.|. Il Patto .|.

Capitolo 8

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Ed infine anche l’Oscurità si dileguò per dare spazio ad una nuova luce e ad una nuova speranza. Frodo, insieme a Sam, giunse fino nel Monte Fato e lì distrusse l’Unico Anello e con esso il Male che regnava incontrastato nelle Terre di Mordor. Sauron, l’Oscuro Signore, nemico dei Popoli Liberi della Terra di Mezzo venne annientato per mano della creatura più improbabile che potesse esistere…ma che sola, sostenuta soltanto dall’amicizia, era riuscita a ridare la Vita al Mondo. Gli Uomini si prepararono così ad affrontare il futuro che avevano di fronte e nei due regni, Gondor e Rohan, vennero proclamati i nuovi sovrani…Aragorn, figlio di Arathorn, ultimo discendente dei Dúnedain ed Eomer, figlio di Éomund, nipote di Théoden che era perito in battaglia.

A Minas Tirith, Re Elassar radunò tutti i suoi uomini, amici e compagni, che avevano affrontato la Guerra dell’Anello e diede a Faramir, capitano e figlio del sovrintendente di Gondor, l’onore di governare sull’Ithilien. Per giorni il Re sedette sul suo trono, tenne consigli e pronunciò sentenze, cercando di dare un ordine a quel regno che era stato sull’orlo della rovina…e tutti, con lui, attesero il momento in cui, al suo fianco, sarebbe stata incoronata la nuova regina…

 

Era giugno e la calda brezza serale muoveva gentilmente gli abiti e i capelli degli ospiti presenti a Minas Tirith…la cena era da poco terminata e tutti i vecchi amici si preparavano a passare qualche ora di assoluta tranquillità in attesa del riposo. Gli hobbit della Contea erano seduti ad un tavolo insieme a Gandalf, rimembrando allegramente gli anni passati…alcuni Uomini di Rohan circondavano il loro Re e sua sorella Eowyn che discutevano con Faramir, mentre Gimli, l’unico Nano presente a palazzo, teneva tra le mani un grande calice di birra, bevendo di tanto in tanto, lunghi sorsi, standosene comodamente seduto su di un muretto…in piedi al suo fianco, anch’esso unico rappresentante del suo popolo fino a quel momento, Legolas, il principe erede al trono di Bosco Atro, parlava con l’amico, ridendo divertito alle sue battute riguardanti le donne del posto.

 

“È come ti dico io, Mastro Elfo…” esclamò Gimli guardandosi attorno “…queste donne non sono poi diverse da quelle della mia razza…tutte uguali…non si differenziano l’un l’altra…posso forse dirti che Dama Eowyn può distinguersi dalla altre…ma è solo un parere personale…”

Legolas alzò lo sguardo in direzione della dama di Rohan e accennò un sorriso.

“…ma lascia che ti dica anche un’altra cosa amico mio…” continuò il nano bevendo un altro lungo sorso “…il mio cuore ha sussultato solo di fronte alla splendida Dama del Bosco D’Oro e non nego il desiderio di poterla rivedere un giorno…”

“Allora il tuo desiderio sarà presto esaudito…” mormorò Legolas appoggiando le mani sul muretto e sedendosi a sua volta “…gran parte del mio popolo sta giungendo qui e Dama Galadriel è di certo tra loro…”

Gimli inizio di colpo a tossire, colpendosi il petto con una mano…

“Se questo è uno scherzo…” bofonchiò cercando di riprendere fiato “…te la farò pagare cara…”

“È la verità…” rispose l’elfo ridendo “…ma lo potrai constatare con i tuoi occhi tra qualche giorno…”

Gimli gli lanciò un’occhiata titubante ma poi si rimise a bere la birra e Legolas notò un sorriso stampato sul suo volto.

 

“I miei amici si stanno divertendo a quanto vedo…”

 

A quella frase l’elfo e il nano si voltarono e videro Re Elassar avvicinarsi lentamente a loro con addosso una lunga tunica blu, come il cielo che si stendeva sopra di loro, e sul capo la corona dorata.

“…e la cosa non potrebbe rendermi più felice…”

Legolas lo guardò negli occhi, sorridendogli dolcemente e lo stesso fece Aragorn, fermandosi davanti a lui.

“Forse un giorno mi abituerò a chiamarti…‘vostra maestà’…” disse Gimli alzando il boccale di birra verso di lui “…ma fino ad allora…permettimi di brindare a te come l’amico che ha combattuto al mio fianco e molte volte mi ha salvato la vita…”

“Io non sono altro che quello…” ribatté Aragorn appoggiandogli una mano sulla spalla “…e sono fiero di esserlo, Mastro Nano…”

“Bene…allora Aragorn…” continuò Gimli lasciandosi scivolare a fatica giù dal muretto “…permetti che beva ancora un boccale della tua birra…la mia gola è secca come quei giorni passati a rincorrere gli Uruk-Hai nelle distese di Rohan…”

“Quello che è mio…” rispose l’uomo sorridendo “…è anche dei miei amici…dovrai solo dividerla con gli altri hobbit…”

“Mmm…” mugugnò Gimli incamminandosi verso le botti “…è questa la cosa che mi preoccupa…”

Aragorn e Legolas si misero a ridere, osservando il nano che si stava allontanando… quando rimasero soli, il Re di Gondor si voltò verso il compagno continuando a sorridere, abbassò lo sguardo e, con le dita, iniziò a sfiorare le cosce dell’elfo, disegnando ricami immaginari.

“Qualcuno potrebbe incuriosirsi ai tuoi gesti…mio signore…” sussurrò Legolas sorridendo, muovendo le gambe a fianco di quelle dell’Uomo.

“Nessuno ormai presta più attenzione alle mie azioni…” disse Aragorn, chiudendo però i pugni e appoggiandoli a fianco della sua vita, sul muretto “…ero una novità tempo fa…ora sono diventato un’abitudine…”

“Io però sono molto legato alle mie abitudini…” mormorò l’elfo incrociando il suo sguardo e vide il compagno ridere nuovamente…gli appoggiò una mano sulla spalla poi, velocemente la fece scivolare sul suo petto, continuando a fissarlo intensamente “…questo corpo…è tuo?”

Aragorn inclinò la testa lateralmente, guardandolo incuriosito da quella domanda

“Sì…” rispose quasi con una punta di insicurezza nella voce “…perché?”

“Allora pretendo di trovarlo, senza abiti addosso, nel mio letto, questa notte…” bisbigliò sensualmente Legolas senza allontanare lo sguardo da lui “…e non ammetto scuse…”

Il Re di Gondor spalancò la bocca divertito e con le dita iniziò a sfiorare le mani del compagno, appoggiate accanto alle sue.

“Devo forse ricordarti che sono il Re…” rispose sorridendo “…e che non prendo ordini da nessuno…”

“Sì ma…hai anche detto che ciò che è tuo…è anche dei tuoi amici…” sussurrò l’elfo passandosi la lingua sulle labbra “…io sono tuo amico…quindi…” si rialzò maggiormente sulla schiena e avvicinò il volto a quello dell’uomo “…il tuo corpo è mio…tu sei mio…e se sei una mia proprietà posso fare di te ciò che voglio…”

Aragorn strinse le labbra quando, a quelle parole, il fuoco gli esplose nelle vene, riusciva a vedere chiaramente il desiderio negli occhi di Legolas, lo stesso desiderio che lui stesso sentiva e che lo faceva restare sveglio la notte…da quando era diventato sovrano di Gondor non aveva più potuto giacere con l’elfo, tutte le attenzioni erano puntate su di lui e non poteva rischiare di far scoppiare uno scandalo…per giorni si erano scambiati solo dei baci veloci e delle carezze…non riusciva più a resistere ma…non era ancora il momento…prima doveva fare una cosa…

“Legolas…io…devo dirti…” fece un profondo respiro prima di continuare “…ho preso una decisione…” vide lo sguardo preoccupato del compagno e chiuse un istante gli occhi “…io…voglio che Arwen sappia quello che c’è tra noi…voglio rivelarle quello che provo per te…e glielo dirò non appena giungerà qui, prima che i festeggiamenti per il…matrimonio…abbiano inizio…”

“Sì…credo…credo sia corretto…” sussurrò Legolas annuendo ma qualcosa gli diceva che l’uomo non aveva ancora terminato ed infatti, dopo aver respirato profondamente, Aragorn continuò…

“…e fino ad allora…fino a quando Arwen saprà la verità…credo sia meglio che tra noi due non ci sia niente…di fisico intendo…”

Legolas spalancò per un istante gli occhi, rimanendo a bocca aperta poi abbassò lo sguardo…

“…beh…io…credo che…che anche questo sia corretto…”

“So che sarà difficile…” mormorò Aragorn cercando di incrociare i suoi occhi “…al solo pensiero di passare ancora un solo giorno senza di te mi sento esplodere ma…siamo stati…lontani fino ad ora, da quando siamo venuti a Minas Tirith…e non mi sembra giusto passare le notti con te in questo posto quando lei crede che…”

L’elfo rialzò lo sguardo su di lui annuendo

“D’accordo…io…rispetto Arwen e rispetto te…come rispetto le tue scelte…”

Aragorn gli sorrise ma poi lo guardò perplesso quando vide il compagno fare un gesto con la mano come per allontanarlo…

“Cosa…?”

“Devo…devo scendere…e ci sei tu davanti…” rispose Legolas “…fa qualche passo indietro altrimenti ti verrò addosso…”

Il Re di Gondor indietreggiò lentamente e osservò il compagno scendere dal muretto

“Legolas…con questo non significa che non dobbiamo più sfiorarci…io intendevo…”

“Se…ti sfioro…” lo interruppe l’elfo fissandolo “…perderò quel pochissimo controllo che mi è rimasto e finirei col gettarti a terra, strapparti gli abiti e…” ma si fermò all’istante quando il solo pensiero di quelle azioni gli provocò una forte ondata di calore in tutto il corpo, chiuse gli occhi, riaprendoli poco dopo, cercando di controllare il proprio respiro “…buonanotte…” si voltò e fece qualche passo ma poi si fermò “…quando giungerà Arwen?”

“Gandalf dice che saranno qui tra…una settimana…” rispose Aragorn abbassando la voce come se fosse sconvolto lui stesso, quando pronunciò quelle ultime parole.

“…una settimana…” ripeté sussurrando Legolas, si passò una mano sul viso, sospirando, poi velocemente si allontanò.

 

I giorni passarono, ma ad Aragorn e Legolas sembravano lunghi ed interminabili. Il principe di Bosco Atro cercava in ogni modo di stare lontano dal compagno anche se, in alcune occasioni, come i pranzi e le cene, era impossibile…e lì, seduti al grande tavolo, i loro sguardi si trasformavano in calde carezze che però non facevano altro che portare i loro corpi in uno stato dal quale non avrebbero trovato pace.

Quella sera, Legolas salì le scale di una delle torri del palazzo e, dall’alto delle mura, osservò Gondor, il regno di Re Elassar, l’Uomo al quale aveva donato se stesso e il suo amore…chiuse gli occhi e pensò alle proprie Terre, Bosco Atro, e a come avrebbe potuto reagire suo padre, il buon Re Thranduil, alla rivelazione che suo figlio aveva perso la testa per un Mortale…già una volta la sua mente si era soffermata su quella possibilità ma allora era solo un vago sogno…ora era la realtà…una realtà ancora incerta sotto certi punti…ma pur sempre una realtà…così si ritrovò ad immaginare il suo futuro, a fianco di Aragorn…insieme avrebbero potuto vivere come Re di Uomini ed Elfi…sorrise dolcemente e un soffio di vento gli scompigliò i capelli…ad un tratto sentì la presenza di qualcuno…due braccia gli cinsero con forza la vita tirandolo all’indietro…una mano si fermò sul suo ventre mentre l’altra salì sul petto, accarezzandolo…e sentì accanto all’orecchio quel sospiro…

“Cosa fai?” chiese l’elfo appoggiando le mani su quelle del compagno.

“Mi sto avvicinando al mio fuoco…” sussurrò Aragorn baciandogli la guancia “…sto cercando il mio calore…”

“Non avevi detto che…”

“Sì ma…ho cambiato idea…” lo interruppe l’uomo stringendolo a sé “…non resisto…è troppo che…”

“Quanti giorni sono passati da quando hai preso questa decisione…sire?” mormorò sorridendo Legolas e sentì il sospiro rassegnato del compagno…

“Due…”

“Due…” ripeté l’elfo voltandosi lentamente verso di lui per guardarlo negli occhi “…voi Uomini avete una grande forza di volontà…non comprendo come avete mai fatto a…”

Aragorn però non lo lasciò finire, lo spinse contro il muretto baciandolo con ardore e assaporando intensamente quelle labbra come da tempo non riusciva a fare. Legolas si sedette, aprendo le gambe e attirando con esse il compagno vicino a sé…quando il bacio finì, si rilassò appoggiando le mani sulle sue spalle e sorrise appena l’uomo gli afferrò la vita in un gesto protettivo, guardando di sotto nel vuoto.

“Non ho intenzione di buttarmi…vostra maestà…” gli sussurrò ma il Re di Gondor non allentò la presa.

“Beh…se lo facessi avresti sulla coscienza il mio regno perché io ti seguirei…” rispose Aragorn fissandolo intensamente.

Legolas lo guardò sorridendogli dolcemente poi con una mano gli accarezzò il viso, sfiorando con le dita la corona d’oro sulla sua testa…

“Hai già deciso cosa dirai ad Arwen?”

Il Re di Gondor sospirò, voltandosi e appoggiandosi al muretto tra le gambe del compagno, gli prese le mani e se le porto sopra le spalle, unendole insieme alle proprie sul petto…

“Le dirò la verità…” sussurrò, giocando dolcemente con le sue dita “…ma non so ancora come…io non voglio che soffra anche se sarà inevitabile…io tengo a lei, in un certo senso posso dire di amarla anche se di un amore completamente diverso da quello che provo per te…”

“Arwen è forte…riuscirà ad accettarlo anche se ci vorrà del tempo…” disse Legolas “…e quando giungerà nelle Terre Immortali le sue pene saranno alleviate…”

Aragorn annuì e gli baciò il dorso della mano poi, sorridendo, si voltò nuovamente verso di lui…

“Sai una cosa…” iniziò fissandolo intensamente “…forse non dovrei credere a tutte le tue parole…” vide l’espressione stupita dell’elfo e continuò “…una volta mi hai detto che potevo entrare nel fuoco ed uscirne senza rimanerne scottato…” gli mise le mani sui fianchi e lo tirò a sé “…beh ti sbagliavi…io mi sono gettato tra le fiamme…” gli prese le braccia e se le portò sulle spalle “…e ho lasciato che mi avvolgessero…” mise le mani sotto le sue cosce e gli unì le caviglie dietro di sé “…che mi bruciassero…dalla corteccia fino alle radici…” si strinse a lui, abbracciandolo con forza e posando la fronte contro il suo collo “…e mi sono unito a loro…completamente…”

Legolas sorrise, accarezzandogli la schiena e baciandogli con dolcezza la fronte

“Ed ora quel fuoco sta ardendo più alto che mai…grazie a te…”

Aragorn rialzò la testa e lo fissò sorridendo

“Come è successo Legolas?” gli sussurrò “Come abbiamo fatto a perdere la testa l’uno per l’altro?”

L’elfo gli mise le mani dietro la testa e lo tirò a sé, baciandolo teneramente…

“Vuoi proprio saperlo?” e lo baciò di nuovo con più ardore…

“A dir la verità…” gli bisbigliò sulle labbra l’uomo “…no…mi interessa di più un’altra cosa…” e velocemente lo prese tra le braccia, rialzandolo dal muretto e incamminandosi verso la porta per ridiscendere.

“…Aragorn!...” esclamò sorpreso Legolas ridendo e stringendosi a lui “…mettimi giù…sei il Re…qualche guardia potrebbe vederci…”

Aragorn lo lasciò scivolare a terra sorridendo ma afferrandogli una mano

“Anche tu sei un Re…” ribatté “…un grande Re degli Elfi ed in questo caso…io sono solo un tuo umile suddito…”

“Allora…suddito…” disse l’elfo divertito “…il tuo sovrano ti ordina di passare la notte con lui nel suo letto…” si avvicinò di più al compagno e gli sussurrò sulle labbra “…e di scaldarlo col tuo corpo…”

“Non sono degno di un simile onore…vostra maestà…” mormorò Aragorn sfiorandogli la fronte con la propria “…ma se insistete…accetterò questo immenso dono e cercherò di rendermi all’altezza della fiducia che riponete in me…mio signore…”

“Parli bene…” disse sorridendogli Legolas, avvicinò le labbra alle sue fino a sfiorarle ad ogni parola “…questa notte vedremo se la tua bocca e altrettanto capace…in altre situazioni…”

Aragorn sorrise maliziosamente e senza dargli il tempo di allontanarsi lo strinse a sé baciandolo intensamente…poi insieme scesero le scale…ma nessuno dei due si accorse di un ombra che, velocemente, scivolò via verso l’altra torre.