.|. Passion .|.

by Aranel

Cosa può accadere in un set cinematografico una volta spente le luci? Fuori dal tempo, fuori dal mondo, fuori da tutto... in un istante dove due amanti possono ritrovarsi dopo lungo tempo...

Sentimentale | Slash | Rating NC-17 | One Piece

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Dunque… prima d’ iniziare a leggere, volevo riservare due paroline per questa storia, storia nata all’improvviso e scritta di getto!
La causa di tutto è stata una foto di Orlando in versione Paride,( postata nella nostra beneamata mailing list da maestra Enedhil) con addosso soltanto una splendida tunica nera, probabilmente di velluto!
Al che, una volta eliminata Elena mi son chiesta: “Quale potrebbe essere la reazione del caro Viggo Mortensen dinanzi a cotanta bellezza!”
Beh… ecco che ho cercato di dar vita a questa reazione… e vi assicuro… mi sono divertita un sacco! ;-pp
Da qui… la storia!^^

Buona lettura!
Ara :*

 

Forse è un sogno. Non so. Non riesco a credere ai miei occhi.

Lo vedo là, disteso sopra quel letto dorato, nell’atmosfera di un luogo che pare essere tutto fuorché un set cinematografico, ha indosso una vestaglia nera di velluto che gli carezza la pelle proprio come vorrei farlo io, tremendamente, da morire… adesso.

E sotto di essa… non vi è nulla.

Scorgo il suo petto glabro e chiaro, quel petto che ricordo così bene perché tante volte l’ho assaggiato, percorso con le mie labbra, provocando interminabili gemiti sommessi al mio compagno.

E lui ora è di nuovo lì, ad attendermi malizioso e delicato come sempre.

Sarei dovuto arrivare questa sera. Per tutto il tempo del viaggio mi sono immaginato la scena… sarei passato a prenderlo una volta terminate le prove, l’avrei portato a cena in uno dei migliori ristoranti di Malta, avremmo fatto una piacevole passeggiata dinanzi al mare e infine saremmo andati in albergo, e lì… avremmo fatto l’amore.

Eppure, ora che sono qui, tutto sembra diverso, i miei piani sono stati stravolti, e mi rendo conto, che dopo lunghi mesi d’assenza non riesco più ad attendere.

Orlando si distende lentamente tra i morbidi cuscini bianchi, porta una mano sui lembi della vestaglia scura e l’apre un po’ di più.

“Ehy Vig…” mi sussurra sensualmente “Vieni, abbiamo poco tempo…”

In quel momento lui non è il mio compagno, bensì il principe Paride, un giovane attraente e voluttuoso, desiderabile oggetto delle più profonde fantasie sessuali che farebbero arrossire perfino un maestro dell’erotismo.

I miei occhi si fissano sulle sue dita che hanno preso a muoversi leggermente sulla sua stessa pelle… sono invitanti come non mai…

Come posso prenderlo ora? Come posso farlo nel bel mezzo di una pausa tra un girato e l’altro, e addirittura nella location di un set?
Ma lui sembra desiderare proprio questo… lo vedo gettare appena indietro la testa tra i cuscini ed emettere un flebile, debole gemito che soltanto io riesco a percepire.

“Vig…” mormora, mentre, inarcando la schiena spalanca l’abito su di sé.

Non riesco più ad indugiare. Mi stacco dalla colonna alla quale mi ero aggrappato, e con le gambe tremanti inizio a camminare verso di lui.

Sento i passi lenti e pesanti, ho paura di non riuscire a raggiungere quel letto, mi sembra una meta inarrivabile, o forse… persino un miraggio.

Invece lo raggiungo e mi fermo dinanzi al materasso.

Posso vederlo, posso vederlo completamente ora… l’ampio petto muscoloso completamente scoperto, i riccioli scuri che gli ricadono sulle spalle, le labbra dischiuse in sospiri sempre più veloci, le gambe nude e tornite…

E il respiro mi si mozza quando comprendo che è soltanto un piccolo lembo di stoffa, rimasta ancora aderente alla sua pelle, chiusa dalla cintura, a nascondere la sua parte più intima, la parte che più intensamente voglio in questo momento.

Sento il frusciare delle lenzuola e vedo che inizia a muoversi sul letto…

“No, Orlando, non farlo, non…”

Ma le apre… senza pietà nei miei confronti… apre le gambe dinanzi a me…

“Scopami Viggo!” ordina, con un gemito strozzato.

Le mie mani corrono rapide sulla cintura dei pantaloni… mi sembra di essere incapace di qualsiasi movimento… le dita mi tremano… mentre lui… bellissimo e crudele, continua a divincolarsi su quel materasso, alcova segreta della passione clandestina con Elena.

“Sei… sei perfettamente entrato nel… tuo personaggio… vedo…” balbetto, riuscendo finalmente a slacciarmi l’ultimo bottone.

Sorride, passandosi la lingua sulle labbra.

“Probabilmente si…” si solleva di scatto, afferrandomi per il colletto della camicia “E il mio personaggio vuole… essere posseduto da te!”

Mi strattona quasi con violenza in avanti, ed io ricado su di lui, senza rendermi conto che le nostre eccitazioni sono entrate fin da subito in contatto… e quel contatto inaspettato mi mozza il respiro.

“Ah…!”

Sento le sue labbra sul mio collo… sono morbide… sono bagnate… sono lussuriose come lo è tutta la sua persona… innocente e perverso come il più abile dei traditori.

“Ora capisco perché è stata scatenata una guerra…” ansimo “Per te!”

“Si diceva per Elena… ma a quanto pare…” inizia a succhiarmi il lobo dell’orecchio “La vera sgualdrina qui non è lei…” spalanca le gambe “Ma io!”

Non riesco a trattenere un gemito.

Le mie mani si muovono da sole, e senza avere più il controllo della mia volontà, le lascio scivolare tra le sue cosce, scoprendole bollenti.

“Sto perdendo ragione di me, Orlando…” mormoro, quasi atterrito.

“Paride, mio signore… chiamatemi Paride…”

Mio signore…

Quelle due parole hanno la meglio su di me… non riesco a controllarmi oltre.

Gli sollevo le gambe contro il petto, senza smettere di assaporare, succhiare, leccare morbosamente ogni parte del suo collo…

“Come volete… Paride!”

E con una sola spinta entro in lui.

Lancia un grido, ma non è dolore… oh no… non è dolore… Orlando è talmente bagnato che mi sento scivolare in lui come se venissi accolto da una voragine senza fondo…

Il suo… è assoluto piacere.

“Sì… sì… ah sì!”

Sento che con entrambe le mani mi afferra la testa, chiude nel pugno i miei capelli… mi fa male… ma in quel lieve dolore… riesco a godere come non mai.

Spalanco gli occhi e lo guardo profondamente…

Forse sono impazzito!” penso, mentre mi spingo con più forza dentro di lui.

Ciò che voglio in questo momento è vedere un velo di sofferenza dipinto sul suo volto.

“Orli… voglio… farti male!” mormoro fuori di me.

Lo vedo sorridere.

“Lo voglio anch’io!” si apre completamente, intrecciando le sue gambe dietro alla mia schiena “E non chiamarmi Orlando!”

D’un tratto, noto su un piccolo tavolo proprio vicino al letto due bracciali dorati ed elegantemente rifiniti, probabilmente usati per il suo costume.

Senza pensare li afferro all’istante e glieli stringo sulla parte superiore delle braccia, strappandogli un piccolo gemito di dolore… forse sono riuscito nel mio intento, forse sono riuscito a ferire un poco quella carne morbida e gustosa.

Infatti dopo un istante un piccolo rivolo di sangue scivola sulla sua pelle chiara.

Ed è il delirio.

Avvicino le mie labbra a quel rosso porpora ed inizio ad assaporarlo con lenti movimenti della lingua.

Lo sento gemere. Forse un po’ gli brucia, oppure sta ricevendo piacere da quel contatto.

Dopodiché… dopo essermi saziato del sangue del traditore, lascio scivolare i bracciali fino ai suoi polsi, li allargo un poco, e li richiudo sulle sbarre della testiera del letto.

“Siete crudele…” sussurra compiaciuto, riaprendo gli occhi scuri.

“Ve lo meritate… Paride!”

Il fuoco che mi ha colto fin dall’inizio ora è vicino, tremendamente vicino… la bellezza della mia preda sfiora l’apice… il suo corpo è teso e forse un poco dolorante, le sue braccia tenute serrate all’indietro con forza soffrono per essere lasciate libere… posso contare ogni suo muscolo… la perfezione dipinta su quel corpo di marmo.

Inizio a muovermi sempre più velocemente dentro di lui.

“Ancora!” lo sento gemere.

Il suo petto viene scosso da violenti sussulti.

“Ancora!” ripete insaziabile.

I bracciali graffiano con crudeltà i suoi polsi diafani.

“Ancora!” grida, compiaciuto del suo dolore.

Una lacrima scende sulle mie guance… è troppo, troppo per il mio cuore vederlo in quel modo… mi provoca commozione sapere che quell’angelo mi appartenga davvero, e mi conceda anche di giocare con lui ad un gioco così estremo e spietato.

“Vieni… mio signore…” sussurra d’un tratto, fissandomi fin nel profondo degli occhi “Voglio sentirvi dentro di me!”

Non resisto più.

Un vortice di calore corre rapido nel mio corpo… dalla mente al petto… dal petto al ventre… dal ventre al…

“Ah!”

E mi blocco in lui, ascoltando la mia essenza scivolargli dentro, inondandolo, riscaldandolo, curando con essa tutte le ferite che fino ad allora gli avevo inferto.

Lo vedo sospirare, lentamente, sempre più lentamente… lo vedo sorridere… lo vedo rilassarsi… la sua maschera scivola via… il suo personaggio scivola via… Paride scompare… ed improvvisamente, dopo tanti mesi di lontananza, rivedo il mio Orlando.

“Vig…” sussurra, riaprendo gli occhi e guardandomi con una dolcezza capace di uccidere un uomo.

Gli carezzo il volto… siamo entrambi sudati, entrambi scossi… sento le mani che mi tremano ancora per quanto forte, per quanto intenso e fuori dalla realtà sia stato quell’amplesso.

“Ciao amore…” mormoro, guardandolo.

“Li..liberami da questi cosi…” ridacchia, scuotendo i polsi contro la testiera.

“Piano… piano che così ti fai male…”

Ci guardiamo. Entrambi scoppiamo in una risata.

“Come se ti dispiacesse… sei un sadico!” esclama ridendo.

“Soltanto con i traditori…” ammicco, levandogli nel frattempo i bracciali.

Si guarda i polsi con aria meravigliata.

“Guarda cosa mi hai fatto…”

“Zitto che ti è piaciuto!”

Resta in silenzio per un istante, poi si passa la lingua sulle labbra.

“Da morire!”

Dopo poco mi allontana da sé, ed entrambi ci alziamo, rivestendoci rapidamente.

Si dirige davanti ad uno specchio, richiudendosi la vestaglia nera.

“Dio mio… sembra che l’ho fatta davvero la guerra di Troia!” esclama, ricomponendosi.

“Ti farebbe bene scendere un po’ in campo… traditore!” ribatto, avvicinandomi a lui e circondandogli la vita con le braccia.

Appoggia la testa all’indietro sulla mia spalla…

Adoro quando fa così…

“Ma Paride… non è un soldato… è un…”

“Lussurioso…” gli faccio eco io.

“Un uomo perverso…”

Lo stringo a me.

“Un amante formidabile…”

Sorride e rimaniamo in quella posizione per alcuni istanti.

Se potessi lo terrei tra le mie braccia così… in eterno.

Dopo poco però si volta verso di me, e mi prende il volto tra le mani baciandomi dolcemente.

“Ora devo andare mio signore…”

“È stato bellissimo quello che abbiamo fatto!” soggiungo, cercando di trattenerlo per un attimo ancora.

“È stato bello ciò che voi mi avete fatto!”

“Lo farò ancora se volete…”

Lo guardo allontanarsi, con gli occhi che vorrebbero ghermirlo di nuovo.

“Perché no…” raggiunge la porta “Magari… questa notte…”

Sorrido, in solitudine, nella stanza ormai vuota.

“Questa notte… senza dubbio…”

FINE