.|. Melethryn - tra dolore e passione  .|.

Parte Settima: Solitudine

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I giorni passarono…le settimane passarono…ma a Minas Tirith il tempo sembrava non passare mai. Nonostante questo però, le notizie continuavano a rimbalzare da una parte all’altra del regno provocando a volte sconcerto e a volte sollievo. Gli attacchi da parte degli Uomini Selvaggi erano stranamente cessati, ma molti erano convinti del fatto che questa tregua non era altro che la preparazione per un attacco ancora più imponente. Molti degli Elfi giunti a Gondor erano ripartiti verso Lórien per ricevere nuovi ordini dai propri sovrani, solo alcuni erano restati per aiutare Re Arathorn nelle decisioni, come era stato richiesto loro. I guerrieri erano sempre all’erta, pronti a partire al primo segno di pericolo, ma da settimane ormai la situazione era tranquilla, anche troppo per quello che si aspettavano.

E in questo clima di attesa anche Aragorn e Legolas proseguivano i loro giorni a palazzo. Tra una riunione e l’altra per delle decisioni più o meno importanti, passavano il loro tempo ad ignorarsi, indifferenti l’uno dei problemi e dei pensieri dell’altro…ma spesso, questa indifferenza tornava ad essere quell’attrazione irrefrenabile che li aveva spinti l’uno verso l’altro, e con sempre più frequenza si ritrovavano insieme nei luoghi più impensati…si possedevano senza tregua e rimorsi, cercando quel piacere selvaggio e intenso che si trasmettevano…a volte nemmeno una parola veniva pronunciata e nell’aria risuonavano solo i sospiri dell’estasi che solo uno dei due raggiungeva, lasciando l’altro tra le fredde braccia della solitudine e della frustrazione.

Ma più il tempo continuava a scorrere, più gli incontri tra di loro si trasformavano in qualcosa di totalmente inaspettato…quelle carezze che all’inizio erano al solo scopo di incrementare il proprio piacere, diventarono gesti di attenzione verso l’altro…quei baci possessivi e vigorosi lasciarono spazio a giochi sensuali…ma il rancore che continuava a perdurare tra di loro non li metteva in condizione di accorgersi di questi cambiamenti…e come ciechi di fronte alla realtà e a quello che stava accadendo, continuavano a prendersi con rabbia, senza fermarsi un solo attimo a dare ascolto ai propri cuori che, seppur debolmente, avevano ricominciato a battere con un nuovo spirito.

 

Un pomeriggio di sole, Legolas uscì nei giardini, respirando a pieni polmoni l’aria fresca ed osservando gli alberi e i fiori come se da tempo non lo facesse…ad un tratto si fermò, avvicinandosi ad un cespuglio di rose bianche e con le dita sfiorò i petali candidi…subito sentì una stretta al cuore, quando alla mente gli tornarono i ricordi dei giorni passati con Eithel nei giardini di Lórien, così allontanò lo sguardo, voltandosi, e si ritrovò di fronte il capitano dei guardiani del Bosco d’Oro…

“Haldir…” esclamò fissandolo incuriosito “…credevo che fossi partito con gli altri…”

“E credi che me ne sarei andato senza nemmeno salutarti?” rispose l’elfo facendo un passo verso di lui, restò qualche momento in silenzio, osservandolo, poi continuò “Cosa ti turba Legolas? Il tuo cuore è in pena…lo sento…ma c’è qualcosa oltre alle grida disperate per la perdita di colui che ti era più caro…qualcosa che ti impedisce di tornare a sorridere…”

“Sei a conoscenza di…” mormorò il principe di Bosco Atro perplesso “…io non…”

“Sono a conoscenza di molte cose…come lo sono i miei sovrani che me le hanno rivelate al solo scopo di portare aiuto e conforto…cos’è accaduto amico mio? Cosa ti è accaduto? Perché non tenti di ritrovare la pace e la felicità?”

“Come posso ritrovare la pace quando mi è stato strappato tutto ciò che amavo e in cui credevo?” ribatté Legolas abbassando lo sguardo a facendo qualche passo “Come posso sorridere quando l’unica luce della mia esistenza si è spenta? Intorno a me vedo solo oscurità e dolore…come posso…” si fermò sospirando prima di girarsi nuovamente verso l’altro elfo “…no, non posso ritrovare la pace e la felicità…niente e nessuno potrà mai ridarmi quello che ho perso…”

“Nemmeno lui?” sussurrò Haldir guardandolo intensamente quando vide l’espressione incuriosita sul suo volto “Il principe Aragorn…quando lo guardi c’è qualcosa nei tuoi occhi…all’inizio mi sembrava quasi indifferenza…ma a volte sembra diventare odio…e altre volte…”

“Te ne prego Haldir…” lo interruppe Legolas accennando un sorriso nervoso “…sei in errore…quel…Mortale è l’ultima persona che potrebbe darmi conforto da…”

“…desiderio…” continuò l’elfo di Lórien alzando leggermente la voce “…e ne ho avuto la prova quando vi ho visto alcuni giorni fa…nascosti dietro a quel portico…ma non abbastanza per la vista di un Elfo…” sentì il respiro dell’amico davanti a sé aumentare e si accorse che stava stringendo le labbra con forza, così gli appoggiò una mano sulla spalla “…non ti sto giudicando amico mio…desidero solo rivedere la luce sul tuo viso…quella luce che ti faceva risplendere ma che ora sembra imprigionata dietro ad uno strato di ghiaccio…i tuoi occhi sono spenti, Legolas…ma quando guardi quell’Uomo una debole scintilla li fa brillare e…”

“Non sai niente Haldir…” ribatte all’istante il principe di Bosco Atro voltandosi di scatto “…non sai quello che provo e…non sai…” sospirò profondamente “…credimi…tutto quello che può darmi quell’Uomo è ciò che tu stesso hai visto…ed io…non voglio nient’altro da lui…”

“Io ti credo…” mormorò Haldir avvicinandosi nuovamente a lui “…e ti conosco da una vita…sei come un fratello per me e non vorrei altro che vederti di nuovo felice come quando…” si fermò quando si accorse che Legolas aveva chiuso gli occhi, così gli passò un braccio attorno alla vita, stringendolo a sé dolcemente “…mi dispiace per quello che è successo…Eithel ti amava con tutto se stesso e continuerà ad amarti…”

Legolas nascose il viso contro la sua spalla, stringendosi a lui e respirando profondamente…quanto gli mancava essere abbracciato in quel modo…un semplice abbraccio e nulla di più…un gesto di affetto e di amicizia…e in quel momento avrebbe voluto piangere, sfogare quell’angoscia che continuava a tenere nascosta dentro di sé ma non ci riuscì…e le parole che Haldir pronunciò lo fecero rabbrividire…

“Un cuore anche se è ferito gravemente può tornare a battere Legolas…lascialo libero di tornare a vivere…non imprigionarlo in una gabbia di dolore e rimorso, non nasconderti dietro alla rabbia…tu non sei fatto per stare solo, amico mio…non puoi sopravvivere in solitudine…il tuo corpo ha già scelto un compagno…lascia che anche il tuo cuore lo riconosca e…”

“No!” esclamò di scatto, allontanandosi da lui mentre quel brivido di paura continuava a scuoterlo…paura che in fondo, quelle parole, avessero un senso “No…non lui…forse un giorno accadrà Haldir…ma non adesso…non qui…e non con lui!” e velocemente corse via tra gli alberi sotto gli occhi dell’elfo di Lórien che, scuotendo con rammarico la testa, si incamminò nella direzione opposta.     

 

Aragorn tirò un profondo respiro, cercando di calmarsi, anche se, per la rabbia, aveva stretto così forte le mani sul cornicione fin quasi a ferirsi…ma per quale motivo? Perché non sopportava che Legolas abbracciasse quel suo amico? Non doveva importargli in fondo…eppure quando li aveva visti, aveva sentito dentro di sé qualcosa…qualcosa simile…alla gelosia…Ma era impossibile…poteva averlo ogni volta che voleva, perché mai avrebbe dovuto essere geloso di un semplice abbraccio? Ma nonostante la sua mente cercasse una spiegazione razionale, il suo corpo stava già agendo senza riflettere.

Raggiunse rapidamente alcuni uomini che erano di guardia lungo il corridoio principale e si parò davanti a loro esclamando:

“Cercate il principe Legolas, trovatelo e conducetelo nelle prigioni! Privatelo dei suoi abiti e fategli indossare una delle tuniche a disposizione dei possibili prigionieri…incatenatelo al muro ma non fategli mancare niente…acqua…cibo…tutto quello che chiede…”

“Signore…?” mormorò stupito uno degli uomini “Per quale motivo dobbiamo…”

“Discutete i miei ordini ora?”

“No…certo che no Mio Signore…ma…è un nostro alleato…se la sua gente verrà a sapere che…”

“Per questo confido nella vostra discrezione…” replicò Aragorn guardando tutti gli uomini “…silenzio e discrezione…tra meno di un’ora vi raggiungerò alle prigioni…se avrete eseguito tutto alla lettera, avrete una ricompensa…” e con quelle parole si allontanò rapidamente.

 

“Per quale motivo mi avete condotto qui?” esclamò Legolas avvicinandosi alle sbarre “Non ho commesso nessun crimine! Come osate?”

“È un ordine del principe…” mormorò una delle guardie recuperando gli abiti che l’elfo aveva dovuto togliersi poco prima “…tra poco sarà lui a darvi una spiegazione!”

A quelle parole Legolas si appoggiò stancamente al muro sospirando…

“Perché questo non mi sorprende?” sussurrò, alzando però di scatto la testa quando vide due uomini entrare nella prigione.

“Dobbiamo legarvi…è un ordine…”

“Questo è assurdo!” esclamò il principe di Bosco Atro, senza però fare resistenza…sapeva fin troppo bene che quegli uomini non avevano nessuna colpa e stavano solamente eseguendo gli ordini del loro principe…era con lui che doveva prendersela. Quando le guardie lo lasciarono solo, si guardò attorno…era quasi completamente buio, se non per alcune torce appese lungo i corridoi…per fortuna sembrava non esserci nessun prigioniero, e la cosa, in un certo senso, lo confortò…almeno gli Uomini di Gondor non erano soliti imprigionare persone così facilmente…rimase immobile, ascoltando ogni più piccolo rumore…ma c’era uno strano silenzio, silenzio reso ancora più intenso dall’oscurità e dalle ombre…ma non ne aveva paura…ormai l’oscurità non avrebbe più potuto fargli del male…niente e nessuno avrebbe più potuto fargli ulteriore male di quello che aveva già ricevuto...si appoggiò al muro dietro di sé, alzando lo sguardo sulle proprie mani, incatenate sopra alla testa, poi chiuse gli occhi, attendendo in silenzio.

 

“L’avete preso?”

La voce di Aragorn fece trasalire i due uomini di guardia, che si voltarono di scatto verso di lui, annuendo…

“Sì…certo mio Signore…abbiano fatto tutto ciò che…”

“Bene…ora uscite di qui e attendete il mio ritorno…che nessuno entri o si avvicini…avete capito?”

Le guardie annuirono nuovamente, risalendo le scale e richiudendo dietro di loro la pesante porta di legno.

Aragorn si incamminò rapidamente lungo i corridoi fino a quando raggiunse la cella e lì si fermò, osservando per qualche momento Legolas, in silenzio, al di là delle sbarre di ferro…poi si schiarì la voce e vide i suoi occhi blu riaprirsi lentamente.

“Spero che questa sistemazione ti sia gradita…” aprì la cella ed entrò, fermandosi davanti a lui “…sai…ho voluto farti provare cosa significa restare per l’eternità in questo posto…tu e l’oscurità…senza nessun altro…senza luce…senza…”

“E credi di farmi del male?” lo interruppe l’elfo debolmente “Beh…ti sbagli…”

“Mmm…sei coraggioso Elfo…non ti negherò che io stesso impazzirei qui sotto…” fece un passo verso di lui, fissandolo negli occhi “…da solo…” avvicinò il volto al suo, fino quasi a sfiorargli le labbra, e udì le catene che gli tenevano legati i polsi, tremare “…ma forse è quello che vuoi…preferisci restare solo? Sei stanco di me?” alzò una mano e con la punta delle dita gli sfiorò il viso, scendendo poi sul collo e sul petto, insistendo quando sentì i suoi capezzoli, sotto la sottile stoffa della tunica che indossava “Sei stanco di me Legolas?” proseguì il viaggio lungo il suo corpo, fermandosi sui fianchi e sull’inguine, accarezzandolo più volte, e quando udì un sospiro, raggiunse il suo punto più sensibile…

“No…non lo sei…” gli bisbigliò sulle labbra con un sorriso malizioso.

“Cosa…vuoi Aragorn?” mormorò l’elfo tentando di controllarsi, cercando di non spingersi nella mano dell’uomo che era ferma su di lui, facendolo bruciare di desiderio.

“Dimmelo tu…” ribatté il principe di Gondor “…cosa credi che voglia, Legolas?”

“Vuoi il mio…” si fermò quando sentì la sua mano farsi strada sotto la tunica per raggiungere la sua pelle nuda “…corpo…”

“Bravo…sei attento…” mormorò Aragorn afferrando con la mano la coscia dell’elfo e rialzandola, mentre con le ginocchia lo costringeva ad allargare le gambe.

“E allora fallo!” esclamò Legolas fissandolo intensamente “Fallo e finiamola con questo gioco assurdo! Mi hai fatto portare qui, mi hai fatto legare solo per avere il controllo su di me…ora ce l’hai…fa quello che devi e vattene!”

“Oh no…non è così semplice…” sussurrò l’uomo avvicinando due dita alle labbra dell’elfo mentre iniziava a muovere il bacino contro l’interno della sua coscia che aveva alzato poco prima “…non questa volta…”

Legolas sentì la pressione sulle labbra e non poté fare a meno che socchiuderle, accogliendo le dita di Aragorn nella propria bocca, iniziando poi a lambirle istintivamente con la lingua…

“Sì…così…” sospirò l’uomo inumidendosi le labbra sensualmente prima di ritrarre le dita e far scorrere la mano tra le gambe dell’elfo…sfiorò per un breve attimo la sua eccitazione ma poi continuò, osservando compiaciuto l’espressione di stupore sul viso di Legolas, quando fece scivolare le dita dentro di lui…iniziò a muoverle lentamente e vide l’elfo spalancare la bocca e gemere ogni volta che toccava quel punto nascosto nel suo corpo che lo faceva tremare. Continuò quella tortura a lungo, variando la velocità, e catturando le labbra di Legolas in baci ardenti…sentiva contro la propria gamba, quella alzata dell’elfo che si era stretta su di lui, come sentiva la sua eccitazione contro il fianco…alzò lo sguardo e vide le sue mani stringersi alle catene che lo tenevano legato, ed allora avvicinò le labbra al suo orecchio…

“Ti piace quello che ti faccio?” non ottenne risposta, così lo ripeté, aumentando la velocità delle dita nel suo corpo “Ti piace Legolas?”

“…no…” gemette il principe di Bosco Atro appoggiando indietro la testa contro il muro, cercando disperatamente qualche contatto per far cessare quel fuoco che lo stava facendo impazzire.

“Valar…come puoi mentire?” ribatté Aragorn “Ti sto facendo raggiungere il piacere solo con le mie dita e continui a negarlo? Dimmi la verità! Dillo!”

“Sì…sì dannazione…sì!” gridò Legolas tra i sospiri, chiudendo gli occhi per non vedere l’espressione soddisfatta sul viso dell’uomo “Cos’altro vuoi? Cosa?”

“Allora perché sei andato da lui?” gli sussurrò il principe di Gondor all’orecchio “Perché lo stavi abbracciando? Perché?”

L’elfo spalancò gli occhi a quelle parole…a quel tono di voce…possibile che Aragorn fosse…geloso di quel semplice abbraccio con Haldir? Abbassò lo sguardo e incrociò quello dell’uomo…per un momento rimasero a fissarsi, quasi completamente immobili…ma poi il principe di Gondor si allontanò di scatto, facendo un passo indietro…e poi un altro…fino a raggiungere la porta della cella…rapidamente uscì e si incamminò per i corridoi, senza pronunciare una parola…fino a quando si imbatté nelle guardie di poco prima…

“Liberatelo…ma prima dategli dell’acqua con del sonnifero…quando si sarà addormentato portatelo nella sua stanza e legatelo al letto in modo che non possa alzarsi…”

 

Erano passate due ore da quando aveva lasciato le prigioni, ma Aragorn continuava a ripensare a quello che aveva detto, al modo in cui l’aveva detto…e allo sguardo di Legolas a quelle parole…era stato uno sciocco ma non era riuscito a trattenersi…era veramente geloso di lui? O era tutto a causa di quello che facevano e che lo faceva passare per una sua proprietà? Ma era comunque assurdo…aveva già il suo corpo…cos’altro voleva ancora?

Prese tra le mani dell’acqua e se la lasciò scivolare sul viso un’ultima volta, prima di rialzarsi dalla grande vasca da bagno ed afferrare la vestaglia rosso scuro appesa al muro…la richiuse in vita, stringendo la cintura, e si passò le dita tra i capelli bagnati sospirando…poi lasciò la stanza, dirigendosi verso quella di Legolas.

Quando la raggiunse, entrò silenziosamente e si accorse che l’elfo era ancora addormentato, con un’espressione stranamente rilassata sul viso…si avvicinò lentamente, sedendosi sul materasso al suo fianco e notò le due cinture di velluto che gli tenevano legati i polsi alla testiera…le sfiorò delicatamente, assicurandosi che non fossero troppo strette ma non riuscì a fermare la propria mano, che proseguì lungo il braccio di Legolas, raggiungendo le spalle e scostando leggermente la tunica leggera che ancora indossava per vedere il suo petto…con le dita risalì sul collo, percorrendo il profilo del mento…gli zigomi…e l’orecchio…in quell’istante però, quando con l’indice ne stava sfiorando la punta, sentì un sospiro e vide gli occhi blu spalancarsi di scatto e in essi riuscì a leggere una punta di delusione…

Legolas trattenne il fiato quando vide Aragorn seduto accanto a sé…aveva sentito quelle dolci carezze che lentamente l’avevano risvegliato, e la sua mente era corsa subito da Eithel…il suo cuore aveva iniziato a battere con forza pur consapevole che la verità sarebbe stata ben diversa…ed infatti lo era…

“Cosa vuoi adesso?” mormorò, ma appena tentò di muoversi, sentì le braccia bloccate “Mi hai legato ancora? Non sei più in grado di restarmi vicino senza utilizzare questi metodi? Hai paura di me Aragorn? Hai paura di quello che posso farti?”

“Non ho paura di te…te l’ho già ripetuto se non sbaglio!” rispose l’uomo mettendosi in ginocchio sul materasso “Abbiamo solamente un conto in sospeso da regolare…” alzò una gamba e si sedette sul ventre dell’elfo “…ed ora che ti sei riposato…è giunto il momento…” afferrò uno dei cuscini sull’altro lato del letto e, rialzando con l’altra mano la testa di Legolas, lo infilò sotto di essa, facendolo poi alzare leggermente.

L’elfo trattenne il respiro quando vide Aragorn aprirsi la vestaglia…e il suo sguardo si rialzò subito sul suo viso, cercando nei suoi occhi la risposta che conosceva già…ma non poté fare a meno di sussurrare…

“Cosa vuoi da me?”

“Mmm…io credo che tu lo sappia già…” rispose l’uomo mettendosi seduto più in alto sul suo petto “…ma posso darti un aiuto…” si chinò su di lui, e alcune gocce d’acqua ricaddero dai suoi capelli sul viso di Legolas, scivolando sulle sue guance fino ai cuscini “…apri la bocca…”

Il principe di Bosco Atro rimase immobile, ascoltando il proprio respiro diventare sempre più accelerato…ma la voce di Aragorn risuonò di nuovo nella stanza…

“Avanti…l’hai già fatto poco fa con le mie dita…” mormorò sorridendo maliziosamente “…non è così diverso…devi solo…aprire di più la…”

“No…” bisbigliò con un filo di voce l’elfo “…no…non voglio…vattene via…lasciami stare!”

“Legolas…forse non hai capito che questa non è una domanda…è un ordine!” ribatté l’uomo avvicinando due dita alle sue labbra come già aveva fatto nelle prigioni…vide Legolas chiudere gli occhi ma socchiudere le labbra e accettarle, succhiandole avidamente e sfiorandole con i denti e la lingua “Oh Valar…se farai così mi farai perdere la testa dopo pochi istanti…” con l’altra mano si sfiorò il ventre, chiudendola poi su di sé, accarezzandosi fino a quando non resistette più…allora allontanò le dita dalla bocca dell’elfo, sostituendole con il proprio corpo…

Legolas strinse gli occhi, bagnando con le labbra la pelle bollente prima di dischiuderle e lasciarla scivolare nella propria bocca…ricominciò a fare come poco prima, lambendo, sfiorando, succhiando, incoraggiato anche dai continui gemiti che udiva sopra di sé…ma presto Aragorn iniziò a spingersi nella sua bocca con forza e l’elfo spalancò gli occhi, stringendo i pugni, mentre i suoi sospiri venivano soffocati dal vigore dell’uomo…più quei movimenti diventavano intensi e più si sentiva soffocare…ma ad un tratto, come se Aragorn avesse compreso, le sue spinte diminuirono di velocità, ed allora riuscì a riprendere quello che stava facendo poco prima…appena sentì uno strano sapore sulla lingua, incrementò le sue azioni e ad un tratto sentì tra i capelli una mano dell’uomo, mentre l’altra afferrava la testiera con forza…un liquido caldo gli riempì la bocca all’improvviso e non riuscì a far altro che lasciarlo scivolare lungo la gola, ma non riuscì appieno nell’intento e iniziò a tossire…

L’uomo si accorse di quello che stava succedendo, così si allontanò da lui, rialzandogli con una mano la testa, mentre continuava a tossire con forza…

“Shh…calmati…” mormorò, cercando di recuperare il fiato che aveva perso quando poco prima aveva raggiunto il piacere così violentemente “…respira…”

Legolas lentamente smise di tossire e, deglutendo ancora una volta, appoggiò di nuovo la testa sui cuscini, respirando profondamente con gli occhi semichiusi.

Aragorn si alzò da lui, sedendosi nuovamente al suo fianco, prese un panno dal comodino e, delicatamente, gli ripulì il viso e il collo, cercando di trattenere una risata che però, quando finì, si lasciò sfuggire…

“Non l’avevi mai fatto…?” mormorò guardandolo intensamente “Ma come vi davate piacere? Me lo vuoi spiegare? Non hai mai fatto questo…e sembrava che non avessi nemmeno mai diviso il tuo corpo con…” in quell’istante si bloccò, spalancando gli occhi “…tu non avevi mai…non ti eri mai donato a lui?”

Legolas restò in silenzio, voltando la testa dalla parte opposta per non guardarlo negli occhi…ma ad Aragorn quel silenzio bastò…

“Perché non me l’hai impedito quella notte?”

“Io ho tentato di impedirtelo…” sussurrò l’elfo sospirando “…ho tentato ma…”

“No…potevi respingermi…ne avevi la forza ed io ero debole e ubriaco…perché non…”

“…il mio corpo ti voleva…”

A quelle parole, appena sussurrate con timore e vergogna, Aragorn si rimise in piedi, indietreggiando fino alla porta, continuando a fissare il viso di Legolas che ora era voltato verso di lui…

“Aragorn…? Non…non lasciarmi qui così…” mormorò l’elfo debolmente mentre sentiva le vene pulsargli per l’eccitazione che aveva pieno possesso del suo corpo “…non dopo quello che mi hai fatto prima…”

“Io devo…devo andare…”

“No!” esclamò il principe di Bosco Atro alzando la voce più che poteva, visto che la gola ancora gli bruciava “Non puoi lasciarmi così! Non puoi!”

“Io…posso invece…” ribatté l’uomo cercando di recuperare il controllo su di sé “…l’ho già fatto altre volte non ricordi…?”

“No! Aragorn no! Maledizione no!” gridò nuovamente Legolas ma ormai il principe di Gondor aveva lasciato la stanza, così si lasciò ricadere sul letto, sospirando quelle parole che non avrebbe mai pronunciato in sua presenza “…ti prego…ti prego…”

Aragorn fece solo qualche passo, prima di fermarsi contro la parete, respirando profondamente…perché voleva tornare da lui? Perché voleva tornare da Legolas e dargli ciò che chiedeva? Perché pur avendo raggiunto il proprio piacere continuava a sentirsi insoddisfatto? Perché desiderava rientrare in quella stanza e restare con lui? Vederlo tremare e sospirare tra le proprie mani? Ma quelle domande rimasero senza risposta…

 

Scese la sera e al grande tavolo nel Salone erano presenti tutti i sovrani e gli ospiti…come sempre, tutti tranne il principe Legolas. Durante la cena, Haldir sentì su di sé i continui sguardi di Aragorn ma non gli diede peso, anche se il tono di voce che l’uomo usava nei suoi confronti era tutt’altro che cortese. Quando terminarono anche l’ultima portata, il principe di Gondor si rialzò, congedandosi dagli altri utilizzando le solite scuse basate su “questioni importanti da risolvere”. Si diresse rapidamente verso la stanza di Legolas, con la ferma convinzione di dargli una lezione, questa volta, ma quando entrò la trovò vuota, sembrava che nessuno ci entrasse da ore…lanciò un’occhiata al letto e vide le bende di velluto che tenevano legati i polsi dell’elfo, gettate sui cuscini. Tornò nel corridoio con una certa delusione…non sapeva dove cercarlo e non poteva certo mettersi a vagare per il palazzo, così lentamente raggiunse la propria camera, entrò e richiuse la porta…fece qualche passò ma si bloccò, quando udì una voce provenire da un angolo buio…

 

“Mi stavi cercando non è vero?”

 

“Cosa te lo fa credere Elfo?”

“Il fatto che non sono sceso a cenare e che sicuramente ora vorrai farmi pagare questo mio ennesimo…atto di scortesia…” rispose Legolas uscendo alla debole luce delle candele “…ma prima che accada…voglio che tu beva questo…” e, alzando una mano, gli porse un calice con quello che, a prima vista, sembrava del semplice vino.

“Credi di farmi ubriacare con un solo bicchiere di vino?” ribatté l’uomo afferrando però il calice e osservando il liquido al suo interno.

“No…anche se questo è vino preparato dal mio popolo…”

“Io non mi fido di te…perché dovrei bere qualcosa che tu mi offri?”

“Perché…non hai altra scelta…” mormorò Legolas avvicinandosi a lui con lo sguardo fisso sul suo viso “…o lo bevi spontaneamente o mi toccherà costringerti con la forza…”

Aragorn avvicinò il calice alla labbra, fermandosi un istante prima di bere…

“E se contenesse del veleno?”

“Sai benissimo che ucciderti è l’ultimo dei miei pensieri…non ricaverei niente dalla tua morte”

Il principe di Gondor tentennò ancora per qualche momento, ma poi bevve rapidamente il vino, appoggiando il calice vuoto sul tavolo…

“Mmm…è molto più forte di quello che mi aspettavo…” mormorò schiarendosi la voce “…ma non abbastanza per farmi dimenticare i miei doveri…sdraiati sul letto!”

L’elfo restò a guardarlo in silenzio, poi però ubbidì, fermandosi ai piedi del letto e vide Aragorn barcollare verso di lui, fino a sedersi sul materasso…

“Ed ora…spogliati…” sussurrò passandosi una mano sugli occhi come se la vista gli si fosse improvvisamente annebbiata “…e vieni…qui…” tentò di alzare una mano ma si sentì improvvisamente troppo debole per qualsiasi movimento e, senza accorgersene, si lasciò ricadere indietro sul letto “…io non…cosa…cosa mi hai dato dannazione? Non riesco…a…” ma le parole divennero un debole sospiro quando le palpebre gli si chiusero pesantemente.

“Sei resistente Aragorn…” disse Legolas guardandolo dall’alto “…ma non abbastanza…” lo raggiunse, mettendosi davanti a lui e lentamente, si slacciò la cintura che portava in vita “…buonanotte mio bel principe…”

 

Era passata poco più di un’ora e lentamente Aragorn riprese conoscenza, rialzando le palpebre che però sentiva ancora pesanti come dopo un breve sonno…alzò la testa guardandosi attorno e si accorse di essere seduto su una delle sedie foderate in velluto che teneva nella propria stanza…tentò di alzarsi ma realizzò subito che era impossibile…i suoi polsi erano saldamente legati dietro alla sedia ed allora lasciò ricadere la testa all’indietro, contro lo schienale, con un lamento…

“Maledizione Legolas!”

 

“Sai una cosa…principe di Gondor…” esclamò l’elfo mettendosi davanti a lui “…non è stato affatto facile liberarsi da quelle bende questo pomeriggio…è stato molto scortese da parte tua andartene senza nemmeno darmi un aiuto…”

“Cosa vuoi da me avanti!” ribatté l’uomo fissandolo “Non mi hai fatto perdere i sensi per poi legarmi qui senza uno scopo preciso…”

“In verità volevo solo parlare con te…ma se proprio insisti…” rispose Legolas facendo un passo verso di lui mentre con le mani si apriva la tunica celeste “…c’è una cosa che voglio…” si fermò davanti a lui, aprendo le gambe e mettendole a lato di quelle piegate dell’uomo, si accorse che il respiro di Aragorn si era fatto più rapido così raggiunse la propria vita e si aprì i pantaloni “…voglio che tu mi faccia la stessa cosa che mi hai costretto a farti questo pomeriggio”

Il principe di Gondor deglutì, cercando di tenere lo sguardo fisso in quello dell’elfo e sentì il proprio cuore iniziare a battere con forza, mentre nelle sue vene il sangue stava già bruciando, ma ignorando l’eccitazione che si era impadronita di lui solo al pensiero di quello che avrebbe dovuto fare, mormorò:

“E se io non volessi?”

“Te l’ho forse chiesto Aragorn?” sussurrò Legolas abbassando la stoffa e avvicinandosi ancora di più a lui, rabbrividendo quando sentì sulla pelle bollente il respiro caldo dell’uomo “Fallo! Adesso!”

Aragorn sorrise maliziosamente prima di avvicinare le labbra all’eccitazione dell’elfo e, continuando a tenere lo sguardo alzato per vedere il suo viso, iniziò a sfiorarlo sempre più intensamente, succhiando la pelle ardente quando udiva i suoi gemiti farsi più forti…vide i suoi occhi chiudersi dopo qualche momento ed allora lo accolse nella bocca cercando di dargli ancora più piacere…

Legolas si aggrappò allo schienale della sedia, tentando di controllarsi, ma non ci riusciva, stava raggiungendo l’estasi così rapidamente che a malapena era ancora in grado di pensare…senza nemmeno rendersene conto, iniziò a spingersi nella bocca di Aragorn, gettando indietro la testa con le labbra semiaperte dalle quali uscivano gemiti sempre più intensi…ma proprio quando si sentì al limite, alzò una mano, stringendola tra i capelli dell’uomo in un vano tentativo di allontanarlo da sé…

“…fermati…basta…” sospirò, ma il suo corpo non era d’accordo e gli diede solo il tempo di pronunciare…

“…Aragorn…”

…prima di esplodere al culmine della passione, lasciandolo quasi privo di forze. Dopo qualche istante si lasciò ricadere seduto sulle gambe dell’uomo, respirando profondamente per calmarsi…appena rialzò lo sguardo su di lui, vide che alcune gocce della sua essenza erano scivolate dalle labbra socchiuse di Aragorn, così le arrestò con le dita…dita che il principe di Gondor subito catturò, succhiandole sensualmente prima di rilasciarle.

“Perché…perché non ti sei fermato?” gli chiese Legolas debolmente.

“Perché ormai ho imparato a conoscerti…Elfo…” rispose a bassa voce l’uomo “…quando dici una cosa in realtà vuoi l’esatto contrario…”

“E da quando sei così solerte a concedermi ciò che desidero?”

“Questo non è importante…” ribatté subito Aragorn “…ora invece…termina quello che hai iniziato…avanti!” e lentamente iniziò ad alzare il bacino per cercare contatto con il corpo dell’elfo.

Legolas, già consapevole dell’eccitazione dell’uomo, fece scivolare le mani sul suo petto, aprendo la tunica scura che indossava ma cercando di non sfiorare la sua pelle…scese fino ai pantaloni e li slacciò, rialzandosi per riuscire ad abbassarglieli sui fianchi, sotto lo sguardo impaziente di Aragorn che però si lasciò sfuggire un lamento di frustrazione quando vide Legolas restare immobile con gli occhi fissi su di lui…

“Avanti! Non è divertente!” esclamò tentando inutilmente di liberare i polsi ma trattenne il fiato quando il principe di Bosco Atro si chinò, fino a sfiorare le sue labbra con le proprie…

“Io lo trovo molto divertente invece…” mormorò sensualmente “…ed ora…principe di Gondor…cerca di non addormentarti di nuovo…” e con quelle parole si rialzò, raggiungendo in pochi passi la porta e fermandosi solo quando sentì il richiamo dell’uomo…

“Non puoi farmi questo Legolas! Non puoi lasciarmi così! Torna indietro!”

“C’è una cosa…Aragorn…che forse non hai ancora compreso…” ribatté, restando voltato verso la porta “…se tu puoi fare una cosa simile a me…io posso farla a te…” e ignorando la voce di Aragorn che diventava sempre più forte, lasciò la stanza, chiudendo a chiave la porta dietro di sé, senza farsi notare.

 

Percorse rapidamente i corridoi in direzione della stanza per il bagno degli ospiti…era quello che gli ci voleva…un bagno per rinfrescare il corpo e la mente…non doveva pensare a nient’altro, non voleva pensare a nient’altro perché altrimenti avrebbe ceduto e sarebbe corso nuovamente in quella stanza, non riusciva a spiegarselo ma era così…voleva tornare da lui, ed era sbagliato…qualche passo prima di raggiungere la sua destinazione però, si imbatté nel Re di Gondor che, tranquillamente stava passeggiando per il corridoio.

“Vostra Maestà…” sussurrò chinando il capo.

“Principe Legolas…” rispose Arathorn con un sorriso “…hai visto mio figlio per caso? Lo sto cercando da tempo ormai ma non riesco a trovarlo…”

“Se è una questione urgente e importante posso cercarlo io per voi…ho abbastanza famigliarità con questo palazzo oramai…e posso chiedere a…”

“No…niente di importante…non preoccuparti…desideravo solo augurargli buonanotte e parlare un po’ con lui…si è comportato in maniera piuttosto bizzarra a cena…ma…sono discorsi che possono attendere il nuovo giorno…buon riposo principe…a domani”

“Anche a voi…” rispose l’elfo accennando un debole sorriso…osservò per qualche istante il sovrano, pensando quasi divertito a cosa avrebbe detto se, entrando nella stanza del figlio, l’avesse trovato in quel modo…ma fortunatamente aveva chiuso la porta a chiave e non c’era pericolo…così entrò nella sala da bagno.

L’acqua era già pronta come aveva chiesto ai servitori poco prima, quando Aragorn era ancora privo di coscienza, così si spogliò, sciolse le trecce che gli tenevano legati i capelli e si immerse completamente per poi risalire e appoggiarsi con la schiena al marmo bianco della vasca, respirando intensamente il dolce profumo dei sali da bagno. Chiuse gli occhi e per una volta lasciò libera la mente di vagare tra i pensieri e i ricordi…ricordi felici che ora erano più dolorosi di una ferita ancora aperta…i momenti passati con Eithel, i bagni fatti insieme a lui nei torrenti a Bosco Atro, quando si scambiavano teneri baci e carezze che a volte diventavano qualcosa di più oppure restavano tali, senza chiedersi null’altro che dei semplici gesti d’affetto…e le parole d’amore, sussurrate nel vento del mattino o bisbigliate alla luce del tramonto…quelle parole che gli facevano battere il cuore quasi più di decine di carezze e che lo facevano sentire protetto e amato. Ora invece non aveva nient’altro che la solitudine a fargli da compagna e gli mancavano tremendamente quei semplici gesti e quelle semplici parole capaci di scaldarlo. Haldir aveva ragione…non era fatto per stare solo…aveva bisogno qualcuno che fosse in grado di ridargli quello che aveva perso, ma come poteva visto che dentro di sé non sentiva altro che freddo e vuoto? Come poteva tornare ad amare e ad essere amato se la fiamma dell’amore nel suo cuore era ormai spenta?    

Si scosse all’improvviso, riaprendo gli occhi come se avesse appena vissuto un incubo…chinò la testa e osservò le proprie mani riaffiorare dall’acqua…quelle mani che gli sembravano così diverse, quelle mani che avevano fatto cose che mai avrebbe immaginato di volere…quelle mani che un tempo avevano sfiorato e accarezzato con amore, adesso erano solo in grado di dare piacere con la violenza. E il suo corpo…il suo corpo ora bramava ricevere quello stesso tipo di piacere anche se il suo spirito chiedeva disperatamente qualcosa di più…ma quelle richieste erano ancora troppo deboli per essere percepite e ascoltate…

Lentamente si rimise in piedi, uscendo dalla vasca e indossando la lunga vestaglia verde smeraldo che gli era stata preparata. Si strinse in vita la cintura ma, voltandosi, vide il proprio riflesso nello specchio appeso alla parete, offuscato dallo strato che si era formato su di esso a causa dell’acqua calda…allungò una mano e debolmente schiarì la superficie, guardandosi per la prima volta dopo molto tempo…era ancora lo stesso, eppure si sentiva così diverso, completamente un’altra persona…dov’era finito il vero Legolas? Era realmente morto quel giorno insieme a colui che amava? O si era solamente celato in se stesso, dietro alla sofferenza e al dolore?

All’improvviso abbassò lo sguardo come se non volesse trovare una risposta in quel momento e uscì dalla stanza, dirigendosi rapidamente nell’unico posto dove era sicuro che non avrebbe più dovuto pensare.

 

Aragorn udì distintamente la chiave girare nella serratura e stancamente girò la testa verso quel punto, in tempo per vedere Legolas richiudere la porta e fare qualche passo nella sua direzione…non appena posò lo sguardo su di lui, quell’eccitazione che si era lentamente assopita tornò a pulsare nel suo corpo…più l’elfo si avvicinava, con i capelli bagnati sciolti sulle spalle e le gocce d’acqua che scivolavano da essi sul suo petto fino a fermarsi contro il tessuto della vestaglia leggera, più sentiva il bisogno di possederlo e perdersi nel suo corpo senza pensare a niente, tanto che non riuscì a nascondere un sospiro di delusione quando Legolas si fermò ad un passo da lui, con le mani lungo i fianchi e la testa leggermente inclinata di alto, come se lo stesse osservando…

“Sei…ancora sveglio a quanto vedo…”

“Ora basta Legolas!” mormorò Aragorn con la voce roca dal desiderio e dall’attesa “Questo gioco sta diventando crudele!”

“Lo è sempre stato…” ribatté il principe di Bosco Atro abbassando qualche istante lo sguardo tra le sue gambe “…crudele…ingiusto e doloroso…il cui unico scopo è quello di farci del male…”

“La sofferenza è l’unica cosa che meriti…” sibilò l’uomo tra i denti.

“…e lo stesso vale per te” concluse Legolas avvicinandosi al tavolo per prendere una delle ampolle con gli oli per i massaggi. In silenzio tornò dal principe di Gondor e si sedette sulle sue gambe…aprì l’ampolla e si versò il contenuto in una mano per poi iniziare a muoverla su di lui, strappandogli un gemito di sorpresa e di piacere…

“Se…mi fai questo per poi andartene di nuovo…giuro che…” tentò di dire Aragorn ma quelle parole si persero in un sospiro quando l’elfo si rialzò sulle gambe, scendendo poi su di lui lentamente e iniziando a muoversi, dopo un primo momento di attesa, con le mani strette sulle spalle dell’uomo. A lungo il principe di Gondor restò in completa balia di Legolas, di quel corpo che sembrava danzare sopra di lui e di quel calore che lo circondava, facendolo impazzire…continuava a tenere lo sguardo fisso sul suo viso anche se l’elfo aveva chiuso gli occhi fin dall’inizio, e un brivido ardente lo attraversò quando lo vide inclinare indietro la testa con le labbra socchiuse in un gemito di piacere, mentre i lunghi capelli biondi gli inondavano la schiena. Senza riuscire più resistere iniziò a muoversi sotto di lui, cercando, come meglio poteva, di spingersi nel suo corpo, assecondando i suoi movimenti sempre più frenetici…ma non era abbastanza…voleva di più…voleva…

“Liberami!” sussurrò tra i sospiri “Sciogli i nodi avanti!” non resisteva più…sentiva in continuazione contro il ventre l’eccitazione dell’altro ed era troppo “Liberami!”

A quelle parole, Legolas rialzò la testa, incrociando i suoi occhi, ma scuotendola debolmente mormorò…

“No! Non lo farò!”

“Maledizione liberami!” gridò all’istante l’uomo con tutto il fiato che riuscì a trovare, doveva restare calmo ma non ci riusciva, non riusciva a controllare quel fuoco che lo divorava…ma appena vide che Legolas stava nuovamente chiudendo gli occhi, sentì qualcosa dentro di sé…qualcosa che gli fece pronunciare quelle parole con un tono che da tempo non usava…un tono dolce…privo di ogni egoismo o rabbia…

“Voglio…voglio toccarti…ti prego…liberami…”

L’elfo sentì uno strano tuffo al cuore quando lo udì, e ancora prima di comprendere se stava o meno facendo la cosa giusta, si ritrovò a far scivolare le mani lungo le braccia del principe di Gondor, raggiungendo la cintura che gli teneva legati i polsi e allentando i nodi fino a scioglierli…lo fissò intensamente negli occhi ma non fece in tempo a pronunciare una sola parola…Aragorn gli mise una mano dietro la testa e lo tirò a sé in un bacio ardente mentre con l’altra lo strinse contro il proprio corpo…si lasciò scivolare con le ginocchia a terra ed in pochi istanti si ritrovarono entrambi sul tappeto che ricopriva il freddo pavimento di pietra…

“No…”gemette l’elfo quando finì con la schiena a terra e l’uomo sopra di lui “…lo sapevo…non avrei mai dovuto…”

“Shh…” lo interruppe Aragorn baciandolo di nuovo, prima di spingersi nel suo corpo con forza…con una mano percorse il suo petto fino a raggiungere il ventre e, chiudendo il pugno su di lui, iniziò ad accarezzarlo come mai aveva fatto prima di quel momento.

Legolas spalancò gli occhi quando lo sentì…non c’era violenza o rabbia in quelle azioni e il suo cuore sussultò provocandogli una calda ondata di calore che divenne sempre più intensa quando sentì sul collo le labbra dell’uomo…ed allora perse ogni controllo, alzò una mano, facendola scivolare tra i capelli scuri e posò l’altra sul suo braccio, tirandolo verso di sé quando si sentì al limite…

Aragorn nascose il volto nell’incavo del suo collo, respirando quel profumo che aveva imparato a conoscere e che era in grado di stordirlo e ammaliarlo…sentiva il cuore battergli nella testa con forza, impedendogli di ragionare ed appena sentì Legolas esplodere, si perse a sua volta, rialzandogli più che poteva la gamba con la mano libera e spingendosi dentro di lui fino a raggiungere l’estasi.

Mentre i respiri di entrambi stavano tornando alla normalità, Aragorn uscì dal suo corpo, restando però sopra si lui, con la testa appoggiata sulla sua spalla…sentì la mano di Legolas scivolare tra i capelli e fermarsi sulla sua schiena e uno strano brivido lo percorse…cos’era successo? Perché era stato tutto così diverso? Era come se, per la prima volta, avesse pensato a lui e non solo a se stesso…come se avesse voluto dargli piacere e non solo riceverlo…e a quei pensieri sentì il proprio cuore battere all’impazzata…non era possibile…gli era successo solo con…Adhemar…non poteva essere…Ad un tratto però sentì sotto di sé l’elfo muoversi leggermente, così si rialzò sul gomito per guardarlo e istintivamente con una mano gli tolse una ciocca di capelli dalla fronte…

“Credo che dovrai tornare di nuovo a fare un bagno…” mormorò “…i tuoi capelli sono tutti…”

“Vattene” lo interruppe di scatto Legolas, voltando la testa di lato per non guardarlo “Va via…allontanati da me!”

Aragorn restò qualche momento immobile ma poi si rialzò, sistemandosi gli abiti mentre anche l’elfo si rimetteva in piedi, chiudendo la vestaglia che si era aperta quando erano caduti a terra…

“Non farlo mai più!” mormorò il principe di Bosco Atro raggiungendo la porta e fermandosi poco prima di aprirla “Non fingere mai più interesse nei miei riguardi solo per ottenere ciò che vuoi, altrimenti te la farò pagare sul serio!” e con quelle parole uscì, sbattendo la porta dietro di sé e incamminandosi per i corridoi cercando di dimenticare quello che aveva provato poco prima…quel piacevole calore che aveva sentito di nuovo…per la prima volta, dopo tanto tempo, il suo cuore aveva battuto per delle emozioni…ed era stato l’Uomo che odiava a fargliele provare ancora una volta.