.|. Legami Immortali .|.
1. Per il
Futuro di Gondor
~
Le onde del
mare si infrangevano sugli scogli e lambivano il manto di terra chiara che
si estendeva lungo la riva…quel profumo…quei rumori…così nuovi da sembrare
irreali…i raggi del sole si specchiavano sull’acqua e nel cielo i gabbiani
volavano lentamente…
“Lo temi?”
“Cosa?”
“Lo temi?”
Legolas si voltò e vide Aragorn avvicinarsi a lui.
“Temi il rumore del mare…perché?”
“Ricordi il messaggio che Gandalf mi portò da parte di Dama Galadriel?”
disse l’elfo guardando negli occhi il compagno “Oscure erano allora per me
le sue parole ed ancor poco significato hanno ora...mi disse…’Legolas
Verdefoglia, a lungo nella foresta hai vissuto con gioia. Guardati
dall’Onda! Se il gabbiano odi gridar sulla sponda, il tuo cuor più non
riposerà nella foresta’…cosa devo aspettarmi da tutto ciò?”
“Tu credi sia un presagio di morte…” rispose l’uomo sorridendo “…ma forse è
solo quello che avverrà un giorno lontano…quando niente ti legherà più a
questa terra…”
“Può essere…” sussurrò Legolas guardando la grande distesa blu davanti a sé
“…ma se questo corrisponde a verità…perché mi trovo qui? Non sono ancora
pronto a lasciare queste sponde…non voglio andarmene…non voglio lasciarti…”
“Ma forse devi farlo…” disse il ramingo “…dovrai lasciarmi un
giorno…qualcosa ti porterà lontano da me…ed io non potrò far altro che
lasciarti andare…”
“No…non lo farò mai Aragorn…” ribatté l’elfo, si guardò attorno e vide che
il compagno era sparito.
“Aragorn!” gridò.
“Aragorn!” ma la sua voce era debole e si perdeva nel rumore delle onde. Ad
un tratto due braccia gli cinsero la vita…si voltò e si ritrovò davanti il
volto sereno del ramingo…
“Sono qui Legolas…non ti lascerò mai andare…non permetterò che qualcuno ti
porti via da me…per nessuna ragione…tu sei legato a me…”
Legolas lo fissò intensamente ma poi chiuse gli occhi quando le labbra
dell’uomo sfiorarono le sue…per un lungo momento non sentì più il rumore del
mare o i canti dei gabbiani…l’unico suono era quello dei loro cuori che
battevano all’unisono…quando riaprì gli occhi si ritrovò disteso nella
sabbia ed Aragorn era sopra di lui…
“Ricorda Legolas…” sussurrò il ramingo “…ricorda quello che hai
vissuto…arriverà un tempo in cui il tuo passato plasmerà il futuro di tutti
noi…”
L’elfo alzò lo sguardo verso il cielo…verso il sole…una luce intensa e
accecante…era forte, troppo forte, già una volta l’aveva vista…ma non era
sdraiato a terra…era seduto su un albero…chiuse gli occhi
all’improvviso…altrimenti sarebbe caduto…e quando li riaprì tutto era
chiaro, sfumato…e poi quella voce dolce e melodiosa che lo chiamava…
“No!” gridò Legolas mettendosi seduto sul letto con gli occhi spalancati.
“Oh…mi dispiace…” disse Aragorn finendo di aprire le tende “…non volevo
svegliarti in questo modo…stai bene?”
“Sì, sì certo…” sussurrò l’elfo passandosi le mani sul viso “…stavo solo
sognando…” si mise in piedi, indossando una lunga vestaglia di velluto verde
“…vado a fare un bagno…”
“Posso venire con te?” bisbigliò sorridendo il ramingo mettendosi davanti a
lui.
“Perché me lo chiedi se già sai di non poterlo fare?” disse Legolas
fissandolo.
“Hai ragione…non posso…” disse l’uomo aggrottando le sopracciglia come se
solo in quel momento si fosse ricordato dei suoi impegni “…comunque…se
potessi verrei…”
“Lo so che verresti…” gli sussurrò l’elfo sulle labbra, sorridendo, prima di
dargli un bacio veloce ed allontanarsi.
~
Aragorn stava seduto sul suo trono in silenzio, era solo nella stanza, tutti
i Consiglieri se n’erano già andati, dopo la solita riunione del mattino…ma
quella volta c’era stato qualcosa di diverso, avevano affrontato quell’argomento
che per lungo tempo aveva cercato di evitare.
“Posso disturbarti?” disse Arwen avvicinandosi a lui.
“Certo…”
“Aragorn, dobbiamo assolutamente parlare di una cosa…” sussurrò la regina.
Entrambi uscirono in giardino e si sedettero su una delle panchine di marmo
tra gli alberi.
“E’ da diverso tempo che i Consiglieri mi fanno la stessa domanda ed io…non
so più cosa rispondere…” iniziò Arwen abbassando lo sguardo.
“Lasciami indovinare…” disse Aragorn respirando profondamente “…ti chiedono
quando nascerà l’erede al trono di Gondor…giusto?”
“Hanno parlato anche con te?” gli chiese l’elfo alzando gli occhi su di lui.
“Sì, poco fa...Arwen, io non so come…”
“E’ arrivato il momento…” lo interruppe la regina fissandolo “…dobbiamo dare
un erede a questo regno…”
Aragorn annuì
“Sai a cosa dovremo andare incontro, sai quello che…dovrai sopportare…sei
sicura di essere pronta? ”
“Devo esserlo ma…mi preoccupa maggiormente la reazione di Eomer...io non ho
mai affrontato con lui questo argomento…e tu?”
“Cosa?” chiese il ramingo soprappensiero.
“Hai mai parlato a Legolas di questo?”
“No…”
~
Passarono diversi giorni durante i quali i Consiglieri continuavano ad
insistere sia con il re sia con la regina…continuavano a dire che il popolo
aveva bisogno di assistere alla nascita del nuovo erede al trono e nessuno
dei due sovrani poteva dar loro torto, erano passati molti anni da quando
Aragorn era diventato re…
Quella mattina Eomer, re di Rohan, arrivò di nuovo a Minas Tirith e Aragorn
e Arwen lo accolsero con i soliti onori, come facevano ogni volta. Arrivò il
pomeriggio e re Elassar stava camminando lungo un corridoio per raggiungere
il Salone dei Re, ad un tratto sentì delle grida provenire da una stanza,
era la voce di un uomo…velocemente si incamminò in quella direzione e vide
Arwen uscire dalla stanza e richiudere in fretta dietro di sé la porta.
“Arwen ma cosa?” disse il ramingo ma poi sentì distintamente la voce di
Eomer…
“Torna qui! Non abbiamo finito di parlare! Arwen!”
La regina chiuse gli occhi fino a quando il suo compagno smise di gridare,
poi guardò Aragorn.
“Glielo hai detto?” le chiese il ramingo a bassa voce.
“Tu cosa credi?” rispose ironicamente lei “Andrà bene, non preoccuparti…è
solo la reazione dovuta alla sorpresa, gli passerà, sono sicura…tu l’hai
detto a Legolas?” vide l’uomo scuotere la testa “Aragorn! Devi farlo!
Adesso, non aspettare…”
“Lo so…” sussurro Aragorn “…lo farò…sto solo aspettando il momento giusto…”
~
Legolas era seduto sul letto, aveva addosso una tunica verde smeraldo molto
leggera e dei pantaloni di una tonalità più chiara, stava pensando…come
faceva oramai da giorni…quel sogno gli era rimasto impresso nella
mente…quelle parole…
‘Il tuo passato plasmerà il futuro di tutti’
Cosa significavano? Non riusciva a comprendere ed era la prima volta…la
prima volta che un sogno gli provocava quella strana sensazione…aveva paura
di quello che poteva succedere…
La porta si aprì e l’elfo si voltò verso quella direzione sorridendo…basta
pensare…
“Volevi restare solo per tutta la notte?” gli chiese Aragorn fissandolo
“Beh, non ci riuscirai!”
Legolas si alzò in piedi e si avvicinò a lui abbracciandolo, sentì le mani
dell’uomo accarezzargli la schiena e spalancò gli occhi per la sorpresa
quando dopo pochi istanti una di esse scese tra le sue gambe…
“Estel!” sussurrò sfiorandogli con le labbra il collo “Abbiamo così poco
tempo a disposizione?”
“Al contrario amore mio…” disse il ramingo guardandolo “…abbiamo tutta la
notte…faresti una cosa per me?”
L’elfo rialzò la testa annuendo e rimase ancora più stupito di poco prima
quando Aragorn si allontanò da lui, prese una sedia e la mise a una certa
distanza dalla parete…
“Appoggiati con la schiena al muro” disse sedendosi sulla sedia.
Legolas lo fissò per un attimo ma poi ubbidì, si mise contro la parete,
vicino alla finestra e rimase fermo ad osservare l’uomo seduto davanti a sé.
“Ricordi la notte che passasti nel giardino, quando tornasti da Bosco Atro,
diversi anni fa…quella notte tu mi vedesti mentre…” vide l’elfo annuire e
sorridere “…bene…ora faremo il contrario…”
“Cosa?” chiese Legolas spalancando gli occhi blu, ma aveva capito benissimo.
“Voglio guardarti…” sussurrò Aragorn “…voglio guardarti mentre raggiungi il
piacere…” notò lo sguardo stupito del compagno e sorrise “…andiamo…lo hai
già fatto…me lo hai detto tu stesso…”
“Sì ma…è diverso…non è la stessa cosa…io non…” il cuore dell’elfo batteva
con forza, non sapeva più cosa dire e si sentiva in imbarazzo come non lo
era mai stato “…tu non c’eri e…”
“Shh…non dire niente…” lo interruppe il ramingo “…chiudi gli occhi e ascolta
la mia voce…” quando vide gli occhi del compagno chiudersi lentamente
continuò “…apri la tunica…piano Legolas…piano…”
L’elfo rallentò i movimenti ma non riuscì a fare lo stesso con il suo cuore
che aumentò il ritmo.
“…ora fa scivolare le mani sul collo, lungo il petto…”
Legolas sentì un brivido lungo il corpo, ma non sapeva se era per le proprie
carezze o per la voce di Aragorn…gli stava parlando con quel tono così
sensuale che lo faceva bruciare…
“…toccati…”
A quella parola le mani dell’elfo si fermarono e i suoi occhi si aprirono di
colpo
“Estel non…”
“Sì che ci riesci…” bisbigliò il ramingo alzandosi dalla sedia e
avvicinandosi a lui, gli prese una mano e iniziò a muoverla insieme alla
propria tra le sue gambe “…vedi…lasciati andare…fallo per me…” lo guardò
negli occhi e vide crescere il desiderio…dovette usare una grande forza di
volontà per non cedere a quello sguardo…doveva resistere anche se avrebbe
voluto prenderlo tra le braccia ed amarlo…voleva imprimere nella memoria
ogni suo gesto, ogni suo sospiro, ogni suo gemito di piacere…perché quella
notte non ci sarebbe stato Legolas con lui…
Lentamente allontanò la mano da lui e notò che invece quella dell’elfo
continuava a muoversi…
“Mi ami?” gli chiese e vide le labbra del compagno aprirsi ma prima della
risposta uscì un sospiro di piacere…
“…ah…sì…”
“…continua…” e tornò a sedersi sulla sedia senza distogliere lo sguardo da
lui…era così bello…con una mano si accarezzava il petto mentre l’altra si
muoveva con lo stesso ritmo tra le sue gambe…sarebbe rimasto a guardarlo per
ore e sentiva la propria eccitazione crescere sempre di più…poi sentì la sua
voce…
“…Aragorn…ti prego…”
Sapeva benissimo che quella era una richiesta…chiedeva il suo permesso per
andare oltre…
“…aprili…toccati…” sussurrò.
Aprì la bocca quando vide Legolas stringere il pugno su di sé e aumentare il
ritmo dei movimenti, aveva appoggiato la testa al muro e lo stesso aveva
fatto con l’altra mano…
“…edro hin le (apri gli occhi)…tiro na nin (guardami)…”
L’elfo lo fece e l’espressione che vide sul volto del compagno lo fece
tremare tanto che dovette fermare la mano per qualche istante per non
perdere subito il controllo…
“…guardami…mostrami quello che provi per me…mostrami quello che
senti…mostrami tutto quanto…”
…la voce del ramingo gli rimbombava nella testa tanto quanto il suo cuore…
“…più forte Legolas…voglio sentire la tua voce…voglio sentire i tuoi
sospiri…”
…sentiva gli occhi dell’uomo su di sé, quando non erano fissi nei suoi,
quando scendevano lungo il suo corpo…non resisteva più…
“…Estel…” sussurrò “…Estel…”
Ma l’uomo non gli rispose…era troppo…iniziava a sentire i brividi del
piacere farsi sempre più forti…
“…ti prego…”
Aragorn tenne gli occhi fissi in quelli blu dell’elfo…sapeva cosa voleva…
“Ti amo Legolas…” disse e sentì un gemito più alto uscire dalle sue labbra
“…adesso…”
Strinse la mani sui braccioli quando vide l’elfo alzare un braccio e
afferrare la pesante tenda di velluto accanto a sé…trattenne il respiro
mentre invece quello del compagno diventava più veloce…socchiuse le labbra
nello stesso momento di Legolas e lo sentì gemere il suo nome mentre,
inarcando la schiena, raggiungeva la più alta vetta del piacere…
Aragorn lasciò che l’aria entrasse ancora nei suoi polmoni ma rimase in
silenzio, in attesa che l’elfo riprendesse il controllo del proprio corpo e
si accorse che i suoi occhi intensi erano ancora fissi su di lui, poco prima
non l’aveva notato, si era perso nei suoi sospiri…Legolas lo stava
guardando…
“Non era così difficile…” sussurrò mentre il compagno si sistemava gli
abiti.
“Spero ti sia piaciuto…” disse l’elfo sorridendo.
“Moltissimo…” rispose il ramingo guardandolo dolcemente, appoggiò i gomiti
sulle ginocchia passandosi le mani sul viso “…mi piace vedere un principe
degli Elfi mettere da parte il suo orgoglio e i suoi pudori per…” si fermò
un attimo per trovare le parole adatte e poi si ricordò di una cosa “…un
semplice ramingo come me…”
“Tu non sei un semplice ramingo!” disse Legolas alzando la voce e
avvicinandosi a lui lentamente “Tu sei Aragorn, figlio di Arathorn…” si
fermò davanti all’uomo con le braccia lungo i fianchi e le gambe aperte “…si
deve a te la loro alleanza…”
Il ramingo sorrise quando vide l’espressione del compagno…la stessa che
aveva allora, al Consiglio di Elrond, quando Boromir l’aveva chiamato in
quel modo…
“Aragorn?” sussurrò cercando di imitare il tono di voce che aveva usato il
cavaliere quel giorno “Questo è l’erede di Isildur?”
“Ed erede al trono di Gondor!” disse subito l’elfo guardandolo negli occhi.
Aragorn non riuscì a trattenersi
“Havo dad!” gli mise le mani sui fianchi e lo tirò sopra di sé,
costringendolo a sedersi sulle sue gambe “Legolas!”
L’elfo gli mise le braccia attorno al collo baciandolo ardentemente, sentiva
distintamente sotto di sé l’eccitazione del compagno ma ora toccava a lui
giocare...
“Im aniron le a’maelamin (Ti voglio amore mio)” gli sussurrò Aragorn prima
di iniziare a baciargli il collo “Mir nin (Mio tesoro)” con la lingua
tracciò il profilo della collana che portava fino a raggiungere l’anello che
gli aveva donato…
“Non…non avete sentito ciò che ha detto Re Elrond…” disse Legolas sorridendo
quando, abbassando lo sguardo vide le labbra del compagno sfiorare il dono
prezioso “…l’Anello deve essere distrutto…” avvicinò una mano per toccarlo
ma il ramingo gli prese entrambi i polsi portandoglieli dietro la schiena.
“E suppongo che sarai tu a farlo...” ribatté Aragorn, imitando la voce di
Gimli “…sarò…”
“Togliti tutti quei vestiti e vieni a letto!” lo interruppe l’elfo
fissandolo intensamente.
Il ramingo non riuscì a trattenere una risata, lasciò i polsi del compagno e
lo guardò per un attimo mentre si spogliava completamente e si infilava
sotto le coperte.
“Me la ricordavo diversamente la fine del Consiglio…” sussurrò lasciando
cadere a terra la tunica.
“Forse non hai prestato abbastanza attenzione!” rispose Legolas allungando
le mani e abbassando i pantaloni dell’uomo, non riuscì a fare a meno di
guardare per un istante il corpo del ramingo e quando rialzò lo sguardo su
di lui, lo vide sorridere dolcemente…
Aragorn avvicinò il viso a quello del compagno, inginocchiandosi sul letto…
“Hai la mia spada…” gli bisbigliò sulle labbra sensualmente.
“E tu il mio arco…” rispose sorridendo Legolas prima di tirare l’uomo contro
di sé e baciarlo. Sentì che il ramingo stava iniziando a muoversi contro di
lui e lo allontanò…
“Siediti tra le mie gambe…” gli disse, si aspettava qualche domanda e invece
Aragorn lo fece senza dire una parola “…appoggiati contro di me…” lo strinse
a sé per un lungo momento, baciandogli il collo e le spalle.
“Cosa vuoi farmi, principe di Bosco Atro?” gli chiese il ramingo girando la
testa per raggiungere ancora le sue labbra.
“Assolutamente niente, re di Gondor…” rispose Legolas baciandogli la fronte
“…resterò solo a guardare…”
Aragorn aprì gli occhi di colpo e guardò il volto del compagno…voleva
prendersi la rivincita…sorrise perché sapeva benissimo, conoscendolo e
conoscendosi, che ci sarebbe riuscito…
“Legolas…”
“Shh…baw pedo...tyava rhaw le (non parlare…senti il tuo corpo…)” gli
bisbigliò l’elfo dolcemente.
“Adoro sentirti parlare nella tua lingua” disse il ramingo girandosi ancora
verso di lui “Usi un tono così dolce e le tue labbra si muovono in un modo
così sensuale…ultimamente non lo fai spesso e…” si fermò quando l’elfo gli
prese una mano e se l’avvicinò alla bocca…chiuse gli occhi e sentì la sua
lingua muoversi sul palmo e tra le dita…
“Si Estel…rhaw le can le…ha boe le…penio ha lain (Adesso Estel…il tuo corpo
ti chiama…ha bisogno di te…liberalo…)”
“Oh Valar…” gemette Aragorn chiudendo gli occhi e appoggiando la testa sulla
spalla del compagno, senza riuscire più a trattenersi fece scivolare una
mano lungo il proprio corpo e iniziò a muoverla velocemente su di sé…si
sentiva bruciare…e il respiro di Legolas vicino al suo orecchio lo mandava
completamente in estasi…
“Lasto beth nin…Im tyava le…Im tyava hun le…(Ascolta la mia voce…Ti
sento…Sento il tuo cuore…)”
Il ramingo mosse la mano libera cercando disperatamente quella del compagno
e quando la trovò, la strinse con forza nella sua…
“Im aniron tirion le tintila vee’ min lass nedh i sul (Voglio vederti
tremare come una foglia nel vento)”
Legolas sentì contro di sé il corpo di Aragorn muoversi con forza mentre il
suo respiro diventava più frequente…lo udì bisbigliare qualcosa…ma erano
parole senza senso…si stava perdendo…
“Im melin le a Im melithon le tenna’ i methed ned lu (Ti amo e ti amerò fino
alla fine dei giorni)”
E a quella frase l’uomo perse ogni controllo e il piacere lo raggiunse
prepotentemente…quando sentì il proprio cuore ritornare a battere
normalmente udì la voce di Legolas…
“Maelui…(Lussurioso)” sussurrò sorridendo l’elfo “Tiro (Guarda)”
Aragorn rialzò leggermente la testa e poi si appoggiò di nuovo al compagno
sospirando.
“Domani faremo cambiare le lenzuola…non sarebbe certo la prima volta…”
“No, certo, credo che questo letto sia stato rifatto più di tutti gli altri
del castello messi insieme…” aggiunse Legolas ed entrambi si misero a
ridere.
Il ramingo si voltò, spostandosi in modo che le posizioni si invertissero…
“Non immagini che scuse devo inventarmi ogni volta…” disse stringendo il
compagno tra le braccia e lo sentì ridere di nuovo…rimase in silenzio per un
lungo istante, era arrivato il momento…aveva cercato di trovare le parole
più adatte ma non ce n’erano…doveva semplicemente dirgli la verità…ma perché
si sentiva così male al solo pensiero?
“Legolas, devo dirti una cosa…” iniziò Aragorn facendo un profondo respiro
“…e ti prego di ascoltare le mie parole fino alla fine…”
L’elfo annuì, non capiva cosa poteva essere e perché l’uomo usava un tono
così serio, tutto andava bene, a palazzo e nel regno, da molti anni ormai
tutti vivevano in pace ed armonia…
“Sono passati diversi anni da quando Arwen ed io ci siamo uniti in
matrimonio, quel giorno ci siamo promessi di restare insieme per il bene di
Gondor ed ora dobbiamo assicurare pace e serenità al regno anche per il
futuro…il nostro popolo ha bisogno di sapere su chi contare quando io non ci
sarò più, ha bisogno di vedere chi prenderà il posto di re…io…Arwen ed io
dobbiamo…” strinse le labbra, non riusciva a continuare, cercava di guardare
il volto dell’elfo ma non poteva “…dobbiamo unirci per dare la vita al
futuro re…il mio erede…”
Legolas guardava fisso davanti a sé…lo sapeva…l’aveva sempre saputo che quel
momento prima o poi sarebbe arrivato…doveva accettarlo, non poteva fare
altro…
“Posso parlare adesso?” sussurrò.
“Sì Legolas…” rispose a bassa voce l’uomo.
“Io ti resterò accanto, qualunque cosa succeda…è un tuo dovere ed in me
troverai l’appoggio che hai bisogno, non ti ho mai biasimato, per nessuna
delle tue azioni, e non inizierò adesso…se vorrai, ti aiuterò a crescere…”
si bloccò per qualche istante come se non riuscisse a pronunciare quelle due
semplici parole “…tuo figlio, gli insegnerò tutto quello che conosco e lo
amerò come amo te…ti chiedo solo una cosa…deve vivere con la consapevolezza
che, nonostante tutto, la sua nascita era desiderata…deve sapere di essere
venuto al mondo per amore…”
“Legolas…perché dici così?”
“Perché…non è colpa sua…quello che è successo in passato tra tutti noi, non
deve pesare su di lui, non voglio che passi la vita chiedendosi lo scopo
della sua esistenza, domandandosi se essere l’erede al trono di Gondor è
l’unico motivo della sua venuta tra noi…”
Aragorn si spostò di lato e accarezzò il volto del compagno e allora notò
che i suoi occhi erano velati di lacrime…non riusciva a comprenderne il
motivo ma sapeva che non c’era più bisogno di parlare ancora…
“Ti amo…” gli sussurrò e lo strinse a sé, sdraiandosi sotto le coperte.
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