.|. Melethryn - tra dolore e passione  .|.

Parte Quinta: Attrazione

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Aragorn era seduto su un barile mentre, sul tavolo davanti a sé, preparava l’unguento da applicare sulle ferite, aveva posato delle bende accanto alle ciotole ma, ora che aveva rialzato lo sguardo su di esse, non riuscì a trattenere una risata nervosa…

 

“Ce n’è voluto di tempo perché tu capissi che è impossibile curare delle ferite in quei punti senza l’aiuto di qualcuno…” disse Legolas superando la soglia della tenda dove si era fermato poco prima.

“Non voglio il tuo aiuto” ribatté subito l’uomo lanciandogli solo una rapida occhiata “Non mi serve l’aiuto di nessuno e tanto meno il tuo…esci di qui…”

“Al contrario però…” proseguì l’elfo avvicinandosi a lui “…io te lo offro…” si fermò dietro il principe di Gondor prendendo con una mano la ciotola dove l’unguento era già pronto, e con l’altra una delle bende “…e come hai detto tu stesso poco fa…anche io non ti lascerò morire…ho un’altra fine in mente per te…” sentì l’uomo sospirare “…ed ora togliti quell’abito strappato…”

Aragorn restò immobile per qualche momento, come indeciso, ma poi si arrese all’evidenza di non poter fare altrimenti, e aprì i lacci della tunica, lasciandola scivolare lungo le braccia fino a terra.

Quando vide com’era ridotta la schiena dell’uomo, Legolas aggrottò le sopracciglia turbato ma iniziò subito a medicare le ferite, con incredibile cura e attenzione, cercando di non provocare ulteriore dolore di quello che già scuoteva ad ogni suo tocco, il corpo di Aragorn…quando finì di ripulirle, prese l’altro unguento che doveva aiutare a farle rimarginare più in fretta…mentre proseguiva con l’applicazione, continuava a chiedersi come aveva potuto, un Mortale, resistere a tanto e reagire, fino a riuscire a cavalcare per ore, senza cedere al dolore e perdere i sensi…il corpo che aveva davanti era senza dubbio molto forte, forse anche grazie al sangue dei Dúnedain che scorreva in lui, ma non era solo quello…anche il suo spirito era intrepido e vigoroso, riusciva a riconoscerlo, difficilmente qualcosa sarebbe riuscito a piegarlo…ma il cuore, in fondo, era pur sempre umano…  

Appena terminò, posò sul ripiano di legno la ciotola e le bende sporche, prendendone delle altre per ricoprire le ferite…lentamente iniziò a fasciare il torace dell’uomo, facendo attenzione a non stringerlo troppo…ogni volta che faceva passare la banda sul suo petto però, era costretto ad avvicinarsi a lui ed in alcuni momenti, quando sfiorava con le dita la sua pelle calda, percepiva il respiro di Aragorn aumentare…

“Il tuo corpo è molto resistente…” mormorò, cercando di non far caso a quelle sensazioni “…tra pochissimo tempo guarirai…”

“Con tuo grande rammarico immagino…” ribatté il principe di Gondor chiudendo gli occhi quando sentì il respiro dell’elfo vicino all’orecchio…era inutile…non riusciva a negarlo…anche se il suo cuore non provava altro che odio per lui, il suo corpo continuava a desiderarlo…era assurdo…ma era la verità…e si sentiva in colpa per questo…era attratto irrimediabilmente da colui che aveva ucciso il suo compagno, la persona che amava…come poteva?

“Il mio unico rammarico è di non poterti condannare in questo preciso istante alla prigione a vita…” sussurrò Legolas finendo di fasciarlo “…ciononostante mi sento sollevato nel sapere che presto o tardi riceverai ciò che ti spetta per le tue azioni malvagie” e con quelle parole si voltò, facendo un passo per andarsene ma subito sentì una stretta sul braccio…Aragorn si era rialzato e lo aveva afferrato per impedirgli di allontanarsi…

“Se non sbaglio anche tu hai delle ferite da curare…” disse alzando lo sguardo su di lui “…siediti…”

“Non ne ho bisogno…” rispose l’elfo cercando di liberarsi dalla stretta “…lasciami…”

“Io credo di sì…” ribatté il principe di Gondor, e con uno strattone lo spinse verso il barile, costringendolo a sedersi. Legolas si rialzò di scatto, voltandosi verso di lui e fissandolo con astio senza dire una parola…ma sapeva fin troppo bene che ne aveva bisogno in realtà, anche se sarebbe guarito comunque rapidamente, quell’unguento l’avrebbe senz’altro aiutato, così, sempre in silenzio, si sedette nuovamente, dando le spalle all’uomo e aprendosi i lacci della tunica…la lasciò scivolare a terra, dove già giaceva quella di Aragorn e udì uno strano sospiro alle sue spalle…

“Valar…” bisbigliò il principe di Gondor osservando le ferite che, in gran parte, però si stavano già richiudendo “…sembra che la tua pelle non abbia mai sopportato niente del genere…”

“Non ho mai ricevuto delle frustate…se è questo che intendi…” rispose l’elfo tenendo lo sguardo fisso davanti a sé “…il mio popolo non è solito usare questi metodi di persuasione…”   

L’uomo restò in silenzio, mentre con le mani spostava in avanti i lunghi capelli biondi per liberare la schiena…a quel gesto però sentì il corpo del principe di Bosco Atro tremare mentre dalle sue labbra usciva un debole sospiro…si fermò qualche istante ma poi iniziò a ripulire le ferite attentamente.

Legolas chiuse gli occhi quando sentì le ciocche di capelli ricadergli sul petto…quel gesto…quel gesto che molte volte aveva preannunciato il piacere e l’amore che Eithel sapeva trasmettergli…il suo cuore iniziò a battere con forza pur essendo consapevole che non sarebbe mai più accaduto niente di simile…non sarebbero più seguiti dolci baci e languide carezze, ma solo l’angoscia di non poter più assaporare quei momenti con la persona che amava.

Aragorn si spostò in avanti per prendere dell’altro unguento e con la coda dell’occhio vide l’espressione sul viso dell’elfo…l’espressione di qualcuno che sta tentando in tutti i modi di controllarsi per non esprimere la propria sofferenza e le proprie emozioni.

“Se ti faccio male puoi anche gridare…” mormorò “…qui non ti sentirà nessuno, il tuo valore come guerriero resterà intatto…”

“Non puoi farmi ulteriore male di quello che mi hai già inflitto…” sussurrò Legolas riaprendo debolmente gli occhi “…e non ho bisogno di altre cure…” si alzò in piedi, chinandosi per raccogliere la tunica…ma quando si rialzò, si ritrovò di fronte l’uomo che lo fissava in silenzio…sostenne il suo sguardo a lungo ma quando si accorse che quello di Aragorn era sceso lungo il suo corpo, non poté fare  a meno di fare lo stesso, e si ritrovò ad osservare il suo petto, fasciato dalle bende chiare, le braccia muscolose che teneva lungo i fianchi, e la pelle abbronzata e segnata da cicatrici, così diversa dalla sua, pallida e perfetta…e quando rialzò gli occhi in quelli dell’uomo, si accorse di essersi avvicinato ulteriormente a lui senza nemmeno rendersene conto, come attratto da qualcosa di irresistibile…poteva quasi sfiorarlo come poteva sentire chiaramente il suo respiro veloce e caldo sul viso…era inconcepibile e sbagliato…non poteva sentirsi attratto ancora in quel modo verso di lui…quel Mortale aveva distrutto la sua felicità insieme alla vita del suo compagno…come poteva desiderarlo?

Senza dire un parola si voltò improvvisamente e uscì dalla tenda, lasciando il principe di Gondor immobile ad osservarlo.

 

Passò un’ora, forse due…e Legolas tornò a cercare Aragorn…era ancora piena notte ma i cavalli si erano riposati e potevano già ripartire alla volta di Gondor come avevano stabilito…vagò per tutto l’accampamento ma niente…ed allora iniziò a controllare nelle tende, fino a quando entrò in quella in cui l’uomo aveva vissuto fino al giorno prima…e lì lo vide, seduto su una sedia con una calice di vino tra le mani e la brocca semivuota appoggiata sul ripiano di legno. Fece qualche passo, senza dire niente, limitandosi ad osservare quel posto che ormai era quasi distrutto…sul terreno erano sparpagliate alcune cartine e fogli, ma sembravano essere cadute da poco…

“Hanno preso le carte con gli stanziamenti del nostro esercito…” mormorò debolmente Aragorn prima di bere un altro sorso di vino “…e le lettere di mio padre con gli aggiornamenti e i piani di attacco…” si lasciò sfuggire un sorriso nervoso e d’improvviso si rimise in piedi, gettando violentemente il calice a terra “…è finita dannazione…” si passo le mani sul viso e poi tra i capelli, prima di voltarsi e fare qualche passo, superando le sottili tende che portavano alla zona che usava per riposare.

Legolas restò ad osservarlo in silenzio, rimanendo immobile anche quando il calice andò in frantumi davanti ai suoi piedi, solo quando lo vide allontanarsi, esclamò…

“Dobbiamo partire adesso…non possiamo permetterci di perdere altro tempo” ma si accorse che l’uomo probabilmente non l’aveva nemmeno sentito…intravedeva la sua sagoma oltre il tendaggio semitrasparente ed era fermo, con lo sguardo fisso sui cuscini e sulle coperte distese sul terreno…poi udì la sua voce…

“Non avevo mai pensato che avrei potuto perderlo veramente…”

…fece un passo in avanti aprendo bocca per ripetere la stessa frase di poco prima…

“Dobbiamo…”

“…ed ora invece…lui non c’è più…” lo interruppe Aragorn “…non entrerà più qui dentro e non…non mi sorriderà mai più…”

“Dobbiamo andare ora!” esclamò Legolas alzando leggermente la voce “Non possiamo…”

“Vieni qui!”

Il principe di Bosco Atro aggrottò le sopracciglia a quelle parole ma poi proseguì…

“Non abbiamo tempo! Quei Selvaggi hanno…”

“Vieni qui dannazione!” gridò l’uomo voltando la testa verso di lui “Ce ne andremo quando io lo deciderò…e adesso chiudi quella bocca e vieni qui!”

L’elfo strinse le labbra ma poi, in silenzio, raggiunse il principe di Gondor oltre le tende leggere…era inutile stare a discutere…prima l’avrebbe accontentato e prima sarebbero partiti…la salvezza della Terra di Mezzo e del suo popolo prima di tutto…continuava a ripeterselo…

Aragorn rialzò lo sguardo su di lui per qualche istante, e solo allora si accorse che aveva indossato una nuova tunica di un verde chiaro, come quello dell’erba che cresce nei prati, probabilmente recuperata dagli abiti che aveva portato con sé…

“A volte…entravo e lo trovavo disteso qui…” sussurrò tornando a fissare i cuscini “…e mi guardava con quei suoi occhi blu che sapevano leggere ogni mia emozione…mi conosceva più di quanto io conosca me stesso…ma ora…”

Legolas guardò il suo viso e vide le sue labbra tremare mentre tirava un profondo respiro…non voleva restare ad ascoltarlo…non poteva…ogni sua parola gli faceva tornare in mente Eithel e quello che loro due avevano vissuto insieme ed era troppo doloroso…

“Credo sia meglio andare…tu stesso hai detto che non possiamo permettere che altri uomini perdano la vita per…” ma le parole gli si spensero in gola quando sentì un colpo violento al volto che lo fece barcollare all’indietro…spalancò gli occhi stupito e guardò il viso dell’uomo che l’aveva appena colpito con un pugno…

“Non vedrò più i suoi occhi a causa tua!” bisbigliò crudelmente Aragorn fissandolo…alzò nuovamente la mano ma questa volta l’elfo lo precedette e si spostò in tempo per evitarlo.

“Maledetto! Non sentirò più la sua voce a causa tua!” gridò afferrando gli abiti di Legolas e scuotendolo con forza “Non sentirò più i suoi baci! Non sentirò più le sue mani!” girò su se stesso e spinse brutalmente l’elfo a terra, sopra i cuscini.

Il principe di Bosco Atro rialzò lo sguardo su di lui sconvolto da quei gesti rabbiosi e irrazionali ma rimase in silenzio per timore che anche una sola parola avrebbe causato qualcosa di peggio…nessuno l’aveva mai trattato in quel modo, la sua gente non era solita a simili scatti d’ira e non sapeva come comportarsi…anche se non aveva propriamente paura di lui perché sapeva di essere al suo pari come forza, lo spaventava quel modo di agire…impulsivo e senza senso…ma oltre allo spavento, c’era qualcos’altro che gli aveva fatto battere con forza il cuore e gli stava provocando dei brividi lungo la schiena…qualcosa che non avrebbe mai creduto di poter provare…

Aragorn lo fissò dall’alto, mentre il suo respiro diventava sempre più veloce…vide l’elfo voltarsi sulla schiena, appoggiandosi ai gomiti, mentre i capelli biondi che gli erano ricaduti sul viso, scivolavano sulle sue spalle...aveva le gambe piegate e leggermente divaricate mentre dalle sue labbra socchiuse per lo stupore usciva un sospiro rapido e continuo…gli occhi blu spalancati lo fissavano come a voler cercare una risposta per quel gesto improvviso…quegli occhi blu così profondi e lucenti…quegli occhi così simili a quelli di Adhemar…solo in quel momento se ne rese conto…ma la sua mente era ottenebrata dalla rabbia, dal risentimento e dall’odio, e il vino che scorreva dentro di lui aveva reso incandescente il suo sangue…

“L’hai portato via da me…” sibilò continuando a fissare il viso del principe di Bosco Atro “…non tornerà mai più!” senza rendersene conto fece un passo in avanti, inginocchiandosi tra le gambe di Legolas “Il suo corpo diventerà cibo per i vermi! Non lo sentirò più vibrare insieme al mio!” alzò di nuovo il pugno per colpirlo ma l’elfo gli blocco all’istante il polso, spingendolo poi con forza e facendolo ricadere all’indietro.

“Smetti Aragorn! Non è il momento per…”

“Sta zitto!” lo interruppe l’uomo con un sorriso malizioso sulle labbra. Si scagliò rapidamente sopra di lui e approfittando del suo sbalordimento, in pochi attimi gli bloccò il corpo sotto il proprio, stringendogli i polsi a fianco del viso.

“Aragorn…” sussurrò Legolas spalancando gli occhi e trattenendo quasi il respiro quando sentì il principe di Gondor completamente sopra di sé “…lasciami…” ma le sue parole più che un ordine sembrarono un debole sospiro che si trasformò in un gemito quando si accorse che l’uomo non stava facendo il minimo sforzo per nascondere l’eccitazione che si era impadronita di lui.

Aragorn rimase qualche istante a bocca aperta, fissando negli occhi l’elfo sotto di sé mentre nella sua mente rabbia e desiderio combattevano una lotta sfrenata…lo odiava con tutto se stesso, avrebbe voluto colpirlo fino a ridurlo in fin di vita per fargliela pagare e per sfogare quella collera che lo bruciava…ma l’attrazione che lo spingeva verso di lui, il desiderio di possedere quel corpo perfetto bruciava con altrettanto ardore impedendogli quasi di respirare…il sangue ribolliva come lava rovente nelle sue vene…e la sua mente perse ogni volontà…

Lentamente abbassò la testa, avvicinando le labbra a quelle del principe di Bosco Atro ma quando ormai stava per sfiorarle, Legolas voltò di scatto il viso lateralmente…

“Cosa stai facendo…?” mormorò con un filo di voce “Alzati immediatamente!” ma a quelle parole seguì solo un gemito di sorpresa quando Aragorn, lasciandogli un polso, gli afferrò il mento, costringendolo a voltare nuovamente la testa…e con forza posò le labbra sulle sue. Senza la minima delicatezza iniziò a succhiarle e a spingere la lingua tra di esse, lasciandosi sfuggire un gemito roco di soddisfazione quando riuscì a penetrare nella bocca dell’elfo.

Per qualche momento Legolas perse ogni capacità di ragione e movimento, rimanendo immobile sotto l’assalto dell’uomo, stupendosi di se stesso quando si ritrovò a socchiudere le labbra per dargli libero accesso…ed iniziò a sentire la lingua dell’uomo cercare la sua, esplorando con vigore la sua bocca…strinse gli occhi come per cercare di ricordare a se stesso che quello che stava succedendo non era giusto…lui non voleva una cosa simile…e soprattutto non con quel Mortale che odiava, ma il suo corpo gli ricordò che la realtà era ben diversa…più l’uomo lo divorava, più lo sfioramento del suo corpo diventava intenso, e più si sentiva bruciare da qualcosa di potente e improvviso…qualcosa che non poteva più nascondere né a se stesso né al suo assalitore…

Senza riuscire a controllarsi, alzò la mano libera afferrando i capelli del principe di Gondor con la precisa intenzione di allontanarlo con forza…ma si ritrovò a fare l’esatto contrario, tirandolo verso di sé e iniziando a rispondere a quel bacio con altrettanta voracità, succhiando con fervore quelle labbra e quella lingua che, fino a quell’istante, l’avevano sbranato ardentemente…solo quando sentì il fiato venirgli a mancare, chiuse con forza il pugno tra i capelli dell’uomo e violentemente lo tirò lontano da sé, restando però immobile a fissarlo mentre le labbra, rosse e umide, gli pulsavano tanto quanto un’altra parte del suo corpo…

Aragorn sostenne il suo sguardo con un’espressione di sorpresa e piacere sul viso, ma quando tentò di baciarlo di nuovo, Legolas glielo impedì, spingendolo all’indietro e rimettendosi seduto di scatto…

“Non osare mai più!” esclamò adirato, anche se la voce tremava per un motivo ben diverso “Non sono il tuo amante!”

Quelle parole però fecero scattare qualcosa nella mente dell’uomo che, rapidamente, si chinò verso di lui, afferrandogli i capelli e costringendolo a reclinare violentemente la testa all’indietro…l’elfo chiuse gli occhi per il dolore, ma appena li riaprì si ritrovò il volto di Aragorn vicinissimo al suo…

“No! Non lo sei!” gli bisbigliò l’uomo sulle labbra “Non ho più un amante…tu hai fatto in modo che venisse ucciso!” e brutalmente lo spinse di nuovo sulle coperte, facendolo voltare sullo stomaco.

Legolas girò la testa, appoggiando la guancia su un cuscino per poter respirare, ma il suo respiro divenne ancora più rapido di quanto già non lo fosse quando sentì la mano dell’uomo stringergli i polsi sopra alla testa e realizzò in che posizione era…

“Cosa credi di fare? Lasciami!” tentò di gridare ma ne uscì poco più di un sospiro quando si accorse dell’altra mano dell’uomo che gli aveva rialzato la tunica sul suo fondoschiena, aprendo il laccio che teneva chiusi i pantaloni.

“Non potrò più amarlo ora!” mormorò Aragorn abbassandogli come meglio riusciva la stoffa sulle cosce e facendola scivolare sulle sue gambe, aiutandosi con un ginocchio “Non potrò amarlo mai più!”

Legolas spalancò gli occhi come incredulo su quello che stava per accadere, non gli sembrava reale…sembrava tutto un brutto sogno…un sogno dal quale prima o poi si sarebbe risvegliato…ma purtroppo sapeva fin troppo bene che non era così…e quando il profumo di un olio raggiunse i suoi sensi, ne ebbe la certezza…

“No…non osare toccarmi Mortale!” esclamò alzando la voce più che poteva e tentando di liberarsi dalla stretta dell’uomo ma non era così facile come sembrava, e dopo pochi attimi sentì di nuovo il peso del corpo di Aragorn completamente sopra di sé, mentre con le ginocchia gli allargava le gambe…tentò di gridare di nuovo ma le parole gli si spensero in gola quando la calda eccitazione dell’uomo gli sfiorò i glutei.

“Non sei nella posizione per dare ordini, Elfo!” gli mormorò il principe di Gondor all’orecchio “Devi solo restare zitto!” e violentemente si spinse nel suo corpo in un solo colpo, senza dargli il tempo di abituarsi lentamente a quell’invasione…chiuse gli occhi quando venne attanagliato da quel calore ma poi iniziò a muoversi selvaggiamente come raramente era solito fare, per paura di ferire il proprio compagno.

Dalle labbra socchiuse di Legolas uscì un grido di dolore strozzato quando sentì il proprio corpo lacerato da una fitta lancinante mentre le sue mani si chiudevano a pugno, ancora bloccate da quella dell’uomo sopra di lui…strinse i denti cercando di resistere come già era successo nelle prigioni, ma questa volta il dolore era ben diverso…non era solo il male fisico ad angosciarlo, ma quello che gli bruciava dentro, la rabbia e la vergogna di essere usato in quel modo da qualcuno che detestava…e soprattutto il senso di colpa per quello che, in fondo, provava…piacere…ad ogni spinta di Aragorn, ad ogni suo movimento, quel dolore si trasformava via via in qualcosa di diverso…qualcosa che cambiava le sue grida in gemiti e sospiri…ad un tratto, la voce di Aragorn accanto all’orecchio lo fece tremare…

“Quante volte ti sei concesso a lui? Quante volte hai permesso al tuo Eithel di prenderti così senza la minima obiezione?”

“No…” gemette l’elfo quando quel nome rimbombò nella sua mente tanto quanto i battiti accelerati del suo cuore “…basta…lasciami…” tentò ancora una volta di liberarsi, dibattendosi sotto al corpo dell’uomo ma non fece altro che incrementare i suoi movimenti, provocando scosse di piacere sempre più forti dentro di sé “…oh Valar…basta…” sentiva di essere vicino al limite ma non voleva raggiungerlo…non voleva ammettere di desiderare qualcosa di simile…non voleva averne bisogno…ma quando l’uomo iniziò a colpire quel punto dentro il suo corpo, perse ogni volontà…

“Non lo…sentirai mai più!” sospirò Aragorn spingendosi con sempre più forza e velocità dentro di lui, tanto da farlo scivolare sui cuscini “Come io…non sentirò più…” si bloccò, stringendo le labbra quando sentì dentro di sé l’estasi diventare sempre più vicina “…lui non tornerà da me…sei…un assassino…un maledetto assassino…” le parole gli uscivano dalle labbra miste ai gemiti sempre più intensi…abbassò lo sguardo e vide Legolas nascondere il volto contro i cuscini ed allora chiuse gli occhi continuando a ripetere quelle parole…

“Lui non tornerà…lui non tornerà!”

…mentre si spingeva ancora e ancora nel corpo dell’elfo fino a raggiungere quel piacere selvaggio che stava cercando…ed allora, respirando affannosamente, abbassò la testa sulla spalla di Legolas e quelle lacrime che, fino a quel momento, aveva tenuto nascoste con fatica, iniziarono a rigargli le guance, come se solo in quell’istante la consapevolezza di quello che era accaduto, avesse raggiunto il suo cuore…a fatica si rialzò dall’elfo, lasciandosi ricadere, di schiena, di fianco a lui…si portò le mani sul viso mentre i singhiozzi scuotevano il suo corpo…

“…non tornerà…” gemette ancora una volta prima che il pianto gli impedisse di pronunciare altre parole.

Legolas si rialzò in piedi, risistemandosi, a fatica gli abiti, mentre le mani e tutto il suo corpo tremava violentemente…senza guardare Aragorn, si voltò uscendo dalla tenda, ma i suoi singhiozzi disperati lo raggiunsero comunque…anche fuori, quando ormai era all’aria aperta, sotto la luce della luna, continuava a sentirli…ed allora si lasciò ricadere in ginocchio a terra, portandosi le mani sulle orecchie come in un vano tentativo di ritrovare il silenzio…con gli occhi sbarrati nel vuoto davanti a sé, iniziò a dondolarsi avanti e indietro, come in attesa che, da un momento all’altro, arrivasse qualcuno a stringerlo tra le braccia e a rassicurarlo che tutto era finito…ma quel qualcuno non era più con lui…era solo…e lo sarebbe stato per l’eternità. Si lasciò sfuggire un sospiro sconfortato e i suoi occhi blu si riempirono di lacrime…ma quelle lacrime non scesero sulle guance, no…rimasero ad offuscargli la vista mentre l’angoscia iniziava ad attanagliali il cuore e lo spirito…aveva perso l’amore…e aveva provato piacere nell’essere preso dalla stessa persona che l’aveva privato di esso…gli aveva permesso di usare il suo corpo come mai nessuno aveva fatto…mai, nemmeno la persona che amava e della quale si fidava ciecamente…cosa l’aveva portato a tanto? Perché si era comportato così? Forse era vero quello che aveva detto ad Aragorn…quando lo spirito di Eithel aveva lasciato queste Terre, anche il suo l’aveva seguito, era morto con lui in quell’istante…ed ora non rimaneva altro che un corpo vuoto in grado di agire solo per vendetta o desiderio…non batteva più un cuore dentro di lui, aveva smesso di farlo insieme a quello di Eithel, era solo un freddo blocco di ghiaccio privato di ogni calore, capace solo di odiare con tutta la forza possibile.

 

Le prime luci dell’alba avevano iniziato a rischiarare il cielo, quando Aragorn uscì lentamente dalla tenda nella quale aveva passato la notte, insonne, realizzando per la prima volta completamente ciò che era avvenuto e le sue conseguenze. Si guardò attorno con gli occhi socchiusi, ancora gonfi per le lacrime che aveva versato incessantemente ma alle quali, si era ripromesso, non avrebbe mai più permesso di scivolare sul suo viso, e vide Legolas poco lontano con la fronte appoggiata al collo del destriero bianco che aveva già sellato, mentre con la mano accarezzava la lunga criniera. Restò a guardarlo per qualche momento…i capelli biondi che si muovevano nella brezza mattutina…gli occhi chiusi e le labbra leggermente imbronciate come se dei pensieri spiacevoli stessero occupando la sua mente…poi, facendo un profondo respiro, si incamminò verso l’altro cavallo.

“È ora di partire!” esclamò, iniziando a sellare il destriero come se niente fosse successo.

Legolas rialzò stancamente la testa quando udì la sua voce ma appena si accorse dell’atteggiamento dell’uomo nei suoi confronti, aggrottò le sopracciglia furioso, raggiungendolo con dei passi veloci e decisi…

“È ora di partire?” ripeté alzando la voce, fermandosi dietro di lui “È tutto quello che sai dire? Hai preso il mio corpo contro la mia volontà senza curarti minimamente di ferirmi ed ora tutto quello che sai dire è…è ora di partire?”

“Non mi sembrava che tu fossi molto contrario…” mormorò Aragorn con un mezzo sorriso sul viso, stringendo l’ultima cinghia di cuoio, ma dovette fermarsi quando sentì sul braccio la stretta dell’elfo che lo costrinse a voltarsi verso di lui.

“Come hai potuto farmi una cosa simile?” bisbigliò Legolas fissandolo negli occhi “Come? Voi Mortali non avete il minimo rispetto della vita altrui? Prendete ciò che volete senza dignità?”

“Non fingere con me Elfo…” rispose il principe di Gondor liberandosi dalla stretta “…lo volevi quanto me…l’ho visto nei tuoi occhi da quando ci siamo conosciuti…”

“Sei un maledetto presuntuoso!” gridò l’elfo facendo un passo verso di lui e continuando a sostenere il suo sguardo “Non ho mai voluto una cosa simile! Non ho mai desiderato di essere trattato come un oggetto del tuo piacere!”

Aragorn lo fissò in silenzio per qualche istante, poi si lasciò sfuggire una risata crudele…

“Menti…oltre che un assassino sei anche uno splendido bugiardo…” lo vide aprire bocca per ribattere ma non glielo permise, gli afferrò i capelli tirandogli indietro la testa con violenza prima di continuare, sussurrandogli sulle labbra “…ti ho visto tremare per il piacere sotto di me…e ti ho sentito…ho sentito i tuoi gemiti…la tua essenza è ancora sparsa su quei cuscini…non venirmi a raccontare che non ti è piaciuto…” vide gli occhi dell’elfo spalancarsi con un misto di vergogna e rabbia e non riuscì a fare a meno di sorridere “…tu volevi essere preso in quel modo…lo bramavi da chissà quanto tempo…ma forse nessuno è mai stato in grado di farti provare qualcosa di simile…forse il tuo amante non è mai stato in grado di…” ma non riuscì a terminare…Legolas si liberò di scatto dalla sua stretta, colpendolo in pieno viso con un violento pugno, tanto da farlo barcollare indietro contro il cavallo che, nitrendo si spostò di qualche passo…senza dargli il tempo di riprendersi, lo afferrò a sua volta per i capelli, costringendolo a inclinare indietro la testa come l’uomo aveva fatto con lui poco prima…

“E sai invece cosa ho visto io?” gli bisbigliò sulle labbra, fissando gli occhi azzurri semichiusi “Ho visto il principe di Gondor, l’erede al trono del più grande regno degli Uomini, piangere come un bambino…l’ho sentito singhiozzare per tutta la notte quando invece avrebbe dovuto essere forte e raggiungere la sua città per informare il proprio padre dei pericoli in cui si è imbattuto…” vide le labbra di Aragorn stringersi con rabbia mentre un rivolo di sangue causato dal colpo subito gli scivolava sul mento “…tu non sei nient’altro che un debole e sciocco Mortale che teme se stesso e ciò che deve affrontare…era Adhemar a farti andare avanti…ed ora cosa sei senza di lui? Niente…solo un brutale codardo…credi di essere forte solo perché hai ottenuto il mio corpo con la violenza ma resti sempre un vigliacco che non ha avuto nemmeno il coraggio di guardarmi negli occhi mentre lo faceva!”

“Tu non puoi giudicarmi maledetto!” gli gridò Aragorn cercando di liberarsi ma appena si accorse che era praticamente impossibile, alzò a sua volta la mano, afferrando i capelli biondi dell’elfo e tirandogli indietro a sua volta la testa “Sei solo un assassino che ha lasciato morire i propri guerrieri…uno dopo l’altro…sei stato mandato qui per aiutarci e invece hai portato solo morte…cosa credi penserà il tuo popolo quando lo verrà a sapere?” si fermò un istante, fissando da sotto le palpebre semichiuse gli occhi blu dell’elfo “Se io sono un vigliacco…tu lo sei tale e quale a me!” restò in silenzio, ascoltando il respiro veloce di Legolas quasi con sollievo…erano nella stessa posizione “Siamo legati, principe di Bosco Atro…che tu lo voglia o no…siamo legati dal sangue e dalla vendetta…e il silenzio sarà la nostra catena…”

Legolas lo fissò senza pronunciare una parola, ma appena sentì la stretta dell’uomo tra i capelli diminuire, chiuse con più forza il pugno tra quelli castani di Aragorn e lo tirò a sé, appoggiando le labbra sulle sue con violenza e cercando la sua lingua non appena il principe di Gondor le socchiuse per la sorpresa…con la stessa rapidità con cui era iniziato, quel bacio colmo di rabbia e di angoscia terminò, e l’elfo gli sussurrò…

“E il silenzio sarà l’unico testimone delle nostre colpe allora…nessuno udirà le nostre grida…il rancore e la sofferenza ci unisce…e consumeremo l’uno nell’altro la nostra vendetta”

…prima di lasciarlo di colpo e ripulirsi le labbra, con il dorso della mano, dal sangue di Aragorn che, per quegli attimi, aveva sentito scivolare nella propria bocca. Voltandosi, raggiunse nuovamente il proprio destriero, salendo in sella, sotto lo sguardo del principe di Gondor che non l’aveva lasciato per un solo momento.