.|. Melethryn - tra dolore e passione  .|.

Parte Nona: Scelte

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Il sole risplendeva alto nel cielo di Gondor, i servitori erano al lavoro per ripulire i corridoi e i saloni, e i cuochi erano intenti a preparare il pranzo. Re Arathorn era a colloquio con i Consiglieri, come ogni mattina e il principe Aragorn era al suo fianco. Sembrava un giorno come tanti altri…ma quel giorno, qualcosa cambiò…

A palazzo giunse un carro di contadini che chiedeva con urgenza di vedere Sua Maestà, per questioni molto importanti e, dopo un primo momento di stupore, le guardie li accolsero, facendoli aspettare nel cortile mentre andavano a riferire al sovrano quello che avevano appena udito.

 

“Vostra Maestà!” esclamarono i due uomini entrando nel Salone dei Re “Perdonate l’interruzione ma è urgente!”

“Parlate dunque!” ribatté Arathorn alzandosi in piedi, imitato dal figlio “Cos’è accaduto?”

“Dei contadini, Mio Signore…dei contadini dicono di aver dato riparo ad alcuni dei nostri uomini che si erano salvati dall’attacco dei Selvaggi, alcuni di loro erano gravemente feriti e non sono sopravvissuti ma uno è salvo…è ancora debole ma in grado di parlare e muoversi…”

A quelle parole Aragorn sentì un tuffo al cuore e strinse i pugni lungo i fianchi, cercando di controllarsi…era inutile questa sua speranza…lo aveva visto cadere con i suoi occhi…colpito a morte da quella freccia…era impossibile che…

“E quest’uomo…Vostra Maestà…” proseguì l’altra guardia “…non ci hanno concesso di vederlo ma…dicono che porti al dito l’Anello Regale…l’Anello della vostra famiglia…”

“Com’è possibile?” mormorò Arathorn voltandosi verso il figlio e abbassando lo sguardo sulla sua mano “Aragorn…?”

Ma Aragorn non lo stava ascoltando…non riusciva ad ascoltare più niente da quando quelle parole avevano raggiunto la sua mente riaccendendo quella speranza che credeva vana…

“Dove sono i contadini?” chiese rapidamente, raggiungendo le due guardie “Dov’è quell’uomo? Conducetemi da lui!”

“Aragorn!” lo richiamò il re alzando la voce “Aspetta! Potrebbero essere degli impostori! Degli assassini che usano questa scusa solo per entrare a palazzo!”

“No padre…non…” cercò di ribattere il principe di Gondor, ma Arathorn lo interruppe…

“Conducete l’uomo ferito in una delle camere degli ospiti…e chiamate un curatore…controllate che non abbia armi con sé…mentre per quanto riguarda i contadini, lasciate che si riposino nel cortile, portate loro acqua e cibo se necessario…ma prestate attenzione!”

 

Passarono più di due ore da quando il re aveva dato quegli ordini e Aragorn non resisteva più…doveva andare da lui…doveva vedere con i suoi occhi se era colui che si aspettava o un semplice truffatore…e non appena vide il curatore uscire dalla stanza gli corse incontro…

“È un impostore?” gli chiese con un filo di voce per paura della risposta…

“Come? No Mio Signore...è il capitano delle vostre…” ma l’anziano curatore non fece in tempo a concludere la frase…il principe di Gondor era già piombato nella stanza e aveva richiuso con un tonfo la porta dietro di sé.

 

Aragorn sentì il proprio cuore fermarsi per la gioia e ricominciare di nuovo a battere con una forza inaudita quando vide il giovane seduto nel letto, con la schiena appoggiata ai cuscini, ricoperto fino alla vita dalle lenzuola…il petto fasciato da una benda bianca e la tunica color sabbia leggermente aperta…i lunghi capelli neri adagiati sulle spalle e la pelle chiara…troppo chiara…segno che non aveva ancora recuperato completamente le forze…

Fece un passo in avanti e un sorriso si formò sul suo viso quando vide i suoi occhi blu rialzarsi su di sé…

“Aragorn…”

…quella voce…quella voce che credeva di non udire mai più…

“Oh Valar!” bisbigliò raggiungendo il letto rapidamente...gli prese il volto tra le mani e restò in silenzio a guardarlo…perdendosi nei suo occhi e sulle sue labbra incurvate in un dolce sorriso “Adhemar…sei…sei qui con me…sei vivo…”

Il giovane gli prese le mani nelle sue, costringendo l’uomo a sedersi sulla sedia accanto al letto…

“Ancora me ne stupisco io stesso…” mormorò continuando a sorridere “…credevo di essere…”

“Non dirlo! Non dirlo!” lo interruppe Aragorn posando nuovamente una mano sulla sua guancia “Ora sei qui!” si rialzò leggermente per abbracciarlo ma Adhemar scosse la testa…

“No…la…ferita…non è ancora rimarginata completamente e…”

“Sì…scusa…”

“Però…puoi…se vuoi…” sussurrò il giovane sfiorando con le dita le labbra dell’uomo.

Il principe di Gondor non se lo fece ripetere e, facendo scivolare una mano tra i suoi capelli scuri, posò le labbra sulle sue dolcemente, accarezzandole con le proprie fino a quando sentì le lacrime agli occhi ed allora si allontanò, abbassando lo sguardo imbarazzato.

“Non sei cambiato in tutto questo tempo…” mormorò Adhemar accarezzandogli il viso “…hai ancora timore a mostrare le emozioni che provi…”

Aragorn chiuse gli occhi a quel tocco, e due lacrime scivolarono sulle sue guance…alzò una mano e la posò sopra a quella del compagno…

“Mi sei mancato…mi sei mancato così tanto…credevo di impazzire…non…”

“Shh…non parliamo del passato…voglio vederti sorridere coma una volta!”

“D’accordo…” mormorò l’uomo asciugandosi il viso prima di rialzare lo sguardo su di lui “…ma raccontami cosa ti è accaduto…io ti ho visto cadere…colpito da quella freccia che…” si fermò quando quel nome gli ritornò subito alla mente…Legolas…quella freccia che Legolas non aveva fermato…ma subito la voce del compagno lo riportò alla realtà…

“Non ti so dire molto di quello che è accaduto in quei momenti…credevo fosse la fine…sono piombato nell’oscurità e credo di aver perso i sensi…ricordo che sentivo un freddo gelido lungo tutto il corpo…ma poi delle voci…qualcuno che mi trasportava…mi sono risvegliato dopo due giorni e mi sono ritrovato nel letto di una famiglia di contadini. Loro mi hanno narrato ciò che è accaduto dopo che quei Selvaggi ci hanno sopraffatto…alcuni dei guerrieri rimasti all’accampamento sono venuti a cercarci e hanno tratto in salvo quei pochi di noi che erano stati solo feriti, anche se gravemente, consegnandoci nelle mani dei contadini di uno dei villaggi a Nord che non erano ancora stati presi d’assalto…e, dopo aver bruciato i corpi dei caduti, sono tornati al campo, con l’intenzione di far ritorno a Minas Tirith per avvertire il re ma…purtroppo sono stati attaccati e non hanno avuto speranze…solo pochi di loro sono riusciti a tornare da noi al villaggio ma hanno perso la vita dopo pochi giorni…io sono stato l’unico a sopravvivere grazie alle cure di quei contadini che mi hanno portato qui…credo che si occupassero di me con così tante attenzioni anche per questo…” alzò debolmente la mano con l’Anello di Barahir “…credevano che fossi un discendente della famiglia reale ed io non avevo la forza di contraddirli…non riuscivo nemmeno a parlare…però ascoltavo…ascoltavo ogni singola parola e non ho mai sentito nominare il tuo nome tra i caduti…e così, non ho mai smesso di sperare di poterti riabbracciare…è stato questo a darmi la forza per andare avanti e per riprendermi del tutto…e il tuo dono mi ha aiutato nelle notti buie…eri con me…ti sentivo sempre con me…”

Aragorn strinse con forza la mano del giovane tra le proprie…

“Perché non ti hanno riportato qui prima?”

“Perché ero troppo debole…e come vedi lo sono ancora…non ero in grado di affrontare il viaggio…ma ora dimmi cosa è accaduto a te…”

Il principe di Gondor sospirò prima di iniziare…

“Io…ti ho visto cadere…ho visto quella freccia colpirti e mi sono sentito morire…ho cercato di raggiungerti ma quei Selvaggi mi hanno fatto perdere i sensi e mi hanno condotto nel loro nascondiglio tra le grotte…non so quanto tempo sia passato prima che mi risvegliassi ma…mi avevano incatenato ed hanno tentato di farmi parlare in ogni modo…fortunatamente siamo riusciti a fuggire e a raggiungere di nuovo l’accampamento ormai distrutto, fino ad arrivare qui e a raccontare tutto a mio padre…dopodiché gli attacchi dei Selvaggi sono cessati, ma tra due settimane dei nuovi battaglioni partiranno per sicurezza e protezione dei villaggi…”

“Chi altro si è salvato con te?”

“Come…?” sussurrò Aragorn aggrottando le sopracciglia.

“Hai detto che siete riusciti a fuggire…” ripeté Adhemar sorridendogli “…chi altro si è salvato con te?”

“Il…principe Legolas…” rispose a bassa voce l’uomo “…l’hanno catturato insieme a me al villaggio…”

Il giovane deglutì quando sentì un’improvvisa stretta al cuore…ricordava perfettamente la notte prima dell’attacco…ogni singola cosa…tutto quello che era accaduto…

“E…dov’è ora…?” chiese fissando il volto del compagno “Ricordo qualcosa della battaglia e…il suo amico…Eithel si chiamava…ricordo che ti ha chiesto di ucciderlo ma il principe credeva che…”

“È qui a palazzo…” sussurrò Aragorn abbassando lo sguardo “…non potevamo permettere che partisse da solo…ora sono giunti qui altri Elfi e…”

“Ed è ancora convinto che sia tu il responsabile della morte del suo amico?”

“È così in fondo…io l’ho ucciso…Eithel era…il suo compagno…”

“Ma è stato lui a chiedertelo…” ribatté Adhemar “…non conosce ancora la verità? Non gli hai mai rivelato le parole di Eithel prima di…”

“No io…avevo promesso di non farlo…avevo giurato sul nostro amore di non farlo…”

“Questo significa che mi ami ancora?”

Aragorn rialzò lo sguardo su di lui e lo vide sorridere dolcemente, così avvicinò la fronte alla sua…

“Certo…come puoi dubitarne?”

“Ho avuto paura…paura che credendomi morto…”

“Shh…non pensarlo…” lo interruppe all’istante l’uomo baciandogli le labbra.

 

“Cos’è accaduto?” chiese Legolas avvicinandosi ad Haldir che attentamente, stava ascoltando i discorsi delle guardie del re.

“Dicono che sia tornato il loro capitano…” rispose l’elfo distrattamente.

“Il loro…capitano…?” ripeté il principe di Bosco Atro con un filo di voce.

“Sì…un uomo che credevano morto nello scontro con i Selvaggi…dicono che è stato curato dai contadini di un villaggio qui vicino ed oggi è stato ricondotto qui…ora sta riposando nella stanza degli ospiti libera”

Legolas fece un passo indietro, appoggiandosi al muro come se non riuscisse a respirare…non era possibile…non poteva essere vero…ma per esserne sicuro doveva constatarlo di persona…così corse via e raggiunse la porta della stanza. Trovò Re Arathorn a pochi passi da essa che parlava con il vecchio curatore, lo stesso che si era preso cura di lui tempo addietro e si fermò…

“Oh principe…avete saputo la notizia…?”

“Sì Vostra Maestà ma…”

“Mio figlio è con lui ora…” proseguì il re prima di allontanarsi insieme all’uomo.

L’elfo respirò profondamente, indeciso se entrare o meno nella stanza, ma l’istinto prese il sopravvento ancora una volta e posò la mano sulla maniglia…prima di aprire la porta però udì distintamente le voci…quella di Aragorn e di Adhemar…insieme…e si bloccò all’istante, ritirando la mano come se avesse sfiorato un ferro ardente, prima di correre via.

 

“Hai fame?” gli sussurrò dolcemente il principe di Gondor, continuando a stringere la sua mano tra le proprie…vide il compagno annuire e proseguì “Allora riposa…nel frattempo ti farò preparare un pasto sostanzioso dai cuochi…sai, c’è stata una festa e il cibo a disposizione è ancora molto…”

“Mmm…avrei voluto esserci…” ribatté Adhemar sorridendo “…ti sei divertito?”

“Non particolarmente…sai bene come adoro passare quel tipo di serate…”

“Già…se non ricordo male…nel letto insieme a me…” mormorò il giovane “…sempre che sia ancora così…”

“Sì…sì, è ancora così…” replicò subito l’uomo “…mi sei mancato Adhemar…immensamente…”

“Anche tu mi sei mancato…ora va pure…sai dove trovarmi…”

Aragorn annuì, rialzandosi in piedi ma dandogli un ultimo bacio sulla fronte prima di allontanarsi dal letto…

“A dopo…”

Adhemar lo seguì con lo sguardo sorridendogli, fino a quando la porta si richiuse, ed allora abbassò pesantemente le palpebre sospirando…qualcosa era cambiato…lo sentiva, lo percepiva dalle sue parole e dai suoi sguardi…e temeva anche di sapere già di cosa si trattasse.

 

Il principe di Gondor risalì dalle cucine e si incamminò per uno dei piccoli corridoi che portavano ai giardini privati della famiglia reale…un piccolo spazio verde con alberi e fiori e qualche panchina di legno lavorato al quale solo i Sovrani potevano accedervi.

Alzò lo sguardo, osservando il cielo attraverso gli alti rami degli alberi e si lasciò sfuggire un sospiro liberatorio, prima di sedersi e passarsi le mani sul viso.

“Cosa mi prende…?” bisbigliò tra sé…doveva essere felice, doveva sentirsi sollevato e pieno di vita ora che la persona che amava era tornata da lui…eppure si sentiva mancare il fiato, come stretto in una morsa di ferro che gli impediva di respirare…era cambiato qualcosa in quei giorni, quando credeva di essere rimasto solo…ed ora, ora che aveva iniziato ad abituarsi a questa situazione, ora che aveva ricominciato a provare qualcosa…tutto stava per cambiare nuovamente…e nella sua mente continuava a ripetersi quel nome…Legolas…da quando aveva chiuso la porta di quella stanza, Legolas era tornato prepotentemente in cima ai suoi pensieri…ma perché doveva importagli ancora di lui? Aveva di nuovo Adhemar…era lui che amava…lui che aveva sempre amato…nelle notti oscure pensava a lui…pensava sempre a lui…tranne…tranne quando stava con Legolas…negli ultimi tempi quando stava col principe di Bosco Atro non esisteva nessun altro nella sua mente…solo quel corpo perfetto e senza età che aveva tra le braccia…e il suo cuore aveva iniziato a battere per lui…un debole battito indistinto che però era stato in grado di fargli provare nuovamente delle emozioni che credeva di aver dimenticato…

 

“Cosa fa mio figlio tutto solo in questa parte dei giardini…?”

 

Quella voce dolce e gentile lo destò dai suoi pensieri, e rialzando lo sguardo, vide la regina Gilraen avvicinarsi a lui.

“Madre…stavo…solo riflettendo…”

“E dunque…” proseguì la donna sedendosi al suo fianco e posando le mani chiari sul grembo, prima di voltarsi verso di lui e sorridergli  “…perché mio figlio ha bisogno di riflettere da solo in questa parte dei giardini…”

“Volevo…avevo solo bisogno di restare solo…tutto qui…” rispose Aragorn con un debole sorriso.

“Cosa turba il tuo cuore figlio mio?” gli chiese Gilraen scrutando il suo viso “Non sei felice per il ritorno del capitano Adhemar? Credevo foste amici…”

“Sì…sì certo…lo siamo…lo sono…”

“Ma forse questo non era il momento più opportuno per il suo ritorno…”

“Come…? No…non…come può esserci un momento opportuno o meno…è stato lontano per così tanto tempo…lo credevamo morto e…”

“Aragorn…non fingere con me…non devi…” lo interruppe la regina prendendogli una mano tra le proprie sotto lo sguardo stupito del principe “…sono tua madre e ti conosco…e ti amo per quello che sei, non per le scelte che fai..”

“Non ti comprendo…cosa…” bisbigliò Aragorn quasi intimorito da quelle parole.

“Sono a conoscenza che quello che ti lega ad Adhemar è sempre stato qualcosa di più di quello che noi chiamiamo abitualmente amicizia…lo vedevo nei tuoi occhi…lo leggevo nei tuoi sorrisi…da quando hai incontrato quel giovane il tuo volto si è illuminato della luce dell’amore…luce che non tutti riescono o, meglio ancora, vogliono scorgere, soprattutto in situazioni come queste…ti ho visto brillare come il Sole e…tornare da quella missione oscuro come una notte senza stelle. In silenzio ho osservato il velo di dolore sul tuo viso, la maschera di ghiaccio che indossavi ogni volta per non mostrare la vera sofferenza che ti attanagliava il cuore…ed io ho sofferto per te, figlio mio…terrorizzata che colui al quale avevo dato la vita avesse perso per sempre la propria voglia di vivere. Ma poi qualcosa è cambiato…”

Aragorn la fissò intensamente negli occhi, mentre il rossore che gli aveva tinto le guance stava lentamente svanendo.

“I tuoi occhi sono tornati a brillare…” proseguì Gilraen sorridendogli e accarezzandogli una guancia con la punta delle dita “…debolmente certo…ma qualcosa dentro di te si è riacceso di nuovo…all’inizio non riuscivo a comprendere il tuo comportamento scontroso e indifferente nei suoi confronti…ma poi col tempo, tutto si è fatto più chiaro…il principe di Bosco Atro era riuscito in qualche modo a riaccendere quella fiamma che anche io credevo ormai spenta…”

“No madre…” la interruppe Aragorn scuotendo la testa “…non è come credi…io…ho odiato il principe di Bosco Atro con tutto me stesso…a causa sua Adhemar è stato colpito a morte…o almeno era quello che credevo…il rancore mi legava a lui e ho agito nei suoi riguardi in maniera ignominiosa e…”

“Ed è ancora odio quello che provi per lui?”

A quella domanda il principe di Gondor abbassò lo sguardo all’improvviso…non lo sapeva…non era più sicuro di niente…

“Perché non provi ad aprire il tuo cuore figlio mio…” mormorò dolcemente la dama accarezzandogli i capelli scuri “…ora che il rancore per lui è risultato infondato…dimentica il passato e guarda al presente…”

“Non è così semplice dimenticare l’odio e il dolore, madre…” sussurrò Aragorn sospirando “…né da parte mia, né da parte sua…”

“Forse non lo è…ma è l’unico modo per poter fare la tua scelta…”

“E quale scelta dovrei fare? Io non…non mi riconosco più…non riesco a comprendere le mie azioni e i miei pensieri…come potrei fare la scelta giusta?”

Gilraen lo fissò ancora qualche istante, prima di alzarsi e fare un passo in avanti, con lo sguardo perso tra gli alti alberi che la circondavano.

“Non te ne ho mai parlato prima d’ora…in verità non ne ho mai parlato con nessuno…” iniziò respirando intensamente “…due anni dopo la tua nascita, tuo padre partì per una pericolosa campagna e dopo pochi mesi mi giunse notizia della sua morte. Quelli erano tempi bui…come quelli che stiamo vivendo ora…e per l’unico erede degli Uomini ogni singolo giorno diventava più pericoloso…così ti portai a Granburrone, regno degli Elfi dove saresti stato al sicuro…”

“Io non…non ne ho memoria…” mormorò Aragorn aggrottando le sopracciglia.

“E come potresti…? Eri poco più che un neonato e restammo solo pochi mesi…Sire Elrond ci diede protezione e amore fino a quando ci giunse notizia che in realtà tuo padre era ancora vivo…era stato dato per disperso ma poi ritrovato e curato dalle ferite…e così noi tornammo qui a Minas Tirith, abbandonando coloro che per quei giorni erano stati la nostra famiglia. A quel tempo ero giovane e, pur amando l’uomo che avevo sposato, quando incontrai Sire Elrond il mio cuore sussultò e ringraziai i Valar per avermi dato la possibilità di amare di nuovo…ma il mio destino era diverso…e mi ritrovai a dover fare quella scelta per il tuo bene e per il bene di tutta la Terra di Mezzo. Abbandonai colui di cui mi ero innamorata per tornare da colui che amavo.”

Dopo un lungo momento di silenzio, il principe di Gondor rialzò la testa, osservando la madre ancora in piedi davanti a lui…

“Non potevi fare altrimenti…era prevedibile…era…l’unica scelta giusta da fare…”

Gilraen si voltò verso di lui sorridendogli, e chinandosi gli diede un bacio sulla fronte…ma prima di allontanarsi sotto lo sguardo confuso del figlio, sussurrò quelle ultime parole…

“Non sempre la scelta più prevedibile si rivela essere quella giusta…”

 

Quella sera, Aragorn portò ad Adhemar un tisana di erbe che lo avrebbe aiutato a recuperare le forze ma quando entrò nella stanza, vide il giovane in piedi, davanti alla finestra, intento ad osservare qualcosa nei grandi giardini che si potevano scorgere…

“Adhemar!” esclamò l’uomo appoggiando il boccale e raggiungendo rapidamente il compagno “Cosa fai alzato? Dovresti riposare!”

“Mi sento bene…sta tranquillo…ho mangiato e riposato tutto il giorno…volevo solo fare qualche passo e guardare ancora una volta questi giardini…” lanciò un’occhiata al principe di Gondor e sorrise “…ed in più…il curatore dice che la mia ferita sta guarendo alla perfezione, ancora qualche giorno e potrò riprendere a cavalcare e combattere…”

“Hai…intenzione di tornare a combattere?” chiese Aragorn con una certa apprensione, fermandosi al suo fianco “Non sei ancora nel pieno delle tue forze e…”

“Dipende da tuo padre…sono sempre il capitano delle sue guardie…e devo eseguire i suoi ordini…”

“Sì…” bisbigliò l’uomo sospirando, poi cercando di cambiare discorso “…cosa stavi guardando così attentamente?”

“Elfi…” rispose Adhemar indicando un punto tra gli alberi “…prima un gruppo di guerrieri elfici era laggiù a discutere…ora invece ne è rimasto solo uno…riesci a riconoscerlo da qui?”

Aragorn guardò di sfuggita, riportando però le sue attenzioni sul compagno…

“No…siamo troppo lontani…non vedo il suo viso…” mentì…cercando di sembrare convincente…sapeva benissimo chi era…l’avrebbe riconosciuto tra decine di Elfi…

“Avevo dimenticato quanto fossero luminosi e splendidi…” mormorò il giovane sospirando “…quando giunsero all’accampamento ci lasciarono senza fiato…ricordi…” voltò la testa verso di lui e notò che aveva chiuso gli occhi “…ma ormai devi esserci abituato…li vedi ogni giorno a palazzo…”

“Sì…sì è così…” rispose distrattamente l’uomo cercando di non continuare quel discorso…rialzò le palpebre e vide che, sotto nei giardini, l’elfo di Bosco Atro si era fermato con la testa alzata verso il cielo stellato…subito però distolse lo sguardo, posandolo sul compagno che lo stava fissando incuriosito “…vuoi…bere la tisana che ti ho preparato, ora?”

“Mi farà addormentare?”

“Sì…è molto probabile…”

“Allora non voglio…” ribatté Adhemar sorridendo quando vide lo sguardo perplesso dell’uomo “…però voglio…vorrei un’altra cosa…” fece un passo avanti e posò la mano sulla guancia del compagno “…vorrei baciarti e abbracciarti…se me lo permetti…”

Aragorn gli sorrise, accarezzandogli i lunghi capelli scuri che gli ricadevano sulle spalle…

“Da quando hai bisogno del mio permesso…?”

“Da quando mi sembri così lontano…” mormorò il giovane avvicinando le labbra alle sue “…sei ancora con me Aragorn? Pensi ancora a me?”

Il principe di Gondor non rispose, limitandosi a stringerlo con incredibile delicatezza a sé prima di baciarlo con altrettanta dolcezza e passione…sentì i pugni del compagno stringersi sui suoi abiti, tentando di tirarlo più vicino e sorrise…

“Fai piano capitano…ricordati che sei ancora ferito…”

“Non mi importa…” gli sussurrò Adhemar sulle labbra “…puoi restare con me questa notte?”

Aragorn restò un attimo in silenzio…poi scosse debolmente la testa…

“Non posso…hai bisogno di riposo e…non riposeresti molto al mio fianco…”

“Non ho bisogno di riposo…ho bisogni di te…resta ti prego!”

“No Adhemar avanti…lo sai bene…devi riprenderti…”

Il giovane restò in silenzio a fissarlo con le sopracciglia lievemente aggrottate ma poi sorrise…

“D’accordo…berrò quella tisana e andrò a dormire…è questo che vuoi?”

“Esattamente…” mormorò Aragorn accarezzandogli il viso.

“Ma prima baciami…”

L’uomo gli sorrise e posò nuovamente le labbra sulle sue, lasciandosi sfuggire un gemito quando sentì il corpo del compagno, completamente contro al proprio, muoversi sensualmente come già stavano facendo le loro lingue…istintivamente lo strinse più forte, rialzando leggermente le palpebre e senza volerlo, il suo sguardo finì in basso, nei giardini dove qualcuno era ancora immobile, illuminato dal debole chiarore della luna…e gli sembrò che l’elfo li stesse guardando. Senza accorgersene rafforzò ulteriormente l’abbraccio, soffocando un gemito di dolore di Adhemar…e poi un altro e un altro…senza riuscire a smettere di fissare la persona che li stava osservando…solo quando si rese conto che il compagno non stava più rispondendo al bacio, allentò la stretta, prendendogli il volto tra le mani…

“Mi dispiace…perdonami…non volevo…non…”

“Shh…va tutto bene…” sussurrò il giovane respirando intensamente mentre le fitte di dolore stavano lentamente passando “…è colpa mia…avevi ragione…sono ancora debole…ora va pure…io berrò la tisana e mi metterò a letto…a domani…”

“A domani…” gli bisbigliò Aragorn con debole sorriso, prima di lasciare la stanza.

Adhemar rimase immobile ad osservarlo…poi si voltò nuovamente verso la finestra e vide l’elfo incamminarsi verso l’entrata del palazzo…

“Legolas…” mormorò stringendo i pugni lungo i fianchi.

Fece qualche passo e afferrò la tisana che Aragorn aveva portato…fissò il liquido per qualche momento, avvicinando poi il boccale alle labbra…ma quando chiuse gli occhi, nella sua mente si formarono quei ricordi passati…quegli sguardi languidi che Aragorn e Legolas si erano scambiati…e riabbassò di scatto la mano, lanciando con forza il boccale contro la parete di pietra…osservando i pezzi di ceramica che si frantumavano, ricadendo sul pavimento insieme al liquido. Si sedette sul letto, cercando di riprendere la calma che aveva perso, dicendosi che era in errore…che aveva frainteso tutto…ma il suo cuore, battendo all’impazzata, gli confermava l’esatto contrario.

 

Legolas abbassò di scatto lo sguardo appena vide i due compagni separarsi…ma cosa gli era preso? Perché era rimasto immobile a fissarli con i pugni stretti lungo i fianchi? Perché non se n’era andato appena li aveva visti affacciati alla finestra?

Qualcosa aveva iniziato a fargli battere forte il cuore, qualcosa simile alla rabbia nei loro confronti…ma…non era rabbia…era…gelosia…gelosia perché ora Aragorn aveva di nuovo qualcuno mentre lui era sempre solo…oppure…gelosia nei riguardi di Aragorn stesso…

Scosse la testa, respirando intensamente, prima di incamminarsi verso il palazzo, percorrendo rapidamente i corridoi, fino alla propria stanza…non era così…a lui non importava di quel Mortale…più gli stava lontano e meglio era…non voleva averlo con sé…non voleva…ma appena aprì la porta, sentì un tuffo al cuore che gli ricordò quanto, in realtà, si stesse sbagliando…

 

“Sapevo che prima o poi saresti arrivato”

 

“È la mia stanza…” ribatté l’elfo chiudendo la porta dietro di sé “…mi stupisce il fatto che invece tu sia qui…”

“Devo…parlarti…” mormorò Aragorn rialzandosi dalla sedia su cui si era seduto.

“Non puoi attendere domani? Sono molto stanco e vorrei…”

“No…non posso…”

“Bene!” ribatté Legolas incrociando le braccia sul petto e appoggiandosi a una delle colonne di legno all’angolo del letto “Parla dunque! Ti ascolto!”

“Tu sai che…Adhemar è tornato…” iniziò l’uomo respirando intensamente e tentando di sostenere lo sguardo dell’elfo “…lui è stato in un villaggio fino ad ora…sotto le cure di…”

“Oh allora è questo che sei corso a dirmi…” lo interruppe il principe di Bosco Atro con un sorriso nervoso sulle labbra “…il mio amante è vivo…ti chiedo scusa per averti…usato e…ferito fino ad ora…mi sono sbagliato…”

Aragorn chiuse gli occhi sospirando…

“No…io non…”

“O forse sei venuto a dirmi che ora sono libero di lasciare questo posto quando voglio…visto che non ho nessun crimine da scontare…e che non dovrò passare la vita nelle tue prigioni…”

“Non prenderti gioco di me!” ribatté l’uomo alzando la voce “Tu hai commesso tutti i crimini che ben conosci…non è merito tuo se i Valar hanno salvato la vita ad Adhemar! Rimani un assassino!”

“E chi ho ucciso, di grazia?” mormorò Legolas fissandolo “Visto che quella persona è viva a pochi passi da…” ma non riuscì a terminare la frase, Aragorn si scagliò contro di lui, afferrandolo per gli abiti e gettandolo sul letto con forza, prima di bloccarlo sul materasso con il proprio corpo…

“Tu volevi che morisse!” gli bisbigliò l’uomo sulle labbra, tenendogli stretti i polsi a lato della testa “Non hai fermato quella freccia proprio perché era diretta a lui! Il semplice fatto che non sei riuscito nel tuo intento non toglie che hai voluto che accadesse…che hai fatto in modo che accadesse!” vide l’elfo girare di lato la testa e gridò “Guardami maledizione!”

Legolas strinse le labbra, posando nuovamente lo sguardo su di lui…

“E allora…?”

“Allora solo per questo motivo dovrei continuare ad odiarti per tutta la vita!”

“Sei libero di farlo! Niente e nessuno te lo impedisce! L’hai fatto fino ad ora!”

Aragorn restò un istante in silenzio, prima di sussurrare…

“Non posso cambiare il passato…ma…posso guardare al presente…”

Legolas lo fissò perplesso ma appena aprì la bocca per ribattere, sentì le labbra dell’uomo sulle proprie e non riuscì a far altro che chiudere gli occhi e abbandonarsi a quel bacio tutt’altro che violento…così diverso da quelli a cui era abituato con lui…ma appena Aragorn si allontanò, rialzò di scatto le palpebre, liberandosi dalla sua stretta e spingendolo via da sé…

“Cosa vuoi ancora?” gridò rimettendosi in piedi “Cos’altro vuoi ancora da me?” superò la colonna, mettendosi davanti all’uomo ancora semidisteso sul letto “Hai riavuto il tuo…grande amore…sei libero di tornare a vivere la tua vita…perché continui a…torturarmi così!”

Il principe di Gondor lo fissò stupito, socchiudendo le labbra per rispondere ma l’elfo proseguì…

“Possibile che non lo capisci?” deglutì, abbassando la voce “Ogni volta che…ti comporti così…ogni volta che fingi questo interesse per me…e ogni volta che mi baci in questo modo…come se ti importasse qualcosa di quello che stai facendo…io…mi fai del male dannazione! È…atroce…e so che ti fa piacere vedermi soffrire ma ora basta! Non ne hai più motivo! Lasciami in pace!” quelle ultime parole uscirono a stento dalle sue labbra, come se tentasse di trattenere le lacrime.

Aragorn lo osservò in silenzio, tentando di dare un ordine ai mille pensieri che gli riempivano la mente…poi, debolmente, mormorò…

“Cosa provi per me?”

“Io ti odio…” sospirò Legolas passandosi una mano sul viso senza nemmeno riflettere sulla domanda, ma le successive parole del principe di Gondor lo colsero totalmente di sorpresa…

“Allora dimostramelo…dimostrami questo odio…comportati con me come hai sempre fatto…colpiscimi e prendi il mio corpo con la forza…sei in grado di farlo Legolas! Avanti!”

L’elfo strinse le labbra, ascoltando per qualche istante il battito del proprio cuore nella testa…poi fece un passo avanti, e un altro…fino a raggiungere il letto e salire sul materasso. Afferrò i polsi di Aragorn, portandoglieli sopra la testa, e si distese sopra di lui…chiuse gli occhi e posò con forza le labbra sulle sue, cercando furiosamente di penetrare tra di esse con la lingua e dopo qualche momento, l’uomo glielo permise, abbandonandosi sotto di lui, rispondendo al bacio ma senza reagire al suo attacco.

Dopo un lungo momento, Legolas rialzò le palpebre e incrociò gli occhi azzurri del principe di Gondor…

“È questo che vuoi?” gli bisbigliò, baciandolo di nuovo con ardore…senza accorgersi però che quel gesto era totalmente privo di violenza…anzi…era un misto di passione e desiderio che crebbe di intensità, lasciandoli entrambi senza fiato…ed allora l’elfo gli lasciò i polsi, stringendo i pugni nelle coperte…

“Non ci riesco…” mormorò disperatamente, appoggiando la fronte sul petto dell’uomo “…non riesco più a…” rialzò la testa, fissandolo intensamente “…a odiarti…”

Aragorn sorrise debolmente e, posando una mano sulla sua guancia, lo tirò a sé, baciandolo come aveva iniziato a fare poco prima…e questa volta Legolas non lo allontanò, si lasciò andare sopra di lui, facendo scivolare le mani sotto la sua schiena per stringerlo a sé.

 

Ma ad un tratto qualcuno bussò alla porta, entrando lentamente ma non abbastanza per permettere ai due di allontanarsi…

“Principe Legolas…perdonate il disturbo ma…mi hanno detto che vi avrei trovato…”

Silenzio…le parole gli si spensero nella gola quando, rialzando lo sguardo, vide quella scena davanti a sé…riuscì solo a bisbigliare...

“…ancora sveglio…” mentre Legolas si rialzava di scatto dal letto, seguito da Aragorn che, lentamente, fece un passo verso il nuovo arrivato…

“Adhemar…ti prego aspetta…”

“Cosa…?” mormorò il giovane quasi senza voce lanciandogli un’occhiata prima di tornare con lo sguardo fisso sul principe di Bosco Atro “Aragorn…? Cosa…devo aspettare?”

“Devo…spiegarti cosa è accaduto qui…”

“Oh capisco benissimo cosa è accaduto qui…dimmi solo una cosa…” ribatté Adhemar facendo un passo verso l’uomo “…quanto tempo è passato prima che entrasse nel tuo letto? Quanti… giorni hai lasciato passare prima di permettergli di prendere il mio posto?”

 “Io non ho mai preso il tuo posto!” esclamò Legolas anticipando le parole che Aragorn stava per pronunciare “Non ho mai voluto prendere il tuo posto!”

“Ah no…?” bisbigliò voltandosi verso di lui “Mi credi uno sciocco forse? Credi che non abbia notato i vostri sguardi? Tu hai voluto prendere il mio posto fin dal primo istante che sei giunto all’accampamento! Chissà che fortuna per entrambi, visto che sia Eithel che io siamo caduti quel giorno…o almeno così credevate giusto…?”

“Non osare nominarlo!” sibilò Legolas facendo un passo verso di lui “Tu non sai niente!”

“Oh…so molte più cose di te invece! Ma ringrazia i Valar che lui sia morto…almeno non ha dovuto sopportare la vista della persona che amava tra le braccia di un altro…”

“Sta zitto!” gridò l’elfo avanzando verso di lui “Non parlare di lui! Non osare!” ma si bloccò non appena vide Aragorn pararsi tra lui e il giovane capitano di Gondor…

“No! Stai lontano da lui Legolas…tu non c’entri con…”

“Ah lui non c’entra!” esclamò Adhemar lasciandosi sfuggire una risata nervosa, prima di afferrare l’uomo per un braccio e spingerlo contro la parete “Non eri nel suo letto poco fa?”

“Io ti credevo morto!” ribatté Aragorn fissandolo “E ti credevo morto a causa sua…perché lui non ha fermato la freccia che ti ha colpito!” vide il compagno guardare sconvolto Legolas e proseguì all’istante, prima che la situazione peggiorasse “L’ho incolpato della tua morte per tutto questo tempo e…non desideravo altro che fargliela pagare…”

“E per fargliela pagare l’hai fatto entrare nel tuo letto?” lo interruppe bruscamente il giovane “È stata questa la tua vendetta? Prendere il suo corpo per saziare la tua lussuria verso di lui fingendo di vendicare così la mia morte?” rise debolmente alzando gli occhi al soffitto “È patetico!” ma le lacrime di rabbia e delusione iniziarono scivolare sulle sue guance.

“Adhemar ti prego…” sussurrò Aragorn alzando una mano per sfiorarlo, ma il giovane si scostò di scatto.

“Non toccarmi!” sibilò abbassando le palpebre qualche istante “Non osare toccarmi mai più!” respirò profondamente, cercando di controllarsi, ma non ci riusciva…si sentiva a pezzi “Sei un bastardo Aragorn! Un bugiardo e patetico bastardo!”

“Adhemar sei…arrabbiato e lo comprendo ma non parlare così…” mormorò l’uomo quando sentì una fitta al cuore a quelle parole, ma il giovane alzò di scatto la voce…

“Lo comprendi? Grazie della comprensione allora…principe di Gondor! E immagino comprenderai anche…questo…” e alzando la mano sinistra si sfilò l’Anello di Barahir, lasciandolo cadere a terra con noncuranza “…non desidero più tenerlo…” prima di voltarsi verso la porta.

“Adhemar aspetta!” esclamò Aragorn afferrandogli un polso ma si ritrovò a barcollare all’indietro quando il giovane lo colpì violentemente al viso con l’altra mano.

“Non toccarmi!” gli gridò mentre le lacrime avevano iniziato a solcargli le guance “Come hai potuto farlo? Io credevo in te…avrei dato ogni cosa per restare al tuo fianco…e tu mi hai ripagato così?” attese che l’uomo rialzasse lo sguardo su di lui “Hai rovinato tutto quanto…hai distrutto tutto quello che avevamo creato insieme…”

“Ti credevo morto!” ribatté Aragorn alzando a sua volte la voce “Eri morto per me…dovevo accettarlo…cos’altro avrei dovuto fare? Ho sofferto dannazione! Ma dovevo andare avanti…”

“E per andare avanti hai diviso il tuo letto con la persona che ha causato la mia morte?” lo interruppe Adhemar gridando, la voce spezzata dalle lacrime “E cosa dovrei fare ora? Ringraziarti per aver vendicato così la mia presunta morte? Immagino che ti sarai divertito…a vendicarmi giorno dopo giorno…”

Il principe di Gondor abbassò qualche istante le palpebre e non riuscì a impedire ad una lacrima di rigargli la guancia…

“Eri…morto…” sussurrò.

“Già…dovevo esserlo…” ribatté il giovane “…ma ora comunque lo sono…per te sono morto…” si voltò facendo qualche passo ma appena udì le deboli parole che stavano per lasciare le labbra dell’uomo…

“Adhemar ti scongiuro…io ti a…”

…si girò di scatto alzando una mano verso di lui…

“Non dirlo!” gridò “Non osare insudiciare ancora una volta quelle parole con le tue labbra da bugiardo! Tu non mi hai mai amato! Ma sai una cosa…almeno adesso che ne sei consapevole puoi raccontare al tuo Legolas la verità!”

Quando udì quella frase, l’elfo di Bosco Atro alzò di scatto lo sguardo sui due uomini…

“Quale verità?”

Adhemar gli lanciò un’occhiata prima di tornare a guardare il principe di Gondor…

“Avanti Aragorn! Raccontagli come sono andate veramente le cose quel giorno! Non c’è più motivo di tenerglielo nascosto! Sei libero da ogni promessa…anzi…quella promessa non è mai stata valida!” e rapidamente uscì dalla stanza senza badare ai richiami disperati dell’uomo.

 

“Quale promessa…?” chiese Legolas fissandolo quando la porta si richiuse di botto dietro al giovane “Di cosa stava parlando?”

Aragorn restò in silenzio, con gli occhi chiusi, tentando di ritrovare la calma ma la voce dell’elfo lo fece sussultare…

“Aragorn! Di cosa stava parlando…?”

“Non…non adesso…devo andare da lui…”

“No!” esclamò Legolas afferrandolo per un braccio quando vide che stava per lasciare a sua volta la stanza “Devi dirmelo! Adesso!”

“No! Maledizione Legolas lasciami!” gridò liberandosi violentemente dalla stretta…si chinò e riprese l’anello, prima di uscire rapidamente senza nemmeno chiudere la porta.

Il principe di Bosco Atro abbassò lo sguardo confuso…quale verità gli aveva tenuto nascosto? Cosa era accaduto? Di cosa stavano parlando? Raggiunse lentamente il letto e si sedette, osservando un punto indistinto davanti a sé come se cercasse di trovare qualche risposta…e proprio in quel momento udì distintamente le voci dei due uomini, sempre più alte, provenire dai corridoi…

 

“Adhemar devi ascoltarmi! Fermati!”

“No! Io non devo fare niente…principe...non ti devo niente!”

“Ho sbagliato dannazione! Ero sconvolto! Credevo di averti perso! E quell’attrazione che provavo per lui si è unita alla rabbia e…”

“E per liberartene sei diventato il suo amante? Oh…veramente una bella soluzione!”

“No…per lui era lo stesso…mi incolpava della morte di Eithel e quello che è accaduto è stato solo per…placare il rancore…”

“Il rancore? E la seconda volta invece? Cos’altro dovevate placare? E la terza…la quarta? Per quanti giorni vi siete dati questa scusante del rancore? Prima di comprendere che non è l’odio a spingervi l’uno verso l’altro ma qualcosa di ben diverso…”

“Adhemar…io ti ho amato…ho continuato ad amarti pur sapendoti morto e ti amo…ma…”

“Ma ti sei innamorato di lui…? È questo che stai tentando di dirmi Aragorn? Mi ami ma ti sei innamorato di lui?”

 

Silenzio…e Legolas spalancò all’improvviso gli occhi blu come il mare, stringendo i pugni sulle lenzuola…

 

“Beh…mi dispiace principe di Gondor ma non puoi avere entrambi…devi fare una scelta!”

 

…dei passi veloci risuonarono nel silenzio dopo quelle ultime parole di Adhemar, seguiti da altri, lenti e trascinati per terra come se la persona fosse rimasta senza forze. Il principe di Bosco Atro si rialzò dal letto e raggiunse la finestra…guardò la grande luna che risplendeva nel cielo e sospirò…

“Potrai mai perdonarmi…? Credevo di vendicare la tua morte ed invece non ho fatto altro che allontanare il tuo ricordo dal mio cuore…Non ti dimenticherò mai…sei stato la mia vita per centinaia di anni ma quel tempo purtroppo è finito…è giunto il momento di guardare al presente…”