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Parte Seconda: Passioni

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Eithel controllò che gli altri elfi si fossero sistemati, alcuni nelle tende e altri tra gli alberi di vedetta, poi si diresse alla tenda che doveva dividere con Legolas. Entrò lentamente, lasciando ricadere il drappo scuro dietro di sé, e nella penombra vide l’amico…seduto su uno sgabello, con i gomiti sulle ginocchia e la testa tra le mani.

Silenziosamente si avvicinò, accendendo altre candele per fare un poco più di luce, per poi inginocchiarsi davanti a lui…

“Man gerich? (Cos’hai?)” gli sussurrò dolcemente quando il principe rialzò la testa.

“Ú iston…(Non so…)” rispose Legolas sospirando “…non so che cosa mi sta succedendo…non so cosa devo fare…è tutto così…strano e diverso in questo posto…e al tempo stesso…affascinante…”

“Ti riferisci al posto…o alle persone?” mormorò Eithel abbassando lo sguardo prima di rialzarsi e fare qualche passo.

“Come…?” gli chiese il principe seguendolo con gli occhi.

“Sai cosa voglio dire” ribatté l’elfo facendo un profondo respiro prima di continuare “Il principe di Gondor…quell’Aragorn…ti senti attratto da lui?”

Legolas sentì un tuffo al cuore a quella domanda ma rimase in silenzio, fissando l’amico.

“Non occorre che tu mi risponda…lo so…l’ho sentito quando l’hai visto la prima volta e l’ho visto nei tuoi occhi mentre lo guardavi accanto al fuoco…”

“Eithel io non…”

“Non ti sto accusando…capisco quello che hai provato…” lo interruppe l’elfo continuando a dare le spalle al compagno “…è giovane, forte e…bello per essere un Mortale…”

“Smetti!” esclamò Legolas alzandosi e mettendosi davanti all’amico, costringendolo a rialzare la testa “Smetti di mentirmi…non è quello che pensi veramente!”

“Non hai mai guardato nessuno in quel modo…” mormorò Eithel debolmente, fissando gli occhi blu davanti a sé “…perché Legolas? Forse perché è così diverso da noi? È questo che ti attrae?”

“No io…non lo so…sì forse può essere stato questo…” rispose il principe nervosamente “…non lo nego ma sono stati solo momenti…non è cambiato niente…”

“Veramente?”

“Sì Eithel…come puoi dubitarne?” ribatté Legolas posando una mano sulla guancia del compagno “Quello che ho sentito non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello che provo quando ti guardo…o quando sono con te…quello che mi hai dato e che continui a darmi ogni giorno è l’essenza stessa della mia vita…non cercherei per nessuna ragione al mondo qualcun altro…” si avvicinò di più all’altro elfo, appoggiando la fronte alla sua  “…per più di duemila anni non ho conosciuto altro che la solitudine, poi sei arrivato tu…da quando ti ho guardato negli occhi quella sera tutta la mia esistenza è stata illuminata da una nuova luce…tu mi dai affetto, dolcezza, forza, passione…e amore…non dubitarne mai”

Eithel sorrise, sfiorando il mento del principe con le dita

“Non l’ho mai fatto…” sussurrò “…ma mi piace sentirti ripetere queste cose…”

Legolas aprì la bocca per ribattere ma non poté fare a meno di sorridere a sua volta

“L’hai fatto apposta? Sapevi già che ti avrei detto tutto questo…”

“In un certo senso…” rispose l’elfo “…ma non è stato comunque piacevole vedere quello sguardo nei tuoi occhi quando…”

“Shh…” lo zittì il principe posandogli due dita sulle labbra “…tu sei…la creatura più splendente e incantevole che abbia mai visto…il tuo volto…ogni parte di te è perfetta…le tue labbra e i tuoi occhi…potrei restare giorni interi a guardarti e a sentire il tuo sguardo su di me…”

“Legolas…” sussurrò debolmente Eithel quando sentì le mani del compagno che velocemente aprivano i lacci della casacca grigia che indossava.

“Sono più di cento anni che ogni singolo momento desidero averti accanto…” continuò il principe facendo scivolare gli abiti del compagno a terra “…quando sei lontano mi sembra di impazzire…” con le dita percorse i pettorali scolpiti, per poi scendere sul ventre “…non ti avrei mai lasciato venire qui da solo…non avrei mai sopportato di nuovo la solitudine per tutto questo tempo…”

“È per questo che…” bisbigliò l’elfo trattenendo il respiro quando Legolas gli aprì i pantaloni “…hai accettato di condurre i tuoi guerrieri?” in pochi momenti si ritrovò completamente nudo e, alzando lo sguardo, vide il compagno spogliarsi a sua volta.

“Sei stato imprudente e sciocco ad accettare…” mormorò il principe lasciando cadere a terra la tunica.

“E tu sei stato imprudente e sciocco a seguirmi…” ribatté Eithel afferrando un braccio del compagno quando stava per perdere l’equilibrio mentre si sfilava i pantaloni “…dovevi restare a Bosco Atro e badare al tuo regno…sei un principe…molto dipende da te!”

“Ma sono anche il tuo compagno…” esclamò Legolas fermandosi immobile davanti a lui quando, finalmente, si privò di tutti gli abiti, fissandolo intensamente “…e ti amo...il mio cuore appartiene a te e il mio posto è al tuo fianco” senza attendere un attimo in più, prese tra le mani il viso dell’elfo e posò le labbra sulle sue, lasciandosi sfuggire un gemito quando sentì le braccia di Eithel cingergli con forza la vita.

 

“Oh sei qui…?” esclamò Aragorn entrando lentamente nella propria tenda “Ti credevo a controllare le armi per la battaglia”

Adhemar si rialzò dalla sedia su cui era seduto, seguendo con lo sguardo i movimenti del principe di Gondor.

“Abbiamo terminato…è tutto pronto mio signore” disse, aggrottando le sopracciglia quando vide l’uomo versarsi un calice di vino e berlo in pochi istanti “Qualcosa ti turba? Qualche imprevisto?”

“Imprevisto…?” ripeté Aragorn ridendo debolmente “Sì…possiamo chiamarlo imprevisto…ma è tutto passato”

“Posso…sapere di cosa si tratta?” chiese il giovane unendo le mani dietro la schiena in attesa.

“No…non è niente…non preoccuparti…” ribatté l’uomo appoggiandosi al tavolo.

“Riguarda forse i nuovi arrivati?”  insistette allora Adhemar e dopo pochi momenti di silenzio, Aragorn cedette…

“Mmm…sì…” mugugnò passandosi una mano sul viso “…ma li hai guardati? Io non…non avevo mai visto creature simili…sono così splendidi e perfetti da sembrare irreali…e quando li guardi negli occhi…per i Valar…avevo sentito dire che erano in grado di ammaliare chiunque con il loro sguardo…ma non ci avevo mai creduto…”

“E invece?” chiese Adhemar seguendo con gli occhi l’uomo che adesso aveva iniziato a passeggiare nervosamente.

“Invece…è vero…” sospirò Aragorn voltandosi verso di lui “…non riuscivo a staccare lo sguardo da lui…ero come…preda di un incantesimo che mi attirava verso il suo corpo…e la sua voce era così…sensuale e dolce…”

“Oh…il principe Legolas immagino…” esclamò il giovane alzando un sopracciglio e stringendo istintivamente i pugni dietro la schiena.

“Sì…è…è stato qualcosa di improvviso e impetuoso…io non…” rispose l’uomo scuotendo la testa, prima di fissare il compagno negli occhi “…a te non è accaduto qualcosa di simile? Non sei rimasto abbagliato dalla loro luce?”

“Sono creature splendide, non posso darti torto…” disse Adhemar lentamente “…ma trovo che l’avvenenza dell’elfo che segue il principe sia di gran lunga superiore…”

“Eithel…?” esclamò Aragorn aggrottando le sopracciglia appena vide un sorriso formarsi sul viso dell’altro “Sì…forse hai ragione ma non parlo solo di avvenenza ma di attrazione…seduzione… qualcosa a cui non puoi resistere…ed io sono rimasto ammaliato da lui…io…”

“Ti senti attratto da lui?” gli chiese il giovane, spostando dietro all’orecchio una ciocca di capelli neri.

Aragorn restò un momento in silenzio, osservando il volto serio di Adhemar a pochi passi da lui, poi quasi timidamente, sussurrò…

“Sì…il mio corpo è attratto da lui in un modo spaventoso…ma non il mio cuore…anche se ha sussultato nel vederlo…”

Adhemar abbassò lo sguardo annuendo più volte, poi lentamente, si voltò verso l’uscita della tenda.

“Bene…allora buonanotte principe…”

Aragorn spalancò gli occhi, raggiungendo rapidamente il giovane e afferrandogli un braccio, costringendolo a voltarsi.

“Buonanotte? Cosa vuoi dire?”

“Quello che ho detto!” ribatté all’istante Adhemar sostenendo il suo sguardo.

“No…no, non farlo…” mormorò l’uomo scuotendo la testa “…ti prego…non significa niente…”

“Io credo di sì invece…” replicò energicamente il giovane “…significa che desideri giacere con lui questa notte…significa che desideri dividere il tuo letto con il principe degli Elfi e non…” si bloccò all’istante, chiudendo gli occhi e tirando un profondo respiro per calmarsi.

“Non è vero…non…”

“Ah no…? Beh…in ogni caso…anche se fosse così non ci sarebbe niente di male giusto?” mormorò Adhemar debolmente “Nessun vincolo ci lega…quindi sei libero di scegliere chiunque come amante…”

“Nessun vincolo…?” esclamò Aragorn fissandolo e aumentando la stretta sul suo braccio “Per te l’amore non è nulla? Non significa niente? Quante altre volte dovrò ripeterti che ti amo prima che tu mi creda? Quante Adhemar?” solo allora si accorse di aver alzato la voce, così trascinò il compagno lontano dall’uscita della tenda “Da quando ti ho conosciuto ho perso la testa per te, per la tua forza, il tuo coraggio, la tua voglia di vivere…tu mi hai aiutato ad andare avanti durante le giornate grigie che ho dovuto affrontare…la consapevolezza che avrei rivisto il tuo volto fuori dalle mura del mio palazzo…quelle mura che non sopporto e che non mi permettono di respirare…ed è assurdo ma mi sono sentito sollevato nel sapere che avremmo intrapreso insieme questa missione…perché saremmo stati uniti…avrei passato ogni giorno con te…” vide lo sguardo del giovane ancora basso e sospirò “…cosa devo fare…cosa devo dire per farti capire che questa…stupida attrazione non significa niente?”

“Non avevi mai guardato qualcuno nello stesso modo in cui hai guardato me quel giorno…” mormorò Adhemar “…con lo stesso desiderio…”

“Oh Valar!” esclamò Aragorn passandosi una mano sulla fronte per poi fissare il volto del compagno “Mi dispiace…cos’altro devo dire? Ho sbagliato…non sono riuscito a controllarmi…ma sei tu che voglio, non Legolas…se solo potessi, uscirei da questa tenda e lo griderei al mondo…ti ho donato il mio anello come simbolo di quello che provo per te…cos’altro devo fare?”

Adhemar accennò un sorriso malinconico, alzando lo sguardo sull’uomo davanti a lui

“Un dono che devo restituire ogni volta che devi incontrare tuo padre o qualche ospite importante”

“Appartiene alla mia stirpe da centinaia di anni…tutti ne sono a conoscenza…” sussurrò Aragorn chiudendo gli occhi “…non posso fare altrimenti e me ne rammarico ma…questo non toglie che ho deciso di darlo a te come simbolo del mio amore…a te e a nessun altro, lo vuoi capire?” guardò in silenzio il compagno per un lungo momento, accarezzandogli le ciocche di capelli scuri che gli erano ricadute sulla guancia, poi, si mosse lentamente per appoggiare le labbra sulle sue…ma Adhemar spostò di scatto la testa, voltandosi.

L’uomo chiuse gli occhi sospirando sconfortato e, senza pronunciare un’ulteriore parola, si incamminò verso l’altro lato della tenda dove, scostando due veli, raggiunse le coperte e i cuscini che fungevano da letto…lentamente iniziò a slacciarsi la casacca di pelle e la tunica, lasciandole cadere a terra, poi si inginocchiò, sfilandosi gli stivali…ma appena si rimise in piedi, si ritrovò di fronte il compagno che, silenziosamente, l’aveva raggiunto. Si fissarono senza dire niente per un lungo momento, fino a quando Adhemar sussurrò debolmente quelle parole…

“Mi ha fatto male vedere quel tuo sguardo per lui…” vide Aragorn aprire bocca per ribattere ma non glielo permise “…ma non posso farci niente…ti amo…e ti desidero…e se anche tu…” ma questo volta fu il principe di Gondor a impedirgli di proseguire…gli prese il volto tra le mani, tirandolo a sé e posando le labbra sulle sue con forza. Si baciarono con ardore a lungo, mentre le loro mani erano impegnate a slacciare ogni laccio per liberarsi degli abiti che ancora il giovane indossava. Quando finalmente i loro corpi entrarono in pieno contatto, si lasciarono cadere a terra tra le coperte, stretti il più possibile l’un l’altro, mentre le mani accarezzavano, sfioravano, esploravano ogni singolo angolo raggiungibile.

 

“Legolas…” sussurrò Eithel sorridendo, allontanando le labbra del compagno dalle proprie. Si erano distesi sui cuscini, tra le coperte morbide, continuando a restare abbracciati e a baciarsi dolcemente, ma ormai i loro corpi stavano bruciando, chiedendo di più.

“Cosa…?” sospirò il principe rialzando stancamente le palpebre.

“Ti sei sentito attratto da quel Mortale perché i suoi modi erano diversi dai nostri vero?” mormorò l’elfo accarezzandogli con la punta delle dita, il collo e le spalle “Perché si comportava…selvaggiamente?”

“Mmm…non parliamo più di questo…te ne prego…” ribatté Legolas sospirando.

“Sì ma…forse desideri qualcosa di simile tra noi?” proseguì Eithel “Qualcosa di selvaggio come…”

“No…” lo interruppe all’istante il principe fissandolo “…io desidero i tuoi baci, le tue carezze come sempre…adoro il modo in cui mi ami Eithel…il modo in cui ci amiamo…”

L’elfo gli sorrise dolcemente prima di inginocchiarsi, invitando il compagno a fare lo stesso. Si mise dietro di lui, spostando in avanti le lunghe ciocche bionde di Legolas, liberando così il collo e la schiena, solo per ricoprirli all’istante con dolci e leggeri baci, mentre con la punta delle dita gli sfiorava i punti che non riusciva a raggiungere, giù fino ai glutei per poi risalire.

Legolas chiuse gli occhi, lasciando ricadere la testa in avanti per dare al compagno maggiore accesso…dalle labbra socchiuse usciva un respiro sempre più veloce, interrotto alcuni istanti da deboli gemiti…quando i brividi di piacere iniziarono a scuoterlo con sempre più vigore, si lasciò andare indietro contro l’altro elfo, appoggiando la testa sulla sua spalla. Subito sentì il respiro caldo del compagno sul viso, e le sue labbra risalire lungo il collo per raggiungere l’orecchio e iniziare a percorrerlo col la punta della lingua.

“Adoro…questi momenti…” sospirò, facendo scivolare le mani sulle cosce di Eithel che, sorridendo, iniziò a muovere il bacino contro di lui, con incredibile lentezza…

“Più di quello che deve ancora accadere?” gli mormorò facendo scorrere le dita sul petto del compagno, raggiungendo il ventre per poi risalire.

“Non saprei…cosa risponderti…” gemette Legolas, ma appena sentì le mani dell’altro elfo ancora una volta sull’inguine, perse il controllo “…toccami…adesso…toccami…”

Eithel gli diede un ultimo bacio sulla guancia prima di  tornare di fronte al compagno e stendersi nuovamente con lui tra i cuscini…lo fissò negli occhi mentre con le dita gli sfiorava le labbra, per poi scendere sul collo, sul petto, sul ventre ed infine chiudere il pugno su di lui. In quel momento sentì le mani di Legolas su di sé che ripercorrevano lo stesso tragitto che avevano compiuto le sue poco prima…quando raggiunsero il punto in cui si sentiva bruciare, non riuscì a trattenere un gemito…

“Il tuo corpo è così…caldo…” bisbigliò il principe iniziando a muovere la mano su di lui “…mi piace sentirti…”

“Shh…” lo interruppe Eithel posando qualche istante le labbra sulle sue “…ti amo…” e lentamente iniziò ad accarezzarlo.

Restarono a sfiorarsi con ardore a lungo, cercando di mantenere gli occhi aperti, anche se, più passava il tempo, più le palpebre di entrambi accennavano a chiudersi per lasciarsi trasportare dal piacere. Ad un tratto Legolas socchiuse le labbra, posandole su quelle del compagno con forza, prima di nascondere il volto contro il suo collo e perdersi al culmine della passione. Eithel fece passare la mano libera sotto le sue spalle, stringendolo a sé, quando sentì quella del principe fermarsi per lasciarsi andare al proprio piacere…ma passarono solo pochi momenti, e Legolas iniziò ad accarezzarlo nuovamente, rialzando la testa per guardare il suo volto.

“Sei così bello…” mormorò “…amo il modo in cui mi guardi in questi istanti…”

Eithel tentò di rispondere, ma il piacere lo raggiunse violentemente, impedendogli di pronunciare altro se non gemiti indistinti, mentre i suoi occhi si spalancavano, fissando quelli blu del compagno…prima di richiudersi esausti non appena le onde dell’estasi diminuirono di intensità.

 

“Aragorn…” gemette Adhemar cercando di rialzare leggermente l’uomo da sé, ma dovette ripeterlo più volte, fino a quando il principe di Gondor, alzò la testa senza però fermare i movimenti sempre più intensi del suo bacino contro quello del compagno “…Aragorn guardami…resta con me…pensa a me ti prego…non a lui…”

“A lui…?” ripeté l’uomo sfiorando le labbra del giovane prima di sorridere “A lui chi? Nella mia mente c’è solo lo splendido uomo che sto baciando…e accarezzando…”

Adhemar gli sorrise, socchiudendo di nuovo le labbra per parlare, ma Aragorn le ricoprì con le proprie all’istante, esplorando con la lingua ogni angolo della sua bocca.

“…prendimi…” sospirò il giovane appena riuscì a respirare di nuovo “…adesso…prendimi…” sentì le labbra del compagno scendere sul petto, poi sempre più giù, fino a raggiungere il ventre e soffermarsi tra le sue gambe…strinse le labbra per evitare che qualche gemito troppo forte attirasse l’attenzione delle guardie di vedetta, mentre con le mani accarezzava la testa dell’uomo.

Aragorn allungò un braccio, afferrando un’ampolla con dell’olio profumato e, continuando a dare piacere al compagno, si inumidì una mano, passandola su se stesso…dopo pochi attimi sentì i pugni di Adhemar chiudersi con forza tra i suoi capelli, mentre il giovane lo tirava violentemente in alto verso di sé.

“Se non mi prendi in questo preciso istante mi metto a gridare” sussurrò, incrociando le caviglie dietro la schiena dell’uomo.

“E se lo faccio…” mormorò Aragorn accennando un sorriso “…invece non griderai?” e senza attendere risposta fece scivolare una mano sotto la sua schiena, spingendosi con vigore nel corpo bollente del compagno…con la mano libera gli coprì appena in tempo la bocca, soffocando un gemito di dolore e piacere “Lo stavi facendo…visto?”

Adhemar spalancò gli occhi quando l’uomo iniziò a muoversi con forza, tanto da far scivolare entrambi sulle coperte…si strinse ancora di più a lui, aggrappandosi alle sue spalle come per paura che da un momento all’altro potesse allontanarsi, e quando finalmente Aragorn spostò la mano dalla sua bocca, permettendogli di parlare, sussurrò, tra i sospiri rapidi…

“Se non sbaglio…ti piace sentirmi…gridare…e…implorare…”

“Immensamente…ma non quando…le mie guardie possono…sentirti…e…interromperci…” rispose l’uomo aumentando ancora di più le sue spinte.

“Mi hai fatto…male…poco fa…” gemette Adhemar debolmente e vide Aragorn alzare la testa per guardarlo negli occhi mentre rallentava i suoi movimenti…sentì la sua mano sul viso che, dolcemente gli accarezzava una guancia ma quando si accorse dell’espressione preoccupata sul suo volto, accennò un sorriso malizioso che subito l’uomo riconobbe…

“Oh…mah…posso fartene di più…” mormorò il principe di Gondor rassicurato che quelle parole non erano altro che uno dei giochi del compagno “…molto…di più…” ed all’istante ricominciò a spingersi nel corpo del giovane con tale rapidità e vigore che Adhemar non riuscì a trattenere dei gemiti elevati misti a parole senza senso…

“Shh…” bisbigliò Aragorn ricoprendogli di nuovo la bocca con la mano “…zitto maledizione o ci sentiranno…” ma non riuscì a trattenere una debole risata che però si spense dopo qualche momento, non appena sentì i sospiri del compagno, soffocati dalla sua mano, diventare sempre più veloci fino a raggiungere il culmine, ed allora lui stesso nascose il volto contro la spalla del giovane, perdendosi nell’estasi che stava raggiungendo.   

 

“Eithel…” mormorò Legolas accarezzandogli la schiena, mentre il compagno si stringeva a lui, riprendendo fiato “…devi promettermi una cosa…”

“In questo momento…” rispose sorridendo l’elfo, dandogli dei dolci baci sulla spalla “…ti prometterei ogni cosa…non cercare di approfittare della situazione…”

“No…” sussurrò il principe di Bosco Atro lasciandosi sfuggire una risata “…non devi promettermi ogni cosa ma…” tornò serio all’istante “…devi giurarmi che quando saremo in quei villaggi o in mezzo alla battaglia, tu resterai al mio fianco e non farai niente di avventato o pericoloso…”

“Dovremo combattere i nemici…questo di per sé è pericoloso…”

“Lo so ma…hai capito a cosa mi riferisco…”

“Sì…sì ho capito…” bisbigliò Eithel sospirando.

“E allora giuramelo…”

“Ti giuro…” iniziò l’elfo rialzando la testa per guardare il compagno negli occhi “…che compirò il mio dovere senza comportarmi in modo sconsiderato…e che farò solo quello che anche tu faresti al mio posto…così va bene?”

Legolas annuì sorridendo

“…e adesso baciami…”

 

Aragorn si allontanò dal compagno, stendendosi al suo fianco con il ventre rivolto verso il basso e un braccio ancora appoggiato sul petto del giovane, mentre lentamente il suo respiro tornava regolare…

“Oh Valar…”(oh flai…hi hi) sospirò accennando un sorriso.

Adhemar lo guardò con la coda dell’occhio, mentre tentava di ricoprire entrambi, senza però muoversi da quella posizione…quando finalmente riuscì a tirare in alto le coperte fino alla vita, udì un debole mugolio e sentì che il compagno aveva appoggiato la guancia sulla sua spalla per restargli più vicino e al tempo stesso più comodo…

“Dovresti…smettere di chiamare in causa i Potenti ogni volta…” sussurrò sorridendo “…altrimenti prima o poi ti risponderanno irritati per i continui ed insistenti disturbi…”

Aragorn si mise a ridere divertito fino a quando sentì sul viso la mano del compagno che, con dolcezza, gli sfiorava lo zigomo e l’attaccatura dei capelli, asciugando le piccole gocce di sudore…allora, tornando serio, iniziò a baciargli il collo…

“Mmm…ti amo…”

“Lo so…”

“Ma non mi credi…” proseguì l’uomo sfiorandogli con le dita il petto “…continuo a ripetertelo ma nonostante questo tu…”

“Io lo so Aragorn…” lo interruppe Adhemar sospirando “…ma so anche che tra noi, nonostante quello che proviamo, non potrà esserci mai nient’altro che questo…io continuerò ad essere il tuo amante e tu il mio…ma pur essendone consapevole…a volte desidero qualcosa di più…vorrei non dover aspettare che tramonti il sole per accarezzarti…e vorrei non dovermi allontanare miglia e miglia dagli altri per darti un bacio…”

“Mi dispiace…” sussurrò Aragorn rialzando leggermente la testa e facendo scorrere le dita tra i lunghi capelli corvini del compagno “…mi dispiace così tanto ma per me è lo stesso…”

“Sì…sì certo…” continuò il giovane accennando un sorriso malinconico “…ne abbiamo già discusso decine di volte ma…non so…forse parlarne mi aiuta a sopportarlo…”

“Vorrei poter trovare una soluzione…”

“Ma non esiste…quindi mi basta sapere che mi ami…”

“Allora smetti di fingere che non sia vero!” ribatté il principe di Gondor sfiorandogli le labbra con l’indice.   

“Mmm…” mugugnò Adhemar con una smorfia pensierosa “…no…mi piace sentirtelo ripetere”

“Ti amo” gli bisbigliò Aragorn sulle labbra, sorridendo.

“Ancora…”

“Ti amo”

“Ancora…”

“No…smetti…” si lamentò l’uomo nascondendo il volto contro il collo del compagno per qualche istante, prima di rialzarlo di nuovo e fissarlo “…è stupido…”

“È dolce…non stupido…” ribatté il giovane accarezzandogli una guancia “…ed è bello sapere che nonostante tutto…nonostante quello che cerchi sempre di dimostrare all’apparenza…dentro di te c’è anche questo lato…”

“È una debolezza…” sussurrò Aragorn.

“No invece, non lo è…”

“Sì perché…potrei passare ore a ripetertelo, restando solamente a guardarti negli occhi…” proseguì l’uomo accennando un sorriso “…e lo farei...” un sorriso che divenne all’istante malizioso “…se solo il tuo corpo non mi tentasse in questo modo…”

Adhemar scoppiò a ridere, spingendo di lato il compagno e stendendosi sopra di lui, avvicinò le labbra alle sue, bisbigliandogli…

“E tu non sei in grado di resistere a questa tentazione, principe di Gondor?”

“Mmm…lasciami pensare…” mormorò Aragorn sorridendo “…no…” mise le mani sulla testa del compagno, tirandolo a sé e baciandolo con ardore, per poi farle scendere sulla sua schiena fino a raggiungere i glutei.

“Dobbiamo…riposare…” sospirò il giovane quando sentì nuovamente l’eccitazione del compagno crescere contro la propria.

“Sì certo…” rispose l’uomo sorridendo “…faremo anche quello…dopo…” 

 

La notte passò velocemente per coloro che avevano concesso al sonno solo poche ore, e al sorgere del sole, mentre molti uomini ed elfi stavano già esplorando la zona circostante, Eithel e Legolas uscirono dalla tenda per assaporare la fresca brezza mattutina che si era alzata.

“Guarda…” mormorò il principe di Bosco Atro sorridendo, indicando con un cenno del capo diverse guardie che non facevano altro che sbadigliare.

“Già…mi sorprendo di come possano affrontare una battaglia in quelle condizioni…” bisbigliò l’altro elfo lasciandosi sfuggire una risata.

Legolas gli lanciò un’occhiata divertito e, continuando a sorridere, alzò una mano, sposando dolcemente una ciocca dei capelli del compagno che era rimasta imprigionata sotto le vesti…Eithel lo fissò intensamente, cercando di resistere al desiderio di stringerlo a sé come aveva fatto per tutta la notte, ma poi, allontanò lo sguardo per guardarsi attorno…

“Non vedo il principe Aragorn…” esclamò “…mi aspettavo di trovarlo qui…se non sbaglio…”

“Sì…doveva mostrarci il sentiero che ritengono sicuro per raggiungere i villaggi…” ribatté Legolas sospirando, non appena perse il contatto con gli occhi grigi del compagno…sapeva che era giusto così…amanti quando erano soli ma compagni d’armi quando erano tra gli altri “…credo…sia meglio non perdere ulteriore tempo…è meglio cercarlo…” e con quelle parole si incamminò verso la tenda del principe di Gondor…ma dopo pochi momenti sentì una stretta al braccio.

“Andrò io a cercarlo…” disse Eithel senza riuscire a nascondere quella gelosia della sera prima che aveva cercato di dimenticare “…volevo dire…posso andare io a cercarlo se lo desideri…”

Legolas lo guardò per qualche attimo come per rassicurarlo che non aveva nulla da temere, ma poi, sorridendo, sussurrò…

“D’accordo…”

 

“È tardi…è tardi…” ripeté Adhemar allacciandosi velocemente la casacca mentre Aragorn si infilava gli stivali rischiando quasi di cadere a terra.

“Devi  insistere ancora su questo punto o possiamo passare ad altri argomenti?” esclamò l’uomo lanciandogli un’occhiata prima di chinarsi per recuperare a sua volta la casacca che indossava il giorno prima.

“Se ti fossi alzato quando era il momento…ora non saremmo ancora qui a…”

“Oh adesso è mia la colpa?” ribatté Aragorn chiudendosi i lacci dell’abito, dando la schiena al compagno “Se tu non mi avessi svegliato baciandomi in quel modo…forse…” ma appena si voltò, si ritrovò il giovane davanti con le labbra socchiuse per rispondere nuovamente, i capelli scompigliati sulle spalle e quell’espressione innocente che lo faceva impazzire…

“Io non…” iniziò Adhemar appena incrociò il suo sguardo, ma non poté proseguire…si ritrovò tra le braccia dell’uomo a rispondere con ardore al suo bacio che, in pochi momenti, lo lasciò senza fiato “…Aragorn…”

“Shh…lo so, lo so…ora andiamo…” gli bisbigliò il principe di Gondor sorridendo “…ma prima…voglio che tu metta questo…” si sfilò l’anello di Barahir e lo mise nella mano del compagno “…e che lo tenga…”

Adhemar seguì con lo sguardo il gesto dell’uomo, e aggrottando le sopracciglia, scosse debolmente la testa…

“Io non posso…”

“Sì invece…” lo interruppe Aragorn prendendo l’anello e infilandoglielo all’indice sinistro “…desidero che appartenga a te…”

“Ma tuo padre…se lo vedrà…”

“Non voglio pensare a mio padre adesso…lui non è qui con noi…ti prego…”

Adhemar rimase un lungo momento in silenzio, poi, sorridendo, mise le mani sulle guance del compagno, tirandolo a sé per baciarlo.

 

Eithel aveva appena fatto un passo nella tenda, apprestandosi a parlare, quando scorse, oltre i leggeri veli, i due uomini abbracciati…per un attimo restò immobile, sia per la sorpresa, sia per l’indecisione di farsi comunque avanti o meno, poi però, si voltò, uscendo silenziosamente e raggiungendo il principe di Bosco Atro che lo stava attendendo poco distante.

“Non è nella sua tenda?” gli chiese Legolas quando vide il compagno già di ritorno.

“Sì…a dir la verità…è ancora là dentro…” rispose Eithel con un sorriso sul viso “…ma non mi sembrava il momento più opportuno per disturbarlo…” notò lo sguardo incuriosito del principe e si lasciò sfuggire una debole risata “…beh…diciamo che non era solo…c’era il capitano delle sue guardie con lui…”

“Adhemar? Bene…e dunque…?” ribatté Legolas “Perché non hai avvertito entrambi che…” ma appena comprese lo sguardo del compagno si bloccò “…oh…intendi dire…”

Eithel annuì ma quando notò l’espressione sul volto del principe, sussurrò…

“Sembri deluso…”

“No…no, perché dovrei esserlo…” ribatté all’istante Legolas sorridendo “…sono solo…sorpreso, tutto qui…” eppure non riusciva a smettere di pensare al modo in cui Aragorn l’aveva guardato e gli aveva parlato la sera prima, a quando gli si era avvicinato così tanto…perché si era comportato in quel modo se aveva un compagno? Non era corretto nei suoi confronti…ma d’altro canto, lui stesso non aveva potuto fare a meno di sentirsi attratto da quell’Uomo, nonostante amasse Eithel con tutto il cuore.

 

“Principe Legolas…Eithel…”

 

La voce di Aragorn lo fece sussultare, e voltandosi di scatto, incrociò i suoi occhi chiari che, per qualche istante, gli fecero nuovamente perdere la concentrazione…

“Principe Aragorn…il sole è già sorto da quasi un’ora…”

“Hai ragione…” rispose l’uomo accennando un sorriso e sistemandosi il pugnale che teneva seminascosto all’altezza della cintura “…vi chiedo perdono per l’attesa ma…avevo bisogno di riposo più di quello che credevo…”

“Bene…ed ora che avete recuperato le forze, possiamo quindi radunare gli uomini e scendere ai villaggi?”

“Certamente…seguitemi…”

 

In poco tempo, un gruppo di Uomini ed Elfi fu pronto per partire. In testa ai venti guerrieri stavano i due principi, subito seguiti da Adhemar ed Eithel. Durante il tragitto regnò quasi sempre il silenzio, interrotto solo dai nitriti dei cavalli e da eventuali ordini per il cambio di direzione, anche se Aragorn, sempre più spesso, si ritrovava a guardare l’elfo al suo fianco, la sua espressione rilassata ma al tempo stesso vigile…in quei momenti, Eithel si accorgeva che il giovane che cavalcava vicino a lui, abbassava lo sguardo, e non poteva fare a meno di provare il suo stesso sconforto quando notava che, a volte, anche Legolas lanciava delle occhiate al principe di Gondor.

“Il villaggio è abitato…” esclamò ad un tratto Eithel “…sento delle voci e dei movimenti…”

Adhemar voltò la testa verso di lui, trattenendosi dal chiedergli come aveva fatto ad udire quei rumori, visto la stupidità della domanda.

“Tra poco arriveremo ad un punto dal quale potremo scorgere a chi appartengono quelle voci” disse quando incrociò gli occhi grigi dell’elfo.

“Non sono servi dell’Oscurità…appartengono a uomini, ma se siano essi amici o nemici…non lo so…” in quell’istante però percepì qualcosa alla sua destra e rallentò l’andatura del cavallo.

“Cosa hai visto?” mormorò il giovane fissando l’elfo e poi oltre gli alberi.

Eithel continuò a scrutare in lontananza, poi, debolmente, rispose…

“Non siamo soli”