quando l’elfo appoggiò la fronte alla sua, respirando velocemente…

“…Valar…come puoi essere così splendido…” gli sussurrò ma l’elfo lo baciò con passione, riducendolo al silenzio.

Rimasero in quella posizione a lungo, muovendosi insieme un attimo lentamente e l’attimo dopo con forza fino a quando entrambi sentirono per la seconda volta le onde dell’estasi…Legolas strinse le mani sulle spalle del compagno…e un istante prima di perdere il controllo, tra i sospiri, mentre continuava a baciarlo, pronunciò quelle parole…

“Im aphadathon le nan gurth a athan (Ti seguirò fino alla morte e oltre)”

Aragorn sentì sulle labbra il respiro affannoso dell’elfo, il suo corpo tremare per il piacere e lui stesso raggiunse l’estasi pochi attimi dopo…stringendolo a sé, si lasciò andare sul letto e sopra di lui…il suo cuore batteva all’impazzata e nella sua mente risuonava quel sussurro…quelle parole…tutto era iniziato da quella frase…gli sembrava di udirla ancora, limpida nella sua memoria come se fosse passato solo qualche giorno…e poi le labbra di Legolas, dolci e calde che l’avevano portato via dal dolore per la perdita di Gandalf…

Sentì tra i capelli una mano dell’elfo mentre l’altra gli accarezzava la schiena e, senza riuscire a trattenerle, le lacrime gli rigarono le guance…lacrime di rabbia e di disperazione ma anche di paura e di angoscia…nascose il volto contro la spalla del compagno ma era troppo sperare che l’elfo non se ne accorgesse ed infatti, dopo solo pochi momenti…

“Estel…?” sussurrò Legolas dolcemente “…Estel perché piangi?...Ti prego…non voglio vederti triste…”

Ma Aragorn si strinse a lui, senza riuscire a frenare quelle lacrime che già da tempo avrebbe voluto versare…non poteva rispondergli…no…come poteva rivelargli che quella era stata l’ultima volta per loro…non avrebbe mai più sentito il suo corpo, i suoi baci intimi, le sue mani, il suo calore…il suo amore… 

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E anche quel giorno il sole salì alto nel cielo per riscaldare la Terra di Mezzo…alcuni però dicevano che presto il cattivo tempo sarebbe ritornato, d’altronde l’inverno non era ancora finito anche se la primavera stava giungendo…era il primo di Marzo…

 

Legolas riaprì lentamente gli occhi e vide la luce del mattino entrare dalle tende della finestra…sorrise e cercò di voltarsi ma si trovò ancora imprigionato tra le braccia di Aragorn…

“Ah!” si lamentò debolmente tentando comunque di girarsi verso il compagno “Estel! Non riesco più a sentire la parte superiore del mio corpo! È come se mi avessi stretto così per tutta la notte…”

Aragorn respirò profondamente e allentò la presa…

“Mi dispiace…” sussurrò.

“Non dispiacerti…” ribatté Legolas baciandogli le labbra “…vorrà dire che questa notte, per vendicarmi, rimarrò sveglio e ti stringerò tra le braccia talmente forte che domani mattina non riuscirai più a muoverti…”

A quelle parole Aragorn chiuse gli occhi…domani mattina…si mise seduto e lentamente iniziò a vestirsi cercando di non incrociare lo sguardo del compagno…

“Hai molti impegni quest’oggi?” gli chiese l’elfo osservando con attenzione ogni suo movimento…perché sentiva questa strana sensazione dentro di sé?…non era come ogni altra mattina…

“Sì…molti…” rispose il ramingo allacciandosi la tunica “…potresti fare una cosa per me più tardi?”

“Qualsiasi cosa…” sussurrò l’elfo sorridendo ma si accorse che anche allora l’uomo non lo stava guardando.

“Dopo pranzo potresti andare nei giardini e prendere dell’acqua?”

“Sì…” rispose Legolas debolmente…non ne capiva il motivo e forse non c’era ma l’avrebbe fatto…

“Grazie” mormorò Aragorn voltandosi per qualche istante verso di lui poi si avvicinò alla porta e uscì dalla stanza.

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Re Elassar percorse il corridoio che portava alla stanza della sua sposa…quando vi giunse, aprì la porta e fece un passo all’interno…trovò Arwen in piedi di fronte alla finestra come se fosse pronta per uscire e stesse solo attendendo l’ora…ad un tratto la vide voltarsi lentamente…

“Tollen i lû nîn…si boe bedin (È giunto il mio momento…devo andare adesso)” sussurrò il ramingo e gli sembrò di vedere gli occhi della dama spegnersi del tutto, se quello fosse stato possibile…

“Law, hîr nín, ú dollen i Rîw. Anírach, nui lû, gwannad uin gwaith lîn? (No, mio signore, non è ancora arrivato l’inverno. Desideri, prima del tempo, lasciare la tua gente?)” mormorò Arwen avvicinandosi a lui.

“Ae ú bedin si, nathon bauglannen na gwannad (Se non vado adesso, sarò costretto a partire)” rispose Aragorn fissandola e Arwen annuì.

 

E così nel tardo pomeriggio, re Elassar di Gondor percorse la Via Silente e si recò nella Casa dei Re…si distese sul grande letto che aveva fatto preparare per lui già da settimane e la sua sposa, Arwen, Stella del Vespro, si sedette su una sedia accanto a lui.

Quando i custodi lo videro, si inchinarono ma non seppero trattenere le lacrime perché la sua presenza in quel luogo poteva significare un’unica cosa…

Aragorn diede ordine di far chiamare suo figlio Eldarion e di non avvertire, per nessuna ragione, il principe Legolas, dopodiché voltò la testa verso la sua sposa…

“Perché hai deciso di abbandonare tutto ciò che ami proprio in questo momento?” gli chiese Arwen quando incrociò il suo sguardo.

“Io sono l’ultimo dei Numenoreani, Arwen…” rispose Aragorn “…mi è stata concessa una vita tre volte più lunga di quella degli Uomini della Terra di Mezzo…ma anche la grazia di partire volontariamente e restituire il dono ricevuto…non voglio che mi vediate appassire e cadere dal mio trono senza forze né ragione…”

Per un lungo momento regnò il silenzio poi il ramingo parlò di nuovo

“Ora cosa farai, mia signora?” le chiese “Sei libera da ogni promessa e da ogni vincolo che ti legava a me…puoi decidere del tuo destino…”

“Questa scelta è già stata fatta ormai da molto tempo…” sussurrò Arwen con lo sguardo basso sulle coperte sotto il corpo dell’uomo “…non vi sono più navi che mi porteranno ai Rifugi Oscuri…ma anche se ne esistessero, non è la via che desidera il mio cuore…io ho scelto una vita mortale e a quella decisione mi attengo…non affronterò tutte le ere di questo mondo in solitudine senza di lui…”

Aragorn annuì, allungò una mano verso di lei e strinse la sua…udì alcune voci fuori dalla porta e fece un profondo sospiro…

“Arwen…” sussurrò fissandola intensamente “…posso permettermi di chiederti un ultima cosa?”

La dama restò in silenzio e annuì…

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Eldarion correva velocemente, non faceva nemmeno caso a tutte le persone che si inchinavano al suo passaggio…doveva arrivare prima possibile…le parole del custode risuonavano ancora nella sua mente…

“Mio signore…vostro padre vuole vedervi immediatamente…ora si trova nella Casa dei Re…”

Non aveva aspettato un solo attimo di più, anche se non voleva crederci, sapeva benissimo perché suo padre si era recato in quel luogo…ma non aveva avuto il tempo di lasciare che le emozioni prendessero il sopravvento…doveva andare da lui…

Appena giunse davanti alla porta, i due uomini di guardia fecero un debole inchino e la aprirono…il principe entrò lentamente ma appena vide suo padre disteso sul grande letto e sua madre che gli teneva la mano, sentì una stretta al cuore…

“Avvicinati Eldarion…” disse Aragorn voltando la testa verso di lui e quando il figlio gli fu accanto proseguì “…li vedi quelli…” e indicò con una mano la corona alata di Gondor e lo scettro di Arnor che erano posati su di un cuscino rosso a fianco del letto “…da oggi apparterranno a te…”

Eldarion fissò i simboli del suo nuovo potere per un istante ma poi scosse debolmente la testa e si inginocchiò vicino al letto

“No padre…” mormorò stringendogli la mano “…è ancora presto…ho bisogno di te…il mio momento non è ancora giunto, non sono in grado di…”

“Tu sei un Re, Eldarion…” lo interruppe il ramingo guardandolo negli occhi “…sei un uomo saggio e giusto…e saprai governare il tuo regno…” gli accarezzò un braccio e sorrise “…ti ho già detto che sono fiero di essere tuo padre?”

A quelle parole Eldarion chiuse gli occhi, se li avesse tenuti aperti non sarebbe riuscito a trattenere le lacrime…poi sentì sul viso la mano dell’uomo…

“Eldarion guardami…” sussurrò Aragorn “…ho un ultimo favore da chiederti…” vide lo sguardo incuriosito del figlio su di sé e continuò “…devi fare una cosa per me…”