.|. Il Patto .|.

Capitolo 2

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La mattina dopo si rimisero in cammino e trovarono delle nuove orme.
"Si sono fermati a riposare per un po', ma deve essere successo parecchie ore fa" sentenziò Aragorn alzando il capo e guardando i suoi compagni.

"Non riesco a vedere nulla che possa esserci utile, continuiamo!" esclamò Gimli accigliato, era molto preoccupato per i due Hobbit.

Verso l'ora del tramonto riuscirono a superare quella zona collinosa, ma erano tutti molto provati dalle fatiche, solo Legolas pareva ancora nel pieno delle forze.
"Proviamo a salire sulla collina" propose "Magari riusciremo a vedere qualcosa di utile!"
Purtroppo le loro speranze finirono appena arrivarono alla cima, non c'era nulla che potesse essere utile al loro inseguimento.
Gimli si lamentò nuovamente per la stanchezza ed anche Aragorn convenne che
era di nuovo il caso di riposare le loro stanche membra.
Mentre i due dormivano un sonno inquieto, Legolas, che faceva la guardia, non era certo meno inquieto!
Ogni qualvolta il suo sguardo incontrava il corpo dormiente del ramingo uno
strano rossore gli dipingeva le gote, il cuore perdeva un battito e il respiro diventava affannoso.
Ed il ricordo della sera prima non era certo utile a calmarlo!
Si alzò in piedi e si mise a passeggiare aventi e indietro tentando di riprendere pieno possesso di sé.
Che cos'era che lo legava al ramingo?
Non sapeva dirlo con esattezza.
Di sicuro una forte attrazione, ma poi?
Era amore quello che gli faceva battere il cuore talmente forte che temeva che tutti lo udissero?
Oppure era solo un gioco di baci e carezze languide, il desiderio di avere qualcuno accanto in quel momento in cui tutto era in gioco, addirittura il futuro di tutti loro?
Mentre passeggiava avanti indietro continuava a porsi domande e quasi senza accorgersene cominciò a canticchiare una canzone del suo popolo.

Aragorn si era svegliato da qualche istante e osservava il biondissimo principe di Mirkwood che passeggiava cantilenando nella sua lingua.
Cantava a voce troppo bassa perché lui potesse comprendere le parole, ma si beava della vista di quel corpo flessuoso e morbido nei movimenti; di quei capelli pari a fili d'oro e di quel volto serafico.
Un borbottio di Gimli lo avvisò che anche il compagno si stava svegliando e che era ora di riprendere il cammino.

L'alba era sorta da poco e finalmente la nebbia si era dissipata. Rimasero in silenzio ad osservare gli altopiani, la foresta e tutto lo spettacolo naturale che si parava loro innanzi nel tentativo di trovare indizi.
"Cavalieri!" esclamò Aragorn fissando una massa scura che si muoveva velocemente sulla superficie verdissima.
"Sì, sono centocinque, hanno capelli biondi e portano lance."
"Vengono verso di noi, li aspettiamo o ci dirigiamo verso di loro?"commentò il nano.
"Li aspettiamo." fu la risposta di Aragorn "Vengono dalla direzione opposta a quella degli orchi, magari hanno delle notizie."
"Non vedo Hobbit con loro." mormorò Legolas sempre fissando i cavalieri con la sua potente vista.
"Ma che cosa sappiamo di loro? Potrebbero ucciderci"
"Sono stato con loro. hanno un cuore sincero e sono generosi i cavalieri di Rohan" commentò Aragorn attendendo con pazienza.
"Si dice siano servi di Mordor e paghino ad essa un tributo!"
"Non lo credo Gimli, non lo credo".
Sentendo la sicurezza nella voce del Ramingo anche Legolas si tranquillizzò mentre i cavalieri si avvicinavano sempre di più.
Il biondo elfo volse lo sguardo verso Aragorn che era ammorbidito da un ricordo piacevole e sorrise.

I cavalieri distavano ormai pochissimo da loro quando Aragorn si alzò e domandò loro quali notizie avevano.
I cavalieri si voltarono e li accerchiarono senza dire una parola. Uno di loro si fece avanti minaccioso
"Che affari portano un Elfo, un Uomo e un Nano nel Riddermark?" domandò bruscamente il loro capo, attese pochi istanti e poi gridò “Rispondete!”

“Diteci il vostro nome signore ed io vi dirò il mio” ribatté Gimli irritato dal tono di voce del cavaliere. L’uomo scese da cavallo e si avvicinò ai tre compagni

“Ti taglierei la testa, Nano, se solo fosse un po’ alta da terra”

Legolas sentì uno strano sentimento nascere dentro di sé e prese il suo arco
"Moriresti prima di vibrare il colpo" disse con calcolata lentezza.

Aragorn intervenne abbassando l’arco dell’elfo con una mano

“Io sono Aragorn, figlio di Arathorn, questo è Gimli figlio di Glóin e Legolas del Reame Boscoso” rispose velocemente “Siamo amici di Rohan e stiamo inseguendo gli orchi che hanno rapito i nostri amici”
"Io sono Eomer, figlio di Eomund e per un attimo avevo scambiato voi per orchi, ma armati di così poco di certo avreste finito col soccombere se li avreste raggiunti, erano molto armati e molti veloci! Ma com'è possibile che prima noi non via abbiamo visti?" disse il cavaliere rilassandosi a quelle parole
"Indossiamo doni di Dama Galadriel e degli Elfi di Lothlórien"

“Esiste dunque una Dama che tesse reti magiche all’interno del Bosco d’Oro…allora potreste essere anche voi dei maghi al suo pari se godete della sua benevolenza…”

“Non osare parlare con malvagità di ciò che è bello oltre ogni comprensione” intervenne adirato Gimli.

Aragorn allora s'intromise nel discorso che stava volgendo al peggio e s'informò a proposito di quale fosse la parte da cui erano schierati i cavalieri e quando Eomer disse loro che tra il Mark e la Terra Nera non c’era nessun tipo di accordo e che desideravano solamente essere liberi, gli animi di tutti si sollevarono.

Gimli mise da parte il suo astio nei confronti di Eomer e chiese loro se avessero visto Merry e Pipino, ma la risposta fu negativa.
Legolas osservava tutto con distacco, le cose si evolvevano troppo in fretta…il cavaliere di Rohan e l’erede di Isildur stavano parlando tra loro con profondo rispetto, l’uno nei confronti dell’altro, discutevano di ciò che era successo, del viaggio e dello scontro con gli orchetti…ma lo sguardo dell’elfo era attratto in continuazione dal volto di Aragorn…regale e fiero mentre ascoltava le parole di Eomer. Accennò un sorriso quando ripensò a come, pochi attimi prima, il ramingo era riuscito a prendere in mano la situazione senza lasciarla degenerare in un inutile scontro verbale…gli piaceva il suo modo di agire, il suo modo di affrontare gli ostacoli, la sua forza e la sua sicurezza…in quasi tremila anni aveva conosciuto pochissimi Uomini al suo pari e comunque nessuno di loro l’aveva mai affascinato come Aragorn. I suoi pensieri vennero interrotti quando vide alcuni cavalieri consegnare loro due cavalli, come aveva ordinato Eomer…e finalmente ripartirono, dopo essersi congedati dall’esercito di Rohan con la promessa di far visita al Palazzo d’Oro un giorno.

Cavalcarono a lungo sotto delle nuvole minacciose e raggiunsero i resti del falò con cui i cavalieri avevano bruciato i corpi degli orchetti uccisi. Legolas scese da cavallo, aiutando Gimli che era in sella dietro di lui e si avvicinò ad Aragorn che scrutava il terreno circostante.

“Quindici Uomini hanno perso la vita…” sussurrò indicando con la mano un tumulo di terra fresca circondato da quindici lance piantate nel terreno “…per permettere ai propri compagni di continuare…credi sia la stessa sorte toccata ai nostri amici?”

Aragorn guardò in quella direzione, poi abbassò la testa sospirando

“Non ti so rispondere…e fino a domattina nessuno potrà farlo, la sera sta scendendo, non ci resta che accamparci di nuovo e attendere l’alba per iniziare a cercare delle tracce”

Legolas annuì e fece per voltarsi ma udì nuovamente la voce del ramingo

“Non dobbiamo perdere la speranza…non adesso”

 

Si accamparono poco distanti e quando, dopo una discussione se farlo o meno, accesero il fuoco, Legolas alzò lo sguardo verso le fronde degli alberi e sorrise

“Guardate! L’albero è felice del fuoco!” però si zittì subito come se si fosse accorto di aver detto un’assurdità…era vero e riusciva a percepirlo ma i suoi compagni erano diversi da lui, non erano Elfi e forse non vedevano le cose nel suo stesso modo.

“Beh…se per questo anch’io, Mastro Elfo…” disse ridacchiando Gimli, sistemandosi la coperta che aveva, sulle spalle “…quest’aria gelida non è per niente piacevole…ma è meglio che il tuo albero non si avvicini troppo…non è molto sicuro per lui…”

L’elfo abbassò lo sguardo quando sentì il nano ridere nuovamente e bisbigliò

“La natura è in grado di riconoscere ciò che è giusto o sbagliato…si sta semplicemente dirigendo verso la fonte di calore, non ha intenzione di diventarlo lui stesso unendosi a lei…” rialzò gli occhi e incrociò quelli di Aragorn che gli stava sorridendo dolcemente…almeno lui sembrava non volesse prenderlo in giro.

Gimli fece il primo turno di guardia, girovagando nei dintorni dell’accampamento, poi ritornò e, senza accorgersi dell’assenza di Aragorn, svegliò Legolas e si stese a dormire vicino al fuoco. L’elfo si guardò attorno e la prima cosa che notò fu il giaciglio del ramingo vuoto, si voltò verso il nano appena tornato ma si accorse che stava già russando, così si incamminò velocemente, senza allontanarsi troppo però e ad un tratto vide la sagoma dell’uomo, accovacciato ai piedi di un grande albero…e rallentò il passo, aggrottando le sopracciglia…gli sembrava di udire dei singhiozzi e in più il corpo del ramingo tremava come…come se stesse piangendo…

“Aragorn” esclamò e vide il compagno alzarsi in piedi di scatto e…asciugarsi il viso con le mani.

“Legolas…” mormorò il ramingo facendo un profondo respiro e girandosi verso di lui “…è il mio turno di guardia?”

“No…è il mio…” rispose l’elfo avvicinandosi ulteriormente a lui fino a quando solo un passo li divideva “Perché non sei a riposare? Sei stanco e ne hai bisogno come noi”

“Avevi ragione…” disse Aragorn guardandolo “…dovevamo continuare ieri notte e forse li avremmo raggiunti e avremmo combattuto contro di loro insieme ai cavalieri di Rohan e adesso Merry e Pipino sarebbero salvi e forse…”

“Forse avrebbero aggiunto altre tre lance a quella tomba!” lo interruppe Legolas bruscamente “Come puoi dirlo Aragorn!”

“Non dovevamo fermarci…” continuò l’uomo scuotendo la testa e abbassando lo sguardo “…se pensavamo a loro due prima che a noi stessi, questo non sarebbe successo…”

“Questo cosa?” ribatté Legolas, senza pensare lo afferrò per le braccia e lo scosse “Non tutto è perduto…possono essere scappati durante la battaglia ed ora essere al sicuro, protetti dalla foresta…” vide il ramingo rialzare lo sguardo su di lui “…non dobbiamo perdere la speranza…l’hai detto tu stesso…”

Aragorn lo fissò per un lungo momento in silenzio quando il suo cuore iniziò a battere con forza…il suo sguardo si soffermò nei suoi occhi e poi scese sulle sue labbra…

“Cosa c’è di sbagliato in me?” sussurrò debolmente…ma non sapeva se la domanda fosse rivolta all’elfo o a se stesso…

“Come?”

Quando udì la voce di Legolas rialzò nuovamente lo sguardo, che nel frattempo era sceso lungo il suo corpo…

“Perché in una situazione come questa i miei pensieri sono rivolti a te?” mormorò e vide l’espressione stupita dell’elfo “Perché voglio sentirti vicino in ogni momento? Le tue parole sono come l’acqua che mi disseta e mi da una nuova forza…e il tuo corpo…” si fermò a bocca aperta come se fosse rimasto senza voce e lentamente, quasi senza accorgersi, spinse Legolas contro un albero, appoggiando le mani sul suo petto…udì un leggero sospiro uscire dalle sue labbra quando con la schiena toccò il tronco…

“…il tuo corpo è come il fuoco per quell’albero…” con le dita sfiorò la spilla a forma di foglia che teneva unito il mantello dell’elfo “…mi da calore…un calore che a volte è difficile da sopportare ma dal quale non riesco ad allontanarmi, come i rami con le fiamme…” si fermò un istante quando vide gli occhi di Legolas socchiudersi, quasi faticasse a tenerli aperti e con il dorso della mano gli accarezzò la guancia “…e come loro, anche io posso solo avvicinarmi fino a sfiorarle…posso sentire per qualche istante quel fuoco sulla mia pelle ma…” fece scivolare la mano sulla sua spalla e con le dita gli sfiorò il collo “…non mi è permesso unirmi a lui…”

Legolas si lasciò sfuggire un altro sospiro e si accorse di stare muovendo i palmi delle mani sul tronco…perché gli diceva quelle cose? Possibile che avessero veramente bisogno l’uno dell’altro per continuare quella missione senza perdere la testa? Forse sì…anche lui stesso si sentiva in quel modo e giorno dopo giorno quelle emozioni aumentavano…quel desiderio aumentava mentre la forza per cercare di nasconderlo diminuiva (evviva i doppi sensi!)…senza accorgersene chiuse gli occhi e allora udì la voce di Aragorn…

“Perdonami…” disse, interpretando quel gesto come un invito ad andarsene “…dimentica le mie parole…” e abbassò la testa, voltandosi per allontanarsi…ma subito sentì sul braccio la mano di Legolas che lo tratteneva con forza, così rialzò lo sguardo su di lui e quando udì la sua voce quasi sentì le gambe cedere…

“Puoi farlo…” sussurrò l’elfo fissandolo e sentì un brivido lungo la schiena quando vide lo sguardo dell’uomo “…puoi toccare quelle fiamme…puoi unirti a quel fuoco…” poi si fermò un istante quasi spaventato dalle sue stesse parole “…se…se lo desideri…”

Aragorn si avvicinò nuovamente a lui, gli mise una mano sulla guancia e col pollice gli sfiorò le labbra semiaperte…

“Da tempo ormai lo desidero…” mormorò “…ma proprio come quell’albero so cos’è giusto e cosa è sbagliato…le mie radici sono profondamente legate ad una promessa anche se i miei rami cercano in ogni modo di assaporare quel calore…” sentì il respiro dell’elfo farsi sempre più veloce e per un istante, mentre lo fissava negli occhi, gli sembrò che il tempo si fermasse “…credi…credi sia possibile farsi avvolgere dalle fiamme senza bruciare?”

“Puoi entrare nel fuoco ed uscirne…” rispose Legolas alzando a sua volta una mano e sfiorando con l’indice le labbra dell’uomo che ormai erano vicinissime alle sue “…devi solo riuscire a farlo nel momento giusto…così solo sulla tua corteccia rimarranno i segni…le tue radici resteranno al sicuro e pronte a darti una nuova vita…”

Aragorn respirò profondamente diverse volte ma poi perse ogni controllo e posò le labbra con forza su quelle di Legolas, gemendo per la sorpresa quando subito l’elfo le dischiuse accogliendo quel bacio e rispondendo con la stessa avidità…si spinse contro di lui, e sentì sui fianchi le sue mani che lo tiravano ancora più vicino…dopo pochi istanti le labbra del compagno si allontanarono dalle sue e scesero sul suo collo…poteva sentire il respiro caldo e veloce di Legolas in ogni punto ma non gli bastava…si portò una mano sul petto e velocemente slacciò i primi lacci della casacca e della tunica, spostandola lateralmente…

L’elfo scese con la lingua e quando non trovò nessun ostacolo continuò, sfiorando sensualmente la spalla del ramingo per poi risalire e insistere alla base del collo…fece scivolare le mani sulla sua schiena per tenerlo stretto a sé quando Aragorn gettò indietro la testa, lasciandosi andare contro di lui…

“…Legolas…” gemette il ramingo chiudendo gli occhi e appoggiando le mani sulla testa del compagno…sentì sotto le dita i suoi capelli sottili e morbidi come la seta ed un altro sospiro lasciò le sua labbra semiaperte…ad un tratto l’elfo rialzò la testa e gli baciò il mento…Aragorn riaprì gli occhi e fissò intensamente quelli blu del compagno che gli sorrise…

“Desideri ancora dimenticare tutto quanto?” gli chiese dolcemente Legolas e quando il ramingo annuì, si slacciò il mantello e lo stese sull’erba…

Aragorn rimase immobile a bocca aperta mentre l’elfo si toglieva gli stivali e la casacca verde, appoggiandoli poco distanti…quei semplici gesti…ogni suo singolo movimento lo incantava e non gli dava tempo di pensare a nient’altro…sentì un tuffo al cuore quando Legolas si voltò nuovamente verso di lui con addosso solo la splendida tunica azzurra e i pantaloni grigi che fasciavano le lunghe gambe…

“Vieni…” sussurrò l’elfo sedendosi sul mantello e allungando una mano verso di lui.

Aragorn fece un profondo respiro e lo raggiunse, inginocchiandosi accanto a lui…vide l’elfo stendersi e i suoi lunghi capelli biondi adagiarsi in maniera scomposta sul mantello color della foresta…chiuse gli occhi un istante per resistere a quell’istinto fortissimo di saltargli addosso…aveva avuto decine di rapporti con altre persone, prima di conoscere Arwen, e mai aveva badato ad essere gentile, quello che importava era il proprio piacere ma ora qualcosa era diverso…qualcosa lo spingeva a trattenersi…forse la paura di far del male a quella splendida creatura distesa accanto a lui…quell’elfo che aveva attirato la sua attenzione dalla prima volta che aveva posato lo sguardo su di lui…fece per sdraiarsi a sua volta sul mantello ma Legolas lo fermò, mettendogli una mano sulla spalla…

“No…” sussurrò sorridendo “…qui…” e lo tirò gentilmente sopra di sé, sospirando quando sentì il peso dell’uomo sul proprio corpo “…abbiamo tempo ma non tutta la notte…”

“Sei…sei sicuro di volermi dare questo tipo di conforto?” gli bisbigliò Aragorn sulle labbra, appoggiando le mani vicino al suo volto e sfiorandogli con le dita le guance “Non devi farlo se…” ma le sue parole furono interrotte quando Legolas rialzò la testa e lo baciò con ardore…aprì le gambe e mosse il bacino contro quello del compagno…

“Non lo faccio solo per te…” rispose l’elfo respirando velocemente “…lo faccio anche per me stesso…se posso darti conforto col mio corpo…tu puoi darlo a me col tuo…”

Aragorn lo guardò per un momento in silenzio…poi sorrise e lo baciò mentre con le mani si slacciava velocemente i lacci ancora chiusi della casacca e della tunica…fece per togliersele ma l’elfo lo precedette, strappandogliele con forza di dosso e gettandole via…il ramingo abbassò lo sguardo su di lui stupito e vide un sorriso malizioso sulle labbra del compagno…

“Il fuoco non brucia in eterno Aragorn…” mormorò Legolas sfiorando il petto dell’uomo con la punta delle dita ma subito chiuse gli occhi sospirando quando l’uomo gli aprì la tunica e iniziò a seguire con la lingua i muscoli del suo petto.

“Hai ragione ma…” rispose il ramingo scendendo sul suo ventre e sorridendo quando sentì contro al collo l’eccitazione del compagno “…non mi sembra che tu abbia bisogno di altra legna per ardere…” si rialzò e osservò l’elfo disteso…i suoi occhi chiusi e la sua bocca semiaperta mentre il suo petto si alzava e si abbassava velocemente…era così bello e si stava donando a lui…sentì un forte brivido lungo il corpo e senza riuscire a resistere oltre avvicinò le mani alla sua vita e gli aprì i pantaloni…immediatamente Legolas rialzò il bacino per permettere all’uomo di sfilarglieli e quando sentì la stoffa allontanarsi rabbrividì.

Aragorn rimase un istante senza fiato quando si trovò di fronte a quel corpo splendidamente scolpito che quasi risplendeva ai raggi della luna…si guardò e si chiese come poteva Legolas desiderare qualcuno come lui…dopo giorni e giorni l’elfo era ancora fresco come dopo un bagno mentre lui invece si sentiva così…inadatto ad una situazione simile…

“Aragorn…”

Il richiamo del compagno lo riportò improvvisamente alla realtà e si accorse che Legolas gli stava stringendo la mano per invitarlo a continuare…gli sorrise e iniziò ad aprirsi a sua volta i pantaloni ma anche questa volta l’elfo si alzò leggermente, gli sfiorò i fianchi con le mani e abbassò la stoffa con forza per poi stendersi di nuovo, trascinando il ramingo sopra di sé. Entrambi gemettero per il piacere quando i loro corpi nudi si sfiorarono ed Aragorn iniziò a muoversi contro di lui ma dopo poco appoggiò la fronte contro la spalla di Legolas ansimando…

“…non resisterò…a lungo…” e udì un lamento uscire dalle labbra del compagno quando rallentò i movimenti “…è da molto che non…” sentì tra i capelli, le dita dell’elfo che poi scesero sul suo collo e iniziarono ad accarezzargli la schiena “…oh Valar…e tu sei così…”

“Alzati…” bisbigliò Legolas interrompendolo. Aragorn sentì quanto la sua voce fosse piena di desiderio e si mise in ginocchio tra le sue gambe, guardandolo intensamente…l’elfo si sedette e abbassò lo sguardo sul corpo dell’uomo…si passò la lingua sulle labbra e lo fissò

“Toccami…”

Il ramingo restò immobile quando al semplice suono di quella parola una vampata di calore lo pervase…ma poi, lentamente, avvicinò una mano al suo ventre facendola scendere poi più in basso, chiuse il pugno su di lui e iniziò a muoverlo…vide gli occhi di Legolas chiudersi mentre le sue mani stringevano il mantello sotto di sé…

“…ancora…” gemette l’elfo aprendo la bocca per respirare intensamente.

Aragorn aumentò il ritmo del movimento e sentì contro i fianchi le gambe del compagno tremare…prima di udirlo sussurrare di nuovo…

“…ancora…”

Il ramingo abbassò lo sguardo su ciò che stava facendo e strinse più forte il pugno…iniziò a sentire il corpo di Legolas sciogliersi nella sua mano ed allora rialzò gli occhi su di lui…stranamente non stava più pensando a se stesso…voleva guardarlo mentre raggiungeva il piacere ma ad un tratto Legolas gli bloccò il polso, impedendogli di continuare…

“…basta…” sospirò riprendendo quel controllo che stava perdendo, allontanò da sé la mano del ramingo e l’avvicinò al suo corpo…Aragorn lo fissò perplesso per un istante ma capì subito e passò la mano su di sé mentre Legolas si toglieva la tunica, voltandosi e appoggiando il petto sul mantello.

L’elfo rimase fermo un istante con gli occhi chiusi, poi si adagiò completamente, girando la testa lateralmente per riuscire a vedere il compagno…dopo pochi attimi sentì Aragorn stendersi sopra di lui e baciargli le spalle e la schiena dolcemente...cercò di resistere ma la barba dell’uomo gli solleticava la pelle in continuazione così si lasciò sfuggire una debole risata…

“Sono così divertente?” gli bisbigliò Aragorn all’orecchio.

Legolas sorrise e aprì la bocca per controbattere ma dalle sue labbra uscì solo un forte gemito quando il ramingo si spinse dentro di lui…Aragorn rimase immobile, stringendo le labbra e quando sentì il corpo del compagno rilassarsi si mosse di nuovo, entrando completamente in lui…aprì gli occhi e vide che l’elfo stava stringendo con le mani il mantello…non riusciva a vedere il suo viso perché l’aveva nascosto contro la stoffa ma poteva sentire il suo respiro irregolare…

“Legolas…devo…devo fermarmi?” sussurrò cercando di non muoversi ma strinse le labbra per non gridare dal piacere quando l’elfo rialzò il bacino, spingendosi contro di lui con forza…

“…non hai…ancora iniziato…a fare niente…” bisbigliò tra i sospiri Legolas “…cosa dovresti…fermare…ah…” non riuscì a terminare la frase quando l’uomo lo spinse di nuovo a terra, iniziando a muoversi dentro di lui.

“…credevo che…” sussurrò Aragorn ma rimase senza fiato appena l’elfo iniziò ad assecondare i suoi movimenti ed a intensificarli con i propri.

“…anche io…è da molto che non…ah…” tentò di rispondere Legolas “…il mio corpo…doveva solo…” ma poi ci rinunciò, lasciando che nell’aria risuonassero solo i loro sospiri di piacere…

Il ramingo fece scivolare la mano sotto al corpo del compagno quando si sentì vicino al limite ma dopo solo pochi momenti sentì Legolas perdere il controllo, spingendosi con forza nella sua mano…Aragorn abbassò la testa per baciargli la spalla ma non riuscì a resistere a quei gemiti e a quel corpo perfetto che tremava sotto al suo e lui stesso lasciò che l’estasi lo raggiungesse…

 

Legolas rimase fermo, respirando intensamente l’aria fredda della notte, ancora piacevolmente scosso dai brividi del piacere…sentiva un leggero dolore alla spalla ma non gli importava…ascoltava il respiro di Aragorn tornare alla normalità e per la prima volta dopo molto tempo si sentì bene…non preoccupato e in preda all’angoscia ma sereno e tranquillo come se solo la vicinanza dell’uomo lo aiutasse a dimenticare le sue paure…

Il ramingo rialzò la testa sorridendo ma appena riaprì gli occhi si accorse di un segno sulla pelle chiara dell’elfo…

“Oh…Legolas…mi dispiace…” mormorò “…io…ti ho morso mentre…non me ne sono accorto…”

“Non importa…” rispose l’elfo sorridendo “…nemmeno io me n’ero accorto…”

Aragorn passò dolcemente la lingua in quel punto, sfiorandolo poi con le labbra

“Allora funziona anche per te…” disse allontanandosi leggermente da lui per stendersi al suo fianco “…entrambi non pensiamo a niente e…non ci accorgiamo di niente in questi momenti…”

Legolas si voltò verso di lui e si ritrovò stretto tra le braccia dell’uomo…gli sorrise, baciandogli le labbra…

“È per questo che lo facciamo giusto?” sussurrò “Per allontanarci anche solo per poche ore da quello che ci circonda e da quello che siamo…”

Il ramingo lo strinse a sé, baciandolo con passione e assaporando di nuovo quelle labbra morbide poi gli bisbigliò sorridendo

“E cosa siamo? Chi siamo? Dimmelo perché non riesco a ricordarlo…”

Legolas aprì la bocca per rispondere seriamente a quella domanda ma poi sorrise a sua volta nascondendo il volto contro la spalla dell’uomo

“Non lo so…” mormorò dolcemente “…io…non voglio ricordarlo…”

Aragorn chiuse gli occhi quando sentì uno strano calore nel corpo…il modo in cui l’elfo aveva pronunciato quelle parole...non sapeva spiegarselo ma avrebbe voluto stringerlo tutta la notte come se fosse una debole creatura che aveva bisogno di protezione…ma non lo era…quello era Legolas, l’elfo forte e coraggioso che l’aveva accompagnato durante quel viaggio pieno di pericoli…

“È meglio tornare all’accampamento…” sussurrò cercando di dimenticare quei pensieri “…tra poco sarà il mio turno di guardia…”

Legolas si rialzò velocemente e udì un debole lamento uscire dalle labbra dell’uomo quando lo privò all’improvviso del suo calore…allungò una mano e prese i suoi abiti, rivestendosi. Lo stesso fece Aragorn, rabbrividendo quando sentì, forse per la prima volta in tutta la sera, l’aria fredda sulla propria pelle…guardò per un attimo l’elfo che però abbassò lo sguardo, incamminandosi verso il fuoco.