.|. Il Patto .|.

Capitolo 1

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Legolas sospirò riaprendo gli occhi.

Sembravano passati anni dal rapimento dei due Hobbit e dalla morte di Boromir…

Poteva sentire ancora il corno di Gondor risuonare tra le rovine dell’antica civiltà.

Gli orchi erano dovunque…

Voleva raggiungere il figlio del sovrintendente… eppure non ci era riuscito…

Quando era arrivato, Boromir era spirato tra le braccia di Aragorn… erede di Isildur.

Eppure, ora che correvano inseguendo gli orchetti che avevano rapito Merry e Pipino, quell’evento pareva tanto distante…

“Qualcosa non va?”

Il biondissimo principe di Mirkwood sobbalzò.

“Aragorn… no… va tutto bene…”

“A guardarti non si direbbe” e così dicendo si sedette accanto a lui.

“La tua vista t’inganna, erede al trono di Gondor.”

“Ne siete sicuro, principe di Mirkwood?” ed entrambi si sorrisero.

Si conoscevano da poco, ma quasi da subito avevano lasciato le formule formali per usare un tono più familiare.

“Sì…”

“Dovresti riposare un po’…”

“Gli Elfi non hanno bisogno di riposo. Riposate tu e Gimli” rispose l’elfo osservando prima Aragorn, poi il nano.

“Va bene… tu farai la guardia per qualche ora, poi io o Gimli ti daremo il cambio… è stata una lunga giornata ed ammetto che ho davvero bisogno di riposare.”

Legolas annuì col capo e riprese ad osservare le distese avanti a lui.

Ormai gli orchi erano talmente lontani che neppure la sua vista elfica poteva essergli di grande aiuto.

“Spero con tutto il cuore che stiate bene…” mormorò poi pensando a Merry e Pipino.

Poco dopo, però, il suo sguardo si rivolse verso i suoi due compagni di viaggio che riposavano e si soffermò maggiormente sull’erede al trono di Gondor.

I capelli scuri giacevano scomposti sul suolo umido di rugiada, il volto sereno, ma con una piccola ruga di preoccupazione, le labbra socchiuse da cui usciva il respiro in un sibilo leggero, le braccia abbandonate sui fianchi.

L’Elfo s’impose di distogliere lo sguardo da lui e, con molta fatica, ci riuscì.

Era da qualche tempo che si era reso conto di provare una strana attrazione per l’erede di Isildur e la cosa lo preoccupava non poco!

Per di più era risaputo che l’uomo era innamorato della principessa elfica Arwen, la figlia di Elrond, signore di Rivendell, e che la stessa era in procinto di rinunciare alla sua immortalità per vivere e morire al suo fianco…

Rinunciare alla propria immortalità…

Lui lo avrebbe mai fatto?

No di certo!

Lui presto avrebbe avuto un regno da governare e da proteggere ed era suo dovere farlo!

Ma per amore?

Per amore avrebbe rinunciato a tutto?

Agli amici… agli affetti… e all’immortalità?

Non sapeva dare risposta a questo quesito che lo ossessionava ora più che mai…

Si sistemò una ciocca di capelli dietro le orecchie a punta e sospirò…

Comunque lui non avrebbe mai potuto dare una risposta a questo suo quesito… suo padre non gli avrebbe mai permesso di lasciare tutto per nessuno motivo… tanto meno per amore di un mortale!

Era ingiusto parlare in questo modo di suo padre… ma non riusciva proprio a vederlo come il buon sovrano che tutti amavano!

Chissà come avrebbe reagito sapendo che suo figlio si stava innamorando di un uomo mortale?

Oh…di sicuro avrebbe lasciato cadere la maschera di compostezza che indossava sempre!

Chissà che faccia avrebbero fatto i consiglieri nel vedere il loro magnanimo re adirarsi all’inverosimile?

Sorrise, anche se in realtà sperava in cuor suo di non dover mai assistere a tale scena!

La luce dell’alba fece capolino tra le montagne e l’elfo si alzò, era ora di rimettersi in cammino.

Si avvicinò ad Aragorn e Gimli e li fece alzare, poi ripresero a seguire le tracce che gli orchi avevano disseminato.

 

Corsero per tutta la mattina e per gran parte del pomeriggio, rallentando solo quando sentivano il bisogno di nutrirsi e per quello ringraziavano in continuazione dama Galadriel e gli Elfi di Lórien per aver dato loro i Lembas che permettevano di riprendere in parte le forze senza dover perdere tempo prezioso. Seguirono le tracce lungo colline e pianure fino a quando trovarono qualcosa…alcune impronte si allontanavano per un breve tratto dalle altre. Aragorn alzò una mano, facendo cenno ai compagni di fermarsi e si avvicinò lentamente al luogo dove qualcosa scintillava agli ultimi raggi di sole…

“Finalmente una speranza…” sussurrò il ramingo chinandosi e prendendo in mano la spilla a forma di foglia “…i nostri piccoli amici sono ancora vivi…o almeno uno di loro…guardate…” e si rialzò mostrando ciò che aveva trovato sul palmo della mano.

“Sono riusciti ad allontanarsi per darci questo segnale…” disse Gimli appoggiandosi all’ascia “…quindi sono in grado di camminare e correre…forse non sono stati feriti da quegli orchetti per ora…”

“Per ora infatti…non indugiamo oltre in questo punto…” ribatté Legolas facendo qualche passo in avanti “…le tracce continuano dritte, senza mai svoltare fin dove il mio sguardo riesce ad arrivare…proseguiamo…”

Aragorn alzò gli occhi al cielo e vide che il sole era ormai tramontato dietro le montagne

“Non possiamo più contare sui favori della luce…” disse Gimli guardando a sua volta in alto “…e abbiamo tutti bisogno di riposo…”

“Se rallentiamo ora il nostro passo li perderemo” intervenne Legolas fissando il nano “continuiamo l’inseguimento…i nostri cuori sono più leggeri grazie alla nostra nuova scoperta…”

“I nostri cuori forse ma non le nostre gambe Mastro Elfo…” disse Gimli “…per quel che mi riguarda correrei notte e giorno pur di salvare i nostri amici ma non possiamo rischiare di affrontare stanchi e stremati una possibile battaglia con gli orchetti”

“Domani mattina saranno ormai troppo lontani!” esclamò l’elfo alzando la voce poi si voltò verso Aragorn “Partiamo ora!”

L’uomo guardò in silenzio i due compagni poi abbassò lo sguardo sulla spilla che teneva in mano

“Posso provare a condurvi al buio, anche grazie agli occhi di Legolas, così la distanza che ci separa diminuirebbe ma…” rialzò la testa e fissò il viso dell’elfo “…se avessimo continuato l’inseguimento la scorsa notte non avremmo notato questa deviazione…credo sia meglio fermarci e riprendere ai primi raggi del sole…” vide Legolas aprire la bocca per protestare ma poi la richiuse…riusciva a capire chiaramente dal suo sguardo che non era per niente d’accordo e rimase alquanto sorpreso dal fatto che non cercò di fargli cambiare idea…

“Se questa è la vostra decisione…” sussurrò l’elfo guardando i due amici “…non posso che essere d’accordo…prendiamo la legna per il fuoco…” e con quelle parole si avviò tra gli alberi.

Si accamparono in una piccola radura, poco lontano dal luogo dove avevano ritrovato la spilla a forma di foglia…il primo turno di guardia lo fece Gimli e il secondo toccò ad Aragorn…

Il ramingo si rialzò, sistemandosi gli abiti e si guardò attorno…il nano si stava sdraiando in quel momento ma…

“Gimli…dov’è Legolas?” sussurrò avvicinandosi a lui.

“E’ appoggiato ad un albero laggiù…” rispose il nano sbadigliando “…non so se stia riposando o meno…non capisco quando lo fa…perché non chiudono gli occhi e dormono semplicemente?”

Aragorn sorrise e raggiunse il punto indicatogli da Gimli e lo vide…era seduto ai piedi di un albero, le gambe piegate, leggermente divaricate e le braccia appoggiate alle ginocchia, la testa contro il tronco, inclinata lateralmente e lo sguardo fisso davanti a lui. Il ramingo rimase per un momento ad osservarlo…da quando l’aveva visto per la prima volta a Rivendell si era fermato spesso a rimirare la sua bellezza…sembrava perfetto sotto ogni punto i vista, non solo fisicamente…era forte ma vulnerabile, aggressivo ma dolce…aveva tutte le caratteristiche che ogni uomo o donna dovrebbe avere…ed in più aveva quel qualcosa di magico che solo gli Elfi possiedono, ma c’era anche altro…se ne accorgeva ogni volta che posava lo sguardo su di lui, ogni volta che incrociava i suoi occhi…molte volte, da quando erano partiti per quella missione, si era ritrovato a fare degli strani pensieri sul suo conto, pensieri che cercava poi di sopprimere quando Legolas lo guardava…non voleva fargli capire…capire cosa poi? Che si sentiva attratto da lui? Sì…si sentiva attratto in maniera spaventosa da quell’elfo e non riusciva a darsi pace…sapeva che era sbagliato provare quel forte desiderio…sbagliato in tutta quella situazione, erano circondati dal pericolo e dovevano pensare solo alla salvezza dei loro piccoli amici…e sbagliato nei confronti di Arwen, quell’altro elfo a cui aveva giurato amore. Si mise una mano sul petto e sfiorò con le dita il medaglione che gli aveva donato prima della partenza…lui amava Arwen, ne era sicuro, ma quello che sentiva per Legolas era diverso, non aveva niente a che fare con l’amore…era pura e semplice attrazione ma era così forte da spaventarlo…era qualcosa che non aveva mai provato per nessuno…nemmeno per Arwen…

Fece un altro passo e si fermò davanti all’elfo, forse stava veramente dormendo, non aveva fatto il minimo movimento, si inginocchiò continuando a fissarlo e sorrise tra sé…gli bastava stargli accanto per sentire un calore fortissimo in tutto il corpo ma in ogni caso, sapeva che Legolas lo considerava solo un amico e tra di loro non sarebbe successo niente…nonostante quello però, gli piaceva stargli vicino, riusciva a dimenticare tutto quanto e a sentirsi…

“Sono così divertente, figlio di Arathorn?”

Le parole di Legolas lo distolsero improvvisamente dai suoi pensieri e il sorriso che aveva sul viso svanì lasciando spazio ad un’espressione di stupore…

“Io credevo…credevo stessi dormendo…”

“Credevi male, non riesco a trovare riposo questa notte…” sussurrò l’elfo voltando la testa verso di lui “…ed è ancora più difficile con qualcuno che continua a fissarmi…”

Aragorn aprì la bocca per scusarsi ma poi vide l’amico sorridere dolcemente

“Volevi continuare l’inseguimento vero?” gli chiese il ramingo sorridendogli a sua volta “Perché non hai cercato di convincere anche me come stavi facendo con Gimli?”

“Non importa ciò che voglio io…” mormorò Legolas guardandolo “…sei tu la nostra guida, Gandalf nella sua saggezza ti ha scelto per condurci, ha riposto la sua fiducia in te e lo stesso ho fatto io…”

“Io non posseggo tutte le risposte Legolas…” disse Aragorn mettendosi al suo fianco e appoggiandosi a sua volta al tronco del grande albero “…posso sbagliarmi come chiunque altro e ho bisogno dei vostri consigli adesso più che mai…”

“Noi siamo qui…” sussurrò l’elfo, poi voltò la testa verso di lui e incrociò nuovamente il suo sguardo…il suo volto era così vicino, quasi poteva sentire il suo respiro…e gli stessi pensieri della sera prima presero possesso della sua mente…quell’attrazione che diventava ogni giorno più forte non gli dava pace…sapeva benissimo che non doveva cedere al desiderio…era una debolezza degli Uomini e lui era un Elfo, un principe erede al trono…ma ogni volta che guardava il ramingo tutti i suoi pensieri svanivano…una volta l’aveva sognato…aveva sognato le sue labbra, le sue mani, il suo corpo ed era stato così intenso da sembrare reale e per l’intera notte nessun incubo l’aveva svegliato in preda al panico, si era destato la mattina successiva ma con addosso un’agitazione ben diversa…

“Io…io sono qui…”

“Lo so…” bisbigliò sorridendo Aragorn “…e mi serve il tuo sostegno per andare avanti…” guardò intensamente il compagno negli occhi…per i Valar quant’era vicino in quel momento…e quant’era bello…sentiva il cuore battere con forza come sentiva su di sé lo sguardo penetrante dell’elfo…

“Ed io sono pronto a dartelo…” mormorò dolcemente Legolas senza allontanare gli occhi da quelli dell’uomo “…sostegno, amicizia, conforto…”

Aragorn abbassò lo sguardo per un momento e non riuscì a fare a meno di sorridere…se qualcuno li avesse ascoltati dall’esterno avrebbe potuto dare un significato diverso alle loro parole ‘Ti voglio...Mi vuoi? Prendimi...’ ma sapeva che Legolas non intendeva quello…lo avrebbe desiderato ma non era così…

“Conforto?” disse il ramingo ancora con quel sorriso sulle labbra “Che tipo di conforto potresti darmi? Se ti dicessi che desidero quello?”

Legolas socchiuse le labbra osservando con attenzione il volto dell’uomo davanti al suo…possibile che gli stesse chiedendo veramente quello che per mesi aveva sognato?

“Rivelami ciò che desideri…” sussurrò “…ed io cercherò di alleviare le tue pene…”

“Desidero dimenticare…” rispose Aragorn respirando profondamente “…dimenticare chi sono, cosa sto facendo…e dimenticare quello che è successo…dimenticare la scomparsa di Gandalf, la morte di Boromir, il rapimento di Merry e Pipino…non pensare a niente…conosci un modo per fare questo?”

L’elfo lo fissò un lungo istante in silenzio poi si rialzò leggermente, appoggiando le ginocchia a terra…alzò una gamba e si mise seduto sopra a quelle dell’uomo che nel frattempo aveva allungato nell’erba…appoggiò le mani sulle sue spalle e avvicinò il viso al suo, senza mai distogliere gli occhi dai suoi…

“Sì…” gli bisbigliò sulle labbra “…se lo desideri conosco un modo…”

Aragorn sentì il proprio respiro aumentare di intensità…non riusciva a crederci ma era vero…stava succedendo…e stava funzionando…aveva perso ogni capacità di pensiero e ragione…mise le mani sulle guance di Legolas e lo tirò verso di sé, posando le labbra sulle sue…inizialmente le sfiorò soltanto ma poi sentì la sua lingua chiedere di più e perse ogni tipo di controllo…allontanò la schiena dal tronco, rialzandosi per raggiungerlo come meglio poteva, fece scivolare le mani lungo il petto dell’elfo e dietro, sulla sua schiena, stringendolo a sé…sentì i pugni di Legolas chiudersi sulle sue spalle quando iniziò a succhiargli con forza la lingua ma dopo pochi istanti le mani dell’elfo erano sulla sua testa, sentiva le dita di Legolas tra i capelli mentre con le labbra cercava di riprendere il controllo di quel bacio che entrambi avevano desiderato a lungo.

Legolas si allontanò leggermente da lui per riprendere fiato, appoggiò la fronte contro quella di Aragorn, respirando affannosamente mentre sentiva sul viso lo stesso tipo di respiro…era impazzito? Forse sì ma non gli importava…in quel bacio aveva percepito lo stesso suo desiderio da parte del ramingo…notò che l’uomo stava sorridendo così fece lo stesso…

“Sono divertente anche in questa situazione?”

“No…non intendevo…” bisbigliò Aragorn senza riuscire a staccare gli occhi da lui “…è solo che…ho desiderato questo così a lungo…non mi sembra vero che anche tu…”

“Shh…dimentica tutto quanto…” sussurrò Legolas un attimo prima di baciarlo di nuovo. Si stesero a terra continuando a muovere le labbra l’uno sull’altro, un momento dolcemente e il momento dopo con ardore, stringendosi con forza…fino a quando la stanchezza cominciò a farsi sentire…Legolas si voltò su un fianco e guardò il ramingo fino a quando vide i suoi occhi chiudersi…gli diede un bacio sulla fronte e lo abbracciò, cercando di scaldarlo col proprio corpo, dato che le coperte erano rimaste nella radura accanto al fuoco.