.|. Il Patto .|.

Capitolo 3

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Quando giunsero in prossimità dell’accampamento videro Gimli in piedi con l’ascia tra le mani, come pronto a sferrare un attacco…entrambi, senza attendere un solo istante si precipitarono verso le proprie armi ma poi rimasero immobili ad osservare…un vecchio, appoggiato al suo bastone, era fermo non molto distante da loro…Aragorn guardò velocemente i propri compagni poi si mise in piedi

“Avvicinati e riscaldati” disse fissando quella figura “Cosa possiamo fare per te?”

Ma improvvisamente Legolas voltò la testa

“I cavalli!” esclamò “I cavalli sono scomparsi!” 

I tre compagni rimasero a lungo in silenzio con lo sguardo perso nell’oscurità fino a quando Gimli si rannicchiò di nuovo accanto al fuoco bofonchiando tra sé

“Ancora a piedi dunque…”

“Non riusciremo a trovarli…” sentenziò Aragorn rimettendosi in spalla il mantello che aveva lasciato accanto alla coperta “…non ci resta che riposare fino a quando ci è possibile…monterò io la guardia…” poi abbassò la voce “…ho bisogno di riflettere…” e si sedette a sua volta vicino al fuoco.

Legolas lo guardò qualche attimo poi prese una delle coperte e si sdraiò, voltandosi su un fianco…da quel punto poteva vedere il volto del ramingo illuminato dalle fiamme e sentì un tuffo al cuore quando la sua mente ritornò a quello che era successo poco prima…gli aveva donato il proprio corpo…ma non gli aveva detto la verità…mai prima d’ora si era spinto fino a quel punto, anche se aveva avuto alcuni amanti a Bosco Atro…e lì, lui era il principe, poteva avere ciò che desiderava, però non si era mai concesso completamente a qualcuno di loro…ma con Aragorn qualcosa era diverso, forse era la situazione di pericolo costante ad abbassare ogni inibizione…potevano morire all’improvviso e questo li portava a cogliere ogni attimo come se fosse l’ultimo…poteva essere questo sì…oppure quello che aveva fatto, poteva avere a che fare con quello che sentiva nel cuore quando gli stava vicino…vide Aragorn strofinarsi le mani per scaldarle e poi dirigerle verso il fuoco e sentì un forte desiderio di sentire nuovamente quelle mani su di sé…subito chiuse gli occhi, non si sarebbe mai addormentato tenendoli aperti con quella visione davanti e lentamente il sonno lo rapì…

Aragorn si portò le mani sul volto, sorridendo quando sentì il calore e all’improvviso il suo sguardo ricadde sull’elfo steso poco distante dal fuoco…avrebbe desiderato sentire le sue mani invece delle proprie…scosse la testa ma non riuscì a smettere di guardarlo…forse entrambi avevano perso la ragione per comportarsi in quel modo…cosa avrebbe detto alla sua amata Arwen, se fosse sopravvissuto alla missione? Ma era proprio quel ‘se’ probabilmente la causa...da quando era partito da Rivendell, non aveva più avuto nessuna sicurezza…ma Legolas gli dava una speranza…sapeva di poter contare sulla loro amicizia e su…quello che era nato in quei giorni…sicuramente era solo una forte attrazione che col tempo sarebbe svanita ma in quel momento era importante perché esisteva…era una cosa sicura in mezzo a milioni di domande…aveva la sicurezza che se avesse avuto bisogno di qualcuno, Legolas ci sarebbe stato, e lo stesso valeva per lui…gli avrebbe donato tutto quanto se lo avesse chiesto…e questo un poco lo spaventava ma sentiva che era così…

Quei pensieri presero il sopravvento su tutto quanto per lungo tempo, come se il dover proseguire di nuovo a piedi non fosse più un problema…ad un tratto si accorse che il fuoco si stava spegnendo, così gettò dell’altra legna e si avvicinò all’elfo, inginocchiandosi di fianco a lui, in modo da poter vedere il suo viso…il suo turno di guardia era finito, doveva svegliare Gimli ma…voleva toccare Legolas…gli accarezzò lentamente i capelli poi con le dita gli sfiorò appena la fronte e le sopracciglia che erano leggermente aggrottate…chissà cosa stava sognando? Sorrise quando ripensò alle volte che l’aveva visto dormire con gli occhi aperti come spesso faceva il suo popolo…gli era sempre sembrato strano, quasi inquietante, non riusciva a capire come potesse riposare in quel modo…bloccò di colpo la mano, trattenendo il respiro quando l’elfo mosse la testa per poi appoggiare di nuovo la guancia sulla coperta…così, con il dorso della mano gli accarezzò la guancia opposta per poi sfiorargli il profilo dell’orecchio con l’indice fino a raggiungere la punta…sentì un debole sospiro uscire dalle labbra di Legolas ma non gli diede peso e ripeté quel gesto più volte, sorridendo…a volte aveva guardato Arwen dormire ma non aveva mai sentito quel bisogno fortissimo di toccarla, di sentire la sua pelle…sentì di nuovo un sospiro dell’elfo e lo fissò incuriosito quando lo vide stringere la mano sulla coperta…possibile che sentisse quelle carezze? Gli sfiorò di nuovo l’orecchio e Legolas socchiuse le labbra appoggiandole alla propria mano e stringendo ancora più forte la stoffa…

“…sì…”

Aragorn spalancò per un istante gli occhi quando udì quel gemito e un sorriso malizioso comparve sul suo viso…lanciò un occhiata a Gimli che era ancora profondamente addormentato, poi si chinò sull’elfo ripetendo con le labbra quello che poco prima aveva fatto con le dita…e notò che il compagno si era voltato quasi completamente sullo stomaco e aveva iniziato a muovere lentamente il bacino contro il terreno mentre il suo respiro diventava sempre più affannoso…il ramingo sorrise nuovamente ma sapeva che quello non era né il momento né il luogo adatto per mettere alla prova la nuova scoperta che aveva fatto così gli sussurrò all’orecchio…

“Legolas…svegliati…”

Ottenne solo un altro sospiro così alzò leggermente la voce

“Legolas…avanti svegliati…”

Improvvisamente l’elfo aprì gli occhi mettendosi a sedere e rimase sbalordito ad osservare il viso dell’uomo che nel frattempo si era allontanato…

“Cosa…” mormorò cercando di riprendere fiato ma subito si accorse di qualcosa e si ricoprì velocemente le gambe con il mantello, rialzando poi lo sguardo su Aragorn.

“Stavi sognando qualcosa di…bello?” gli chiese il ramingo fingendosi all’oscuro di tutto “Dai tuoi sospiri e dai tuoi movimenti devo presumere di sì”

Legolas spalancò la bocca e le sue guance si colorarono di un rosso intenso, poi abbassò lo sguardo…

“Non ricordo…” sussurrò “…è il mio turno di guardia ora?”

“No, è quello di Gimli…” rispose Aragorn cercando di non ridere quando notò la sua reazione “…ma non volevo svegliarlo mentre tu eri…diciamo…perso nel tuo sogno…”

L’elfo annuì stendendosi di nuovo con gli occhi fissi sul fuoco che ancora ardeva quasi quanto il suo corpo.

 

La notte passò e la mattina successiva i tre compagni si rimisero alla ricerca delle tracce ed infine trovarono qualcosa…una foglia d’orata con alcune briciole di Lembas, una corda e lì vicino un pugnale, segno che i piccoli hobbit erano ancora vivi ed erano riusciti a scappare…le successive tracce li condussero ai margini della foresta di Fangorn e così si inoltrarono tra quegli alberi antichi e pieni di memorie fino a quando Legolas non vide qualcuno in lontananza…quello stesso vecchio che avevano sorpreso la notte precedente…e questo volta l’uomo si avvicinò a loro e con grande sorpresa dei tre compagni rivelò la sua vera identità…Gandalf…l’amico che credevano di aver perduto nelle miniere di Moria era tornato…per ore stettero seduti attorno a lui ad ascoltare la sua storia e le notizie che recava con sé fino a quando lo stregone si alzò in piedi…

“La mattina è ormai terminata…” disse “…la nostra missione deve continuare ma la strada da prendere è un’altra…sta per scoppiare una guerra e dobbiamo dare il nostro appoggiò a Rohan e al suo re…”

Legolas e Gimli si guardarono stupiti per un momento poi rivolsero il loro sguardo su Aragorn che osservava attentamente Gandalf…ma in quell’istante udirono dei nitriti e tre cavalli galopparono verso di loro…

“Andiamo dunque…” esclamò lo stregone bianco “…molte miglia ci separano ancora da Edoras…” 

 

Cavalcarono e cavalcarono tra prati e stagni fino a quando arrivò il tramonto e dopo di esso il crepuscolo…e finalmente Gandalf arrestò Ombromanto e discese…

“Riposate amici miei…abbiamo solo poche ore…” e con quelle parole si allontanò un poco e lì rimase, appoggiato al suo bastone, scrutando nell’oscurità.

Gimli si addormentò subito, rannicchiandosi nella sua coperta…lo stesso fecero Legolas ed Aragorn, stendendosi l’uno accanto all’altro, ma il sonno non li colse…il ramingo guardò a lungo Gandalf poi si voltò su un fianco, verso il compagno e vide che il suo sguardo era perso nel cielo ma non stava riposando…ad un tratto anche l’elfo si girò verso di lui e i loro occhi si incrociarono per un momento…

Aragorn accennò un sorriso e si mosse leggermente verso di lui, allungò una mano verso quella di Legolas e la strinse nella sua, nascondendole poi sotto la propria coperta in modo che nessuno se ne accorgesse…vide l’elfo chiudere gli occhi un istante e sorridere e sentì un caldo brivido lungo il corpo…iniziò a muovere le dita dolcemente su quelle di Legolas, incrociandole alle proprie e sfiorandole sensualmente e respirò profondamente quando vide il compagno stringere le labbra per evitare che qualsiasi sospiro troppo intenso potesse richiamare l’attenzione di Gandalf…chiuse gli occhi un istante, perdendosi in tutte le sensazione che quelle semplici carezze gli stavano suscitando…poi li riaprì e vide di nuovo lo sguardo di Legolas e si sentì bruciare…per i Valar, aveva completamente perso la testa, doveva essere così…come poteva desiderarlo così tanto in ogni momento della giornata…si avvicinò ulteriormente a lui, cercando di fare il minimo rumore, alzò la testa ma vide che Gandalf era ancora assorto nei suoi pensieri…così avvicinò la mano dell’elfo alle proprie labbra e lentamente iniziò a baciargli le dita e a succhiarle dolcemente, continuando a fissarlo intensamente…vide l’elfo aprire la bocca per la sorpresa ma subito gliela ricoprì con l’altra mano, scuotendo la testa, per paura di qualche suo gemito…ma fu lui stesso a doversi trattenere, mordendosi il labbro inferiore quando sentì sul palmo la lingua del compagno che dopo pochi istanti si fece strada tra le sue dita…entrambi si nascosero di più sotto le coperte continuando quel gioco malizioso mentre i loro sguardi rimanevano fissi l’uno sull’altro…nessuno dei due dormì in quelle poche ore e forse nessuno dei due ne sentiva il bisogno perché il desiderio di sentire l’altro era troppo forte…

Ad un tratto Gandalf chiamò i compagni e si voltò…Legolas ed Aragorn si misero seduti, guardandosi un ultima volta e Gimli si destò, ancora insonnolito…ripartirono quando ancora la luna era alta nel cielo.    

 

Cavalcarono a lungo facendo brevi soste per riposarsi e far riposare i cavalli e nulla di più.

Gandalf e Gimli, in sella ad Ombromanto, erano sempre in testa, mentre Legolas ed Aragorn cavalcavano fianco a fianco.

Legolas scrutava l’orizzonte con la sua potente vista, il suo volto non esprimeva alcuna emozione, pareva essersi trasformato in una bellissima statua.

Aragorn gli si avvicinò maggiormente “Cosa c’è?” chiese.

“Vedo il fumo della guerra che devasta queste terre come le altre... il mio cuore è inquieto.”

“Tra poco giungeremo a Meduseld, torre di Thèoden, il palazzo d’Oro. Lì di certo troveremo alleati e la nostra forza crescerà!”lo confortò il Ramingo con un sorriso.

Legolas sorrise a sua volta.

Si sentiva sempre più vicino al Ramingo e si era accorto che molte volte bastavano un suo cenno o un suo sorriso per rassicurarlo.

“Ecco! Siamo giunti in vista di Edoras! Fate attenzione a come vi rivolgete ai Signori dei Cavalli! Questo è il mio consiglio!” esclamò Gandalf interrompendo i due.

Il gruppo annuì e accelerarono l’andatura.

 

Una volta giunti al Palazzo d’Oro fu arduo per i quattro essere ammessi al cospetto del re; dopo essere stati costretti a lasciare le loro armi all’entrata gli fu finalmente lasciato libero il passaggio.

All’interno c’era un uomo molto vecchio seduto su un trono, dietro il trono una fanciulla dall’aria altezzosa e sugli scalini sedeva il consigliere del re, chiamato da tutti Vermilinguo.

Subito il consigliere cercò di convincere il re a scacciare i visitatori, ma la magia di Gandalf fu più forte e non solo riuscì a far cadere la maschera di Vermilinguo, servo di Saruman, ma convinse anche il re a scendere in battaglia con i suoi guerrieri.

 

Il re si fece portare la sua spada e disse “Radunatevi cavalieri di Thèoden! Si parte per la guerra! Sino al mio ritorno governerà su di voi dama Eowyn, figlia e sorella.”

Poi spostò lo sguardo sui suoi ospiti “Ma ora concedetevi un po’ di riposo!”

“Non c’è riposo per i giusti!” ripose Gandalf con durezza.

“Avrò bisogno di un paio di giorni per radunare la mia gente! Gli araldi sono partiti ma date loro il tempo di svolgere la loro mansione! Pranzate con me ora.”

 

Il pranzo fu servito nel grande salone e dopo quello Dama Eowyn servì un boccale di vino ad ognuno di loro.

Quando fu il turno di Aragorn le loro mani s’incontrarono ed entrambi sussultarono al contatto mentre le gote della dama di Rohan si tingevano di rosso e nei suoi occhi scintillava una luce nuova.

Legolas distolse lo sguardo da quella scena con irritazione.

Che cos’era quel dolore che gli bloccava il respiro?

Che fosse… gelosia?

Il principe di Mirkwood evitò di rispondere a quella domanda che gli rimbombava ossessivamente nella testa, dopo di che si alzò congedandosi dai commensali e Hama, uno degli uomini di Thèoden,  lo condusse nella stanza che gli era stata riservata.

 

L’Elfo si distese sul morbido letto e prese a guardare il soffitto senza vederlo realmente… la sua mente ed il suo cuore erano occupati da molti pensieri.

Gli mancava…

Nelle ultime sere lui ed Aragorn si erano avvicinati così tanto…

A nessuno, mai, aveva lasciato fare ciò che gli aveva fatto Aragorn!

A nessuno si era concesso come ad Elassar!!!

Doveva pur significare qualcosa!

Come gli mancava il suo tocco che lo aveva fatto fremere nelle ultime notti!

Le sue mani grandi e calde…

Il suo corpo bollente contro il suo…

I suoi occhi di ghiaccio pronti a sciogliersi…

Quegli stessi occhi che avevano guardato con troppa dolcezza la Dama di Rohan!!!

E la cosa l’aveva infastidito non poco!

Un lieve bussare lo trasse dai suoi pensieri.

“Legolas… stai riposando?” quella voce inconfondibile! Quella di Aragorn!

“Entra pure… è aperto.”

Il Ramingo aprì la porta e la richiuse alle sue spalle.

“C’è qualcosa che non va?” domandò sedendosi sul letto.

“Solo un po’ di stanchezza…”
”Non credevo che anche li Elfi potessero stancarsi.” disse avvicinandosi e sussurrandogli all’orecchio.

Legolas voltò il capo.

Era imprigionato dalle braccia che il Ramingo aveva posto ai lati del suo capo.

“A quanto pare possono… e comunque sarebbe il caso che anche tu andassi a riposare… sai bene cosa ci attende.”

“Ma io non sono stanco” disse sorridendo, mentre gli accarezzava i capelli con una mano e le dita scivolavano lievi per poi sfiorare le orecchie così sensibili dell’Elfo.

Legolas trattenne a stento un mugolio di piacere e si rilassò un attimo.

Subito il Ramingo riprese ad accarezzargli l’orecchio con le dita e poi si avvicinò col capo e gli mordicchiò con delicatezza la punta dell’orecchio.

L’Elfo reale stava abbandonando ogni sua difesa e la sua delusione e la sua rabbia parevano scomparse mentre l’uomo accarezzava quella parte così sensibile del suo corpo.

Per cosa si era arrabbiato?

Non lo ricordava nemmeno più…

Socchiuse gli occhi e attraverso le ciglia intravide quelli di Aragorn…

Quegli occhi azzurrissimi…

La Dama di Rohan!

Quegli occhi si erano posati con la stessa dolcezza sulla dama di Rohan!

Non poteva sopportarlo!

“Sono stanco Aragorn!” disse Legolas ad alta voce, mentre si alzava sulle braccia per sottrarsi a quella dolcissima tortura cui lo stava sottoponendo l’erede di Gondor e che rischiava di fargli perdere di nuovo il controllo.

Così facendo si ritrovò a pochi centimetri dalla bocca dell’uomo.

“Legolas… sei sicuro che vada tutto bene?” domandò nuovamente Aragorn con una nota di preoccupazione nella voce.

“Lasciami solo… per favore…”

“Come desideri.”

Il Ramingo si alzò ed uscì velocemente dalla stanza senza dar modo a Legolas di vedere la delusione dipinta sul suo volto.

 

“Aragorn! Vi siete forse perduto? La vostra stanza è di là! Lasciate che vi accompagni.”nel corridoio era apparsa la Dama di Rohan e, dopo aver preso Aragorn sottobraccio, condusse verso la sua stanza.