.|. Heleg Urui - Ghiaccio Bollente .|.

8. Prima che Sorga il Sole

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Era lontano…molto lontano…ma i suoi occhi riuscivano a scorgere ogni piccolo movimento, ogni languida carezza, ogni bacio appassionato…e non aveva bisogno di ascoltare le loro parole…vedeva i loro volti, i loro sguardi che rimanevano fissi l’uno sull’altro mentre i corpi si sfioravano alla disperata ricerca di qualcosa di più…

Mai prima di quel momento aveva desiderato essere in errore, ma ancora una volta una sua sensazione era esatta…lo aveva percepito dalla sua domanda, dalle sue parole e dai suoi occhi…quegli occhi che non erano mai stati in grado di mentire e mai avevano voluto farlo…

“Luithiathach i faer uireb lîn…(Perderai il tuo spirito eterno)” sussurrò debolmente tra sé “…an man? (per cosa?)”

 

Aragorn si spostò di nuovo dietro al compagno, con una mano gli accarezzò il collo, facendogli inclinare indietro la testa e con la lingua seguì il profilo del mento fino all’orecchio, tremando quando udì il gemito di piacere di Legolas…

“…sei così bello…” gli bisbigliò “…e il tuo profumo…mi fa perdere la testa…” con le labbra scese sul collo, fermandosi poco sopra la spalla e iniziando a succhiare con forza la pelle delicata, mentre si muoveva contro di lui con tutto il corpo.

“…Ara…” gemette l’elfo aprendo la bocca per respirare quando gli sembrò di non riuscirci più, alzò un braccio e con la mano accarezzò i capelli del compagno “…Ara…”

“Ú renich manen im estannen? (Non ricordi più il mio nome?)” gli chiese sorridendo il ramingo per poi tornare a baciarlo nello stesso punto.

“…ah…no…come potrei…dimenticarlo…” rispose l’elfo faticando a tenere gli occhi aperti sotto quell’assalto “…ti descrive…alla perfezione…nobile…e impetuoso…”

“Ah sì…?” mormorò l’uomo guardando con soddisfazione il segno che aveva lasciato sul suo collo, fece scivolare le mani sulle cosce di Legolas aprendogli di più le gambe e spingendolo avanti in modo che l’acqua raggiungesse i loro fianchi “Istannen im aran…dan ae esteliach im farn gorn (Sapevo di essere nobile...ma se credi che sia anche abbastanza impetuoso)”

“…edregol…ah…(specialmente…)” cercò di ribattere l’elfo, chiudendo il pugno tra i capelli del compagno quando Aragorn si spinse contro di lui con forza “…sen…(questo)”

“Allora dillo…” continuò l’uomo con voce tremante dal desiderio “…pronuncia il mio nome…” e con una mano iniziò ad accarezzarlo tra le gambe.

“Aragorn…” sospirò Legolas lasciandosi andare contro di lui “…Aragorn…”

“Oh Valar…quanto adoro il modo in cui lo dici…” mormorò il ramingo sorridendo “…vorrei ascoltarti per ore…”

“…Aragorn…ti prego…prendi…il mio corpo come hai fatto la scorsa notte…” gemette l’elfo cercando di fermare la mano del compagno che lo stava portando troppo vicino al limite “…voglio sentirti…ancora…”

“Ed io invece non voglio prendere il tuo corpo…” bisbigliò il ramingo interrompendo ogni movimento, udì un lamento e continuò sorridendo “…voglio prendere ogni singola cosa che ti appartiene…voglio te… completamente…” gli baciò dolcemente una guancia “…chinati…”

Legolas non attese un solo istante, piegandosi in avanti e appoggiando le mani nell’acqua…ma appena sentì il corpo del compagno dietro di sé si spostò di scatto, rialzandosi…

“No!” esclamò scuotendo la testa, vide lo sguardo sconcertato di Aragorn e continuò “Non così…in questo modo non posso vedere il tuo viso…voglio guardarti…voglio…guardarti negli occhi…”

Aragorn sorrise dolcemente prima di sedersi nell’acqua bassa che appena gli lambiva le cosce, prendendo una mano del compagno

“Vieni…” lo tirò a sé “…questa volta allora conduci tu…” vide lo sguardo spaventato dell’elfo e gli sorrise di nuovo per rassicurarlo “…ma non dimenticarti che ci sono anch’io…” sentì la debole risata di risposta, così, lentamente, lo guidò sopra di sé “…sì…scendi ora…” e quelle furono le ultime parole che riuscì a pronunciare prima di perdersi nel suo calore…si lasciò ricadere all’indietro, noncurante della sabbia tra i capelli, permettendo a Legolas di muoversi come desiderava…ma presto perse il controllo…sembrava che l’elfo lo facesse di proposito…portandolo fino alla soglia dell’estasi per poi fermarsi e in quegli attimi, quando riapriva gli occhi come per protestare in silenzio, incrociava quelli blu del compagno che ardevano…uno sguardo che era in grado di trasmettergli più emozioni di decine di parole…e vedeva amore in quello sguardo…intenso e incontaminato…

Ad un tratto, quando sentì di non poter più resistere oltre, si rimise seduto, tirando Legolas a sé e spingendosi dentro di lui…lo guardò in silenzio anche se faticava a tenere gli occhi aperti…poi però sussurrò

“Dillo…” e chiuse il pugno su di lui.

“…Aragorn…” gemette l’elfo posando le labbra sulle sue selvaggiamente.

“…no…” mormorò sorridendo il ramingo quando riuscì a respirare di nuovo “…l’altra cosa…” e mosse la mano più velocemente possibile.

“….ti…amo…” sospirò Legolas gettando indietro la testa mentre nel suo corpo esplodeva l’estasi.

Aragorn aprì la bocca per parlare ma il piacere del compagno gli fece superare all’istante quel limite che aveva sfiorato in continuazione, così, perdendosi in lui, riuscì solo a bisbigliare quelle parole tra i respiri veloci…

“…anche…io…”

 

Per un lunghissimo momento restarono così, abbracciati sulla riva di quella vasca naturale, poi, in silenzio, come se non servissero altre parole, Legolas si rialzò, ripulendosi, per poi indossare gli splendidi abiti che gli Elfi gli avevano donato…prima di allontanarsi si voltò verso Aragorn che era entrato in acqua per lavare via la sabbia dai capelli e dal resto corpo…si guardarono intensamente, sorridendosi, poi, sempre senza pronunciare una sola parola, l’elfo svanì tra gli alberi per fare ritorno al rifugio e non creare sospetti sulla sua prolungata assenza.

Il ramingo sospirò, ridendo tra sé, quando pensò a quanto erano stati avventati ad amarsi in quel luogo, allo scoperto…amarsi…sì…quella parola lo spaventava ancora, ma era quello che avevano fatto…non era stata una semplice brama di piacere e lussuria…si erano concessi l’uno all’altro completamente, senza riserve…

Uscì dalla vasca e si rivestì, continuando sempre a sorridere…stava terminando di allacciarsi la tunica quando udì dei passi e si voltò…

“Come hai osato deturpare un simile fiore?”

“Haldir…?” mormorò fissando l’elfo che si avvicinava a lui.

“Come hai potuto corrompere una tale esempio di incantevole perfezione?”

“Non capisco le tue parole…” iniziò il ramingo ma l’elfo di Lórien lo interruppe.

“Non prenderti gioco di me Dùnadan…puoi ingannare gli occhi e le menti dei tuoi Compagni ma non i miei…” si fermò davanti all’uomo e lo fissò negli occhi con astio “…cosa ti ha spinto a farlo? Il desiderio di possedere un tale splendore? Per usarlo in ogni modo fino a quando non ne sarai soddisfatto? E poi lasciarlo avvizzire dopo aver annientato per sempre ogni sua emozione?”

“Parli di me come di un ladro…” mormorò Aragorn quando capì di non poter più nascondere la verità…Haldir sapeva…li aveva visti…

“Oh ma tu sei un ladro…” ribatté l’elfo “…ci hai privato di una delle gemme più preziose…te ne sei appropriato indegnamente e quando un giorno dovrai restituircela, sarà ormai vuota e spenta…e la sua luce finirà con l’estinguersi per l’eternità, giorno dopo giorno…” vide il ramingo abbassare lo sguardo “…sai che accadrà…e sai anche come impedirlo…”

“Non posso fare quello che mi chiedi…” sussurrò Aragorn scuotendo la testa “…non ora che…”

“Ora…” lo interruppe Haldir alzando la voce “…ora che il suo cuore non si è ancora legato…più passerà il tempo e più sarà impossibile evitarlo…” vide l’uomo chiudere gli occhi e continuò “…una delle nostre stelle più luminose brilla ora con meno intensità a causa tua…non permettere che accada ancora…non lasciare che un’altra luce si spenga…non arrecargli un ulteriore danno di quello che già gli hai provocato…”

“Tu mi chiedi di rinunciare ancora una volta alla felicità e all’amore…” sospirò Aragorn fissandolo “…mi chiedi di voltare le spalle a colui che è stato per anni un amico e un compagno…”

“No…io ti sto chiedendo di rinunciare all’amante che è diventato…” ribatté Haldir sottolineando quelle parole “…non sarà la tua amicizia a portarlo alla morte, ma l’amore che proverà…e che forse già prova per te…quando uno di noi inizia a sentire questo sentimento nel cuore e sceglie un compagno a cui donarsi, è per l’eternità…e tu non hai questo tempo da concedergli…”

“Ti ringrazio per avermelo ricordato…” bisbigliò il ramingo con un sorriso sarcastico ma tornò all’istante serio quando Haldir fece un passo verso di lui…

“Questo non è un gioco…” gli mormorò l’elfo con apprensione nella voce  “…una vita immortale dipende dalle tue scelte…una vita che nessuno ha il diritto di spegnere…”

“Io non posso scegliere per lui Haldir!” esclamò Aragorn fissandolo.

“No, ma puoi impedire che il suo cuore venga turbato per qualcosa che non potrà mai avere…tu non puoi dargli l’amore che ha bisogno…puoi solo portarlo alla rovina in una vita di dolore e sofferenza…”

Il ramingo allontanò nuovamente lo sguardo da lui ma Haldir proseguì

“Pensaci Aragorn…come puoi continuare a guardarlo negli occhi sapendo che il tuo egoismo lo porterà alla morte?”

“Il mio amore…lo porterà alla morte…” sussurrò il ramingo…aveva corretto le sue parole istintivamente ma solo quando le udì, pronunciate da se stesso, comprese che l’elfo non aspettava altro che quello.

Haldir rimase in silenzio come se l’uomo avesse già detto con quella semplice frase, tutto il necessario…si voltò ma prima di allontanarsi tra gli alberi mormorò

“Prima che sorga il sole…lascialo libero prima che Anor illumini di nuovo questa Terra, lascia che raggiunga Caras Galadhon con la certezza di una vita eterna come è suo destino, e non con l’oblio che l’attende quando il tuo tempo qui sarà finito…tu sei la sua speranza…la sua unica speranza…”  

Quando rimase solo, Aragorn si lasciò cadere in ginocchio a terra, lo sguardo fisso davanti a sé…avrebbe voluto gridare ma sentiva la gola arida come se le poche parole che aveva pronunciato l’avessero prosciugato…perché aveva lasciato che Haldir lo mettesse a tacere? Perché non aveva lottato?

…tu sai che è la verità…hai cercato di nasconderlo ma non puoi cambiare ciò che avverrà…non puoi cambiare ciò che sei…

Strinse le labbra e chiuse gli occhi, cercando, con dei profondi respiri, di impedire alle lacrime di scivolare sulle sue guance…ma fallì…ed in quel momento si odiò…si odiò per quello che era, per quello che aveva fatto, per essere stato debole e per aver trascinato Legolas con sé, a causa di quella debolezza…stava soffrendo, e ancora il dolore era insopportabile, forse addirittura più intenso perché ci aveva creduto…aveva creduto di poter avere un’altra possibilità…aveva creduto che con lui sarebbe stato diverso…ma come poteva esserlo? Perché si era illuso? E perché aveva fatto credere anche a Legolas alla stessa assurda illusione?

…lo ami…l’amore a volte fa agire così…ma non devi smettere di confidare nella speranza…

Il suo cuore…il suo cuore non poteva smettere di battere per lui nonostante la ragione l’avesse più volte messo in guardia…

“Come posso confidare nella speranza se io, che ne porto il nome, non sono in grado di prometterla a chi amo?” bisbigliò tra sé prima di alzarsi e dirigersi al rifugio.

 

Aragorn raggiunse la radura, si guardò attorno ma non vide Haldir e nemmeno gli altri suoi Compagni…notò che la maggior parte degli Elfi si era rifugiata nelle case sugli alberi, tranne alcuni che montavano la guardia a terra.

“Eccolo!” esclamò Gimli avvicinandosi lentamente a lui.

“Credevamo di averti smarrito…” disse Boromir seguendo il nano.

“No, mi sono attardato solo qualche momento a riflettere” ribatté il ramingo accennando un sorriso “Dove sono gli Hobbit?”

“Gli Elfi ci hanno concesso due delle loro abitazioni…” rispose il cavaliere indicando due alberi “…in quella sono già saliti i piccoletti, mentre questa è riservata a noi…”

“Già…ma per quanto mi riguarda…” intervenne Gimli “…preferisco risposare con i piedi e soprattutto la schiena ben piantata sul terreno…senza nessuna offesa per la cortesia dimostrataci…”

Aragorn annuì sorridendo

“Non preoccuparti amico mio, gli Elfi non interpreteranno certo il tuo declino come un affronto”

“Bene…allora non sarà un rifiuto alla loro ospitalità se nemmeno io riposerò lassù…” disse Boromir “…per la verità…non sento il bisogno di riposare…la nostra sosta di questi giorni è stata più di quanto io abbia mai fatto…se non ti dispiace quindi resterò anche io con i piedi a terra, terrò compagnia a Mastro Nano fino a quando chiuderà gli occhi…”

“Ma certo…” rispose il ramingo “…buonanotte allora e…buona veglia…” e con quelle parole si avviò sui primi scalini che portavano al rifugio sull’albero ma si fermò quando udì la voce di Gimli…

“Ah dimenticavo! Porta la buonanotte a Mastro Elfo da parte nostra”

“Come?” sussurrò il ramingo voltandosi verso di lui dopo un momento ma il nano si era già allontanato, al suo posto rispose Boromir…

“Sì…lui è salito prima del tuo arrivo…sembrava molto…stanco…ma è probabile che sia ancora sveglio…”

“Ohh…” fu l’unica cosa che riuscì a dire quando il cuore iniziò a battergli con forza nel petto, restò immobile e vide un sorriso ironico sul volto del cavaliere prima che si voltasse per raggiungere Gimli…poi riprese a salire le scale e stranamente, gli sembrò che le proprie gambe avessero aumentato d’improvviso la velocità…quando raggiunse il rifugio, entrò, richiudendo la porta dietro di sé e rimase senza fiato quando vide Legolas…con la schiena era appoggiato ad alcuni cuscini, mentre le lunghe gambe erano distese su alcune coperte bianche, aveva tolto gli stivali ma indossava ancora lo splendido abito argentato…

“Ti sei lavato con molta cura a quanto sembra…” mormorò l’elfo portandosi alle labbra una delle bacche rosse che c’erano in un vassoio vicino a lui “…ancora qualche momento e le avrei terminate da solo…è sarebbe stato un peccato…” sorrise sensualmente “…era un mio dono per te…”

Aragorn rimase un istante a bocca aperta…stupito da quello che si era trovato davanti…non solo il compagno ma anche tutto quello che aveva preparato…la piccola stanza era illuminata da qualche candela e le coperte, i cuscini…tutto sembrava pronto per un incontro d’amore…

“Poteva salire chiunque…” disse cercando di ignorare il proprio istinto che lo stava spingendo direttamente nelle sue braccia “…potevo essere Boromir o Gimli…”

“Gimli non sarebbe mai salito quassù…” ribatté Legolas ridendo “…e Boromir…beh…lui non sarebbe mai salito quassù con noi due…” vide l’espressione incuriosita dell’uomo e continuò “…lui ci ha visto mentre…”

“Ci ha visto? Io credevo che avesse solo sentito…” esclamò Aragorn spalancando gli occhi “…e dimmi…c’è qualcun altro di cui io non sono a conoscenza che ci ha visto? Oltre ovviamente a Boromir, Frodo, Sam e…Haldir…” pronunciò l’ultimo nome debolmente ma vide ugualmente il panico calare sul viso dell’elfo.

“Haldir…?” bisbigliò Legolas mettendosi a sedere completamente con gli occhi fissi in quelli del compagno.

“Ho tardato perché sono rimasto a discutere con lui…” continuò il ramingo sedendosi sulle coperte di fianco a lui e togliendosi gli stivali “…o meglio…lui ha parlato mentre io non sono stato in grado di fare altro che ascoltare…”

“Cosa ti ha detto?” sussurrò l’elfo mentre la preoccupazione si faceva sentire anche nella sua voce.

“Non lo immagini…?” rispose Aragorn abbassando lo sguardo “Mi ha detto quello che entrambi sappiamo già ma non volgiamo ammettere…o cerchiamo di nascondere, credo sia più corretto…e mi ha detto che…” fece un respiro profondo prima di pronunciare le successive parole velocemente “…per il tuo bene devo lasciarti libero prima che sorga il sole perché il mio amore ti porterà alla morte…” allora rialzò gli occhi su di lui e vide qualcosa nel suo sguardo “…Legolas…”

“Non adesso…” esclamò l’elfo con decisione “…e non questa notte…domani, quando il sole sarà già alto nel cielo…solo allora potrai…tentare di allontanarmi da te…se questo è ciò che desideri…ma fino a quell’istante noi resteremo insieme…”

“Da dove proviene tutta questa tua forza?” sussurrò il ramingo stupito dal modo in cui aveva pronunciato quelle parole, calmo, sicuro, determinato “Io non…non ti avevo mai sentito parlare così…non avevo mai visto questa luce nei tuoi occhi…”

“Proviene da quello che provo per te…” rispose Legolas dolcemente “…da quello che tu mi hai fatto scoprire…io non conoscevo molte cose, ma sono sempre stato convinto che è giusto lottare in quello in cui si crede…ed io credo in noi…ora, più che mai, credo in noi e in quello che abbiamo…e nessuno mi porterà via quello in cui credo…quello in cui spero…nessuno mi priverà della mia speranza…”

Aragorn rimase in silenzio…non sapeva cosa rispondergli, non aveva la forza per farlo, non aveva davanti solamente l’amante che gli aveva regalato momenti di infinita passione, ma il guerriero che molte volte aveva lottato al suo fianco con sicurezza e determinazione…Legolas non aveva mai fallito…ogni singola volta raggiungeva il suo obiettivo…e dal modo in cui parlava, sembrava certo che nemmeno in questa situazione si sarebbe lasciato battere.

Alzò una mano e gli accarezzò una guancia sorridendo, facendola poi scendere sul collo…e quando abbassò lo sguardo si accorse del segno che era ancora ben visibile sulla pelle del compagno…

“Non…dovrebbe essere già sparito?” gli chiese spostando il lembo di tunica per osservarlo meglio “…credevo che i lividi, come le ferite lievi, non restassero più di qualche ora sul tuo corpo…”

“È così infatti…” rispose Legolas annuendo “…al massimo domani mattina tutto tornerà come prima…ma anche se restasse non mi importerebbe…”

“In quel punto qualcuno potrebbe notarlo però…” mormorò il ramingo muovendo le dita sul suo collo.

“E come ti ho già detto…” ribatté l’elfo sorridendo “…non mi importerebbe, sei stato tu a farmelo…e significa che ti appartengo…” si inginocchiò davanti al compagno, appoggiando la fronte alla sua “…il mio corpo ti appartiene…come la mia mente e il mio cuo…” ma non riuscì  a terminare la frase quando l’uomo lo strinse a sé, baciandolo con ardore e tenerezza…come se con quel bacio Aragorn volesse dimenticare tutto quanto, le parole di Haldir, i pensieri che lo tormentavano…almeno per quella notte…quella che probabilmente sarebbe stata la loro ultima notte insieme come amanti…

“Voglio che anche tu lo faccia…” gli mormorò abbassando la stoffa della tunica scura “…voglio appartenerti…” vide Legolas sorridere dolcemente prima di inclinare la testa e aggredire il suo collo con forza “…sì mio principe…io ti appartengo…anche se saremo divisi…”

“Tu sei mio…” gli bisbigliò l’elfo, fissò il segno che aveva lasciato sulla pelle del ramingo e lo sfiorò con la lingua prima di guardare il compagno negli occhi intensamente “…e nessuno può portarmi via ciò che è mio…”

 

“La volete smettere per pietà!” esclamò Pipino voltandosi sotto le coperte “Non avete smesso un solo istante e non dite il contrario perché sento che lo state facendo! Non avrò l’udito di un Elfo ma sono in grado di riconoscere quando…ehi!! Almeno mentre vi parlo!”

Frodo e Sam si misero a ridere facendo capolino da sotto le coperte

“Scusa…” sussurrarono insieme, ma appena i loro sguardi si incrociarono di nuovo persero subito ogni controllo, abbracciandosi e ricominciando a baciarsi.

“Almeno per qualche istante hanno smesso…” mormorò Merry sospirando “…era meglio quando Gimli russava e copriva i loro gemiti…”

“Potreste almeno andare a farlo fuori di qui?” chiese Pipino alzando la voce ma subito Merry balzò in piedi…

“Ho un idea…perché non usciamo noi? Sarebbe come dormire su un balcone…”

L’altro hobbit non attese un solo attimo, era già sulla porta con la coperta tra le mani…si sistemarono all’esterno del piccolo rifugio portando anche i cuscini e dopo un lungo momento Pipino sussurrò…

“Non ci credo…mi sembra quasi impossibile…il silenzio…non si sente assolutamente niente…”

“Forse queste case sono state costruite in modo che, sia chi vi riposa e sia chi ne sta all’esterno non senta niente…” rispose Merry accoccolandosi nel giaciglio che si era creato “…bene…buonanotte allora…”

 

Sull’altro albero, anche gli altri due compagni stavano godendo il loro momento di completa solitudine, lontano da qualsiasi interruzione…Aragorn si era tolto gli abiti e si era disteso sotto le coperte bianche che lo ricoprivano fino a sopra la vita creando un forte contrasto con la sua pelle abbronzata…

“Devi proprio toglierlo?” sussurrò, osservando Legolas che velocemente si apriva i lacci della tunica argentata “Ti dona molto…anche se credo che ogni abito ti donerebbe…”

L’elfo si fermò fissandolo incuriosito

“Ma se lo tengo addosso…insomma…potrei ma…”

“Stavo scherzando…” lo interruppe il ramingo ridendo “…nessun abito potrà mai comparare la bellezza del tuo corpo…spogliati e vieni da me…”

Legolas sorrise, lasciando ricadere le vesti a terra e scivolando sotto le coperte fino a raggiungere il compagno…

“Mmm…questo è bello…” mormorò, baciandogli le labbra mentre con le dita gli sfiorava le guance “…mi piace restare sdraiato sopra di te…sentire il tuo corpo sotto al mio…non sembri così pesante in questa posizione…”

“Ah…e così sono pesante?” gli sussurrò Aragorn ridendo debolmente mentre con una mano gli accarezzava i capelli “Non credere di essere poi così leggero Elfo…” aprì leggermente le gambe in modo che Legolas scivolasse tra di esse e iniziò a muovere il bacino contro il suo con estrema lentezza…

“Non ho mai detto di esserlo…” ribatté l’elfo inumidendosi le labbra “…ma di natura sono più leggero di te, Uomo…”

“Tu sei molte cose più di me…” sussurrò il ramingo sorridendo “…sei più abile, più veloce, più forte, più saggio e…” con le dita gli sfiorò il profilo del viso, come se lo stesse disegnando “…incredibilmente più bello…”

“È stato il mio aspetto che ti ha spinto ad aiutarmi quella sera?” gli chiese Legolas fissandolo intensamente.

“No…” rispose all’istante l’uomo “…è stata la disperazione nella tua voce e nei tuoi occhi…il modo in cui mi chiedevi delle spiegazioni…ed io avrei fatto qualunque cosa per non vederti più così…avrei dato e…darei ogni cosa per non vederti soffrire…”

“Allora non allontanarmi da te…” bisbigliò l’elfo disperatamente “…potrei sopportare ogni cosa ma non questo…”

“Legolas tu hai un altro destino…” mormorò Aragorn “…diverso dal mio…devi…scegliere un compagno che possa restarti accanto per l’eternità…qualcuno simile a te che potrà darti la felicità senza tempo che meriti…”

“Se volessi qualcuno uguale a me, tanto varrebbe restare solo…” ribatté subito Legolas chiudendo un istante gli occhi “…come potrei sentirmi completo? Tu sei tutto quello che mi manca…l’altra parte di me…come l’oro e l’argento, la notte e il giorno…come potrebbe il Sole continuare a risplendere all’infinito senza trovare riposo quando la pallida Luna prende il suo posto? Tu riesci a darmi questo riposo…il mio spirito, quando ti sono vicino, non è più in pena o alla disperata ricerca di qualcosa…come potrei scegliere qualcuno che non è in grado di darmi questo?”

“Perché con le tue parole riesci sempre a farmi dimenticare che quello che stiamo facendo è sbagliato?” sussurrò Aragorn prendendogli il volto tra le mani e baciandogli teneramente le labbra “Come fai a non farmi sentire in colpa per questo?”

“Forse perché non lo è…” bisbigliò Legolas fissandolo intensamente “…sbagliato è qualcosa che non si ritiene puro e perfetto e noi invece lo siamo…quello che proviamo è splendido ed unico…e nessuno potrà mai farmi credere il contrario…e non siamo colpevoli perché nessuno ha il diritto di giudicarci… ”

Il ramingo scosse la testa cercando di rispondere ma non ci riuscì, lo tirò a sé, baciandolo con incredibile ardore, tanto quanto ardevano quelle parole che si erano fatte strada nel suo cuore…

L’elfo si allontanò leggermente bisbigliandogli sulle labbra

“È una colpa credere nell’amore?”

 

Il silenzio della notte…il vento che soffiava tra le fronde degli alberi come a voler nascondere, con quel debole fruscio che creava, i sospiri della passione che però nessuno poteva udire…sotto le candide coltri, due corpi, diversi eppure così uguali, si stavano amando con ardore…un momento spinti dalla brama di possedersi e quello dopo cullati da affettuose e languide carezze…sguardi che rimanevano incatenati per attimi infiniti e mani che si cercavano per legarsi prima che l’estasi raggiungesse il suo apice…respiri profondi e teneri baci…solo per poi ricominciare a perdersi nel turbine del desiderio…

 

“Legolas…” sussurrò Aragorn, baciandolo in continuazione dal ventre fino a raggiungere le labbra “…hai detto che sono tuo…”

“Sì…sì lo sei…” gemette l’elfo spingendosi contro la gamba che il ramingo stava muovendo su di lui “…sei mio Aragorn…”

“Allora fammi tuo…” gli bisbigliò l’uomo all’orecchio e udì il sospiro sorpreso del compagno “…voglio sentirlo…voglio sentire di appartenerti…”

Legolas si ritrovò in pochi attimi tra le gambe del compagno, di nuovo disteso sopra di lui, lo guardò indeciso per un lungo momento poi le sue labbra si incurvarono in un sorriso…

“Ho paura di fare qualcosa di sbagliato…” sussurrò quasi imbarazzato.

“Non farai niente di sbagliato mio principe” rispose deciso Aragorn “Niente…”

L’elfo annuì e si chinò su di lui per baciarlo…avvicinò timidamente la mano alle sue labbra e il ramingò gli succhiò sensualmente due dita per poi continuare a fare lo stesso con la sua lingua, non appena Legolas allontanò la mano dalla sua bocca per sostituirla con le proprie labbra.

Aragorn sentì il proprio respiro farsi molto più rapido mentre le dita del compagno indugiavano tra le sue gambe…ma proprio allora l’elfo si fermò…

“Sei spaventato…” gli sussurrò Legolas “…riesco a vederlo nei tuoi occhi…”

“Nessuno mi ha mai toccato così prima d’ora…” bisbigliò il ramingo fissandolo “…ma nessuno mi aveva mai portato a desiderarlo così ardentemente…”

Legolas non allontanò mai lo sguardo dal suo volto, né mentre lo accarezzava intimamente e nemmeno quando i loro corpi si unirono…e si perse in quel momento di passione, rapito totalmente da quel calore che lo circondava…guardava il viso di Aragorn ogni singola volta che si spingeva nel suo corpo e quello che provava nel cuore sembrava aumentare ancora di più, come i battiti che tenevano il tempo del loro amore…ma poi, quello che sembrava potesse durare per sempre, finì, portandoli entrambi a quel piacere che bramavano…

Quando Legolas ricadde esausto sopra al corpo di Aragorn riuscì a pronunciare solo quelle parole…

“…ti amo…”

Dolcemente, come quella volta, mentre il ramingo era profondamente addormentato…e poi ancora…

“…ti amo…”

Prima di alzarsi leggermente per guardare il suo volto…

“…melin le Estel nîn…estel minai nîn…(ti amo mio Estel, mia unica speranza)”

Rimase in silenzio a lungo, poi sorrise…

“Perché tu non me lo dici?” gli chiese fissandolo intensamente, vide che Aragorn aveva aperto la bocca per rispondere ma gli appoggiò due dita sulle labbra per impedirglielo “Ma non occorre che tu lo faccia…lo vedo nei tuoi occhi…per questo voglio guardarti quando ci uniamo…riesco a vederlo ogni singolo istante…”

Aragorn non disse niente, limitandosi a sorridergli dolcemente prima di tirarlo a sé per un altro bacio…poi lo abbracciò, facendogli nascondere il viso contro il suo collo, lo tenne stretto a lungo, accarezzandogli la schiena…impedendogli così di alzarsi e di scoprire che i suoi occhi azzurri erano ricolmi di lacrime.

 

Lo so che vi state chiedendo (e se non  ve  lo state chiedendo ve lo dico comunque) il perché Haldir non si sia sconvolto nel vedere Legolas e Aragorn insieme…ecco…c’è un perché e ve lo spiego nel prossimo capitolo…questo per dirvi che non sono impazzita ad un tratto…hi hi hi…