.|. Melethryn - tra dolore e passione .|.
Parte
Terza: Separazioni ~
Legolas girò di scatto la
testa, cercando di percepire da dove venissero gli scricchiolii che udiva,
e quel movimento improvviso non passò inosservato…
“Qualcosa non va?” disse
Aragorn guardando nella stessa direzione dell’elfo “Tra poco saremo giunti
a…”
“Legolas nad no ennas!
(C’è qualcosa laggiù)” mormorò Eithel continuando a scrutare nella stessa
direzione del compagno.
Il principe di Gondor si
voltò verso di lui, lanciando poi un’occhiata preoccupata ad Adhemar
quando anche i cavalli iniziarono a nitrire, percependo l’agitazione dei
loro padroni.
“Men aphadar aen (Siamo
seguiti)” sussurrò Legolas guardandosi attorno, spalancando i grandi occhi
blu.
“Principe…?” lo richiamò
Aragorn quando si accorse della tensione nella sua voce.
“Boe toled i bêl!” esclamò
il principe di Bosco Atro all’istante, voltandosi verso Eithel che,
annuendo, ripeté l’ordine agli altri guerrieri che lo seguivano.
“Dobbiamo raggiungere il
villaggio!” disse Legolas, questa volta nella lingua corrente, guardando
l’uomo al suo fianco “Se è rimasto qualcuno vivo, forse riusciremo a
salvarlo…in caso contrario…dovremo combattere!”
Aragorn lo fissò per
qualche momento, poi annuì, dando a sua volta l’ordine ai propri uomini.
Aumentarono l’andatura,
spronando i cavalli, fino a quando giunsero in prossimità delle
abitazioni, allora si fermarono in attesa. Videro alcuni uomini intenti a
sistemare delle casse…uomini completamente vestiti con pelli di animale o
stracci che, per qualche ragione, fingevano di non averli notati. Adhemar
fece cenno a una parte dei suoi uomini di avanzare da un lato, e lo stesso
fece Eithel, indicando ai guerrieri il lato opposto.
Restarono in silenzio,
continuando ad osservare quelle strane figure, fino a quando, in
lontananza, risuonò il grido disperato di aiuto di una donna. In quell’istante
Aragorn sguainò la spada e Legolas impugnò l’arco e una freccia…appena
prima di vedere decine e decine di Uomini Selvaggi uscire dalle abitazioni
con in mano bastoni, spade, asce e fiaccole accese.
I due principi si
guardarono per qualche attimo fino a quando udirono la voce di Adhemar…
“Aragorn! Siamo
circondati!”
Si voltarono e videro
altri gruppi di uomini scendere velocemente dalla collina e dirigersi
furiosamente verso di loro.
“Dannazione è
un’imboscata!” mormorò il principe di Gondor.
“Ci saranno dei
prigionieri…” disse Legolas guardandosi attorno “…dobbiamo salvarli…”
“Prima dobbiamo salvare
noi stessi!” esclamò Aragorn quando vide che tutti i Selvaggi stavano
correndo verso di loro con le armi in pugno.
“Attacchiamo!”
Quando udì il grido del
principe di Gondor, Eithel lanciò un ultimo sguardo al compagno, prima di
lanciarsi nella battaglia insieme agli altri guerrieri.
Per lunghissimo tempo,
nell’aria satura di fumo, causato dal fieno a cui gli Uomini Selvaggi
avevano dato fuoco, risuonarono solo i rumori della lotta, le lame che
battevano tra loro, i fischi delle frecce che raramente mancavano il
bersaglio stabilito, e le grida di incitamento e di dolore.
Tutti i combattenti erano
ormai sparpagliati per il villaggio o nella pianura circostante visto che
ormai avevano dovuto abbandonare i destrieri per tenere testa ai nemici…e
ovunque, erano distesi i corpi di coloro che erano caduti in battaglia,
Uomini ed Elfi.
Aragorn si era ritrovato
solo contro tre uomini, ma presto ebbe la meglio e, voltandosi, vide
Adhemar non molto lontano che ne teneva a bada altri due. Fece qualche
passo per andare in suo aiuto ma si ritrovò di nuovo circondato. Riprese a
battersi fino a quando rimase faccia a faccia con un Selvaggio di
corporatura più elevata degli altri che aveva già affrontato, ma dopo un
primo istante di stupore, ricominciò a lottare, stringendo più forte i
pugni sull’elsa della spada.
“Adel i mbair! (Dietro le
abitazioni!)” gridò Eithel ferendo a morte un nemico prima di voltarsi
verso gli altri elfi “Adel i mbair! Na grom! (Dietro le abitazioni! Verso
sinistra!)”
Alcuni guerrieri udirono
subito il suo ordine e lo eseguirono, ma l’elfo, mentre correva per
raggiungere gli altri, vide alcuni Selvaggi dare fuoco al fieno su alcuni
carri…gli bastarono pochi istanti per comprendere che avevano intenzione
di lanciarli contro gli uomini di Gondor che stavano lottando poco più in
basso, ma dal punto in cui era non avrebbe potuto fare molto per fermali.
Impugnò l’arco, tirando le poche frecce rimaste, e colpì alcuni dei
nemici, prima di mettersi a correre il più velocemente possibile verso il
basso per raggiungere gli altri e avvertirli…
“Allontanavi! Presto!”
continuò a ripetere alzando la voce più che poteva, ma per alcuni gruppi
non ci fu niente da fare…furono investiti in pieno…uomini e Selvaggi…e
scaraventati lontano dalla forza con cui i carri erano giunti su di loro.
Ad un tratto si fermò,
respirando affannosamente e guardandosi attorno, stringendo in pugno
l’arco…e lo vide.
Aragorn stava ancora
lottando contro uno dei Selvaggi ed era proprio sulla traiettoria di uno
dei carri che i nemici avevano appena spinto con forza.
“Aragorn! Vattene! Va
via!” gridò facendo ancora qualche passo verso quel punto, ma il principe
di Gondor sembrava non sentirlo, troppo impegnato a difendersi dai colpi
violenti del nemico.
Eithel spalancò gli occhi,
guardando rapidamente l’uomo e il carro che si stava avvicinando a tutta
velocità…e nella sua mente, i pensieri si fecero rapidi, quasi
indistinguibili l’uno dall’altro…
…doveva fare
qualcosa…non era lontano…le frecce non avrebbero fermato la corsa del
carro…non poteva lasciar morire l’erede degli Uomini quando c’era una
possibilità di salvarlo…l’Antica Alleanza…Legolas…
Aragorn parò con la spada
il colpo d’ascia del Selvaggio prima di colpirlo ad una gamba, in un
ultimo disperato tentativo di abbatterlo, con un poderoso calcio…e mentre
il nemico tentava di rimettersi in piedi, l’uomo fece scivolare la lama
nel suo petto fino quasi all’elsa per poi estrarla e colpirlo con un altro
calcio. Ansimando, ma con un debole sorriso di soddisfazione, osservò il
Selvaggio barcollare per poi ricadere a terra senza vita…ad allora voltò
la testa di lato, tentando di recuperare un po’ di fiato…e si accorse del
carro che lo stava per colpire.
Una forte spinta alla
schiena…una spinta che lo fece cadere a terra molto distante dal punto in
cui si trovava…e poi un fragore simile a legna che andava in frantumi…
Allora alzò lo sguardo e
spalancò gli occhi quando si accorse che il carro che stava per colpirlo
era andato a finire contro il tronco di un albero, finendo in mille pezzi,
tra le fiamme residue che ancora bruciavano il fieno sparpagliato attorno
ad esso…ma poi qualcosa simile all’orrore e alla consapevolezza di quello
che era accaduto lo destò. Si alzò di scatto in piedi e, barcollando,
raggiunse quel punto…non restò a riflettere su come era meglio agire…si
limitò a togliersi con rapidi movimenti la casacca che indossava e usarla
per spegnere le fiamme…e fu allora, quando il fuoco era ormai domato, che
intravide, sotto alle assi di legno, il corpo della persona che, poco
prima, gli aveva salvato la vita, spingendolo lontano dal punto
dell’impatto.
“No…” mormorò iniziando a
spostare rapidamente tutti i frammenti di legno che gli impedivano di
liberare quel corpo, e quando ci riuscì, si lasciò cadere in ginocchio
“…oh Valar…”
Aveva la testa voltata di
lato, i capelli sporchi di sangue, polvere e fieno…ma respirava…
debolmente, troppo debolmente, ma era ancora vivo…
“Eithel…” sussurrò Aragorn
facendo scorrere lo sguardo sul suo corpo come se stesse cercando la
ferita che doveva curare…ma non c’era…non era una ferita…non una sola
“Eithel mi senti…? Per i Valar rispondimi ti scongiuro…” udì un debole
lamento così, con tutta la delicatezza possibile, gli mise una mano sulla
guancia, voltandogli lentamente la testa…ma quello che vide lo lasciò
senza fiato…il lato destro dello splendido volto dell’elfo era
completamente ustionato dalle fiamme che lo avevano colpito in pieno, come
anche il collo e come probabilmente lo era gran parte del suo corpo,
considerando lo stato degli abiti che indossava.
Il principe di Gondor,
chiuse un brevissimo attimo gli occhi, prima di riaprirli e chiamarlo di
nuovo…
“Eithel…puoi sentirmi?”
ripeté alzando leggermente la voce e un debole sorriso comparve sul suo
viso quando vide gli occhi dell’elfo aprirsi.
“Chi…chi sei…?” un
bisbigliò uscì dalle labbra di Eithel, così debole che a fatica l’uomo
riuscì a percepirlo.
“Sono Aragorn…” rispose
subito il principe di Gondor “…Eithel guardami, mi riconosci…?” vide la
mano sinistra dell’elfo alzarsi e all’istante la prese, portandosela sul
viso “…ti ricordi di me…? Guardami…”
“Io non…non ti vedo…”
A quelle parole Aragorn
spalancò gli occhi…
“Come…?”
“È tutto…buio…io
non…riesco a…” le parole di Eithel vennero interrotte da dei colpi di
tosse improvvisi.
“Shh…stai calmo…non
preoccuparti…” mormorò dolcemente Aragorn stringendogli la mano
“…probabilmente hai battuto la testa contro l’albero e i tuoi sensi sono…”
“No…” sussurrò con un filo
di voce l’elfo “…sento…l’oscurità…dentro di me…”
L’uomo rimase un istante
in silenzio, poi scosse la testa…
“Passerà, non
preoccuparti…guarirai presto e tornerai a vedere come prima…dove senti
dolore?”
“Non…sento dolore…”
rispose Eithel chiudendo di nuovo gli occhi “…non sento…niente…”
“Ora smetti di parlare…ti
porterò via da qui…all’accampamento abbiamo delle erbe e delle bende, ti
cureremo e ti riprenderei…e poi…” si fermò quando l’elfo gli lasciò la
mano, avvicinando la propria lentamente alla parte destra del volto, senza
però arrivare a sfiorarla “…no aspetta…”
“Ho sentito…una fiamma…il
fuoco bruciarmi…”
“Tutto tornerà come
prima…la tua pelle tornerà ad esser quella di prima, il tuo corpo
guarirà…”
“No…” bisbigliò Eithel
“…non accadrà…lo sento dentro di me…”
Aragorn scosse di nuovo la
testa, cercando di ribattere, ma sentì la mano dell’elfo sul ventre,
all’altezza della cintura, che alla cieca cercava qualcosa…non fece in
tempo ad abbassare lo sguardo…Eithel afferrò il pugnale che l’uomo teneva
nascosto puntandoselo al cuore…
“Eithel!” esclamò il
principe di Gondor spalancando gli occhi “No!”
“Uccidimi…” sussurrò
l’elfo “…uccidimi ti prego…”
“Sei impazzito forse?
Perché dovrei…”
“Non guarirò Aragorn…”
gemette Eithel mentre una lacrima gli scivolava sul viso “…non…tornerà mai
tutto come prima…posso sentirlo…”
“Ma sei forte…riuscirai a
sopravvivere…”
“Non voglio vivere per
sempre nell’oscurità…” sussurrò l’elfo “…e non…voglio vivere senza poter
vedere il suo volto…”
Aragorn rimase in silenzio
anche se non comprendeva appieno le sue parole, ma un’angoscia terribile
gli riempì il cuore.
“Eithel non posso farlo…”
“Non posso
sopportare…l’idea di affrontare l’eternità nel buio mentre nel suo
sguardo…l’amore viene sostituito…dalla pietà…”
“Per i Valar, Eithel ti
prego…” sospirò l’uomo mettendo una mano su quella dell’elfo che stringeva
il pugnale “…non posso…”
“Lo farei da solo…se
riuscissi…” replicò Eithel prima di essere scosso di nuovo da violenti
colpi di tosse…e alcuni rivoli di sangue scesero dalle sue labbra,
scivolando sul mento.
“Perché Eithel?” gli
chiese debolmente Aragorn “Perché l’hai fatto? Perché mi hai salvato la
vita?”
In quell’istante, Adhemar
arrivò correndo gridando il nome del principe di Gondor, ma appena si
ritrovò davanti a quella scena rimase impietrito, senza fiato, a pochi
passi da loro.
L’uomo alzò un istante lo
sguardo sul compagno per poi abbassarlo di nuovo quando udì la risposta
dell’elfo…
“Perché…è quello che
avrebbe fatto…lui…”
“Eithel…ti supplico…”
“Fallo…adesso…o sarà
troppo tardi…” mormorò l’elfo spostando la mano sopra a quella del
principe di Gondor, sull’elsa del pugnale “…ti prego non…dire a Legolas
quello…che ho detto…non deve sapere che sono stato io a…volere la….morte…”
“Aragorn no!” esclamò
Adhemar spalancando gli occhi quando vide il compagno stringere il pungo
sul pugnale.
“Va via Adhemar…” mormorò
l’uomo lanciando un’occhiata al giovane, che chiudendo gli occhi, si
voltò, allontanandosi.
“Ti prego…giuramelo…”
proseguì Eithel sempre più debolmente “…giuramelo su quello che…provi
per…lui…”
Aragorn trattenne il
fiato, girando qualche attimo la testa per guardare Adhemar poco lontano,
poi, in un sussurro, rispose…
“Te lo giuro…” prima di
chiudere gli occhi e spingere la lama del pugnale nel corpo dell’elfo.
Quando li riaprì, vide che
anche quelli di Eithel erano aperti, ma il suo spirito ormai aveva
lasciato le Terre Mortali per andare dove né dolore, né paure l’avrebbero
mai più tormentato.
Legolas raggiunse il lato
opposto del villaggio, fermandosi per scrutare i nemici che ancora
affollavano quel posto…erano in troppi…e stavano avendo la peggio,
dovevano ritirarsi, non potevano più fare niente e men che meno avrebbero
potuto salvare eventuali ostaggi. Riprese a correre svoltando sulla destra
e, dopo aver incrociato alcuni suoi guerrieri, si diresse nella parte
bassa della collina…e lì, a pochi passi dal punto in cui un carro era
appena andato a sbattere contro il tronco di un albero, la sua vita si
fermò.
Come in un incubo, dove
ogni cosa sembra troppo orribile per essere reale, vide Aragorn, il
principe di Gondor, colpire al cuore l’unica persona che aveva mai amato.
L’arco che stringeva nel
pugno, ricadde a terra, mentre, con incredibile lentezza, le gambe lo
conducevano più vicino…il suo sguardo era fisso sul corpo di Eithel che,
pur essendo a pochi passi di distanza, sembrava essere lontanissimo e
irraggiungibile.
Aragorn rialzò la testa,
facendo un profondo respiro e tentando di tenere a bada il senso di colpa,
il rimorso e l’angoscia per quello che era appena accaduto…ed allora si
accorse di Legolas, in piedi poco distante, con un’espressione
indecifrabile sul volto. Si alzò, facendo qualche passo verso l’elfo, dopo
aver lanciato un’occhiata ad Adhemar che gli dava ancora le spalle…
“Mi dispiace…” mormorò non
appena arrivò davanti a Legolas, tentò di incrociare il suo sguardo ma non
ci riuscì “…era ferito a morte…” e con quelle parole proseguì, recuperando
la spada che gli era caduta.
Il principe di Bosco Atro
restò in silenzio, camminando fino a raggiungere il corpo di Eithel…si
inginocchiò al suo fianco, osservando con occhi sbarrati le sue ferite,
fino a raggiungere il volto…quando vide le ustioni che avevano deturpato
il suo splendido viso, sentì il respiro venirgli a mancare…debolmente alzò
una mano come a voler sfiorare quelle lesioni, qualcosa che non aveva mai
visto sul volto di qualcuno del suo popolo…ma poi si fermò, posando la
mano sui suoi occhi per chiuderli…quegli occhi nei quali aveva amato
perdersi per anni, ma che ora, aveva avuto paura di guardare
nuovamente…sentiva che la persona che amava non era più lì con lui, il suo
spirito l’aveva già lasciato, nel momento in cui Aragorn aveva fatto
penetrare la lama nel suo cuore, e quello che rimaneva erano solo le sue
spoglie, e nei suoi occhi, non avrebbe visto altro che la morte…quell’Ombra
sconosciuta al suo popolo ma che, in quel momento, era diventata reale…Eithel
non era più in quel luogo con lui…Aragorn glielo aveva portato via…
Con quest’unico pensiero
nella mente, afferrò il pugnale che ancora giaceva nel corpo dell’elfo, e
lo estrasse…si alzò in piedi, rialzando lentamente lo sguardo…e quello che
bruciò nei suoi occhi in quell’istante, fu qualcosa di potente e
pericoloso, una fiamma che, una volta accesa, non si sarebbe estinta
facilmente.
“Perché l’hai fatto?”
mormorò Adhemar avvicinandosi al compagno “Potevamo curarlo…non tutto era
perduto…”
Aragorn restò un attimo in
silenzio, dando le spalle al luogo che aveva appena lasciato, quasi col
timore che, voltandosi, avrebbe dovuto rivivere quei momenti terribili,
poi debolmente, sussurrò…
“Non sarebbe tornato come
prima…anche il corpo forte di un elfo non avrebbe resistito a
tanto…avrebbe dovuto vivere per sempre con il ricordo di questo giorno
impresso sul corpo e nello spirito…” sospirò, continuando prima che il
giovane potesse parlare di nuovo “…ora risaliamo al villaggio…hanno
bisogno di noi…” ma fece solo un passo…e la lama di un pugnale gli passò a
fianco, ferendogli un braccio, prima di finire a terra…istintivamente si
portò una mano sulla ferita, abbassando lo sguardo nel punto in cui l’arma
era caduta…e riconobbe il proprio pugnale.
“L’hai ucciso!” sibilò
Legolas a pochi passi da lui, mentre stringeva nel pugno l’arco che aveva
ripreso.
L’uomo chiuse gli occhi,
facendo un profondo respiro prima di voltarsi…e incrociare lo sguardo
ricolmo d’ira e di dolore dell’elfo.
“Mi dispiace…ma sarebbe
morto in ogni caso…” mormorò fingendo di non provare quel fortissimo
rimorso “…ho solo alleviato le sue pene…”
“Menti!” ribatté Legolas
fermandosi davanti a lui “Poteva salvarsi…poteva continuare a vivere in
eterno com’era suo destino…ma tu gliel’hai impedito!”
Adhemar guardò prima
l’elfo poi Aragorn, indeciso se intervenire o meno…ma furono delle
voci…delle grida, a decidere per lui…dal villaggio giunsero correndo
alcuni uomini feriti…
“Ne stanno giungendo
altri! Dobbiamo ritirarci! Siamo…” ma delle frecce li raggiunsero in
pieno, facendoli cadere a terra.
“Arceri…” mormorò Adhemar
sguainando di nuovo la spada “…hanno degli arceri con loro…”
“Raggiungiamo i cavalli!”
gridò Aragorn mettendosi a correre “Dobbiamo andarcene o non avremo
scampo…radunate gli uomini rimasti!” ma ben presto vide alcuni dei suoi
guerrieri avanzare rapidamente verso di lui, seguiti dalle decine di
Selvaggi. Si bloccò, stringendo in pugno la spada…non avevano
scelta…dovevano affrontarli…guardò Adhemar, fissandolo intensamente, prima
di gettarsi nella mischia fendendo potenti colpi. Il giovane capitano
delle guardie fece lo stesso, cercando di aiutare i propri uomini feriti
che, altrimenti, non avrebbero avuto speranze.
L’unico a rimanere
immobile fu Legolas…in piedi, con lo sguardo perso sui nemici che
avanzavano verso di lui…solo quando alcuni Selvaggi lo raggiunsero, prese
uno dei pugnali che teneva legati dietro la schiena, e con colpi, rapidi e
decisi, li sterminò uno ad uno, senza battere ciglio, come se quello che
stava facendo non fossero altro che semplici movimenti…in poco tempo si
ritrovò di nuovo solo, circondato dai corpi senza vita dei nemici e
ricoperto dal loro sangue che macchiava la stoffa lavorata dei suoi abiti
e la pelle candida…si guardò attorno, osservando ma senza vedere
veramente, gli uomini di Gondor che lottavano poco distante da lui…ad un
tratto fece roteare il pugnale davanti a sé, prima di dirigere la lama
all’indietro, sopra la spalla, e colpire alla gola un nemico che lo aveva
raggiunto…lentamente si voltò, e guardò negli occhi quell’uomo, prima di
estrarre il pugnale con uno scatto. Il Selvaggio ricadde a terra mentre
sulla guancia dell’elfo scendeva un rivolo di sangue schizzato dalla
ferita…quando la goccia raggiunse il mento, Legolas rialzò lo sguardo che
aveva abbassato poco prima, e vide alcuni nemici con gli archi pronti a
tirare…restò immobile, osservando le frecce che andavano a conficcarsi con
più o meno precisione nei corpi di alcuni uomini…poi, con movimenti
incredibilmente lenti per uno della sua razza, alzò l’arco e scagliò una
freccia, colpendo in piena fronte uno degli arceri…
Aragorn colpì a morte
l’ultimo nemico e cadde a terra in ginocchio, stremato, e solo allora
riuscì a rialzare la testa per guardarsi attorno…e vide i propri uomini
cadere uno dopo l’altro, sotto i colpi violenti dei selvaggi che li
avevano circondati…un gemito di disperazione lasciò le sue labbra e il suo
sguardo vagò freneticamente alla ricerca di Adhemar…quando lo vide ancora
impegnato in un combattimento con due uomini, tirò un sospiro di
sollievo…che presto si tramutò in orrore, quando si accorse degli arceri…e
uno di loro stava puntando nella direzione del giovane…
“No!” mormorò, cercando di
rimettersi in piedi, ma la ferita che gli aveva inferto uno dei nemici non
gli permetteva di mettersi a correre…spostò lo sguardo alla disperata
ricerca di qualcosa…o qualcuno…e vide il principe di Bosco Atro, con
l’arco teso tra le mani…
“Legolas!” gridò con tutto
il fiato che aveva in gola “Legolas! Uccidilo! Legolas”
Vide l’elfo voltare la
testa verso di lui lentamente prima di tornare a fissare gli arceri…ma la
freccia non lasciò la mano del principe…
Aragorn spalancò gli
occhi, osservando impotente la freccia nemica che invece era stata
scoccata…la vide percorrere il tragitto e raggiungere il
bersaglio…colpendo al petto Adhemar…
Il giovane capitano delle
guardie barcollò all’indietro e lasciò ricadere le braccia lungo i
fianchi, prima di crollare in ginocchio a terra…per qualche istante rimase
in quella posizione, con gli occhi fissi davanti a sé…nel punto in cui il
principe di Gondor era rimasto pietrificato dall’orrore.
“No…”
Un sussurro lasciò le
labbra di Aragorn quando incrociò lo sguardo della persona che amava…e in
quel breve attimo vide la vita scivolare via da colui al quale aveva
donato il suo cuore…e quel sussurro, divenne un grido di dolore quando
vide Adhemar cadere al suolo.
Come se avesse ritrovato
nuovamente tutta il vigore che aveva perso, si rimise in piedi,
barcollando verso il corpo del giovane…ma prima di raggiungerlo, cadde
nuovamente a terra…con la forza della disperazione, si rialzò cercando di
proseguire…mancavano pochi passi…ora poteva vederlo…gli occhi blu nei
quali adorava specchiarsi erano chiusi, e i capelli corvini, arruffati e
intrisi di sangue…allungò una mano verso di lui…doveva toccarlo…doveva…ma
poi un colpo alla testa…e l’oscurità lo inghiottì.
“Prendete anche quello!”
gridò uno dei Selvaggi indicando Legolas che era rimasto immobile, dopo
aver abbassato l’arco, con lo sguardo vuoto fisso sul principe di Gondor
“Può servirci!”
L’elfo osservò gli uomini
che gli si stavano avvicinando e non oppose resistenza quando gli legarono
i polsi dietro la schiena…l’ultima cosa che vide, prima che lo bendassero,
furono alcuni Selvaggi prendere il corpo privo di coscienza di Aragorn e
trascinarlo con loro. |